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Gruppi cattolici di frangia

Ultimo Aggiornamento: 12/06/2010 17:09
12/06/2010 17:08
 
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La Nuova Gerusalemme
- Casa Serena Del Bambino Gesù
Via Colle Maggio
03040 Gallinaro (Frosinone)
Tel.: 0776-690049
- Via Fonte
03040 Gallinaro (Frosinone)
E-mail: info@nuovagerusalemme.it
URL: www.nuovagerusalemme.it

La Nuova Gerusalemme è un movimento spirituale che nasce in seguito alle visioni ricevute da Giuseppina Norcia, di Gallinaro (Frosinone). Nel giugno del 1947 – mentre la madre Antoniella prepara dolci per la sua prima comunione con altre due donne – Giuseppina Norcia gioca vicino alla sua casa. Ella racconta di avere visto scendere dal cielo una nuvoletta sulla quale è adagiato un bambino bellissimo nel quale riconosce Gesù Bambino. Giuseppina chiama la madre per farsi aiutare ad afferrare il piccolo, ma quest’ultima giunge, insieme alle altre due donne, troppo tardi: l’apparizione svanisce un attimo prima del suo arrivo. Nei giorni seguenti la bambina attende il ritorno della visione manifestando continuamente il suo amore per Gesù Bambino. A diciotto anni si sposa con Umberto Lombardi, il quale muore improvvisamente dopo dodici anni di matrimonio. Nel 1974 Giuseppina Norcia si ammala gravemente. Durante la sua degenza, il 15 maggio, mentre è in preghiera, viene investita da una luce intensa e vede Gesù, la Madonna e san Michele Arcangelo. Gesù questa volta le appare come adulto per consolarla nella sua sofferenza. Dai tre riceve una “missione di salvezza” e l’avvertimento di una terribile prova che avrebbe subito nella notte successiva: un attacco di Satana, superato grazie alla recita del Rosario.

Trascorsi pochi giorni, Gesù riappare insieme alla Madonna e alla martire santa Mesia Elia (†305) – il cui corpo riposa nel castello di Alvito (Frosinone) – preannunciando a Giuseppina che l’avrebbe guarita. Dopo la guarigione, nel 1975, Gesù le rivela un grande segreto, da non divulgare fino a quando egli stesso non lo avrebbe permesso. Nello stesso anno sulla collinosa campagna di Gallinaro (Frosinone), in via Fonte, viene eretta una chiesetta dedicata a Gesù Bambino costruita grazie all’opera della madre di Giuseppina, Antoniella, su un terreno di sua proprietà. Quest’ultima, chiamata dai fedeli di Gallinaro “Nonna Nella”, riveste un ruolo di una certa importanza all’interno della comunità poiché è stata sempre vicino alla figlia e l’ha sostenuta nello svolgimento della sua missione. Giuseppina sostiene che sia stato il Signore a chiedere la costruzione di una chiesetta nel luogo della sua prima apparizione che servisse come “Culla per Lui”, volendo da essa elargire alle anime tesori celesti. In una visione il Signore le mostra una strada luminosa, sospesa in aria, recante all’estremità una freccia che indicava con precisione il luogo in cui doveva essere edificata la cappella.

Nei messaggi che riceve ancora oggi Giuseppina riferisce che il Signore vuole che “presso quella culla si preghi insieme, per ottenere da Lui le grazie desiderate, non solo per la salute delle anime, ma anche per quella dei corpi”. Nei messaggi ricevuti dalla veggente sono presenti anche accenti apocalittici che si riferiscono alla manifestazione di una “Nuova Gerusalemme” che è “regno dei giusti” ma che sarà preceduta da eventi drammatici: catastrofi naturali, morti e sofferenze. Negli anni passati e fino alla sua morte avvenuta nel 1989, grande importanza ha avuto per il movimento il sostegno di monsignor Ernesto Cardarelli, che è stato collaboratore del vescovo molto vicino al movimento e convinto che al suo interno vi si manifestasse la divinità. Nella piccola “Culla di Gallinaro” Giuseppina esorta alla conversione, a ricevere i sacramenti della confessione e della comunione, a guardarsi dagli attacchi di Satana e a pregare incessantemente.

