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Elisabetta Canori Mora

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2007 13:53
31/01/2007 13:53
 
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Questi avvenimenti delle sue visioni come si comprenderà, riguardano eventi futuri. Dio voleva in qualche modo consolare la sua Serva, atterrita dalla visione dei flagelli e con ciò indurla maggiormente a pregare. Dio predirrà più volte questa era felice del trionfo finale della Chiesa, rivelando alla sua Serva che Egli "Vuole rinnovare tutto il mondo, e che questo non può accadere senza una purificazione". Da qui, la sofferenza indicibile di Elisabetta, ed i suoi sforzi per allontanare e diminuire i castighi tremendi dell'Ira Divina. In quanto a "Quando" si verificheranno, vediamo come Dio si degna di circoscrivere il periodo, vedendo come la Venerabile Serva di Dio, più che dei suoi tempi, parla di tempi "non tanto distanti da noi".

Prima visione

Ma poi vedeva venire il tempo, in cui il Signore, non ascoltando più le preghiere dei suoi eletti, metteva mano al castigo tremendo. Scoppiavan fulmini i più orrendi; il cielo si ricopriva di tetra caligine, e la terra scossa da orribili terremoti, si apriva in profonde voragini, che inghiottivano città e province, compiendo così la strage. Vedeva dopo ciò, che separati i buoni dagli ipocriti, e dai cattivi, molti di questi si convertivano a Cristo. Bello allora era il mirare gli ordini religiosi tutti ritornati alla primitiva osservanza, il clero secolare animato dal primiero spirito apostolico, il popolo cristiano, edificato dal buon esempio, camminare per la via dei divini comandamenti, mentre per tutta la terra rifiorivano uomini di santa vita, e di eroiche virtù.

Seconda visione

Elisabetta si era levata di buon mattino, come era consueta, ma, cosa strana,si sentiva tutta distratta e senza raccoglimento. Riconoscevo (così scrive), la mia poca diligenza che usata avevo in cacciare le distrazioni; chiedevo perdono al Signore, mi umiliavo, mi confondevo, piangevo amaramente la colpa mia. Quando all'improvviso, fui sopraffatta in un momento da intera quiete. In questo tempo mi si diede a vedere la nostra Madre la santa Chiesa sotto forma di donna veneranda. All'esterno appariva riccamente adorna e bella, ma in viso mesta e pietosa, porgeva fervide suppliche all'augusto trono di Dio per gli infelici suoi figli, ed in particolare per i Sacerdoti secolari e regolari. Dio sdegnato, mostrava di non ascoltare le preghiere e le dice:"Prendi parte alla mia giustizia e giudica la tua causa".

Quella impallidisce,e di propria mano comincia a spogliarsi dei suoi inclitti ornamenti, ed ecco tre Angeli esecutori dei divini decreti le sono intorno, le tolgono di dosso le sue vestimenta gloriose. L'inclita donna ridotta in stato così umile ed abietto, perde le sue forze, si sente vacillare sui piedi, ed è sul punto di cadere. Non permise l'Eterno, e colla sua sapienza le somministrò vigore per sorreggere la sua debolezza: quindi con la sua potenza ricopre l'augusto capo dell'inclita matrona, che già perduto ogni splendore, mesta e dolente per l'abbandono dei suoi figli, giaceva nelle tenebre. Ma quando all'improvviso di divino Spirito la circondò con l'immensa sua gloria, essa tutta ammantata di celeste splendore, tramandò raggi potenti di luce in quattro diverse parti della terra, operando i più mirabili portenti.

A tali bagliori come scossi da profondo sonno si levavano gli abitatori di quei luoghi, e lasciando le tenebre dei loro errori correvan appresso la luce del Vangelo, confessando la fede di Gesù e affollandosi attorno all'inclita Signora che appariva più gloriosa che per l'innanzi. Sorgeva intorno a lei maestoso tempio, sorretto da sei splendide rigogliose colonne su cui l'edificio intero posava ed i popoli accorrendo, professavano tutti la fede di Gesù Cristo.

