Anche la matematica é contro l evoluzione

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LiviaGloria
00domenica 9 aprile 2006 12:51


Mistificazioni evoluzionistiche e matematica



Il 19 aprile 1882, compiuti da poco i settantatré anni, Charles Robert Darwin moriva nella sua casa di Down, nel Kent. Gli sopravvivevano la moglie Emma, sette dei suoi dieci figli, una mole notevole tra libri, articoli e memorie scientifiche; ma il suo nome sarebbe rimasto indissolubilmente legato a una delle maggiori mistificazioni della storia della scienza e della cultura occidentale: la teoria della evoluzione (1).



I. La rivoluzione evoluzionistica

A cento anni dalla scomparsa, il mondo scientifico ufficiale, con grande dispiego di mezzi, ha celebrato nel 1982 l'"anno darwiniano". Quotidiani, settimanali, riviste di divulgazione hanno offerto generosamente le proprie pagine alla memoria del "fondatore" e alla diffusione del suo "messaggio": una claque invadente e ossessiva ha applaudito senza interruzione alle vecchie tesi evoluzionistiche riproposte, come sempre, secondo enunciati ambigui e sfuggenti e con il consueto corredo di "prove" (2). Lo spazio per il dissenso è stato pressoché nullo e su ogni voce discorde è stata fatta gravare un'atmosfera ora di ironia, ora di disinteresse. Non è consentito avere dubbi "sulla validità della teoria [...]. L'impostazione corretta di questo dubbio non è [...] "se l'evoluzione è vera", ma se sappiamo tutto dell'evoluzione" (3).

Della evoluzione, in pratica, si conosce ben poco. Giuseppe Montalenti, presidente dei Lincei, fautore e divulgatore in Italia della teoria evoluzionistica, ammette, per esempio, che "non è a credere che tutto sia chiaro, che tutti i problemi siano risolti. Al contrario, molti rimangono aperti e intorno a essi si discute e si ricerca molto. [...] Molti e gravi sono i problemi anche in quello che abbiamo chiamato l'aspetto storico dell'evoluzione. Il quadro del processo evolutivo appare disegnato nelle sue grandi linee in modo abbastanza attendibile, ma quando si cerca di fissare il particolare si incontrano spesso grandi difficoltà" (4).

Se le difficoltà permangono, come sempre, e se nessun fatto nuovo, nessuna verifica sostanziale sono intervenuti in questi cento anni a fare sì che l'evoluzionismo sia qualcosa di più di un disegno "attendibile" soltanto nelle sue "grandi linee", le celebrazioni riservate a Darwin e alla sua teoria, fatto anomalo nella storia della scienza, inducono a un atteggiamento di sospetto. Il sospetto cade e diviene certezza se si considera che Darwin e l'evoluzionismo sono troppo importanti per essere lasciati al vaglio della usuale metodologia scientifica: non tanto per il rischio di vedere cadere ciò che affermano, quanto per il timore di dovere affermare ciò che negano. Ne ha chiara coscienza Francois Jacob, evoluzionista, premio Nobel per la medicina nel 1965: "Quello che Darwin ha mostrato è che per rendere conto dello stato attuale del mondo vivente non c'era affatto bisogno di ricorrere ad un Ingegnere Supremo. […] Tuttavia se l'idea di un progetto, di un piano generale del mondo vivente, stabilito da un creatore è scomparsa con il darwinismo, questo ha conservato un alone di armonia universale" (5). Quindi, per evitare che l'"Ingegnere Supremo", cacciato dalla porta principale più di cento anni fa, rientri per quella di servizio attraverso la oggettiva constatazione della "armonia" della sua opera, ovvero della perfezione e della finalità delle sue parti, si rende necessario un costante rilancio della teoria evoluzionistica, nel quale non siano discussi e criticati i dubbi e le prove, ma sia posto l'accento sull'impatto rivoluzionario che essa ha avuto e continua ad avere su ogni concezione del mondo che faccia ricorso a un creatore.

Un creatore presuppone una volontà, e una volontà esprime una intenzione, un progetto: ebbene, continua Jacob, "la teoria della selezione naturale consiste precisamente nel capovolgere questa affermazione. […] In questo rovesciamento, in questa specie di rivoluzione copernicana sta l'importanza di Darwin per la nostra rappresentazione dell'universo e della sua storia" (6). Se poi si considera che la concezione tradizionale del mondo "ha nella dottrina cristiana il suo più saldo fondamento" (7), non è difficile collocare il movimento evoluzionistico nel quadro più ampio del movimento che il pensiero contro-rivoluzionario denomina "Rivoluzione" e che si realizza nella lotta e nella demolizione tematica di ogni espressione conforme a quella dottrina: sul piano religioso, su quello politico-sociale-istituzionale, su quello economico, fino a colpire, da ultimo, i legami microsociali e l'individuo stesso.

Seguendo lo schema di Plinio Corrêa de Oliveira (8), lo svolgimento storico mette in evidenza, dalla fine dei Medioevo cristiano, una I Rivoluzione, protestantica, che distrugge i legami religiosi; una II Rivoluzione, liberale-illuministica, che distrugge i vincoli e i legami dell'antico ordine sociale; una III Rivoluzione, comunistica, che abolisce il residuo ordine economico. Ma, ulteriore al comunismo, Corrêa de Oliveira intravede una "IV Rivoluzione nascente" (9), il cui tratto saliente sta nel carattere ristretto del suo campo d'azione: i legami microsociali, cioè la trama di relazioni che ogni uomo tesse in quanto membro di una comunità, di una famiglia, in quanto genitore. E dopo i legami microsociali, spesso in diretta relazione con essi, si pone l'ordine interiore della persona, che trova nella gerarchia intelletto-volontà-sensibilità il riferimento di ogni azione e di ogni manifestazione.

V'è ora da chiedersi: se l'evoluzionismo, come non esitano ad affermare i suoi esponenti più rappresentativi, è una rivoluzione, nel senso di "sovvertimento" e non in quello, purtroppo diffuso, di semplice "cambiamento" rispetto a un ordine precedente, come collocarlo all'interno dello schema ora tracciato?

Per il suo carattere intellettuale e accademico, l'evoluzionismo si pone innanzitutto su di un piano non immediatamente legato ai fatti e ai comportamenti delle persone: l'evoluzionismo è una rivoluzione nelle idee. Cionondimeno, analogamente ai grandi sistemi ideologici del passato, esso aspira a fornire una giustificazione al comportamento individuale e sociale. Ciò è tanto più vero in un'epoca come la nostra che "si è lasciata gradatamente persuadere che l'essere umano, analizzato, scomposto, scandagliato dalle varie direttive di ricerca non è altro che una macchina, di volta in volta meccanica, chimica, elettrica o cibernetica" (10). Ora, è al contenuto delle idee evoluzionistiche e alla loro capacità di penetrazione che si deve guardare per rispondere alla importante domanda che ho posto prima.

Già ho osservato che il loro carattere sovversivo generale risiede nell'affermazione di una visione del mondo che fa a meno di un creatore. Tuttavia non è difficile constatare che esse si spingono ben oltre, negando anche l'ordine morale che deriva dalla esistenza di un creatore e che, per questo, è vincolante. L'evoluzionismo, infatti, traendo l'uomo dal caso e facendone un "prolungamento delle cose […] sullo stesso piano degli animali" (11), lo sottrae a ogni responsabilità: la storia diventa storia della biologia, dove "tutto è permesso" (12) e dove "non vi sono più leggi divine che assegnino limiti all'esperimento" (13).

Una volta esclusi Dio e la sua volontà, cioè una volta rotto il legame Creatore-creatura, rimane la constatazione del puro divenire. Da esso gli esseri emergono non in vista di un fine secondo un progetto, ancorché immanenti al movimento stesso, bensì in virtù del puro gioco delle fluttuazioni statistiche. "L'evoluzione — scrive Jacob — mette in gioco intere serie di contingenze storiche" (14), così che "il mondo vivente avrebbe potuto essere diverso da quello che è, o addirittura non esistere affatto" (15). Questa affermazione è molto importante per il tipo di analisi che sto conducendo. Essa dimostra, infatti, che l'evoluzionismo contiene in sé anche gli elementi della II e della III Rivoluzione: la rottura dei legami politici, cioè delle antiche solidarietà sociali fondate sulla gerarchia e sull'ordine, e di quelli economici. Se ne rende ben conto lo stesso Jacob: "Finché l'Universo era opera di un Divino Creatore, tutti gli elementi erano stati da lui creati per accordarsi in un insieme armonioso, accuratamente preparato al servizio del componente più nobile: l'uomo. [...] Era un modo di concepire il mondo che aveva importanti conseguenze politiche e sociali, in quanto legittimava l'ordine e la gerarchia della società" (16). Ora, invece, perde di senso qualunque tentativo di fondare un ordine e una gerarchia: "il migliore di tutti i mondi possibili è diventato semplicemente il mondo che si trova a esistere" (17).

In questo emergere prepotente del "caso" come fonte ed essenza della realtà, in questa dissolvenza dell'essere umano, della sua libertà e della sua volontà nel movimento evolutivo, risiede il carattere originale della rivoluzione darwiniana: una originalità che la distingue dallo stesso marxismo e da ogni altra ideologia di matrice hegeliana. Nella dialettica hegeliana e in quella marxistica, il movimento universale, dell'Idea o della Materia, conservava pur sempre una sua finalità, una "direzione privilegiata", "ascendente", e offriva agli individui più consapevoli la possibilità di tuffarsi nella corrente e di accelerare in qualche modo il corso della storia. Ma ora che il mondo esistente non può essere che il frutto del caso, costruito come una quaterna del lotto, ogni pretesa di perfettibilità diventa inutile e assurda: anche il mondo di domani, come quello di oggi, uscirà "alla cieca" dall'urna dei "mondi possibili".

Distinta dal comunismo, dunque, ma anche "oltre" il comunismo (18): la rivoluzione darwiniana procede inesorabile secondo una logica folle di trasgressioni successive. Abbattute le barriere tra le specie, in una visione del mondo vivente nel quale gli organismi perdono la loro tipicità e la loro fissità strutturale, dove "oggetto effettivo di conoscenza è la popolazione nel suo insieme" (19), l'avanguardia evoluzionistica propone, da ultimo, il programma di ricostruzione della società e degli individui sulle basi delle indicazioni della sociobiologia e della ingegneria genetica. L'inserimento dell'aborto nelle legislazioni di molti paesi, accompagnato da campagne propagandistiche sul suo uso come strumento di selezione in base alle caratteristiche genetiche dei feti (20); la diffusione della fecondazione artificiale, che esclude ogni rapporto di paternità e di maternità, lasciano intravedere l'inquietante scenario di una umanità pianificata e manipolata artificialmente, che attraverso la tecnica della clonazione (21), realizza il sogno utopico della uguaglianza assoluta: quella relativa al patrimonio ereditario degli individui.

