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Auto elettrica esplode in garage a Treviso e distrugge la casa: era parcheggiata, blackout nel quartiere

Ultimo Aggiornamento: 20/04/2024 01:55
17/06/2023 18:09
 
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Momenti di paura nella notte a Treviso. Un’auto elettrica è esplosa in un garage nella notte tra martedì e mercoledì 14 giugno, distruggendo parte dell’abitazione e danneggiando quella accanto. Ancora ignote le cause, ma nel frattempo i proprietari sono costretti a fare le valigie.

L’esplosione nella notte
La vettura elettrica, una Renault Zoe del 2020, si trovava nel garage di una villetta in Vicolo 7 aprile 1944 a Treviso e non era posta sotto carica. Intorno all’una di notte, però, ha preso fuoco improvvisamente, allarmando il quartiere. L’esplosione, come riporta il Gazzettino, ha mandato in frantumi il box che ospitava l’auto e reso inagibile la villetta. L’auto elettrica ha mandato in tilt anche la centralina dell’ENEL che si trovava a pochi metri di distanza, causando un blackout nell’intera zona. Svegliati dal rumore dell’esplosione, i residenti sono scesi in strada, in attesa dell’arrivo dei Vigili del Fuoco e di una volante della polizia.

I proprietari dell’auto
L’auto esplosa è di proprietà di due militari della Guardia di Finanza, trasferiti nella villetta da una decina di giorni. Un’altra auto, parcheggiata nelle vicinanze, è rimasta danneggiata, così come l’abitazione dei vicini, accanto alla villetta coinvolta. “Sinceramente non auguro a nessuno di vivere quello che è capitato a noi”, ha detto al Gazzettino la donna. L’abitazione è stata dichiarata inagibile dai Vigili del Fuoco, quindi i coniugi sono costretti a fare le valigie e andare via, insieme al figlio di 3 anni. “Era l’una e quarto quando ho sentito un botto violentissimo", ha raccontato l’uomo. "Mi sono svegliato all’improvviso, sono sceso giù per vedere cosa stesse accadendo. In quel momento l’auto ha preso fuoco. Ho fatto solo in tempo a chiamare mia moglie dicendole di prendere il bambino e uscire subito di casa”. Dopo il botto “anche i vicini sono usciti, spaventatissimi", continua. "Per fortuna che i Vigili del Fuoco sono stati rapidi ad arrivare e ad arginare le fiamme”.

Le cause dell’esplosione
Secondo i due proprietari, “l’auto ha sempre funzionato bene, era parcheggiata al solito posto e non era sotto carica", spiegano. "Non riusciamo a capire“. Ipotizzano che la colpa possa essere stata della batteria al litio, ma al momento non c’è nulla di certo. “Adesso vogliamo andare fino in fondo, qui ci sono danni molto ingenti. In casa non ci possiamo tornare e per qualche tempo andremo a stare da dei parenti”, hanno raccontato. Il comandante provinciale della Guardia di Finanza ha assicurato che “da parte nostra faremo di tutto per aiutare i ragazzi”.

Giulia D'Aleo
15 giugno 2023
notizie.virgilio.it/auto-elettrica-esplode-in-garage-a-treviso-e-distrugge-la-casa-era-parcheggiata-blackout-nel-quartiere...
29/07/2023 14:35
 
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GB - Gli incendi delle macchine con batterie al litio particolarmente sfidanti per i VVFF

Gli incendi che coinvolgono batterie agli ioni di litio, scrive The Telegraph, rappresentano una sfida unica per i vigili del fuoco e i conducenti di auto elettriche dovrebbero avere premi assicurativi più costosi per coprire il costo degli incendi che sono più difficili da estinguere. È il punto di vista espresso dal deputato conservatore Greg Smith, che fa parte del comitato dei trasporti. Smith ha detto che il contribuente finirà per pagare il conto per le attrezzature antincendio dei vigili del fuoco, ma che dovrebbero essere le compagnie di assicurazione a pagare. “Qualcosa che dobbiamo effettivamente considerare", ha sottolineato, "è il recupero dei costi per il settore pubblico, in particolare i vigili del fuoco. Così come le compagnie assicurative pagano per problemi medici causati da incidenti stradali, penso che questo sia il modo in cui si dovrebbe risolvere il problema di chi paga per spegnere gli incendi elettrici”. Le batterie agli ioni di litio di molte auto elettriche sono considerate particolarmente difficili da controllare e i vigili del fuoco stanno ancora testando i modi migliori per spegnere gli incendi, tra cui mettere le auto in acqua, coprirle con schiuma o con una grande coperta antincendio.

I commenti arrivano dopo che i vigili del fuoco di Norfolk hanno preso la decisione di inviare almeno equipaggi per ogni incendio di auto elettriche. Questi provocano fiamme che richiedono fino a 30.000 litri di acqua per essere spente, rispetto ai 1.000 e 2.000 litri delle auto convenzionali. Anche Craig Mackinlay, deputato conservatore di Thanet, ha concordato con il suo collega facendo presente che un deposito di automobili vicino al suo collegio elettorale nel Kent era pieno di auto elettriche bruciate. “Gli incendi delle auto elettriche sono molto, molto difficili da spegnere", ha spiegato, "perché le batterie al litio non si spengono facilmente con l’acqua. Devi quasi solo lasciarli bruciare. La quantità di fumi nocivi che ne escono è davvero piuttosto grave”. I vigili del fuoco in tutto il Paese, ha aggiunto, dovranno attrezzarsi con kit più costosi e potenzialmente più personale” per gestire quelle situazioni. Mackinlay ha affermato che il costo dell’equipaggiamento dei servizi antincendio e di soccorso necessari per affrontare adeguatamente gli incendi delle auto elettriche attualmente sono trasferiti al contribuente. Le spese minime di chiamata per i vigili del fuoco per situazioni non di emergenza sono di circa £ 400, ma variano a seconda del servizio in questione. “Se questi costi aumentano, il contribuente generale pagherà di più. Nel mercato assicurativo, soffriremo tutti di polizze assicurative più elevate solo per far fronte ai costi astronomici e ai tassi di guasto dei veicoli elettrici in caso di incendi e persino di incidenti minori”.