Terza visione

Ad un tratto, mi fu mostrato il mondo: lo vedevo tutto in rivolta senza ordine, senza giustizia; i sette vizi capitali venivano portati in trionfo, e dappertutto vedevo regnare l'ingiustizia, la frode, il libertinaggio ed ogni sorta d'iniquità. Il popolo era mal costumato, senza fede, senza carità. Tutti erano immersi nelle crapule e nelle perverse massime della moderna filosofia: li vedevo che avevano più fisionomia da bestia che da uomini, tutti sformati per il vizio. Vedevo in mezzo a tanta iniqua gente un demonio tanto brutto che scorreva sul mondo con tanta superbia ed alterigia che teneva gli uomini in una penosa schiavitù, volendo che tutti fossero a lui soggetti, e rinunziassero alla fede di Gesù Cristo; e trasgredendo i suoi santi comandamenti, si dessero in preda al libertinaggio ed alle perverse massime del mondo, adottando la vana e falsa filosofia dei nostri moderni e falsi cristiani.

Quarta visione

Mentre la Venerabile, per mezzo di una luce inaccessibile all'uomo si trovava intimamente unita a Dio per modo che non si distingueva, sentendosi come trasformata ed immedesimata in quella luce divina, vede aprirsi il cielo e scendere dall'alto con grandissima maestà il glorioso Principe degli Angeli, rivestito riccamente di abiti pontificali, col pastorale in mano, circondato da stuolo immenso di Angeli, che facendogli bellamente corona, cantavano in sua lode:"Constitues eos principes super omnem terram". Lo vedeva volgersi ai quattro lati della terra segnando una gran croce, ed a ciascuna parte vedeva sorgere un rigoglioso mistico albero a forma di croce con verdeggianti rami e preziosissimi frutti, tramandando risplendidissima luce.

Ciò fatto, San Pietro scendeva sulla terra, raccoglieva tutti i buoni che si mantenevano fedeli alla legge di Gesù Cristo, li adunava all'ombra dei quattro misteriosi alberi, simboleggianti la Chiesa ed i meriti di Gesù Cristo. Avendo quindi aperto tutte le porte dei conventi di religiosi e religiose, sceverava tra di essi e tra i Sacerdoti secolari quelli fedeli da quelli che "andavano dietro alle false massime della filosofia presente", disprezzando la santa legge di Dio. Coloro che si mantenevano nello spirito ed amore di Gesù Cristo, li vedeva sotto simbolo di candide pecorelle, condotte dal Santo Apostolo all'ombra dei misteriosi rami. Gli altri erano lasciati sulla terra esposti ai grandi terribili castighi, che Dio era per scaricare sul mondo perverso.

Assicurato in tal modo sotto i misteriosi alberi il piccolo gregge degli eletti, risaliva San Pietro con i santi Angeli alla magione dei Beati. Di subito il cielo si ricopriva di tetro, tenebroso azzurro, che metteva spavento al solo mirarlo. Un turbine di caliginoso vento si scatenava allora sulla terra, che col suo acuto e terrorizzante sibilo si faceva sentire per l'aria, come tremendo ruggito di feroce leone, che ripercosso faceva rimbombare l'universo. A tale fracasso si vedevano animali ed uomini uscir spaventati in mezzo ad una confusione indescrivibile, e come frenetici uccidersi gli uni agli altri, mentre sopra di loro si faceva la mano punitrice della divina giustizia.

Intanto per punire l'orgoglio e l'empia baldanza di coloro, che si erano accinti ad abbattere la Chiesa di Cristo, cercando di scalzarla sino dalle fondamenta, Iddio permetteva alla potestà delle tenebre di uscire dalle bolge infernali. Si vedeva allora un'immensa legione di demoni, che ministri della divina giustizia scorrazzavano sulla terra, mettendo a soqquadro palazzi, ville, rovinando villaggi, città ed intere province, e facendo crudo scempio di una moltitudine di uomini ribelli, che sottoponevano a cruda morte. Vide allora la Serva di Dio il tenebroso, spaventevole baratro, donde uscivano quegli spiriti infernali colle più orride e schifose forme di mostri, di uomini nefandi, che andavan distruggendo e devastando "tutti quei luoghi dove Dio è stato ed è oltraggiato, profanato, idolatrato e trattato sacrilegamente", non facendone restare vestigio.

