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Wikileaks: la CIA ci spia, ma in passato aveva fatto di peggio

Ultimo Aggiornamento: 18/01/2022 17:46
11/03/2017 19:28
 
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Le ultime rivelazioni di Wikileaks palesano come, a volte, il più tetro incubo diventi realtà. I file pubblicati dall’organizzazione di Assange mostrano che a partire dal 2014, la CIA può impiantare un software (malware) nelle Smart TV collegate al WEB. Il software garantisce all’Agenzia di registrare le conversazioni che avvengono nella stanza dove è situata la TV. Ma non solo TV, anche i troppo amati smartphone sono, secondo i documenti di Wikileaks, utili strumenti per rubare nostre informazioni spiando attraverso dei software i nostri messaggi WhatsApp, Messenger, Telegram, ecc… Wikileaks non ha pubblicato le identità dei tecnici della CIA presenti in molti file: secondo Assange e il suo staff, “i file provengono da una rete isolata e altamente sicura, situata all’interno del centro di Cyber Intelligence di Langley, in Virginia”, e “pare che l’archivio circolasse tra gli hacker e i contractor del governo americano in modo non autorizzato; una di queste fonti ha fornito alcune parti a Wikileaks”. La storia, quella che difficilmente viene pronunciata nelle aule universitarie o sui libri scolastici, ci dice che la CIA in passato ha commesso crimini ancor peggiori. Dai manuali sul come praticare una tortura efficace, all’addestramento e al finanziamento di mercenari, terroristi miranti a deporre governi democraticamente eletti. Si pensi, tanto per citarne alcuni, all’Iran di Mossadeq nel 1953, al Guatemala nel 1954, all’assassinio di Lumumba in Congo nel 1961, all’Indonesia di Suharto nel 1965, all’undici settembre cileno del 1973, con l’appoggio a Pinochet, fino a giungere alla menzogna sulle armi di distruzione di massa mai trovate in Iraq, che ha dato il via a una guerra che ha messo in ginocchio un’intera area geografica.

Il 16 settembre del 1977 il Washington Post ha rilevato che documenti declassificati della CIA mostravano che a partire dagli anni ‘60 era stato messo in opera un programma clandestino di guerra ai raccolti rivolto contro diversi Paesi del mondo. Nel 1997 Cuba presentò alle Nazioni Unite un rapporto in cui si accusavano gli Stati Uniti di aggressione batteriologica; Fidel Castro più volte ha attribuito responsabilità agli USA per lo sviluppo sull’isola di infezioni ed epidemie. Ma la CIA non ha rivolto i suoi crimini solo sulle popolazioni straniere. Sono numerosi i casi come quello di New York, del 1966: un rapporto dell’esercito definì questo esperimento “Studio della vulnerabilità dei passeggeri della metropolitana di New York ad attacchi con agenti batteriologici”. In quel giugno del ’66, miliardi di Bacillus subtilis variant niger vennero liberati nei sotterranei della metropolitana; i batteri venivano nascosti all’interno delle lampadine che venivano rotte, rendendo così migliaia di cittadini cavie inconsapevoli dei sinistri studi dell’esercito. Lo racconta nei suoi libri William Blum, ex funzionario del Dipartimento di Stato e ex agente nella CIA. L’esperimento di Tuskegee (Alabama), durante il quale 400 uomini di colore per 40 anni furono utilizzati come cavie. A questi inconsapevoli mezzadri, con l’inganno gli fu somministrata la sifilide per capire l’evoluzione della malattia non curata. A mio avviso anche l’assassinio del Presidente Kennedy è da ricondurre alla CIA.

Sebbene Kennedy fosse odiato anche in altri ambienti, la sua condanna a morte nacque all’indomani del fallito attacco alla Baia dei Porci a Cuba del 1961; il tentativo d’invasione era stato deciso dai vertici militari e da Allen Dulles, potente Presidente della CIA durante la precedente Amministrazione Eisenhower. Kennedy era Presidente da tre mesi, quando ci fu l’assalto che aveva parzialmente approvato, tanto che, quando non ci fu il pronosticato aiuto della popolazione di Cuba, non sostenne l’avanzata della CIA, rifiutandosi di mandare in supporto l’esercito. Quest’evento determinò la rottura tra Dulles e Kennedy, che infatti in seguito gli tolse l’incarico. Robert, il fratello del Presidente, all’indomani dell’assassinio di Dallas, la prima cosa che fece fu di recarsi al quartier generale della CIA domandando se fossero stati loro. Paradossalmente, la Commissione Warren sull’omicidio di Kennedy, istituita da Lyndon B. Johnson, fu gestita proprio da Allen Dulles. Spesso la storia procede attraverso canali occulti ancor più nefasti dei peggiori pensieri di un paranoico. Questo perché i pochi che prendono le decisioni che davvero contano hanno smarrito il senso della realtà. Dovere di un’informazione libera ma anche di ogni cittadino è trovare il difficile equilibrio sulla sottile e appuntita fune che separa le verità celate dalle farneticazioni. E’ indispensabile interpretare la realtà in maniera critica, aborrendo quel sensazionalismo che degenera nella mistificazione. Se si smarrisce l’equilibrio si fa il gioco di chi ci vuole muovere come marionette.

Gianluca Ferrara
9 marzo 2017
www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/09/wikileaks-la-cia-ci-spia-ma-in-passato-aveva-fatto-di-peggio/...
20/03/2017 23:17
 
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Mafia esercito della CIA, spuntano le prove


Lucky Luciano

Nel 1942 la guerra pendeva dalla parte dei nazifascisti e il Presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt non dormiva sogni tranquilli; i sottomarini di Hitler erano appostati poco fuori la baia di Hudson pronti a silurare qualunque convoglio che dall’America partisse a sostegno degli alleati d’oltreoceano; i cittadini della Grande Mela osservavano preoccupati l’ammasso di ferraglia e residui oleosi che si estendeva lungo tutta la baia, testimonianza dell’efficacia militare dei nazisti, probabilmente supportati da un’efficace rete di spionaggio di immigrati tedeschi e soprattutto italiani, specie quelli di origine siciliana che avevano in mano la flottiglia di pescatori del porto. Quando venne appiccato un incendio all’interno della baia al transatlantico Normandie, il Presidente andò su tutte le furie, convocò il Comandante della Marina Militare Haffenden e fu categorico:“A qualunque costo dobbiamo cambiare il corso della guerra”. Haffenden convocò gli informatori dei servizi segreti i quali, all’unisono, gli indicarono i ‘mangia spaghetti’ quali responsabili dei recenti eventi bellici: erano loro a rifornire gli U-Boot nazisti appostati poco fuori le acque territoriali americane ed i pescatori, quasi tutti siciliani, a fornire indicazioni sulla data di partenza dei vari convogli.


Il transatlantico Normandie

Il porto di New York era tutto in mano alla mafia siciliana; Lucky Luciano, il capo dei mammasantissima, era stato arrestato ed erano stati presi provvedimenti durissimi verso l’organizzazione criminale che poteva vantare centinaia di migliaia di affiliati e fiancheggiatori in tutto il Nord America; questa era la vendetta dei siculo-americani verso il governo degli Stati Uniti. Haffenden aprì immediatamente un canale con Lucky Luciano e si pervenne ad un accordo segreto; immediatamente fu smantellata la rete di spionaggio e nessun sommergibile tedesco si avvicinò più alla rada del fiume Hudson; in cambio la ‘mano nera’ americana vide allentarsi il cappio del governo centrale. Cominciò così il connubio mafia-servizi segreti americani e quando l’estate successiva si dovette pianificare lo sbarco alleato in Europa i vertici militari americani non ebbero dubbi sulla scelta; in Sicilia le famiglie mafiose avevano radici solide ed attendevano con ansia la fine del fascismo per tornare ai fasti di un tempo; quando Lucky Luciano chiamò a raccolta tutte le famiglie d’America e di Sicilia fu un plebiscito di consensi e lo sbarco, pianificato dagli Yankee con l’ausilio di migliaia di picciotti, fu un successo. In cambio di questo appoggio il governo americano promise il governo dell’isola, la nomina di sindaci, funzionari e amministratori appartenenti alle famiglie mafiose; un segno di riconoscenza verso i padrini ma anche la costituzione di un avamposto americano nel Mediterraneo in previsione della disputa con l’Unione Sovietica di Stalin.