Tesla Fire, il sito WEB che riporta gli incendi nei veicoli elettrici creati dall’azienda di Elon Musk, elenca 25 incendi a livello globale dall’inizio del 2023. Il pericolo di incendi, comunque, non sembra frenare la diffusione dei veicoli elettrici. Ad esempio in Corea del Sud, secondo quanto riferito dal riassicuratore Korean RE, nel periodo 2018-2022 il numero di auto elettriche è cresciuto del 59,3% contro soltanto il 2,7% delle macchine a propulsione tradizionale.

24/07/2023
www.intermediachannel.it/2023/07/24/gb-gli-incendi-delle-macchine-con-batterie-a...
28/09/2023 18:35
 
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Le batterie “ecologiche” mandano a fuoco l’Australia

Tesla fa fuoco e fiamme. Non parliamo del successo sul mercato mondiale e dei milioni guadagnati dalla multinazionale delle batterie elettriche. Parliamo di una fabbrica Tesla dove si è scatenato un incendio.

Incendio nella fabbrica di Tesla
È successo in Australia. L’incidente, di cui non si conoscono ancora le cause, si è verificato in un impianto di Bouldercombe, nel Queensland Centrale, uno stabilimento che attualmente sta attraversando il processo di messa in servizio. Si tratta di una succursale operativa della società texana che produce sistemi di stoccaggio energetico, nota nel mondo per la produzione di batterie per auto elettriche. Il proprietario del progetto batterie Genex Power ha confermato che uno dei 40 moduli batteria Tesla Megapack 2.0 è andato in fumo. Da notare che il Queensland, conosciuto soprattutto per le coste, le isole e la barriera corallina, a livello energetico è dotato di giacimenti di carbone di alta qualità. E poi c’è l’eolico, su cui il governo ha investito circa 500 milioni di dollari all’interno della cosiddetta “zona di energia rinnovabile”. Il Queensland è una delle tre regioni designate dal governo australiano per il “piano energie pulite”. Non si sono però fatti i conti con gli incidenti di tipo industriale, almeno per quanto riguarda la produzione di batterie al litio.

Difficoltà di spegnimento
L’allarme incendio nello stabilimento Tesla è stato lanciato martedì sera alle 19:45, ora locale. I vigili del fuoco spiegano che è circoscritto ma il punto è che si sono registrate grosse difficoltà nell’attività di spegnimento. E c’è grande preoccupazione per la nube tossica che rischia di causare danni alla salute della popolazione residente.

La nuvola di veleni
A chi ha problemi respiratori è stato raccomandato di tenere a portata i farmaci normalmente in uso. In generale agli abitanti è stato suggerito di chiudere porte e finestre ma è chiaro che si tratta di misure tampone. Ecologici ma non troppo i prodotti con cui Tesla sta conquistando il mercato mondiale dell’automotive. E lo dimostrano le difficoltà dei vigili del fuoco impegnati in questi giorni nelle attività di spegnimento.

Il contatto delle batterie con l’acqua riaccende le fiamme
Le batterie agli ioni di litio hanno una caratteristica: quando entrano in contatto con l’acqua, questa, invece di spegnere le fiamme, finisce per alimentare il fuoco. Questo accade perché la reazione dell’acqua con il litio produce gas idrogeno infiammabile. E così si aggiunge pericolo al pericolo. Insomma c’è un problema sicurezza. In passato per sedare le fiamme a volte c’è stato bisogno di una quantità di acqua fino a 40 volte superiore a quella normalmente necessaria. Ne sanno qualcosa i proprietari di auto Tesla. Come consiglia la società produttrice:“Gli incendi della batteria possono richiedere fino a 24 ore per estinguersi”.

Effetti collaterali dell’elettrico: esplosioni
In caso di alluvioni, a differenza delle auto tradizionali, le auto elettriche devono essere sottoposte ad una specie di quarantena per scongiurare incendi ed esplosioni. L’acqua non va d'accordo con i nuovi motori elettrici. Ciò spiegherebbe perché Tesla ha consigliato alle autorità di Bouldercombe di non spegnere l’incendio. Intanto la gente del posto ha a che fare con le fumate tossiche provenienti dallo stabilimento.

Problema sicurezza
Quando il gigante industriale annunciò l’apertura della fabbrica a Boludercombe la notizia venne accolta dagli enti pubblici locali come un’occasione per dare nuovi posti di lavoro. Il polo australiano della Tesla si trova a 23 km da Rockhampton e qui ha investito 60 milioni di dollari. Il terreno è stato assicurato per la realizzazione di un progetto che, stando alle promesse, una volta ultimato dovrebbe alimentare 4.167 abitazioni. La soluzione di tutti i mali, dicono i sostenitori del piano elettrico. Fumo negli occhi, fa notare chi vede nella svolta green solo un’operazione di facciata comoda a nuovi e vecchi miliardari. Per ora fumo pericoloso e fiamme.

Andrea Tomasi
28 settembre 2023
www.byoblu.com/2023/09/28/le-batterie-ecologiche-mandano-a-fuoco-lau...
[Modificato da wheaton80 28/09/2023 18:35]
07/11/2023 11:51
 
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Auto elettriche, decisa retromarcia di Volkswagen: perché i grandi progetti rallentano

Procede spedito il rallentamento di Volkswagen per quanto riguarda la produzione di veicoli elettrici. Secondo quanto sostenuto dalla casa automobilistica tedesca, la domanda sarebbe bassa e allora è stata rinviata la nascita di una nuova grande fabbrica in Europa. L’anno scorso Volkswagen aveva annunciato di volere investire 6 miliardi di euro per costruire la fabbrica entro il 2025, tra l’Europa centrale e quella orientale, con l’obiettivo di produrre le batterie che alimentano le automobili. Si tratterebbe della quarta gigafactory, cioé una fabbrica di grandi dimensioni in cui più marchi del gruppo vengono coinvolti. Nel caso specifico, le batterie prodotte riguarderebbero non solo Volkswagen ma anche Audi, Škoda e SEAT.

