Alan Alford

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LiviaGloria
00domenica 19 marzo 2006 12:18

Intervista ad Alan Alford





Alan Alford è uno scrittore inglese con venti anni di esperienza nella ricerca di antiche civiltà. Ha viaggiato in Egitto, Israele, Giordania, Messico, Perù, Nepal, Bolivia, Cina e altri paesi col personale obiettivo di capire i misteri del passato. Ha scritto parecchi libri controversi, tra gli ultimi "When the Gods came down", "The Atlantis Secret", Pyramid of Secrets" e "The Midnight Sun", che in Italia sono pubblicati dalla "Newton & Compton".
1) Buon giorno signor Alford, nel suo primo libro "Gods of the New Millennium"
lei afferma che gli dei erano visitatori dalle sembianze umane, persone in carne e ossa provenienti da un altro pianeta. Ma nei suoi ultimi libri si è scostato da quella teoria e ha dato una spiegazione diversa. Potrebbe spiegare ai nostri lettori perché ha cambiato idea?

Ci sono molti misteri nel nostro passato, inclusa l'origine delle specie, la nascita delle prime civiltà con le loro notevoli conquiste tecnologiche e la venerazione di dei antropomorfi che presumibilmente discesero dal cielo alla terra, crearono l'umanità e le diedero tutti i doni della civiltà. Nel 1996 mi sembrò che la teoria "dell'antico astronauta" fosse una "pallottola d'oro" in grado di risolvere tutti questi misteri con un solo colpo. Venni influenzato in particolare dagli scritti di Zecharia Sitchin che aveva intessuto una storia molto convincente dai testi antichi. L'errore che feci fu di fare troppo affidamento sulla mia intuizione e sulle traduzioni e interpretazioni di Sitchin senza farne di mie controllando le antiche fonti. Per me tutto cambiò nel 1997 quando fui incaricato di scrivere due ulteriori libri sugli dei. Fu a questo punto che appresi i dettagli degli antichi miti e iniziai a capire che non richiedevano l'interpretazione letterale che aveva utilizzato Sitchin. Piuttosto mi sembrò che gli dei fossero rappresentazioni poetiche di idee sul cosmo e che i miti fossero allegorie della creazione dell'universo. Quindi, per esempio, Enki fu descritto con fiumi che scendevano dalle sue spalle e fu considerato creatore del Tigri e dell'Eufrate, mentre Enki fu chiamato "la grande montagna"
e si diceva avesse fatto l'amore con un'altra "grande montagna" dando vita a una stagione di fecondità della terra. La discesa degli dei dal cielo alla terra non è la descrizione di visitatori extraterrestri, ma è un'allegoria di tempeste cosmiche che si immaginava avessero "seminato" la terra. La creazione dell'uomo dall'argilla e dal ventre della dea madre non era una storia su un intervento alieno, ma un'allegoria della caduta del cielo, della semina della terra e della nascita dell'uomo dal ventre della terra. Riassumendo gli antichi stavano raccontando la storia della creazione del mondo usando dei antropomorfi per personificare le forze cosmiche.
Sfortunatamente questa spiegazione del mito degli dei (che sembra così ovvia col senno del poi) non era disponibile quando mi imbarcai in questa ricerca. Gli accademici avevano interpretato gli dei come allegorie della natura (dei del tempo, ecc...) ma si erano rifiutati di considerare la possibilità che le forze coinvolte fossero di un cataclisma (l'idea di tempeste di meteoriti era un'eresia per gli studiosi). Non avevano nemmeno capito che i miti degli dei appartenevano a un "tempo sacro" (o tempo mitico, il tempo degli inizi) piuttosto che a un "tempo terreno" (tempo storico). Mi sono dovuto ricavare tutto questo da solo.

2) Quanto furono importanti i cataclismi nella storia delle antiche civiltà?

I cataclismi hanno parecchie forme (eruzioni vulcaniche, terremoti e tempeste di meteoriti). Le prime due di queste sono state a lungo riconosciute come importanti da un punto di vista storico, ma quando i testi antichi furono per la prima volta tradotti e interpretati nel tardo diciannovesimo e primo ventesimo secolo, l'idea che oggetti solidi potessero cadere dal cielo fu ridicolizzata dalle istituzioni scientifiche. Campioni di meteorite furono considerati rocce terrestri colpite da lampi, mentre antichi riferimenti a rocce che cadevano dal cielo furono interpretati come chicchi di grandine! Per questo motivo, gli storici sono stati lenti nel riconoscere l'importanza di tempeste di meteoriti quali fenomeni di distruzione e sconvolgimento di antiche civiltà. Curiosamente recenti ricerche (Clube e Napier) suggeriscono che tali avvenimenti non furono totalmente casuali, ma in molti casi provocati da un fenomeno ciclico, ovvero la distruzione di comete massicce all'interno del sistema solare. A un certo punto della storia l'orbita della Terra sarebbe stata intersecata dall'orbita di detriti di cometa, che provocarono spettacolari incontri ravvicinati. Le persone sarebbero state testimoni del passaggio in cielo di oggetti luminosi e infuocati, dello spettacolo di stelle sfreccianti, di esplosioni nell'alta atmosfera e di meteoriti che cadevano a terra. Ciò che mi interessa in particolar modo è l'effetto che queste potenti tempeste avrebbero causato sulla

psiche umana. Per come la vedo, la gente divenne più paurosa degli dei e più obbediente ai dettami dei loro sacerdoti e sciamani. Questo portò all'aumento dei rituali volti a ripristinare l'ordine cosmico invocando gli dei creatori e rappresentando nuovamente i miti nei quali questi dei avevano sconfitto le forze del caos. Questo avrebbe anche condotto alla creazione di nuovi miti nei quali l'uomo cercava di ristabilire le sue origini divine e il suo destino. In Grecia, per esempio, abbiamo il mito di disastrose battaglie nelle quali Zeus sconfiggeva i Titani e ordinava ad Atlante di reggere il cielo per sempre affinché non succedesse più che cadesse sulla terra.

3) Il Dio della Bibbia è una personificazione della storia di questa sconvolgente creazione? Come spiega che il nome Elohim venisse utilizzato per fare riferimento a un unico Dio pur essendo in effetti una parola al plurale che significa "Dei"?