Fin dal suo sorgere la cappella dedicata al Bambino Gesù è considerata dai devoti un santuario. Esso accoglie continuamente gruppi di pellegrini e fedeli che vi si recano per impetrare le grazie promesse da Gesù Bambino a Giuseppina Norcia per coloro che pregano insieme in quel luogo. Nel febbraio 2001 il vasto movimento originatosi dal carisma di Giuseppina ha dato vita alla “Casa Serena del Bambino Gesù”, una Organizzazione non lucrativa di utilità sociale (Onlus) costituita “per volere divino”. Obiettivo dell’associazione è quello di realizzare una struttura di accoglienza per tutti coloro che giungono alla “Nuova Gerusalemme”. La “Piccola Culla del Bambino Gesù” è aperta tutti i giorni, eccetto il lunedì, dalle ore 15 fino al tramonto. Oggi si recano al luogo chiamato la “Nuova Gerusalemme” decine di migliaia di fedeli provenienti non solo dall’Italia, ma anche da varie parti d’Europa. Tra essi vi sono i più assidui che vi si recano a scadenze molto ravvicinate, anche giornalmente, e coloro che partecipano solo ai raduni mensili o annuali.

Il raduno annuale dei gruppi di preghiera del Bambin Gesù è organizzato nel mese di giugno per ricordare la prima apparizione di Giuseppina. I rapporti con la gerarchia cattolica sono stati sempre conflittuali. Preceduta da alcune prese di posizione emanate a partire dalla fine degli anni 1980, è la notificazione della Curia Vescovile di Sora-Aquino-Pontecorvo pubblicata da L’Osservatore Romano del 25 ottobre 2001. Essa ribadisce quanto già affermato nel bollettino ufficiale della diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo, pubblicato nel numero di gennaio-giugno 1992, e cioè che “nessuna esplicita ed autorevole approvazione è mai stata data dalla competente Autorità ecclesiastica a fatti che tendono a presentarsi come ‘straordinari’ o ‘soprannaturali’, mentre non risultano tali né per origine, né per natura, né per contenuto”.

B.: La storia e le preghiere del movimento sono pubblicate nel libretto Una Culla per Gesù Bambino nella terra di Gallinaro, redatto da mons. Ernesto Cardarelli, di cui è possibile leggere alcune parti nel Sito della Nuova Gerusalemme. La notificazione della curia vescovile di Sora-Aquino-Pontecorvo si può trovare ne L’Osservatore Romano, 25 settembre 2001, p. 4. Uno studio approfondito e documentato sul fenomeno di Gallinaro è quello di Floriana Ciccodicola, “Una ‘nuova Gerusalemme’ in Ciociaria”, in Quaderni di “Storia, antropologia e scienze del linguaggio”, n. 6, Domograf, Roma 2000.

Visionari del Foggiano e gruppi della Madonna dell’Altomare

Come ha scritto la sociologa Myriam Castiglione (1946-1982) “tutta la parte settentrionale della Puglia (Gargano e Capitanata) pullula di visionari e guaritori” (“Sogni, visioni e devozioni popolari nella cultura contadina meridionale”, in Gustavo Guizzardi e altri, Chiesa e religione del popolo: analisi di un’egemonia, Claudiana, Torino 1981, pp. 75-103 [p. 76]). I casi di “cattolicesimo di frangia” acquistano nella provincia di Foggia particolare rilievo e meritano un cenno particolare.

