...mi piace osservare...non si addice alla sola vista...

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diego trevisan
00sabato 8 gennaio 2011 10:45
...un po' per volta, piano piano...arriverò al fulcro"N.W.O."
di diego trevisan » gio dic 16, 2010 1:45 pm

..farò una breve prefazione, poi amplificherò: il tempo spesso mi "vi" ruba osservazione...
mi piace osservare, fermarmi a guardare e dopo ancora; non solo cose o manifestazioni "cosi dette" belle;
osservo scruto in una forma tridimensionale, quasi mai mi soffermo al solo apparire; le cose gli avvenimenti,
le persone cambiano forma, si affinano cogliendo spesso l' inanimato, o meglio "ciò che spesso si nasconde,
la presunta parte scomoda di "noi"..che crediamo scomoda solo perchè pensiamo non si addica al tempo,
al luogo. (mi piace studiare manifestazioni umane, e vi posso garantire che siamo strani..direi assurdi..)
E, questo apparire, adeguato al tempo in cui si vive ruba sovente consapevolezza, senso critico;
si vive in maniera frenetica senza ce ne sia veramente una ragione, tutto viene velocemente "metabolizzato"
ed altrettanto velocemente fagogitato, spesso perdendo tutto, sino alla prossima puntata...altro giro altra corsa..
che sarà mai la politica...se poi non si osserva alla vita.....IO..Diego Trevisan..J.H..Don Rodrigo..l' idiota
diego trevisan
00sabato 8 gennaio 2011 10:48
di diego trevisan » sab dic 18, 2010 11:39 am

..osservo come tutto sempre avviene; per poi scomparire..
in questi giorni, la Capitale Roma messa a ferro e fuoco
da una massa di sciagurati, fomentati da altri sconsiderati che,
sembrava dovessero cambiare il mondo tanto erano sicuri....
e poi più nulla, se non i soliti insulsi strascici ove nessuno mai
a farsi carico delle proprie responsabilità; masse di dissoluti
a dire la propria e tutti immancabilmente ad aver ragione,
una serie infinita di ipotesi per tutto, la discussione si anima
staccandosi sempre dal fulcro dei problemi e divaga al nulla
portandoci potenzialmente nel vuoto, nel solito nulla di fatto...
...che intanto senza che ne prendiamo ragione ci cambia, ci modifica
in modo sostanziale...
..la superdiscussione sempre scostata dalla ragione o ragionevolezza,
e non importa il danno...ma solo un flash, uno dopo l' altro...
ed IO, osservo il sempre più nulla che mi circonda…

...la nostra vita, tutta la nostra vita è un susseguirsi di flash, uno dopo l' altro...

..il presente scivola nel tempo e in un attimo è già ricordo...
ognuno vorrebbe per se la felicità, ma ogni cosa sfugge,
tutto passa inesorabile, e come un flash ci troviamo già adulti
ripensando ai ricordi dell'infanzia come se fossero ancora così vicini...
la vita non ci aspetta, non perdete tempo a rammaricarvi,
a piangervi addosso,
cercate di utilizzare al meglio il tempo che avete a disposizione,
perchè quando scade nessuno può restituircelo..

"non so, non esiste tempo perso", esiste l' attimo; ma inesorabilmente passa
come tutto ciò che il tempo scandisce..poi solo noi ad esaltare o sminuire "cose"..
(ciò che perdo può essere ritrovato, il tempo passa..e basta!)

..ma una volta che il momento è passato non ne rimane che un ricordo..i colori sbiadiscono,
le immagini si fanno meno nitide e pezzi salienti della nostra vita
finiscono per divenire vaghi flash che appaiono a sorpresa in una mente ormai offuscata..
è per questo che scrivo.. scrivo per non dimenticare,
per mantenere vividi nella memoria i miei ricordi..
scrivo perchè è l'unico modo per mantenere in vita ciò che per me è stato importante,
ciò che mi ha portato ad esser quello che sono..IO..l' idiota...
diego trevisan
00sabato 8 gennaio 2011 10:49
di diego trevisan » mar gen 26, 2010 12:00 pm

