Articolo sugli Elohim, esseri solari creatori di forma e sostanza ?

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viadelcosmo
00lunedì 1 giugno 2009 05:51
GLI ELOHIM, gli esseri Solari Creatori di forme e sostanza...
Articolo preso da:
www.associazionesaras.it/Spiritualita/Spiritualita.asp?IDSpiritua...

Elohim, gli Esseri Solari: creatori di forma e sostanza

Gli Elohim sono Esseri con caratteristiche multidimensionali.
Il loro reale elemento è la Luce che manipolano così come noi manipoliamo la materia. E' nelle loro facoltà creare forme e sostanze ed innestare una capacità memorizzativa trasmissibile.
E' nei loro poteri istruire un essere bio-fisico-psichico e renderlo a loro immagine e somiglianza.
La vita intelligente o Spirito Vivente, pullula nel Cosmo e ciò grazie a questi Elohim, possessori incontrastati della Intelligenza Onnicreante o Spirito Santo. Sono Loro i fautori della deità e dell'evoluzione cosmica a cui il nostro sistema solare è indissolubilmente legato.
Sono Esseri portanti capacità scientifiche e tecniche impensabili.
Sono pure gli esecutori della Intelligenza Onnicreante ed istruiscono e determinano il continuo divenire del Macroessere e dei suoi equilibri cosmofisici e cosmodinamici.
Questi Signori della Luce espletano pure la funzione di coordinare ed istruire il costrutto esecutivo nelle Macrocellule attive (pianeti), determinando anche il complesso e vario gruppo enzimatico destinato ad elaborare l'energia vitale della Macromolecola (sistema solare), assecondando la specifica genetica innestata dallo Zoide Cosmico (cometa).
E' naturale che tra questo gruppo enzimatico c'è l'uomo, un componente con particolari prerogative, dotato di un corredo psico-fisico e spirituale speciale rispetto a tutto il numerosissimo gruppo enzimatico contenuto nella Macrocellula.
In ultima analisi Dio è l'Archetipo dei Geni Creatori di forma e sostanza, manipolatori di genetiche e di prodigiose strutture bio-fisiche-psichiche e bio-dinamiche. A loro volta gli Elohim possono essere degli Archetipi.
L'archetipo è il padre di una moltitudine. L'essere luce che vi ha generati. Egli è il padre del vostro eterno essere. L'essere luce ha una grande moltitudine di figli maschi e femmine. Sono tutti suoi, perché da esso sono nati e per lui vivono, per la sua gioia di essere e di servire ed amare la suprema luce di tutto il creato.
L'essere luce è il primo, il seme, l'albero e voi siete i suoi frutti e semi del suo seme.
Egli è la vostra meta. Egli vi ha generati, a lui ritornerete, perché figli e figlie dell'amore del suo splendore creativo. L'essere luce è la matrice di tutti i vostri spiriti.
Questi Dei ad Eugenio Siragusa hanno detto:
"Nei nostri archivi c'è la storia che riguarda la formazione del vostro sistema solare. Esso si formò circa 20 miliardi di anni del vostro tempo da una stella (come voi la chiamate) supernova che fecondava in uno spazio che non è più perché già dilatatosi. Possediamo anche la storia degli stadi evolutivi successivi sino ai vostri giorni: il vostro tempo e il vostro spazio non hanno senso per noi che viviamo fuori dal tempo e dallo spazio. La nostra natura astrale ci consente di penetrare temporaneamente tutte le dimensioni, essendo noi composti di luce, elemento primario che tutto manifesta, sia sui piani sensoriali che psichici e fisici.
Noi non siamo mortali. Noi coordiniamo, elaboriamo le strutture dell'universo visibile e di quanto è ad esso utile per il suo divenire. Siamo noi che creiamo le genetiche cosmiche e le aggregazioni degli elementi che alimentano l'esistenza di ogni cosa visibile ed invisibile. Siamo noi gli archetipi, gli Elohim, gli dei della storia.
Voi siete perché noi l'abbiamo voluto, facendovi a nostra immagine e somiglianza. Potreste anche non essere più, se solo lo volessimo.
I vostri primi padri, coloro che fecondarono la vita intelligente sul vostro pianeta, vennero da lontano e non erano terrestri.
Le prime tribù di umanoidi, figli del mondo, erano privi di intelligenza prima che avvenisse l'accoppiamento tra i figli di Dio e le figlie degli uomini. Allora divenne Homo Sapiens ovvero erede di una genetica innestata da un volere superiore, dal Dio Vivente.