- Domenico Masselli

Secondo la stessa Castiglione, Domenico Masselli (1922-1994), di Stornarella (Foggia), è stato l’“esponente più noto” del visionarismo della Capitanata (Eadem, I professionisti dei sogni. Visioni e devozioni popolari nella cultura contadina meridionale, Liguori, Napoli 1981, p. 122). Nato a Stornarella il 26 febbraio 1922 in una famiglia di contadini, devoto alla Madonna della Stella che si venera nel suo paese natale, il 2 dicembre 1959 Domenico ha – secondo il suo resoconto – una prima apparizione della Madonna nella sua camera da letto. Da allora e fino alla morte, nel 1994, le apparizioni e i colloqui con la Madonna e con Gesù Cristo sono frequentissimi; i fedeli li hanno in parte raccolti in un volume a circolazione privata. Il volume fa stato anche di diciannove “giuramenti” in cui Domenico avrebbe dovuto riconfermare il suo impegno e la sua accettazione della missione di profeta. Si tratta di poesie in uno stile popolare ingenuo. Così, per esempio, nel decimo giuramento Domenico afferma: “Vorrei lottare forte/incutendo gran terrore/vorrei sempre difendere/il mio buon Signore./Maledetti che voi fate/arriva il giorno che le pagate/le pagate con gran peso/perché fate tanto offesa./Sono sceso già le scale/sono molto stanco/in ogni occasione/difenderò la mia missione./Mi avvierò da solo/nessuno se ne accorgerà/mi avvio allegramente/verso il giuramento./Io ricordo questo punto/dove un giorno lottai/lottai forte e arrabbiato/e dal Cielo fui premiato”.

Con citazioni implicite delle apparizioni mariane (riconosciute dalla Chiesa cattolica) di Fatima e La Salette, i messaggi rivelano che “molte anime si trascinano all’Inferno”, che Satana “regna sui più alti poteri” e sta per riuscire “ad introdursi fino alla sommità della Chiesa”. “Ci avviciniamo agli ultimi giorni”, quando “Iddio castigherà il mondo con maggiore severità che non abbia fatto con il diluvio”. In una visione Domenico vede “il Cielo, rosso di fuoco, molte case bruciavano procurando grandi fiamme, acque che travolgevano tutto, una grande cosa venire giù dal Cielo e girare a grande velocità nell’atmosfera”. Tuttavia “quella cosa terribile” potrà essere fermata: sarà “il più grande miracolo” di Dio che, per intercessione della Madonna, “fermerà quella cosa terribile” se il mondo sarà capace di chiederlo nella preghiera e nella penitenza “altrimenti sarà la distruzione del mondo”. Anche se la distruzione totale potrà forse essere evitata, sono comunque imminenti “due castighi sulla terra: uno sotto forma di guerra, rivoluzione e pericoli; l’altro, una oscurità immensa che durerà tre giorni e tre notti e nulla sarà visibile. L’aria sarà nociva, pestilenziale e arrecherà molto danno. Durante questi tre giorni di tenebre, la luce artificiale sarà impossibile averla per cui arderanno solo le candele benedette. Durante tali giorni di sgomenti i fedeli dovranno rimanere in casa a recitare il Santo Rosario e chiedere misericordia a Dio. Tutti i nemici della Chiesa, visibili e sconosciuti, periranno sulla terra in questa universale oscurità. Nei tre giorni di tenebre coloro che camminano per i loro sentieri di depravazione periranno di modo che sopravviverà soltanto la quarta parte dell’umanità”. Con questo residuo dell’umanità la Madonna opererà grandi cose. La Vergine dichiara che “con un piccolo numero di eletti edificherò il Mio Regno. Questo Regno verrà prima di quanto si creda”. Come si vede, un elemento millenaristico non è assente, anche se l’interpretazione in chiave puramente millenaristica appare riduttiva ed è stata contestata da alcuni studiosi.