A differenza delle testimonianze nell'antico Egitto, i miti della creazione nella Genesi 1 non asseriscono che Dio si fosse creato da sé o avesse creato il cosmo da se stesso. Ma potrebbe essere certemente implicato. Il mito biblico non contraddice questa idea. La Bibbia differisce anche da testi di religioni più antiche nel dipingere Dio come una divinità che prende a cuore una specifica tribù di uomini e interviene nella storia sia per ricompensarli che per punirli.
Mi sembra che gli antichi Ebrei avessero provato a sviluppare un nuovo concetto di un Dio interventista abbastanza diverso dalla prima concezione di un Dio creatore di un cosmo in grado di funzionare da solo. Dio avrebbe dovuto cessare tutto il suo lavoro al settimo giorno, come la Genesi 2 suggerisce, ma conveniva agli scrittori della Bibbia far continuare a Dio la sua opera per concedere una speciale posizione storica agli Israeliti.
Molti di questi ipotetici eventi storici nella Bibbia, sono secondo me, adattamenti dei vecchi miti della creazione in cui Dio personificava i poteri cosmici che plasmarono il mondo. Quindi Dio portò il diluvio universale (Genesi 6-9); la sua presenza causò terremoti (Libro dei Giudici 5; salmi 18, 77, 114; Abacuc 3); distrusse il mostro marino Rahab (Isaia 51); mandò fuoco e zolfo dai cieli sulla terra (Genesi 19); apparve con carboni ardenti ai suoi piedi , circondato dalla luce (salmi 18; Abacuc 3); emise fumo dalle narici e fuoco dalla bocca (salmi 18); spedì frecce e fulmini (salmi 18,77); e la sua Parola fu come fuoco e come un martello che ruppe la roccia (Geremia 23). Dio fu violento per il semplice motivo che la creazione fu un atto violento tanto materialmente quanto spiritualmente.
L'ambiguità del termine Elohim (può significare Dio e dei) è affascinante. Nella Bibbia l'idea di più dei è un'eresia. Ma nell'antico Egitto la concezione di più dei non si discostava da quella di un unico Dio: questi avevano creato un Dio unico radunandosi per formare le membra del suo corpo, alché lui li aveva trasformati in stelle. Così in un certo senso (e i testi egiziani effettivamente lo riportano) Dio e gli dei si sono creati vicendevolmente. Gli Egiziani così credevano che Dio fosse l'unità di tutti gli dei. E' possibile che quest'idea sia riflessa nel concetto biblico di Elohim.

4) Chi erano, secondo lei, i Nefilim nel Libro della Genesi?

La Genesi 6 stabilisce che i figli di Dio vennero nelle figlie dell'uomo (in senso sessuale) che quindi diedero alla luce dei bambini. In questo contesto si è detto che i Nefilim sono sulla terra apparentemente come una progenie dell'unione fra queste razze diverse. Nel Libro dei Numeri 13 sono detti i "giganti". Si è asserito che il nome Nefilim provenga dal verbo ebraico "nfl"
che significa "cadere", nel qual caso sarebbero "i caduti". Questo potrebbe essere legato all'affermazione della Genesi 6 secondo la quale essi furono "eroi

del passato" e ad altre antiche tradizioni ebraiche, le quali parlavano di razze di giganti cancellate dal Diluvio Universale. I Nefilim sarebbero così eroi caduti.
Il problema che sorge è se i giganti Nefilim fossero eroi storici o figure mitiche. Parallelamente le tradizioni greche indicano che i giganti nacquero quando la dea terra fu messa incinta da un dio disceso dal cielo. I giganti qui appaiono come simboli del caos che conseguì alla congiunzione catastrofica tra terra e cielo. Da ciò vorrei concludere che i Nefilim erano figure mitiche e che la storia della Genesi 6 richiama un poema epico perduto, nel quale i figli di Dio simboleggiavano il cielo che cade e le figlie dell'uomo (più correttamente tradotte "figlie della terra") la terra fertile sulla quale cadde il cielo.

5) Come spiega la storia della creazione di Adamo ed Eva? Come creò Dio l'umanità a sua immagine e somiglianza?

Quasi tutte le antiche civiltà hanno avuto una storia sulla creazione del primo uomo, o la prima donna, o entrambi. Il tema comune in tutte queste storie è che il primo essere umano fu creato dal ventre della terra da cui emerse in superficie.
La narrazione della Bibbia segue lo stesso principio: Dio forma il primo essere umano (Adamo) dal suolo della terra. Ma la storia è modificata per dare un messaggio morale e una spiegazione di come certe cose accaddero. Per fare questo, l'essere umano è messo in un paradiso a est (il Giardino dell'Eden) rispetto all'Albero della Conoscenza e all'Albero della Vita. E' importante capire che il Giardino non è una vera locazione geografica ma un'utopia mitica, che rappresenta il luogo della creazione all'inizio del tempo. E' un concetto simile a "la terra della luce" e "il canneto" che appare negli antichi libri dell'oltretomba degli Egiziani.
La Genesi 1 afferma che Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza (e anche a immagine degli dei Elohim). E' degno di nota che questo non sia detto relativamente alle altre creazioni di Dio: uccelli, pesci e altre creature. Il solo ovvio significato di ciò è che lo scrittore della Bibbia interpretò Dio come un essere antropomorfo. E infatti Dio è raffigurato mentre cammina, parla ed è in collera con gli uomini.
Le rappresentazioni antropomorfiche di Dio si trovano anche nell'arte e nella letteratura mesopotamica e anche qui troviamo l'idea che l'uomo fu creato a immagine di Dio o degli dei. Nell'Enuma Elish il dio Kingu è portato alla morte di modo che l'uomo possa essere creato dal suo sangue. Allo stesso modo nell'epopea Atra-Hasis. il Dio Geshtui è trucidato e la sua carne e sangue vengono mescolati con argilla per la creazione dell'uomo.
Io non dedurrei da ciò che Dio fosse un essere antropomorfo (come vorrebbe un'interpretazione letterale). Piuttosto, era proprio una tendenza naturale per l'uomo descrivere Dio a sua immagine. Come disse una volta il filosofo greco
Senofane: "Se i cavalli o i bovini avessero le mani e potessero disegnare o fare statue, i cavalli rappresenterebbero i loro dei come cavalli e i bovini rappresenterebbero i loro dei come bovini."

6) Qual è la sua opinione su Gesù Cristo? La sua storia è storicamente credibile e vera o è un mito basato sull'antico culto pagano del sole?

Sono meno certo degli elementi storici della storia di Gesù piuttosto che sugli elementi mitici. Gli storici possono discutere su ciò che effettivamente accadde a Gerusalemme 2000 anni fa, ma io sono interessato al significato mitico della storia.
La morte e la resurrezione di Gesù Cristo potrebbero essere un'allegoria della morte e rinascita del sole. Comunque, come spiego nel mio libro "The Midnight Sun", il ciclo giornaliero del sole commemorava un'idea più importante: la morte e rinascita del cosmo.
L'antico mito del cosmo che muore e rivive fu portato in vita dalla storia di un dio della terra che moriva e risorgeva, conosciuto dagli Egiziani come Osiride e