Il movente occulto della Rivoluzione è l'odio a Dio. Non potendo questo odio scagliarsi contro Dio stesso, si proietta contro le sue opere e, nella sua forma più consapevole e compiuta, contro il capolavoro del creato: l'uomo. Nell'uomo Dio ha infuso la scintilla dell'intelletto, che lo distingue dagli animali, ma a ogni uomo ha anche assegnato una vita interiore, un modo di affacciarsi al reale e di riflettere su di esso del tutto diverso da quello di ogni altro uomo: è il dono della personalità. È evidente che l'aggressione organizzata e tematica della Rivoluzione al creato deve prevedere il momento di lotta specifica all'essere umano: questo attacco, come si è detto, si compie con la IV Rivoluzione. Nel quadro di questa battaglia, forse quella finale che la Rivoluzione si accinge a combattere (22), la rivoluzione evoluzionistica svolge il ruolo di aggressivo genetico, fornendo le idee per una alterazione delle differenze psico-somatiche tra gli individui.

La prospettiva è al limite; tuttavia non è eliminabile: la direzione in cui l'evoluzionismo lavora nei laboratori di genetica è quella di un mondo popolato da miliardi di esseri uguali, repliche esatte di uno stesso "progetto umano". Scrive ancora Jacob: "Forse si riuscirà anche a produrre, a volontà e nel numero di esemplari desiderato, la copia esatta di un individuo: un uomo politico, un artista, una reginetta di bellezza, un atleta. Nulla vieta di applicare fin d'oggi agli esseri umani i procedimenti selettivi utilizzati per i cavalli da corsa, i topi da laboratorio o le vacche lattiere [...]. Ma tutto questo non ha più a che fare soltanto con la biologia" (23).

È vero, tutto ciò è già oltre la biologia, è la prospettiva sinarchica della Repubblica Universale, di un mondo, come insegna Corrêa de Oliveira "senza disuguaglianze né sociali né economiche, diretto mediante la scienza e la tecnica, la propaganda e la psicologia" (24); di un mondo nel quale, paradossalmente, quella umanità che l'evoluzionismo vuole scaturita dai branchi scimmieschi delle savane, ritorna a essere mandria indistinta e brutale come i suoi mitici progenitori.



II. L'evoluzionismo scientifico

La filosofia insegna che l'unità è un carattere della verità. La verità è compatta: negandone un aspetto, prima o poi si dovrà negarla tutta. L'errore, al contrario, è molteplice, nel senso che il contrario di una affermazione vera non è una affermazione falsa, ma possono essere infinite affermazioni false. Ciò rende, evidentemente, più ardua la difesa della verità, tuttavia ogni errore presenta sempre uno o più punti particolarmente deboli, sui quali intraprendere l'opera di demolizione completa.

Nel caso dell'errore evoluzionistico la situazione descritta è assai favorevole in quanto tutta la visione del mondo che scaturisce da esso trae la propria forza da un preteso riscontro scientifico, cioè da un contesto in cui la verifica della bontà di una affermazione è immediata e, entro certi limiti, inoppugnabile. In altri termini, la rivoluzione evoluzionistica pretende di essere fondata scientificamente, per cui è sul terreno scientifico che può cominciare una seria opera di confutazione nei suoi confronti.

La sproporzione tra la produzione scientifica evoluzionistica e quella antievoluzionistica, decisamente a favore della prima, non deve indurre a credere in una altrettanto sproporzionata differenza di qualità, anzi. Semplicemente il mondo accademico ufficiale, di concerto con i più importanti organi di divulgazione, impedisce che ottimi lavori di valenti uomini di scienza, di impostazione antievoluzionistica, possano raggiungere il vasto pubblico dei lettori. Basti, per tutte, la dichiarazione di Pietro Omodeo, evoluzionista presentato come "il più noto studioso italiano di evoluzionismo" (25), rilasciata nel corso di una intervista sul movimento neo-creazionistico americano. Ascoltando le affermazioni dei suoi avversari, a Omodeo "viene voglia di rispondere con un pernacchio" (26).

Più dei suoni non propriamente civili evocati da Omodeo, ciò che condiziona lo scienzato anticonformista è, naturalmente, il clima di ostracismo e di intimidazione che si crea contro chi avanza ipotesi contrarie alle vedute ufficiali sull'argomento (27). Tuttavia non sono mancati nel passato, e non mancano ancora oggi, autorevoli ricercatori che, con i loro lavori, hanno messo in evidenza le lacune dell'evoluzionismo scientifico e proposto soluzioni radicalmente alternative al problema relativo all'origine e allo sviluppo della vita sulla Terra (28).

Fra questi, merita particolare attenzione, per il prestigio dell'autore e per la completezza e il rigore della trattazione, lo studio dello scienziato francese Georges Salet (29). Docente universitario, profondo conoscitore delle maggiori questioni scientifiche del nostro tempo, Salet, cattolico, non ha esitato a scendere in campo ogni qualvolta l'"intellighentsia" scientista, mistificando i fatti, ha attaccato la Chiesa, le verità di fede, la filosofia naturale e cristiana (30).

Il pregio del volume di Salet consiste nell'andare direttamente al cuore della questione evoluzionistica, confutando i due cardini della teoria: il ruolo della selezione naturale e quello del caso come fonti del mondo vivente, della sua varietà, e della sua pretesa evoluzione. Nella impossibilità di trascrivere in extenso tutte le osservazioni di Salet, svolte in diverse centinaia di pagine, mi limito a esporre i passaggi fondamentali della sua confutazione dell'evoluzionismo, che non è ancora stata smentita.



1. I princìpi della teoria evoluzionistica

Con il termine "evoluzionismo" si intende l'ipotesi scientifica che spiega l'origine della vita a partire dalla materia inerte (evoluzione molecolare), e la successiva diversificazione del mondo vivente a partire dagli esseri più semplici e primitivi, fino a rendere conto dello stato attuale del mondo vivente, con i milioni di specie esistenti nei regni vegetale e animale (evoluzione biologica).

Circa i meccanismi di questo processo non esistono spiegazioni univoche, e questo fatto, già di per sé, non depone a favore della bontà della teoria. Grosso modo, le teorie esplicative della evoluzione possono riassumersi in tre gruppi:

a. spiegazioni spiritualistiche: sono quelle che fanno appello a non meglio identificati princìpi immateriali, che orienterebbero la materia verso stati sempre più complessi e perfezionati;

b. spiegazioni verbali: si tratta di definizioni tautologiche della evoluzione, dissimulate sotto la maschera di discorsi dotti e di terminologie scientifiche. Questo tipo di spiegazioni sono dovute, per esempio, ai biologi marxisti, come il sovietico Oparin e l'inglese Haldane, e a uno spiritualista come Teilhard de Chardin, con la sua legge di "complessità-coscienza" (31);

c. spiegazioni scientifiche: sono i tentativi di spiegare il processo evolutivo attraverso i fatti di osservazione.

Sui primi due gruppi la scienza non può formulare giudizio alcuno, in quanto essi stessi si pongono al di fuori del suo campo di azione. Per quanto riguarda le spiegazioni scientifiche si può dire che, attualmente, pur nella grande varietà delle posizioni dei singoli ricercatori, la maggior parte degli evoluzionisti concorda su spiegazioni dell'evoluzione che combinano le acquisizioni della genetica sulla eredità e sulle mutazioni, con l'idea originale di Darwin intorno alla selezione naturale: le teorie attuali sui meccanismi della evoluzione non sono altro che messe a punto di questa "teoria-base" detta "mutazioni-selezione". Vediamo che cosa afferma.

La genetica, branca della biologia che si occupa della eredità, mostra che il patrimonio ereditario di ciascun individuo è strutturato secondo unità microscopiche perfettamente individuate, dette geni. I geni sono localizzati nei cromosomi, situati nel nucleo di ogni cellula, secondo un ordine ben determinato: ciascun gene, o una data sequenza di essi, corrisponde a una serie complessa di funzioni, che la cellula è o sarà chiamata a svolgere. Il corredo di geni di ogni individuo contiene, in altri termini, la descrizione dell'individuo stesso, il suo progetto o piano di montaggio: è questo corredo di geni che, per esempio, è all'origine dello sviluppo dell'uomo così come di ogni animale pluricellulare. Esso stabilisce i tempi e le modalità della crescita del feto: quando e come si deve formare il tessuto nervoso, quando e come quello osseo, quando e come gli occhi, i capelli, e così via.

Accade, tuttavia, che nel corso dello sviluppo di un individuo, o durante la sua vita, il suo patrimonio genetico subisca mutazioni, cioè alterazioni di struttura. Ricorrendo di

nuovo alla immagine del piano di montaggio, è come se le linee di esso fossero state in qualche modo alterate. Ciò che la genetica ha accertato intorno al fenomeno delle mutazioni si può riassumere nelle seguenti proposizioni:

> le mutazioni si trasmettono ereditariamente secondo le leggi di Mendel;

> il loro tasso è estremamente basso: presso gli animali superiori è appena di 1 ogni 10.000 / 100.000 individui;

> fanno generalmente apparire delle anomalie, delle tare, a volte delle vere e proprie mostruosità, che limitano notevolmente gli individui colpiti;

> se l'organo colpito è un organo fondamentale, l'individuo muore prematuramente, spesso allo stadio di embrione;

> il carattere delle mutazioni è profondamente casuale, cioè non si conosce alcun agente mutageno con azione specifica;

> il numero delle mutazioni letali è da 10 a 15 volte superiore a quello delle mutazioni "vitabili", cioè delle mutazioni che mantengono comunque in vita l'individuo colpito.

Per la teoria evoluzionistica "mutazioni-selezione", le mutazioni costituiscono la fonte della variabilità del mondo vivente, alla quale attinge la selezione naturale per trattenere gli individui nei quali le mutazioni hanno incrementato il tasso di natalità o diminuito quello di mortalità, cioè gli individui favoriti dalle mutazioni.

Anche la selezione naturale è un fatto di osservazione, definitivamente acquisito alla scienza. Le sue modalità di azione, quando possono esplicarsi, sono estremamente incisive. Per esempio, se in una coltura di un milione di batteri compare un individuo mutato, o mutante, il cui ritmo di duplicazione è superiore dell'1 % rispetto agli altri, dopo 4000 generazioni, cioè qualche giorno su scala batterica, il rapporto di popolazione sarà invertito: un individuo originale per milione di mutanti.

La selezione naturale, utilizzando i prodotti delle mutazioni e con l'effetto dell'isolamento geografico delle popolazioni, rende perfettamente conto di quelle modificazioni limitate in seno alle specie, note da sempre ai naturalisti, che talvolta prendono il nome di microevoluzione. Una delle sue manifestazioni più conosciute è la formazione di razze all'interno di una specie.

