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Perché gli ex dipendenti della Silicon Valley sono contro la Silicon Valley

Ultimo Aggiornamento: 07/04/2023 20:00
21/10/2018 19:48
 
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Ex dipendenti di grandi aziende della Silicon Valley uniti contro la tecnologia che loro stessi hanno contribuito a creare. Il movimento di quelli che hanno smesso di credere ciecamente nella promessa di internet, e che stanno cercando di evidenziarne le storture, ora fa sul serio. Nasce il Center of Humane Technology, che prevede un’attività di lobby e una campagna pubblicitaria in 55mila scuole degli Stati Uniti, intitolata “La verità sulla Tecnologia” (sarà finanziata con sette milioni di dollari, della Common Sense Media e dai fondi raccolti dal centro stesso). Dal canto suo, spiega Tristan Harris, un ex dipendente Google, il centro ha la forza di poter contare su una visione dall’interno:“Sappiamo cosa misurano le aziende, come parlano, e come lavorano gli ingegneri”. Al gruppo hanno preso parte, come riporta il New York Times, Sandy Parakilas, ex Operation Manager di Facebook; Lynn Fox, che ha lavorato nella comunicazione sia di Apple che di Google; Dave Morin, ex Dirigente Facebook; Justin Rosenstein, creatore del tasto “like” di Facebook e co-fondatore di Asana; Roger McNamee, uno dei primi investitori di Facebook, e Renée Di Resta, studioso di BOT:

www.nytimes.com/2018/02/04/technology/early-facebook-google-employees-fight-...

Ma il movimento è qualcosa che va al di là dell’attività del neonato centro: l’ex vice presidente per la crescita dell’utenza di Facebook, Chamath Palihapitiya, alla fine dello scorso anno si era detto “profondamente in colpa” per aver contribuito alla creazione di strumenti che “stracciano il tessuto sociale”. Gli stessi ricercatori del social network hanno messo in guardia dagli impatti negativi di una fruizione passiva dell’informazione su Facebook. L’AD di Apple, Tim Cook, ha detto al Guardian che non vorrebbe sapere sua nipote sui social media. Lo scetticismo nei confronti di un certo uso della tecnologia, e della rete prima di tutto, continua a prendere piede, inesorabilmente. The Center of Humane Technology vuole iniziare a fare pressioni per leggi che intacchino il potere delle grandi aziende tech. Tra i primi obiettivi c’è un disegno di legge presentato dal senatore Edward J. Markey, democratico del Massachusetts, che commissionerebbe ricerche sull’impatto della tecnologia sulla salute dei bambini, e quello del senatore dello Stato della California Bob Hertzberg, che vuole proibire l’uso di BOT senza identificazione. Questo fa parte di una più ampia presa di posizione contro la disinformazione, uno dei temi che più ha colpito alle gambe i giganti della tecnologia. Per sostenere l’uso di BOT che siano chiaramente BOT, Hertzberg ne ha creato uno che lo retwitta:

twitter.com/Bot_Hertzberg/status/959217300317528069

Diletta Parlangeli
5 Feb, 2018
www.wired.it/internet/web/2018/02/05/google-facebook-dipendenti-silicon...
[Modificato da wheaton80 21/10/2018 19:50]
21/10/2018 19:53
 
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Addio Paul Allen, co-fondatore Microsoft