dalle genti del Medio Oriente come Dumuzi o Tammuz. La storia fu spesso

rappresentata come il Dramma della Passione, proprio come la storia di Gesù Cristo è rappresentata come il Dramma della Passione oggi.
E' significativo, secondo me, che il complesso dei principi del Nuovo Testamento si riferisca a un Gesù primordiale. Si dice che questo Gesù fosse esistito prima di Abramo (Giovanni 8:58) e fosse stato con Dio all'inizio dei tempi (Giovanni 1:1-2). Attraverso questo Gesù tutte le cose vennero create. Era la vita e la luce dell'umanità (Giovanni 1:3-4).
E' anche significativo che la storia della crocifissione faccia eco alle storie del Vecchio Testamento delle sofferenze dei Servi Onesti (Isaia 52-53) e dell'uomo trafitto come un verme. Credo che queste storie non fossero profezie, come la Chiesa avrebbe voluto farci credere, ma frammenti di un mito perduto simile a quello suddetto di Osiride, Dumuzi e Tammuz.
Per quello che posso ricostruire di questo vecchio mito ebraico, esso trattava di un Dio primordiale che venne ucciso al fine di creare l'umanità (come nell'Enuma Elish e nell'epopea di Atra-Hasis menzionate prima). Questo Dio fu in effetti il salvatore della razza caduta di esseri cattivi che avevano combattuto nel buio del sottosuolo. Diede la sua vita come riscatto per queste "persone" e lavò via i loro peccati col suo sangue di modo che la razza umana nascesse pura e buona.
Questo, naturalmente, è il ruolo giocato da Gesù Cristo nel Vangelo. Gli scrittori di questi libri crearono deliberatamente un'identità tra Gesù e l'innominato Dio salvatore della più antica tradizione ebraica. E' per questo motivo, credo, che Gesù ripetutamente si identifica come Ben Adamah, che significa "Il Seme dell'Umanità" (e non "il Figlio dell'Uomo" come nella classica traduzione). Infatti Gesù si identifica ermeticamente come il seme che fu sparso nel mondo (Matteo 13:37; Luca 8:5-11; Giovanni 1).
Perciò credo che, malgrado ciò che effettivamente accadde 2000 anni fa, Gesù Cristo fu innanzitutto un Dio primordiale dell'inizio del tempo e che la storia della crocifissione fosse un'allegoria della crisi all'inizio del mondo.

7) Gli apologisti della visione letterale cristiana affermano che le storie di Gesù Cristo e Osiride sono diverse, perché la storia della resurrezione di Osiride coinvolge due generazioni (Osiride e Horus) mentre la storia di Gesù solo una. Cosa ribatte a questo?

Un esame attento dei Testi delle Piramidi rivela che Osiride e Horus furono due dei indipendenti, entrambi con il loro mito di una resurrezione dello spirito dai corpi decomposti. Dal momento che il mito evidenziato è lo stesso, gli Egiziani fusero i due dei, tanto che il corpo morente di Osiride diede vita all'anima vivente di Horus. Così, benché sia vero che il mito coinvolge due dei o due generazioni di dei, il mito originale riguarda Un solo Dio, che uscì dal suo corpo nella forma di anima. Il mito è perciò paragonabile alla storia di Gesù Cristo e avvalora la mia idea che la crocifissione appartenne all'inizio del tempo.

8) Il suo recente lavoro si focalizza sull'antico Egitto, perché crede che gli Egiziani faticarono così tanto per costruire monumenti duraturi come i templi e le piramidi?

L'imponente dimensione dei templi e piramidi egiziane non è mai stata adeguatamente spiegata, da qui la larga diffusione di teorie alternative. Il tratto comune di queste è che i costruttori di tali monumenti debbano aver avuto un motivo economico e materiale, dal momento che nessun motivo religioso poteva in alcun modo spiegare la scala della costruzione.
Credo di aver risolto l'enigma nei miei libri "Pyramid of Secrets" e "The Midnight Sun". La prima chiave sta nel riconoscere che la religione egiziana non era un culto del sole, com'è generalmente considerata, né un culto della stella, come alcuni vorrebbero, ma "un culto della creazione", cioè un culto il cui principale intento fu celebrare e far rivivere perpetuamente il mito della creazione del cosmo. La seconda chiave sta nel capire che i templi e le piramidi furono rappresentazioni in pietra del cosmo nel processo della creazione.
Ne segue che i templi e le piramidi dovettero essere costruiti su scala grandiosa affinché (come il cosmo) durassero per sempre.
Gli Egiziani credevano che costruendo tali monumenti sarebbero stati in grado di sfruttare la magia della creazione (le energie creative) e di usarla nei rituali per ringiovanire il cosmo.

9) La Grande Piramide è molto diversa dalle altre piramidi. Può riassumere la sua nuova teoria sul perché la Grande Piramide venne costruita?

La Grande Piramide differisce dalle altre piramidi per il fatto che ha un sistema di passaggi e camere costruiti in alto nella sua sovrastruttura, che

culmina nella cosiddetta Camera del Re all'altezza di 140 piedi dal suolo. Si è sempre dato per scontato che le camere multiple nella Piramide avessero tutte una sorta di finalità funeraria, con la camera più elevata che era il luogo di sepoltura del re. Ma, benché la Camera del Re contenga un sarcofago rotto e vuoto, nessuno fu mai trovato là e non c'è alcuna prova che una sepoltura abbia avuto luogo o che una mummia sia stata spostata.
Il punto di partenza della mia nuova teoria sulla Piramide è la teoria del suddetto "culto della creazione": il corpo del re dev'essere stato sepolto sotto terra, cioè sotto la Piramide. Inoltre il sarcofago della Camera del Re conteneva ferro di meteoriti, che gli Egiziani veneravano come il seme del dio creatore.
Questo ferro era stato sollevato nel cielo al tempo della creazione e avrebbe perciò avuto senso conservarlo all'altezza di 140 piedi nella sovrastruttura della Piramide.
E' provato che i passaggi superiori e le camere venivano isolati, livello per livello, finché la Piramide veniva costruita. L'idea non è mai stata seriamente presa in considerazione prima, per il fatto che si presumeva fosse avvenuta una processione funeraria fino alla Camera del Re. La conseguenza di ciò è che il sistema superiore della camere fu probabilmente costruito come un deposito per i manufatti sacri, per esempio le statue degli dei. Comunque, il progetto andava chiaramente oltre questo. Uno degli aspetti più controversi della mia teoria è che la Camera del Re fu costruita come un amplificatore sonoro delle vibrazioni della terra per trasmettere il suono di bassa frequenza attraverso i suoi condotti d'aria. Ancora, questo simboleggierebbe la creazione, poiché il suono fu importante nel mito di questa.
In "Pyramid of Secrets" elenco un numero di testi che proverebbero o negherebbero queste teorie. Tra queste la più eccitante è la profezia che la camera della sepoltura del re sia ancora intatta sotto la Piramide in prossimità

della cavità conosciuta come la Grotta. Recentemente ho proposto a Zahi Hawass di studiare certe anomalie di quest'area e sono fiducioso che ciò sarà fruttuoso, in un modo o nell'altro.
Ho anche preannunciato che i piccoli condotti che portano alla Camera della Regina condurranno a stanze segrete intatte, forse contenenti i libri sacri dei costruttori della Piramide. Questo sarà provato presto, spero, quando un nuovo robot si farà strada attraverso la pietra che ostruisce il passaggio trovata nel settembre 2002.

