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Trapassi d'élite

Ultimo Aggiornamento: 28/03/2024 20:29
28/06/2020 03:23
 
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Muore Steve Bing, regista amico stretto di Clinton e socio di Epstein. L’ennesimo “suicidio”



Il regista mega-finanziatore e collaboratore dei Clinton Steve Bing é morto dopo essere caduto dal 27° piano del suo condominio di lusso a Century City a Los Angeles intorno alle 13:00 del 22 giugno. Aveva 55 anni. Fonti delle forze dell’ordine hanno subito dichiarato che il finanziere, regista e filantropo di sinistra, si sarebbe suicidato. Sia Clinton che Bing facevano parte di un gruppo di amici che comprendeva Ron Burkle e Jeffrey Epstein, riferisce LA Mag. Bill Clinton ha rapidamente twittato le sue condoglianze, descrivendo il suo caro amico come un uomo "disposto a fare qualsiasi cosa per le cause in cui credeva". Clinton ha aggiunto che spera che Bing abbia "finalmente trovato la pace". Fonti anonime vicine al finanziere nonché socio dei Clinton riferiscono che fosse depresso per la mancanza di contatto umano durante la quarantena COVID-19. Tuttavia, sono in molti a non credere a questa narrazione. Steve Bing era noto pubblicamente per la sua stretta relazione con Bill Clinton, nata dopo una donazione da 10 milioni di dollari alla sua fondazione. Ha anche donato 1 milione di dollari al DNC per contribuire a finanziare la convention del 2000 a Los Angeles e speso circa 50 milioni di dollari per la campagna per una tassa sulla produzione di petrolio nel 2006. Quando Clinton è volato in Corea del Nord nel 2009 per negoziare il rilascio dei giornalisti Euna Lee e Laura Ling, è stato Bing a pagare l’aereo e a "sistemarlo". L’ ennesima morte sospetta in un circolo di amicizie ristretto e ben definito, l’ennesimo ospite dell’aereo privato “Lolita Express” di proprietà del pedofilo milionario Jeffrey Epstein (morto suicida in carcere), su cui abbiamo scritto tanto in passato. La notizia della morte di Bing ha lasciato internet sconvolto. Molti i post e le congetture su questa ennesima morte:“Quest’uomo, con tutto ciò che si può desiderare, si suicida così all’improvviso?”. Un altro ha pubblicato:"Un altro amico dei Clinton si suicida. A quanti stiamo???”. Per altri, è difficile da credere. "Difficile credere che un miliardario di 55 anni abbia improvvisamente deciso di saltare giù da un edificio perché era depresso per l’isolamento sociale durante il blocco di COVID che è comunque finito". Intanto nasce un hashtag che é già diventato virale in questi giorni per sottolineare i molti i suicidi nella cerchia dei Clinton, #ClintonBodyCount.

25 giugno 2020
www.databaseitalia.it/muore-steve-bing-regista-amico-stretto-di-clinton-e-socio-di-epstein-lennesimo-s...
18/09/2020 23:03
 
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USA, è morto a 94 anni il padre di Bill Gates

E' morto a 94 anni il padre del fondatore di Microsoft, Bill Gates. Bill Gates Sr., stimato avvocato di Seattle, aiutò il figlio ad avviare la Bill and Melinda Gates Foundation. La famiglia, come riporta il New York Times, ha fatto sapere che era malato di Alzheimer ed è deceduto lunedì nella sua casa sulla spiaggia sull'Hood Canal, nella città dello Stato di Washington. Nel 1994 Gates Sr. aveva 69 anni e stava progettando di ritirarsi a breve dal suo prestigioso studio legale, quando il figlio gli disse che era stato sommerso da richieste di beneficenza, ma che era troppo impegnato a gestire Microsoft per rispondere. Suo padre suggerì che lui poteva contribuire a vagliare i documenti e, con l'approvazione del figlio, inviare alcuni assegni. Una settimana dopo, Bill Jr. accantonò 100 milioni per aprire quella che inizialmente era chiamata William H. Gates Foundation. Nei successivi 13 anni, mentre Bill si concentrava principalmente su Microsoft, suo padre gestì la fondazione giorno per giorno, dando forma ai suoi obiettivi: migliorare la salute e l'istruzione e contrastare la povertà in America e nel terzo mondo. "Mi mancherà ogni giorno", ha detto il fondatore della società di Redmond. "Ci mancherà più di quanto possiamo esprimere in questo momento. Stiamo provando dolore ma anche gratitudine; la sua morte non è stata inaspettata, quindi abbiamo avuto tutti molto tempo per riflettere su quanto siamo fortunati ad aver avuto questo uomo straordinario nella nostra vita per così tanti anni".

16 settembre 2020
www.ilsecoloxix.it/italia-mondo/esteri/2020/09/16/news/usa-e-morto-a-94-anni-il-padre-di-bill-gates-1....



"William Gates Sr. ha lavorato con Planned Parenthood e con il Movimento Eugenetico finanziato dai Rockefeller in America"

Il padre di Bill Gates è William H. Gates Sr., un co-fondatore di Preston Gates & Ellis (avevano uffici negli Stati Uniti e in Cina). Un eminente banchiere e avvocato, William H. Gates Sr. era anche profondamente coinvolto nella politica e nella "filantropia". Nell'era precedente a Roe v. Wade, faceva parte del Consiglio di Amministrazione di Planned Parenthood di Margret Sanger:

www.pbs.org/now/transcript/transcript_gates.html

Perché è così importante? Il caso Roe v. Wade ha legalizzato l'aborto, ma quasi nessun ente sa che l'aborto legale era una legge formata da eugenisti, per “migliorare geneticamente” la popolazione “riducendola”. Nel suo libro "Vaccine-Nation: Poisoning the Population, One Shot at a Time", Andreas Moritz ha documentato il vero legame eugenetico tra la Fondazione Rockefeller (e la famiglia) e la Fondazione Bill e Melinda Gates (e la famiglia). In esso, Moritz scrive su di loro:"Mentre lanciava l'iniziativa chiamata Global Fund for Children’s Vaccines, Bill Gates aveva detto nel 2000 che “sembra che ogni nuovo angolo che voltiamo, i Rockefeller siano già lì. E in alcuni casi, sono lì da molto, molto tempo”. Gates ha fatto quel discorso mentre annunciava che la sua fondazione stava impegnando 555 milioni di dollari per programmi sanitari in tutto il mondo. Lo dico ironicamente, perché i Rockefeller sono noti per il finanziamento di ricerche controverse, chiamate da alcuni "genocidi". Questa ricerca riguarda programmi di spopolamento, programmi comunisti e socialisti, esperimenti di "controllo mentale" o di modificazione comportamentale e gli esperimenti notoriamente controversi di Alfred Kinsey. Ma i Gates e i Rockefeller sono vecchi amici e partner della Global Alliance for Vaccines and Immunization (GAVI).

L'alleanza, che controlla i principali programmi di vaccini internazionali, ha i seguenti membri: Bill and Melinda Gates Foundation, Rockefeller Foundation, International Federation of Pharmaceutical Manufacturers Associations, UNISEF, Banca Mondiale, OMS e molti governi nazionali. Nell'ambito della ricerca sui vaccini, non c'è nulla di più grande. Lo sto descrivendo in dettaglio per mostrare quanto sia incestuoso il mondo dei vaccini (e della medicina). Illustra anche che il potere è concentrato solo in una manciata di entità [non elette]". Se vuoi sapere esattamente cosa pensano i membri del movimento eugenetico finanziato dai Rockefeller dell'uomo comune, o "non idoneo", leggi le seguenti dichiarazioni di Margret Sanger:"Ma dal mio punto di vista, credo che non dovrebbero esserci più bambini". "La cosa più misericordiosa che la famiglia numerosa possa fare a uno dei suoi piccoli membri è ucciderlo". "Non vogliamo che si spenga la voce sul fatto che vogliamo sterminare la popolazione negra...". “L'eugenetica senza controllo delle nascite ci sembra una casa costruita [sic] sulla sabbia. È in balia del flusso crescente dei non idonei". "Nessuna donna avrà il diritto legale di avere un figlio, e nessun uomo avrà il diritto di diventare padre senza un permesso per la genitorialità". Come nota a margine, nel 2010, William H. Gates Sr. era anche il volto di un'iniziativa statale sull'imposta sul reddito (Iniziativa 1098) di stile socialista (comunista), nello Stato di Washington. Come faccio a sapere con certezza che il padre di Bill Gates sia un comunista segreto (e globalista)? Ebbene, nell'aprile del 2003, la Fabian Society, un altro "think thank" politico (globalista) controllato dai Rockefeller, il cui logo originale era un lupo travestito da pecora (ma ora è una tartaruga che si muove lentamente), ha scritto un rapporto intitolato "Comunità sotto controllo".

In questo rapporto, mostra chiaramente una connessione tra William H. Gates Sr. e la Fabian Society. Il rapporto dice quanto segue:"Nella prefazione al rapporto, Bill Gates Sr, padre del miliardario fondatore di Microsoft Bill Gates, presta il suo sostegno alle proposte della Fabian Society e le collega alla crescente campagna negli Stati Uniti contro la proposta del Presidente Bush di abolire l'imposta sugli immobili negli Stati Uniti. Anche la riforma dell'imposta di successione viene qui analizzata da esperti, inclusi rappresentanti di HM Treasury e Irish Revenue":

fabians.org.uk/wp-content/uploads/2003/09/CommunitiesInCon...