Erano i tempi in cui il braccio destro di Winston Churchill definì il Maresciallo Tito “un mascalzone, ma il nostro mascalzone” ed il leader britannico liquidò le rimostranze di un suo funzionario sul futuro dei Balcani così:“Ha per caso intenzione di trasferirsi in Jugoslavia nei prossimi anni?”. Insomma a qualunque costo si doveva fermare l’avanzata rossa in Europa e così nacque in Italia il connubio Democrazia Cristiana-mafia, un progetto anticomunista costantemente supportato dai vari governi a stelle e strisce che sarebbe durato fino alla caduta del muro di Berlino; in questa operazione segreta (ma non tanto), che durò quasi quarant’anni, gli americani hanno sperimentato le tecniche di infiltrazione in un Paese straniero, concetto poi esteso ad altre Nazioni dove gli americani hanno esteso la loro influenza, spesso con azioni militari più eclatanti. In Italia grazie alla mafia sono riusciti ad arrivare alla politica, e ancora oggi molti si chiedono come è stato possibile un così stretto connubio tra due realtà che in teoria avrebbero dovuto essere antitetiche. A distanza di anni sono arrivate le ammissioni da parte degli uomini della CIA, e in una certa parte sono spuntati i documenti che comprovano questa scottante verità. William Colby, ex capo della CIA, in una intervista rilasciata a Gianni Bisiach, ha riconosciuto l’incredibile errore del governo americano, che ha stretto rapporti troppo stretti con l’organizzazione criminale italiana, condizionando in negativo la storia del Paese, segnatamente della Sicilia. “Noi abbiamo avuto rapporti con la mafia, questo è stato un terribile errore”, la clamorosa ammissione dell’ex capo CIA che riscrive la storia. Il potere enorme concesso alla mafia nell’immediato dopoguerra è stato il terreno di coltura di una pletora di criminali che hanno insanguinato l’isola del Mediterraneo condizionandone in negativo lo sviluppo e la storia, i Bontate, i Riina, i Provenzano, i Badalamenti, i Leggio, si formano in quegli anni di impunità garantita per legge dallo Stato italiano. Sì, per legge, oggi possiamo affermarlo. Sepolto tra cumuli di polvere, dimenticato (volutamente) negli archivi segreti, riaffiora dal passato il documento incriminante, quello che ha condannato a morte la Sicilia e con essa l’Italia ad un quarantennio di mafia e di connubio tra istituzioni e malavita e del quale ancora oggi non riusciamo a liberarci, perché dopo la Democrazia Cristiana venne un imprenditore milanese ed i successori di costui coinvolti in scandali di corruzione infinita sembrano gli ideali continuatori di una storia che cominciò tanti anni fa.

Ne parlò il Presidente della Commissione Antimafia Carraro il 20 giungo 1974, rivolgendosi al Ministro degli Esteri Aldo Moro:“La Commissione è stata informata dell’esistenza di un documento, fino ad ora non reso pubblico, che sarebbe allegato all’articolo 16 del trattato di armistizio (l’armistizio lungo) stipulato nel 1943 tra l’Italia e le potenze alleate. Poiché detto documento - che conterrebbe l’indicazione di numerosi elementi mafiosi cui sarebbe stata assicurata l’impunità - si rivela di enorme interesse ai fini della ricostruzione del fenomeno mafioso in Sicilia…, la Commissione ha deliberato di acquisirlo agli atti”. Si fa riferimento all’armistizio siglato da Badoglio ed Eisenhower il 29 settembre 1943 a Malta, ma dalla ricerca negli archivi che ne susseguì si scoprì la strana mancanza di questa postilla, e ovviamente da allora non se ne parlò più, mentre la carriera di Carraro venne stroncata all’istante. Ma nel trattato di pace stipulato a Parigi nel febbraio 1947 l’articolo 16 imposto dagli Stati Uniti recita così:“L’Italia non perseguirà, ne disturberà i cittadini italiani, particolarmente i componenti delle Forze Armate, per il solo fatto di avere, nel corso del periodo compreso tra il 10 giungo 1940 e la data dell’entrata in vigore del presente Trattato, espresso la loro simpatia per la causa delle potenze Alleate ed Associate od avere condotto un’azione a favore di detta causa”. Il riferimento ai civili e non ai soli militari non lascia dubbi, si tratta dei mafiosi e di tutta la pletora di massoni, ex-fascisti ed anticomunisti riuniti dai servizi segreti americani nel complotto anticomunista. L’impunità di cui ha goduto la mafia è presto spiegata, quella stessa impunità che oggi hanno ereditato i politici italiani, specie quelli coinvolti negli scandali legati alla corruzione; dunque non deve sorprendere l’andazzo delle cose italiche, in Italia l’impunità è legge, e il nostro Paese è una vasta area criminale dove gli americani in mezzo secolo e le multinazionali oggi imperversano indisturbate.

Negli anni che seguirono il dopoguerra, la CIA (costituita da Truman nel 1947, riformando l'Office of Strategic Services, ndr) fidelizzò i picciotti della mafia anche in altre operazioni militari e paramilitari: celeberrima l’operazione Mongoose, nota anche come The Cuban Project, dove è provato il coinvolgimento di un piccolo esercito di picciotti che avrebbero dovuto spazzare via Fidel Castro; l’operazione fallì miseramente e John Fitzgerald Kennedy abbandonò sull’isola i siculo-americani, che vennero successivamente rimpatriati in cambio di viveri, trattori e medicine. La mafia se la legò al dito. Nella ricostruzione di Gianni Bisiach nel suo libro “Il presidente, la lunga storia di una breve vita” sono evidentissime le prove che collegano l’assassinio di tutti e due i Kennedy alla mala siciliana, segnatamente nelle figure dei boss Sam Giancana e Charles Nicoletti; si tratta di personaggi legati a doppio filo alla CIA, opportunamente tolti di mezzo assieme ad un’infinità di testimoni morti in circostanze strane poco prima di deporre nelle aule dei tribunali. Si arriva al Golpe Borghese in Italia nel 1970, e vi sono prove certe del coinvolgimento della mafia nelle operazione militari del golpe fallito, prove innegabili inserite nel libro di Camillo Arcuri, “Colpo di Stato”; si parla di migliaia di picciotti armati di tutto punto; da chi? Si arriva alle stragi del ’92: due magistrati siciliani stavano arrivando alle alte sfere del connubio Stato-mafia, e l’esplosivo utilizzato in ambedue le stragi era di tipo militare e di produzione americana o inglese; un’altra incredibile coincidenza.

Giuseppe Barcellona
20/03/2017
www.difesaonline.it/news-forze-armate/storia/mafia-esercito-della-cia-spuntano-...
08/04/2017 00:09
 
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Studio di un assassinio
Il manuale di assassinio della CIA

Definizione
Si pensa che il termine assassinio derivi da hashish, una droga simile alla marijuana, che pare venisse usata da Hassan-Dan-Sabah per motivare i propri seguaci a cui era stato ordinato di commettere omicidi politici o di altro genere, di solito a costo della propria vita. Questo termine viene qui utilizzato per indicare l’esecuzione pianificata di una persona che non ricade nella stessa giurisdizione legale dell’assassino, che non si trova fisicamente nelle sue mani, e che un gruppo di ribelli ha deciso di dover uccidere, perché la sua morte porterà loro un beneficio.