Per Volkswagen è colpa della domanda
Arriva quindi il rinvio da parte della casa tedesca. Inizialmente le fabbriche realizzate entro il 2030 avrebbero dovuto essere sei. Ne dovrebbero tuttavia nascere tre: in Germania, Spagna e Canada.

“Per ora non prenderemo una decisione su un quarto sito per produrre batterie. La domanda di veicoli elettrici in Europa è al di sotto delle aspettative. Sulla base delle condizioni del mercato non esiste alcuna logica commerciale per decidere su ulteriori siti”
- Oliver Blume, Amministratore Delegato del gruppo Volkswagen

Per lo stesso motivo, ovvero una presunta riluttanza all’elettrico da parte dei consumatori, lo scorso 19 settembre Volkswagen aveva annunciato il licenziamento di oltre 250 dipendenti nella sua fabbrica di Zwickau, città della Germania orientale.

I dati contraddittori delle auto elettriche in Europa
Tuttavia, secondo i dati dell’Associazione Europea dei Costruttori, nei primi nove mesi del 2023 le immatricolazioni di vetture elettriche nel continente sono cresciute del 46,9% rispetto al 2022, comprendendo però anche la spinta derivante dalle vendite ai clienti commerciali. Si registra comunque un deciso calo delle immatricolazioni proprio in Germania, dovuto presumibilmente alla fine degli incentivi negli ultimi mesi. Tra agosto e settembre 2023 le vendite si sono ridotte del 63%. Sempre a settembre, in un confronto con il 2022, si registra un -28%. E in Italia? Tra il 2022 e il 2023 le vendite sono cresciute del 30,8% ma il nostro Paese risulta ultimo tra i principali Stati europei per vendite di automobili elettriche. Nonostante le ambizioni, il mercato non risulta insomma ancora sostenibile. Volkswagen non è infatti l’unica casa che sta rallentando sugli investimenti elettrici. Tra i governi europei, invece, il Regno Unito ha recentemente rinviato di 5 anni (dal 2030 al 2035) lo stop della produzione dei motori termici. Chissà allora come si muoverà l’Unione Europea, che ha introdotto il divieto nel 2035 nonostante le difficoltà produttive e di mercato.

Andrea Murgia
03 novembre 2023
www.byoblu.com/2023/11/03/auto-elettriche-decisa-retromarcia-di-volkswagen-perche-i-grandi-progetti-ral...
12/12/2023 01:35
 
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Oslo - Tutti i bus elettrici in panne. Stranamente al Nord fa freddo

Viva l’elettrico, ma solo nelle mezze stagioni. Ad Oslo i trasporti pubblici sono completamente crollati. La responsabilità è dei 183 nuovi autobus elettrici della città, che non possono far fronte al freddo gelido, cosa che in un Paese nordico non dovrebbe essere inattesa. L’operatore dei trasporti conferma: gli autobus elettrici semplicemente non sono abbastanza affidabili in inverno:“L’autonomia degli autobus elettrici diminuisce drasticamente quando fa freddo. Le batterie si scaricano più velocemente”. Sono state interessate complessivamente circa 140 partenze. Le linee interessate erano servite da nuovi autobus articolati elettrici, molto apprezzati per le loro qualità ecologiche, presumibilmente il futuro della mobilità, che sono stati consegnati solo verso aprile. Passata l’estate però questi bus autoarticolati, prodotti dalla Solaris e dotati di un pacco batterie da 500 kWt, hanno iniziato miseramente ad avere dei grossi problemi. L’amara realtà è la seguente: le temperature gelide di Oslo mettono a dura prova gli autobus elettrici, tanto che la loro autonomia si riduce drasticamente. La percorrenza promessa di oltre 250 chilometri è lungi dall’essere raggiunta, quindi il servizio si deve interrompere perché i bus devono essere riportati nei punti di ricarica. E dato che non ce ne sono di rimpiazzo, le linee chiudono. Fine del servizio. Pare che un problema simile si sia prodotto anche a Danzica, dove i bus elettrici della MAN hanno un’autonomia di 180 km invece che 400, per cui passano più del doppio del tempo previsto a ricaricarsi. Il risultato è che i cittadini delle città che hanno fatto la scelta dell’elettrico vanno a piedi, cioé la scelta più ecologica possibile. Non è che è proprio un metodo voluto per minimizzare le emissioni? Del resto il degrado delle prestazioni delle batterie al litio a bassa temperatura, legato ad un fenomeno di maggiore resistenza al trasferimento della carica elettrica, era ben noto, ma per far finta di essere ecologici nessuno ne ha tenuto conto. E il servizio va a quel paese.

Giuseppina Perlasca
10 dicembre 2023
scenarieconomici.it/oslo-tutti-i-bus-elettrici-in-panne-stranamente-al-nord-fa...
15/12/2023 13:37
 
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Maxi richiamo Tesla: gravi rischi con la guida assistita

Oltre 2 milioni di veicoli del marchio Tesla devono essere richiamati: non è certo la prima volta che assistiamo a una comunicazione simile, ma in questa occasione le vetture devono rientrare “alla base” per controlli al sistema di guida autonoma e assistita. Il problema infatti potrebbe mettere a rischio la circolazione di questi veicoli e la sicurezza degli utenti della strada. Il sistema, così com’è oggi, potrebbe prestarsi a un uso improprio e aumentare il rischio di incidenti su strada.