Non è strano? Più approfondiamo i collegamenti a William H. Gates Sr., più quella parola (eugenetica) continua a comparire! Ma cos'è la Fabian Society? Ebbene, Geoffrey Robertson del Guardian ha scritto questo sulla Fabian Society, in un articolo del 2008:"I socialisti fabiani hanno fornito la giustificazione intellettuale alla politica eugenetica, che ha portato allo scandalo delle generazioni rubate":

www.theguardian.com/commentisfree/2008/feb/14/australia

Oltre a spingere per le politiche eugenetiche sul popolo americano, per un intero secolo i fabiani hanno provato, e spesso sono riusciti, a minare completamente i valori biblici, la famiglia tradizionale, i diritti di proprietà e la libertà individuale, con sgomento di molti americani patriottici amanti della libertà. La loro causa è contro la famiglia e contro la libertà; niente di buono può venire dalle loro politiche! Più si conoscono i fabiani, più appaiono traditori e malvagi. Ad esempio, i fabiani sono orgogliosi di infiltrarsi nelle posizioni chiave e privilegiate della società americana (anche nel Regno Unito e in Canada), per inondare la società con propaganda sovversiva pro-socialista, comunista e globalista, in uno sforzo a lungo termine per impossessarsi del popolo americano timorato di Dio, che vive la libertà, per abolire la Costituzione degli Stati Uniti d'America e sostituirla con un sistema globale di collettivismo oligarchico (un nuovo ordine mondiale).

Nelle parole di Bertrand Russell, un famoso socialista fabiano:"Alla popolazione non sarà permesso di sapere come sono state generate le sue convinzioni". Nel 1953, in The Impact of Science on Society, Bertrand Russell dichiarò quanto segue:“Penso che l’argomento che sarà di maggiore importanza politicamente sia la psicologia di massa… A breve arriveranno vari risultati: che l’influenza della casa è ostruttiva… anche se questa scienza sarà studiata diligentemente, sarà rigidamente confinata alla classe dirigente. Alla popolazione non sarà permesso di sapere come sono state generate le sue convinzioni. Quando la tecnica è stata perfezionata, ogni governo che è stato responsabile dell’educazione di una generazione sarà in grado di controllare i suoi soggetti in modo sicuro senza la necessità di eserciti o poliziotti… La propaganda educativa, con l’aiuto del governo, potrebbe raggiungere questo risultato in una generazione. Esistono, tuttavia, due potenti forze contrarie a tale politica: una è la religione; l’altra è il nazionalismo… Una società scientifica mondiale non può essere stabile se non esiste un governo mondiale”.

Sebastian Aguanno Jr.
26 aprile 2020

Traduzione: Wheaton80
truthandconspiracy.com/william-gates-sr-worked-with-planned-parenthood-and-the-rockefeller-financed-eugenics-movement-in-...
[Modificato da wheaton80 18/09/2020 23:05]
20/10/2020 02:03
 
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L'ex mediatore politico democratico James A. Johnson muore a 76 anni



James A. Johnson, un ex agente della campagna democratica, Amministratore Delegato dell'Istituto di Credito Immobiliare Fannie Mae negli anni '90 e Presidente della candidatura presidenziale di Walter Mondale, è morto domenica nella sua casa di Washington. Aveva 76 anni. Il figlio di Johnson, Alfred, ha confermato la morte di suo padre, dichiarando al Washington Post e al Wall Street Journal come la causa fossero le complicazioni di una patologia neurologica. Nato a Benson, Minnesota, e figlio di un importante legislatore statale, Johnson aveva un curriculum politico, culturale e commerciale che spinse Harold M. Ickes, vice capo dello staff del presidente Bill Clinton, a definirlo “il presidente dell'universo". Johnson ha presieduto contemporaneamente il John F. Kennedy Center for the Performing Arts, il think tank Brookings Institution e il Fannie Mae. Oltre ad aver diretto la corsa fallita alla Casa Bianca di Mondale contro Ronald Reagan nel 1984, Johnson è stato un attore chiave nelle campagne presidenziali di Eugene McCarthy, Edmund Muskie e George McGovern. Ha trasformato la sua abilità politica in successo commerciale. David O. Maxwell, ex capo di Fannie Mae, ha assunto Johnson come vice presidente nel 1990, dopo che Johnson aveva aiutato la società a tener lontani gli sforzi di privatizzazione dell'Amministrazione Reagan. Johnson è stato promosso a Presidente e CEO l'anno successivo. Egli ha immediatamente messo gli occhi sul mantenimento dei lucrosi privilegi di Fannie Mae presso il governo, assicurandosi che le nuove normative non fossero eccessivamente gravose. Johnson e i suoi lobbisti hanno aiutato a elaborare una legge del 1992 firmata dal Presidente George H.W. Bush che mirava a ridurre la possibilità di un costoso salvataggio dei contribuenti se Fannie Mae e Freddie Mac avessero avuto crediti inesigibili sui loro libri contabili. Ha anche aperto una nuova era riguardo la proprietà domestica per le famiglie che in precedenza non erano in grado di ottenere prestiti ipotecari. Dopo essersi ritirato da Fannie Mae alla fine del 1998, Johnson ha fatto parte dei consigli di amministrazione di diverse società, tra cui UnitedHealth Group, KB Home e Target, ed è stato vice presidente della società di Private Equity Perseus di Washington. Dal 2011 presiede il Consiglio Consultivo dello Stanford Center on Longevity.

Nota
Da Wkipedia: "E' stato membro dell'American Academy of Arts and Sciences, dell'American Friends of Bilderberg, del Council on Foreign Relations e della Trilateral Commission. Johnson è stato anche membro del Comitato Direttivo del Bilderberg Group ed ha partecipato a tutte le conferenze dal 1998, tranne che nel 1999 e nel 2004"
- en.wikipedia.org/wiki/James_A._Johnson_(businessman)

Traduzione: Wheaton80
10/18/2020
www.politico.com/news/2020/10/18/james-johnson-obituaries-mondal...
28/11/2020 18:17
 
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Banca Mondiale - Morto l'ex Presidente James Wolfensohn



E' scomparso l'ex Presidente della Banca Mondiale, lo statunitense James Wolfensohn, che aveva guidato l'organizzazione mondiale che combatte la povertà tra il 1995 e il 2005. Sotto la sua Presidenza, ricorda l'attuale Presidente, David Malpass, la Banca Mondiale "ha dato la priorità alla riduzione della povertà e ha raddoppiato gli sforzi per combattere la corruzione, dare voce ai poveri e ampliare l'impatto degli investimenti per lo sviluppo". Cordoglio anche da parte del Direttore Generale del Fondo Monterario, Kristalina Georgieva, che aveva lavorato con Wolfensohn e lo ricorda come amico e mentore:"E' stato un eroe per me come lo è stato per tanti, in particolare per i più vulnerabili del mondo".

26 novembre 2020
www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/finanza/dettaglio/banca-mondiale-morto-l-ex-presidente-james-wolfensohn-nRC_26112020_0801_83481...

Nota Wheaton80
Il presunto filantropo è stato anche membro Bilderberg ed ha fatto parte del Consiglio di Amministrazione della Rockefeller Foundation e del CFR. Si può immaginare quindi in cosa consistesse il suo attivismo contro la povertà nel mondo
16/01/2021 22:14
 
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Il barone Benjamin de Rothschild muore per un attacco di cuore



Il banchiere Benjamin de Rothschild era Presidente del gruppo Edmond de Rothschild. Il barone Benjamin de Rothschild è morto venerdì per un attacco di cuore, ha confermato la sua famiglia all'AFP. "Ariane de Rothschild e le sue figlie sono estremamente tristi di annunciare la morte del marito e del padre, Benjamin de Rothschild, a seguito di un attacco di cuore nella casa di famiglia di Pregny nel pomeriggio del 15 gennaio 2021", ha detto la famiglia in una dichiarazione, riportata dall'agenzia. Il barone Benjamin de Rothschild era il Presidente della Edmond de Rothschild Holding SA, di proprietà familiare, con sede a Ginevra, specializzata in private banking ed asset management. Il valore degli asset del gruppo è stimato in quasi 200 miliardi $. Ha assunto la direzione del gruppo dopo la morte di suo padre, Edmond, nel 1997. Nei prossimi giorni si terrà un funerale privato per il banchiere francese, ha aggiunto la famiglia.

16.01.2021
it.sputniknews.com/mondo/2021011610012725-il-barone-benjamin-de-rothschild-muore-per-un-attacco-d...
18/01/2021 20:04
 
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Musica nera - Ascesa e caduta di Phil Spector, genio del suono ma anche predatore e assassino



Il Covid ammazza anche Phil Spector, 81 anni, produttore-leggenda di una musica che non c’è più, ma che non tramonta mai. Il tutto è accaduto nella galera di Stockton, California (o meglio nell’ospedale dov’era ricoverato), in cui era rinchiuso dopo essere stato riconosciuto colpevole dell’omicidio, avvenuto nel 2003, di Lana Clarkson, una cameriera della House of Blues di Hollywood, che aveva accettato di seguirlo nella sua magione, alla fine di uno dei suoi raid predatori nelle notti di L.A. Dal 2009, all’indomani della condanna a 19 anni di prigione, le porte del carcere si erano chiuse dietro di lui, per non riaprirsi più, a dispetto dei suoi periodici appelli, nei quali invocava la casualità dell’episodio di cui s’era reso responsabile. Ormai l’America lo aveva bollato come il villain che lui del resto aveva sempre interpretato, coi suoi modi dispotici, la smodata passione per le armi, i suoi eccessi di droghe e alcool e un carattere semplicemente pestilenziale. Che nella sua vita ci fosse stato molto genio, in pochi ormai si davano pena di ricordarlo. Eppure Phil era stato un autentico fenomeno dei suoi tempi, emblema di un boom memorabile, spericolato talento che aveva saputo intercettare, o addirittura indirizzare, l’aria dei tempi. Campo della sua arte erano stati gli anni Sessanta americani e la fabbrica dei successi che usava la radiofonia come veicolo di diffusione. La sua ascesa era stata una questione veloce: nato nel Bronx da una famiglia di emigranti russi, orfano di padre a 8 anni, aveva seguito la madre in California e ancora teenager, con la band dei Teddy Bears messa su coi compagni di scuola alla Fairfax di L.A., aveva inciso un brano che nel ’58 era arrivato addirittura al primo posto delle classifiche di vendita:“To Know Him Is to Love Him”, ballata supersoft il cui titolo altro non era che l’epigrafe sulla tomba di suo padre.