Utilizzo
L’attentato è un’operazione estrema che non viene normalmente usata nelle missioni clandestine. Bisogna specificare che gli Stati Uniti non ordineranno, né autorizzeranno mai un attentato, anche se in rari casi si potrebbe essere d’accordo con la sua esecuzione da parte di membri di un servizio segreto estero alleato. Questa reticenza è parzialmente dovuta alla necessità di impegnarsi sulla carta. Le istruzioni per un attentato non devono mai essere scritte o registrate. Di conseguenza, la decisione di impiegare questa tecnica deve essere presa sul posto, nell’area dove avverrà l’azione. La decisione e le istruzioni devono essere comunicate a un numero necessariamente ridotto di soggetti. L’ideale sarebbe impiegare una sola persona. In seguito non verrà stilato alcun rapporto, ma di solito l’azione verrà adeguatamente coperta dai normali servizi informativi, i cui elaborati saranno messi a disposizione di tutti gli interessati.

Giustificazione
L’omicidio non è moralmente giustificabile. Si può parlare di autodifesa se la vittima possiede conoscenze che, se divulgate, potrebbero distruggere l'organizzazione di resistenza. L’assassinio di persone responsabili di atrocità o rappresaglie può essere considerato una giusta punizione. Può essere ritenuto necessario uccidere un leader politico la cui carriera in ascesa sia un chiaro e presente pericolo per la causa della libertà. Tuttavia raramente un assassinio può essere portato a termine con la coscienza pulita. Le persone che sono moralmente schizzinose non dovrebbero provarci.

Classificazione

Le tecniche impiegate varieranno a seconda che il soggetto sia inconsapevole del pericolo, consapevole ma senza scorta, oppure accompagnato. Tali metodi dipendono anche dal fatto che l’assassino debba o meno rimanere ucciso insieme con l’obiettivo dell’attentato. Quindi in seguito, l’attentato in cui il soggetto è inconsapevole verrà definito “semplice”, quello in cui ne è a conoscenza ma senza protezione “caccia”, e quello in cui la vittima è accompagnata verrà definito “con scorta”. Se l’attentatore deve morire con il soggetto, allora l’azione verrà definità “senza speranza”. Se l’assassino deve scappare, l’aggettivo usato sarà “sicuro”. Va specificato che non devono esistere compromessi. L’esecutore non deve cadere vivo nelle mani dei nemici. Altra caratteristica è se nascondere il fatto che il soggetto è stato vittima di un attentato, e non di un incidente o di cause naturali. Se questo occultamento è da preferire, allora l’operazione verrà definita “segreta”, se la cosa è irrilevante l’azione verrà chiamata “alla luce del sole”, infine se l’esecuzione dovrà essere resa pubblica per sortire effetto, verrà detta “terroristica”. Seguendo queste definizioni, l’assassinio di Giulio Cesare è stato quindi un’azione sicura, semplice e terroristica, mentre quello di Huey Long è stato un atto senza speranza, con scorta e alla luce del sole. Ovviamente, gli attentati segreti riusciti non sono assolutamente registrati come tali. [illeggibile] di Thailandia e Cesare Augusto potrebbero essere state vittime di un attentato a colpo sicuro, con scorta e segreto. Per le cacce, di solito vengono utilizzati agenti segreti o membri di organizzazioni criminali.

L’attentatore
Negli attentati sicuri, l’esecutore deve avere le stesse caratteristiche di un agente segreto. Deve essere determinato, coraggioso, intelligente, scaltro e forte fisicamente. Se devono essere usate attrezzature speciali, come per esempio armi da fuoco o droghe, è chiaro che deve essere davvero bravo con queste cose. Esclusi gli attentati di tipo terroristico, è meglio che l’assassino sia solo di passaggio nel luogo del delitto. Dovrebbe entrare in contatto con il resto del gruppo il minimo indispensabile, e ricevere le istruzioni a voce da una sola persona. Dopo l’azione, la sua fuga sicura è assolutamente essenziale, ma anche qui i contatti devono essere piu limitati possibile. E’ preferibile che sia la persona che ha fornito le istruzioni a occuparsi della ritirata e delle azioni di copertura che potrebbero essere necessarie. Nell’attentato senza speranza, l’esecutore dev’essere una sorta di fanatico. Politica, religione e vendetta sono le uniche ragioni plausibili alla base dell’azione. Poiché un fanatico è una persona mentalmente instabile, deve essere trattato con estrema cura. Non deve conoscere le identità degli altri membri del gruppo perché, anche se è stato deciso che deve morire nell’azione, qualcosa potrebbe andare storto. Anche se l’uccisore di Trotsky non ha mai rivelato niente di significativo, non è stato molto sicuro fare affidamento su di lui nella pianificazione dell’azione.

Pianificazione
Dopo che è stata presa la decisione di compiere un attentato, bisogna pianificarne la strategia, valutando la situazione come se si trattasse di un’operazione militare. La stima preliminare rivelerà delle lacune informative e possibilmente indicherà la necessità di attrezzature speciali, che andranno procurate o costruite. Quando saranno stati raccolti tutti i dati necessari, si può passare alla preparazione di un efficace piano tattico. Tutta la programmazione deve essere fatta mentalmente; nessun documento deve mai contenere alcuna prova dell’operazione. Nel caso di resistenza, gli attentati possono essere utilizzati come controrappresaglia. Dato che per essere efficace, la vicenda richiede di essere pubblicizzata, il gruppo di ribelli deve essere in condizione di poter dire platealmente agli alti ufficiali che pagheranno con le loro vite la rappresaglia che hanno fatto su persone innocenti. Una tale minaccia è inutile se non può essere realizzata, perciò potrebbe essere necessario organizzare l’uccisione di svariati ufficiali con ruoli di potere nel regime oppressivo e tenere pronti questi piani per usarli solo dietro un’eccessiva provocazione violenta. Tali piani devono essere modificati di frequente per andare incontro ai cambiamenti della situazione tattica.

Tecniche
Il punto centrale dell’attentato è la morte dell’obiettivo. Un essere umano può essere ucciso in molti modi, ma l’infallibilità è un aspetto spesso trascurato da chi potrebbe essere poco coinvolto a livello emotivo dalla gravità dell’azione che intende compiere. La tecnica specifica che verrà utilizzata dipenderà da un grande numero di variabili, ma c’è una costante: la morte del soggetto deve essere assolutamente certa. Il tentato attentato a Hitler fallì perché i cospiratori non prestarono la dovuta attenzione a questo aspetto. Qui di seguito, le tecniche:

1. A mani nude
E’ possibile uccidere un uomo a mani nude, ma poche persone sono abbastanza capaci di farlo bene. Anche un esperto di judo davvero ben addestrato esiterà prima di rischiare di uccidere una persona a mani nude, a meno che non abbia proprio nessuna alternativa. Tuttavia, spesso sono gli attrezzi più semplici a essere i mezzi piu efficaci per un assalto. Un martello, un’ascia, una chiave inglese, un cacciavite, un attizzatoio, un coltello da cucina, una piantana, o qualsiasi altra cosa dura, pesante e maneggevole sarà sufficiente. Se l’attentatore è forte e agile, andrà bene anche una corda, un cavo elettrico o una cintura. Tutte queste armi improvvisate hanno il grande vantaggio di essere facilmente reperibili e in apparenza innocue. Trotsky è stato ucciso con una piccozza, là dove una mitragliatrice, di solito letale, aveva fallito. In tutti i casi sicuri, dove l’attentatore potrebbe essere perquisito, prima o dopo l’atto, non dovrebbero essere utilizzate armi speciali. Anche se la situazione è senza speranza, l’esecutore potrebbe essere casualmente perquisito prima dell’azione, e quindi questo non dovrebbe mai avere con sé un oggetto incriminante, se qualsiasi tipo di arma letale può essere improvvisata sul posto o nelle immediate vicinanze. Anche qualora l’attentatore abbia con sé delle armi per via del suo lavoro, è comunque preferibile che improvvisi e si organizzi in loco per evitare che venga scoperta la sua identità.