10) E' possibile che la Grande Piramide e altre costruzioni megalitiche nel mondo siano migliaia di anni più vecchie della civiltà come la conosciamo? Se sì, chi le costruì e da dove fu ricavata la tecnologia?

La datazione della Piramide è ambigua, ma sembrerebbe che la Sfinge fosse almeno 1000 anni più vecchia della civiltà egiziana. Altrove, ci sono siti megalitici datati attorno al 6000-5000 a.C., che pure sono maggiormente antichi delle prime civiltà di 1000 anni o più. E alcuni siti sono perfino più vecchi di questo.

Ma non c'è niente di "impossibile" relativamente a queste conquiste preistoriche. Non c'è prova del coinvolgimento di visitatori extraterrestri o di una "civiltà perduta" con tecnologia avvenieristica. Al contrario, i risultati sono perfettamente congruenti con l'esistenza di genti native altamente specializzate, come i Badariani in Egitto e gli Ubaidiani nella Mesopotamia del sud. La prova archeologica dimostra che le civiltà dell'Egitto e dei Sumeri non sbucarono improvvisamente dal nulla, come scrittori quali Zecharia Sitchin e John Anthony West hanno affermato, ma piuttosto si svilupparono da queste più antiche popolazioni preletterarie.

11) Crede nell'esistenza di un posto chiamato Atlantide?


Platone non fu uno storico o un geografo, ma un "vero filosofo", propositore dello "stato ideale", cioè di una forma utopistica di governo.

I dialoghi socratici relativi alla storia di Atlantide sembrano essere volti a far sviluppare agli Ateniesi concittadini di Platone il concetto di stato ideale. A questo fine, Platone cercò di contrapporre la sua visione di un'Atene ideale con una civiltà marittima decadente ovvero Atlantide, che rappresentava in realtà l'Atene corrotta del suo tempo.

Per imprimere questa idea nelle menti dei suoi concittadini Ateniesi, Platone diede vita a un noto contesto mitico e allegorico, cioè la guerra tra i poteri del cielo e quelli del sottosuolo (più notoriamente usati da Esiodo nella sua favola di Zeus e dei Titani). Atene, o piuttosto l'antico archetipo di quella città, rappresentava i poteri del cielo, mentre Atlantide i poteri del sottosuolo.
Il sottosuolo, conosciuto dai Greci come Tartaro, Erebo e la casa di Ade, rappresentava l'interno sferico della terra, ma fu anche simbolicamente piazzato a Ovest, come è dimostrato dalla storia narrata da Omero di Odisseo che partì alla volta dei confini occidentali del grande Oceano e da lì entrò nell'Antro di Ade.
Il Grande Oceano era l'Oceano Atlantico, e fu lì, dietro le colonne d'Ercole, che Platone mise l'isola di Atlantide. I nomi Atlantico e Atlantide derivano entrambi da Atlante, il dio bandito che presumibilmente conobbe "le profondità di tutti i mari".
Significativamente, i Greci considerarono l'Oceano Atlantico come un oceano
sotterraneo: la fonte di tutti i fiumi del mondo, delle sorgenti e dei mari (si tratta della stessa idea dell'Egiziano Nun e del Babilonese Apsu). Il suo dio

Atlante fu essenzialmente una divinità sotterranea, come fu Poseidone "lo scuotitore della terra" e come fu Crono che Zeus aveva bandito "giù nelle viscere della terra e del mare irrequieto" (Iliade 14.201-2). I Greci talvolta si riferivano all'Atlantico come "il Mare di Crono", che serve a provare il fatto che giace simbolicamente sotto terra.
Così, quando Platone mise Atlantide nell'Oceano Atlantico (nel grande Oceano o

"vero Oceano") stava dicendo ai suoi colti lettori che apparteneva al regno del sottosuolo.
Ma Platone andò oltre questo. Per riportare la sua allegoria cosmica della guerra cercò di identificare l'isola di Atlantide con l'intero sottosolo. Per questa ragione descrisse Atlantide come una città circolare (che copre il
sottosuolo) e come un continente più grande della Libia e dell'Asia messi assieme.
La scena fu così creata affinché i guerrieri ateniesi fossero gli ultimi eroi:
eroi su una scala cosmica. L'invasione del mondo conosciuto da parte delle forze ateniesi fu apparentemente un'allegoria delle eruzioni vulcaniche del sottosuolo, che minacciavano il mondo in superficie, mentre il contrattacco

degli Ateniesi fu apparentemente un'allegoria della caduta del cielo.
Tutto questo e molto altro è spiegato nel mio libro "The Atlantis Secret".

12) Vorrebbe aggiungere qualcos'altro per i nostri lettori?

Sì, vorrei spronarli a fare molta attenzione nel cercare la verità. Molte delle critiche che sono state fatte dall'accademia negli ultimi anni sono fondate tanto quanto le teorie delle scuole di pensiero alternative. C'è un grosso problema con la "filtrazione della conoscenza". Molte teorie sono state promosse come vere anche se dimostrate false. Le teorie non sono state propriamente vagliate dai loro autori, e questi non sono stati propriamente vagliati dai loro lettori. Il campo alternativo perciò rimane in uno stadio di divisione e confusione, dal quale non è in grado di muovere una sfida all'ortodossia e c'è un pericolo sempre presente di un consenso che si sviluppa attorno alle voci e personalità più potenti piuttosto che, come dovrebbe essere, attorno alle idee più potenti. I lettori non dovrebbero "starsene ai margini", ma devono cercare

risposte alle loro domande con più premura. E se questo significa dare a noi autori maggiori difficoltà rispetto a quelle che abbiamo avuto fino ad ora, allora sia così! Quindi, se non vi piace ciò che ho scritto, o non lo comprendete del tutto, rivolgetemi una domanda a alford@eridu.co.uk

Grazie mille per la sua collaborazione e buon lavoro!


Alan Alford è uno scrittore inglese con venti anni di esperienza nella ricerca di antiche civiltà. Ha viaggiato in Egitto, Israele, Giordania, Messico, Perù, Nepal, Bolivia, Cina e altri paesi col personale obiettivo di capire i misteri del passato. Ha scritto parecchi libri controversi, tra gli ultimi "When the Gods came down", "The Atlantis Secret", Pyramid of Secrets" e "The Midnight Sun", che in Italia sono pubblicati dalla "Newton & Compton".
1) Buon giorno signor Alford, nel suo primo libro "Gods of the New Millennium"
lei afferma che gli dei erano visitatori dalle sembianze umane, persone in carne e ossa provenienti da un altro pianeta. Ma nei suoi ultimi libri si è scostato da quella teoria e ha dato una spiegazione diversa. Potrebbe spiegare ai nostri lettori perché ha cambiato idea?