Nel ‘65 niente meno che Tom Wolfe si occupa di raccontare la storia di colui che battezza come “Il primo tycoon minorenne”, dal momento che nei cinque anni precedenti Phil ha nel frattempo piazzato addirittura 24 pezzi nelle charts americane, molti destinati a diventare degli evergreen. La hit-factory targata Spector lavorava a pieno regime: l’idea di base era stata quella di trasformare un collaboratore invisibile alla creazione discografica, il produttore, nel protagonista assoluto dell’operazione, una nemesi dunque di quanto dall’altra parte dell’Atlantico traspariva nella collaborazione tra i Beatles e il quieto, disciplinato ma indispensabile George Martin. Spector, invece, era la stella assoluta, e suo era il copyright di quel suono, il wall of sound che generava sovrapponendo le registrazioni di dozzine di strumenti elettrici e orchestrali, conditi da poderosi cori in crescendo le cui proporzioni assumevano dimensioni “wagneriane” (definizione a lui gradita), condite delle risonanze di echi e riverberi che rendevano inconfondibili le sue canzoni. Praticamente i gruppi, perlopiù vocali e femminili, a cui venivano affidate queste creazioni, erano allestiti appositamente, in una subalternità dell’artista rispetto al produttore che non conosceva precedenti. È il sottotesto alla popolarità delle Crystals (“He’s a Rebel”, “Uptown”, “Then He Kissed Me”, “Da Doo Ron Ron”) e delle Ronettes (“Be My Baby” e “Walking in the Rain”) ma anche dei Righteous Brothers, la sigla più allegorica di quel pop, i cui indimenticabili campioni d’incasso “Unchained Melody” e “You’ve Lost That Lovin’ Feeling” costituiscono il picco creativo, il perfezionamento nella visione musicale, mistica e testosteronica, di Phil Spector. “Piccole sinfonie per ragazzi”, le chiamava immodestamente lui. Eppure già nel ’66, in coincidenza con l’inatteso fiasco americano di un’altra opera monumentale come “River Deep, Mountain High” di Ike & Tina Turner, la curva ascendente di Spector conosce la prima flessione, mentre la sua biografia si riempie di macchie sempre più impresentabili e il suo carattere iracondo lo rende una figura davanti alla quale cambiare marciapiede.

Ma i grandi continuano a rendergli omaggio: a lui va l’incarico di salvare il salvabile nella tormentata realizzazione di “Let It Be”, canto del cigno beatlesiano, e lui verrà adorato da John Lennon (che con lui realizzerà nel ’73 lo smagliante cover album solistico “Rock’n’Roll”) e odiato da Paul McCartney, che non gli perdonerà il profluvio orchestrale della title track e di “The Long and Winding Road” (al punto, molti anni più tardi, di ripubblicarne la versione epurata dagli arrangiamenti spectoriani). Perfino un caposcuola come Brian Wilson dichiarerà la sua totale venerazione per Spector e a lui s’ispirerà Bruce Springsteen, che letteralmente importa il wall of sound nella canzone-manifesto “Born To Run” e, più in generale, in tante sue saghe del Jersey. E anche Peter Fonda, archetipo della ‘60 coolness americana, lo vuole a tutti i costi sul set di quel film-passerella che è “Easy Ryder”, per interpretare Connection, lo spacciatore dai memorabili Ray-ban gialli. Poi il declino di Spector accelera, anche se il suo astro resta fisso almeno tra i musicisti, se addirittura i Ramones si ricordano di lui e lo convocano per produrre il loro album più disastroso, “End of the Century”. Ma ormai Spector è la perifrasi del bisbetico isolato e rancoroso: il mondo del pop non lo ama più, al massimo lo cita. E lui, abbandonato da mogli e amanti, vive solo in quel patetico castello da cui quella notte del 2003 emerge con una pistola in mano, balbettando all’autista:«Credo d’aver ucciso qualcuno». Il resto è rotocalco. Novello O. J. Simpson, Spector si difende rabbiosamente, sembra prima sfuggire alla giustizia per essere infine giudicato, imprigionato e svergognato. La sua figura nel frattempo ha assunto fattezze dickensiane, condannato a sembrare l’incarnazione del vizio. E l’America, l’America in particolare, ha preso a detestarlo, senza peraltro smettere di suonare all’infinito le sue canzoni nelle autoradio notturne. Ma questa, appunto, è l’America.

Stefano Pistolini
18 gennaio 2021
www.linkiesta.it/2021/01/phil-spector-morto/




Chi ha ucciso Sharon Tate, John Lennon e Michael Jackson

Prima la morte di Sharon Tate, moglie di Roman Polanski, massacrata in una villa in California. Un crimine costato l’ergastolo all’ambiguo Charles Manson, ritenuto il guru di una setta satanica. Poi la tragica fine di John Lennon, il leader dei Beatles, freddato a colpi di pistola da un fanatico. E infine quella di Michael Jackson, deceduto in circostanze mai del tutto chiarite, dopo un’iniezione praticatagli dal medico personale. Morti clamorose e in qualche modo collegate tra loro, attraverso singolari “coincidenze”. Lo sostiene l’avvocato Gianfranco Carpeoro, studioso di esoterismo e simbologia, massone con alle spalle importanti relazioni internazionali. Nella sua ricostruzione, Carpeoro evoca la figura del celeberrimo produttore musicale Phil Spector, attualmente in carcere per omicidio. E spiega: fu Spector ad allontanare Polanski dalla moglie, organizzandogli un viaggio in Europa. Nel delitto fu incastrato Manson, che era in contatto con Spector. Lo stesso Spector era il produttore dei Beatles, voleva i loro diritti, ma Lennon si oppose e lo cacciò. Da allora, tra Spector e Lennon fu guerra. Poi i diritti vennero acquistati da Michael Jackson, a cui proprio Spector aveva fornito il medico che gli fu accanto nelle ultime ore, causandone il decesso. Intervistato da “Forme d’Onda”, trasmissione radio su WEB che si occupa di misteri irrisolti, Carpeoro si dice convinto che Phil Spector, di recente al centro di una scomoda ricostruzione cinematografica interpretata da Al Pacino, sia al crocevia di tanti delitti eccellenti. «Spector è stato un satanista», sostiene Carpeoro, «nonché un produttore musicale straordinario». Il suo carisma eccentrico e misterioso avrebbe però spinto molte star, da Brian Ferry a David Bowie, da Freddy Mercury a Elton John, a declinare le sue offerte di collaborazione.

Inventore della tecnica del “Wall of Sound”, Spector fu pioniere del suono dei gruppi femminili degli anni Sessanta come le Crystals e le Ronettes, e realizzò più di 25 singoli da classifica solo tra il 1960 e il 1965. Più tardi lavorò con Tina Turner e i Ramones, collaborò alla realizzazione di “Let It Be” dei Beatles e al “Concert for Bangla Desh” di George Harrison, rispettivamente vincitori di Oscar e Grammy. Phil Spector conosceva anche Charles Manson, l’ex giovane sbandato che, tra un arresto e l’altro, sperava di diventare una rockstar. "Attraverso un altro produttore", aggiunge Carpeoro, "Spector gli aveva promesso di aiutarlo a coronare il suo sogno". Poi, qualcuno ha convinto Manson a raggiungere la villa di Los Angeles, lasciando tracce della sua presenza, poco dopo la strage costata la vita a Sharon Tate. Lo stesso Spector, continua Carpeoro, "aveva organizzato il viaggio in Europa di Polanski, impegnato col film “Rosemary’s Baby”", che racconta di un “patto col diavolo” stipulato per avere successo:"In realtà era un film ispirato proprio alla storia di Spector, che aveva capito tutto e aveva deciso di fargliela pagare". La moglie del regista, l’attrice Sharon Tate, fu massacrata a coltellate la sera dell’8 agosto 1969 insieme ad altre quattro persone, secondo la polizia da membri della “Charles Manson’s Family”, il gruppo di esaltati che circondava il guru. Sul posto furono rilevate le impronte dello stesso Manson, arrestato e condannato a morte (pena poi commutata in ergastolo, con l’abrogazione della pena capitale in California). Ipotesi: è come se a Manson fosse stato chiesto un sacrificio temporaneo, per depistare le indagini, in cambio del futuro aiuto per la sua ipotetica carriera musicale. Secondo Carpeoro, una volta in carcere, completamente abbandonato a se stesso, Manson intuì probabilmente di essere finito in trappola. "Eppure non parlò mai: pur dichiarandosi innocente, finora si è ben guardato dall’accusare qualcuno. Poteva difendersi e uscirne, ma non ha parlato. Il nome di Spector non l’ha mai fatto". Un suo avvocato fu ucciso? "Forse Manson gli aveva raccontato la verità. Poi, vista la fine che ha fatto il legale, si sarà convinto a tenere la bocca chiusa: sulla ricostruzione di quella notte non ha mai detto nulla di quello che sa". Dal mancato musicista Manson, sepolto vivo in una cella (per la giustizia americana è lui il colpevole della morte di Sharon Tate) ad una delle più famose popstar del secolo, John Lennon. "I Beatles erano in crisi, da quando Lennon e Yoko Ono avevano preso ad abusare dell’LSD, che veniva fornita loro da Spector», dichiara Carpeoro.