Ad un tratto rasserenatosi il cielo, San Pietro di nuovo scendeva sulla terra, e corteggiato da innumerevoli schiere angeliche si assiedeva sopra maestoso trono, mentre gli Angeli facendogli corona cantavano inni di lode, riconoscendolo quale principe sovrano della terra. Scendeva pure con grande maestà e splendore l'invitto Apostolo San Paolo, rivestito da Dio di grandissima autorità e potere, ed in un baleno scorrendo la terra, obbligava tutti quegli spiriti maligni a rientrare nel tenebroso carcere. Foriero della grande riconciliazione tra Dio e gli uomini, uno splendore celeste rischiarava ed allietava il mondo. Gli angeli santi amorosamente riconducevano avanti al trono di San Pietro il piccolo gregge di Gesù Cristo, che raccolto all'ombra dei misteriosi alberi, e sotto il glorioso stendardo della Chiesa Cattolica, era scampato sano e salvo dallo scempio universale.

Presentato che fu dai santi Angeli il piccolo numero dei cristiani avanti il trono del gran Principe degli Apostoli San Pietro, tutti gli fecero profonda riverenza, e benedicendo Iddio, fecero i loro più umili ringraziamenti al Signore ed al santo Apostolo per aver retto e sostenuto la Chiesa di Gesù Cristo ed il cristianesimo, acciocché non andasse errato nelle false massime del mondo. Il Santo scelse il nuovo Pontefice. Fu ordinata tutta la Chiesa secondo i veri dettami del santo Vangelo; si ristabilirono gli Ordini religiosi, e tutte le case dei cristiani divennero come altrettante case religiose: tanto era il fervore, lo zelo della gloria di Dio, essendo tutto ordinato all'amore di Dio e del prossimo... La Chiesa Cattolica da tutti era acclamata, da tutti stimata, da tutti venerata, riconoscendo tutti il Vicario di Cristo, il Sommo Pontefice.

Quinta visione

Mentre la Venerabile serva di Dio ringraziava di cuore il Signore, e lo pregava che si degnasse abbreviare il tempo delle sue misericordie, viene subito condotta a mirare un grandioso arsenale, ove vedeva una quantità di materiali da costruzione con i relativi istrumenti, e gli Angeli intenti a por mano all'opera. Fuori dell'arsenale, all'aperto di una grande boscaglia, vedeva ammassata una gran copia di legname. Essa non ancora comprende il significato, e volge lo sguardo sulla boscaglia, ove le furono additati cinque alberi di smisurata grandezza, che sorgendo in mezzo alla foresta, colle loro radici producevano ed alimentavano un foltissimo bosco di milioni di piante selvatiche e sterili.

Le si svela allora l'arcano, e rivolgendosi agli Angeli, con le lacrime agli occhi li prega a sollecitare la grande opera del Signore. Riferita la visione al confessore, questi dopo matura riflessione le ingiunse di chiedere al Signore che le facesse meglio intendere il significato di quei cinque smisurati alberi. Allora Dio le mostra di nuovo la grande boscaglia, e le fa intendere che i cinque alberi sono "le cinque eresie che infettano il mondo ai nostri tempi, che si oppongono del tutto al nostro Santo Vangelo, cercandone la distruzione. Questi alberi con le loro venefiche radici, danno alimento a tutte quelle piante che sono nella foresta. Queste piante sterili rappresentavano la sterilità lacrimevole, "di tante povere anime senza numero, che depravate nelle loro coscienze, possono chiamarsi senza fede, senza religione... Sovvertite e tutte intente alle false massime della filosofia dei nostri tempi, conculcano la Santa legge di Dio, ed i suoi divini precetti. Questa piante sono, ritenute da Dio, non solo sterili, ma nocive e pessime, meritevoli di essere gettate al fuoco eterno".

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