Addio a Paul Allen. Il co-fondatore di Microsoft è morto a Seattle all'età di 65 anni per complicazioni legate a un linfoma non Hodgkin, lo stesso tipo di cancro che aveva sconfitto anni fa. Timido figlio di bibliotecari e genio dei computer, nel 1975 insieme a Bill Gates fondò il colosso di Redmond con il 'sogno' di portare un computer in ogni casa. Dopo soli otto anni però Allen lasciò Microsoft per problemi di salute e per il deteriorarsi della sua amicizia con Gates. Nonostante la sua uscita, Allen rimase una vera e propria forza nel mondo della tecnologia e della filantropia, investendo miliardi di dollari nelle avventure imprenditoriali più disparate, dalla scoperta di relitti della Seconda Guerra Mondiale a scommesse in società spaziali. Senza perdere di vista lo sport: Allen era infatti proprietario della squadra di basket NBA Portland Trail Blazers e di quella di football dei Seattle Seahawks, oltre ad avere una quota di quella di calcio dei Seattle Sounders. "Ho il cuore spezzato per la morte di Paul Allen, uno dei miei più vecchi e cari amici. Il personal computing non sarebbe esistito senza di lui. Avrebbe meritato molto più tempo, ma i suoi contributi al mondo della tecnologia e della filantropia vivranno per le generazioni a venire. Mi mancherà moltissimo", scrive in un messaggio Bill Gates. Allen ha dato un "indispensabile"contributo a Microsoft e all'industria tecnologica, afferma Satya Nadella, Amministratore Delegato della casa di Redmond, sottolineando di aver imparato molto da Allen, che continua ancora a ispirarlo. Tributi anche da Tim Cook, CEO di Apple, e Jeff Bezos, CEO di Amazon. Per il primo "l'industria tecnologica ha perso un pioniere e una forza positiva", mentre per Bezos, "la sua passione per le invenzioni e l'andare oltre hanno ispirato molte persone. E' stato inarrestabile fino alla fine.

17 ottobre 2018
www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/hitech/2018/10/16/addio-paul-allen-cofondatoremicrosoft_d4e7f774-cb55-4893-9140-50a7612a7...
17/12/2018 20:31
 
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Il fondatore di Vine Colin Kroll trovato morto a New York



Colin Kroll, cofondatore di due app di grande successo e popolarità come Vine e HQ Trivia, è stato trovato morto nel suo appartamento di Soho, a Manhattan. Aveva 34 anni e la causa del decesso, secondo i primi accertamenti, sarebbe un’overdose da stupefacenti. Kroll era infatti nel suo letto, attorno al quale la polizia ha rinvenuto alcuni strumenti utilizzati per assumere eroina e cocaina. A dare l’allarme è stata una telefonata della fidanzata di Kroll, che non lo sentiva da ore. La carriera di Kroll, iniziata nel 2007 a Yahoo!, è stata sempre tormentata a causa dei suoi eccessi e del suo carattere difficile. Nel 2014 fu licenziato da Twitter con l’accusa di essere «un cattivo manager», dopo che il social network aveva acquistato la sua Vine, un’applicazione che permetteva di creare mini-video della durata di sei secondi, i cosiddetti vines. L’accusa principale che gli fu mossa arrivò da alcune donne, che lamentarono comportamenti molesti di Kroll, anche se nessuna arrivò mai a denunciarlo. Nel 2015 fu nominato CEO di HQ Trivia, una app molto popolare tra i giovanissimi, con la quale ogni giorno è possibile vincere denaro se si risponde esattamente ad una serie di 12 domande di difficoltà crescente. Al massimo della sua popolarità HQ Trivia contava 2 milioni di giocatori, con un valore di mercato che si aggirava sui 100 milioni di dollari. Ultimamente però l’app, dopo il successo iniziale, continuava a perdere audience: se nel gennaio di quest’anno era nella top ten dei giochi più scaricati sull’iPhone, si posiziona adesso tra il 250mo e il 500mo posto. Kroll inoltre era negli ultimi tempi alle prese con un dipendente che lo aveva denunciato per «uno stile manageriale aggressivo».

16/12/2018
www.lastampa.it/2018/12/16/tecnologia/il-fondatore-di-vine-colin-koll-trovato-morto-a-new-york-F3lOIdBfgz16j9jPgdqr8J/pag...
[Modificato da wheaton80 17/12/2018 20:32]
24/10/2019 02:37
 
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Morto Mark Hurd, il CEO di Oracle