Gli Dei si erano compiaciuti, rendendo un uomo animale a loro immagine e somiglianza, e concedendogli il beneficio dell'immortalità a condizioni ben precise e con l'obbligo di rispettare ed ubbidire le leggi dei creatori e venerare la forza onnipresente, onnipotente ed onnisciente del Santo Spirito, creatore di tutto, Dei compresi.
Ogni cielo ha un Padre, un governatore della Intelligenza Creante, un Dio (come voi lo chiamate) coadiuvato da una schiera indefinibile di coordinatori, di istruttori, di sorveglianti, di modificatori, di manipolatori figli della luce e padroni del suo potere e degli elementi primari, realizzatori della vita nelle sue varie dimensioni.
Il vostro sole è il Logos dell'idea divina creante, dove ogni idea viene ad essere forma prima di essere, di esistere, di servire, di essere servito. La verità è la conoscenza, e la coscienza è l'accumulo, deposito indistruttibile delle opere sperimentate nell'edificio creativo dove si forgia il divenire continuo, mutevole, eterno del cosmo.
L'ieri e il domani si identificano nell'eterno presente, mentre lo spazio e il tempo altro non sono che apparenze scaturenti dalle dimensioni relative delle masse gravitanti negli emisferi materiali. L'assoluto esiste solo nell'astralità dove tutto è causa sublimata del'incorruttibile armonia del potere divino e dell'androgenità delle forme nate dall'idea della Luce Creante.
Il Sole è la causa della vita e di ogni cosa creata. E questa energia che possiede il Sole per creare la vita si chiama energia psichica.
Dal sole scaturisce l'idea creativa della suprema intelligenza del cosmo. Nel Sole risiede il Verbo di Dio, nella sua Luce Cristica giace soavissimamente, la Verità, la via e la vita. Ogni cosa esiste, vive e muta perché il Sole è fonte dell'essere, il Dio Vivente.
Nel suo splendore vi è la sapienza di colui che è.
Spesso, ciò che non potete sondare si appalesa per significarvi che esistono dimensioni capaci di compenetrare la vostra, essendo queste diverse e superiori ai vostri poteri psico-fisici.
Esiste una gerarchia cosmica che governa l'alto e il basso, il macrocosmo e il microcosmo, il visibile e l'invisibile, il materiale e l'astrale.
L'astrale coordina e istruisce il materiale, e ciò per un supremo ordinamento dello Spirito Creante: ciò che nasce dallo spirito e ciò che nasce dalla carne. La nostra natura è astrale.
Proveniamo da una dimensione completamente diversa da quella in cui, voi terrestri, svolgete le esperienze esistenziali ed evolutive della vostra reale identità eterna.
Le nostre facoltà intellettive sono per voi inconcepibili ed i nostri abitacoli non sono strutturati da valori materiali, anche se è nelle nostre facoltà materializzare quanto è nell'idea.
Possiamo renderci visibili alle vostre facoltà visive solo quando lo riteniamo necessario e possiamo, altresì, essere disponibili al contatto extrasensoriale o fisico quando lo riteniamo opportuno, e con persone che sono in possesso di determinate qualità psico-fisiche-spirituali che possiamo facilmente sondare in ogni circostanza.
La materializzazione dell'idea, della forma ed infine della sostanza visibile, palpabile, animata ed intelligente, è l'arte più avanzata della nostra scienza astrale. La luce, come vi abbiamo già detto, la manipoliamo così come voi manipolate l'argilla, ed essendo questa l'artefice primaria dell'atomo creante ci consente di coordinare ogni tipo di struttura fisica e dinamica. Il vostro grave errore è quello di continuare a credere che l'intelligenza debba necessariamente servirsi di un abitacolo unico: il vostro.
È un vuoto di conoscenza che dovete colmare e noi siamo propensi ad aiutarvi in tal senso. Nella vostra galassia esistono miliardi e miliardi di globi abitati e non necessariamente con strutture fisiche come quelle che voi possedete. È anche vero che prima che la galassia si espandesse ed occupasse spazio, esseri intelligenti esistevano già miliardi di anni prima della nascita del vostro sistema solare: prima che voi foste noi eravamo già.
Intorno al vostro sistema solare, prima ancora che il vostro secondo sole (Giove) divenisse un buco nero, un mondo artificiale era stato messo in orbita e tutt'oggi è attivo e funzionante.
Sappiate che siamo più vecchi di voi di 15 miliardi di anni".