Ci sono molti misteri nel nostro passato, inclusa l'origine delle specie, la nascita delle prime civiltà con le loro notevoli conquiste tecnologiche e la venerazione di dei antropomorfi che presumibilmente discesero dal cielo alla terra, crearono l'umanità e le diedero tutti i doni della civiltà. Nel 1996 mi sembrò che la teoria "dell'antico astronauta" fosse una "pallottola d'oro" in grado di risolvere tutti questi misteri con un solo colpo. Venni influenzato in particolare dagli scritti di Zecharia Sitchin che aveva intessuto una storia molto convincente dai testi antichi. L'errore che feci fu di fare troppo affidamento sulla mia intuizione e sulle traduzioni e interpretazioni di Sitchin senza farne di mie controllando le antiche fonti. Per me tutto cambiò nel 1997 quando fui incaricato di scrivere due ulteriori libri sugli dei. Fu a questo punto che appresi i dettagli degli antichi miti e iniziai a capire che non richiedevano l'interpretazione letterale che aveva utilizzato Sitchin. Piuttosto mi sembrò che gli dei fossero rappresentazioni poetiche di idee sul cosmo e che i miti fossero allegorie della creazione dell'universo. Quindi, per esempio, Enki fu descritto con fiumi che scendevano dalle sue spalle e fu considerato creatore del Tigri e dell'Eufrate, mentre Enki fu chiamato "la grande montagna"
e si diceva avesse fatto l'amore con un'altra "grande montagna" dando vita a una stagione di fecondità della terra. La discesa degli dei dal cielo alla terra non è la descrizione di visitatori extraterrestri, ma è un'allegoria di tempeste cosmiche che si immaginava avessero "seminato" la terra. La creazione dell'uomo dall'argilla e dal ventre della dea madre non era una storia su un intervento alieno, ma un'allegoria della caduta del cielo, della semina della terra e della nascita dell'uomo dal ventre della terra. Riassumendo gli antichi stavano raccontando la storia della creazione del mondo usando dei antropomorfi per personificare le forze cosmiche.
Sfortunatamente questa spiegazione del mito degli dei (che sembra così ovvia col senno del poi) non era disponibile quando mi imbarcai in questa ricerca. Gli accademici avevano interpretato gli dei come allegorie della natura (dei del tempo, ecc...) ma si erano rifiutati di considerare la possibilità che le forze coinvolte fossero di un cataclisma (l'idea di tempeste di meteoriti era un'eresia per gli studiosi). Non avevano nemmeno capito che i miti degli dei appartenevano a un "tempo sacro" (o tempo mitico, il tempo degli inizi) piuttosto che a un "tempo terreno" (tempo storico). Mi sono dovuto ricavare tutto questo da solo.

2) Quanto furono importanti i cataclismi nella storia delle antiche civiltà?

I cataclismi hanno parecchie forme (eruzioni vulcaniche, terremoti e tempeste di meteoriti). Le prime due di queste sono state a lungo riconosciute come importanti da un punto di vista storico, ma quando i testi antichi furono per la prima volta tradotti e interpretati nel tardo diciannovesimo e primo ventesimo secolo, l'idea che oggetti solidi potessero cadere dal cielo fu ridicolizzata dalle istituzioni scientifiche. Campioni di meteorite furono considerati rocce terrestri colpite da lampi, mentre antichi riferimenti a rocce che cadevano dal cielo furono interpretati come chicchi di grandine! Per questo motivo, gli storici sono stati lenti nel riconoscere l'importanza di tempeste di meteoriti quali fenomeni di distruzione e sconvolgimento di antiche civiltà. Curiosamente recenti ricerche (Clube e Napier) suggeriscono che tali avvenimenti non furono totalmente casuali, ma in molti casi provocati da un fenomeno ciclico, ovvero la distruzione di comete massicce all'interno del sistema solare. A un certo punto della storia l'orbita della Terra sarebbe stata intersecata dall'orbita di detriti di cometa, che provocarono spettacolari incontri ravvicinati. Le persone sarebbero state testimoni del passaggio in cielo di oggetti luminosi e infuocati, dello spettacolo di stelle sfreccianti, di esplosioni nell'alta atmosfera e di meteoriti che cadevano a terra. Ciò che mi interessa in particolar modo è l'effetto che queste potenti tempeste avrebbero causato sulla

psiche umana. Per come la vedo, la gente divenne più paurosa degli dei e più obbediente ai dettami dei loro sacerdoti e sciamani. Questo portò all'aumento dei rituali volti a ripristinare l'ordine cosmico invocando gli dei creatori e rappresentando nuovamente i miti nei quali questi dei avevano sconfitto le forze del caos. Questo avrebbe anche condotto alla creazione di nuovi miti nei quali l'uomo cercava di ristabilire le sue origini divine e il suo destino. In Grecia, per esempio, abbiamo il mito di disastrose battaglie nelle quali Zeus sconfiggeva i Titani e ordinava ad Atlante di reggere il cielo per sempre affinché non succedesse più che cadesse sulla terra.

3) Il Dio della Bibbia è una personificazione della storia di questa sconvolgente creazione? Come spiega che il nome Elohim venisse utilizzato per fare riferimento a un unico Dio pur essendo in effetti una parola al plurale che significa "Dei"?

A differenza delle testimonianze nell'antico Egitto, i miti della creazione nella Genesi 1 non asseriscono che Dio si fosse creato da sé o avesse creato il cosmo da se stesso. Ma potrebbe essere certemente implicato. Il mito biblico non contraddice questa idea. La Bibbia differisce anche da testi di religioni più antiche nel dipingere Dio come una divinità che prende a cuore una specifica tribù di uomini e interviene nella storia sia per ricompensarli che per punirli.
Mi sembra che gli antichi Ebrei avessero provato a sviluppare un nuovo concetto di un Dio interventista abbastanza diverso dalla prima concezione di un Dio creatore di un cosmo in grado di funzionare da solo. Dio avrebbe dovuto cessare tutto il suo lavoro al settimo giorno, come la Genesi 2 suggerisce, ma conveniva agli scrittori della Bibbia far continuare a Dio la sua opera per concedere una speciale posizione storica agli Israeliti.
Molti di questi ipotetici eventi storici nella Bibbia, sono secondo me, adattamenti dei vecchi miti della creazione in cui Dio personificava i poteri cosmici che plasmarono il mondo. Quindi Dio portò il diluvio universale (Genesi 6-9); la sua presenza causò terremoti (Libro dei Giudici 5; salmi 18, 77, 114; Abacuc 3); distrusse il mostro marino Rahab (Isaia 51); mandò fuoco e zolfo dai cieli sulla terra (Genesi 19); apparve con carboni ardenti ai suoi piedi , circondato dalla luce (salmi 18; Abacuc 3); emise fumo dalle narici e fuoco dalla bocca (salmi 18); spedì frecce e fulmini (salmi 18,77); e la sua Parola fu come fuoco e come un martello che ruppe la roccia (Geremia 23). Dio fu violento per il semplice motivo che la creazione fu un atto violento tanto materialmente quanto spiritualmente.
L'ambiguità del termine Elohim (può significare Dio e dei) è affascinante. Nella Bibbia l'idea di più dei è un'eresia. Ma nell'antico Egitto la concezione di più dei non si discostava da quella di un unico Dio: questi avevano creato un Dio unico radunandosi per formare le membra del suo corpo, alché lui li aveva trasformati in stelle. Così in un certo senso (e i testi egiziani effettivamente lo riportano) Dio e gli dei si sono creati vicendevolmente. Gli Egiziani così credevano che Dio fosse l'unità di tutti gli dei. E' possibile che quest'idea sia riflessa nel concetto biblico di Elohim.