Intorno a Domenico Masselli si costituisce fin dagli anni 1960 una comunità animata da fatti giudicati miracolosi. Così, nell’ottobre del 1964, durante un pellegrinaggio a Pompei il Signore appare a quattordici fedeli di Stornarella, compresi Domenico e sua moglie (il profeta era infatti sposato e con sei figli). A poco a poco la comunità sale fino a circa trecento persone, che si radunano i primi tre venerdì del mese in attesa di una manifestazione miracolosa della Madonna in un vecchio locale (forse una ex stalla) che non manca di elementi spettacolari: una “grande stanza (...) divisa in due e dietro una specie di basso cancello” con un “vero e proprio spazio sacro a cui potevano accedere solo i devoti più vicini a Domenico”. Qui si trova “un altare riccamente addobbato e un quadro della Madonna, la cui iconografia è stata rivelata – afferma Domenico – nel corso di una visione”. “Ai piedi dell’altare i fedeli depositavano le lettere indirizzate alla Madonna, corredate da normale affrancatura; a queste lettere la Madonna avrebbe risposto per bocca di Domenico. In un angolo di questo recinto, contro il muro, era posta una specie di cella-confessionale con un finestrino rivolto verso il pubblico: dentro questa cella, Domenico riceveva le visite della Madonna e dal suo tetto scoperchiato si sollevava in levitazione”. Domenico entrava nella cella con una sorta di rituale e “dopo diverso tempo dall’ingresso nella cella (...) cominciava a sollevarsi in aria, tra la meraviglia generale, rimanendovi sospeso per alcuni istanti”. Quindi usciva dalla cella, apriva le lettere e scriveva le risposte, “eseguendo come sotto dettatura” e concludendo con un messaggio della Madonna per tutti (così M. Castiglione, ibid., pp. 123-125).

Nel 1976 la crescita del consenso (un migliaio di persone) permette la posa della prima pietra di un vero e proprio oratorio, che è inaugurato il 20 marzo 1977 con discorso elogiativo del sindaco ma senza la partecipazione del clero, che rimane diffidente e si limita ad accogliere i pellegrini in una celebrazione, nettamente separata, nella Chiesa madre. In realtà, fra il 1976 e il 1977 – come risulta dalla documentazione conservata nella curia vescovile di Cerignola-Ascoli Satriano – si svolge una corrispondenza fra il parroco di Stornarella, il vescovo e la Segreteria di Stato vaticana, cui i devoti di Stornarella si erano rivolti chiedendo l’autorizzazione a fare celebrare la Messa nell’oratorio di Domenico. La risposta è negativa, giacché l’opinione trasmessa dal vescovo alla Segreteria di Stato è che “a mio sommesso avviso si tratta di pratica superstiziosa e dell’ammissione di qualche cosa aliena dalla fede e non conforme alla tradizione ecclesiastica, e che potrebbe avere in futuro anche apparenza di guadagno”. A Stornarella opera all’epoca un’associazione laicale denominata “Maria SS. Immacolata del Rosario e San Gerardo Maiella”, non riconosciuta dalle autorità ecclesiastiche, che si propone per statuto di “disciplinare e coordinare le iniziative, la vita di preghiera e le attività di quanti seguono l’illuminato Domenico Masselli”.

Dopo l’apertura dell’oratorio, il culto extra-liturgico di Domenico è descritto, fra l’altro, nel 1977 dal sociologo Roberto Cipriani che trova nel nuovo tempio “centinaia di persone”. Rispetto al passato, scrive Cipriani, “alcuni momenti sono stati soppressi, altri se ne sono aggiunti, con una cura precipua per tutto quello che può risultare spettacolare, imprevedibile, prodigioso”. Durante la preghiera Domenico rimane rinchiuso nel suo “sgabuzzino”, dove si vedono “fenomeni ritenuti miracolosi: candele che si muovono, un crocifisso che appare e scompare, gesti e movimenti del corpo dell’illuminato che danno l’impressione di una profonda sofferenza”, oltre alle consuete levitazioni. “Di tanto in tanto si vedono pure volare fuori dallo sgabuzzino, lanciati in aria, dei foglietti: sono le richieste di grazia avanzate per iscritto dai fedeli, che si aspettano una risposta positiva dalla Vergine con la mediazione di Domenico” (“Religiosità popolare: due casi emblematici”, IDOC 1977, p. 31).