dal Cielo alla Terra tramite Eugenio Siragusa




viadelcosmo
00lunedì 1 giugno 2009 05:56
Cara agorà, leggiamo attentamente l'Articolo ed apriamo una civile tavola rotonda su questo delicato argomento.

Cosa ne pensate ?



LiviaGloria
00lunedì 1 giugno 2009 10:16
Mi sembra il solito filo d Arianna,infatti ora nel forum abbiamo Giuseppe che dice uguale a questo articolo...eppure Giuseppe è indu mentre questi si definiscono cristiani....
LiviaGloria
00lunedì 1 giugno 2009 10:21
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Bereshith bara Elohim... (in principio, Dio creò...) è una traslitterazione dalla lingua ebraica delle prime parole della Genesi.

Uno dei temi cari al Movimento Raeliano è che la Bibbia dimostra chiaramente che Dio è più d'uno; e questo perché in ebraico Elohim è una parola plurale, come si vedrebbe chiaramente dalla desinenza in -im.

In ebraico, precisano i Raeliani, la desinenza -im è usata solo ed esclusivamente per i nomi maschili e plurali. Quindi, poiché Elohim finisce in -im, Elohim è un nome maschile e plurale.

Questo non è vero. Suona ragionevole, ma non è vero né in italiano (dove parole come ipotesi, tesi, antitesi e sintesi hanno la desinenza del plurale maschile, pur indicando concetti singolari femminili), né in inglese (dove news è una parola singolare anche se è strutturalmente il plurale di new: this is good news), e soprattutto nemmeno in ebraico.

La desinenza -im è davvero tipica, anzi addirittura esclusiva, dei nomi di significato maschile e plurale? Alcuni esempi, forniti da Dylan nel gruppo di discussione it.discussioni.ufo (mi segnalano però come la fonte originale fosse un ebraista su it.cultura.ebraica), mostrano come in ebraico la forma plurale non indichi esclusivamente la pluralità, ma anche l'estensione, sia nello spazio che nel tempo:


panim: il volto
tzawarim: la nuca
achorim: la schiena

Tutte e tre le parole finiscono in -im, e secondo la logica raeliana dovrebbero essere nomi maschili plurali. Questo potrebbe essere spiegato con una diversa interpretazione, diciamo così, "culturale" della parola: anche in italiano si dice "i lineamenti". Questa spiegazione è smentita da due osservazioni concordanti: una è che questo comportamento si ha soltanto quando si parla di oggetti estesi, ampi, che in qualche modo "si estendono"; in italiano si può parlare della distesa del volto, dell'ampia nuca, della schiena spaziosa, ma non si parlerà dell'ampiezza di una caffettiera. E poi, in un contesto che ne nega l'estensione, il comportamento si inverte: una schiena stretta diventa achora (che significa anche "indietro", "verso il retro").
E quando brindano alla Vita, gli Ebrei dicono: "l'Chaim!". Secondo i raeliani, siccome finisce in -im, quello dovrebbe essere un brindisi ai Viti. Vito Volterra, Vito Catozzo, Vito Genovese...

Sono cose che chiunque può verificare, senza bisogno di dover conoscere a menadito l'ebraico; il che mi porta anche a dire, polemicamente, che è piuttosto scorretto pretendere l'ebraico per smentire la tesi raeliana, quando in primo luogo esso non è necessario, e in secondo luogo non è conosciuto neppure dai raeliani - perché nessuno che conosca l'ebraico direbbe mai una enormità come "-im indica sempre e soltanto il plurale maschile".

Tanto più che proprio uno dei testi citati tipicamente in supporto di questa teoria (la Grammatica Biblica di Padre Jouon) dice, nell'edizione francese del 1947, pagine 216-217:

La finale masculine ordinaire est -im; essa si trova in tutti gli aggettivi maschili, in molti sostantivi maschili, e in alcuni sostantivi femminili

Alcune parole sono usate solo al plurale; per la maggior parte sono nomi astratti con significato singolare

E a pagina 236, parla di plurale maiestatico: la Sagesse, sorte de pluriel de majesté...

Sempre in ebraico, "Egitto" si scrive Mitsrayim (o Mizraim). E Giuseppe, quando divenne signore d'Egitto (Genesi 42:30), divenne "Elohim": siccome Giuseppe di sicuro era uno solo, non rimane che concludere che sia stato... clonato!

E un esempio particolarmente ricco, nel Cantico dei Cantici di Salomone; una sposa loda il proprio marito, e si riferisce a lui invariabilmente al singolare (e meno male, o qualcuno parlerebbe di orge); tranne che in un punto, al capitolo quinto, versetto sedicesimo, dove in italiano si leggerebbe

''Dolcissima e' la sua bocca; ed egli e' bellissimo. Cosi' il mio amato, cosi' il mio amico, o figlie di Gerusalemme.''

in ebraico troviamo (http://bibledbdata.org/onlinebibles/hebrew_translit/22_005.htm)

xkv mmtqym vklv mxmdym zh dvdy vzh rjy bnvt Yrvslm


"Dolcissima": mamtakim (mmtqym)
"Bellissimo": mahamaddim (mxmdym)
"Gerusalemme": Yerushalayim (Yrvslm)