La microevoluzione, però, non ha nulla a che vedere con l'evoluzionismo: tra essi esiste una differenza di natura. Quasi sempre gli evoluzionisti trascurano tale differenza con disinvoltura colpevole, così che fenomeni microevolutivi vengono interpretati come esempi di evoluzione (32). La microevoluzione implica modificazioni organiche limitate ed esclude completamente la comparsa di nuovi organi o di nuove funzioni; l'evoluzionismo, invece, per rendere conto delle differenze organiche e funzionali tra i gruppi di viventi passati e attuali, deve postularle: la microevoluzione è indifferente o regressiva, l'evoluzionismo è progressivo.

La teoria evoluzionistica dunque, parte da basi concrete — le mutuazioni, la selezione —, in grado di rendere conto delle modificazioni limitate dei viventi, realmente riscontrabili in natura, per spiegare la comparsa di nuovi gruppi della classificazione sistematica attraverso modifiche profonde e apparizioni di funzioni e di organi nuovi negli esseri viventi. Per rendere plausibili questi fantomatici passaggi, gli evoluzionisti ricorrono a sofismi e a mistificazioni, con i quali il ruolo delle mutazioni e della selezione viene completamente alterato.



2. Il primo inganno evoluzionistico: il ruolo della selezione naturale

Spiega Salet che la reale variabilità del mondo vivente può riassumersi nella seguente proposizione: "Gli organismi si modificano a caso. Ogni modificazione (mutazione) che corrisponde al MIGLIORAMENTO di un organo è automaticamente selezionata"

(33). Ed ecco, invece, ciò che gli evoluzionisti, al seguito di Darwin, continuano a insinuare: "Gli organismi si modificano a caso. Le modificazioni (mutazioni) che corrispondono all'APPARIZIONE di una nuova funzione (e quindi, in senso lato, di un nuovo organo) SONO automaticamente selezionate" (34).

Le due proposizioni, come si vede, differiscono per le parole scritte in maiuscolo:

> "mutazione", che era singolare, è diventata plurale;

> "miglioramento" è diventato "apparizione".

Questi cambiamenti, apparentemente banali, sono tali da trasformare una proposizione esatta in un sofisma. Infatti è chiaro che la selezione naturale può intervenire sul mutante soltanto dopo che si sono verificate tutte le mutazioni necessarie alla comparsa del nuovo organo o della nuova funzione, cioè soltanto dopo che il nuovo organo è completamente costituito ed è in grado di esplicare perfettamente la nuova funzione: la selezione non può in alcun modo trattenere mutazioni intermedie perché non corrispondono ad alcunché di compiuto nell'organismo; anzi, un individuo in un simile stato sarebbe svantaggiato rispetto agli individui originali e la selezione naturale provvederebbe a cancellarlo in breve tempo dalla faccia della Terra. Per esempio, un essere vivente dotato di un organo a mezza strada tra una pinna e un arto non è né un pesce capace di nuotare nell'acqua, né un animale da terraferma. Un organo come un arto implica ossa, che ne assicurino la rigidità; articolazioni, che ne assicurino la mobilità, e muscoli, tendini e nervi, che ne assicurino la forza. Parlare di formazione progressiva e lenta degli arti è un puro esercizio verbale, privo di ogni riscontro scientifico. La selezione naturale non avrebbe nulla su cui agire.

Dietro una simile concezione circa il ruolo della selezione, oltre al misconoscimento dei fatti, vi è una cattiva comprensione dei concetti di "organo" e di "funzione". Nei trattati, nei libri di scuola e in ogni articolo sull'evoluzionismo, spesso si dice che un organo nuovo compare in forma molto semplice e che, in seguito, esso si perfeziona sotto il controllo della selezione come se, afferma Salet, bastasse "un poco di organo" per avere assicurata anche "un poco di funzione" (35). Gli evoluzionisti dimenticano che il "diagramma" della funzione svolta da un organo è del tipo "tutto o niente", proprio come accade per le macchine: nessun funzionamento fino a quando non sono a posto tutti i dispositivi componenti della macchina. Lo sanno bene gli automobilisti, dice Salet, che "senza carburatore o senza dispositivo di accensione un'auto non viaggia "meno bene": non viaggia affatto" (36).

Di fatto, una via di uscita esiste, ed è quella di ritenere che le mutazioni relative alla comparsa di un organo nuovo e di una nuova funzione avvengano tutte simultaneamente, così che la selezione può intervenire subito per conservare il risultato finale. Come si comprende, il problema si sposta verso il calcolo delle probabilità, poiché occorre stabilire che valore di probabilità hanno mutazioni casuali di verificarsi simultaneamente e di costruire qualcosa di nuovo.

Quella che sembra una via di uscita pone, in realtà, quesiti ancora più gravi dei precedenti e, ancora una volta, gli evoluzionisti propongono soluzioni illusorie.



3. Il secondo inganno evoluzionistico: il tempo necessario alla evoluzione

Fino dai tempi di Darwin, ancora prima di individuare nelle mutazioni la fonte della variabilità del mondo vivente, i biologi avevano intuito le connessioni tra matematica ed evoluzione, ma nessuno tentò mai di impostare rigorosamente il problema (37). Ancora oggi l'atteggiamento evoluzionistico è quello di una certa "sufficienza": avendo avuto a disposizione un periodo dell'ordine di due miliardi di anni, si ritiene sostanzialmente inutile chiedersi cosa sia possibile o impossibile per la evoluzione in un tempo tanto lungo. Basta attendere: il tempo compirà da solo il miracolo della creazione della vita e della sua trasformazione. Ma non sarà un'attesa inutile?

A fronte di affermazioni gratuite e non provate, Salet dimostra che la formazione casuale di un organo nuovo, anche modesto, richiederebbe periodi di tempo di durata inimmaginabile, che, espressi in anni, sarebbero dell'ordine di 10 seguito da parecchie centinaia o migliaia di zeri. Nella impossibilità di ripercorrere punto per punto i suoi calcoli, riporto qui di seguito i passaggi principali della dimostrazione.

Occorre osservare, innanzitutto, che la casualità delle mutazioni non implica affatto che esse possano produrre un qualsiasi risultato. Anche le fantasie del caso, dice Salet, hanno limiti. Nella teoria delle probabilità, questi limiti si chiamano soglie di impossibilità e rappresentano quei valori di probabilità al di sotto dei quali vi è la certezza che un evento casuale, di una certa natura, non si è mai verificato né mai si verificherà.

Sulla scorta delle speculazioni di Émile Borel, uno dei massimi matematici del nostro secolo, Salet determina le soglie di impossibilità assoluta per eventi di natura chimica e biochimica sulla Terra e nell'Universo. Considerando la velocità dell'elettrone nell'atomo e la sua massa si può stabilire in 1038 il massimo numero di eventi chimici che si possono svolgere ogni secondo in 1 grammo di materia. Stimando ancora, con larghissimo margine, che il Sole abbia riserve di idrogeno per 100 miliardi di anni, si può ritenere che il nostro pianeta, esistente già da qualche miliardo di anni, possa avere una vita di 1018 secondi. Infine, ritenendo che gli esseri viventi possano muovere una quantità di materia pari, al più, a quella contenuta in uno strato terrestre dello spessore di 1 chilometro, cioè 1024 grammi, si giunge alla cifra di 1080 come limite superiore sicuro del numero di tutto ciò che è possibile immaginare sulla Terra relativamente a eventi di natura chimica e biochimica. Questo numero è molto importante perché il suo inverso, cioè 10-80 (=1/1080), costituisce proprio la soglia di impossibilità assoluta per eventi chimici e biochimici (38). Salet riassume in un teorema queste considerazioni: "la realizzazione sulla Terra di un evento supposto o di un insieme di eventi supposti di natura chimica è impossibile se la probabilità di realizzazione di tale evento o insieme di eventi, in una sola prova, è inferiore a 10-100" (39).

Un altro dato utile ai fini della dimostrazione della impossibilità evolutiva è il numero massimo di esseri viventi che sono potuti esistere da quando la Terra può ospitare la vita, cioè da due miliardi di anni. I calcoli forniscono 1045 come valore. Nel caso particolare dei vertebrati tetrapodi, cioè anfibi, rettili, uccelli e mammiferi, ovvero i grandi gruppi della sistematica animale, si ottiene come valore massimo la cifra di 1025.

Sulla scorta di questi limiti superiori e dei relativi valori inversi di probabilità, Salet calcola i valori di probabilità delle serie di mutazioni casuali, che possono portare alla comparsa di novità vantaggiose nel patrimonio ereditario di un individuo. I risultati non lasciano adito a dubbio alcuno: tali valori di probabilità sono talmente inferiori ai limiti superiori da fare ritenere impossibile non solo la evoluzione nel suo complesso, ma anche la singola mutazione, o gruppo di mutazioni, capace di fare apparire un organo nuovo, per quanto semplice possa essere.

Per dare una idea, consideriamo il caso particolarmente interessante dei vertebrati tetrapodi, di cui si è detto sopra. L'interesse nasce da due considerazioni: la prima è che gli evoluzionisti hanno elaborato numerose e contraddittorie teorie sulla filiazione di un gruppo di vertebrati da un altro (40); la seconda è che ai mammiferi appartiene anche l'uomo che, per questo, verrebbe ricollegato ad antenati animaleschi.

Consideriamo, dunque, una specie S di vertebrati tetrapodi costituita da M individui. Se P è la probabilità che n geni del patrimonio ereditario di un individuo abbiano acquisito un nuovo carattere, in seguito a mutazioni casuali, si può scrivere che

P = p1 x p2 x ... x pn,
dove p1, p2,..., pn sono le probabilità di mutazione vantaggiosa dei singoli geni (41). Chiamando p il valore più grande tra essi si può scrivere che la probabilità di mutazione degli n geni è inferiore a pn , cioè

P < pn.
Ora, il numero probabile di individui della specie che hanno subito la mutazione sarà

N = P x M,
cioè la probabilità per un individuo moltiplicata per il numero totale degli individui (42). In virtù della diseguaglianza scritta sopra vale allora che

N < pn x M.
Assegniamo adesso valori ai simboli della disequazione, cercando di essere benevoli con la evoluzione. Supponiamo che alla mutazione siano interessati soltanto 5 geni (n = 5); che la probabilità della singola mutazione sia di un milionesimo (p = 10-6) e che la popolazione della specie sia addirittura uguale al numero massimo di vertebrati tetrapodi (M = 1025): con questa ipotesi il numero di individui mutati risulta inferiore a 10-30 x 10-25 = 10-5, cioè a 1 su 100.000.

