Amatevi l un l altro

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LiviaGloria
00martedì 21 aprile 2009 17:23
www.tanogabo.it/Religione/Amatevi.htm


Amatevi l'un l'altro


Giovanni 15,14
Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.

Giovanni 15,17
Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.

Giovanni 13,35
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri».

Romani 12,10
amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.

Colossesi 3,13c
Come il Signore vi ha perdonato, cosi' fate anche voi.

1Giovanni 4,11-12
Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.
Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi.

1Giovanni 2,9
Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre.

1Giovanni 4,20-21
Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede.
Questo e' il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello.



RIFLESSIONI

Madre Teresa

Gesù è venuto a questo mondo con un unico scopo: portarci la buona novella, annunciarci che Dio ci ama, che Dio è amore, che ama voi e me. In che modo Gesù ha dimostrato di amarci? Sacrificando la Sua vita.

Dio ci ama di un amore dolce. Ecco quello che Gesù è venuto ad insegnarci: l'amore dolce di Dio. «Ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni» (Isaia 43,1).

Il Vangelo è molto, molto semplice. Se mi amate osserverete i miei comandamenti. In sintesi vuole arrivare a un solo concetto: amatevi l'un l'altro.

«Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze» (Deuteronomio 6,5). Questo è il comando del nostro grande Dio e Lui non comanda certo l'impossibile. L'amore è un frutto sempre di stagione e alla portata di qulsiasi mano. Tutti lo possono cogliere e non vi sono limiti.
Tutti possono raggiungere questo tipo di amore mediante il sacrificio, la meditazione e lo spirito della preghiera, mediante un'intensa vita interiore. Non crediate che per essere autentico amore l'amore debba essere straordinario.
Dobbiamo imparare ad amare senza stancarci. Come fa la lampada a brillare? Grazie al continuo apporto di goccioline d'olio. Che cosa reppresentano le goccioline d'olio nella nostra lampada? Le piccole cose della vita quotidiana: la fedeltà, qualche parola gentile, un pensiero delicato agli altri, il nostro modo di rimanere in silenzio, di guardare, parlare, agire. Non cercate Gesù lontano da voi stessi ;perché non è là fuori ,ma in voi. Tenete accesa la lampada e Lo riconoscerete.
Per noi il messaggio di Gesù «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati» non deve essere solo una luce bensì una fiamma che consuma l'egoismo, il quale impedisce la crescita della santità. Gesù «ci ha amati fino alla fine», fino al limite stesso dell'amore: la croce. Amare deve essere normale come vivere e respirare, giorno dopo giorno fino alla morte.
Ho avuto e ho tuttora modo di osservare molte delle debolezze e delle fragilità umane. Dobbiamo imparare a sfruttarle, dobbiamo lavorare per Cristo con un cuore umile, con l'umiltà di Cristo. Lui viene e si serve di noi per diffondere il Suo amore e la Sua compassione nel mondo nonostante le nostre debolezze e fragilità.
Un giorno ho raccolto dal marciapiede un uomo con il corpo coperto di vermi. Volete sapere che cosa ha detto quando l'ho portato al nostro centro? Non ha imprecato, non ha incolpato nessuno, ha detto soltanto: «Ho vissuto come un animale in mezzo alla strada, ma morirò come un angelo, circondato da amore e attenzioni!». Ci sono volute tre ore per lavarlo. Alla fine ha alzato lo sguardo verso la suora e ha pronunciato queste parole: «Sorella, sto tornando a casa da Dio». Poi è spirato. Non ho mai visto su un volto umano un sorriso raggiante come quello che illuminava il viso di quell'uomo. E' tornato a casa da Dio. Vedete che cosa può fare l'amore! Forse la giovane suora non se ne è resa conto al momento, ma stava toccando il corpo di Cristo. Gesù voleva affermare proprio questo quando ha detto: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo dei miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» (matteo 25,40). In tal senso voi e io rientriamo nel piano divino.

