Attentati Bruxelles, per avere ‘più Europa’ c’è bisogno di crisi sistemiche

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
wheaton80
00giovedì 24 marzo 2016 02:52

Bruxelles si risveglia ancora una volta tra le grida di dolore dei suoi abitanti. Alle 8 di ieri mattina attacchi multipli e coordinati colpiscono l’aeroporto di Bruxelles e la sua metropolitana. Mentre scriviamo il bilancio è di 34 morti, con oltre 100 feriti. Tra i primi elementi che saltano all’occhio immediatamente, c’è la valenza fortemente simbolica dell’attacco. A pochi passi dalla fermata Maelbeek, dove è esplosa una bomba, c’è il cuore pulsante delle istituzioni europee rappresentate dalla Commissione europea e dal Consiglio europeo. Dopo poche ore dai fatti, l’ISIS si è assunta la responsabilità degli attentati, rivendicandone la paternità. Dunque ancora una volta un attentato di matrice islamica, ma questa volta oltre alla strage di inermi civili, entrano in scena gli elementi simbolici dell’Europa istituzionale. Ancora non si sa molto sulle identità degli attentatori, ma le autorità e le istituzioni sostengono che abbiano la cittadinanza di uno dei paesi dell’UE, pertanto sarebbero dei cosiddetti immigrati di seconda generazione, presumibilmente originari del Nord-Africa. Non è dunque affatto una provocazione affermare che la minaccia nasce all’interno della stessa Europa. Le ragioni sono molteplici, ma su tutte sembra esserci in particolare, quella della assoluta mancanza di senso di appartenenza degli attentatori verso i luoghi dove sono cresciuti, i quali non hanno mai potuto e voluto integrarsi nell’Unione, ma sono rimasti in una terra di nessuno, a metà tra l’Europa e l’Africa. Tra queste due, hanno preferito la seconda e tornare così alle loro origini per abbracciare l’estremismo islamista che si prefigge di distruggere l’odiata Europa, da convertire alla religione islamica. Questi nuovi cittadini evidentemente hanno avuto una crisi di rigetto nei confronti del vecchio continente, probabilmente perché era stata loro promessa una vita sociale migliore di quella dei loro padri, mentre alla fine si sono ritrovati ad essere cittadini di serie B, confinati nelle banlieue dei centri urbani.

L’Europa non li ha accolti nel suo grembo per spirito umanitario o progressista, ma piuttosto si è servita di loro come strumento di rimozione delle identità europee. Il progetto europeo si proponeva come suo scopo ultimo, quello di raggiungere una unità politica, culturale ed economica, che aggreghi dentro di sé molteplici realtà identitarie, sulla carta difficilmente conciliabili. Negli anni ’90, qualche rara voce mossa dal buon senso, si chiedeva cosa mai avessero in comune un cittadino greco con uno svedese. Una domanda che ancora non ha trovato una risposta sensata, e sostituita dalla declamazione della retorica europeista che prometteva un futuro migliore per tutti. Era sufficiente guardare avanti, e avere fede nell’eurocrazia che avrebbe fatto tutto da sé, e assicurato il benessere della civiltà europea. Nel frattempo si aprirono le porte alle migrazioni dai paesi afro-asiatici, e si iniziò a parlare con maggiore insistenza della necessità di una società europea multiculturale e multietnica. L’esigenza del multiculturalismo nasce dalla necessità di creare un cittadino nuovo, artificiale e senza identità. Solo questo tipo di cittadino, si pensava, poteva accettare di vivere in un’Europa unita fatta in laboratorio, fondata sul principio della mescolanza delle razze e delle culture. Si è giunti a questo punto, e all’inevitabile choc culturale perché la globalizzazione e l’Europa multiculturale, avevano le condizioni in nuce per crearlo. Il risultato attuale nasce dalla visione di una società antistorica, che nega le differenti tradizioni sociali e culturali dei popoli europei.