2. Incidenti
Per gli attentati segreti, semplici o per la caccia, l’incidente pianificato è la tecnica più efficace. Quando è eseguito con successo, provoca poca agitazione e viene analizzato solo in modo superficiale. Per quanto riguarda l’attentato semplice, l’incidente piu efficace è la caduta da una ventina di metri e più su una superficie dura. Potranno essere utilizzate trombe d’ascensore, scale, finestre senza parapetto e ponti. I ponti sopra un corso d’acqua non sono affidabili. Per gli attentati di tipo semplice, si può anche organizzare un incontro privato con il soggetto in un luogo adatto. L’azione può essere eseguita con un’improvvisa e vigorosa [omissis] delle caviglie, spingendo il soggetto oltre il bordo. Se l’attentatore si mette immediatamente a gridare, recitando la parte del testimone sconvolto, non è necessario alcun alibi, né una fuga furtiva. Nelle cacce, solitamente sarà necessario tramortire o drogare il soggetto prima di lasciarlo cadere. Bisogna fare attenzione ad assicurarsi che sul morto non siano presenti segni o ferite non attribuibili alla caduta. La caduta in mare o in un fiume impetuoso potrebbe essere sufficiente, se il soggetto non è in grado di nuotare. In questo caso, l’azione sarà piu certa se l’attentatore riesce a organizzare un tentativo di salvataggio, cosi che possa stare sicuro della morte del soggetto e allo stesso tempo procurarsi un alibi credibile. Se le abitudini personali del soggetto rendono la cosa fattibile, potrebbero essere usate bevande alcoliche [2 parole omesse] per prepararlo a un incidente pianificato di qualsiasi tipo. Di solito funziona anche spingerlo sotto un treno o una metropolitana, ma tale azione richiede un tempismo perfetto ed è probabile che in seguito ci siano delle indagini. Se è la macchina della vittima a venire manomessa, allora l’affidabilità dell’attentato diventa molto bassa. Il soggetto potrebbe essere tramortito o drogato e quindi posizionato nell’auto, ma la situazione è sicura solo se il mezzo può essere spinto giù da un burrone o in mare senza che nessuno veda. Un incendio doloso può causare una morte accidentale, se la vittima viene drogata e lasciata nell’edificio che sta bruciando. Questo metodo non è del tutto affidabile, a meno che il palazzo non sia abbastanza isolato e altamente infiammabile.

3. Droghe
In tutti i tipi di attentato, tranne quello terroristico, le droghe possono essere molto utili. Se l’esecutore è un dottore o un’infermiera e il soggetto si trova sotto cure mediche, questo sistema è semplice e ottimale. Un’overdose di morfina somministrata come sedativo causerà una morte senza problemi e difficile da scoprire. Il dosaggio dipenderà dal fatto che la vittima faccia regolarmente uso di narcotici. Se non lo fa, saranno sufficienti due pasticche di morfina. Se il soggetto beve molto, la morfina o un narcotico simile possono essere iniettati in seguito allo svenimento, e la causa del decesso verrà spesso attribuita a un alcolismo acuto. Veleni particolari, come l’arsenico o la stricnina, sono efficaci, ma averli o procurarseli è contro la legge, e un dosaggio accurato è problematico. Il veleno è stato usato senza successo negli attentati contro Rasputin e Kolohan, anche se è meglio considerare l’ultimo caso un omicidio.

4. Armi da taglio
Qualsiasi attrezzo da taglio trovato sul posto potrà essere utilizzato con successo. Affinché questo metodo sia affidabile, è necessaria una minima conoscenza dell’anatomia umana. Le ferite da punta nel corpo potrebbero non essere sicure, a meno che non venga raggiunto il cuore. Esso è protetto dalla gabbia toracica, e non sempre è facile da localizzare. Le ferite addominali una volta erano quasi sempre mortali, ma le moderne cure mediche hanno cambiato la situazione. L’assoluta certezza si ha troncando il midollo spinale nella regione cervicale. Si può fare con la punta di un coltello, o un leggero colpo di ascia o di accetta. Un altro metodo valido è quello di recidere le carotide e la giugulare da tutti e due i lati della trachea.

5. Armi contundenti
Come le armi da taglio, le armi contundenti, per un utilizzo efficace, richiedono conoscenze anatomiche. Il loro maggior vantaggio è la disponibilità universale. Un martello può essere recuperato quasi ovunque nel mondo. Le mazze da baseball e [illeggibile] sono ampiamente diffuse. Persino una pietra o un bastone pesante andranno bene, e non ci sarà bisogno di procurarsi, trasportare o successivamente sbarazzarsi di nulla che somigli ad un’arma. I colpi vanno diretti alla tempia, nell’area appena sotto l’orecchio e nella parte posteriore/inferiore del cranio. Chiaramente, se il colpo è molto pesante, andrà bene qualsiasi parte del cranio superiore. L’area frontale inferiore della testa, dagli occhi alla gola, può resistere a colpi enormi senza conseguenze fatali.

6. Armi da fuoco
Le armi da fuoco sono utilizzate spesso durante un attentato, spesso molto inefficacemente. L’assassino ha di solito una conoscenza tecnica insufficiente sui limiti delle armi, e si aspetta maggiore gittata, precisione e potenza omicida rispetto a ciò che può essere da esse fornito grazie all’affidabilità. Dato che la certezza della morte è l’esigenza primaria, si dovrebbero utilizzare armi da fuoco in grado di fornire una potenza distruttiva superiore almeno del 100% rispetto a ciò che si ritiene necessario, e le gittate dovrebbero essere la metà di quella considerata pratica per l’arma. Le armi da fuoco hanno altri svantaggi. Il possederle è spesso incriminante. Potrebbero essere difficili da reperire. Richiedono un grado di esperienza da parte dell’utilizzatore. Sono [illegibile]. Il loro [illegibile] è costantemente sopravvalutato. Tuttavia, vi sono molti casi in cui le armi da fuoco sono probabilmente più efficienti rispetto ad altri mezzi. Questi casi di solito implicano la distanza tra l’assassino e l’oggetto o la debolezza fisica comparativa dell’assassino, nel caso di una donna.

(a) Il fucile di precisione

In caso di attentato a colpo sicuro, un buon fucile da caccia o di precisione dovrebbero sempre essere considerati una possibilità. L’affidabilità assoluta può essere ottenuta quasi sempre ad una distanza di un centinaio di iarde. In circostanze ideali, la distanza può essere estesa fino a 250 iarde. Il fucile dovrebbe avere un buon azionamento a otturatore girevole-scorrevole o a blocco cadente, e gestire cartucce potenziate a lungo raggio. Il calibro .300 F.A.B. Magnum è probabilmente la miglior cartuccia facilmente disponibile. Altri calibri eccellenti sono il .375 M [illegibile] Magnum, il .270 Winchester, il .30 - 106 p.s. 8 x 60 MM Magnum, il 9.3 x 62 kk e altri di questo tipo. Questi sono preferibili rispetto ai calibri militari ordinari, poiché le munizioni disponibili per essi sono solitamente costituite da proiettili a espansione, mentre la maggior parte delle munizioni per fucili militari è completamente rivestita e quindi non sufficientemente letale. Le munizioni militari non dovrebbero essere alterate con proiettili limati o perforati, poiché ciò potrebbe compromettere la precisione. Il fucile può appartenere alla varietà “bull gun”, provvista di una canna pesante supplementare e di una serie di detonatori, ma in ogni caso dovrebbe essere dotato della massima precisione. Idealmente, l’arma dovrebbe essere in grado di raggruppare in un pollice ciò che è visibile ad un centinaio di iarde, anche se raggruppamenti di 21/2 pollici sono adeguati. La visione dovrebbe essere telescopica, non solo per la precisione, ma perché una tale visione è molto migliore nella luce soffusa o nella quasi oscurità. Finché i meri contorni della silhouette dell’obiettivo saranno distinguibili, la visione telescopica sarà efficace, anche se il fucile e il tiratore fossero immersi nell’oscurità totale. Un proiettile da caccia a espansione provvisto del calibro descritto sopra produrrà lacerazioni stravaganti e shock a medio o lungo termine. Se un uomo viene colpito anche una sola volta alla cavità addominale, la morte è quasi del tutto certa. Personalità pubbliche o funzionari protetti possono essere uccisi con grande affidabilità e con una certa sicurezza se viene stabilita una posizione di tiro prima di un’occasione ufficiale. Il valore di propaganda di un tale sistema può essere molto elevato.