Cerchiamo di comprendere la dolcezza dell'amore di Dio. Nelle Scritture Lui dice: «Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse del suo bambino, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani» (Isaia 49,15-16). Quando vi sentite soli, respinti, malati e dimenticati non scordate il valore che avete per Lui. Lui vi ama. Dimostrate quell'amore gli uni agli altri perché in questo consiste l'insegnamento che Gesù è venuto a trasmetterci.

Ricordo una donna, madre di dodici figli, l'ultimo dei quali, una bambina, era afflitta da mutilazioni così terribili che non riesco a desriverle. Quando mi sono offerta di accogliere la piccola nella nostra casa, dove ci sono moltri altri bambini nelle sue condizioni, la donna è scoppiata in lacrime e ha detto: «Per l'amor del cielo. Madre, non me ne parli nemmeno. Questa creatura è il più grande dono che Dio ha fatto a me e alla mia famiglia. Le dedichiamo tutto il nostro amore. Se ce la portasse via la nostra vita sarebbe vuota». Il suo era un amore pieno di dolcezza e comprensione. Oggi esiste ancora un amore simile? Ci rendiamo conto che i nostri figli, mariti mogli, genitori, fratelli hanno bisogno di quella comprensione e del calore della nostra mano?

Non dimenticherò mai il giorno in cui, mentre mi trovavo in Venezuela, ho fatto visita a una famiglia che ci aveva regalato un agnello. Sono andata a ringraziarli e ho scoperto che avevano un bambino storpio. Quando ho chiesto alla madre: «Come si chiama il piccolo?» la donna mi ha dato una risposta stupefacente: «Lo chianiamo 'Maestro d'amore' perché ci insegna di continuo come amare. Tutto quello che facciamo per lui rappresenta il nostro amore attivo per Dio».

Agli occhi di Dio abbiamo un immenso valore. Non mi stanco mai di ripetere che Dio ci ama. Dio mi ama dolcemente ed è qualcosa di meraviglioso. Ecco perché dobbiamo amarci di gioia, di coraggio e della convinzione che nulla ci potrà separare dall'amore di Cristo.

Ho l'impressione che ci concentriamo troppo spesso solo sull'aspetto negativo dell'esistenza: su quanti vi è di cattivo. Se fossimo più disposti a vedere le cose belle e buone che ci circondano potremmo trasformare le nostre famiglie, i nostri vicini e le altre persone che abitano nel nostro quartiere o nella nostra città. Potremmo portare pace e amore a un mondo che ne ha un disperato bisogno.
Se abbiamo davvero l'intenzione di conquistare il mondo non riusciremo mai nell'impresa con bombe o altre armi distruttive. Conquistiamolo invece con l'amore. Intrecciamo la nostra vita con i fili dell'amore e del sacrificio e ce la faremo.
Non è necessario compiere grandi gesta per mostrare il nostro grande amore verso Dio e il prossimo. Quello che rende le nostre azioni belle agli occhi di Dio e l'intensita dell'amore che vi infondiamo.
La guerra e la pace cominciano nelle nostre case. Se desideriamo davvero la pace mondiale cominciamo ad amarci gli uni gli altri all'interno delle nostre famiglie. A volte è difficile sorridere agli altri. Spesso il marito fa fatica a sorridere alla moglie e la moglie al marito.
Per essere autentico l'amore deve essere soprattutto amore per gli altri. Dobbiamo amare coloro che ci sono più vicini, i nostri familiari. Poi l'amore si diffonderà tra tutti coloro che avranno bisogno di noi.
E' facile amare chi è lontano, ma non sempre è facile amare chi è vicino. E' più facile offrire un piatto di riso a un affamato che alleviare la solitudine e l'angoscia di un amico che non si sente amato.
Voglio che cerchiate i poveri nelle vostre stesse case. E' da lì che deve cominciare il vostro amore. Voglio che siate la buona novella per coloro che vi circondano. Voglio che vi preoccupiate del vostro vicino. Lo conoscete?
Il vero amore è un sentimento che, sebbene provochi dolore e ci faccia soffrire, ci rende felici. Ecco perché dobbiamo pregare Dio chiedendogli il coraggio di amare.
Le parole che escono dalla bocca sgorgano dalla ricchezza del cuore. Se avete il cuore pieno di amore parlerete dell'amore. Voglio che voi tutti riempiate il vostro cuore di grandissimo amore. Non crediate che per essere vero e caloroso questo sentimento debba essere straordinario. Non è cosi: quel che è necessario per il nostro amore è il desiderio incessante di amare colui che amiamo.