Nel contesto della nostra dimostrazione questo numero significa che, in un periodo di un miliardo di anni la probabilità che sia apparso un solo vertebrato munito di 5 nuovi geni funzionali, è di 1 su 100.000, ovvero che occorrono 100.000 miliardi di anni per avere la quasi certezza di vederne uno.

Queste cifre danno solo una pallida idea del tipo di problema che sorge quando si vuole assegnare al caso la genesi e la complessità del mondo vivente. Basta supporre, per esempio, che i geni interessati alla novità siano 6 anzichè 5, perché la certezza della comparsa di un mutante risulti di 1 su 100 miliardi di miliardi di anni! Dato che la cosmologia più recente assegna all'Universo una età di circa 20 miliardi di anni (43), si può ritenere assurda ogni ipotesi che faccia ricorso al caso come a fonte di variabilità vantaggiosa, sia in ambiente pre-vivente che in ambiente vivente.

Salet riassume quanto succintamente ho esposto nel seguente principio generale: "Se una costruzione nuova necessita di n nuovi geni, il tempo necessario perché mutazioni geniche conferiscono loro il carattere voluto è una funzione esponenziale di n rapidamente crescente. Tempi largamente superiori a quelli delle ere geologiche sono raggiunti per valori di n molto modesti" (44).



Conclusione

Questo principio, e i calcoli da cui deriva, non hanno trovato smentita di nessun genere. Ed è anche molto inverosimile che possano trovarne. L'atteggiamento evoluzionistico è, di solito, quello di ignorare le difficoltà e le obiezioni e di passare oltre, giocando sulla ignoranza dei molti e su fattori emotivi. Tra questi ultimi trova posto, senza dubbio, la convinzione diffusa che una risposta non scientifica a un problema posto dalla scienza, quale è quello relativo alla origine e alla varietà dei viventi, sia una sorta di capitolazione dell'intelletto, l'ammissione di un limite.

In realtà, ciò che cade e si frantuma, di fronte alle grandi questioni, non è l'intelletto, ma l'orgoglio "originale" che rispunta, oggi, nelle vesti di una scienza egemone del reale, attraverso la tecnica, e intollerante verso ogni fatto che sfugga ai suoi metodi di indagine.

Nel costringere i limiti della conoscenza entro i rigori del principio fisico di indeterminazione, Max Born, premio Nobel per la fisica nel 1954, scriveva con disprezzo "Quello che sta al di là, gli aridi tratti della metafisica, lo lasciamo volentieri alla filosofia speculativa" (45).

Dal canto suo, la filosofia naturale e cristiana si fa carico di quegli "aridi tratti", sorretta dall'antica e ispirata sapienza: "Vani [per natura] sono tutti gli uomini, cui manca la conoscenza di Dio,/ e che dai beni visibili non seppero conoscere Colui che è,/ né dalla considerazione delle opere riconobbero l'artefice./ Ma o il fuoco o il vento o l'aria mobile/ o il cielo delle stelle o la gran massa delle acque/ o il sole e la luna credettero dei, governatori del mondo./ Se dilettati dalla bellezza di tali cose le supposero dei,/ sappiano quanto più bello di esse è il loro Signore,/ giacché l'autore della bellezza creò tutte quelle cose./ Se furono colpiti invece dalla loro potenza ed energia,/ intendano da esse, che più potente di loro è colui che le produsse./ Dalla grandezza invero e dalla bellezza delle creature/ si può conoscere, per analogia, il loro creatore" (46).

Luciano Benassi

***

(1) In Giuseppe Sermonti e Roberto Fondi, Dopo Darwin. Critica all'evoluzionismo, Rusconi, Milano 1980, p. 16, chiedendosi se sia "possibile un evoluzionismo senza Darwin", Sermonti risponde che "se si intende il vero spirito e la vera intenzione dell'evoluzionismo la risposta è no".

(2) La corsa alle "prove" costituisce, nella storia dell'evoluzionismo, un capitolo a sé. Dalla ricerca dei cosiddetti "anelli mancanti" tra due gruppi di viventi al clamoroso falso paleontologico di Piltdown nel quale ebbe un ruolo attivo padre Teilhard de Chardin gli evoluzionisti non hanno mai tralasciato nulla che potesse confortare la validità della loro teoria. Così non è infrequente imbattersi in notizie come Un bimbo con coda conferma la teoria dell'evoluzione (il Giornale nuovo, 21-5-1982).

(3) Così Claudio Barigozzi, in il Giornale nuovo, 17-6-1982. Questo tour d'esprit è talmente frequente presso gli autori evoluzionisti che, si può dire, caratterizzi la logica dell'evoluzionismo stesso: non è più la teoria a sottostare ai dati della realtà, ma è la realtà a essere forzata entro le maglie rigide della teoria.

(4) Giuseppe Montalenti, Charles Darwin, Editori Riuniti, Roma 1982, pp. 117-118.

(5) Francois Jacob, Evoluzione e bricolage, gli "espedienti" della selezione naturale, Einaudi, Torino 1978, p. VIII.

(6) Ibid., p. 36. Sul carattere rivoluzionario del darwinismo cfr. anche Iring Bernard Cohen, La rivoluzione darwiniana, in Le Scienze, n. 172, dicembre 1982. L'autore — che in realtà è Victor S. Thomas, professore di storia della scienza ad Harvard — ritiene estremamente significativa l'affermazione fatta da Darwin a conclusione dell'Origine delle specie, l'opera con cui presentò al mondo scientifico la sua teoria. Scriveva Darwin: "Quando le opinioni sostenute in questo libro, od altre opinioni analoghe, verranno ammesse dalla generalità degli studiosi, si può prevedere oscuramente che vi sarà una grande rivoluzione nella storia della scienza" (Charles Darwin, L'origine delle specie, ed. originale del 1859 e app. con le varianti dell'ed. del 1872, trad. it., Newton Compton, Roma 1981, p. 557). Cohen commenta così: "Questo evento, una dichiarazione di rivoluzione in una pubblicazione scientifica formale, è apparentemente senza precedenti nella storia della scienza". Interessante è ancora l'osservazione di Cohen sul fatto che "c'è un solo altro autore scientifico dell'epoca moderna che può essere paragonato a Darwin, [...] ed è Sigmund Freud, un dato che mostra l'incredibile intuito che Freud ebbe quando, paragonò l'effetto prevedibile delle sue idee [sull'inconscio e sulla psicanalisi, ndr] a l'effetto di quelle di Darwin".

Ghergon
00domenica 9 aprile 2006 16:48
A completamento una citazione...


"La probabilità di una formazione spontanea della vita dalla materia inanimata è pari a 1 seguito da 40000 zeri... E' abbastanza grande da seppellire Darwin e l'intera teoria dell'evoluzione." (C. Wickramasinghe, professore di matematica applicata e astronomia presso la University College di Cardiff, Galles)

[Modificato da Ghergon 09/04/2006 16.59]

Ghergon
00domenica 9 aprile 2006 16:51
Livia
Cito dall'articolo..."Della evoluzione, in pratica, si conosce ben poco. Giuseppe Montalenti, presidente dei Lincei, fautore e divulgatore in Italia della teoria evoluzionistica, ammette, per esempio, che "non è a credere che tutto sia chiaro, che tutti i problemi siano risolti. Al contrario, molti rimangono aperti e intorno a essi si discute e si ricerca molto. [...]



Insomma credere in un Darwinismo che non è suffragato da nessuna prova è un puro atto di fede...fede nell'ateismo!
@Yoghurt@
00lunedì 10 aprile 2006 09:26
Sarei curioso di sapere...
con quale formula matematica si e in grado di calcolare dio e la sua potenza creativa....o quale formula matematica riesca a spiegare l´azione di "creare"....
Ghergon
00martedì 11 aprile 2006 19:38
Probabilmente con nessuna formula, però demolendo definitivamente l'evoluzionismo si comincia ad intravedere la verità.
Se l'evoluzione non stà in piedi e come alternativa non vuoi prendere in considerazione il Creazionismo, in che altra direzione ti vorresti dirigere?
@Yoghurt@
00mercoledì 12 aprile 2006 11:20
Io?....
che strada vorrei che fosse seguita nella comprensione della complessita della vita?.....

Io personalmente non mi occupo di questo tipo di ricerca dal quale la mia in-competenza professionale e totalmente lontana....

Io personalmente sono a favore del "Coscienzionismo"...ovvero credo che se si voglia dare una risposta a delle domande si debbe operare con "coscienza" e cioe si agisca con l´unico scopo di arrivare a scoprire e capire le cose senza nessuno scopo di manipolazione o di coercizione o di controllo o di strumentalizzazione etc etc.....

Non sono a favore di una ricerca che viene utilizzata per perpetuare scopi che non siano solo e solamente l´accrescere la conoscenza umana e il miglioramento delle condizioni di vita.

E ti parlo di "miglioramento fi vita" non delle cazzate commerciali che hanno come unico scopo il business.


Ora siccome io non sono un ricercatore o uno scienziato e non sarei nemmeno mai stato un Darwin o un Teologo....della serie che sapere del perche esistiamo del perche ci sia la vita e del perche sia fatta in un certo modo e del come funzioni non e una delle domande che piu mi opprimono e di cui piu ho bisogno di avere una risposta.....

Quindi la prima cosa che mi domando e perche ci sia gente interessata a farsi questa domanda......

Quindi prima di parlare di Creazionismo o di Evoluzionismo direi che si dovrebbe parlare di "Esistenzialismo".......e visto che questo tipo di problema ce l´ha solo l´uomo....perche non mi risulti altri esseri viventi vadano in giro a farsi la stessa domanda...almeno....non ho letto di ricerche fatte da volpi scimmie balene o cavallette su questo tipo di problema....direi che questa grossa domanda se la pone solo il signor bipede col cervellone.

Ora il punto e....se l´uomo si pone questa domanda e vuole darsi una risposta...esattamente tutto questo..per che scopo lo fa?

Per vivere meglio?....per sentirsi meglio?....per conoscere meglio?....o ci sono altri scopi?....

Vedi Ghergon il punto sta qua.....Perche ci facciamo certe domande?.....

Ma sopratutto quando cerchiamo di dare una risposta, quanto sicuri siamo della risposta che stiamo dando?.....ma sopratutto come ci siamo arrivati a dare una risposta?

E una volta che ci siamo dati la risposta perche sentiamo il bisogno di farla sapere anche agli altri?.....ma sopratutto...perche vogliamo farla sapere agli altri?.....

Insomma uno si fa un domanda si da un risposta dovrebbe essere contento cosi...invece no....

E sta qua il punto.....e a seconda di quale motivazione si abbia a cercare di far conoscere anche gli altri la risposta da noi elaborata che le cose cambiano in un modo o nell´altro....

Ora se io dovessi cercare di contribuire a far capire all´umanita il perche della vita....prima dovrei capire per quale scopo lo faccio....