...noi usiamo il tempo in conformità ai nostri molteplici impegni...
...ma oggi inconsciamente ne siamo schiavi,
il tutto ci risulta normale tanto ne siamo presi...
alcune cose ci risultano meno "importanti" e impunemente le
affidiamo a quando avremo il tempo...ma il tempo non è mai trasferibile...
noi riusciamo a scandirlo a volte addirittura vorremmo dilatarlo,
ma esso non ci perdona...quante volte rinviamo parole opere e omissioni
che poi non saranno più le stesse o addirittura non potremo più avere
proprio perchè il tempo non ci perdona...molto spesso tralasciamo o
trascuriamo nostre sensazzioni,"rapporti telepatici" che non riusciamo a spiegarci,
che forse nemmeno interpretiamo...l'uomo moderno sempre più svincolato
dai sensi, da se stesso..e questo crea un uomo artefatto che si aggancia a cose
molto spesso superflue e poco importanti tralasciando sempre più se stesso e gli altri...
Potrei agganciarmi a moltissimi miei discorsi, "monologhi" che potete trovare anche in
questo luogo, ma ne riporto uno a semplice e gia menzionato esempio
riferito appunto al tempo più ritrovato, a sensazzioni non più trasferibili,
a discorsi rinviati e che mai verranno fatti perchè noi tiranni di noi stessi,
molto spesso non ci ascoltiamo e rinviamo...inconsapevoli al mutamento del tempo che passa..
Ricordo con rammarico l'improvvisa morte di mio padre, avvenuta senza ci fosse il vero trapasso...
ma in ogni caso non c'era più tempo ne per dire ne fare........
Di fronte un'uomo immobile, nessun respiro nessun sussulto, ma la morte...
il tempo non più trasferibile a quel corpo privo della vita....
In me l'inconfutabile amarezza...del non detto, del non fatto...
convinto com'ero che ci sarebbe stato il tempo....
mi son detto...il tempo tiranno, ma in realtà, il tempo ha giocato il proprio ruolo,
in me solo la presunzione di poterlo gestire pur sapendo che lui gestisce inconfutabilmente
tutti noi...........................
reflex...io..diego...noi molto molto piccoli...
diego trevisan
00sabato 8 gennaio 2011 10:50
di diego trevisan » dom dic 19, 2010 9:46 am

..se avessimo una vera percezione di quanto la vita fugga,
saremmo più pratici, meno pragmatici più coerenti
e sicuramente meno distruttivi, guarderemo alla realtà
con occhio diverso, meno "dispersivo", più costruttivo
fosse solo per una questione pratica...ecco spiegato il
perchè, in presenza di una malattia, di una circostanza
che eleva il valore del tempo questo si trasforma in
prezioso, ogni istante viene assaporato c' è persino
una trasposizione di ciò che può essere doloroso, il
rapporto stesso con male o bene personale muta,
si usa bene il proprio e di altri tempo, sapendo che
con il suo passare esso ci toglie respiro..............
dedicato ai posteri.....
se solo riuscissimo...IO l' idiota...
diego trevisan
00sabato 8 gennaio 2011 10:51
di diego trevisan » sab set 26, 2009 10:56 am

Ed ora a raccontarvi una mia esperienza personale, che inconsciamente ha segnato il mio vissuto,
specialmente nel modo di pensare e nel mio rapporto con la morte.
Dopo ciò che andrò a raccontarvi, la mia vita subì una improvvisa accelerazione, nel fare e nel vedere le cose, ma attenti, accelerare, è si un cambio di velocità per eccesso, ma ciò non toglie niente alla riflessione, il mio andare più veloce nulla a tolto al pensiero, ne ha semplicemente cambiato l’asse facendo si di spingermi più in profondità sulle cose e le circostanze che le determinano, forse il mio continuo accavallarsi di pensieri è proprio dovuto a questi fatti,e alla volontà di arrivare a capo delle cose e situazioni in breve tempo, vuoi per la coscienza personale ma specialmente per il rapporto acquisito con lo spazio ed il tempo, per questo, ritengo che, le proprie esperienze mutano il rapporto con ciò che ci circonda e di conseguenza l’approccio che ognuno di noi ha con il proprio destino. Gli eventi, le fatalità, l’imponderabile di cui è intessuto il nostro destino a modificare improvvisamente le nostre deboli o forti convinzioni, a farci cambiare direzione e visione o ad avvalorare e proseguire dritti per una certa strada, possiamo asserire con una certa precisione che, nel destino tutto e il contrario di tutto.