Un giorno ho trovato tra i rifiuti una donna che bruciava di febbre. In fin di vita, continuava a ripetere: «E' stato mio figlio!». L'ho presa tra le braccia e l'ho portata al convento esortandola durante il cammino a perdonare il figlio. Solo dopo qualche tempo l'ho sentita dire: «Sì, lo perdono!». Ha pronunciato quelle parole in tono di vera indulgenza proprio pochi minuti prima di spirare. La donna non era consapevole della sofferenza, della febbre, della morte imminente. A spezzarle il cuore era la mancanza di amore da parte del figlio.

Talvolta anime sante sopportano ardue prove interiori ed entrano nelle tenebre. Se desideriamo che gli altri siano coscienti della presenza di Gesù dobbiamo tuttavia esserne convinti per primi.
Migliaia di persone vorrebbero avere quello che abbiamo noi, ma Dio ha deciso di porci dove ci troviamo oggi affinché condividiamo la gioia insita nell'amore per gli altri. Vuole che ci amiamo gli uni gli altri, che ci doniamo gli uni agli altri fino a provare dolore. Quel che è importante non è quanto diamo bensì quanto amore mettiamo nel dare.
Secondo le parole del Santo Padre ciascuno di noi deve riuscire a «pulire ciò che è sporco, a scaldare ciò che è tiepido, a rafforzare ciò che è debole, a illuminare ciò che è buio». Non dobbiamo avere paura di dichiarare l'amore di Cristo e di amare come Lui ha amato.

Dove vi è Dio vi è amore e dove vi è amore vi è disponibilità a servire. Il mondo ha fame di Dio.

Quando vedremo Dio l'uno nell'altro ci ameremo a vicenda come Lui ama noi obbedendo alla legge dell'amore reciproco. Ecco che cosa desiderava insegnarci Gesù: Dio ci ama e vuole che ci amiamo gli uni gli altri come Lui ama noi.
Dobbiamo sapere che ognuno di noi è stato creato per fare grandi cose, non solo per essere uno fra tanti, non solo per conseguire lauree o diplomi, per ottenere questo o quel lavoro. Siamo stati creati per amare ed essere amati.
Siate sempre fedeli nelle piccole cose perché lì si cela la nostra forza. Agli occhi di Dio non vi è nulla di piccolo; tutto è infinito. Praticare la fedeltà nelle cose più piccole, non per loro stesse bensì per la grande cosa che è la volontà divina e per cui nutro il più grande rispetto.
Non mirate a gesta spettacolari. Dobbiamo rinunciare volontariamente a ogni desiderio di vedere i frutti della nostra fatica facendo tutto il possibile nella maniera migliore possibile e lasciando il resto nelle mani di Dio. Quel che importa è il dono di voi stessi, il grado di amore che mettete in ogni azione.
Se avete fatto il vostro meglio non lasciatevi scoraggiare dai fallimenti e non vantatevi dei successi ma dedicate entrambi a Dio con la più profonda gratitudine.
Essere demoralizzati è un segno di orgoglio perché indica la fiducia che avete nelle vostre capacità. Non preoccupatevi delle opinioni altrui. Siate umili e non ne verrete influenzati. Il Signore mi ha voluto qui e troverà una soluzione.
Quando ci occupiamo dei malati e dei bisognosi tocchiamo il corpo sofferente di Cristo e il contatto con quest'ultimo ci rende eroici; ci aiuta a dimenticare la repulsione e le tendenze che ci sono naturali. Per vedere Cristo nel corpo martoriato e negli abiti sudici che celano il più bello dei figli dell'uomo ci servono gli occhi della fede più profonda. Per toccare i corpi straziati dal dolore e dalla sofferenza avremo bisogno delle mani di Cristo.