Quali sono i modelli “vittima” del maxi richiamo Tesla
Un ulteriore maxi richiamo per le auto di Elon Musk, l’ennesimo di questi ultimi anni, compreso il 2023. Ma quali sono le auto che devono essere controllate? Praticamente tutte quelle a listino, tranne il Tesla Cybertruck, il più recente, il pick-up appena lanciato sul mercato dalla Casa americana. Le vetture che sono coinvolte oggi nel maxi richiamo di Tesla, potenzialmente potrebbero essere in tutto 2.031.220, sono la Model S 2012-2023, la Model X 2016-2023, la Model 3 2017-2023 e la Model Y 2020-2023. La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), l’agenzia governativa statunitense del Dipartimento dei Trasporti, ha spiegato che questa nuova decisione da parte della Casa automobilistica Tesla è stata importante e assolutamente necessaria, vista l’insufficienza dei controlli del pilota automatico utili a prevenire un uso improprio della stessa funzionalità, che aumenta i rischi di incidenti stradali anche molto pericolosi.

Aggiornamento del software
La NHTSA ha inviato la notifica direttamente a Tesla, con una lettera inviata al costruttore californiano direttamente per risolvere questo problema. La Casa automobilistica si impegna per intervenire, come la stessa National Highway Traffic Safety Administration ha spiegato, sui veicoli che sono stati richiamati, rilasciando un aggiornamento del software gratuitamente.

Un problema ricorrente
Di richiami in Casa Tesla, come ho già detto, ne abbiamo sentiti e letti parecchi. Già a febbraio le vetture di Elon Musk erano state richiamate, ben 362.758, per dei seri problemi col sistema di guida FSD, ovvero il Full Self Driving, che permette, tra le altre cose, il cambio automatico della corsia. I primi problemi sono nati dopo gli aggiornamenti del software che, invece che risolvere, sembrano aver mandato tutto il sistema in tilt. L’aggiornamento, infatti, aveva probabilmente intaccato le funzionalità dell’assistenza alla guida, portando la NHTSA, anche in quell’occasione, a presentare una chiara richiesta di richiamo a Tesla. La multinazionale, dopo aver esaminato il problema, aveva accolto la richiesta, richiamando in sede 362.758 vetture di quattro diversi modelli.

Vetture vendute principalmente negli States, che però avevano problemi di sicurezza in determinate circostanze, violando le leggi sul traffico o eseguendo manovre di guida molto pericolose. L’avviso dell’Ente a Tesla, già all’epoca, conteneva diversi punti critici: dalla marcia proseguita agli incroci in presenza di semaforo giallo fisso al mancato rispetto dello stop, ma anche il cambio di corsia verso strade a senso unico o velocità oltre i limiti consentiti in determinate tratte stradali. Il numero di auto richiamate per il problema al sistema di guida è comunque diventato un caso negli Stati Uniti, con i senatori americani che hanno puntato il dito contro la multinazionale, che deve ora “smettere di sopravvalutare le reali capacità dei suoi veicoli”. Tesla si difende e anche questa volta richiama le sue vetture per i doverosi controlli.

Laura Raso
14 dicembre 2023
www.virgilio.it/motori/notizie/maxi-richiamo-tesla-gravi-rischi-con-la-guida-assistita...
11/01/2024 16:40
 
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Mamma si è scaricato il traghetto

Oggi ho solo una piccola notizia, così piccola da passare inosservata, ma così pesante da traforare le enormi speculazioni avviate con la scusa del Net Zero, obiettivo palesemente irraggiungibile, ma che ci impoverirà tutti. L’MV Hallaig, un traghetto elettrico ibrido che fa servizio in Scozia e celebrato per la riduzione delle emissioni, ora funziona solo a diesel a causa della necessità di sostituire la batteria da 1,5 milioni di sterline che aiutava il motore termico. La MV Hallaig è stata la prima al mondo a utilizzare un sistema che riduceva le emissioni di carbonio del 20% quando è stata lanciata nel 2012, ma la batteria della nave si è rotta a settembre e la società di gestione ha ammesso che la sostituzione della batteria richiederà almeno un anno e mezzo perché la parte di ricambio non è più disponibile e solo nell’aprile del 2025, ben che vada, il traghetto ritornerà integro. Immaginiamo cosa sarebbe successo se fosse stato un traghetto tutto elettrico, ammesso che una simile realizzazione avesse senso: il servizio sarebbe semplicemente stato cancellato.

Questo è il terzo traghetto “ecologico”, ma solo per dire, che incappa nei problemi della gestione elettrica, dopo la controversia sulla MV Glen Sannox e la MV Glen Rosa, in ritardo di sei anni nella costruzione, con un budget superiore a 260 milioni di sterline che cresce di mese in mese. Alfred Baird, ex professore di affari marittimi e direttore del gruppo di ricerca sui trasporti marittimi presso l’Università Napier di Edimburgo, ha affermato di essere stato consultato sui traghetti ibridi ma di averli sconsigliati. Afferma che i funzionari del governo scozzese si sono poi lamentati con i suoi capi del suo lavoro e hanno cercato di impedire la pubblicazione delle sue ricerche e dice:“La strategia era difettosa; i principali punti deboli erano in primo luogo progetti di scafi inefficienti e costosi sviluppati da architetti navali non sufficientemente esperti. In secondo luogo, la scelta di una tecnologia delle batterie inefficiente/precoce che ha portato a triplicare i costi delle infrastrutture di terra”. Il rapporto di Baird afferma che il costo di esercizio totale dei traghetti ibridi sarebbe del 259% in più rispetto a un equivalente solo diesel. Sturgeon è stata descritta come la madrina delle navi e all’epoca si disse che “simboleggiava tutto ciò che il governo scozzese si sta impegnando a realizzare”.