Personalmente lo farei piu per cercare di svelare il meccansimo con il quale essa si genera e si mantiene.......sopratutto per vedere se ci sono applicazioni utili a far fare quel salto tecnologico che l´umanita ha bisogno per cercare di diventare piu compatibile con la terra piuttosto che esserne il cancro...perche...per me Ghergon...noi siamo il Cancro del pianeta...siamo una "malattia"....e l´unica cura siamo noi stessi, ma tu hai mai sentito di una malattia che si autocura?....mentre il resto degli esseri viventi e sostanzialmente in equilibrio con i cicli vitali di questo pianeta.....noi ci siamo completamente disincronizzati....e per questo che necessariamente il mio studio dovrebbe servire a cercar di capire come invece la vita abbia bisogno di mantenere certe condizioni per esistere.....

Ora come vedi io darei priorita a qualcosa che si ricollega contemporaneamente al Creazionismo e all´evoluzionismo.....
cioe sostanzialmente i miei studi cercerebbero di riscoprire "il valore" della vita.....

Ma per fare questo dovrei certamente leggere tutto quello scoperto ed ipotizzato fino ad oggi....fino ad arrivare alle teorie dimostrate.....

E qui starebbe il dilemma....cosa privileggiare?....a cosa dare piu fiducia come base di partenza ai miei studi?....nella ricerca del "valore" della vita per capirne il meccanismo dovrei dare piu peso all´evoluzionismo....per capirne invece il significato dovrei dare piu peso al creazionismo.....per cui dovrei estrapolare da entrambe le ipotesi quello che effettivamente mi consentirebbe di partire con la ricerca e la sperimentazione.....perche se devo dare una risposta soddisfacente devo riuscire anche a dimostrarla...e il problema caro Ghergon sta appunto qua....certe cose non sono ancora dimostrabili....perche?...perche non abbiamo gli strumenti adatti?..perche non abbiamo ancora definito i metodi?.....perche abbiamo appena iniziato a scoprire certe cose che non riusciamo ancora bene a correlare con certe nostre ipotesi?.....

Eppure leggendo certi post su questo Topic chiamato "altra scienza" che si porebbe l´ambizione di portare a conoscenza altre strade per la spiegazione di cio che ci circonda....ho come sentito la puzza di propaganda teologica.....visto che tu hai sentito puzza di zolfo io ti dico che ho sentito puzza di altro.....

Vedi se si vuole cercare di dare altre spiegazioni bisogna farlo in maniera da proporre argomentazioni che in qualche modo "giustifichino" la spiegazione stessa...ora a parte due o tre post su Todeschini su Tesla etc etc....che potevano anche dare qualche informazione in piu su strade di ricerca alternative...il che e interessante....sopratutto Tesla e l´assistente di Marconi perche il Todeschini invece sinceramente non mi ha colpito....poi stranamente questo topic ha incominciato a dirigersi verso la strada dello "screditare" certi argomenti scientifici (vedi evoluzionismo e ricerca genetica) in un modo che e solito venire fatto da una certa ala cattolica fondamentalista che piuttosto che preoccuparsi dei veri valori spirituali mi pare sia piu interessata a usare metodi subdoli per giustificare la propria esistenza.

Vedi...quella e una strada che io non userei mai per arrivare alla conoscenza....

Alla fine tra un post e l´altro sono riuscito a leggere un abbozzo di teoria dei "cataclismi" e di un certo Zeccharia che sarebbero un fonte scientifica alternativa.....sarebbe stato interessante vedere come questa teoria si evolveva man mano che veniva spiegata ma soprattuto capire come ci si sia arrivati.....ma soprattuto capire se aveva un che minimo di prova scientifica che dimostrasse il tutto oppure che rimanesse sempre nel campo dell´ipotesi....il che sostanzialmente non risolveva nulla....

Quindi Ghergon io non ho mai espresso critiche nei confronti di ceti post perche portavano l´attenzione su cose che potevano anche sembrare interessanti e alternative....ma se mi scrivete certe cose a me automaticamente viene voglia di controbattere perche si vede come invece di cercare di esporre certe idee in maniera "obiettiva" vi abbandonate spesso a commenti che mi fanno porre certi dubbi sulla loro utilita....

Ora Ghergon spiegami tu invece che via stai seguendo e perche....

Perche in questo modo mi sarebbe piu chiaro capire un tuo certo atteggiamento...





GMU
00giovedì 13 aprile 2006 23:08
LiviaGloria
dal titolo mi sa che hai confuso l'evoluzione con il gradualismo... :S

avresti dovuto intitolarlo:

Anche la matematica é contro il gradualismo

amoram
00giovedì 21 dicembre 2006 13:56
Re:

Scritto da: LiviaGloria 09/04/2006 12.51


Mistificazioni evoluzionistiche e matematica



Cara LiviaGloria, le cose stanno semplicemente così:
10.000^10.000 bytes sono tutto il sitema possibilistico poggiato sull'ideale modello 10^4 della realtà a 3 D (la potenza del volume) e 1 D (la potenza del tempo che avalla la base 10).
Questo è il fondamento dell'ESSERE teorizzato ad Elea, ma nell'accezione di Pitagora, che aveva scoperto come il NUMERO e il processo del suo calcolo matematico fosse alla base dell'apparire di quanto è veramente in ATTO come il processo reso possibile tramite la matematica della potenza sommaria di un N^0 =1. Un esistere in potenza dello 0, che appare in atto come 1, all'esecuzione reale del calcolo numerico.

Allora quale mai EVOLUZIONE, se lo stesso apparente DIVENIRE altro non è che la dialettica intima dell'ESSERE?
Se non vedi tutto un FILE, il computer te lo divide in pagine e credi che ci sia solo la prima finché non vedi la seconda e la terza... e le vedi perc la forza che ha il TUTTO di mostrarsi CATEGORICAMENTE per singoli TEMPI (uno dopo l'altro) se non arrivi a scorgerne il TUTTO.
Come se il FILE lungo facesse scattare a tempo debito la seconda pagina, poi la terza ... fino alla fine.
Certo che se la prima pagina contiene una scimmia e il racconto ne tira fuori una persona, ad una certa pagina, uno può essere indotto a credere che la scimmia DIVENGA, si EVOLVA nella persona, ma la prima pagina e qualla lì non sono la stessa pagina TRASFORMATA, ma due DIVERSE PAGINE e nessuna è veramente divenuta l'altra!
è su questioni di questo tipo che considerano una REALTA' INTERMEDIA, che sarebbe reale avendo VERO tempo, spazio, divenire, ecc... che si imposta la verità tutta RELATIVA all'apparente DIVENIRE dell'Essere!
Ma che divenire! Una cosa che è, è e resta sempre se stessa, ma appare divenire se ne vedi un'altra e la credi quella di prima trasformata nella sua forma apparente.
Vedi avanzare le scritte luminose o muoversi la scena sul piano del Televisore, ma se lo tocchi ti accorgi che nulla di quanto ti appare muoversi si muove davvero: si spegne qui una luce (non la vedi più brillare) e se ne accende un'altra vicina (la vedi finalmente brillare!)
Noi stiamo solo eseguendo un vero ACCERTAMENTO del vero e secondo il processo perfetto di TESI (Inferno) Antitesi (Purgatorio) e Sintesi (Paradiso). Idealmente è così, ma anche realmente, perché la realtà ... è tutta e solo una bellissima IDEA!
amoram
00giovedì 21 dicembre 2006 14:08
Re: Sarei curioso di sapere...

Scritto da: @Yoghurt@ 10/04/2006 9.26
con quale formula matematica si e in grado di calcolare dio e la sua potenza creativa....o quale formula matematica riesca a spiegare l´azione di "creare"....



Con questa formula: (2^1 +2^3)^1+3 (ossia 10.000) elevato a se stesso come di chi non abbisogna di altra base che della sua stessa.
10mila unità elevate a 10mila sono un numero di tante unità da contenere TUTTO IL POSSIBILE a partire dalla base 2^1 +2^3 = 10, che definisce in 10 il ciclo di tutto il tempo 2^1 più tutto il suo volume in base 2^3, il quale 10, determinato dalla somma delle potenza 1 e 3 in base 2, si sottoponga nel suo ciclo intero 10 alla stessa base 1+3. Allora 10.000 è IL NOSTRO MODO SOMMARIO di vedere in potenza, e la potenza di quella potenza NOSTRA è quella del nostro DIO.
All'interno di questo DIO è ONNIPOTENTE perché contiene tutto il possibile in base ai CONCETTI DIMENSIONALI e DIMENSIONANTI la realtà realtiva all'uomo (10.000) e quella realtiva a DIO (la potenza su quella base).
Buon Natale!
LiviaGloria
00giovedì 21 dicembre 2006 14:14
Re: Re:

Scritto da: amoram 21/12/2006 13.56

Scritto da: LiviaGloria 09/04/2006 12.51


Mistificazioni evoluzionistiche e matematica



Cara LiviaGloria, le cose stanno semplicemente così:
10.000^10.000 bytes sono tutto il sitema possibilistico poggiato sull'ideale modello 10^4 della realtà a 3 D (la potenza del volume) e 1 D (la potenza del tempo che avalla la base 10).
Questo è il fondamento dell'ESSERE teorizzato ad Elea, ma nell'accezione di Pitagora, che aveva scoperto come il NUMERO e il processo del suo calcolo matematico fosse alla base dell'apparire di quanto è veramente in ATTO come il processo reso possibile tramite la matematica della potenza sommaria di un N^0 =1. Un esistere in potenza dello 0, che appare in atto come 1, all'esecuzione reale del calcolo numerico.

...qui praticamente,se non ho capito male....in un certo senso mi rispondi a quello che ho scritto sul mio sentire la matematica sul topic della relativitá....cioé che io sento 1 e 0 e basta...infatti,quando mi dissero che il compiuter lavora solo su questi due "numeri"...rimasi colpita...non so il perché,ma rimasi colpita.





Allora quale mai EVOLUZIONE, se lo stesso apparente DIVENIRE altro non è che la dialettica intima dell'ESSERE?
Se non vedi tutto un FILE, il computer te lo divide in pagine e credi che ci sia solo la prima finché non vedi la seconda e la terza... e le vedi perc la forza che ha il TUTTO di mostrarsi CATEGORICAMENTE per singoli TEMPI (uno dopo l'altro) se non arrivi a scorgerne il TUTTO.
Come se il FILE lungo facesse scattare a tempo debito la seconda pagina, poi la terza ... fino alla fine.
Certo che se la prima pagina contiene una scimmia e il racconto ne tira fuori una persona, ad una certa pagina, uno può essere indotto a credere che la scimmia DIVENGA, si EVOLVA nella persona, ma la prima pagina e qualla lì non sono la stessa pagina TRASFORMATA, ma due DIVERSE PAGINE e nessuna è veramente divenuta l'altra!
è su questioni di questo tipo che considerano una REALTA' INTERMEDIA, che sarebbe reale avendo VERO tempo, spazio, divenire, ecc... che si imposta la verità tutta RELATIVA all'apparente DIVENIRE dell'Essere!
Ma che divenire! Una cosa che è, è e resta sempre se stessa, ma appare divenire se ne vedi un'altra e la credi quella di prima trasformata nella sua forma apparente.

