[energia] l'incognita del capacitore

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GMU
00lunedì 17 settembre 2007 22:04
fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tecnologia%20e%20Business/2007/09/rgb-incognita-capacitore.shtml?uuid=a27ebcb2-61cb-11dc-bd00-00000e251029&type=Libero


13 settembre 2007

L' incognita del capacitore
di Giuseppe Caravita


C' è un mistero che appassiona molti, esperti di tecnologia e non, oggi negli Usa. Si chiama Eestor ed è una misteriosa startup texana (di Austin) che proclama di aver messo a punto una tecnologia in grado di immagazzinare elettricità quasi 10 volte di più (a parità di spazio) di una normale batteria al piombo: 280 watt/ora per chilo contro 32. Non solo: secondo i suoi annunci il suo dispositivo, l'Eesu (electrical energy storage unit) potrebbe far girare una piccola auto elettrica per 500 miglia (750 chilometri) con una singola carica elettrica (costo 9 dollari) di soli 5 minuti.

Da non crederci. Eppure, dopo decine di articoli scritti dalla stampa tecnica Usa, qualche elemento di credibilità della scommessa texana sembra emergere. L'Eestor, innanzitutto, lavora su un super-condensatore, o supercapacitore. Un dispositivo elettrico in cui due fogli di nickel, separati da un isolante, si caricano in maniera opposta. A seconda della capacità isolante del materiale posto in mezzo, il supercapacitore può immagazzinare energie più o meno elevate, e caricarle e scaricarle in tempi rapidissimi (come già avviene nei supercapacitori di oggi). La novità dell'Eestor è nell'isolante, in titaniato di bario, una particolare ceramica porosa che sarebbe in grado di consentire cariche elevatissime, fino a 3500 volts. E l'Eesu (poco se ne sa esattamente) potrebbe essere un sistema ibrido supercapacitore-batteria, dalle prestazioni (almeno sulla carta) rivoluzionarie, capace di mandare in pensione sia motori a scoppio che, anticipatamente, anche le batteria di nuova generazione, agli ioni di litio.

Estremamente scettici, ovviamente, moltissimi esperti. Materiali ceramici simili sono stati sperimentati nei laboratori universitari e, sebbene promettenti, si sono rivelati molto difficili da produrre senza difetti, e con la robustezza necessaria per non sbriciolarsi alla prima buca presa.

Due settimane fa il colpo di scena. L'Eestor, rompendo una tradizione di silenzio che ormai dura da anni annunciavano che entro fine anno avrebbero cominciato a fornire industrialmente gli Eesu a un loro partner, la Zenn Motors canadese, produttrice di piccoli veicoli elettrici. Con tanto di cifre, e piuttosto astronomiche: la Zenn ha infatti investito, per l'esclusiva d'uso degli Eesu, la bellezza di 3,8 milioni di dollari, e ne pagherà altri 1,2 milioni. Mentre il prestigioso fondo di venture capital Kleiner Perkins Caufield & Byers (al suo attivo operazioni come Google) ce ne ha messi altri 3 milioni. Risultato: la misteriosa Eestor sarebbe la startup energetica con la dote più ricca degli Usa, in questo momento. E anche se, qualche giorno fa, il suo fondatore Richard Weir ha già posticipato di sei mesi il rilascio degli Eesu, molti occhi, scettici e non, le rimangono puntati addosso.
@Yoghurt@
00martedì 18 settembre 2007 10:23
Molto interessante...
Spero che sia davvero un passo che si sta compiendo nella direzione dello sviluppo tecnologico dell´umanita che possa aiutarci anche ad integrarci meglio con l´ambiente circostante...

L´invenzione se applicabile apre un nuovo orizzonte per i veicoli elettrici o ibridi spero pero non ponga problematiche per quanto riguarda l´uso di certi materiali.....
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