Da questa vicenda si ricavano alcune lezioni che sono importanti per giudicare Net Zero e le sue follie: la prima rende evidente che effettivamente la vita di queste batterie non va oltre il decennio e quindi tutte, da quelle delle auto a quelle per supportare la discontinuità delle energie rinnovabili, hanno, quando va bene, la durata di un decennio, dopodiché occorre sostituirle con costi crescenti in maniera molto rapida perché l’elettrificazione totale rischia di esaurire le risorse planetarie dei materiali necessari. La seconda è che proprio l’energia necessaria a realizzare questi sistemi elettrici vanifica gran parte dei supposti vantaggi, per cui, tanto per fare un esempio, un’auto elettrica finisce per causare complessivamente più emissioni di Co2 (ammesso e assolutamente non concesso che questo sia il problema e non invece la devastazione ambientale necessaria per procurarsi i materiali e poi smaltirli). Non solo, ma questo a fronte di prestazioni molto inferiori e differenti soprattutto per quanto riguarda i costi e l’autonomia, che viene calcolata in maniera assolutamente truffaldina. Ma del resto il Net Zero è una truffa nella quale si cerca di vendere un falso globale. E chissà quante migliaia di miliardi verranno buttate in realizzazioni che bisognerà poi abbandonare.

08 gennaio 2024
ilsimplicissimus2.com/2024/01/08/mamma-si-e-scaricato-il-tr...
30/01/2024 19:50
 
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Ford riduce produzione di veicoli elettrici e punta maggiormente sulla benzina

Ford Motor Co. trasferirà alcuni lavoratori dalla catena di montaggio dei veicoli elettrici ad un altro stabilimento per veicoli a benzina. «Circa 1.400 dipendenti saranno interessati dalla transizione del Rouge Electric Vehicle Center a partire dal 1° aprile. Circa 700 saranno trasferiti allo stabilimento di assemblaggio del Michigan e gli altri saranno collocati in ruoli presso il Rouge Complex o in altre strutture nel sud-est del Michigan, o usufruiranno del vantaggioso programma speciale di incentivi pensionistici concordato nel contratto Ford-UAW del 2023», ha specificato la società il 19 gennaio. Un terzo gruppo verrà aggiunto allo stabilimento di assemblaggio del Michigan a Wayne con 900 nuove assunzioni e 700 dipendenti esistenti dal Rouge Complex a Dearborn. L’azienda ha deciso di «soddisfare la domanda dei popolari Bronco e Bronco Raptor e dei nuovissimi Ranger e Ranger Raptor». Dopo il trasferimento, il gruppo dello stabilimento di assemblaggio del Michigan lavorerà sette giorni alla settimana su due turni. Il colosso automobilistico ha dichiarato di essere ancora fiducioso nel futuro dei veicoli elettrici, ma «per specifici consumatori». «Stiamo sfruttando la nostra flessibilità produttiva per offrire ai clienti più scelte bilanciando al tempo stesso crescita e redditività. I clienti adorano l’F-150 Lightning, il pick-up elettrico più venduto in America», ha affermato Jim Farley, Presidente e CEO di Ford. «Vediamo un futuro brillante per i veicoli elettrici per specifici consumatori, in particolare con i nostri prossimi veicoli elettrici digitalmente avanzati e l’accesso alla rete di ricarica di Tesla a partire da questo trimestre».

La decisione di Ford è arrivata poiché i veicoli elettrici si stanno accumulando nei parcheggi dei concessionari e sempre più americani sono riluttanti ad acquistarli. Secondo la società di ricerca Canalys, la crescita del mercato globale dei veicoli elettrici è destinata a rallentare al 27,1% quest’anno poiché la riduzione dei sussidi statali rende le auto meno attraenti per gli acquirenti. I sussidi più bassi e gli oneri finanziari più elevati hanno pesato sulla domanda delle aziende, tra cui il leader del mercato statunitense Tesla, che lo scorso anno ha tagliato i prezzi dei listini:«Nonostante un calo del 20% dell’ASP (prezzo di vendita medio) dei veicoli elettrici nel 2023, la scelta insufficiente di prodotti e l’esperienza di ricarica scomoda hanno ostacolato la domanda, incidendo sulla crescita del mercato dei veicoli elettrici», ha affermato Jason Low, principale analista di Canalys. Nel 2024, si prevede che il mercato nordamericano dei veicoli elettrici crescerà del 26,8%, ma con un tasso di penetrazione dei veicoli elettrici inferiore, pari al 12,5%, rispetto alla Cina e all’Europa.

Hertz abbandona i veicoli elettrici per le auto a benzina
La società di noleggio Hertz Global Holdings sta vendendo circa 20mila veicoli elettrici, comprese le Tesla, dalla sua flotta statunitense, circa due anni dopo un accordo con la casa automobilistica per offrire i suoi veicoli a noleggio. La società opterà invece per veicoli alimentati a benzina, ha dichiarato l’11 gennaio, citando come causa le maggiori spese relative a collisioni e danni per i veicoli elettrici, anche se aveva puntato a convertire il 25% della sua flotta all’elettrico entro la fine del 2024. L’anno scorso, alla JP Morgan Auto Conference, il CEO di Hertz Stephen Scherr ha segnalato i venti contrari derivanti dall’aumento delle spese per i suoi veicoli elettrici, in particolare le Tesla. Hertz ha persino limitato la potenza e la velocità dei veicoli elettrici dopo che alcuni utenti hanno avuto collisioni frontali. Hertz ha inoltre dichiarato di aspettarsi circa 245 milioni di dollari di oneri relativi alle spese di ammortamento derivanti dalla vendita di veicoli elettrici nel quarto trimestre del 2023. Il colosso dell’autonoleggio elenca più di 700 veicoli elettrici in vendita, tra cui la I3 di BMW, la Bolt di Chevrolet e i SUV Model 3 e Model Y di Tesla. Sul suo sito si vede che sta vendendo alcune Tesla Model 3 usate a partire da circa 20.000 dollari, quasi la metà del prezzo di acquisto della variante più economica della berlina compatta. Gli analisti si aspettano che l’ultima mossa di Hertz farà scendere il prezzo dei veicoli elettrici usati. Secondo Karl Brauer, analista di iSeeCars.com, «sebbene 20.000 auto non siano un numero elevato nel mercato totale dei veicoli usati, ciò significa che Hertz subirà una grave perdita su ciascuna di queste vendite, contribuendo ulteriormente alla tendenza al calo dei valori dei veicoli elettrici usati».