(b) La mitragliatrice
Le mitragliatrici possono essere utilizzate nella maggior parte dei casi in cui è impiegabile il fucile di precisione. Solitamente, ciò richiederà la sovversione di un’unità della guardia ufficiale che presidia la cerimonia, sebbene una squadra esperta e determinata potrebbe plausibilmente disporre di un fucile da caccia, evitando così la confusione, e sostituire il fucile al momento critico. La portata di fuoco della mitragliatrice non dovrebbe essere utilizzata per cercare un soggetto nascosto. Ciò è stato tentato, con prevedibile mancanza di successo, con Trotsky. La caratteristica dell’automaticità della mitragliatrice dovrebbe piuttosto essere sfruttata per incrementare l’affidabilità, sparando una raffica di 5 secondi sul soggetto. L’attacco sarà pienamente letale persino con pallottole blindate, se la raffica sarà stretta sul bersaglio. Ciò può essere portato a termine alla distanza di circa 150 iarde. In circostanze ideali, con una scarica mirata di una mitragliatrice correttamente imbottita, ciò può essere attuato anche alla distanza di 850 iarde. La difficoltà maggiore è quella di sparare la prima raffica colpendo in pieno il bersaglio, visto che la maggior parte dei mitraglieri è addestrata ad indirizzare il fuoco sul bersaglio osservando l’impatto del colpo. In un attentato ciò non si può fare perché il bersaglio non aspetta.

(c) La mitraglietta

Quest’arma, conosciuta anche come "pistola-mitragliatrice" dai russi e dai tedeschi e come "machine-carbine" dai britannici, è talvolta utile durante un attentato. Diversamente dal fucile e dalla mitragliatrice, è un’arma a corto raggio e, nel caso sia caricata con munizioni da pistola, anche molto meno potente. Per essere affidabile, dovrebbe sparare 5 colpi al petto del bersaglio, sebbene le armi americane calibro .45 abbiano un margine molto più ampio di efficienza omicida rispetto alle armi europee calibro 9 mm. La portata omicida della mitraglietta è a bruciapelo. Malgrado possano essere sparati dai mitraglieri singoli e accurati colpi alla distanza di 50 e più iarde, ciò non è certo abbastanza per un omicidio. In circostanze ordinarie, il 5MG (o SMG = Sub-Machine Gun, probabile refuso. Nota Wheaton80) dovrebbe essere utilizzato come un’arma completamente automatica. Nelle mani di un mitragliere capace un alto tasso ciclico è un chiaro vantaggio, come è largamente desiderabile anche la velocità d’esecuzione, particolarmente nel caso di bersagli multipli. La mitraglietta è particolarmente adatta ai lavori al coperto, quando occorre eliminare più di un bersaglio. Una tecnica efficace è stata ideata per l’utilizzo di un paio di mitraglieri, con i quali “purificare” in circa 20 secondi uno spazio contenente fino a una dozzina di bersagli, con minimo o nessun rischio per i primi. Ciò è illustrato sotto. Mentre le mitragliette statunitensi sparano le cartucce più letali, i tassi ciclici più alti di alcune armi straniere consentono al mitragliere di coprire un bersaglio più velocemente con un modello di densità accettabile. La pistola Bergmann modello 1934 è particolarmente utile a questo scopo. La Danish Madman? (dell’esistenza di un’arma con tale nome non ho avuto riscontri; potrebbe essere un refuso che indica la mitragliatrice Madsen, costruita da una ditta danese: it.wikipedia.org/wiki/Madsen_(mitragliatrice). Nota Wheaton80). La mitraglietta (SMG) ha un tasso ciclico passabile ed è perfettamente compatta ed occultabile. La russa SHG ha un buon tasso ciclico ma è invalidata da una protezione piccola e leggera che richiede un maggior equipaggiamento per ottenere un effetto omicida equivalente.

(d) Il fucile
Un fucile di grosso calibro è lo strumento omicida più valido, purché il raggio sia mantenuto entro le 10 iarde. Normalmente dovrebbe essere usato soltanto sui singoli bersagli poiché non può sostenere efficacemente le raffiche. Si potrebbe ‘segare’ la canna per comodità, ma non è un fattore significativo per la sua prestazione omicida. Il suo raggio ottimale è appena fuori la portata del soggetto. I pallettoni del tipo 00 sono considerati della dimensione ideale per un fucile calibro dodici ma se il raggio è quello giusto andrà bene qualsiasi cosa, dai proiettili singoli alle cartucce a pallini. Il sicario dovrebbe mirare al plesso solare poiché a breve distanza la rosata è piccola e può facilmente [illeg] la testa.

(e) La pistola
Malgrado la pistola sia piuttosto inefficiente coma arma da attentato, essa viene spesso utilizzata, in parte perché è facilmente reperibile e può essere nascosta addosso, in parte perché molti non colgono i suoi limiti. Benché numerosi omicidi ben noti siano stati compiuti attraverso pistole (Lincoln, Harding, Ghandi), tali tentativi possono riuscire come fallire (Truman, Roosevelt, Churchill). Se si utilizza una pistola, questa deve essere il più potente possibile e occorre far fuoco appena fuori portata. La pistola e il fucile sono utilizzati in situazioni tattiche simili, con la differenza che il fucile è molto più letale mentre la pistola si può nascondere molto più facilmente. Nelle mani di un esperto, una pistola potente può essere letale, ma tali esperti sono rari e solitamente non disponibili per missioni omicide. La .45 Colt, la .44 Special, la .455 Kly, la .45 A.S. [illegibile] (U.S. Service) e la .357 Magnum sono tutti calibri efficienti. Calibri meno potenti possono essere sufficienti anche se meno affidabili. Cartucce sottocalibrate come la .32s e la .25s andrebbero evitate. In ogni caso, il bersaglio andrebbe colpito solidamente almeno 3 volte per una totale affidabilità.

(f) Armi da fuoco silenziate
Il rumore dell’esplosione del proiettile in un’arma da fuoco può essere efficacemente silenziato mediante accessori appropriati. Tuttavia, il suono del proiettile che attraversa l’aria non si può silenziare, poiché generato fuori dall’arma. Nei casi in cui la velocità della pallottola superi di molto quella del suono, il rumore generato sarà molto più forte di quello dell’esplosione. Poiché tutti i fucili potenti hanno una velocità iniziale maggiore di 2.000 piedi al secondo, essi non possono essere silenziati. Le pallottole da pistola, contrariamente, viaggiano abitualmente ad una velocità minore rispetto a quella del suono e il rumore del loro tragitto è trascurabile. Pertanto possono essere silenziate pistole, mitragliatrici ed ogni sorta di carabine o fucili improvvisati che siano compatibili con cartucce a bassa velocità. L’utilizzatore non deve dimenticare che il rumore provocato in un’operazione che preveda un’azione ripetuta è considerevole, e che il rumore dell’impatto della pallottola, particolarmente sulle ossa, è piuttosto forte. Le armi da fuoco silenziate sono utili all’attentatore soltanto occasionalmente, nonostante siano state largamente pubblicizzate in questo passaggio. Poiché la velocità concessa è bassa, la gamma di precisione efficace è compresa approssimativamente entro le 100 iarde con armi come fucili o carabine, mentre le pistole, silenziate o meno, sono molto efficienti ad una distanza poco maggiore della lunghezza delle braccia. La funzione silenziosa tenta di fornire all’assassino un certo grado di sicurezza, ma il mero possesso di un’arma da fuoco silenziosa è suscettibile di creare un rischio sufficiente a contrastare il vantaggio del suo silenzio. La pistola silenziosa combina gli inconvenienti di una qualsiasi pistola con quello della sua ovvia finalità clandestina. Una carabina a visione telescopica e a otturatore girevole-scorrevole capace di sparare pallottole a bassa velocità molto pesanti, e che sia stata fabbricata per la precisione, potrebbe essere molto utile ad un attentatore in alcune situazioni. Al momento in cui scrivo, non esistono armi conosciute di questo tipo.