"Le cose non facevano che peggiorare da quando, nel gruppo, era comparso il produttore: decisero di liquidarlo, dopo il duro scontro finale che proprio John Lennon ebbe con lui, anche perché Spector pretendeva di acquisire i diritti delle loro canzoni". Una decina d’anni dopo, Lennon è stato ucciso a colpi di pistola (l’8 dicembre 1980) all’ingresso della sua casa di Manhattan. L’omicida, Mark David Chapman, appena tre ore dopo il fermo, rilasciò una dichiarazione delirante, nella quale citava il protagonista del “Giovane Holden”, il capolavoro di Salinger, e il demonio. "Sono sicuro", disse, "che una grossa parte di me sia Holden Caulfield, il resto di me dev’essere il diavolo". Fu sempre Spector, aggiunge Carpeoro, a introdurre a Hollywood il dottor Conrad Murray, ora condannato a 4 anni di carcere per “omicidio involontario” dopo le cure praticate al cantante la sera in cui morì, il 25 giugno 2009. "Michael Jackson era entrato nella massoneria di potere degli Stati Uniti, attraverso Quincy Jones", rivela Carpeoro, "ma dopo un pò si era allontanato da quel mondo, da cui si sentiva sfruttato come strumento di consenso". Il cantante "aveva cominciato a mettersi di traverso lanciando segnali precisi, come la canzone “They Don’t Care About Us”, la denuncia delle incredibili ingiustizie del sistema carcerario americano e anche allusioni all’11 Settembre". Jackson, inoltre, si era rifiutato di cedere i diritti sui brani dei Beatles, che aveva acquisito dopo lo scioglimento del gruppo inglese. E’ noto che Spector, quei diritti, li avrebbe voluti per sé, al punto da litigare con John Lennon. Oggi, Phil Spector, duramente provato dal carcere (è stato condannato nel 2009 per la morte della modella e attrice statunitense Lana Clarkson), avrebbe perso la facoltà di parola. Muto, come Charles Manson, in prigione ormai da decenni. Tragedie a catena, dalle quali alla fine non si salva nessuno:"E’ il tipico esito del satanismo", conclude Carpeoro, "che travolge chiunque si illuda di stringere patti con chissà chi, basandosi su qualcosa che in realtà non esiste. Si finisce sempre col fare soltanto del male, agli altri e alla fine anche a se stessi".

15/05/2015
www.libreidee.org/2015/05/chi-ha-ucciso-sharon-tate-john-lennon-e-michael-...
02/02/2021 19:51
 
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Cina, eseguita la condanna a morte del magnate Lai Xiaomin



È stata eseguita in Cina la condanna a morte di Lai Xiaomin, ex capo di China Huarong Asset Management, tra le maggiori società di gestione patrimoniale di Stato. Lo hanno fatto sapere le autorità. Era stato condannato per corruzione e bigamia. Si tratta della condanna più dura imposta nel Paese nell'ambito della lotta alla corruzione lanciata da Pechino. Il secondo tribunale intermedio del popolo di Tianjin aveva stabilito a gennaio che la pena fosse giustificata perché Lai ha ricevuto tangenti «particolarmente enormi», che in un caso hanno superato i 600 milioni di yuan (93 milioni di dollari). Aveva detto che il magnate aveva cercato di raccogliere o raccolto 1,8 miliardi di yuan ($ 260 milioni) in un decennio, in cambio di atti derivati dall'abuso della sua posizione su investimenti, contratti di costruzione e altri favori. La maggior parte delle condanne a morte comminate dai tribunali cinesi è sospesa per due anni e commutata in ergastolo. Lai era stato dichiarato colpevole anche di essersi appropriato indebitamente di 25 milioni di yuan (4 milioni di dollari) e di aver creato una nuova famiglia mentre era sposato con la prima moglie. "Ha messo in pericolo la sicurezza e la stabilità finanziarie nazionali", ha commentato la TV pubblica online, la condanna a morte "è stata sua unica responsabilità, la meritava". Il magnate era stato messo sotto indagine da parte dell'osservatorio anticorruzione del partito comunista nel 2018 ed espulso dal partito nello stesso anno. Tra le accuse rivoltegli, sperpero di denaro pubblico, organizzazione illegale di feste, relazioni sessuali con più donne e corruzione, aveva dichiarato l'agenzia anticorruzione. Gli investigatori avevano sequestrato una cifra pari a decine di milioni di dollari nelle sue proprietà, secondo i media cinesi.

29 gennaio 2021
www.lastampa.it/esteri/2021/01/29/news/cina-eseguita-la-condanna-a-morte-del-magnate-lai-xiaomin-1....
15/02/2021 02:38
 
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Marco Dimitri, morto il capo della setta dei Bambini di Satana



E' morto a Bologna Marco Dimitri, che fu capo della setta dei Bambini di Satana, alla fine degli anni Novanta al centro di una controversa inchiesta giudiziaria condotta dalla PM Lucia Musti. Insieme a Gennaro Luongo e altri quattro satanisti, Dimitri venne accusato di vari fatti, tra cui la violenza sessuale su un bambino e l'aver stuprato una minorenne dopo averla narcotizzata. Accuse dalle quali tutti gli imputati furono assolti nei vari gradi di giudizio. I satanisti furono accusati di aver profanato tombe e di aver orchestrato rituali satanici utilizzando resti umani, tutte accuse però che non furono mai confermate. In quei giorni Bologna si divise fra colpevolisti e innocentisti, fra chi vedeva in Dimitri il gran capo degli adoratori del diavolo e chi, invece, pensava che il capo della BDS fosse al centro di una montatura giudiziaria e mediatica. Certo è che contro la "setta" furono utilizzati strumenti investigativi di ogni mezzo, che in qualche caso sconfinarono anche nella "propaganda". La contabilità di Dimitri fu rivoltata come un calzino dalla Guardia di Finanza per accertare anche la natura finanziaria del fenomeno e del movimento. Dimitri passò 400 giorni in carcere tra il '96 e il '97 e in seguito ottenne 100mila euro di risarcimento dallo Stato per la ingiusta detenzione. E' deceduto nella notte, proprio oggi avrebbe compiuto 58 anni.

L'inchiesta sulla setta Bambini di Satana
Fra i luoghi in cui, secondo le accuse di allora, si sarebbero svolti i rituali, c'era la casa di Dimitri in via Riva di Reno, Villa Ghigi (una stella a cinque punte iscritta in un cerchio, una sorta di rudimentale pentacolo, fu mostrata anche ai giornalisti sulla lastra di ferro che copriva una delle cantine nei sotterranei), il cimitero in abbandono sulle colline di Nugareto e una dimora patrizia sempre in collina. Una questione particolarmente delicata nell'indagine fu la presunta violenza che il gruppo era accusato di avere orchestrato ai danni di un bimbo piccolissimo.

Le indagini sulla setta dei Bambini di Satana
Nel gennaio 1966 i primi interrogatori dopo gli arresti dei tre aderenti alla setta "I Bambini di Satana", accusati di avere violentato, durante una sorta di "rito", una ragazza di 16 anni, legata sentimentalmente a uno di loro. Dimitri, incrociando i giornalisti al suo arrivo negli uffici del GIP, riuscì a scambiare due battute:"Mi hanno incastrato per bene", disse. Di solito si incastrano gli innocenti, gli fu risposto. E lui:"Appunto. Quella ragazza l'avrò vista sì e no una volta. Mi hanno fatto pagare per quello che non ho fatto". Nella sede della setta dove Dimitri abitava, i carabinieri dovettero usare guanti e mascherine, stante la sporcizia. Muri neri, luci azzurre, nella porta di ingresso la foto di un poliziotto con un cerchio rosso e la scritta:"Io non posso entrare". C'era anche una tarantola viva e centinaia di lettere di giovani ammiratori.

Marco Dimitri: il processo
A febbraio 1997 ci fu la prima udienza del processo contro la setta dei "Bambini di Satana". Sul banco degli imputati il "gran sacerdote" Dimitri, il suo braccio destro Pier Giorgio Bonora, l'adepto Rino Luongo, il "maestro" Damiano Berto e le "sacerdotesse" Cristina Bagnolini e Manuela Ferrari. L'accusa: violenza carnale su due ragazzine di 14 e 16 anni (la prima negò) e su un bambino di due anni e mezzo. Tutto si basava sulle accuse della sedicenne che, dopo aver frequentato la setta, decise di denunciare le presunte violenze e gli adepti. Secondo Dimitri, che si firmava "la Bestia 666" e si autodefiniva "la reincarnazione di Satana", la ragazza "si era inventata tutto". Per Bonora il processo sembrava "istruito dalla Santa inquisizione". E indicando il crocefisso in aula, un giorno disse:"Guardate chi fa il processo".

Marco Dimitri, l'indennizzo per i 400 giorni di carcere
Nel luglio 2004 fu riconosciuto un indennizzo di 100mila euro per Marco Dimitri, e di 50mila per Gennaro Luongo, come equo risarcimento per una ingiusta detenzione. Il Procuratore Generale aveva stimato un risarcimento di cinquantamila euro, dal momento che Dimitri non aveva una occupazione. Ma la difesa rifiutò la proposta, sottolineando che l'unica condanna di Dimitri in quel processo fu per irregolarità nelle scritture contabili. Era quindi agli atti che aveva una attività lavorativa, legata alla setta dei "Bambini di Satana".

13 febbraio 2021
bologna.repubblica.it/cronaca/2021/02/13/news/e_morto_marco_dimitri-28...
20/02/2021 05:21
 
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E' morto in carcere Raffaele Cutolo



E' morto all'età di 79 anni, dopo una lunga malattia (in primavera era stata respinta la richiesta dei domiciliari), Raffaele Cutolo. Il boss, fondatore della Nuova Camorra Organizzata, era ricoverato nel reparto sanitario detentivo del carcere di Parma. Era il più anziano detenuto al 41 bis, il regime carcerario duro previsto per particolari reati, come quelli legati appunto alla criminalità organizzata. Nato a Ottaviano, in provincia di Napoli, il 4 novembre del 1941, Cutolo veniva chiamato 'O Professore, un soprannome nato in carcere quando era l'unico tra i compagni di detenzione a saper leggere e scrivere. Nel corso della sua carriera criminale è stato affiancato dalla famiglia e in particolare dalla sorella Rosetta, ritenuta membro fondamentale nella creazione della Nuova Camorra Organizzata. Il malaffare, la droga, il contrabbando di sigarette, una lunga serie di omicidi, i contatti con la Banda della Magliana e il terrorismo interno: la carriera criminale di Cutolo si è intrecciata a più riprese con la storia violenta d'Italia della seconda metà del Novecento. Una carriera iniziata prestissimo, nel 1963, quando uccise un uomo, Mario Viscito, reo di aver rivolto degli apprezzamenti in strada alla sorella Rosetta. Preso dopo la prima di una lunga serie di latitanze, condannato all'ergastolo, viene prima rilasciato per decorrenza termini (non senza essersi fatto un nome sfidando a duello un boss), poi definitivamente condannanto e riarrestato nel '71 per essere condotto nel carcere di Poggioreale. E' qui che si ritiene sia nata la Nuova Camorra Organizzata, alla quale affilia i detenuti che ha imparato a conoscere. Alla camorra si aggiungono elementi sia dall'antico ribellismo meridionalista, sia dalle nuove forme del terrorismo, sia ancora dalla massoneria. Chi entra nel gruppo deve assoggetarsi totalmente al capo. Vengono reclutati giovani del sottoproletariato, un esercito al suo comando, i suoi "picciotti".