Allen Zhong
23 gennaio 2024
www.epochtimes.it/news/ford-riduce-produzione-di-veicoli-elettrici-e-punta-maggiormente-sulla-...
30/01/2024 19:51
 
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Batteria di e-bike esplode in un ostello mentre è in carica, due ragazzi scappano appena in tempo

Il drammatico video del circuito di sicurezza, ottenuto da Fire and Rescue NSW (uno dei servizi di soccorso e antincendio urbani più grandi al mondo ed il più attivo in Australia), ha catturato il momento in cui due giovani viaggiatori sono stati raggiunti dalla palla di fuoco scaturita quando una batteria agli ioni di litio è esplosa oggi all'interno di un ostello a Darlinghurst, nel centro di Sydney. Si sospetta che l’esplosione sia dovuta ad una batteria difettosa della bici elettrica mentre era in ricarica. Le riprese di sicurezza di un corridoio mostrano uno dei ragazzi francesi in piedi sulla soglia che parla con il suo amico, che è ancora all'interno della stanza, quando il dispositivo prende improvvisamente fuoco. Il ragazzo dentro la stanza emerge direttamente dalle fiamme ed i due si danno alla fuga nel corridoio. I ragazzi si sono recati nella vicina stazione di polizia di Kings Cross per cercare assistenza. Uno dei due, di circa 20 anni, ha riportato lievi ustioni alla gamba ed è stato trasportato all'ospedale St. Vincent per ulteriori cure.

05/10/2023
www.rainews.it/video/2023/10/batteria-di-e-bike-esplode-in-un-ostello-mentre-e-in-carica-due-ragazzi-scappano-appena-in-tempo-ce826d56-2949-4ad2-aed2-56c0bcd9e...
30/01/2024 19:52
 
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Una batteria al litio caricata durante la notte distrugge un’edificio di Sydney, 18 evacuati

Un incendio ha distrutto un edificio in un sobborgo orientale di Sydney dopo che dei residenti avevano lasciato in carica di notte la batteria al litio di una e-bike. Secondo Fire and Rescue New South Wales (FRNSW), l’incendio è scoppiato il 19 gennaio in un’edificio a Curlewis Street, North Bondi, prima delle 4 del mattino. Quattro turisti sudamericani stavano dormendo all’interno dell’edificio, quando uno di loro ha sentito una piccola esplosione e ha svegliato gli altri occupanti. I quattro hanno cercato di scappare dall’edificio invaso dal fumo; due dalla porta principale e due dalla finestra, a causa del denso fumo. Sul posto sono prontamente intervenuti i vigili del fuoco, che sono riusciti a contenere l’incendio all’interno dell’edificio prima di domarlo. FRNSW ha spiegato che è stato in parte grazie alla porta tagliafuoco automatica dell’edificio, che ha limitato la diffusione del fuoco e del fumo. Anche se l’incendio non si è diffuso agli edifici vicini, le autorità hanno evacuato a titolo precauzionale 14 persone dagli edifici adiacenti. Sebbene i 4 turisti siano stati fortunati a sfuggire all’incendio, hanno perso tutti i loro effetti personali, inclusi passaporti, telefoni e documenti bancari.

Scintille dalla batteria della bici elettrica nella camera da letto
Le autorità hanno concluso che l’incendio è stato causato da una batteria di una bicicletta elettrica che ha preso fuoco mentre veniva caricata durante la notte in una camera da letto. Un video fornito da FRNSW mostra che la maggior parte dell’edificio è stata danneggiata, e una camera da letto completamente distrutta. Il Sydney Morning Herald ha riferito che il portavoce della FRNSW Adam Dewberry ha messo in guardia gli australiani sul rischio di caricare le batterie al litio di notte:«Non caricatele quando dormite. Non si sente odore di fumo quando si dorme, e abbiamo avuto un paio di eventi con persone fortunatamente scampate; la batteria si era guastata e aveva preso fuoco mentre i residenti dormivano. Il nostro consiglio è semplicemente di non farlo e di assicurarsi di avere rilevatori di fumo funzionanti».

Proposta per vietare la ricarica di biciclette e scooter elettrici all’interno degli appartamenti
L’incendio è avvenuto appena una settimana dopo che un ente di punta che rappresenta i proprietari di immobili nel Paese ha proposto una legge per vietare ai residenti di appartamenti di caricare e-bike o e-scooter all’interno delle loro case, a causa di un aumento del numero di incendi legati alle batterie al litio. «Non stiamo dicendo di vietare queste cose, ma solo richiedendo di mitigare il rischio e di essere prudenti e ragionevoli», ha chiarito il Presidente del Consiglio di Amministrazione di Owners Corporation Network (OCN), Fred Tuckwell. Ha inoltre indicato che i rischi derivano principalmente da prodotti elettrici non sicuri o modificati, danneggiati o più economici e i residenti degli appartamenti non dovrebbero utilizzare tali dispositivi:«Se hai un dispositivo ad alto rischio, come quello importato a basso costo o qualcosa che è danneggiato, e poi lo porti in una casa o in un condominio, in realtà sei in cerca di guai. Non comprare spazzatura a buon mercato, non surriscaldare e non metterla davanti le vie di fuga anti-incendio». Lo scorso anno FRNSW ha registrato 185 incendi legati alle batterie al litio; 165 del 2022.