Nel 1978 si verifica un episodio inquietante. Si presenta a Stornarella un presunto “frate francescano” (non riconosciuto come tale da alcuno degli ordini francescani cattolici), Angelo Chiriatti, un leccese nato nel 1955, che inizia a celebrare la Messa e ad amministrare i sacramenti. Di più: Chiriatti si presenta come “vescovo” e perfino “cardinale”. L’equivoco è di breve durata: Chiriatti è sì “cardinale” – nonché “vescovo” e sacerdote –, ma in una Chiesa scismatica che non è la Chiesa cattolica romana: vanta una consacrazione dall’antipapa lorenese Michel-Auguste-Marie Collin (1905-1974), di cui si tratta in altra parte di questo progetto. L’attività di Chiriatti si inserisce nella fase confusa successiva alla morte di Collin – avvenuta nel 1974, segnata da divisioni e scismi nel gruppo di Clémery – ed è seguente ad alcuni fenomeni soprannaturali e mistici che gli sarebbero occorsi all’inizio degli anni 1970 presso la Cava, in località Surbo (Lecce), segnandone profondamente le successive iniziative. Poco familiari con i “vaganti” e con gli “antipapi”, i poliziotti e i carabinieri della provincia intervengono e arrestano Chiriatti, il 4 dicembre 1978, a Stornarella. Rilasciato, continua per qualche tempo a operare nel leccese, attirando alcuni dei devoti di Stornarella. È peraltro possibile che il gruppo di Stornarella non fosse a conoscenza della complessa situazione dei “vaganti” e degli “antipapi” di Francia, cui si riferiva Chiriatti, già difficile da dipanare per gli specialisti. Peraltro, Angelo Chiriatti ha proseguito le proprie attività, in un ambito che appare tipico del “cattolicesimo di frangia”, ricevendo il sacerdozio cattolico – ma la circostanza è anch’essa non priva d’incertezze, difficili allo stato attuale da sciogliere – il 9 settembre 1990 dalle mani dell’arcivescovo cattolico titolare di Efeso e già Ministro Generale del Terz’Ordine Regolare di San Francesco mons. Giovanni Enrico Boccella (1912-1992), mutando il proprio nome in Padre Pietro Maria, e dando vita – nel 2003 – all’associazione Figli del Cuore Immacolato di Maria Regina e Madre Nostra, detti anche Missionari di Nostra Signora della Cava, che ha attualmente sede a San Pietro Vernotico (Brindisi). Il 5 febbraio 2009, Angelo Chiriatti è stato nuovamente arrestato dalle forze dell’ordine, in questa circostanza con l’accusa di avere abusato sessualmente di diversi minori.

Di fatto, dopo l’episodio Chiriatti, Domenico Masselli e i suoi seguaci cercano di riavvicinarsi all’autorità ecclesiastica cattolica, proponendo la cessione dell’oratorio purché il venerdì venga loro concesso in uso per il rito, completo delle famose “ascensioni”, cioè levitazioni. Il vescovo considera la richiesta inaccettabile, e l’accordo sfuma. Come aveva rilevato Cipriani nel 1977, “quasi tutti i devoti di Domenico continuano a frequentare regolarmente le attività cultuali della Chiesa cattolica, sia pure con una partecipazione e un impegno ridotti in quanto devoluti alla forma preferita di presenza e di azione religiosa: quella della confraternita di Stornarella”. Il sistema istituzionale cattolico, secondo Cipriani, considerava allora il gruppo di Stornarella come una sorta di “area di riserva”, “in qualche maniera recuperabile ad un consenso generico, per quanto negato e formalmente divergente” (ibid., p. 34). Tuttavia il vescovo monsignor Giovan Battista Pichierri interviene nel 1994 – quando Domenico è ormai prossimo alla morte – perché a sacerdoti delle Diocesi di Trani e di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, che celebrano messe nell’oratorio di Masselli, sia impedito di continuare a farlo. La situazione ha un’ulteriore svolta con la morte di Domenico, il 28 dicembre 1994, avvenuta con il conforto dei sacramenti dopo una visita del parroco, nonostante le antiche divergenze. Dopo la morte, il vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano ha fatto visita ai familiari. Negli ultimi anni il fenomeno sembra attenuarsi sempre di più; il gruppo venera la memoria dell’illuminato, ma si considera ormai pienamente cattolico e chiede al vescovo la Messa nell’oratorio dove Domenico operava, che è concessa ed è attualmente svolta periodicamente.