...mi sembra di capire che dici cosa io invano nella mia "povera" scrittura cerco di esprimere...e cioé sul punto sopra da te esposto...io riesco solo ad esprimerlo in una breve frase...che riassume cosa detto da te...cioé "il tempo c inganna"...é cosí che volevi dire in un certo senso...
Accidenti com é difficile mettere il "tutto" dentro a parole "duali"... [SM=g27823]



Vedi avanzare le scritte luminose o muoversi la scena sul piano del Televisore, ma se lo tocchi ti accorgi che nulla di quanto ti appare muoversi si muove davvero: si spegne qui una luce (non la vedi più brillare) e se ne accende un'altra vicina (la vedi finalmente brillare!)
Noi stiamo solo eseguendo un vero ACCERTAMENTO del vero e secondo il processo perfetto di TESI (Inferno) Antitesi (Purgatorio) e Sintesi (Paradiso). Idealmente è così, ma anche realmente, perché la realtà ... è tutta e solo una bellissima IDEA!

[SM=g27823] [SM=g27823] [SM=g27823] [SM=g27823] [SM=g27823] [SM=g27823] [SM=g27823]







LiviaGloria
00giovedì 21 dicembre 2006 14:18
Re: Re: Sarei curioso di sapere...

Scritto da: amoram 21/12/2006 14.08


Con questa formula: (2^1 +2^3)^1+3 (ossia 10.000) elevato a se stesso come di chi non abbisogna di altra base che della sua stessa.
10mila unità elevate a 10mila sono un numero di tante unità da contenere TUTTO IL POSSIBILE a partire dalla base 2^1 +2^3 = 10, che definisce in 10 il ciclo di tutto il tempo 2^1 più tutto il suo volume in base 2^3, il quale 10, determinato dalla somma delle potenza 1 e 3 in base 2, si sottoponga nel suo ciclo intero 10 alla stessa base 1+3. Allora 10.000 è IL NOSTRO MODO SOMMARIO di vedere in potenza, e la potenza di quella potenza NOSTRA è quella del nostro DIO.
All'interno di questo DIO è ONNIPOTENTE perché contiene tutto il possibile in base ai CONCETTI DIMENSIONALI e DIMENSIONANTI la realtà realtiva all'uomo (10.000) e quella realtiva a DIO (la potenza su quella base).
Buon Natale!





...si puo allora dire che la matematica non ha valore per spiegare Dio,ma ha "valore" per spiegarCI la sua onnipotenza???
LiviaGloria
00giovedì 21 dicembre 2006 14:20
...cosí che capiamo che nell enormitá della numerica elevata a migliardi di migliardi...alla fine Dio é infinitamente di piu...cioé infinitamente infinito....?!

????
amoram
00giovedì 21 dicembre 2006 14:22
Re: Io?....

Scritto da: @Yoghurt@ 12/04/2006 11.20
che strada vorrei che fosse seguita nella comprensione della complessita della vita?.....

Ora il punto e....se l´uomo si pone questa domanda e vuole darsi una risposta...esattamente tutto questo..per che scopo lo fa?

Per vivere meglio?....per sentirsi meglio?....per conoscere meglio?....o ci sono altri scopi?....

Vedi Ghergon il punto sta qua.....Perche ci facciamo certe domande?.....




Mi intrometto, scusatemi. Ma la risposta è semplicissima: vi siamo costretti!
Fisicamente l'apparente libertà dell'uomo è il flusso elettrico, nel cervello o altrove, come se esso potesse fluire in un modo o nell'altro, LIBERAMENTE! Che balla!
La corrente elettrica REALE che esiste in natura e scorre su un filo è INDOTTA a farlo (sul filo ... della vita) solo dal CAMPO MAGNETICO ESTERNO AL FILO, che si sposta in senso inverso.
Tutto il MAGNETISMO attorno al FILO (della vita) è l'insieme intero in cui sta quel filo. è il TUTTO che noi chiamiamo DIO che è in moto dal fututo verso il passato, considerata la vita elettrica vista andare dal passato verso il futuro.

Ma non esistono i moti! Quanto é (l'esistenzialismo di cui parli) è e basta, non "diventa" se non mediante un "cinematimo" apparente come nelle scritte luninose che appaiono avanzare ma non avanzano: ad una cosa vista, ne segue UNA ALTRA VISTA DOPO, che non è assolutamente quella di prima che è DIVENUTA nella sua forma.
Se nulla ESISTE, il DISEGNO ESISTE, di questo apparente esistere, ed è OBBLIGATO! Per questo si fanno le varie cose: si è OBBLIGATI in ASSOLUTO. Questa è la TERRA D'EGITTO della schiavitù e la vera LIBERTA' sta nell'USCIRNE, nell'ESODO da questa vita apparente per vivere davvero e a nostro modo libero (finalmente!) l'intero disegno. Questo visto ora è solo il suo PROMO, la sua promodione, usata a farci decidere CHI CI PIACE ESSERE E NON ESSERE... poi lo si sarà e per interposta persona, mediante IL PROSSIMO COME SE STESSI. è meglio che ora ci si abitui ad amarlo perché sarà ciò che AVREMO E SAREMO se lo vorremo.
amoram
00giovedì 21 dicembre 2006 14:36
Re: LiviaGloria

Scritto da: GMU 13/04/2006 23.08
dal titolo mi sa che hai confuso l'evoluzione con il gradualismo... :S

avresti dovuto intitolarlo:

Anche la matematica é contro il gradualismo




La matematica è l'insieme di tutte le sue regole e di tutti i suoi infiniti numeri, ottenuti per calcolo soggettivo.
10 : 9/1 divide il ciclo assoluto per il modello suo unitario, ossia per i 9 moti fatti da 1 che esista ed occupi uno spazio sui 10 del 10.
Questo ISIEME vale tutto assieme, ma può essere osservato ESSERE come vedi ESSERE l'uguaglianza:

10 = 10.
Uguagli il 10 al 10 solo dopo che passi nel campo del secondo membro ed esegui la reale verifica. Il binomio, però, esiste di già con la sua verità che sembra vera e non lo è del tutto. Infatti se porti uno dei due 10 nel membro opposto rivela di non essere un 10 ma un meno 10 che, trovandosi in campo opposto, si presenta opposto.
In effetti, di per se stesso, 10/1 è uguale ad 1/10, nella verità di fondo di una VERITA' TRASCENDENTE e, pertanto, divina, di due enti che sono un ente solo, con due parti uguali ed opposte tra loro come l'equazione vista sopra.
Se si valuta in modo esatto la matematica TUTTA, se ne osserva il suo ESSERE SOMMARIO come l'essere stesso di un DIO ORDINATORE mediante il NUMERO, un Nume RO che è la lettera RO greca usata per XP (il simbolo di Cristo).
LiviaGloria
00giovedì 21 dicembre 2006 14:45
Re: Re: Io?....

Scritto da: amoram 21/12/2006 14.22

Scritto da: @Yoghurt@ 12/04/2006 11.20
che strada vorrei che fosse seguita nella comprensione della complessita della vita?.....

Ora il punto e....se l´uomo si pone questa domanda e vuole darsi una risposta...esattamente tutto questo..per che scopo lo fa?

Per vivere meglio?....per sentirsi meglio?....per conoscere meglio?....o ci sono altri scopi?....

Vedi Ghergon il punto sta qua.....Perche ci facciamo certe domande?.....




Mi intrometto, scusatemi. Ma la risposta è semplicissima: vi siamo costretti!
Fisicamente l'apparente libertà dell'uomo è il flusso elettrico, nel cervello o altrove, come se esso potesse fluire in un modo o nell'altro, LIBERAMENTE! Che balla!
La corrente elettrica REALE che esiste in natura e scorre su un filo è INDOTTA a farlo (sul filo ... della vita) solo dal CAMPO MAGNETICO ESTERNO AL FILO, che si sposta in senso inverso.
Tutto il MAGNETISMO attorno al FILO (della vita) è l'insieme intero in cui sta quel filo. è il TUTTO che noi chiamiamo DIO che è in moto dal fututo verso il passato, considerata la vita elettrica vista andare dal passato verso il futuro.

Ma non esistono i moti! Quanto é (l'esistenzialismo di cui parli) è e basta, non "diventa" se non mediante un "cinematimo" apparente come nelle scritte luninose che appaiono avanzare ma non avanzano: ad una cosa vista, ne segue UNA ALTRA VISTA DOPO, che non è assolutamente quella di prima che è DIVENUTA nella sua forma.
Se nulla ESISTE, il DISEGNO ESISTE, di questo apparente esistere, ed è OBBLIGATO! Per questo si fanno le varie cose: si è OBBLIGATI in ASSOLUTO. Questa è la TERRA D'EGITTO della schiavitù e la vera LIBERTA' sta nell'USCIRNE, nell'ESODO da questa vita apparente per vivere davvero e a nostro modo libero (finalmente!) l'intero disegno. Questo visto ora è solo il suo PROMO, la sua promodione, usata a farci decidere CHI CI PIACE ESSERE E NON ESSERE... poi lo si sarà e per interposta persona, mediante IL PROSSIMO COME SE STESSI. è meglio che ora ci si abitui ad amarlo perché sarà ciò che AVREMO E SAREMO se lo vorremo.




"io sono"...ogni volta che peso,leggo o scolto...questa breve "frase"...ho dentro cio che "dentro" non potrebbe stare...L infinito dentro un me...dove un dentro me...l infinito non puo stare...ma é lí...come che a Dio fosse possibile in quella "frase" comprimersi,rimpiciolirsi fino stare a un piccolo me...anche questa é la Sua potenza...riuscire della sua immensitá...entrare in un piccolo "finito"....del suo infinito,restando sempre tale...andare nell "anittesi" del mio "finito"...come che due opposti non esistono solo perché in Lui si annullano e confermano nello stesso momento...


Futuro...passato....vita...morte...