Incidentalmente, proprio questo verso è uno dei più studiati, perché "mahamaddim", o "mahmaddim", suona come Muhammad, ossia Maometto. Ciò ha dato origine ad una lunga querelle fra l'equivalente islamico dei raeliani e coloro che conoscevano l'ebraico; nessuno degli ebraisti ha però mai pensato di cavarsi d'impaccio sostenendo che "mahmaddim" non possa essere Maometto perché è plurale... e questo perché mahmaddim è una parola singolare. "Bello che più bello non si può".
Allo stesso modo, "dio" in ebraico è eloha, ma Dio è "Elohim". Perché non si parla più di un dio qualunque, ma del Dio di Israele, "Dio che più Dio non si può".

E così come la sposa di Salomone diceva "dolcissimE è la sua bocca, e lui è bellissimI", cioè trattava una parola plurale come se fosse singolare, così la Bibbia recita: Bereshith bara Elohim, in principio Dio creò. Non crearono, ma creò: è una sola entità che compie la Creazione, anche se è una Entità tale che va indicata con un plurale di estensione.

In tutta la Bibbia, con tutti i punti in cui si nomina Elohim, ci sono solo TRE punti in cui questa parola riceve un verbo plurale. Tre soltanto.


Genesi, 24: "Dio, IL Dio dei cieli, che MI FECERO vagare"
Genesi, 35: "chiamo' il posto El Betel, perche' la' Dio FURONO rivelatO"
Samuele, 7: "Il popolo di TE [...] che AVETE REDENTO"

La cosa è spiegata dalla Grammatica Ebraica del Gesenius con un fenomeno di "attrazione", per cui un verbo che dovrebbe essere singolare o plurale diventa della forma opposta per "attrazione" con le parole vicine. Così in Samuele dapprima Elohim è trattato come singolare ("di te"), e subito dopo come plurale ("avete"); e in Genesi 35, "furono" è plurale, subito seguito da "rivelato" che ritorna singolare. Anche questo passo è studiato in modo particolare, perché la mescolanza di modi non si adatta né al Dio singolare degli Ebrei, né al Dio plurale dei raeliani; ma torna comoda per un Dio uno e trino, come credono i Cristiani.
Né è l'ebraico la sola lingua semitica dove questo accade. La stessa cosa si dà nell'accadico, dove la parola "Dio" viene scritta spesso - non sempre - in forma plurale, anche quando è riferita al Faraone d'Egitto e Dio Sole, del quale di sicuro poteva essercene solo uno per volta, ed in quei casi prende verbo singolare. Identico comportamento si ha in sumero con la parola "Re": "I Re, la generosità del quale..."...

Quindi, riassumendo, non esiste alcun motivo di ritenere che Elohim, nonostante la struttura di un maschile plurale, indichi - nel contesto del Dio della Bibbia - un concetto plurale; ci sono centinaia di esempi dove invece è usata con intento singolare; e la stessa cosa avviene per molte altre parole, e in altre lingue semitiche.

Come direbbero Sherlock Holmes (finisce in -s, quindi è plurale!), il caso è chiuso.

Detto questo, si è visto che la parola 'elohim' è anche il plurale di eloha. E gli ebrei facevano uso di questo termine riferendosi a esseri potenti e ultraterreni, che erano sia maschili che plurali. Ci si potrebbe domandare: perché non è stato usato questo argomento, che sarebbe valido e avrebbe fior di documentazione in appoggio, a proposito degli Elohim di Rael?

Perché gli elohim plurali di cui si parla nella Bibbia sono semidei, mezze cartucce [1]; tutt'altra roba rispetto al Dio-Che-Più-Dio-Non-Si-Può. Il testo biblico anzi è molto preciso nel ripetere che questi elohim erano personaggi di secondo piano, dei quali era perfino permesso creare immagini (Esodo 20:4) in quanto non erano oggetto di culto. Si vede come scegliere questi ultimi come Creatori avrebbe prodotto un comprensibile imbarazzo ed incontrato non poche difficoltà.

Suppongo che prima o poi verrà gettata la spugna: Elohim/Adonay diventerà il capo (singolare!) degli alieni elohim, e gli altri elohim suoi sottoposti andranno a identificarsi retroattivamente con le gerarchie angeliche. Quel giorno il discorso di Elohim che è plurale perché finisce in -im verrà quietamente lasciato perdere, e tutto mi lascia supporre che si griderà con convinzione che non sia neppure mai stato fatto :-) (o forse, per la serie "meglio tardi che mai", giungerà un ennesimo errata corrige celeste).
LiviaGloria
00lunedì 1 giugno 2009 11:01
www.ousia.it



CAPITOLO XVI





Delle intelligenze e dei demoni, della loro ripartizione in tre generi differenti, dei loro soprannomi e dei demoni infernali e sotterranei.