Nel 1977 gli viene riconosciuta l'infermità mentale ed esce dal carcere per finire ad Aversa in ospedale psichiatrico. Evaso da Aversa, grazie a un'esplosione, inizia un lungo periodo di latitanza, che diventa la base del suo impero. Non ci sono "paletti" per Cutolo, che avvia rapporti di collaborazione con la 'ndrangheta, con i lombardi di Renato Vallanzasca e con Francis Turatello, per il commercio della cocaina, con la mala pugliese. Ma anche con il mondo politico ed economico campano. Stabilisce contatti a Roma anche con la Banda della Magliana, nominando “il Sardo” suo luogotenente nella piazza romana. Ma non basta. Finisce anche, lo raccontò lui poi, a essere contattato per fare da intermediario, nel 1978, quando l'Italia e i Servizi Segreti sono mobilitati alla ricerca del nascondiglio di Aldo Moro, nelle mani delle Brigate Rosse ("Potevo salvare Moro ma fui fermato"). Nel frattempo, la scia di sangue e dei regolamenti di conti si allunga. Viene anche coinvolto nelle trattative per la liberazione di Ciro Cirillo, uomo della DC campana della corrente di Antonio Gava rapito dalle Brigate Rosse nell'aprile 1981, vicenda sulla quale non c'è ancora chiarezza. Nuovi arresti e altre latitanze. E un'incarcerazione, in massima sicurezza, all'Asinara, in cui è l'unico carcerato. Tante le leggende e le cronache sulla vita di Cutolo: si è detto che fosse lui il celebre "Don Raffè" di Fabrizio De Andrè e che abbia urinato sulle scarpe di Totò Riina. Di certo è stato condannato a quattro ergastoli. Due i figli riconosciuti: Roberto, nato dalla breve relazione con Filomena Liguori, e Denise, figlia di Immacolata Iacone, la donna che sposerà nel carcere dell'Asinara, concepita con l'inseminazione artificiale. Due i nipoti, Raffaele, 34 anni, suo omonimo, e Roberta, 30 anni, entrambi figli di Roberto, che fu ucciso a Tradate, in Lombardia, da affiliati della 'ndrangheta il 19 dicembre 1990, per volontà di uno dei maggiori antagonisti di Cutolo, il boss vesuviano Mario Fabbrocino. Una vita nel sangue.

17 febbraio 2021
www.ilgiorno.it/cronaca/morto-raffaele-cutolo-1.6035795
10/04/2021 02:43
 
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Il principe che voleva reincarnarsi in una pandemia: Filippo è finalmente diventato un virus genocida?



Lascia più sgomenti del solito la lenzuolata di coccodrilli per il morto VIP delle ultime ore: Filippo Mountbatten, duca di Edimburgo, nato principe Filippo di Grecia e Danimarca, massone affiliato alla Logia della Marina di Londra col numero 2612. Tutti a ricordare quanta classe, quanta grazia, e via leccando, non si capisce bene per quale motivo. Il principe consorte non era mai stato simpatico a nessuno, al massimo era ignorato. Qualcuno già l’anno scorso aveva ipotizzato che lo spilungone fosse schiattato, ma che, come si usava nell’Unione Sovietica, il potere britannico teneva nascosta la morte per paura di destabilizzare ulteriormente una società resa schizofrenica dal lockdown imposto dall’Imperial College. Le foto che erano uscite raffiguravano un vecchio di bruttezza impressionante: gli occhi scavati e abitati come da una luce cupa, la mascella pronunciatissima, la bocca che mostra un ghigno incomprensibile… Ma che importa? Ora tutti ad ammirarlo, con foto dove lo si vede in tweed in campagna. I più simpatici hanno pubblicato foto inequivocabili in cui si evince che il marito della Regina Elisabetta era una versione malvagia di Raimondo Vianello, che preferiamo mille volte, così come preferiremmo Sandra Mondaini e perfino Sbirulino alla perfida consorte di Filippo, che ancora è in vita. Utenti di internet ancor più spiritosi hanno ricordato una qualche serie delle sue gaffe storiche.

Al Presidente della Nigeria in abiti tradizionali nel 2003:«Ma che ti sei messo, il pigiama?». All’ambasciatore russo nel 1967:«Mi piacerebbe molto venire in Russia, ma voi bastardi avete ucciso metà della mia famiglia». All’ambasciatore delle isole Cayman nel 1994:«Siete tutti pirati, voialtri». All’ambasciatore aborigeno William Brin nel 2002:«E la lancia dove l’hai lasciata?». Al bambino sulla sedia a rotelle nel 2002:«Mi fai fare un giro?». Ad una donna africana in Kenya nel 1984:«Salve, lei cos’è, una donna?». Al club di giovani del Bangladesh nel 2002:«Ok ragazzi, tirate fuori la droga». All’ambasciatore irlandese, che portava un cesto regalo:«E dove diavolo è il whiskey?». In Papua Nuova Guinea ad uno studente inglese, lì per fare trekking:«Dunque sei riuscito a non farti mangiare?». Sulla cucina cinese:«Se ha quattro zampe e non è un tavolo, se vola e non è un aeroplano, se nuota e non è un sottomarino, potete essere sicuri che i cinesi lo mangeranno». Sull’arte etiopica, nel 1965:«Sembra fatto da mia figlia alle elementari», Al cantante Elton John nel 2001:«Ah, è tua quella macchina orrenda che vedo spesso al Castello di Windsor». All’inaugurazione di un monumento, non molti mesi fa:«Sono lieto di inaugurare questo coso, qualunque cosa sia». Sui koala:«Mostri che portano malattie orribili» (ringraziamo il professor Alfonso Piscitelli per la sequela, che gli rapiniamo).

Tutto molto divertente: all’epoca però non rise nessuno, e non ridiamo anche noi. Lo humor, perfino quello britannico, prevede che da qualche parte ci sia nel discorso un’intelligenza rivelatrice: qui abbiamo solo la rivelazione di una demenza o, se siete di sinistra, di un razzismo forsennato che a quanto sembra in Casa Windsor non è peregrino. A noi invece risuonerà per sempre, più che la gaffe, la celebre dichiarazione che il principe Filippo fece nella prefazione del libro del 1986 "If I Were an Animal" ("Se io fossi un animale"), di reincarnarsi un giorno come un virus mortale, per poter contribuire ad un giusto sterminio di questa umanità in eccedenza. Ripeté questo suo desiderio varie volte, anche di fronte ad agenzie di stampa:«Nel caso in cui mi reincarnassi, mi piacerebbe tornare sottoforma di un virus mortale, in modo da poter contribuire in qualche modo a risolvere il problema della sovrappopolazione». Sì, il principe morto era apertis verbis propugnatore della riduzione della popolazione, con tanto di cifra tonda da raggiungere: meno di un miliardo. Come saprete, un pò come avviene in un’altra Casa Reale, i Rockefeller, anche in casa Windsor l’antinatalismo è trasmesso per via genetica.

È clamorosamente antinatalista il principe Carlo (coordinatore della Conferenza sul Cambiamento Climatico a Parigi e sostenitore della «decarbonizzazione», nuova parola orwelliana per dire «depopolazione», e della riduzione delle terre agricole: meno cibo meno uomini), e perfino il principe Guglielmo, che ha avuto il coraggio di parlare di limitazione delle nascite dopo aver prodotto il terzo figlio. La sovrappopolazione, davvero, è un bizzarro pallino dei Windsor da almeno tre generazioni, parrebbe. Filippo, però, essendo Filippo, aveva la lingua più sciolta di tutti. «Non puoi tenere un gregge che non riesci a nutrire. In altre parole, la conservazione può esigere la cernita e l’eliminazione per mantenere l’equilibrio tra il numero di ciascuna specie in rapporto ad un dato habitat. Mi rendo conto che si tratta di un argomento scottante, ma resta il fatto che l’umanità è parte del mondo vivente», dichiarò alla Deutsche Press Agentur nel 1998. Il principe antispecista non è rimasto con le mani in mano: fu cofondatore, con il sodale Bernardo d’Olanda, ex nazista fondatore del Gruppo Bilderberg, del World Wildlife Fund: massì, l’arcinoto WWF, la pietosa ONG che ha l’immortale e sconsolato Panda impresso nel logo. Da qualche anno, la presidenza del WWF è passata al principe Carlo suo figlio. Insomma, la filosofia della vita Windsor: sì al orsacchiottone cinese bianco e nero, no ai bambini umani: ancora, nel 2011, Filippo sosteneva senza requie una «limitazione volontaria della famiglia» (potete sentire come suona in inglese: Planned Parenthood) come antidoto alla sovrappopolazione, massima minaccia della conservazione della natura.

Per chi non lo avesse capito, questa è la Casa Reale britannica: una vera e propria Famiglia della Morte, una dinastia di potenti al servizio della Necrocultura. I secoli di carestie e guerre che Londra ha inflitto all’Irlanda, all’India, all’Africa, alla Cina dovrebbero averci insegnato qualcosa: dal momento in cui Enrico VIII tradì Cristo e con esso l’Europa e la Ragione, Albione è stata posseduta da un demone assetato di sangue. La Britannia è stata nei secoli una macchina genocida, e non abbiamo bisogno di ricordarci del fatto che, con i casi di Alfie Evans e Charlie Gard, anche ora lavora di avanguardia per distribuire sempre più a fondo la morte anche in questo XXI secolo. Quindi, tutti a salutare col fazzoletto il principe che voleva farsi pandemia sterminatrice, così da preservare i boschi dove magari andava alla caccia alla volpe. Non sappiamo cosa sia successo perché la popolazione si sia rincoglionita fino a questo punto: sospettiamo che anni di bombardamento dei TG sulle vicissitudini dei Windsor (dove i lati oscuri, come la morte di Diana, sono stati velocemente riassorbiti tra le chiacchiere da rotocalco) abbia prodotto danni incalcolabili.