Andiamo nel "futuro" per tornare nel "passato"...
"muoriamo" ogni giorno per arrivare nell "apocalisse della "vita"...dove dallamorte si torna alla vita e dove dal futuro si torna al passato....
@Yoghurt@
00giovedì 21 dicembre 2006 14:47
Che meraviglia la lingua umana....
ci puoi mettere quante parole vuoi simboli numeri per fare un discorso che sembra pieno di significato e in realta non dire nulla.....
LiviaGloria
00giovedì 21 dicembre 2006 14:50
Molti dicono che la matematica non é un opinione...ma quando io dico che "la matematica é un opinione" e la dico perché lo sento...mi guardano tutti come matta... [SM=g27823]
Chissá se un giorno Dio mi vorrá far capire anche con la mente cose che in spirito giá esistono...o forse mi "salva" lasciandomi nella "purezza" del mio sentire spirituale...perché la mIA mente non possa intaccare lo spirito stesso...chissá?!
LiviaGloria
00giovedì 21 dicembre 2006 14:54
Re: Che meraviglia la lingua umana....

Scritto da: @Yoghurt@ 21/12/2006 14.47
ci puoi mettere quante parole vuoi simboli numeri per fare un discorso che sembra pieno di significato e in realta non dire nulla.....





[SM=g27823] ...é lo specchio...

...la lingua..."in principio era il verbo"...

Il nulla...il niente...non esistono,almeno cosí sento...il nulla é un antitesi del "qualcosa"...che pero non é..."nulla si distrugge,tutto si trasforma...ecco perché il nulla non esiste...
@Yoghurt@
00giovedì 21 dicembre 2006 14:57
L'hai deciso tu che la matematica non puo spiegare Dio?....
e tu chi sei per dire la matematica quali potenzialita abbia o no....e poi se secondo il titolo di questo topic la matematica e contro l'evoluzione come mai va bene per annullare l'evoluzione e non va bene per spiegare Dio?....

Pero ne spiega l'onnipotenza....mah secondo me sta povera matematica la capiscono in pochi.....

Chissa perche quando non ci sono piu argomentazioni scientifiche matematiche o tecniche valide si passa sul livello del "quello che io sento"....ma non hai detto di essere come il computer che va avanti secondo la base dell'1 e dello 0.....ma il computer non "sente".....

LiviaGloria
00giovedì 21 dicembre 2006 15:06
Re: L'hai deciso tu che la matematica non puo spiegare Dio?....

Scritto da: @Yoghurt@ 21/12/2006 14.57
e tu chi sei per dire la matematica quali potenzialita abbia o no....e poi se secondo il titolo di questo topic la matematica e contro l'evoluzione come mai va bene per annullare l'evoluzione e non va bene per spiegare Dio?....

Pero ne spiega l'onnipotenza....mah secondo me sta povera matematica la capiscono in pochi.....

Chissa perche quando non ci sono piu argomentazioni scientifiche matematiche o tecniche valide si passa sul livello del "quello che io sento"....ma non hai detto di essere come il computer che va avanti secondo la base dell'1 e dello 0.....ma il computer non "sente".....






Hai detto una grande cosa...praticamente hai fatto delle domande adesso...e hai dato anche la risposta alle domande che hai fatto..."il compiuter non sente" [SM=g27823]

Io Yogurt scrivo cosa sento e sono...non posso scrivere cosa non sono...

Io ,credo in un altro post...ho detto che la matematica serve a spiegare le cose di Dio...cioé puo aiutare a capire cio che Lui a creato...ma non a capire Dio nella sua vera essenza...

Allora la matematica puo,ripeto puo dimostrare che ci sono dei "calcoli" che non condividono l "evoluzione"...ma rimarrá sempre una spiegazione che non spiega Dio...se non un pezzettino di cio che Lui ha "fatto"...
@Yoghurt@
00giovedì 21 dicembre 2006 15:24
SI ma.....
tu chi sei per dire cosa la matematica puo o non puo?.....

O cosa noi esserei umani possiamo o non possiamo....

Se uno aprisse questo topic ora penserebbe che ti stai dando un po di arie da essere superiore....

Torna sulla terra grazie a meno che non stia scrivendo da un'astronave....
LiviaGloria
00giovedì 21 dicembre 2006 15:47
Re: SI ma.....

Scritto da: @Yoghurt@ 21/12/2006 15.24
tu chi sei per dire cosa la matematica puo o non puo?.....

O cosa noi esserei umani possiamo o non possiamo....

Se uno aprisse questo topic ora penserebbe che ti stai dando un po di arie da essere superiore....

Torna sulla terra grazie a meno che non stia scrivendo da un'astronave....




Non capisco questo tuo astio...
Ti ripeto che scrivo cio che sono...non posso scrivere cio che é Yogurt...
Siamo qui tutti per esporre cio che viviamo e sentiamo....

Io non sono nessuno,come non lo sei tu...e come forse tutti siamo nessuno e qualcosa nello stesso tempo....


Astronave??.. [SM=x268919] ...non penserai mica che sono un "grigio"´?? [SM=x268919] [SM=g27828]

Dai su Yogurt...non prenderla cosí se io non credo e credo alla matematica.... [SM=g27823] ...ogniuno ha le sue "pazzie"... [SM=g27823]
@Yoghurt@
00giovedì 21 dicembre 2006 17:29
No vedi....
il problema e che se si vuol parlare i temi importanti a livello scientifico ma sopratutto "umano" visto che ci sta tanto a cuore sapere chi siamo da dove veniamo e dove andiamo sarebbe meglio evitare i "quello che sento quello che provo quello che e in me" perche delle opinioni ce ne facciamo poco ancora di piu se sono cose "personali interiori"....

Non si puo parlare di come siamo venuti al mondo sulla base di "perche io sento qualcosa che Dio mi ha dato"....

Tra l'altro questo topic ha perso tutta la sua storia praticamente e stata tagliata tutta la parte dove ho postato quello che cercando riguardo all'evoluzione poteva essere una cronistoria interessante di un po di quei punti da sviluppare e secondo me importanti per confermare questa teoria....

E avete mantenuto solo le domande filosofiche....che ovviamente dicono nulla....

Quindi quelle che erano le ipotesi sulla formazione di DNA ed RNA basi della vita.....della nascita della sessualita e il passaggio da forme unicellulari a pluricellulari etc e andato perso....

E vero forse c'era troppa robba che andava riassunta magari durante le vacanze faccio una ricerca e un sunto su sto forum delle varie voci da me prese in considerazione nell'analizzare la teoria dell'evoluzione....

Cosi si affronta il tema non con i "io sento io credo io prevedo" SOPRATUTTO QUANDO QUALCUNO SULLA BASE DI QUESTE COSE DICE CHE LA MATEMATICA NON PUO.....e la nostra conoscenza attuale che non puo non li strumenti.....

Se si vuole discutere e bene cercare di postare qualcosa di un po meno astratto giusto per non perdersi nelle allucinazioni mentali....non credi?....

Tra l'altro mai sono state postate ipotesi che comprovano il creazionismo su questo forum.....mai viste e mai lette solo tentativi piu o meno generici basati su concetti ancora piu vaghi di screditare l'evoluzionismo.....

Cominciate a postare qualcosa SUL CREAZIONISMO che possa essere approfondito poi ne discutiamo......

E lascia perdere la fisica quantistica che e meglio......che qui non ce gente in grado ne di capirla ne di applicarla....anche perche la fisica quantistica analizza livelli energetici superiori ma di dimostrazioni del creazionismo non ne ha ancora dato....per ora ci ha fatto scoprire un lato nascosto all'occhio umano dell'universo e di quali fenomeni fisici lo regolino...
LiviaGloria
00giovedì 21 dicembre 2006 17:57
Re: No vedi....

Scritto da: @Yoghurt@ 21/12/2006 17.29
il problema e che se si vuol parlare i temi importanti a livello scientifico ma sopratutto "umano" visto che ci sta tanto a cuore sapere chi siamo da dove veniamo e dove andiamo sarebbe meglio evitare i "quello che sento quello che provo quello che e in me" perche delle opinioni ce ne facciamo poco ancora di piu se sono cose "personali interiori"....

...senti...io di cio che é scentifico...recepisco anche nello spirito...e di quello comunico...e non é differente nenache per gli scienzati...che provano e mettono in pratica teorie...cioé "pensieri" di cui cercano le "prove....
Quindi tu posti...io posto...non vedo do é il problema... [SM=x268933]




Non si puo parlare di come siamo venuti al mondo sulla base di "perche io sento qualcosa che Dio mi ha dato"....


....ma scusa ,chi stabilisce cosa io devo postare??? [SM=g27833]




Tra l'altro questo topic ha perso tutta la sua storia praticamente e stata tagliata tutta la parte dove ho postato quello che cercando riguardo all'evoluzione poteva essere una cronistoria interessante di un po di quei punti da sviluppare e secondo me importanti per confermare questa teoria....

E avete mantenuto solo le domande filosofiche....che ovviamente dicono nulla....

Quindi quelle che erano le ipotesi sulla formazione di DNA ed RNA basi della vita.....della nascita della sessualita e il passaggio da forme unicellulari a pluricellulari etc e andato perso....

E vero forse c'era troppa robba che andava riassunta magari durante le vacanze faccio una ricerca e un sunto su sto forum delle varie voci da me prese in considerazione nell'analizzare la teoria dell'evoluzione....


no,no,no....Yogurt...qui non é stato tagliato proprio nulla!!!...ti confondi con un altro topic...lo trovi piu indietro...se lo vai a cercare vedrai che nulla é stato tolto...





Cosi si affronta il tema non con i "io sento io credo io prevedo" SOPRATUTTO QUANDO QUALCUNO SULLA BASE DI QUESTE COSE DICE CHE LA MATEMATICA NON PUO.....e la nostra conoscenza attuale che non puo non li strumenti.....

Se si vuole discutere e bene cercare di postare qualcosa di un po meno astratto giusto per non perdersi nelle allucinazioni mentali....non credi?....


...le allucinazioni...sono molto relative.... [SM=g27828]




Tra l'altro mai sono state postate ipotesi che comprovano il creazionismo su questo forum.....mai viste e mai lette solo tentativi piu o meno generici basati su concetti ancora piu vaghi di screditare l'evoluzionismo.....


...anche questi post sono in un altro topic....



Cominciate a postare qualcosa SUL CREAZIONISMO che possa essere approfondito poi ne discutiamo......


Ghergon lo aveva fatto...penso che se cerchi indietro lo ritrovi...e se vuoi lo puoi riportare in prima pagina con commenti....




E lascia perdere la fisica quantistica che e meglio......che qui non ce gente in grado ne di capirla ne di applicarla....anche perche la fisica quantistica analizza livelli energetici superiori ma di dimostrazioni del creazionismo non ne ha ancora dato....per ora ci ha fatto scoprire un lato nascosto all'occhio umano dell'universo e di quali fenomeni fisici lo regolino...






Io nenache l ho nominata la fisica quantistica!!!...e neanche mi ci metto...figurati....
Ma anche che non mi ci metto...non vuole dire che non posso postare o rispondere verso quei collegamenti che mi sembrano possano entrare in un certo senso anche con lo spirito.
Infatti io ho risposto a Amoram...proprio perché lui é riuscito ad unire scienza e spirito in piu di un commento...