7. Esplosivi
Bombe e cariche demolitrici di vario genere sono frequentemente utilizzate negli attentati. Tali congegni, negli attentati terroristici scoperti, possono fornire sicurezza e permettere di superare le barriere di protezione, ma è curioso come le bombe siano state spesso il mezzo utilizzato durante falliti attentati. L’utilizzo degli esplosivi è il fattore preponderante che mina l’affidabilità durante un attentato. La carica deve essere a raggio molto ampio e la detonazione controllata con esatta precisione dall’attentatore che può osservare il bersaglio. A scopo di omicidio, una carica esplosiva di piccolo o moderato impatto è altamente inaffidabile, e inoltre le bombe a tempo e le trappole esplosive tendono troppo spesso ad uccidere l’uomo sbagliato. A parte gli aspetti morali delle stragi indiscriminate, la morte di astanti casuali può spesso produrre reazioni pubbliche contrarie alla causa per cui è stato perpetrato l’assassinio. Il bersaglio non dovrebbe mai essere colpito con bombe o granate. Un’azione del genere causerebbe sicuramente confusione e potrebbe portare persino alla morte del bersaglio, ma ciononostante sarebbe comunque approssimativa e inaffidabile, oltreché foriera di cattiva pubblicità. La carica dovrebbe essere troppo piccola e l’attentatore non sarebbe mai sicuro di riuscire a:

1) Raggiungere la sua posizione d’attacco
2) Posizionare la carica abbastanza vicina al bersaglio
3) Far esplodere la carica al momento giusto

Posizionare furtivamente la carica in anticipo permette di impiegarne una della grandezza adatta, ma ciò richiederebbe un’accurata previsione dei movimenti del bersaglio. Normalmente, 10 libbre di materiale altamente esplosivo o di bombe a frammentazione possono essere considerate il minimo indispensabile. Le seconde possono consistere in un qualsiasi materiale rigido [illegibile] purché i frammenti siano abbastanza larghi. I frammenti di metallo o di roccia dovrebbero essere grandi quanto una noce piuttosto che quanto una penna. Se fossero utilizzate solide lastre di ghisa spesse 1 cm da far frantumare durante l’esplosione, ciò produrrebbe un’eccellente frammentazione. Materiali altamente esplosivi sia militari che commerciali sono pratici da usare durante gli attentati. Esplosivi artigianali o improvvisati sono da evitare. Per quanto verosimilmente potenti, tendono ad essere pericolosi e inaffidabili. Missili esplosivi in funzione antiuomo sono eccellenti, a condizione che l’attentatore abbia conoscenze tecniche sufficienti per innescarli in maniera corretta. Bombe da mortaio da 81 o 82 mm, o da 120 mm, sono particolarmente adatte. Proiettili antiuomo per fucili e obici da 85, 88, 90, 100 e 105 mm sono abbastanza larghi da essere completamente affidabili e abbastanza piccoli da essere trasportati da un uomo. La carica dovrebbe essere posizionata in modo tale che il bersaglio non sia mai a sei piedi di distanza al momento della detonazione. Una grande carica esplosiva a forma di [illegibile] riempita con frammenti di acciaio (ad esempio 1 cm di dadi e bulloni) sparerà [illegibile] altamente letale, similmente ad un fucile, fino a 50 iarde di distanza. Ciononostante, questa reazione non è stata testata a fondo e una replica esatta del dispositivo proposto dovrebbe esser fatta esplodere in anticipo per determinare il raggio esatto, la portata strategica e il grado di penetrazione dei frammenti. I frammenti dovrebbero penetrare di almeno 1 cm nel legno di pino stagionato o equivalente, per avere un minimo di affidabilità. Qualsiasi dispositivo di combustione dovrebbe essere utilizzato in modo tale che sia permesso il massimo controllo all’attentatore. Un ordinario esploratore commerciale o militare risulta efficiente a condizione che sia equipaggiato per un’azione istantanea senza avere il tempo di attingere al sistema. L’accorto [illegibile] l’obiettivo elettronico può fungere da dispositivo d’innesco e fornire l’esatta tempistica con cui l’attentatore può colpire il bersaglio da il più lontano possibile. Ciò eviterà gli svantaggi della tesatura di cavi tra le posizioni previste dell’attentatore e il bersaglio e permetterà inoltre all’attentatore di far detonare la carica da una varietà di posizioni possibili. L’interruttore radio può essere [illegibile] per far detonare [illegibile], sebbene la sua affidabilità sia alquanto più bassa e il suo approvvigionamento potrebbe non essere facile.

Esempi
([illegibile] possono essere presentati brevi profili, con giudizi critici, dei seguenti omicidi e tentativi di omicidio:

- Marat
- Hedrich (probabile riferimento con refuso a Reinhard Heydrich – Nota Wheaton80)
- Lincoln
- Hitler
- Harding
- Roosevelt
- Granduca Sergei
- Truman
- Pirhivie
- Mussolini
- Arciduca Francesco Ferdinando
- Benes
- Rasputin
- Aung Sang
- Madero
- [illeg]
- Kirov
- Abdullah
- Huey Long
- Ghandi
- Alessandro di Jugoslavia
- Trotsky

Tecnica (omicida, n.d.t.) in una sala conferenze

1.


(1) Entrare nella sala velocemente ma in silenzio
(2) Restare sulla soglia

2.


(2) Aprire il fuoco sul primo bersaglio in grado di reagire. Muovere il fuoco attraverso la folla verso il centro di massa. Sparare a raffica fino a svuotare il caricatore al termine del movimento. (1) Coprire il gruppo per prevenire reazioni individuali pericolose e, se necessario, sparare raffiche individuali di 3 colpi.

3.


(2) Fermare la raffica. Dare il comando "Shift". Indietreggiare attraverso la porta. Sostituire il caricatore vuoto. Coprire il corridoio.
(1) Al comando "Shift", aprire il fuoco sul lato opposto del bersaglio, muovere una raffica attraverso la folla.

4.


(1) Fermare la raffica. Dare il comando "Shift". Indietreggiare attraverso la porta. Sostituire il caricatore. Coprire il corridoio.
(2) Al comando "Shift", rientrare nella sala. Coprire il gruppo: uccidere i sopravvissuti con raffiche di 2 colpi. Lasciare propaganda.

5.


(2) Lasciare la sala. Dare il comando "GO". Coprire il retro con il caricatore quasi pieno.
(1) Al comando "GO", guidare la ritirata coprendo la parte anteriore con il caricatore pieno.

6.


Nota
Fino al paragrafo “4. Armi da taglio” la traduzione è tratta da “Il libro che nessun governo ti farebbe leggere. 63 documenti top secret che cambieranno per sempre la tua visione del mondo” di Jesse Ventura e Dick Russell. Tit. or.: “63 Documents the U.S. Government doesn’t want you to read”. Traduzione: Lucio Carbonelli, per Newton Compton Editori (pagg. 26-36). Dal paragrafo “5. Armi contundenti” la traduzione è di Wheaton80.

nsarchive.gwu.edu/NSAEBB/NSAEBB4/ciaguat2.html

[Modificato da wheaton80 08/04/2017 00:18]
28/06/2020 02:43
 
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La CIA manipolò le elezioni italiane del 1948

Alla fine di dicembre, il Washington Post annunciava che il cyber-commando degli Stati Uniti stava ipotizzando un possibile intervento preventivo contro gli ufficiali russi scoperti a interferire nelle prossime elezioni presidenziali di novembre:

www.washingtonpost.com/national-security/us-cybercom-contemplates-information-warfare-to-counter-russian-interference-in-the-2020-election/2019/12/25/21bb246e-20e8-11ea-bed5-880264cc91a9_st...