Non sappiamo nemmeno, ammettiamo, se Filippo ora sia stato accontentato in un sogno metempsicotico: che sia divenuto una variante del COVID che aspetta di uscire dal Brasile? Che si sia reincarnato in una forma ulteriore di HIV che in questo momento crapula nella dark room di un gay bar da qualche parte in Europa? Che sia trasmigrato in un Ebola che sta liquefacendo qualche suora pia in un villaggio congolese? No, non lo sappiamo. Che dite? Che sia tornato sottoforma di virus di laboratorio? Ma no: i virus di laboratorio non esistono, in special modo in Gran Bretagna, dove gli esperti di armi biologiche come David Kelly vengono misteriosamente assassinati. Davvero, che schifo: il mondo non solo ha imparato ad amare la pandemia, ma ora piange perfino un ricco potente che desiderava farle concorrenza. La Cultura della Morte regna oltre ogni pudore possibile. Nel frattempo, per Londra, noi sogniamo il ritorno di Guido (Guy Fawkes - Nota Wheaton80).

09 aprile 2021
www.renovatio21.com/il-principe-che-voleva-reincarnarsi-in-una-pandemia-filippo-e-finalmente-diventato-un-virus-g...
[Modificato da wheaton80 10/04/2021 02:50]
15/04/2021 12:32
 
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USA - E' morto in carcere Bernie Madoff



Bernie Madoff, l'architetto di una delle maggiori truffe della storia, è morto in carcere. Lo riportano i media americani, secondo i quali Madoff sarebbe morto per cause naturali. Madoff è morto all'erà di 82 anni. Era stato arrestato nel dicembre del 2008 dopo che una talpa, identificata poi in uno dei suoi figli, lo aveva denunciato. Era stato condannato a 150 anni di carcere per frode e riciclaggio. La truffa che aveva architettato valeva 50 miliardi di dollari, probabilmente una delle maggiori al mondo: l'aveva portata avanti per anni e nessuno, né le autorità né gli investitori, se ne erano mai accorti. Nato il 29 aprile 1938, Madoff aveva fondato la sua prima società nel 1960 investendo 5.000 dollari guadagnati facendo il bagnino in spiaggia. Madoff era poi stato presidente del Nasdaq, il listino tecnologico, al quale era riuscito ad attirare società di primo piano quali Apple, Sun Microsystems, Google e Cisco System. La carica ricoperta gli era valsa un'ottima reputazione e quindi una quasi incondizionata fiducia, sulla quale ha basato la sua truffa. La crisi di Wall Street del 2008 ha però piegato lo schema quasi perfetto adottato da Madoff, costretto a confessare ai figli che la fortuna della società era falsa.

15 aprile 2021
www.ansa.it/sito/notizie/mondo/nordamerica/2021/04/14/usa-e-morto-in-carcere-bernie-madoff_581ff538-7f23-4437-a72c-4c3247e71...
17/04/2021 15:48
 
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Muore Vartan Gregorian, Presidente della Carnegie Corporation



Vartan Gregorian, il noto studioso e leader filantropico che ha guidato la Carnegie Corporation di New York dal 1997, è morto giovedì dopo essere stato ricoverato in ospedale per mal di stomaco. Aveva 87 anni. "La Corporation ha perso un leader devoto e instancabile, uno straordinario sostenitore dell'istruzione, dell'immigrazione, della pace e della sicurezza internazionale, nonché amministratore dell'eredità di Andrew Carnegie", ha scritto venerdì il gruppo filantropico in una dichiarazione sul suo sito WEB. "Noi, i suoi colleghi, abbiamo perso un mentore, un'ispirazione e, per tanti, un caro amico". Nato da genitori armeni a Tabriz, in Iran, Gregorian è arrivato in America nel 1956 per studiare storia e scienze umanistiche alla Stanford University, anche se aveva solo una conoscenza limitata dell'inglese. La sua ricerca per comprendere la relazione tra l'individuo e la società in generale è iniziata lì, una ricerca che è continuata mentre guidava la New York Public Library, la Brown University e la Carnegie Corporation. Nel 2004, il Presidente George W. Bush gli ha conferito la medaglia presidenziale della libertà, il più alto riconoscimento civile della Nazione. "So che è un cliché dire 'solo in America', ma nel mio caso, questa è la verità", ha detto Gregorian nel suo discorso di apertura a Stanford nel 2006. "Sono ancora convinto che mentre l'America non è perfetta, è ancora perfettibile". Autore di 'The Road to Home: My Life and Times', 'Islam: A Mosaic, Not a Monolith' e 'The Emergence of Modern Afghanistan, 1880-1946', Gregorian era acclamato in tutto il mondo come storico e filantropo.

Ha ricevuto premi dai governi francese, italiano, austriaco e portoghese, oltre a numerose lauree honoris causa, tra cui Brown, Dartmouth, la Juilliard School, l'Università di Aberdeen e l'Università di St. Andrews. Anche l'esperienza come immigrato americano ha ispirato il suo lavoro di una vita. Nel 1986, ha fatto parte della classe inaugurale premiata con la medaglia d'onore di Ellis Island, che comprendeva anche Muhammad Ali, Walter Cronkite e Donald J. Trump. "L'America ha investito in me e mi ha visto come cittadino", ha scritto Gregorian nel 2018 per commemorare il 4 luglio per la Carnegie Corporation. "È un debito che non potrò mai rimborsare completamente, anche se ci ho provato". Gregorian lascia i suoi figli Vahé Gregorian e sua moglie Cindy Billhartz Gregorian di Kansas City, Missouri, Raffi Gregorian di New York e Dareh Gregorian e sua moglie Maggie Haberman Gregorian di Brooklyn, New York. Ha lasciato anche cinque nipoti, Juan, Maximus, Sophie, Miri e Dashiell, e una sorella, Ojik Arakelian, del Massachusetts e dell'Iran. Clare Russell Gregorian, sua moglie di 58 anni, è morta nel 2018 dopo una lunga lotta contro la broncopneumopatia cronica ostruttiva.

Traduzione: Wheaton80
16 aprile 2021
www.independent.co.uk/news/world/americas/us-politics/vartan-gregorian-longtime-president-of-carnegie-corp-dies-america-new-york-andrew-carnegie-author-presidential-medal-of-freedom-b1832...
05/05/2021 22:24
 
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USA, morto George Jung: aveva 78 anni



È morto all’età di 78 anni George Jacob Jung, meglio noto come “Boston George” o “El Americano”, criminale americano nonché uno dei maggiori narcotrafficanti degli Stati Uniti negli anni Settanta e Ottanta. Pilastro del cartello di Medellin, è stato uno degli uomini più vicini a Pablo Escobar. La sua vita e la sua ascesa criminale sono state raccontante nel film “Blow”, a interpretare il suo ruolo l’attore Johnny Depp. Secondo il sito Tmz.com, Jung è morto nella sua casa di Boston. Non sono note le cause del decesso, anche se recentemente aveva sofferto di problemi al fegato. La notizia è stata data tramite il suo account Twitter ufficiale citando la celebre frase del film:“Che tu possa avere sempre il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso, e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle”.

05 Maggio 2021
www.lapresse.it/esteri/2021/05/05/morto-george-jung/
08/05/2021 17:30
 
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Morto Jonathan Bush, fratello e zio degli ex presidenti



L'uomo d'affari Jonathan Bush, fratello minore del defunto ex Presidente degli Stati Uniti George H.W. Bush (1989-1993) e zio dell'ex Presidente George W. Bush, è morto all'età di 89 anni nella sua residenza di Jupiter, sulla costa orientale della Florida. Lo ha reso noto la George & Barbara Bush Foundation, con sede in Texas, anche se non ha specificato le cause della morte. Bush, che giovedì avrebbe compiuto 90 anni, ha lavorato nel mondo della finanza ed è stato l'ultimo sopravvissuto dei cinque fratelli della famiglia. L'ex Presidente George H.W. Bush, padre dell'ex Presidente George W. Bush (2001-2009), è morto nel 2018 nella sua casa di Houston (Texas).

07 maggio 2021
www.agi.it/estero/news/2021-05-07/morto-jonathan-bush-1...

Nota Wheaton80
"Bush è nato a Greenwich, Connecticut, da Prescott Sheldon Bush, politico, e Dorothy Walker Bush. Si è laureato alla Hotchkiss School e alla Yale University, dove è stato membro della Skull and Bones"
- en.wikipedia.org/wiki/Jonathan_Bush#cite_note-robbins-2
[Modificato da wheaton80 08/05/2021 17:37]
02/07/2021 04:25
 
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Morto Donald Rumsfeld, teorico della guerra preventiva



"È con profonda tristezza che condividiamo la notizia della morte di Donald Rumsfeld, uno statista americano, un devoto marito, padre, nonno e bisnonno". Così la famiglia annuncia la scomparsa dell'ex Segretario alla Difesa, morto a 88 anni "nella sua amata Taos", nel New Mexico. Rumsfeld è stato Capo del Pentagono sia con il Presidente Gerald Ford e sia con George W. Bush ed è stato l'unico a ricoprire questo incarico due volte. "La storia potrà ricordarlo per i risultati ottenuti in oltre 60 anni di pubblico servizio", si legge nella nota, "ma per coloro che lo conoscono meglio sarà ricordato per il suo incrollabile amore per la moglie Joyce, per la sua famiglia e gli amici, per l'integrità di una vita dedicata al Paese". Il repubblicano Rumsfeld, a capo del Pentagono quando sono state attaccate le Torri Gemelle l'11 settembre del 2001, è considerato l'architetto della guerra in Iraq e Afghanistan. Avrebbe compiuto 89 anni il prossimo 9 luglio. Nato a Chicago nel 1932, si è laureato all'università di Princeton. È stato pilota della Navy e istruttore di volo. Nel 1975 è stato nominato 13esimo Segretario di Stato, il più giovane Capo del Pentagono della storia americana. Il Presidente Ford gli ha tributato la Medaglia della Libertà.