4) Chi erano, secondo lei, i Nefilim nel Libro della Genesi?

La Genesi 6 stabilisce che i figli di Dio vennero nelle figlie dell'uomo (in senso sessuale) che quindi diedero alla luce dei bambini. In questo contesto si è detto che i Nefilim sono sulla terra apparentemente come una progenie dell'unione fra queste razze diverse. Nel Libro dei Numeri 13 sono detti i "giganti". Si è asserito che il nome Nefilim provenga dal verbo ebraico "nfl"
che significa "cadere", nel qual caso sarebbero "i caduti". Questo potrebbe essere legato all'affermazione della Genesi 6 secondo la quale essi furono "eroi

del passato" e ad altre antiche tradizioni ebraiche, le quali parlavano di razze di giganti cancellate dal Diluvio Universale. I Nefilim sarebbero così eroi caduti.
Il problema che sorge è se i giganti Nefilim fossero eroi storici o figure mitiche. Parallelamente le tradizioni greche indicano che i giganti nacquero quando la dea terra fu messa incinta da un dio disceso dal cielo. I giganti qui appaiono come simboli del caos che conseguì alla congiunzione catastrofica tra terra e cielo. Da ciò vorrei concludere che i Nefilim erano figure mitiche e che la storia della Genesi 6 richiama un poema epico perduto, nel quale i figli di Dio simboleggiavano il cielo che cade e le figlie dell'uomo (più correttamente tradotte "figlie della terra") la terra fertile sulla quale cadde il cielo.

5) Come spiega la storia della creazione di Adamo ed Eva? Come creò Dio l'umanità a sua immagine e somiglianza?

Quasi tutte le antiche civiltà hanno avuto una storia sulla creazione del primo uomo, o la prima donna, o entrambi. Il tema comune in tutte queste storie è che il primo essere umano fu creato dal ventre della terra da cui emerse in superficie.
La narrazione della Bibbia segue lo stesso principio: Dio forma il primo essere umano (Adamo) dal suolo della terra. Ma la storia è modificata per dare un messaggio morale e una spiegazione di come certe cose accaddero. Per fare questo, l'essere umano è messo in un paradiso a est (il Giardino dell'Eden) rispetto all'Albero della Conoscenza e all'Albero della Vita. E' importante capire che il Giardino non è una vera locazione geografica ma un'utopia mitica, che rappresenta il luogo della creazione all'inizio del tempo. E' un concetto simile a "la terra della luce" e "il canneto" che appare negli antichi libri dell'oltretomba degli Egiziani.
La Genesi 1 afferma che Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza (e anche a immagine degli dei Elohim). E' degno di nota che questo non sia detto relativamente alle altre creazioni di Dio: uccelli, pesci e altre creature. Il solo ovvio significato di ciò è che lo scrittore della Bibbia interpretò Dio come un essere antropomorfo. E infatti Dio è raffigurato mentre cammina, parla ed è in collera con gli uomini.
Le rappresentazioni antropomorfiche di Dio si trovano anche nell'arte e nella letteratura mesopotamica e anche qui troviamo l'idea che l'uomo fu creato a immagine di Dio o degli dei. Nell'Enuma Elish il dio Kingu è portato alla morte di modo che l'uomo possa essere creato dal suo sangue. Allo stesso modo nell'epopea Atra-Hasis. il Dio Geshtui è trucidato e la sua carne e sangue vengono mescolati con argilla per la creazione dell'uomo.
Io non dedurrei da ciò che Dio fosse un essere antropomorfo (come vorrebbe un'interpretazione letterale). Piuttosto, era proprio una tendenza naturale per l'uomo descrivere Dio a sua immagine. Come disse una volta il filosofo greco
Senofane: "Se i cavalli o i bovini avessero le mani e potessero disegnare o fare statue, i cavalli rappresenterebbero i loro dei come cavalli e i bovini rappresenterebbero i loro dei come bovini."

6) Qual è la sua opinione su Gesù Cristo? La sua storia è storicamente credibile e vera o è un mito basato sull'antico culto pagano del sole?

Sono meno certo degli elementi storici della storia di Gesù piuttosto che sugli elementi mitici. Gli storici possono discutere su ciò che effettivamente accadde a Gerusalemme 2000 anni fa, ma io sono interessato al significato mitico della storia.
La morte e la resurrezione di Gesù Cristo potrebbero essere un'allegoria della morte e rinascita del sole. Comunque, come spiego nel mio libro "The Midnight Sun", il ciclo giornaliero del sole commemorava un'idea più importante: la morte e rinascita del cosmo.
L'antico mito del cosmo che muore e rivive fu portato in vita dalla storia di un dio della terra che moriva e risorgeva, conosciuto dagli Egiziani come Osiride e

dalle genti del Medio Oriente come Dumuzi o Tammuz. La storia fu spesso

rappresentata come il Dramma della Passione, proprio come la storia di Gesù Cristo è rappresentata come il Dramma della Passione oggi.
E' significativo, secondo me, che il complesso dei principi del Nuovo Testamento si riferisca a un Gesù primordiale. Si dice che questo Gesù fosse esistito prima di Abramo (Giovanni 8:58) e fosse stato con Dio all'inizio dei tempi (Giovanni 1:1-2). Attraverso questo Gesù tutte le cose vennero create. Era la vita e la luce dell'umanità (Giovanni 1:3-4).
E' anche significativo che la storia della crocifissione faccia eco alle storie del Vecchio Testamento delle sofferenze dei Servi Onesti (Isaia 52-53) e dell'uomo trafitto come un verme. Credo che queste storie non fossero profezie, come la Chiesa avrebbe voluto farci credere, ma frammenti di un mito perduto simile a quello suddetto di Osiride, Dumuzi e Tammuz.
Per quello che posso ricostruire di questo vecchio mito ebraico, esso trattava di un Dio primordiale che venne ucciso al fine di creare l'umanità (come nell'Enuma Elish e nell'epopea di Atra-Hasis menzionate prima). Questo Dio fu in effetti il salvatore della razza caduta di esseri cattivi che avevano combattuto nel buio del sottosuolo. Diede la sua vita come riscatto per queste "persone" e lavò via i loro peccati col suo sangue di modo che la razza umana nascesse pura e buona.
Questo, naturalmente, è il ruolo giocato da Gesù Cristo nel Vangelo. Gli scrittori di questi libri crearono deliberatamente un'identità tra Gesù e l'innominato Dio salvatore della più antica tradizione ebraica. E' per questo motivo, credo, che Gesù ripetutamente si identifica come Ben Adamah, che significa "Il Seme dell'Umanità" (e non "il Figlio dell'Uomo" come nella classica traduzione). Infatti Gesù si identifica ermeticamente come il seme che fu sparso nel mondo (Matteo 13:37; Luca 8:5-11; Giovanni 1).
Perciò credo che, malgrado ciò che effettivamente accadde 2000 anni fa, Gesù Cristo fu innanzitutto un Dio primordiale dell'inizio del tempo e che la storia della crocifissione fosse un'allegoria della crisi all'inizio del mondo.