Come hanno riferito al Washington Post fonti dell’Intelligence, trattasi di un attacco contro alti funzionari russi a scopo di deterrenza. È la cyberwar, quella descritta nel 1993 dagli analisti della Rand Corporation John Arquilla e David Ronfeldt, i quali sostenevano che il nascente internet avrebbe trasformato radicalmente la guerra. L’idea, nei primi anni '90, sembrava fantasiosa e ci volle più di un decennio prima che prendesse piede tra i membri dell’establishment della sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Fino al 2011, quando l’allora Direttore della CIA Leon Panetta spiegò al Congresso degli Stati Uniti:“La prossima Pearl Harbor potrebbe tranquillamente essere un attacco informatico”. Il Russiagate, e l’accusa a Mosca di aver interferito nelle elezioni presidenziali americane del 2016, ha reso d’attualità il tema delle ingerenze straniere. Ma, come ricorda Foreign Affairs, prestigiosa rivista pubblicata dal Council of Foreign Relations, per decenni gli Stati Uniti, attraverso l’Intelligence, sono stati maestri assoluti nel manipolare le elezioni e i processi democratici nei Paesi stranieri, prima dell’avvento della cyberwar, di internet e degli ormai noti "hacker russi":

www.foreignaffairs.com/articles/united-states/2020-06-21/cia-interferes-foreign-e...

E il primo “bersaglio” della CIA fu proprio l’Italia e le elezioni del 1948, segnate da una violenta contrapposizione ideologica fra la Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi, saldamente filo-americana e a favore del Piano Marshall, e il Fronte Democratico Popolare (PCI-PSI) di Nenni e Togliatti. Elezioni storiche nelle quali trionfò De Gasperi con il 48,51% e 12.740.042 voti. Vittoria che rappresentava l’inizio della fase del centrismo.

Il primo obiettivo della CIA
Come scrive David Shimer su Foreign Affairs, il primo programma d’azione segreto della CIA all’estero fu l’operazione che aveva lo scopo di manipolare le elezioni italiane del 1948. "Gli ufficiali dell’Intelligence americana", sottolinea, "diffusero propaganda incendiaria, finanziando il loro candidato preferito e orchestrando iniziative di base, il tutto a vantaggio delle forze centriste italiane rispetto ai loro concorrenti di sinistra”. Dopo la sconfitta del Partito Comunista Italiano, prosegue Shimer, “l’operazione del 1948 divenne un modello, mi confidò David Robarge, il principale storico interno della CIA, per quello che l’agenzia fece allora in molti, molti Paesi in concorrenza con la sua controparte sovietica, il KGB. Dal Cile a El Salvador e in Giappone, la CIA e il KGB hanno preso di mira elezioni democratiche in tutto il mondo. Alcune di queste operazioni hanno manipolato direttamente le schede elettorali; altre hanno plasmato l’opinione pubblica”. Nel XXI secolo, scrive Shimer, gli ufficiali di Washington hanno preso in considerazione di impiegare la CIA al fine di interferire nelle elezioni straniere in almeno due casi. In un caso, in Serbia nel 2000, il dibattito all’interno della comunità d’Intelligence si trasformò in un atto concreto, "poiché la CIA spese milioni di dollari contro il tiranno Slobodan Milosevic". Nell’altro caso, in Iraq, nel 2005, la CIA non intervenne. In entrambi i casi, negli Stati Uniti i politici hanno valutato “i potenziali benefici dell’azione segreta rispetto ai rischi percepiti”.

La CIA contro Milosevic
Nella sua analisi pubblicata sulla prestigiosa e autorevole rivista americana, l’autore spiega che il passaggio dal contenimento del comunismo alla promozione della democrazia ha reso l’interferenza elettorale una strada “più rischiosa” rispetto al passato. Ma nel 2000, anno delle elezioni in Serbia, la comunità d’Intelligence USA decise di mettere in campo tale strategia di ingerenza, nonostante i rischi. L’obiettivo: sbarazzarsi di Slobodan Milosevic. “Non so se abbiamo mai detto pubblicamente che il nostro obiettivo era il cambio di regime”, ha dichiarato James O’Brien, allora inviato speciale di Clinton per i Balcani, ma “non vedevamo in Milosevic qualcuno in grado di guidare un Paese normale”. Dalla metà del 1999 alla fine del 2000, riporta Foreign Affairs, le organizzazioni statunitensi pubbliche e private, l’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale (USAID) degli Stati Uniti e le Organizzazioni Non Governative (ONG), spesero circa 40 milioni di dollari in programmi serbi, sostenendo non solo l’opposizione di Milosevic ma anche i media indipendenti, le organizzazioni civiche e altre organizzazioni. Attraverso questo chiaro impegno, ha spiegato O’Brien, “gli Stati Uniti miravano a scendere in campo in un’elezione che Milosevic voleva manipolare”. E oltre all’azione di ONG come Otpor, Washington mise in campo anche la CIA, pur di battere Milosevic. John Sipher, capo della CIA in Serbia subito dopo le elezioni, ha ammesso che l’agenzia ha incanalato “milioni di dollari” nella campagna anti-Milosevic, principalmente incontrando i principali collaboratori dei leader dell’opposizione serba al di fuori dei confini del loro Paese. In un’intervista, Bill Clinton confermò di aver autorizzato la CIA a interferire nelle elezioni del 2000 a favore degli avversari di Milosevic e “di non aver alcun problema” ad ammetterlo. I leader del Congresso erano a conoscenza e sostenevano questo piano segreto. Trent Lott, all’epoca leader della maggioranza al Senato, ricorda che quando fu informato sull’operazione della CIA, sostenne l’operazione senza alcuna remora. “Il coinvolgimento della comunità dell’Intelligence americana nelle elezioni è stato sostanziale”, ha spiegato Douglas Wise, allora ufficiale delle operazioni della CIA nei Balcani.

Roberto Vivaldelli
23 giugno 2020
it.insideover.com/politica/la-cia-manipolo-le-elezioni-italiane-del-1948.html?fbclid=IwAR28dt90xVXft7J3BJU9oJMI2-m96ZLGE4kjkvFBTMC7z2OXILB...
[Modificato da wheaton80 28/06/2020 02:45]
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La CIA ha perso decine di informatori in tutto il mondo

I principali funzionari del controspionaggio USA hanno inviato un promemoria a tutte le stazioni globali della CIA dichiarando che un numero preoccupante di informatori statunitensi è stato catturato e giustiziato. Il centro di missione di controspionaggio della CIA ha indagato su dozzine di incidenti negli ultimi anni che hanno causato uccisioni, arresti o compromissioni di informatori stranieri. In una mossa insolita, il messaggio inviato tramite un cavo top secret includeva il numero specifico di agenti uccisi da altre agenzie di Intelligence, riporta il New York Times. Annunciare il numero specifico di omicidi è raro, in quanto tale cifra è generalmente tenuta nascosta al pubblico e persino ad alcuni dipendenti della CIA, ha osservato il Times. Il cablogramma arriva tra i recenti sforzi di Paesi come Russia, Cina, Iran e Pakistan per trovare informatori della CIA e trasformarli in doppi agenti, ha riferito il Times. Il promemoria ha anche rilevato problemi di vecchia data, come l’eccessiva fiducia nelle fonti, un processo di reclutamento rapido e un’attenzione inadeguata ai potenziali rischi di Intelligence.