Vedi Yogurt....molti vogliono dividere spirito e materia...ma sono molto piu uniti di quanto la percezione della scienza voglia far credere.



Quindi...se me lo permetti...postero ancora...giusto perché vorrei "sentire" Amoram ...
Per i tuoi post...devi cercare piu indietro...nulla é cancellato. [SM=g27823]
@Yoghurt@
00giovedì 21 dicembre 2006 18:51
Questo lo hai postato tempo fa.....
scienze

La Fisica può smentire l’evoluzionismo
Raffaele Giovannelli
18/04/2006
Il capostipite della scuola di Copenaghen Niels Bohr, premio Nobel per la Fisica nel 1922Vorrei chiarire alcune cose attorno alla contrapposizione tra evoluzionisti e creazionisti.
Questi ultimi, nelle posizioni più estreme, finiscono per rafforzare gli evoluzionisti.
Infatti accettare alla lettera la narrazione biblica della creazione dell’universo e della vita significa ignorare anche le prove inconfutabili circa la datazione delle ere geologiche e dei periodi della storia della vita sulla Terra.
Certe posizioni finiscono anche per far dimenticare le molte critiche che si debbono sollevare contro le teorie evoluzioniste.
In realtà è la Fisica che viene in aiuto dei creazionisti, ma sembra che essi non siano interessati a questi aspetti essendo totalmente assorbiti da una polemica che alla fine diventa sterile.
Ciò che sfugge a coloro che troppo ingenuamente vogliono ritrovare intatte le verità bibliche è che la Fisica di oggi contiene tracce del trascendente, ma che queste tracce vengono puntigliosamente cancellate dal pensiero unico dominate, pensiero che per principio nega l’esistenza di Dio.
Agli inizi del XX secolo si sono verificate nella Fisica due grandi rivoluzioni: la teoria della Relatività e la teoria quantistica.
La prima teoria ha modificato radicalmente il concetto di realtà ed ha introdotto lo spazio-tempo come entità indissolubile, costitutiva dell’essenza del reale.
Ogni evento rimane fissato in eterno nello spazio e del tempo in una memoria che potremmo sondare solo se potessimo spostarci ad una velocità superiore a quella della luce.
In cosmologia, con la Relatività Generale, abbiamo la nascita di ipotesi circa l’esistenza di universi paralleli al nostro.



Ci si è allontanati definitivamente dalla concezione di un Universo statico, deterministico ed univoco.
L’universo dove trovavano ospitalità le idee dei positivisti e del materialismo è scomparso.
Ma il colpo più grave sarebbe arrivato dalla seconda rivoluzione, quella scatenata dalla Fisica quantistica.
In Unione Sovietica si accorsero che la Fisica su cui Marx ed Engels avevano fondato l’ateismo stava scomparendo e con essa venivano meno i fondamenti «teologici» della loro religione materialista.
Nel 1939 il fisico Mandelštam affermava che lo sviluppo storico della meccanica quantistica era innaturale poiché l’apparato matematico necessario per descriverla era stato costruito prima del significato fisico dei simboli usati poi per interpretare i fenomeni.
Questo è accaduto soprattutto per l’onda ?, una entità fisica che per sua natura deve contenere una parte reale ed una parte immaginaria.
E non si tratta di una finzione matematica adottata per semplificare i calcoli; al contrario la funzione ?, che descrive il moto di qualsivoglia particella materiale, deve per sua natura essere una funzione complessa, quindi costituita da una parte reale e da una immaginaria.
Molti fisici sovietici, meno attenti alle basi del marxismo, accettarono la fisica quantistica.
Ioffe sosteneva che i concetti sottostanti al principio di complementarietà (una particella si può comportare come un’onda o come un corpuscolo, mai contemporaneamente come onda e come corpuscolo) erano perfettamente comprensibili sulla base di un concezione creativa del materialismo dialettico.
Già: una concezione creativa.



Ioffe aveva perfettamente intuito che attraverso l’indeterminazione e l’ambiguità o l’indescrivibilità del microcosmo passava un atto di creazione, atto che egli si affrettava a far risalire alla nuova divinità: il materialismo dialettico.
Bohr, capostipite della famosa scuola di Copenaghen, si era incaricato di divulgare presso tutte le scuole di Fisica la nuova teoria quantistica.
Agli inizi degli anni ’50 i fisici sovietici attaccano i fondamenti filosofici della fisica quantistica.
Nel 1950 l’accademico Vavilov critica apertamente i fisici sovietici che non reagiscono alle affermazioni filosofiche idealistiche ricavate come conseguenza della meccanica quantistica.
Vavilov sostenne che lo stesso principio di indeterminazione, che oggi invece è diventato il cardine di tutta la fisica quantistica, doveva essere considerato come una verità transitoria, non certo immutabile.
Nel 1952 il filosofo Omelyanvskij si spinge molto più avanti nella critica.
Egli afferma che l’idealismo dal quale sono partiti Heisenberg, Bohr, Schrödinger e Dirac ha avuto un influsso funesto su quelle teorie fisiche che essi hanno creato, ostacolando in sostanza lo sviluppo della scienza.
L’anno seguente Zdanov, in un articolo sulla Prava, afferma che la meccanica quantistica costituisce il punto di forza della lotta senza quartiere condotta dalla borghesia contro il materialismo dialettico.
A questo punto si profilava una divaricazione tra la Fisica del mondo occidentale e quella del blocco comunista.
Sarà il fisico sovietico Fock a ricongiungere la Fisica nei due blocchi che dividevano il mondo.
In Occidente esisteva ed esiste una vasta indifferenza all’influenza delle scoperte della Fisica in campo filosofico e religioso.



Fock nel 1957 soggiornò a Copenaghen entrando nello spirito della scuola che aveva preso il nome dalla città stessa.
Egli sottopose a Bohr una serie di critiche che riguardavano l’interpretazione filosofica della teoria dei quanti.
Bohr era visto con sospetto non solo per la deriva spiritualista della scuola di Copenaghen, ma anche per l’ombra del positivismo che accompagnava tutto il pensiero europeo.
Il positivismo, raccogliendo l’eredità dell’illuminismo, esprimeva la fede nel progresso sociale trainato verso la perfezione dal progresso scientifico.
Al contrario per il marxismo il progresso della scienza doveva essere guidato dal materialismo dialettico.
Molte critiche di Fock vennero accettate, anche perché esse portavano un contributo importante ai fondamenti della teoria quantistica, ma questa venne spogliata di tutte le interpretazioni spiritualistiche.
Sulla base di un accordo intervenuto tra Bohr e Fock la Fisica quantistica venne accettata anche nel mondo comunista e tuttora sopravvive l’interpretazione che è derivata da quell’accordo.
Ma si è trattato di un accordo tra due mondi egualmente atei.
L’ovvia conseguenza che dal concetto di indeterminazione e dal venir meno in alcune condizioni del principio di causalità derivasse la scoperta dell’esistenza di un passaggio tra mondo sensibile e mondo della trascendenza, venne presa in considerazione solo da piccoli gruppi non accettati dalla comunità internazionale.
Eppure è su questo fronte che gli antievoluzionisti possono proporre argomenti seri anche per spiegare la comparsa di nuove forme di vita.



Professor Raffaele Giovanelli



NWO - Nuovo Ordine Mondiale

Come la meccanica quantistica spieghi il creazionismo qua proprio non si capisce....

Quei famosi post di Ghergon io non li ho mai trovati quindi o Ghergon magari li riposta cosi magari si possono leggere e magari discutere oppure dubito siano mai esistiti.....
Ghergon
00giovedì 21 dicembre 2006 19:15
[SM=x268928] [SM=x268928] [SM=x268928] [SM=x268936] [SM=x268940] [SM=x268939] [SM=x268942] [SM=x268941] [SM=x268960] [SM=g27825] [SM=g27818] [SM=g27819] [SM=g27820]: [SM=g27816]
Ghergon
00giovedì 21 dicembre 2006 19:18
Insomma cosa vuoi sapere yogurt?
Scusami ma non capisco la domanda...
Quali post desideri?
@Yoghurt@
00giovedì 21 dicembre 2006 20:31
Riguardo alle ipotesi
sul creayionismo pare tu abbia postato qualcosa nel passato che io non ho ancora trovato....

Mi ricordo mi citasti le teorie di un certo Zacharia che parlava di cataclismi....mi citavi le modifiche genetiche che le specie avrebbero subito in seguito ad un intervento di ingegneria gentica di non si sa bene quale intelligenza superiore o cosa....

Ma erano solo due citazioni che non avevano ne riferimento a livello di testo o di sito e comunque non erano di nessun approfondimento visto che le teorie non venivano assolutamente discusse....dicevano brevemente cosa ma non c'era nessuna ipotesi del come....per esempio un intervento di ingegneria genetica sulle specie viventi dovrebbe poter essere scoperto attraverso un'analisi dei fossili......

Se queste teorie di supporto al creazionismo te le hai postate precedentemente mi farebbe piacere leggerle per vedere di cosa trattano esattamente e magari fare una ricerca personale sulle varie "prove" elaborate per vedere se almeno su internet ci sono informazioni piu dettagliate.....



pablyto87
00lunedì 8 gennaio 2007 18:54
l'evoluzione è un dato di fatto (riconosciuto tralatro anche dalla chiesa cattolica).
poi c sn molti modi per spiegarlo...ma che le specie si evolvano e non siano rimaste immutate dal giorno della "creazione" fino ad oggio è PIù che pacifico...

poi può darsi che i primi organismi siano stati creati da un eventuale Dio e che poi da essisi siano evuolute le specie attuali...perchè no?
(tralatro recentemete si è scoperto [ma si impotizzava già da tempo] che nelle comete esistono dei micro organismo e si pensa che sia da li che abbia avuto origine la vita sulla terra...)
Ghergon
00lunedì 8 gennaio 2007 19:34
Re:

Scritto da: pablyto87 08/01/2007 18.54
l'evoluzione è un dato di fatto (riconosciuto tralatro anche dalla chiesa cattolica).
poi c sn molti modi per spiegarlo...ma che le specie si evolvano e non siano rimaste immutate dal giorno della "creazione" fino ad oggio è PIù che pacifico...

poi può darsi che i primi organismi siano stati creati da un eventuale Dio e che poi da essisi siano evuolute le specie attuali...perchè no?
(tralatro recentemete si è scoperto [ma si impotizzava già da tempo] che nelle comete esistono dei micro organismo e si pensa che sia da li che abbia avuto origine la vita sulla terra...)



Ciao Pablyto, mi spiace contraddirti ma la Chiesa non ha mai riconosciuto l'evoluzione.
Il darwinismo è insostenibile per il semplice fatto che mancano le prove.
Ma non ce ne è proprio una! [SM=g27822]
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