Era il 10\10\ 1973, avevo quattordici anni , una giornata come tante nel finire dell’autunno, la bicicletta che ogni giorno usavo per muovermi, per incontrarmi con i miei amici del tempo, nessuna allusione ne pensiero, vista l’età, mi portava all’appuntamento che io avrei avuto in quel giorno con il mio destino, forse con il senno del poi, la mia esuberanza del tempo mi ha portato a capire che forse in me c’era una certa predisposizione accentuata dal carattere per ciò a cui andavo incontro,
ma anche no, a volte si dice che il destino è beffardo, e molto spesso si prende gioco di noi, e noi a volte anche a sfidarlo, nella convinzione di determinazione, e guai se così non fosse.
Ero in prossimità di casa, in compagnia di un’ amico anche lui in bicicletta, in una strada statale che per il tempo, era molto trafficata, dovevamo attraversarla, cosa che facevamo molte volte al giorno nel nostro girovagare, nulla di strano, io seguivo lui, improvvisamente il mio amico, dopo un rapido sguardo attraversò, ed io fidandomi dietro, a pochissimi secondi, quei secondi, quella inezia a esaltare il destino, l’imponderabilità di questo, venni investito da un’auto, e in quel momento, il cortocircuito, che, vuoi per meccanismi cerebrali, per la botta io smisi di esistere temporaneamente, il mio ricordo arriva al momento dell’attraversamento poi nulla.
La mia continuazione di quei concitati momenti si trasferisce a ciò che mi è stato riportato da mio padre il quale fu il primo a soccorrermi con sua tremenda sorpresa, si dice che il destino è beffardo.
Lo posso confermare, il destino sul destino, mi spiego, ebbi l’ incidente, ma ciò non bastò, venni sbalzato nell’urto ed andai a finire in un fossato al ciglio della strada, che solitamente era in secca,
ma fatalità in quei giorni abbondava d’ acqua, ci finii dentro a testa in giù, con il rischio di annegare, forse lui il beffardo aveva deciso, quello doveva essere il mio inconsapevole momento,
e forse io “inconsapevolmente”, nella mia voglia esuberante di vivere ho sfidato il destino…
Ed oggi qui a raccontare, venni adagiato sopra ad una coperta, la disperazione raccontata di mio padre e mia madre, l’arrivo del mio dottore che abitava nei paraggi, i primi soccorsi nell’attesa
dell’ ambulanza, avevo una copiosa uscita di sangue dal timpano destro, nulla di buono, a presagire una forte emorragia interna conseguente al trauma cranico e un coma profondo, il dottore poi mi confessò che di primo acchito, secondo lui pochissime possibilità dato il sangue dal timpano.
Restai in coma, in terapia intensiva per circa una settimana, nel corso di questa, la mia non convinta
Incoscienza, io combattevo per ciò che mi voleva essere tolto, ricordo benissimo la mia altalenante fase di risveglio, la non comprensione del come mai mi trovassi all’ospedale, con un piede gigantesco per le fasciature che si presentò alla mia graduale ripresa e apertura degl’occhi, ricordo benissimo dopo le spiegazioni datami su quanto avvenuto, un mio aneddoto del cui ancora oggi porto le perplessità per il fatto che non riesco a distinguere se sia realmente accaduto o io l’abbia semplicemente costruito mentalmente, io in quello stato di coma, ricordo un tragitto sublimato forse dalla mente, mi trovai improvvisamente in un luogo di pace, direi asettico, luminosissimo, ma non una luce fastidiosa all’occhio, ma bensì appagante, rilassante, di li a poco, mi si presentò una figura ben marcata per presenza e prestanza,
io pensai, dopo, che altri non fosse che San Pietro, il possessore delle chiavi del paradiso che però, io non vidi, “le chiavi”, forse parlammo, ma ricordo benissimo, una sua frase, o forse un suo gesto,
nel quale interpretai la sua domanda:” tu, che ci fai tu qui?” la mia espressione di sorpresa, aggiunsi e cercai di formulare una risposta:”io, non so, ma a quattordici anni sarebbe presto, molte le cose che mi rimarrebbero da fare….”, non feci in tempo a concludere la frase, mi ritrovai improvvisamente al mio posto anche se in realtà forse mai mi ero mosso, poi il resto la vita.
Altre circostanze strane che pensandoci, mi fanno riflettere, sono date dal periodo, io sono nato il 07\10\1959, quindi ad ottobre, tutte le cose peggiori della mia vita, mi sono sempre successe in quel mese, tanto che ancora oggi mia madre mi mette in guardia con la sua lista di ricordi nefasti, che, guarda caso sempre in quel mese…forse io sfidato più volte il destino, e più volte vinto, anche se sono certo alla fine lui avrà il sopravvento .
Stimata\mente….io..Diego…J.H….l’accellerato….
diego trevisan
00sabato 8 gennaio 2011 10:53
di diego trevisan » dom dic 19, 2010 10:08 am