Alfred Bui
22 gennaio 2024
www.epochtimes.it/news/una-batteria-al-litio-caricata-durante-la-notte-distrugge-unedificio-di-sydney-18-e...
06/03/2024 18:21
 
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Stop alla Tesla, danno economico enorme

Secondo Tesla sono molto pesanti i danni legati allo stop nella sua fabbrica alla periferia di Berlino provocati dal blackout elettrico di martedì 5 marzo. "Ciò significa per noi un danno economico nell'ordine delle nove cifre", ha affermato il Direttore dello stabilimento André Thierig. I costi derivano dal numero di veicoli che durante l'interruzione di corrente non possono essere prodotti e quindi non possono essere venduti, ha spiegato Thierig alla DPA. Il Direttore dello stabilimento ha calcolato che sarebbero andate perdute più di 1.000 auto al giorno e ha ipotizzato che la produzione sarebbe stata interrotta almeno per questa settimana. La Model Y di Tesla viene prodotta a Grünheide, vicino a Berlino, l'unico stabilimento di produzione che il colosso statunitense delle auto elettriche, di proprietà di Elon Musk, ha in Europa.

La rivendicazione
L'incendio del traliccio, situato nella zona di Gosen-Neu Zitta, è divampato poco dopo le cinque di mattina, causando un blackout in un'ampia zona, tra cui quella di Grünheide, sede della fabbrica, che ha dovuto cessare l'attività e mandare o tenere a casa gli oltre 12mila operai. È stato rivendicato da un gruppuscolo di estrema sinistra. Il gruppo cui viene attribuito l'attentato si chiama "Vulkan" che, in una rivendicazione, ha accusato la casa automobilstica di "condizioni estreme di sfruttamento" di persone e risorse, soprattutto idriche. Auspicando la "completa distruzione della Gigafactory", gli eco-terroristi sostengono che Tesla "divora terra, risorse, persone e manodopera e sputa fuori 6.000 Suv, macchine assassine, alla settimana". Il nome del gruppo (Vulkangruppe) era già emerso in passato per diversi attentati incendiari a Berlino e uno compiuto nel 2021 proprio contro il cantiere dello stabilimento Tesla, attivo dall'anno dopo.

La reazione di Musk
"Questi o sono gli eco-terroristi più stupidi sulla Terra o sono burattini di coloro che non hanno buoni obiettivi ambientali", ha scritto Musk sulla sua piattaforma X, notando che "interrompere la produzione di veicoli elettrici", piuttosto che di quelli "a combustibile fossile, è estremamente stupido". Tesla aveva già dovuto interrompere la produzione per poco meno di due settimane quest'anno a causa della penuria di componenti creata dagli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso. In un referendum comunale, inoltre, la popolazione di Grünheide si è pronunciata contro un progetto di espansione dell'impianto a causa di un necessario disboscamento. Da giovedì 29 febbraio una novantina di attivisti ambientali vivono e dormono su alberi per impedire che vengano tagliati, ma hanno preso le distanze dall'attentato contro la fabbrica, che produce attualmente 250mila auto l'anno e vuole aumentare a un milione l'obiettivo di produzione.

Emiliano Ragoni
06 marzo 2024
www.gazzetta.it/motori/la-mia-auto/06-03-2024/stop-alla-tesla-di-berlino-danno-economico-enor...
20/04/2024 01:55
 
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Tesla a picco con licenziamenti, calo consegne e dubbi su crescita

Non c‘è pace per Tesla in questa prima parte di 2024. Il titolo ha chiuso la seduta di ieri sui minimi da aprile 2023, portando il calo da inizio anno al 37%. La riduzione del personale annunciata da Elon Musk, l’uscita di due dirigenti chiave e i dati in calo sulle consegne del primo trimestre stanno affossando il produttore di auto elettriche, minando la narrativa di crescita precedentemente incorporata nelle valutazioni. Focus sui conti in uscita il 23 aprile per maggiori dettagli sulle strategie della società.

Tesla sui minimi da un anno, market cap a $ 500 mld
Dopo aver perso il 5,6% lunedì, ieri le azioni Tesla hanno registrato una flessione del 2,7%, archiviando le contrattazioni a 157,11 dollari. Si tratta del valore minimo dal 26 aprile dello scorso anno. Da inizio 2024, il titolo è in ribasso del 36,8%, seconda peggior performance dell’indice S&P 500 (solo la compagnia assicurativa Globe Life mostra un calo più ampio, pari al 50,7%). Durante la seduta di ieri, la capitalizzazione di Tesla è scesa momentaneamente al di sotto dei 500 miliardi di dollari, per poi tornare marginalmente al di sopra di tale soglia prima della chiusura. Da inizio anno, la perdita complessiva di valore per gli azionisti (in termini di market cap) è pari a circa 290 miliardi di dollari.

Tesla taglia il 10% del personale

Negli ultimi mesi si sono susseguiti diversi segnali di rallentamento della crescita, che hanno contribuito a frenare il titolo. L’ultima di queste avvisaglie è stata la comunicazione interna diffusa dal CEO Elon Musk, che ha annunciato il licenziamento del 10% della forza lavoro di Tesla. A fine 2023 la società contava oltre 140mila lavoratori, per cui i tagli dovrebbero riguardare all’incirca 14mila dipendenti a livello globale. Il ridimensionamento segue una revisione dell’organizzazione da cui è emersa la necessità di tagliare i costi per far fronte alla minore domanda e alla concorrenza, preparandosi “per la prossima fase di crescita”. Inoltre, due dirigenti in ruoli chiave hanno lasciato l’azienda, deprimendo ulteriormente il sentiment. Si tratta del Senior Vice President Drew Baglino e di Rohan Patel, vicepresidente di Tesla per la politica pubblica e lo sviluppo aziendale. In particolare, secondo Daniel Ives di Wedbush Securities, l’uscita di Baglino rappresenta “una perdita del tutto inaspettata e un pugno nello stomaco”.

