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La vita su Marte potrebbe essere esistita appena 200 mila anni fa

Ultimo Aggiornamento: 10/06/2023 17:15
03/09/2022 02:43
 
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Le piante di Marte, ultimo regalo di Curiosity. Ma per gli scienziati sono colonne di roccia





Altro inatteso regalo dal rover Curiosity ormai giunto quasi al decimo anno di permanenza sulla superficie di Marte. Una foto ci mostra strani “rami” emergere dalla rocce del Gale Crater, il grande cratere, un tempo invaso dall’acqua, al centro del quale sorge l’immensa mole del Monte Sharp. La presenza di piante, sebbene all’apparenza appassite, denuncerebbe l’esistenza, non proprio remota, della vita. Tuttavia gli scienziati frenano, ed ecco la teoria che spiegherebbe la presenza di questi “rami secchi”. Si tratterebbe infatti non di rami ma di “colonne” probabilmente create da sostanze simili al cemento che un tempo riempivano antiche fessure del substrato roccioso. Man mano che la roccia più tenera si consumava, erosa dall’acqua e poi dal vento, i flussi serpeggianti di materiale compatto rimanevano in piedi. Ciò, sempre secondo gli esperti, sarebbe provato dal fatto che sulla Terra si riscontrano formazioni simili che, a seconda del luogo dove sorgono, vengono chiamate in modo diverso. “Camini delle fate”, “piramidi di terra” oppure “Hoodoo”, sono appunto rilievi rocciosi molto particolari che si possono trovare in varie parti del globo, anche in Italia. Vi propongo le immagini delle tre specie di formazioni rocciose e vi invito a confrontarle con quelle marziane. Secondo me non c’è alcuna somiglianza.







Quella più appariscente è con il corallo (vedi foto) e, trattandosi dei fondali di un oceano, la sua presenza sarebbe coerente. E, azzardo a dire, non una pianta di corallo di miliardi di anni fa ma molto più vicina alla nostra epoca, tanto che le frequenti tempeste di vento marziane e i raggi cosmici non hanno avuto il tempo di danneggiarla o addirittura polverizzarla. Lo stesso valga per lo strano fiore, grande quanto una monetina da un cent scoperto dalla Mars Hand Lens Imager (MAHLI), uno strumento installato sul braccio robotico di Curiosity utilizzato per raccogliere immagini microscopiche e dettagli delle rocce. Anche in questo caso la somiglianza con una pianta di corallo è evidente.



Vicino al “fiore” sono state osservate due piccole rocce discoidali; anch’esse, a detta degli esperti, plasmate miliardi di anni fa dal passaggio dell’acqua. Stavolta non vi dico il mio parere su queste due pietruzze e mi taccio, per non apparire un “estremista marziano”. Si riapre perciò il capitolo “Vita su Marte” con nuovi episodi che arricchiscono di ulteriori indizi la già cospicua collezione di reperti. Meritevole, a parer mio, lo sforzo degli esperti per allontanare ogni sospetto di vita extraterrestre. Tuttavia cominciano via via a trasparire sugli specchi le tracce delle loro unghiate…

Flavio Vanetti
28 luglio 2022
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