di diego trevisan » mer set 08, 2010 10:22 am

LA MALINCONIA DI UNO STOLTO PER UN MONDO
CHE FORSE MAI SI PRESTA ALLA MIA INTERPRETAZIONE,
I SUOI ABITANTI ARTEFICI, “LA PEGGIOR COSA CHE MI POTESSE CAPITARE..”

…Oggi è la festa patronale della mia città, ed a pensarci bene non ricordo
il Festeggiato\a , ma la cosa non è poi così importante…mi sono appena svegliato,
il tempo oggi è pessimo, tuoni e lampi accompagnati da scrosci copiosi, forse,
il classico temporale di fine estate, a me, piace pensare alla vendetta divina per il
nostro operare, sussulti estemporanei della terra a dimostrarci tutta la nostra
violabilità a cui mai ci soffermiamo se non in estreme situazioni; mi trovo
seduto fuori nell’ampia veranda della mia camera da letto al piano terra
che da sul giardino, indosso solo le mutande, sorseggio il primo caffè
della giornata accompagnandolo dalla prima delle molteplici sigarette
che andrò a farmi sino a sera, gli occhi ancora intrappolati da un sonno
per niente tranquillo, folate di vento a scompigliarmi i lunghi capelli e a farmi
rabbrividire,osservo parte del mio curato giardino, nell’ angolo
più estremo gli imponenti quattro pini marittimi di quarant’ anni si stagliano
verso il plumbeo cielo, i loro tronchi sono intrisi dell’ acqua caduta nella notte,
all’ improvviso un sussulto, i miei baldanzosi cani, come ogni mattina a darmi
il loro sempre eclatante buongiorno, mai che la cosa avvenga con calma,
loro sempre entusiasti al vedermi, al vederci, dopo un po’ capiscono che basta,
si accucciano e spesso mi fissano quasi a voler scrutare i miei pensieri..chissà..
forse li conoscono pure e non escludo che a volte me lo facciano sapere…
Seduto sulla fredda soglia spengo l’ ennesima sigaretta, molti pensieri si accavallano,
penso ai moltissimi “amici” avuti nel corso della mia intensissima ma a volte vuota vita
a rincorrere posture di felicità…penso ai tradimenti vissuti senza mai esternare,
penso e ripenso ad un dare e avere che spesso è stato tradito, violato da atteggiamenti
non sempre riconosciuti, ove spero in cuor mio venissero capiti senza alcun dire, ma poi
mio malgrado spesso riscontro l’ opposto con il dubbio anche dell’ apposta….
In tanta retrospettiva personale leggo il mondo, i suoi strani abitanti artefici insulsi
al dove andranno, tutti inconfutabilmente senza esclusione alcuna e a quanto questo
venga ritenuto lontano, quasi toccasse solo ad altri…mi frulla in testa una canzone,
io rockettaro a pensare di Domenico Modugno, ad una delle sue più belle che a parer
mio molto lascia intendere sulla nostra solitudine nel mezzo a tanta gente…

Vecchio frak

E' giunta mezzanotte
si spengono i rumori
si spegne anche l'insegna di quell'ultimo caffè

le strade son deserte
deserte e silenziose
un'ultima carrozza cigolando se ne' va

Il fiume scorre lento
frusciando sotto i ponti
la luna splende in cielo
dorme tutta la città

Solo va un uomo in frak

Ha il cilindro per cappello
due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo
la gardenia nell'occhiello
e sul candido gilè
un papion, un papion di seta blu

S'avvicina lentamente
con incedere elegante
ha l'aspetto trasognato
malinconico ed assente
non si sa da dove vien
ne dove va
chi mai sarà
quell'uomo in frak

Buon nui, buon nui, buon nui, buon nui
Buona notte
va dicendo ad ogni cosa
ai fanali illuminati
ad un gatto innamorato
che randagio se ne va

E' giunta ormai l'aurora
si spengono i fanali
si sveglia a poco a poco tutta quanta la città
la luna si e' incantata
sorpresa e impallidita
pian piano scolorandosi nel cielo sparirà

Sbadiglia una finestra
sul fiume silenzioso
e nella luce bianca galleggiando se ne van
un cilindro, un fiore e un frak.