Se l’Europa unita ha finito inevitabilmente per esaltare ancora di più le differenze tra i singoli popoli europei, come si poteva pensare ad una convivenza senza contraccolpi, tra questi e quelli afro-asiatici? Piuttosto che fare i conti con questa evidenza, l’eurismo preferisce spostare in avanti il traguardo dell’integrazione. Non appena hanno avuto luogo gli attentati, si sono succedute con un tempismo perfetto le dichiarazioni di circostanza delle istituzioni, che chiedono di andare avanti per avere più Europa. È stato lo stesso premier Renzi ad individuare nella soluzione del problema, la creazione di una struttura europea unica che gestisca la sicurezza e la difesa in modo unitario. In questa chiamata di Renzi, si esorta l’UE “ad andare fino in fondo “ e a realizzare quanto prima questo proposito. Questa struttura gestirà le questioni della sicurezza in modo unitario, e gli stati sovrani dovranno conseguentemente sottostare alle sue direttive. Un’altra cessione di sovranità, quindi, che va nella direzione di realizzare un Superstato europeo, che si faccia carico non solo della politica fiscale e di bilancio delle singole nazioni, ma anche della loro sicurezza e difesa. Non si può fare a meno di notare che questi cambiamenti sono indotti dal deflagrare di crisi sistemiche, che ogni volta consentono di raggiungere il gradino successivo. La logica montiana in questo, sembra perfettamente coerente: senza crisi, non è possibile indurre il cambiamento voluto dall’élite governante.

La minaccia del terrorismo islamico assume pertanto una funzione espansiva per il progetto europeo, a differenza di quella contenitiva della strategia della tensione del secolo scorso. Mentre quest’ultima difatti, aveva la funzionalità di impedire che la società italiana si spostasse verso l’orbita del partito comunista, e che avesse luogo uno slittamento dell’Italia dalla NATO verso il Patto di Varsavia, la minaccia del terrorismo islamico viene utilizzata per espandere il processo di integrazione europeo. Senza shock di questo tipo è difficile pensare che l’opinione pubblica europea, sempre più scettica sulle istituzioni europee e nostalgica dei tempi della sovranità perduta, accetti di restare a bordo e di proseguire questo viaggio. Si dice ai cittadini europei di non uscire dal recinto dell’Europa unita, perché si deve affrontare unitariamente la minaccia del terrorismo islamico, e non si mette mai in discussione quel modello di Europa che permette al terrorismo di prosperare. Questa è probabilmente la dimostrazione del fallimento completo della visione dell’europeismo, fallace nelle sue stesse premesse di finalità unitarie. Se si aggregano forzatamente culture profondamente diverse, si provoca l’inevitabile scontro delle weltanschauung; se si fondono delle economie strutturalmente diverse, si polverizzano le capacità di crescita dei singoli sistemi economici. Il risultato finale è quello di un’Europa unita che disunisce i popoli, disgrega la socialità e acutizza il conflitto economico e culturale tra i popoli che la abitano.

Cesare Sacchetti
23 marzo 2016
www.ilfattoquotidiano.it/2016/03/23/attentati-bruxelles-per-avere-piu-europa-ce-bisogno-di-crisi-sistemiche/...
wheaton80
00venerdì 25 marzo 2016 02:07
Che emozione il video dell’esplosione all’aeroporto di Bruxelles! Peccato sia falso

Lo avete visto tutti, in TV o sul WEB: il video dell’esplosione all’aeroporto di Bruxelles, accompagnato da accorate e toccanti descrizioni da parte dei giornalisti. Peccato che sia falso. O meglio: è vero ma è il filmato di un altro attentato, avvenuto all’aeroporto Domodedovo di Mosca nel 2011. Non ci credete? Guardate qui quello di Bruxelles:



e quello di Mosca:



Visto? Sono identici. E allora occorre chiedersi chi abbia passato queste immagini alle TV internazionali. Per esperienza delle due l’una: o si è trattato di una furbata di un collega che puntava a far lo scoop confidando sulla scarsa memoria dei giornalisti (e in fondo ci è riuscito, perché tutti hanno abboccato) o siamo di fronte a un’operazione pianificata per amplificare l’orrore per la strage. In ogni caso, ancora una volta, i media non ne escono bene. Abboccano alla manipolazione, a conferma che i misfatti più clamorosi sono quelli perpetrati sotto gli occhi di tutti, quando la razionalità è annebbiata dall’emozione, dal cordoglio, dalla rabbia.