CIA e informatori compromessi
L’aumento degli informatori compromessi evidenzia i modi più sofisticati in cui le agenzie di Intelligence straniere stanno monitorando le azioni della CIA. Questi meccanismi includono intelligenza artificiale, strumenti di riconoscimento facciale e altri metodi di hacking, secondo il Times. Il New York Times ha anche riferito come a volte funzionari della CIA siano stati promossi durante il reclutamento di spie indipendentemente dal successo, dalle prestazioni o dalla qualità di quella spia. “Nessuno viene ritenuto responsabile quando le cose vanno male con un agente”, ha dichiarato al Times Douglas London, un ex agente della CIA che non era a conoscenza del cablo. “A volte ci sono cose al di fuori del nostro controllo, ma ci sono anche occasioni di trascuratezza e le persone in posizioni apicali non sono mai ritenute responsabili”. Le persone che hanno letto il cablogramma hanno aggiunto che era destinato agli ufficiali che sono più direttamente coinvolti nell’arruolare e nel vagliare potenziali nuovi informatori, secondo quanto riportato dal Times. La CIA ha rifiutato di commentare la questione.

07/10/2021
ilfarosulmondo.it/cia-ha-perso-decine-informatori-tutt...
04/12/2021 13:29
 
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La CIA ha occultato i crimini sessuali sui minori commessi dai suoi dipendenti

La CIA aveva le prove che almeno 10 dei suoi dipendenti erano coinvolti in crimini sessuali su minori. Tuttavia, solo uno è stato accusato del crimine, mentre i restanti 10 casi sono stati affrontati dalla stessa CIA. La rivelazione bomba è stata riportata da BuzzFeed News, che ha ottenuto centinaia di rapporti interni della CIA attraverso le cause legali del Freedom of Information Act (FOIA):

www.buzzfeednews.com/article/jasonleopold/cia-employees-sex-crimes-children-secret-fi...

I documenti risalgono ad un periodo compreso tra il 2004 ed il 2019 e l'outlet ha impiegato quasi un decennio per accedervi. Secondo i documenti, uno dei 10 membri dello staff della CIA ha avuto "attività sessuale inappropriata con una bambina di due anni non identificata" e ha ammesso di aver avuto contatti sessuali con una bambina di sei anni in "due occasioni separate". L'impiegato è stato licenziato dall'agenzia ma mai denunciato. Un secondo dipendente avrebbe acquistato video sessuali di giovani ragazze che sono stati registrati dalle madri delle vittime, un incidente che ha portato alle sue dimissioni, ma non accuse, mentre un appaltatore della CIA, che in realtà era un agente dell'FBI sotto copertura, è stato ripreso mentre tentava di organizzare sesso con un bambino. Il suo contratto è stato revocato, ma non sono state presentate accuse. Secondo BuzzFeed, anche l'unico dipendente della CIA che è stato effettivamente accusato di reati sessuali su minori era indagato per cattiva gestione di materiale classificato. Un ex funzionario anonimo ha raccontato a BuzzFeed che la CIA preferisce occuparsi degli incidenti internamente perché i dipendenti che vengono accusati di un crimine "potrebbero essere inavvertitamente costretti a rivelare fonti e metodi". Non è la prima volta che vengono rilasciati documenti che mostrano un problema di reati sessuali su minori alla CIA e la riluttanza dell'agenzia ad affrontarlo esternamente. Nel 2015, Vice News aveva anche ottenuto documenti tramite richieste al FOIA che dimostravano come la CIA fosse a conoscenza di crimini di pedofilia e pedopornografia presumibilmente commessi dal suo personale:

www.vice.com/en/article/qv5jyq/death-threats-child-porn-and-war-crimes-inside-cia-investigations-of-its-own-e...

02 dicembre 2021
www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_cia_ha_occultato_i_crimini_sessuali_sui_minori_commessi_dai_suoi_dipendenti/82_44194/?fbclid=IwAR2UbPnvn8QtOUAXbOuMKY3JcR4h6cv-aBD9Fsa6EHWzjH_JKHD...
18/01/2022 17:46
 
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Danimarca - La CIA ha usato bambini orfani per esperimenti psichiatrici



L’emittente pubblica danese Danish Radio ha recentemente pubblicato un reportage intitolato “The Search for Myself”, il quale ha rivelato come 311 orfani danesi siano stati usati “inconsapevolmente” in una serie di esperimenti finanziati dalla CIA all’interno del programma MK-Ultra. Secondo il servizio radiofonico, gli esperimenti sono iniziati nei primi anni Sessanta e sono durati per vent’anni. Questi test sono stati condotti per indagare il legame tra ereditarietà e ambiente nello sviluppo della schizofrenia. Tuttavia, ai bambini non era stato dato alcun consenso informato, oltre al fatto che non erano stati informati in quale ricerca fossero coinvolti nemmeno dopo la fine degli esperimenti. Secondo il regista dell’inchiesta, e in base alle informazioni degli archivi nazionali, il progetto di ricerca è stato cofinanziato dal servizio sanitario degli Stati Uniti. Solo nel primo anno, il progetto è stato sostenuto con ciò che oggi corrisponde a 4,6 milioni di corone danesi (700.000 dollari). Ha anche ricevuto finanziamenti dallo Human Ecology Fund, un’operazione finanziata dalla CIA attraverso la Cornell University College of Human Ecology Society for the Investigation of Human Ecology per supportare la ricerca segreta sul lavaggio del cervello. È stato anche collegato alla ricerca nell’ambito del programma MK-Ultra, in cui gli studiosi di scienze sociali, inclusi gli antropologi, sono stati portati (per lo più inconsapevolmente) a fornire dati per le tecniche di interrogatorio ancora in uso oggi. Lo psichiatra danese Fini Schulsinger ha dedicato la sua tesi di dottorato agli esperimenti nel 1977, intitolandola “Studi per far luce sulla connessione tra ereditarietà e ambiente in psichiatria”.

I test si sono svolti in un seminterrato dell’ospedale municipale di Copenaghen. Il regista e produttore del reportage, Per Wennick, è stato lui stesso sottoposto a questi esperimenti da bambino. “Ci hanno messo su una sedia, hanno messo elettrodi sulle braccia, sulle gambe e sul petto intorno ai nostri cuori e abbiamo dovuto ascoltare rumori forti e striduli”, ha detto Wennick. “Era molto scomodo”, ha detto Wennick alla radio danese. “E non è solo la mia storia, è la storia di tanti bambini”. Per sua stessa ammissione, gli è stato promesso “qualcosa di divertente” prima di essere portato in ospedale. “Penso che questa sia una violazione dei miei diritti di cittadino. Trovo così strano che alcune persone sappiano su di me più di quanto io stesso non fossi a conoscenza”. Secondo Jacob Knage Rasmussen, storico, dottore di ricerca e ispettore museale presso il Museo del Benessere danese, questo è stato l’unico esperimento noto nella storia danese che ha utilizzato i bambini sotto la cura dello Stato per la ricerca. Secondo la radio danese, l’idea di sperimentare sui bambini vulnerabili è venuta dallo psicologo americano Zarnoff A. Mednick, allora professore all’Università del Michigan. Durante le ricerche per il reportage, Per Wennick è riuscito a individuare 36 dossiers presso il Centro Psichiatrico Glostrup di Hvidovre, che dettagliavano gli esperimenti senza scrupoli della CIA sui bambini. Tuttavia, quando il centro ha saputo dell’inchiesta, ha iniziato a distruggere i documenti, attività ovviamente illegale.

Fonti

- www.blacklistednews.com/article/81476/cia-experimented-on-hundreds-of-orphans-torturing-them-to-reveal-psychopat...
- www.granma.cu/mundo/2021-12-31/la-cia-utilizo-a-huerfanos-en-experimentos-...
- www.dr.dk/nyheder/indland/danske-boernehjemsboern-brugt-i-hemmelig-undersoegelse-stoette...

Lorenzo Poli
02.01.22
www.pressenza.com/it/2022/01/danimarca-la-cia-ha-usato-bambini-orfani-per-esperimenti-psich...
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