7) Gli apologisti della visione letterale cristiana affermano che le storie di Gesù Cristo e Osiride sono diverse, perché la storia della resurrezione di Osiride coinvolge due generazioni (Osiride e Horus) mentre la storia di Gesù solo una. Cosa ribatte a questo?

Un esame attento dei Testi delle Piramidi rivela che Osiride e Horus furono due dei indipendenti, entrambi con il loro mito di una resurrezione dello spirito dai corpi decomposti. Dal momento che il mito evidenziato è lo stesso, gli Egiziani fusero i due dei, tanto che il corpo morente di Osiride diede vita all'anima vivente di Horus. Così, benché sia vero che il mito coinvolge due dei o due generazioni di dei, il mito originale riguarda Un solo Dio, che uscì dal suo corpo nella forma di anima. Il mito è perciò paragonabile alla storia di Gesù Cristo e avvalora la mia idea che la crocifissione appartenne all'inizio del tempo.

8) Il suo recente lavoro si focalizza sull'antico Egitto, perché crede che gli Egiziani faticarono così tanto per costruire monumenti duraturi come i templi e le piramidi?

L'imponente dimensione dei templi e piramidi egiziane non è mai stata adeguatamente spiegata, da qui la larga diffusione di teorie alternative. Il tratto comune di queste è che i costruttori di tali monumenti debbano aver avuto un motivo economico e materiale, dal momento che nessun motivo religioso poteva in alcun modo spiegare la scala della costruzione.
Credo di aver risolto l'enigma nei miei libri "Pyramid of Secrets" e "The Midnight Sun". La prima chiave sta nel riconoscere che la religione egiziana non era un culto del sole, com'è generalmente considerata, né un culto della stella, come alcuni vorrebbero, ma "un culto della creazione", cioè un culto il cui principale intento fu celebrare e far rivivere perpetuamente il mito della creazione del cosmo. La seconda chiave sta nel capire che i templi e le piramidi furono rappresentazioni in pietra del cosmo nel processo della creazione.
Ne segue che i templi e le piramidi dovettero essere costruiti su scala grandiosa affinché (come il cosmo) durassero per sempre.
Gli Egiziani credevano che costruendo tali monumenti sarebbero stati in grado di sfruttare la magia della creazione (le energie creative) e di usarla nei rituali per ringiovanire il cosmo.

9) La Grande Piramide è molto diversa dalle altre piramidi. Può riassumere la sua nuova teoria sul perché la Grande Piramide venne costruita?

La Grande Piramide differisce dalle altre piramidi per il fatto che ha un sistema di passaggi e camere costruiti in alto nella sua sovrastruttura, che

culmina nella cosiddetta Camera del Re all'altezza di 140 piedi dal suolo. Si è sempre dato per scontato che le camere multiple nella Piramide avessero tutte una sorta di finalità funeraria, con la camera più elevata che era il luogo di sepoltura del re. Ma, benché la Camera del Re contenga un sarcofago rotto e vuoto, nessuno fu mai trovato là e non c'è alcuna prova che una sepoltura abbia avuto luogo o che una mummia sia stata spostata.
Il punto di partenza della mia nuova teoria sulla Piramide è la teoria del suddetto "culto della creazione": il corpo del re dev'essere stato sepolto sotto terra, cioè sotto la Piramide. Inoltre il sarcofago della Camera del Re conteneva ferro di meteoriti, che gli Egiziani veneravano come il seme del dio creatore.
Questo ferro era stato sollevato nel cielo al tempo della creazione e avrebbe perciò avuto senso conservarlo all'altezza di 140 piedi nella sovrastruttura della Piramide.
E' provato che i passaggi superiori e le camere venivano isolati, livello per livello, finché la Piramide veniva costruita. L'idea non è mai stata seriamente presa in considerazione prima, per il fatto che si presumeva fosse avvenuta una processione funeraria fino alla Camera del Re. La conseguenza di ciò è che il sistema superiore della camere fu probabilmente costruito come un deposito per i manufatti sacri, per esempio le statue degli dei. Comunque, il progetto andava chiaramente oltre questo. Uno degli aspetti più controversi della mia teoria è che la Camera del Re fu costruita come un amplificatore sonoro delle vibrazioni della terra per trasmettere il suono di bassa frequenza attraverso i suoi condotti d'aria. Ancora, questo simboleggierebbe la creazione, poiché il suono fu importante nel mito di questa.
In "Pyramid of Secrets" elenco un numero di testi che proverebbero o negherebbero queste teorie. Tra queste la più eccitante è la profezia che la camera della sepoltura del re sia ancora intatta sotto la Piramide in prossimità

della cavità conosciuta come la Grotta. Recentemente ho proposto a Zahi Hawass di studiare certe anomalie di quest'area e sono fiducioso che ciò sarà fruttuoso, in un modo o nell'altro.
Ho anche preannunciato che i piccoli condotti che portano alla Camera della Regina condurranno a stanze segrete intatte, forse contenenti i libri sacri dei costruttori della Piramide. Questo sarà provato presto, spero, quando un nuovo robot si farà strada attraverso la pietra che ostruisce il passaggio trovata nel settembre 2002.

10) E' possibile che la Grande Piramide e altre costruzioni megalitiche nel mondo siano migliaia di anni più vecchie della civiltà come la conosciamo? Se sì, chi le costruì e da dove fu ricavata la tecnologia?

La datazione della Piramide è ambigua, ma sembrerebbe che la Sfinge fosse almeno 1000 anni più vecchia della civiltà egiziana. Altrove, ci sono siti megalitici datati attorno al 6000-5000 a.C., che pure sono maggiormente antichi delle prime civiltà di 1000 anni o più. E alcuni siti sono perfino più vecchi di questo.

