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La denuncia dell’Onu: «Le politiche del Vaticano hanno permesso abusi su bambini»

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2024 05:30
20/05/2014 03:00
 
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Scarano rivela i segreti dell'Apsa

SALERNO - I segreti dell’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede), rivelati dall’ex capocontabile Nunzio Scarano ai giudici romani. Il monsignore, tuttora ai domiciliari per l’inchiesta sul presunto riciclaggio della Procura di Salerno, parla di situazioni imbarazzanti, di conti correnti intestati ai laici e di operazioni di aggiotaggio. Perchè l’Apsa “non è una banca ma fa le cose di un istituto di credito, ha conti di persone e distribuisce interessi facendo una sorta di raccolta (e reimpiego) risparmi oltre ad occuparsi dell’amministrazione degli utili derivanti dal patrimonio...”. Ma come sono selezionati questi clienti e come sono individuati i loro conti presso l’Apsa? “Con delle cifre, che a me non facevano vedere. Però se io torno lì so dove mettere le mani: nel senso che comprendo bene le responsabilità. So che su questi conti correnti, alcuni anche intestati ai Cardinali, c’erano degli interessi. Erano gestiti dai miei diretti superiori, poi c’era Giorgio Stoppa che era un grande manovratore di queste cose qui.. Poi con l’ultimo concistoro di Papa Ratzinger molti di quei conti furono cancellati. Trasferiti su altri istituti bancari, alcuni anche allo Ior”. “Ma come avveniva questo passaggio?”, chiede il magistrato inquirente Stefano Pesci. “Si poteva fare con un bonifico internazionale, con un assegno circolare. Una situazione non del tutto trasparente riguardo alla gestione interna del Vaticano, e il motivo per il quale io avevo chiesto anche un’ispezione e la possibilità futura di parlarne con il Santo Padre”. Scarano parla di un’operazione di aggiotaggio. “Era la vendita di operazioni o di titoli che poi venivano venduti e comprati dalla stessa amministrazione del patrimonio della Santa Sede”. Insomma, con una mano venduti e con un’altra comprati. “Sì però non ho totale contezza, perchè le carte sulla mia scrivania non sono mai arrivate. Però seppi tutto, perchè ne sentii parlare nei corridoi e rimasi molto sorpreso. Si trattava di titoli bancari”. Che subivano alterazioni per effetto del gioco d’acquisto e di vendita fatti da un banchiere (Nattino) tramite l’Apsa? “Penso di sì. Questo lo dissi al Cardinale Filoni che prese subito un provvedimento: successe il finimondo all’interno dell’Amministrazione, perchè non riuscivano a capire cosa stesse succedendo. Io praticamente ero finito nell’occhio del ciclone. E il mio superiore (Mennini), un giorno mi chiamò e mi disse: “Sappi che farò di tutto per ostacolarti e da me non ti aspettare niente di buono”. Io gli risposi: dottore, io sono qui per servire la Chiesa! Poi fui promosso al nono livello diventando capo della contabilità analitica dell’Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede, cosa che avevo visto come non positiva... Perchè in realtà ero stato accantonato in una posizione non costruttiva”. Ma perchè furono prese delle conseguenze molto forti? “Ho documentato il Cardinale Filoni con dei fatti scritti e circoscritti”. Nel senso che venivano fatte operazioni su titoli bancari sotto mentite spoglie da un titolare di un istituto di credito che poteva avere informazioni privilegiate. “Faccio anche un ’altro esempio molto pratico - aggiunge Scarano - : io tengo 50 miliardi di euro e li tengo presso il Monte Paschi e mi dà l’1%, poi un responsabile Apsa - la cui figlia è sposata con il figlio di un direttore, un presidente di una Banca -, prende i 50 miliardi e li sposta su quell’altra banca.

A me sottobanco cosa ne viene? Questa è una delle cose che accadevano all’interno dell’Amministrazione”. Ma sono ipotesi o fatti acclarati? “Se ne parlava nei corridoi, però mai davanti al sottoscritto perchè io non sono una persona gradita”. Però - aggiunge il pm Pesci - sono due vicende: una dal contorno preciso che riguarda Nattino, poi l’altra più vaga. “L’ipotesi è tanto per dire che molte volte si cambiavano le banche e quando arrivavano le carte sulla mia scrivania di un’altra banca io chiedevo a uno dei miei colleghi (il dottore Stefano):“Ma che è successo, come mai abbiamo cambiato?”. Quindi parlavamo dei soldi Apsa che passavano da una banca all’altra”. “Ma il periodo dell’aggiotaggio a quando risale?”, incalza il sostituto procuratore. “Ma quelli ci sono sempre stati, anche quando io sono stato allontanato dal mio ufficio e messo come capo responsabile”. Ma quando l’Apsa sposta questi soldi, li sposta come Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede. Cioè sono conti, per dire somme di denaro che sono all’attivo di conti correnti presso queste banche? “Sì, sposta i suoi fondi da una banca all’altra”. Ma allora in questi istituti di credito uno troverebbe dei conti correnti intestati all’Apsa, o no? “Allora, alcuni conti sono internazionali, tipo Londra, sono la Sopridex (o qualcosa di simile) di Parigi, poi c’è questa società in Svizzera e credo che molti fondi siano depositati presso banche svizzere e altre banche di altri Paesi e molto meno in Italia”. Ma Scarano ha mai avuto il sospetto che in questi spostamenti ci sia anche qualcuno che abbia privatamente guadagnato qualcosa? “Le operazioni avvenivano e una volta mi accorsi di qualcosa e volevo informare il Cardinale Sodano. Ma poi seppi che lui era molto amico di Giorgio Stoppa (laico, ex delegato della sezione straordinaria dell’Apsa ndr). Insomma il gioco è questo: Io sono Sodano e tengo il conto allo Ior che mi dà l’1%, Giorgio Stoppa lo chiama e gli dice, caro Sodano, vieni da me, io ti do il 2,5%. Allora Sodano che fa? Prende i soldi e li porta all’Apsa. Questo è uno scheletro da tenere nell’armadio”. Ritornando all’aggiotaggio, alterazione del prezzo o di merce... “Titoli - aggiunge Scarano - ma sono prezzi che sono caduti, hanno avuto una caduta per effetto di manovre. Erano titoli di una banca”. Ma la manovra aggiotativa in che è consistita se ad un certo punto i titoli sono caduti per effetto di vendite, insomma di operazioni artificiose? Cioè chi li ha riacquistati? “L’Apsa, ma non è stata una manovra a favore dell’amministrazione del Patrimonio. Sono stati fatti abbassare per avvantaggiare Nattino attraverso un’operazione che fanno dall’interno. Uno schermo con la collaborazione di persone che contano. Ma anche ad altre persone venivano consentite operazioni diverse come l’acquisto titoli, cambio valuta, queste cose qui. Questa è proprio una banca, perchè una cosa è gestire il Patrimonio della Santa Sede, incluso il denaro, altra cosa è fare questo tipo di operazioni".

Mario Memoli
06/05/2014
www.metropolisweb.it/Notizie/Salerno/Cronaca/scandalo_ior_scarano_rivela_segreti_a...
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