Consegne sotto le attese nel 1Q
I tagli al personale arrivano dopo i numeri deludenti sulle consegne del primo trimestre, pari a sole 386.810 unità. Dato nettamente al di sotto delle 457.000 stimate dagli analisti e in calo dell’8% su base annua e del 20% rispetto agli ultimi tre mesi del 2023. La diminuzione delle consegne, malgrado i ripetuti sconti sui veicoli, rimarca il rallentamento della domanda, esacerbando le preoccupazioni degli investitori sulla traiettoria di crescita di Tesla. Secondo Ryan Brinkman, analista di JPMorgan, i licenziamenti annunciati lunedì “non dovrebbero lasciare dubbi sul fatto che il calo delle consegne sia stato una funzione della minore domanda e non dell’offerta”. Motivo per cui la riduzione della forza lavoro è stata accolta negativamente dal mercato, diversamente da quanto accaduto in passato per la stessa Tesla e per molte altre società.

Nessun veicolo low-cost, Tesla punta su robotaxi
Ad alimentare le preoccupazioni ha contribuito anche la decisione di Tesla di abbandonare i piani per la produzione di un veicolo elettrico più economico. Secondo molti analisti, un’auto a prezzi più accessibili avrebbe potuto stimolare la domanda e la crescita, in un momento di rallentamento come quello attuale, in attesa di progressi sul fronte della guida autonoma. Uno dei motivi alla base del calo delle consegne è legato alla concorrenza dei produttori cinesi, che sono in grado di realizzare veicoli a basso costo. Tra questi spicca BYD, che nel quarto trimestre del 2023 ha superato Tesla per numero di consegne di auto elettriche. Malgrado non venda negli Stati Uniti, la casa cinese ha un’ampia gamma di veicoli convenienti, con prezzi a partire da 25.000 dollari. Negli ultimi tempi, anche il produttore di telefoni Xiaomi si è affacciato nel mercato delle auto elettriche. La strategia di Tesla prevede invece di concentrarsi sulla costruzione di un “robotaxi” che, secondo quanto affermato da Musk, verrà presentato l’8 agosto.

Cruccio guida autonoma
Il minore interesse dei consumatori per il mercato delle auto elettriche è uno scenario penalizzante soprattutto per Tesla, poiché la società di Musk include nella propria valutazione l’attesa capacità di dominare il mercato dei veicoli EV in futuro. Tuttavia, lo stesso CEO ha affermato che la società “varrà praticamente zero” a meno che non riesca a risolvere il problema delle auto a guida autonoma. Costruire un veicolo completamente autonomo è dunque cruciale per le prospettive di Tesla, anche se potrebbero comunque volerci decenni per assistere ad un’adozione di massa. Vista la situazione attuale, “la riduzione dell’occupazione e della capacità ha implicazioni di vasta portata per la narrativa di ipercrescita ancora incorporata nel prezzo delle azioni di Tesla, suggerendo un sostanziale rischio al ribasso per il titolo”, ha affermato Ryan Brinkman, analista di JPMorgan.

Focus su risultati e Musk il 23 aprile
Alla luce di queste dinamiche, il mercato seguirà con particolare attenzione i conti del primo trimestre di Tesla, in uscita il 23 aprile. Nella conference call con gli analisti, Elon Musk dovrà illustrare le strategie attuali e future della società, il taglio dei costi e le misure per rilanciare la produttività, cercando di dissipare i dubbi sulla crescita e revitalizzare il titolo. Secondo il consensus di Bloomberg, Tesla dovrebbe archiviare i primi tre mesi del 2024 con ricavi per 22,42 miliardi di dollari (in calo del 4% su base annua), un EBIT in diminuzione del 40% a 1,6 miliardi e un EPS adjusted in flessione del 38% a 0,53 dollari. Da monitorare con attenzione la generazione di cassa, che sarà un elemento chiave per valutare la sostenibilità degli investimenti a lungo termine nella guida autonoma e nei robotaxi.

La view degli analisti sul titolo
La panoramica delle raccomandazioni sul titolo raccolte da Bloomberg evidenzia 20 giudizi ‘buy’, 27 ‘hold’ e ben 14 ‘sell’, con un target price medio di 187,4 dollari, che sottintende un rialzo potenziale del 19% rispetto alla chiusura del 16 aprile. Tra gli analisti positivi su Tesla c’è Wedbush, che segue il produttore di auto elettriche con giudizio ‘outperform’ e un prezzo obiettivo di ben 300 dollari. Secondo gli analisti guidati da Dan Ives, “Musk e Tesla hanno calcolato male le sfide legate alla domanda in Cina e la debolezza generale della domanda di veicoli elettrici a livello globale, con la concorrenza in aumento da tutte le aree”. Per gli esperti, è tempo per Musk di “delineare la strategia di crescita, fornire obiettivi realistici di consegne e margini, discutere il motivo dei licenziamenti e, soprattutto, dare una prospettiva chiara sulla Model 2“. Per Wedbush, il lancio della vettura più economica, con prezzo inferiore ai 30.000 dollari, è essenziale. La Model 2 “è destinata a rappresentare oltre il 50% della crescita incrementale delle consegne nei prossimi anni” e il suo accantonamento sarebbe “una scommessa disastrosa”, in grado probabilmente di “cambiare la storia di crescita di Tesla nei prossimi anni”. Wedbush mantiene l’outperform poiché ritiene che “la crescita a lungo termine e la guida autonoma garantiscano un’enorme creazione di valore nei prossimi anni. Tuttavia, se Musk non cambierà le cose potrebbero arrivare giorni più bui”. Nel frattempo, si apprende che gli azionisti di Tesla dovranno votare nuovamente sul pacchetto di compensi al CEO del 2018, dopo che un tribunale del Delaware ha annullato il premio di 56 miliardi di dollari per Musk. Inoltre, nell’assemblea del 13 giugno, ai Soci verrà chiesta l’approvazione per modificare lo stato di costituzione di Tesla dal Delaware al Texas.

Alessandro Pogliani
17 aprile 2024
www.finanzaonline.com/notizie/tesla-titolo-a-picco-con-licenziamenti-calo-consegne-e-dubbi-su-...
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