Il teorico della "guerra preventiva"
L’uomo di ferro del Presidente George W. Bush, ma anche colui che avrebbe autorizzato le torture nel carcere di Abu Ghraib, a Guantanamo. Donald “Rummy” Rumsfeld, scomparso oggi a 88 anni, resterà una figura controversa nella storia moderna americana: per alcuni fu un boiardo di Stato, duro e inflessibile verso il terrorismo, per altri l”uomo ombra” dietro le decisioni più contestate della Casa Bianca. Rumsfeld, cresciuto in una famiglia di origine tedesca, ha vissuto tutta la sua vita nei palazzi del potere, in cui entrò giovane, nel ‘57, a 25 anni, come assistente amministrativo di un rappresentante del Congresso, dopo la laurea a Princeton e a Georgetown. Pilota d’aereo e istruttore aeronavale, congedato con il grado di capitano, Rumsfeld nel ‘62 entrò a Capitol Hill dalla porta principale, eletto alla Camera come rappresentante repubblicano dell’Illinois, poi riconfermato nel ‘64, nel ‘66 e nel ‘68. Chiamato il “John Fitzgerald Kennedy repubblicano”, Rumsfeld venne considerato uno degli astri nascenti del partito al pari di George W. Bush, con cui lavorerà dal 2001 al 2006, dopo aver fatto parte delle amministrazioni guidate da Richard Nixon e Gerald Ford, e ricoperto l’incarico di inviato speciale in Medio Oriente per Ronald Reagan. Resta famosa la foto in cui stringe la mano al dittatore iracheno Saddam Hussein. Fu proprio l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, e l’annuncio della guerra al terrore in Afghanistan, a far uscire dall’ombra il falco dei repubblicani. Molti lo indicarono come il vero regista della risposta al terrore, e colui che avrebbe dato via libera alle torture, in violazione ai diritti umani. Teorico della “guerra preventiva” così cara alla ultra destra, Rumsfeld fu tra i promotori dell’invasione in Iraq, nel 2003, sulla base di accuse che poi si erano rivelate false, sul possesso di armi di distruzione di massa da parte del regime di Saddam. L’uscita di scena dalla politica arrivò nel 2006, quando Rummy si dimise in seguito alla sconfitta dei repubblicani nelle elezioni di midterm.

Bush, un servitore pubblico esemplare
"Siamo in lutto per la morte di un servitore pubblico esemplare e di una persona davvero per bene".
Così George W. Bush commemora la scomparsa del suo Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld, "un uomo intelligente, integro e dall'energia inesauribile", dice in una nota, "che non ha mai evitato decisioni difficili e non si è mai sottratto davanti alle responsabilità".

Massimo Basile
www.agi.it/estero/news/2021-06-30/morto-ex-segretario-difesa-usa-rumsfeld-1...
19/10/2021 17:17
 
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È morto Colin Powell, l’ex Segretario di Stato USA aveva il Covid. Dal Vietnam alle ‘armi chimiche’ di Saddam: una vita alla Casa Bianca



Lo ha ucciso il Covid, a 84 anni, dopo una vita divisa tra la carriera militare, nel corso della quale è diventato il più giovane e il primo uomo di colore a ricoprire la carica di Capo di Stato Maggiore della Difesa, e quella all’interno delle diverse amministrazioni che hanno governato gli Stati Uniti. L’ex Segretario di Stato americano sotto George W. Bush, Colin Powell, è morto oggi a causa di complicanze legate al coronavirus. A darne l’annuncio, con un post su Facebook, è stata la sua famiglia:“Il Generale Powell, ex Segretario di Stato e Capo degli Stati Maggiori Riuniti, è morto questa mattina a causa di complicazioni legate al Covid. Abbiamo perso uno straordinario e affettuoso marito, padre, nonno ed un grande americano”, si legge nel messaggio in cui i familiari hanno voluto precisare che Powell era pienamente vaccinato. Bush ha voluto ricordarlo come “un grande servitore pubblico, a partire dall’epoca in cui prestò servizio come soldato in Vietnam. Era altamente rispettato in patria e fuori. E, ancora più importante, Colin era un uomo di famiglia e un amico. Laura e io mandiamo ad Alma e ai loro figli le nostre sincere condoglianze”. Nato negli Stati Uniti da genitori di origine giamaicana, dopo la laurea Powell iniziò la propria carriera militare prestando servizio in Vietnam, ma già nel 1972 iniziò a ricoprire ruoli di rilievo alla Casa Bianca, prima come assistente del sottosegretario Frank Carlucci nell’Amministrazione Nixon e successivamente come aiutante del Segretario alla Difesa durate le presidenze di Jimmy Carter e di Ronald Reagan, per poi diventare, sempre con quest’ultimo, Consigliere per la Sicurezza Nazionale.

Il primo traguardo storico della sua carriera avviene però nel 1989, a 52 anni, quando diventò il più giovane Capo di Stato Maggiore della Difesa e il primo uomo di colore a ricoprire questo incarico. Un ruolo nel quale Powell visse anche l’operazione Desert Storm durante la Prima Guerra del Golfo. Il culmine, però, lo ha raggiunto negli anni tra il 2001 e il 2005, quando Bush lo scelse come Segretario di Stato. Anche in questo caso si ritrovò a gestire l’invasione americana dell’Iraq del 2003. Ma paradossalmente fu questo, insieme alle indagini a cui prese parte sul massacro di My Lai, in Vietnam, nel 1968, uno dei punti più bui della sua carriera. È rimasto nella storia, ormai, il suo intervento di fronte al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, durante il quale sventolò in aria una boccetta nella quale, sosteneva, si trovavano le prove del fatto che Saddam Hussein, l’ex Raìs di Baghdad, fosse entrato in possesso di armi di distruzione di massa. Una “prova” fabbricata ad arte per giustificare l’intervento militare americano, un falso, come ammise anche lui in seguito, che provocò una guerra sanguinosa, le cui conseguenze sulla popolazione civile e sul futuro del Paese sono evidenti ancora oggi. Lui stesso definì quel 5 febbraio 2003 “una macchia” sulla sua carriera. Così come lo fu anche l’esito delle indagini sul massacro di My Lai che lo videro protagonista. Tornando in patria, Powell sostenne che non esisteva alcun problema nelle relazioni tra i militari americani e i civili vietnamiti. Una versione sconfessata da una successiva inchiesta del giornalista premio Pulitzer, Seymour Hersh, che svelò al mondo la verità su quel genocidio.

18 ottobre 2021
www.ilfattoquotidiano.it/2021/10/18/e-morto-colin-powell-lex-segretario-di-stato-usa-aveva-il-covid-dal-vietnam-alle-armi-chimiche-di-saddam-una-vita-alla-casa-bianca/...
02/01/2022 04:01
 
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Morto Calisto Tanzi, ex patron della Parmalat



Alla fine del Novecento, sull'impero Parmalat non tramontava mai il sole. Più di cento stabilimenti in vari continenti e un marchio con una radice fortissima nella Pianura Padana, ma noto nel mondo. A crearlo dal niente fu Calisto Tanzi, morto all'ospedale della sua città all'età di 83 anni, passato dai vertici del capitalismo italiano alla polvere provocata dal crac miliardario di quello che la procura di Parma ha definito la più grande fabbrica di debiti della storia della finanza europea. La storia di Tanzi e del suo gioiellino, la Parmalat, sono inscindibili. E' una storia di duro lavoro e di megalomania, di formidabili intuizioni imprenditoriali e di artifici contabili che hanno ridotto sul lastrico moltissimi risparmiatori. Di rapporti opachi con politica e finanza, di ribalta mediatica e della piccola e operosa provincia italiana che diventa grande con il boom economico degli anni Sessanta e poi decide di sedersi al tavolo della grande finanza per provare a dominarla, finendo però per esserne travolta. La Parmalat nacque a Collecchio, alle porte di Parma, proprio nel pieno di quel boom: a dirigerla un giovane ragioniere che dal nonno aveva ereditato una piccola impresa familiare attiva in campo alimentare e quell'eccentrico nome, che in greco significa 'bellissimo'. La svolta arriva con due scelte che si riveleranno decisive e che interpretano prima e meglio dei concorrenti la modernità: l'impiego del tetrapak per confezionare il latte e il trattamento UHT che di fatto "inventa" il latte a lunga conservazione. Il successo è travolgente: il marchio Parmalat comincia a comparire negli spot delle prime TV commerciali, sulle auto di Formula Uno e sulle maglie del Palmeiras, che dominava il calcio di uno dei mercati più importanti per l'azienda come quello brasiliano, e dell'Avellino, città di Ciriaco De Mita, che di Tanzi era amico e sponda nei palazzi del potere. E poi su quelle della squadra della sua città, il Parma, passato in pochi anni dai campi polverosi delle serie minori ai vertici del calcio europeo, con in bacheca due Coppe Uefa, una Coppa delle Coppe e con lo scudetto più volte sfiorato.