Mark Hurd, CEO di Oracle ed ex CEO di Hewlett-Packard, due delle società più famose della Silicon Valley, è morto all’età di 62 anni. Il fondatore e Presidente di Oracle Larry Ellison ha confermato la morte di Hurd venerdì. “Mark era il mio amico intimo e insostituibile e fidato collega”, ha detto Ellison in una nota ai dipendenti Oracle che è stata pubblicata sul sito WEB personale di Mark Hurd. “Oracle ha perso un leader brillante e amato che ha toccato personalmente la vita di così tanti di noi durante il suo decennio in Oracle. A tutti noi mancherà la mente acuta di Mark e la rara capacità di analizzare, semplificare e risolvere rapidamente i problemi”. Hurd si è congedato da Oracle (ORCL) un mese fa per motivi medici non specificati, dicendo in un messaggio ai dipendenti che all’epoca aveva deciso che doveva trascorrere del tempo focalizzato sulla sua salute. È stato Amministratore Delegato e Consigliere di Amministrazione della società dal 2014. Ha lavorato insieme a Safra Catz, che ha anche il titolo di CEO. Ellison ha assunto le responsabilità di Hurd quando questo si è dimesso. Hurd è nato nel 1957 a New York City, nell’Upper East Side, secondo il suo sito WEB personale. Si trasferisce quindi a Miami per il liceo. Si è laureato con una laurea in marketing management nel 1979 presso la Baylor University in Texas, dove ha giocato a tennis ed è stato Presidente di una confraternita. La sua carriera è iniziata nel 1980 presso la società ATM NCR come commesso junior, arrivando fino a diventare CEO nel 2003. È diventato CEO di HP nel 2005, sostituendo il CEO espulso Carly Fiorina. In seguito al suo salto in Oracle nel 2010, è stato poi promosso a CEO nel 2014. Ha supervisionato il modo in cui Oracle avrebbe venduto e commercializzato i prodotti, mentre Catz si è occupata della gestione finanziaria, legale e operativa.

Sowmya Sofia Riccaboni
19 ottobre 2019
www.periodicodaily.com/morto-mark-hurd-il-ceo-di-oracle/
11/03/2023 18:29
 
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Il fallimento di Silicon Valley Bank

Silicon Valley Bank (SVB), una delle più importanti banche statunitensi nel settore delle startup tecnologiche, è fallita, rendendo necessario l’intervento da parte del governo degli Stati Uniti. È il più grande fallimento nella storia finanziaria del Paese dopo quello di Washington Mutual nel 2008 e segna la fine di una banca che solo un anno e mezzo fa aveva una valutazione di oltre 44 miliardi di dollari. I depositi entro i 250mila dollari saranno garantiti dalla Federal Deposit Insurance Corporation, l’ente che offre garanzie sui conti correnti, ma la quasi totalità degli investitori aveva cifre molto più alte in SVB, che ora rischia di non ricevere indietro. La notizia del fallimento di SVB ha avuto ripercussioni negative sui mercati azionari, ma meno estese di quanto ci si aspettasse. Il sistema bancario statunitense è solido e stabile, come ha chiarito la Segretaria al Tesoro Janet Yellen, ma ci sono stati comunque effetti per le società di investimenti di capitale maggiormente attive nel settore tecnologico. Alcune delle più grandi e importanti utilizzavano infatti SVB per gestire le proprie attività finanziarie, erogare i fondi alle startup e indirizzarne le attività di spesa.

SVB era stata fondata nel 1983 a Santa Clara in California e in poco tempo era diventata una delle principali banche della Silicon Valley, dove iniziavano a concentrarsi le aziende informatiche. Nel 2021 la banca gestiva circa la metà di tutti i fondi impiegati per finanziare le startup: era cresciuta velocemente e aveva attirato numerosi investitori, interessati ad avere una banca specializzata negli investimenti nel settore tecnologico. Per lungo tempo gli affari erano andati molto bene, complici i successi e la veloce crescita delle società tecnologiche. SVB aveva raccolto risorse finanziarie di vario tipo per 200 miliardi di dollari, una cifra importante, ma comunque distante da quelle raccolte dalle banche più grandi e tradizionali statunitensi, solitamente nell’ordine delle migliaia di miliardi di dollari. Nel complesso, SVB utilizzava il denaro depositato dai propri clienti per investirlo in obbligazioni (bond), una strategia piuttosto comune tra le banche e che aveva fruttato bene fino allo scorso anno, quando era iniziata ad aumentare l’inflazione.