Ora ci conviene parlare delle intelligenze degli spiriti e dei demoni. Una intelligenza è una sostanza intellettuale, spoglia d’ogni corporeità corruttibile, immortale, insensibile, presente ovunque e ovunque influente. Intelligenze spiriti e demoni sono della stessa natura, intendendosi qui per demoni non quelli che noi chiamiamo diavoli, ma esseri spirituali, così chiamati per la proprietà del vocabolo, quasi scienti intelligenti e saggi.

Come insegnano i magi, v’hanno tre sorta di tali spiriti. Quelli del primo ordine sono detti Supercelesti e sono menti profondamente separate dal corpo, pressoch’ sfere intellettuali, che adorano e servono l’unico Dio, come loro fermissima e stabilissima unità o centro. Perciò essi stessi vengono considerati divinità, essendo vivificati dal Nume sovrano e abbeverandosi del nettare celeste. Rivolti sempre e solo verso Dio, non hanno influenza sui corpi terreni, ma ricevono la luce suprema e la trasmettono all’ordine immediatamente seguente, cioè a quello delle intelligenze celesti.

Queste, dette anche demoni mondani, perché non si occupano del culto divino, ma sono assegnati alle sfere del mondo, presiedono a ciascun cielo e a ciascuna stella e non chiamate saturniane quelle che presiedono al cielo di Saturno e a Saturno stesso, gioviali quelle che presiedono al cielo di Giove e a Giove stesso e così via. Similmente davano soprannomi a vari demoni, secondo il nome e le virtù di altre stelle e, riconoscendo gli astrologhi antichi cinquantacinque movimenti celesti, altrettanti demoni sono preposti a regolarli. Altri demoni speciali governano i segni, le triplicità, i decani, i quinari, i gradi e le stelle fisse, perché, quantunque ogni scuola filosofica, non esclusa la peripatetica, abbia dato a ciascuna sfera celeste una sola intelligenza, nondimeno, come ogni stella ed ogni parte del cielo ha la sua propria forza ed influenza diversamente dalle altre, così ogni astro deve possedere una propria intelligenza capace di farlo agire, dato che ha movimenti propri e che esplica influssi su cose sottoposte. Dodici intelligenze principali presiedono pertanto ai dodici segni dello zodiaco; trentasei altre intelligenze presiedono a un egual numero di decurie, settantadue altre ad altrettanti quinari celesti, alle favelle umane e alle nazioni; quattro intelligenze presiedono alle triplicità e agli elementi; sette intelligenze ai sette pianeti. A ciascuna è stato conferito un nome e sono stati attribuiti segni chiamati caratteri, che gli antichi adoperavano nelle invocazioni e negli incantesimi e che incidevano sugli strumenti magici, sulle immagini, sulle lamine, sugli specchi, sugli anelli, sulle carte, sui ceri e simili, dimodoch’ quando operavano al Sole facevano le loro invocazioni coi nomi del Sole e coi nomi dei demoni solari e così per le altre.