Ma non c'è niente di "impossibile" relativamente a queste conquiste preistoriche. Non c'è prova del coinvolgimento di visitatori extraterrestri o di una "civiltà perduta" con tecnologia avvenieristica. Al contrario, i risultati sono perfettamente congruenti con l'esistenza di genti native altamente specializzate, come i Badariani in Egitto e gli Ubaidiani nella Mesopotamia del sud. La prova archeologica dimostra che le civiltà dell'Egitto e dei Sumeri non sbucarono improvvisamente dal nulla, come scrittori quali Zecharia Sitchin e John Anthony West hanno affermato, ma piuttosto si svilupparono da queste più antiche popolazioni preletterarie.

11) Crede nell'esistenza di un posto chiamato Atlantide?


Platone non fu uno storico o un geografo, ma un "vero filosofo", propositore dello "stato ideale", cioè di una forma utopistica di governo.

I dialoghi socratici relativi alla storia di Atlantide sembrano essere volti a far sviluppare agli Ateniesi concittadini di Platone il concetto di stato ideale. A questo fine, Platone cercò di contrapporre la sua visione di un'Atene ideale con una civiltà marittima decadente ovvero Atlantide, che rappresentava in realtà l'Atene corrotta del suo tempo.

Per imprimere questa idea nelle menti dei suoi concittadini Ateniesi, Platone diede vita a un noto contesto mitico e allegorico, cioè la guerra tra i poteri del cielo e quelli del sottosuolo (più notoriamente usati da Esiodo nella sua favola di Zeus e dei Titani). Atene, o piuttosto l'antico archetipo di quella città, rappresentava i poteri del cielo, mentre Atlantide i poteri del sottosuolo.
Il sottosuolo, conosciuto dai Greci come Tartaro, Erebo e la casa di Ade, rappresentava l'interno sferico della terra, ma fu anche simbolicamente piazzato a Ovest, come è dimostrato dalla storia narrata da Omero di Odisseo che partì alla volta dei confini occidentali del grande Oceano e da lì entrò nell'Antro di Ade.
Il Grande Oceano era l'Oceano Atlantico, e fu lì, dietro le colonne d'Ercole, che Platone mise l'isola di Atlantide. I nomi Atlantico e Atlantide derivano entrambi da Atlante, il dio bandito che presumibilmente conobbe "le profondità di tutti i mari".
Significativamente, i Greci considerarono l'Oceano Atlantico come un oceano
sotterraneo: la fonte di tutti i fiumi del mondo, delle sorgenti e dei mari (si tratta della stessa idea dell'Egiziano Nun e del Babilonese Apsu). Il suo dio

Atlante fu essenzialmente una divinità sotterranea, come fu Poseidone "lo scuotitore della terra" e come fu Crono che Zeus aveva bandito "giù nelle viscere della terra e del mare irrequieto" (Iliade 14.201-2). I Greci talvolta si riferivano all'Atlantico come "il Mare di Crono", che serve a provare il fatto che giace simbolicamente sotto terra.
Così, quando Platone mise Atlantide nell'Oceano Atlantico (nel grande Oceano o

"vero Oceano") stava dicendo ai suoi colti lettori che apparteneva al regno del sottosuolo.
Ma Platone andò oltre questo. Per riportare la sua allegoria cosmica della guerra cercò di identificare l'isola di Atlantide con l'intero sottosolo. Per questa ragione descrisse Atlantide come una città circolare (che copre il
sottosuolo) e come un continente più grande della Libia e dell'Asia messi assieme.
La scena fu così creata affinché i guerrieri ateniesi fossero gli ultimi eroi:
eroi su una scala cosmica. L'invasione del mondo conosciuto da parte delle forze ateniesi fu apparentemente un'allegoria delle eruzioni vulcaniche del sottosuolo, che minacciavano il mondo in superficie, mentre il contrattacco

degli Ateniesi fu apparentemente un'allegoria della caduta del cielo.
Tutto questo e molto altro è spiegato nel mio libro "The Atlantis Secret".

12) Vorrebbe aggiungere qualcos'altro per i nostri lettori?

Sì, vorrei spronarli a fare molta attenzione nel cercare la verità. Molte delle critiche che sono state fatte dall'accademia negli ultimi anni sono fondate tanto quanto le teorie delle scuole di pensiero alternative. C'è un grosso problema con la "filtrazione della conoscenza". Molte teorie sono state promosse come vere anche se dimostrate false. Le teorie non sono state propriamente vagliate dai loro autori, e questi non sono stati propriamente vagliati dai loro lettori. Il campo alternativo perciò rimane in uno stadio di divisione e confusione, dal quale non è in grado di muovere una sfida all'ortodossia e c'è un pericolo sempre presente di un consenso che si sviluppa attorno alle voci e personalità più potenti piuttosto che, come dovrebbe essere, attorno alle idee più potenti. I lettori non dovrebbero "starsene ai margini", ma devono cercare

risposte alle loro domande con più premura. E se questo significa dare a noi autori maggiori difficoltà rispetto a quelle che abbiamo avuto fino ad ora, allora sia così! Quindi, se non vi piace ciò che ho scritto, o non lo comprendete del tutto, rivolgetemi una domanda a alford@eridu.co.uk

Grazie mille per la sua collaborazione e buon lavoro!




Ghergon
00domenica 19 marzo 2006 12:40
"Figlio degenere" di Sitchin
Alan Alford..."Figlio degenere" di Sitchin!!
Ho letto i suoi primi libri e poi quelli che ha scritto dopo(che non ho potuto terminare) non ho mai visto un voltagabbana di tal risma!

Partito in pompa magna, portando ottime idee e considerazioni brillanti che coaudiovavano le teorie della paleoastronautica è finito poi nell' appoggiare il più bieco Darwinismo.(o non si sa bene cosa)

Addirittura parla dei miti come di allegorie, esattamente come facevano i primi studiosi,"esperti", del novecento per smontare ogni minimo riferimento alla spiritualità.

Me lo ricordo quando si faceva fotografare nella grande piramide e dimostrava che nessun essere umano avrebbe mai potuto creare una opera del genere...oppure vicino agli incredibili monoliti, da mille tonnellate l'uno, di Baalbeek...

L'unica cosa del quale gli si può dare atto e merito è di riportare all'attenzione una nuova idea di Catastrofismo, che però dopo l'abiura dimostrata non so quanto potrà essere credibile.
LiviaGloria
00domenica 19 marzo 2006 12:48
Ghergon
Gli esseri umani si "smontano" uno con l altro.....e credo che guardare queste ricerche opposte,cambiamenti,idee,filosofie ,studi....possa portare l uomo a capire che c é un Dio...ed é il Dio dell umanitá....e per quanto noi cerchiamo fuori di noi....Lui sará sempre in comunicazione dentro di noi....con il nostro cuore.
E per quanto studiamo,sviluppiamo....Dio é incontenibile...e per il momento l uomo deve vivere nei limiti della sua naturale materialitá.







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