- I visionari della Madonna dell’Altomare

La devozione alla Madonna dell’Altomare ha origine ad Andria (Bari) nel 1598, con il salvataggio ritenuto miracoloso di una bambina caduta in una cisterna in cui si ritrova un’immagine della Vergine. La devozione decade nel Seicento, ma diventa nuovamente popolare dopo una guarigione miracolosa, e si è mantenuta viva dal Settecento a oggi in tutta la Puglia. Nel XX secolo la Madonna dell’Altomare – insieme, più recentemente, al beato Padre Pio da Pietralcina (1887-1968) – compare in modo insistito nei culti extra-liturgici. Le origini di questo movimento risalgono a Marietta D’Agostino (1899-1977). Da visioni della Madonna dell’Altomare, Marietta deriva un dono di preveggenza considerato straordinario anche al di là della provincia e della stessa Puglia. Il rapporto con la Chiesa e con le autorità pubbliche è all’inizio conflittuale, e Marietta nel 1945 è persino arrestata. Successivamente Marietta dichiara la sua sottomissione alla gerarchia ecclesiastica che, nonostante qualche diffidenza, sembra avere finalmente accettato i suoi fedeli. La Castiglione parla di “accettazione forzata del culto da parte della gerarchia ecclesiastica e (del) progressivo, quasi totale assorbimento della iniziale autonomia nella vita religiosa ufficiale”.

A partire dagli anni 1950 e 1960 i pellegrinaggi ufficiali diretti al santuario dell’Incoronata di Foggia “includevano una sosta ad Orta Nova, per consultare Marietta e salutare la Madonna di Altomare. La costruzione di una Chiesa dedicata alla Madonna di Altomare, divenuta nel 1974 parrocchia, è l’ultimo atto di un processo ormai scontato di “coesistenza tra i due devozionalismi, quello extra-liturgico e quello ufficiale” (“Sogni, visioni e devozioni popolari nella cultura contadina meridionale”, cit., p. 98). Dopo la morte di Marietta D’Agostino, nel 1977, il figlio Leonardo Balsamo riunisce ancora i devoti della madre e ne conserva i ricordi, ma senza ereditarne il carisma. Emergono così – nel mondo del cattolicesimo di frangia – altri personaggi che lasciano intendere, a diverso titolo, di essere i successori di Marietta e i figli prediletti della Madonna dell’Altomare.

Il personaggio più studiato dagli autori che si sono interessati ai culti extra-liturgici della Capitanata – un personaggio che trova peraltro la sua “clientela” soprattutto fuori della provincia di Foggia – è una ex-guardia campestre di San Ferdinando, che ha costruito un santuario privato in contrada Colapatella, al settimo chilometro della strada provinciale Cerignola-Trinitapoli, Michele Acquaviva. Michele raduna i fedeli della Madonna dell’Altomare nella sua masseria, afferma di avere avuto visioni e messaggi dalla Madonna fin da quando aveva sette anni, e che di simili fenomeni avevano beneficiato suo padre e suo nonno. Peraltro l’inaugurazione del “santuario” è avvenuta nel 1975, e Michele ha cercato di raccogliere l’eredità di Marietta soprattutto dopo la sua morte, nel 1977. Ampliato nel 1978, il santuario è uno stanzone che può contenere circa trecento persone: al centro, un quadro della Madonna dell’Altomare, ai lati Marietta e il beato Padre Pio da Pietralcina. Come negli altri culti extra-liturgici sono frequenti gli ex-voto. Anche in questo caso sono le visioni ad autenticare il personaggio, ma i fedeli accorrono soprattutto per le guarigioni, che si realizzano in particolare attraverso l’olio benedetto da Michele.