In terzo luogo vengono i demoni, specie di ministri sottoposti alle intelligenze superiori e preposti al governo delle cose terrene, che Origene definisce virtù invisibili capaci di disporre le Cose di quaggiù; poiché difatti senza che le vediamo ci conducono spesso nei nostri viaggi ed affari e si trovano spesso nei combattimenti e fanno ben riuscire i loro amici con soccorsi che danno insensibilmente, perché si dice che possono dispensare a loro arbitrio la prosperità o l’avversità. Questi demoni sono distinti in piùspecie, sia secondo i quattro elementi, aria, acqua, fuoco e terra, sia secondo i quattro poteri delle anime celesti, mente ragione immaginazione e natura vivifica e motrice. Perciò i demoni del fuoco seguono la mente delle anime celesti e contribuiscono alla contemplazione delle cose più sublimi; i demoni dell’aria seguono la ragione e favoriscono la potenza razionale, allontanandola in qualche modo dalla potenza sensuale e vitale e indirizzando alla vita attiva, come quelli del fuoco indirizzano alla, vita contemplativa; i demoni dell’acqua seguono l’immaginazione e il senso e indirizzano alla vita voluttuosa; i demoni della terra seguono la natura e stimolano la facoltà vegetativa. Questa specie di demoni vengono altresì distinti in saturniani, in gioviali ecc. in rapporto cioè ai nomi degli astri; in orientali, occidentali, meridionali e settentrionali, in rapporto ai quattro punti cardinali. Infine non vi è alcuna parte del mondo che sia orbata dall’appropriata assistenza di questi demoni; non soltanto perché vi si trovano, ma principalmente perché ivi regnano, e invero sono ovunque, ma operano ed influiscono chi in un luogo ed altri altrove. Non bisogna però intendere ciò nel senso che essi sieno soggetti alle influenze delle stelle, ma nel senso che essi rispondono al cielo sopramondano, da cui precipuamente tutte le cose sono dirette ed a cui bisogna che tutte si conformino. Dimodoch’ come questi demoni si adattano alle varie stelle, così anche si adattano ai vari tempi e luoghi, non perché vengono coartati dal tempo e dal luogo, non più che dai corpi di cui hanno il governo, ma perché così ha decretato l’ordine della sapienza; perciò favoriscono e patrocinano di più in quei corpi, luoghi, tempi, stelle, e così alcuni sono stati detti notturni, altri diurni, altri meridiani. In simil modo vi sono i silvestri, alpestri, campestri e domestici, in rapporto ai luoghi, dai quali ultimi derivano i Silvani, i Fauni, i Satiri, i Pan, le Ninfe, le Naiadi, le Nereidi, le Driadi, le Pieridi, le Amadriadi, i Potamidi, gl’Hinnidi, gli Agapeti, i Pali, le Pareidi, le Dodone, i Fenili, le Faverne, le Parche, le Muse, gli Aonidi, i Castalidi, gli Eliconidi, i Pegasidi, i Meonidi, i Febiadi, le Camene, le Carite, i Geni, i Lemuri e simili altri demoni, detti il popolo delle divinità e anche semidei. Alcuni di tali demoni somigliano tanto all’uomo e tanto gli sono familiari, da essere perfino soggetti alle passioni umane. Platone crede che gli uomini possano spesso compire prodigi mercè gli ammaestramenti di tali demoni, proprio come certe bestie, scimmie, cani, elefanti, istruite dagli uomini, fanno cose sorprendenti e superiori alla portata della loro intelligenza. Le leggende della Danimarca e della Norvegia riferiscono che in quelle contrade v’hanno varie specie di demoni ai servigi degli uomini. Alcuni tra i demoni sono corporei e mortali e nascono e muoiono, quantunque vivano a lungo, come è credenza degli Egiziani e dei platonici, sostenuta principalmente da Proclo. Plutarco, Demetrio il filosofo, Emiliano il retore assicurano la stessa cosa, testimoniando pubblicamente che ai loro tempi Pane il gran demone e parecchi altri demoni, dopo aver pianto e levato alti lai, erano morti.

I platonici opinano esservi tante legioni di demoni di questo terzo genere per quante stelle esistano in cielo e tanti demoni in ciascuna legione per quante stelle sono contenute nel cielo. Alcuni, come ha scritto Attanasio e in relazione al numero degli uomini, secondo la parabola delle cento pecore, commisurano il numero reale degli spiriti benigni a novantanove parti. Altri, secondo la parabola delle dieci dracme, lo fanno ascendere a sole nove parti. Altri ancora stimano che il numero degli angeli sia eguale a quello degli uomini, dato che è scritto: Egli limita i popoli secondo il numero dei suoi angeli. E molti hanno scritto molte cose intorno al loro numero. I teologi piùrecenti, seguendo il maestro delle sentenze (Scoto), Agostino e Gregorio, opinano che il numero degli angeli oltrepassi il numero degli uomini e che al contrario vi sia un numero infinito di spiriti immondi nel mondo inferiore, esistendone tanti nel mondo inferiore quanti spiriti mondi sono nel mondo superiore, come alcuni teologi dicono avere appreso dagli oracoli. Sotto di questi pongono il genere dei demoni sotterranei e tenebrosi, che i Platonici chiamano angeli disertori, vendicatori dei delitti e dell’empietà, giusta la sanzione della giustizia divina; detti anche cattivi demoni o spiriti maligni, perché offendono e praticano volontariamente il male. Anche questi sono raggruppati in numerose legioni e vengono distinti secondo i nomi degli astri degli elementi e delle parti del mondo, attribuendo loro re principi e ministri dotati di nomi particolari. Alla testa di tutti stanno quattro re assai malefici, in corrispondenza delle quattro parti del mondo; alle loro dipendenza sono numerosi altri demoni capi delle varie legioni e a questi, con mansioni particolari, sono sottoposti altri capi in sott’ordine. Fra essi sono compresi le Gorgone, generate dalla notte, le Furie, Tisifone, Alecto, Megera e Cerbero e Porfirio ne parla così:

Essi abitano nelle viscere della terra e non v’ha cattiveria che non abbiano l’audacia di condurre a fine. Il loro umore è violento e insolente, tendono continue imboscate e durante le loro scorribande in parte si occultano, in parte manifestano mercè la violenza, esultando solo la dove regna l’ingiustizia e la discordia.