La banca centrale degli Stati Uniti (la Federal Reserve) era intervenuta aumentando i tassi d’interesse, facendo ridurre il valore degli investimenti che SVB aveva già effettuato a tassi più bassi. Come le altre banche, SVB avrebbe potuto attendere la fine naturale degli investimenti già fatti per arginare il problema, ma si era ritrovata a fare i conti con un forte rallentamento dell’economia legata alle aziende tecnologiche della Silicon Valley. Il flusso di nuovi depositi si era ridotto e molti clienti avevano iniziato a essere scettici sulla solidità e l’affidabilità della banca, tanto che alcuni avevano scelto di ritirare i propri fondi anche su sollecitazione di alcuni fondi di investimento. Lo scorso 8 marzo le cose erano peggiorate ulteriormente quando SVB Financial Group, uno dei rami della banca, aveva annunciato la vendita di titoli per 21 miliardi di dollari, prevedendo una perdita di circa 2 miliardi di dollari. La banca confidava in questo modo di rimettere in sesto i bilanci, ma l’annuncio delle perdite aveva spaventato ulteriormente clienti e investitori, determinando una nuova ondata di prelievi da parte dei correntisti.

Venerdì 10 marzo era infine intervenuto il governo con la decisione di chiudere la banca per tutelare i proprietari dei conti. Secondo gli analisti, SVB è fallita così rapidamente a causa della forte esposizione su un unico settore, quello delle aziende tecnologiche della Silicon Valley, e della conseguente mancanza di differenziazione con investimenti in altri settori. Fino a quando la crescita di alcune startup e di aziende già consolidate era stata forte, SVB non aveva avuto problemi nemmeno in altre fasi di generale rallentamento dell’economia. La banca era del resto scelta da molti investitori perché offriva facilmente accesso al credito per le startup, con piani dedicati per il finanziamento di società che per definizione perdono soldi nella loro fase di avvio. Considerata la specificità di SVB, le analisi circolate finora non segnalano particolari rischi per il resto del settore bancario statunitense. Il fallimento avrà ripercussioni limitate, ma è comunque un ulteriore segnale del momento di difficoltà che sta interessando i venture capitalist, i soggetti che investono sulle nuove aziende tecnologiche scommettendo sul loro futuro spesso con finanziamenti ad alto rischio.

11 marzo 2023
www.ilpost.it/2023/03/11/fallimento-silicon-valley-bank/
07/04/2023 20:00
 
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Giallo sulla morte di Bob Lee: il creatore di Cash App accoltellato a San Francisco



Bob Lee, creatore di Cash App ed ex dirigente di Square, è stato accoltellato a morte a San Francisco. Lo riporta la CNN, citando Josh Goldbard, il CEO di MobileCoin, azienda di criptovalute dove Lee era direttore di produzione. Una vicenda tutta da chiarire. Lee, 43 anni, era un volto molto conosciuto nella Silicon Valley: c’era agli albori dello sviluppo del sistema operativo Android di Google, ma il capolavoro della sua carriera è senza dubbi Cash App, popolarissimo servizio di pagamento mobile negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

Cosa è successo
Secondo quanto riportato dai media statunitensi, ieri alle 2.35 del mattino le autorità di San Francisco hanno risposto a una chiamata in cui si segnalava un accoltellamento su Main Street, nel quartiere degli affari della città. Nelle vicinanze si trovano diverse sedi importanti dei colossi della tecnologia e della finanza, come Google, Slack o BlackRock, nonché l’Università di San Francisco. I soccorritori giunti sul posto hanno trovato un 43enne agonizzante con ferite da taglio sul corpo, hanno provato a rianimarlo ma non c’è stato niente da fare. Quell’uomo era Bob Lee, come confermato dall’amico e boss Goldbard. Si indaga per omicidio.

San Francisco violenta

La morte di Lee accende un faro sulla crescita dei crimini violenti a San Francisco. Solo nei primi mesi del 2023 si sono registrati 12 omicidi, un aumento del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. “Non so come risolvere quello che non va, ma so che qualcosa non funziona nella nostra città grigia. Bob ha lasciato questo mondo troppo presto”, ha scritto Goldbard su Twitter.

Fruzsina Szikszai
05 aprile 2023
www.quotidiano.net/esteri/giallo-sulla-morte-di-bob-lee-il-creatore-di-cash-app-accoltellato-a-san-francisco-...
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