L'amore intenso non misura, si limita a dare.


Tratto da:
Madre Teresa
- Rizzoli Editore -

"Amatevi gli uni gli altri
come io vi ho amato "


È possibile amare con lo stesso amore di Gesù

Noi, per essere discepoli del Signore Gesù, siamo chiamati a radicarci nel suo amore, farne la regola e il fondamento della nostra vita. Non ci sembri paradossale o impossibile “amarci gli uni gli altri” come egli stesso ci ha amati. Anche noi riceviamo la forza che viene dall’alto, lo Spirito di amore che ha informato e mosso tutta la vita di Gesù.
E noi vediamo questa forza operare in noi quando ci lasciamo attirare e guidare da questo Spirito: nuovi incontri, nuovi sentimenti, legami di affetto che si stabiliscono con persone diverse. Amare dello stesso amore del Signore Gesù non solo è possibile ma è buono e bello per noi e per quelli che incontriamo.
Lasciamo che la fede nel Signore Gesù si consolidi in noi, si affermi sempre più. Viviamo la gioia della fraternità e come fratelli andiamo incontro agli altri. Raccontiamo ai nostri amici e fratelli quello che il Signore ci fa vivere e quello che opera per mezzo nostro. Come facevano i discepoli del Signore nelle prime comunità: “Arrivati ad Antiochia, Paolo e Barnaba riunirono la comunità e riferirono tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo di loro e come aveva aperto ai pagani la porta della fede” (Atti 14,27).

Non solo il male, la divisione, la violenza è contagiosa. Ma anche l’amore, l’amicizia è contagiosa. Tanti sono rassegnati perché hanno vissuto troppe esperienze di dolore, di abbandono, di rapporti per calcolo e interesse. Per questo è importante comunicare, far conoscere che l’amore del Signore può essere vissuto ed è una luce per questo mondo.

Il discepolo del Signore è colui che impara giorno per giorno a guardare gli uomini e le vicende di questo mondo con gli occhi stessi di Dio, con la sua forza di amore e col desiderio forte di trasformare questo mondo.

I discepoli del Signore non sono rassegnati, perché il nostro Dio non si è rassegnato. Il discepolo Giovanni, relegato nell’isola di Patmos, prigioniero per la sua fede, radicato nella vita col Signore, guarda al mondo del suo tempo e vede “un nuovo cielo e una nuova terra”, vede una nuova città, una nuova convivenza, con gli uomini che vivono guidati dall’amore di Dio: “Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: ‘Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il Dio-con-loro’ ”.

Accogliamo l’invito di un grande pastore della Chiesa, Gregorio Magno:

“Se credete d’aver fatto del progresso, tirate qualche altro con voi, cercate d’aver dei compagni nella via di Dio. Se uno di voi, fratelli, va al foro o alle terme e incontra uno che sta senza far niente, lo invita a fargli compagnia. E, allora, se andate verso Dio, fate in modo di non andarvi soli. Perciò fu scritto: "Chi ha sentito l’invito, dica a sua volta: Vieni!" (Ap 22,17), in modo che colui che ha sentito nel cuore il richiamo dell’amore divino, faccia sentire anche al suo prossimo la voce dell’invito. … Fratelli, non negate al vostro prossimo l’elemosina della parola” (Gregorio Magno, Omelie, 6, 6).

LiviaGloria
00mercoledì 22 aprile 2009 17:19
1 Cor.9

[19]Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: [20]mi sono fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; con coloro che sono sotto la legge sono diventato come uno che è sotto la legge, pur non essendo sotto la legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la legge. [21]Con coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che sono senza legge. [22]Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. [23]Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro.

1 Cor.4

[12]ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; [13]calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.


1 Cor.10

[31]Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. [32]Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; [33]così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l'utile mio ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.



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