Galleggiando dolcemente
lasciandosi cullare
se ne scende lentamente
sotto i ponti verso il mare
verso il mare se va
chi mai sarà
chi mai sarà quell'uomo in frak.

A dieu, a dieu, a dieu, a dieu, addio al mondo intero
ai ricordi del passato
ad un sogno mai sognato
ad un attimo d'amore
che mai ritornerà.

….mi squilla il telefono, mia madre, quasi i miei pensieri
a premonizione certa…una triste notizia per me, mio zio,
stamane in ferie al mare se ne è andato improvvisamente
mentre si accingeva a fare colazione, non che lo frequentassi,
ma poi come dicevo tutti nessuno esente, il dispiacere per lui
e famiglia, ma ancor di più per ciò a cui mai volgiamo lo sguardo…

…poi è vero, non serve pensarla, prima o poi grandi o piccoli
malvagi o sani ricchi o poveri che gli uomini siano lei non ci abbandonerà mai,
sino a che l’ ultimo di noi sarà estinto…io..diego..j.h..don rodrigo…l’ idiota..

A dieu, a dieu, a dieu, a dieu, addio al mondo intero
ai ricordi del passato
ad un sogno mai sognato
ad un attimo d'amore
che mai ritornerà……..
diego trevisan
00sabato 8 gennaio 2011 11:03
..lui il tempo,
..lei la morte..
..ma non è poi così triste,
non si può essere senza illusioni...se non ci si pensa,
lei pur sempre una concomitante della vita stessa...
spesso la tristezza viene dal non trattato, dal non guardato,
spesso evitando..appunto...non conosco il mio momento
ma riconosco l' eventualità.....IO..l' idiota..
(altri i miei "riferimenti".) con stima e simpatia..

"Uomini, uomini del mio presente
non mi consola l'abitudine
a questa mia forzata solitudine,
io non pretendo il mondo intero
vorrei soltanto avere un luogo, un posto più sincero,
dove un bel giorno, magari molto presto,
io finalmente possa dire: questo è il mio posto.
Dove rinasca non so come e quando
il senso di uno sforzo collettivo per ritrovare il mondo."

(G. Gaber e S. Luporini - Canzone dell'appartenenza)
Heleneadmin
00sabato 8 gennaio 2011 15:32
Per fare questo "cercate di utilizzare al meglio il tempo che avete a disposizione" ci vuole coraggio...e saper rinunciare "cose" a cui molti non rinunciano,provocando così,una lotta come i salmoni...
Heleneadmin
00sabato 8 gennaio 2011 15:50
"…penso ai tradimenti vissuti senza mai esternare,
penso e ripenso ad un dare e avere che spesso è stato tradito, violato da atteggiamenti
non sempre riconosciuti, ove spero in cuor mio venissero capiti senza alcun dire, ma poi
mio malgrado spesso riscontro l’ opposto con il dubbio anche dell’ apposta…. "
Heleneadmin
00sabato 8 gennaio 2011 15:51
Re:
diego trevisan, 08/01/2011 11.03:

..lui il tempo,
..lei la morte..
..ma non è poi così triste,
non si può essere senza illusioni...se non ci si pensa,
lei pur sempre una concomitante della vita stessa...
spesso la tristezza viene dal non trattato, dal non guardato,
spesso evitando..appunto...non conosco il mio momento
ma riconosco l' eventualità.....IO..l' idiota..
(altri i miei "riferimenti".) con stima e simpatia..

"Uomini, uomini del mio presente
non mi consola l'abitudine
a questa mia forzata solitudine,
io non pretendo il mondo intero
vorrei soltanto avere un luogo, un posto più sincero,
dove un bel giorno, magari molto presto,
io finalmente possa dire: questo è il mio posto.
Dove rinasca non so come e quando
il senso di uno sforzo collettivo per ritrovare il mondo."

(G. Gaber e S. Luporini - Canzone dell'appartenenza)




"vivere per morire,morire per vivere"

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