CAPITOLO XVII.





Degli stessi, secondo l’opinione dei teologhi.



I nostri teologhi, d’accordo con Dionisio, ripartiscono gli Angeli in tre classi dette Gerarchie, ciascuna suddivisa in tre Ordini, detti Cori. Anche Proclo li classifica secondo il numero nove.

La prima Gerarchia comprende i Serafini i Cherubini e i Troni, che sono demoni o spiriti supercelesti i quali contemplano l’ordine della divina provvidenza; i primi nella bontà di Dio, i secondi nell’essenza e nella forma di Dio, i terzi nella saggezza di Dio. La seconda Gerarchia comprende le Dominazioni le Virtù e le Potenze, demoni che cooperano al governo del mondo. Le Dominazioni impartiscono gli ordini, le Virtù amministrano i cieli e concorrono talora alla realizzazione dei miracoli, le Potenze tengono lontano tutto ciò che potrebbe turbare le leggi divine. La terza e ultima Gerarchia comprende i Principati gli Arcangeli e gli Angeli, ai quali tutti è confidata la vigilanza delle cose terrene. I Principati hanno cura delle cose pubbliche, dei re, dei magistrati, delle provincie e dei regni, a ciascuno dei quali è preposto un angelo, dal che provengono queste parole che si leggono in Daniele: il principe del regno Persiano mi ha fatto resistenza per ventun giorni. Gesùfiglio di Sirach testimonia che ogni nazione è confidata alle cure d’un angelo custode, cosa confermata da Mosè, il quale dice nel Deuteronomio che l’Onnipotente, nel separare in terra le nazioni, ha assegnato loro confini secondo il numero dei suoi angeli. Gli Arcangeli assistono ai sacrifici, dirigono in ogni uomo il culto divino e sottomettono a Dio le preci umane. Gli Angeli presiedono alle cose minori e sono i custodi di ciascun uomo in particolare, così da essersene alcuni preposti a infondere forze e virtù nelle più umili erbe e nelle pietre e da costituire una specie di mediatori fra l’umanità e la divinità.

Atanasio, oltre i Troni i Cherubini e i Serafini, i quali stanno vicini a Dio e lo magnificano con gli inni e i cantici, e pregano per la nostra salvezza, nomina sette altri ordini angelici che classifica sotto l’appellativo comune di milizia celeste. Il primo è l’ordine dei Dottrinari, nel numero dei quali è quell’angelo che disse a Daniele: Io son venuto a rivelarti quanto deve accadere al tuo popolo nelle età lontane. Segue l’ordine dei Tutelari, di cui è detto in Daniele: Ecco Michele, uno dei principi, che è venuto in mio soccorso... In quel tempo sorgerà il gran principe Michele, che parteggia pei figli del tuo popolo. Allo stesso ordine appartiene l’angelo che fu guida al giovane Tobia. Vien dopo l’ordine dei Procuratori, menzionato in Giobbe: Se sarà possibile trovare un angelo che patrocini per lui, egli pregherà il Signore e lo placherà. Ed a questi si riferisce anche quello che è detto nel 16ø capitolo dell’Ecclesiaste verso la fine: Nel giudizio di Dio egli distinse dall’inizio le opere di lui e le loro parti dall’istituzione degli uomini ed i loro inizi nelle loro genti, ornò in eterno le loro opere, né soffrirono la fame, ne faticarono, ne abbandonarono le loro opere, ciascuno di essi non angustiando il suo prossimo per l’eternità. Segue l’ordine dei Ministri, di cui così parla San Paolo nella Epistola agli Ebrei: Non sono essi forse altrettanti spiriti amministratori, inviati per coloro che raccolgono il retaggio di salvazione? Segue l’ordine degli Ausiliari, di cui è detto in Isaia: L’angelo del Signore è disceso e ha sterminato ottantacinquemila uomini nel campo degli Assiri. Segue l’ordine dei Ricevitori di anime, di cui è detto in Luca, che l’anima di Lazzaro fu portata da angeli in seno ad Abramo; e quivi ci viene insegnato a farci amici i Mammona di iniquità, che ci ricevono nei tabernacoli eterni. Infine v’ha l’ordine degli Assistenti, di cui è detto in Zaccaria: Ecco i due figli dell’olio di splendore, che sono assistenti del dominatore della terra universale.