Con le sue imprese, i suoi soldi e i suoi successi sportivi, il 'Cavaliere' Calisto Tanzi in quella strana città di provincia che si è sempre sentita capitale, era il re e la Parmalat il suo trono. Un impero condannato però a crescere per non crollare. Crescere a qualunque costo, anche con un'esposizione costante e gigantesca nei confronti delle banche. Un impero che, proprio per questo, poggiava su piedi d'argilla: divenne chiaro in un giorno fra il Natale e il Capodanno del 2003, quando Calisto Tanzi fu arrestato con l'accusa di falso in bilancio su ordine della procura di Milano. Il valore del titolo del 'gioiellino' praticamente si azzerò, rischiando di trascinare con sé altri pezzi grossi del capitalismo italiano che con il colosso di Collecchio avevano per anni intrecciato rapporti più o meno chiari. E i bond Parmalat, che nei mesi e negli anni precedenti erano stati acquistati da migliaia di risparmiatori grazie all'intermediazione di alcuni istituti bancari, divennero carta straccia. Ne è seguita una lunga e complessa vicenda giudiziaria, con vari filoni, vari reati contestati e un'imponente mole di imputati. Nel processo di Parma, che ricostruì tutta la vicenda della bancarotta fraudolenta che ha polverizzato una cifra vicina ai 14 miliardi di euro, Tanzi fu condannato a 18 anni di reclusione, a cui si sono sommate anche altre condanne. Per il Cavaliere diventato ex, dopo che il Presidente della Repubblica gli revocò il titolo, si riaprirono le porte del carcere, dove era stato per quasi un anno dopo il suo arresto. Fino a che le sue sempre più precarie condizioni di salute non lo hanno portato spesso in ospedale, poi agli arresti domiciliari, trascorsi nella sua villa alle porte della città. Nel primo giorno del 2022 se ne va un protagonista indiscusso dell'imprenditoria italiana, un personaggio controverso, un imprenditore brillante, riconosciuto colpevole di gravi e giganteschi crimini economici che hanno bruciato i risparmi di tante famiglie. Eppure allo stesso tempo, in un certo modo, anche vittima di un sistema che prima lo ha issato sul trono di un castello di carte, poi lo ha stritolato.

01 gennaio 2022
www.ansa.it/sito/notizie/economia/2022/01/01/morto-calisto-tanzi-ex-patron-della-parmalat_c5f2e738-6dfb-4d82-88f4-86ad8d622...
12/01/2022 03:53
 
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Morto il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli. Problemi iniziati dopo il vaccino



E’ morto all’età di 65 anni il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli. Soltanto lunedì era stata diffusa la notizia del suo ricovero in Italia per il sopraggiungere di una grave complicanza dovuta a una disfunzione del sistema immunitario. Il suo portavoce Roberto Cuillo riferisce che Sassoli si è spento all’1:15 dell’11 gennaio presso il CRO di Aviano (Pordenone), dove era ricoverato. La camera ardente sarà aperta giovedì in Campidoglio. A novembre, Sassoli aveva parlato del virus della legionella che lo aveva colpito. Si era ripreso bene e, proprio in quell’occasione, aveva girato un video per smentire ogni legame tra la malattia e il Covid, o il vaccino. David Carretta, corrispondente dalle istituzioni europee di Radio Radicale, decide di fare chiarezza dopo il rincorrersi delle notizie secondo le quali i vaccini avrebbero aggravato le condizioni di salute andando a debilitare ulteriormente il sistema immunitario già provato fino a portare alla morte il Presidente del Parlamento Europeo. David Carretta scrive:“Un’informazione per i miserabili no-vax che stanno speculando sulla scomparsa di David Sassoli", scrive Carretta alcune ore dopo il decesso. "Sassoli dieci anni fa aveva subito un trapianto di midollo a seguito di un mieloma, tumore delle plasmacellule. Che un Dio, se c’è, non vi perdoni”. Paolo Becchi su Twitter scrive:"Rispetto per la morte di David Sassoli. Ma è morto in seguito alla terza dose? Non c’è nessuna correlazione? Non rendete pubblica neppure l’autopsia? O non la fate neppure? Costringete la gente a vaccinarsi e a morire. State costruendo una tirannia sanitaria mai esistita prima". La verità potrebbe stare nel mezzo: una spiegazione plausibile potrebbe essere che il vaccino abbia indebolito un sistema immunitario già compromesso dalle malattie cagionandone la morte. Forse un'anamnesi migliore avrebbe potuto evitare questa morte. Come si può ascoltare nel video il prof. Joseph Tritto, microchirurgo, esperto di biotecnologie e nanonotecnologie nonché Presidente della WABT (World Academy of Biomedical Sciences and Technologies), spiega come nei vaccinati, quando la protezione scende, non finisce allo zero ma continua a scendere sotto lo zero innescando un’immunosoppressione. Da quel momento si ha bisogno di continui vaccini per mantenere il sistema immunitario attivo:

vk.com/video/@public201130933

Un pò come la Monsanto fece con i semi OGM nell’agricoltura.

11 gennaio 2022
grandeinganno.it/2022/01/11/morto-il-presidente-del-parlamento-europeo-david-sassoli-problemi-iniziati-dopo-il-...
[Modificato da wheaton80 12/01/2022 03:53]
03/02/2022 16:28
 
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È morto Flavio Carboni, il faccendiere al centro dei grandi misteri italiani



È morto a Roma Flavio Carboni, l'uomo d'affari al centro di molti dei grandi misteri italiani. Carboni, che aveva compiuto 90 anni da pochi giorni, sarebbe stato colpito da un infarto nella notte, secondo quanto riferisce l'Adnkronos. Dal crac del Banco Ambrosiano all'omicidio di Roberto Calvi, fatti per i quali è stato assolto in via definitiva, Carboni era stato tirato in ballo in tutti i principali grandi gialli italiani, con alcuni dei quali però, come la Loggia P2, aveva sempre negato di avere a che fare:"Non ho mai conosciuto Gelli, non ho mai fatto parte della P2". Anzi, "non ho mai fatto parte della massoneria in generale. Che poi abbia conosciuto tanti personaggi di primissimo piano, come tutti a quell'epoca del resto, che potessero avere simpatie o aderire a logge è un'altra storia", le sue parole in una recente intervista all'Adnkronos. Fu coinvoto anche in uno dei più grandi scandali romani nel 2016, col processo sulla P3 istruito dal Pubblico Ministero Mario Palazzi, insieme a Denis Verdini, Marcello Dell'Utri e altri 15 imputati, tra cui l'ex giudice tributarista Pasquale Lombardi e l'imprenditore Arcangelo Martino, che riguardava un comitato d'affari segreto che puntava ad influenzare e condizionare gli organi costituzionali. Da quella inchiesta nel 2018, Carboni ne uscì, in primo grado, con una condanna a 6 anni e mezzo di reclusione per aver dato vita ad un'associazione che violava la legge Anselmi sulle società segrete.

I giudici del primo grado quindi appurarono che la Loggia segreta P3 è esistita: indenne ne uscì il senatore Denis Verdini, che per i giudici non ne faceva parte. Quel processo si concluse con la prescrizione, non arrivando quindi mai a una sentenza passata in giudicato. Nel 2010, Carboni è stato ascoltato anche come testimone per la scomparsa di Manuela Orlandi, per i rapporti che avrebbe avuto in Vaticano e con alcuni esponenti della banda della Magliana. Nell'agosto 2018 era stato indagato per trasferimento fraudolento di fondi. Una vicenda per la quale è stato assolto nei giorni scorsi. "Flavio Carboni non era San Francesco ma neppure il personaggio tanto misterioso di cui si è a lungo favoleggiato". Così Renato Borzone, l'avvocato storico dell'uomo d'affari deceduto a Roma la scorsa notte all'età di 90 anni. "La dietrologia fatta attorno al personaggio è dovuta proprio alla sua personalità multiforme piuttosto che a reali appartenenze a settori segreti che non furono mai dimostrati. Posso dire che Carboni non porterà con sé nessun segreto particolare", ha concluso Borzone. "Flavio Carboni era un tipico personaggio italiano che sapeva destreggiarsi magnificamente in mezzo ai casini del nostro Paese e ai misteri, che poi in Italia di misteri non ne esistono, la storia dei misteri italiani l'avete inventata voi giornalisti, in Italia si sa tutto di tutto e di tutti". A dirlo è l'ex 007 Francesco Pazienza.

Federica Angeli
24 gennaio 2022
www.repubblica.it/cronaca/2022/01/24/news/e_morto_flavio_carboni_il_faccendiere_al_centro_dei_grandi_misteri_italiani-33...

Nota Wheaton80

Questo documento desecretato da Wikileaks dimostra non solo come chiunque difenda Carboni menta spudoratamente ma anche come Repubblica stesso abbia mangiato per molto tempo dal suo piatto:


Quest
07/03/2022 20:27
 
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Ken Duberstein, capo dello staff di Reagan, muore a 77 anni



Kenneth M. Duberstein, l'ultimo capo dello staff della Casa Bianca del Presidente Ronald Reagan, è morto all'età di 77 anni. L'ex funzionario di Reagan si è fatto un nome a Washington DC, dove ha regolarmente sostenuto e collaborato con legislatori e lobbisti della comunità. Duberstein era malato e si era ritirato dalla sua società di consulenza, The Duberstein Group, ha riferito ad Axios la moglie di Duberstein, Jackie. È morto mercoledì al Sibley Memorial Hospital. Jackie non ha rivelato la causa della morte. Durante la sua carriera, Duberstein ha ricoperto diversi ruoli imprenditoriali e all'interno della Casa Bianca, prima di diventare vice capo del personale nel 1987. Successivamente è stato promosso a capo del personale nel 1988, dove ha ricoperto il ruolo fino alla fine dell'Amministrazione Reagan. Duberstein ha fatto parte di diversi consigli di amministrazione dopo la sua permanenza alla Casa Bianca, tra cui Boeing e Brookings Institution. E' stato il Lead Director più longevo nel consiglio di Boeing. È stato anche consulente del programma televisivo di Aaron Sorkin The West Wing. L'ex capo dello staff si allontanava dalla politica reaganiana nel 2008, quando annunciava il suo sostegno all'allora candidato alla Presidenza Barack Obama. Ha anche presentato una breve dichiarazione a sostegno del matrimonio gay nel caso della Corte Suprema del 2013 Hollingsworth v. Perry. Duberstein è considerato un fiduciario onorario del Kennedy Center, un fiduciario emerito del Franklin & Marshall College e un leader dell'Istituto di politica di Harvard fino al 2020. Jackie Duberstein ha detto che intende ospitare un funerale alla Washington Hebrew Congregation. Non è stata annunciata una data.

Nota Wheaton80
Il lobbysta ha fatto anche parte del Board del Council of Foreign Relations

Christopher Hutton
03 marzo 2022
Traduzione: Wheaton80
www.washingtonexaminer.com/politics/ken-duberstein-reagan-era-chief-of-staff-di...
[Modificato da wheaton80 07/03/2022 20:35]
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