Secondo l’osservazione di Cipriani del 1977 “quasi sempre la diagnosi è attendista: tutto dipende dalla Madonna e dalla fede di chi dovrà fare la cura prescritta, cioè bere ogni giorno un po’ di olio benedetto per un certo periodo fissato, dopo del quale occorrerà tornare per un controllo”. Lo stesso Cipriani afferma che i fedeli ricevono l’olio, le immaginette e altro materiale devozionale “gratuitamente in apparenza, ma devono in realtà pagarlo con offerte di alcune migliaia di lire. Qualora ciò non avvenisse e le offerte non fossero sufficienti è lo stesso incaricato addetto alla distribuzione il quale fa presente che occorre provvedere al pagamento con almeno millecinquecento lire [del 1977] per bottiglietta (il cui numero dipende dalla durata della cura prescritta)”. L’affluenza è ampia e prevalentemente contadina, ma con qualche presenza che proviene da “fasce sociali medio-borghesi (ceto impiegatizio e terziario)” (op. cit., p. 35).

Nel caso di Michele Acquaviva, l’autorità ecclesiastica mostra un atteggiamento decisamente negativo. Constatato che sacerdoti dell’Arcidiocesi di Trani, Barletta e Bisceglie celebravano nel “santuario”, la curia di Cerignola esprime il suo disappunto, provocando una circolare della vicina Arcidiocesi in cui si comunica “a tutto il clero che chiunque si reca a celebrare nei luoghi in cui svolge l’attività il succitato sig. Michele o organizza nell’ambiente delle nostre diocesi qualsiasi manifestazione o pseudo-pellegrinaggio intesi a favorirne la propaganda rimane ipso facto sospeso a divinis a nostro beneplacito” (cfr. M. Castiglione, I professionisti dei sogni. Visioni e devozioni popolari nella cultura contadina meridionale, cit., pp. 152-153). La Castiglione nota che “questa decisa presa di posizione, peraltro, non impedisce che parecchi sacerdoti, appartenenti ad altre diocesi, si rechino a celebrare messa nel Santuario o accompagnino in pullman i ‘pellegrini’ provenienti da altre province e regioni” (Ibidem). Questa situazione è perdurata nel tempo, tanto che il 19 ottobre 1996 la curia vescovile di Cerignola ha inviato una circolare ai vescovi italiani a proposito di Michele Acquaviva e del suo gruppo, diffidando i sacerdoti extra-diocesani dal celebrare l’eucarestia nell’oratorio privato del guaritore, sottolinenando “l’estraneità della Chiesa Locale a questi fenomeni pseudo religiosi” e definendo le dottrine del gruppo “false credenze”. La situazione non è, da allora, migliorata.