Questi differenti ordini angelici sono divisi e chiamati in altro modo dai dottori ebrei. Il posto più elevato è occupato da coloro che chiamano Animali di Santità, a mezzo dei quali Dio distribuisce il dono di essere. Il posto successivo è occupato dagli Ophanim, vale a dire le forme o le ruote, a mezzo dei quali Dio dissipa il caos. Il terzo posto è occupato dagli Aralim, gli angeli grandi forti e robusti, con cui il Tetragramma Elohim pronunciato, o il Tetragramma congiunto con He dirige la forma del flusso della materia. In quarto luogo stanno gli Hasmalim, pei quali El modella le immagini dei corpi. In quinto luogo è collocato l’ordine dei Seraphin,a mezzo dei quali Elohim Gibor estrae gli elementi. Il sesto posto è occupato dai Malachim, vale a dire da quegli angeli di cui si avvale Eloha per produrre i metalli. Nel settimo posto stanno gli Elohim, vale a dire i numi, di cui si avvale il Tetragramma Sabaoth per produrre i vegetali. In ottavo luogo stanno i Bne Elohim, vale a dire i figliuoli dei numi di cui si avvale Elohim Sabaoth per procreare gli animali. Al nono posto stanno i Cherubim a mezzo dei quali Dio Sadai vigila sul genere umano.

Ultimo è l’ordine animastico degli Issim, vale a dire eroi o uomini forti e felici, di cui si avvale Adonai per rispandere il dono della profezia.
viadelcosmo
00lunedì 1 giugno 2009 11:09
In ebraico, si dice che la desinenza -im sia usata solo ed esclusivamente per i nomi maschili e plurali.

Quindi, poiché Elohim finisce in -im, Elohim è un nome maschile e plurale.

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risposta:
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Ricondurre il tutto solo alla desinenza che finisce in -im, nel nome maschile e plurale, mi sembra fuorviante e riduttivo e ciò in rapporto alla verità delle cose nella Creazione di DIO Uno sia del Mondo che dell'Umanità.

Sempre se non erro, mi sovviene inoltre che detta chiamiamola così religione si attesti al pensiero ateo, ossia non credono in DIO, (sempre se, non hanno mutato versione).
viadelcosmo
00lunedì 1 giugno 2009 11:40
Articolo sugli Elohim, esseri solari creatori di forma e sotanza ?

Dal Cielo alla Terra tramite Eugenio Siragusa. ( per la cronaca )
LiviaGloria
00lunedì 1 giugno 2009 11:45
siccome questi argomenti sono affidati a studiosi,e sapendo la propaganda forzata che fanno molti per screditare tante cose della bibbia,o di Dio o del Cristo,e io non potendo effettuare tali studi di persona,purtroppo,preferisco affidarmi a degli studi che a delle persone che fanno ipotesi,perchè nel post iniziale non vi è nessun riferimento di studi o comparazioni e vi è la dichiarazione di uno che alcuni esseri gli hanno detto cio...insomma,teorie,ipotesi.

Mentre i post da mè messi,almeno riguardano studi su materie certamente varie e complicate che oltre tutto coinvolgono anche la comunicazione e il modo di comunicare che naturalmente nel tempo è andata trasformandosi.

Ed è questo il problema,spesso,come la TEORIA dell evoluzione.
Scienziati seri dicono sempre TEORIA ,ma poi vengono propagandati come fatti conprovati.
Arriva poi qualcuno con il discorso Dio e dei,fà la teoria e i media risaltano tale teoria a discapito degli studi.
LiviaGloria
00lunedì 1 giugno 2009 11:48

In ebraico, precisano i Raeliani, la desinenza -im è usata solo ed esclusivamente per i nomi maschili e plurali. Quindi, poiché Elohim finisce in -im, Elohim è un nome maschile e plurale.

Questo non è vero. Suona ragionevole, ma non è vero né in italiano (dove parole come ipotesi, tesi, antitesi e sintesi hanno la desinenza del plurale maschile, pur indicando concetti singolari femminili), né in inglese (dove news è una parola singolare anche se è strutturalmente il plurale di new: this is good news), e soprattutto nemmeno in ebraico.

La desinenza -im è davvero tipica, anzi addirittura esclusiva, dei nomi di significato maschile e plurale? Alcuni esempi, forniti da Dylan nel gruppo di discussione it.discussioni.ufo (mi segnalano però come la fonte originale fosse un ebraista su it.cultura.ebraica), mostrano come in ebraico la forma plurale non indichi esclusivamente la pluralità, ma anche l'estensione, sia nello spazio che nel tempo:


panim: il volto
tzawarim: la nuca
achorim: la schiena


Insomma qui non dice forse,afferma che non è vero e cio non da studiosi di parte,ma da un ebreo stesso.Vi è l esempio di alcuni altri nomi.
Poi continua la spiegazione
Ghergon
00lunedì 1 giugno 2009 19:36
sono discorsi falsi.
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