Un secondo caso – in cui la rottura con la Chiesa ufficiale sembra talora evidente – riguarda Antonio De Michele, detto “Tonino di Altomare”. Nato nel 1947, vive a Milano e a Voghera, e nel 1968 si sposa con Elisabetta Sasso, di Bisceglie. Apre con la moglie un ristorante rustico e ha cinque figli. A Bisceglie diventa noto come pellegrino della chiesa di Orta Nova fatta costruire da Marietta. Verso il 1990 Tonino comincia a ricevere messaggi dalla Vergine dell’Altomare e insieme a un geometra di Bisceglie, Luigi Zingaro, decide di convertire il ristorante in un luogo di accoglienza per i pellegrini. Nonostante lo scetticismo della moglie e del parroco della Madonna dell’Altomare di Orta Nova, don Ugo Gentile, Tonino inizia a raccogliere devoti, proclamandosi successore di Marietta. Don Gentile finisce per vietare l’uso della chiesa della Madonna dell’Altomare per le riunioni di preghiera. Tonino apre allora una “Casa di Missione” a Foggia, presso un seguace, Mario Forcella. In seguito le “Case di Missione” si moltiplicano: a Tripalda (Avellino), Valenzano (Bari) e in seguito anche a Corato (Bari), Bisceglie (Bari), Reggio Emilia, Voghera (Pavia), Varazze (Savona), Milano, Torino. Apparentemente il successo della missione di visionario di Tonino non giova al ristorante di famiglia, che è chiuso.

La principale collaboratrice di Tonino diventa Caterina Zippari che vive a Orta Nova, separata dal marito, con due figli. La casa di questa signora è convertita nella “Casa di Missione Zippari” del “Gruppo di preghiera Tonino di Altomare”, e Tonino, separato dalla moglie, vi si reca a vivere. Un cambio di parroco nella parrocchia della Madonna dell’Altomare a Orta Nova permette brevemente nuove riunioni nella chiesa, ma nel settembre 1994 il parroco cambia ancora e il nuovo, prese informazioni, decide di non concedere l’uso dei locali parrocchiali. Riferisce che gli aderenti al gruppo si comunicano ma – per quanto ne sa – non si confessano, che si incontrano in case private e che Tonino vende quadretti e immagini della Madonna dell’Altomare insieme ad un olio detto della Madonna cui si attribuisce uno straordinario potere di guarigione. Il gruppo pubblica anche un bollettino, Il giornalino del Gruppo di Preghiera “Tonino di Altomare”, dove da una parte sono riportati inviti a una pietà tradizionale e dichiarazioni di fedeltà alla Chiesa, mentre dall’altra emergono toni più originali. Tonino dichiara per esempio: “Noi predichiamo la coscienza di Dio. Dio è Dio. Dio è cristiano, induista, mussulmano, ecc. Nel nostro movimento si predica l’amore per Dio; quindi, non importa che genere di religione uno segue, vogliamo solo vedere che si abbia amore per Dio. La religione migliore è quella che, praticata, porta ad amare Dio; non importa che religione si segua” (“Senza distinzione di credo religioso”, Il giornalino del Gruppo di Preghiera “Tonino di Altomare”, ottobre 1994, p. 4).

Vi è, soprattutto, una forte insistenza sul ruolo profetico di Tonino, scelto già dalla Madonna dell’Altomare prima della sua nascita, soprattutto negli articoli del suo collaboratore Luigi Zingaro. “Guai a coloro che ostacolano, si intromettono e deridono l’opera del Suo Servo [Tonino]”, scrive per esempio Zingaro; i fratelli della Comunità che “invece di attaccarsi maggiormente al Servo di Maria [Tonino] si sono allontanati da lui”, “sono caduti nella ragnatela del male” e sono diventati veri “Giuda Iscariota” (“La Madonna che piange. Un Cuore di Madre trafitto”, Il giornalino del Gruppo di Preghiera “Tonino di Altomare”, maggio 1994, pp. 7-9). D’altro canto, il “fratello Luigi” scrive pure che “Tonino ed i fratelli e sorelle di missione (i discepoli) non vogliono affatto sostituire i Preti e religiosi vari nella loro opera, ma cercano, con la propria ‘opera laica’, di ampliare e diffondere l’evangelizzazione dei popoli e di poter essere di valido contributo al cammino della Chiesa” (“Un laico profondamente religioso: Tonino di Altomare”, Il giornalino del Gruppo di Preghiera “Tonino di Altomare”, giugno 1994, pp. 1-2). Sembrerebbe che il gruppo, che conduce un’esistenza discreta e appartata, abbia ridotto le sue attività negli ultimi anni.
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