Marcello Foa
23 marzo 2016
blog.ilgiornale.it/foa/2016/03/23/e-falso-il-video-dellesplosione-allaeroporto-di-br...
wheaton80
00venerdì 25 marzo 2016 13:54
Attentati Bruxelles: alcune stranezze e quel neonato che sta facendo discutere

C’è un filmato, su Youtube, che sta facendo molto discutere anglofoni e francofoni. Dovete sapere che dopo gli attentati di Bruxelles alcune persone, come un parlamentare del Belgio, hanno messo in dubbio la versione ufficiale, ipotizzando una messa in scena dei servizi e del governo. Stranamente le televisioni non hanno riportato la polemica, nonostante questa volta arrivi direttamente dai rappresentanti degli elettori. Sembra quasi che per i giornalisti, in questi casi, sia vietato porsi domande. Anzi: abbiamo visto come quelli di Sky TG24 (http://www.kevideo.eu/attentati-bruxelles-il-filmato-mostrato-in-tv-e-falso-ecco-cosa-vi-stanno-mostrando-video/) siano riusciti a riconoscere l’attentatore in un filmato che in realtà era stato girato a Mosca, nel 2011… Le stranezze sarebbero troppe per essere riportate tutte, come la coincidenza dei “fratelli” kamikaze in cui uno puntualmente muore e l’altro è puntualmente in fuga:

– a Boston 15 aprile 2013, Maratona, i fratelli Tsarnaev
– a Parigi 7 gennaio 2015, Charlie Hebdo, i fratelli Kouachi
– a Parigi 13 novembre 2015, Bataclan, i fratelli Abdeslam
– a Bruxelles i fratelli El Bakraoui

Oppure i superstiti che sono sempre gli stessi. Come riporta La Stampa (http://www.lastampa.it/2016/03/23/esteri/i-racconti-dei-superstiti-a-novembre-ero-al-bataclan-oggi-sono-tornato-allinferno-gvYfbzsf1eShExa4VuLSWM/pagina.html) c’è Lahouani Ziahi, francese, riesce a scappare. Ancora. «Il 13 novembre ero davanti al Bataclan, oggi sono qui». E, sempre La Stampa (http://www.lastampa.it/2016/03/23/esteri/perseguitato-bruxelles-miracolato-la-storia-del-giovane-sopravvissuto-a-tre-attentati-ero-a-boston-poi-al-bataclan-e-ieri-a-4aN0C9zgzjsIl4PT2H8RUK/pagina.html), ci parla dell’ormai famoso Mason Wells, 19 anni, che non solo ieri era a Bruxelles. Ma era anche a Boston, nel 2013, vicino al traguardo della maratona cui partecipava la madre e teatro dell’attentato che causò 3 morti. Lui rimase illeso. E, ancora, si trovava in Francia il 13 novembre scorso, nel giorno degli attacchi. Quante possibilità ci sono che la stessa persona sopravviva a tre attentati diversi in giro per il mondo? Una su diversi miliardi. A confronto vincere il superenalotto diventa probabile. E quindi non c’è tanto da stupirsi se, in questo mare di assurdità, qualcuno pensa che, nel filmato che segue, si veda un bambolotto invece di un neonato.



Incredibile? Molto incredibile. Però chiediamo ai lettori di fare un esperimento: immaginate che questo filmato non sia il luogo di un attentato, provate a decontestualizzaro, immaginando che qualcuno ve lo mostri e vi chieda: scondo voi quella figura è più simile a un bambolotto o a un vero neonato?

24 marzo 2016
www.kevideo.eu/attentati-bruxelles-alcune-stranezze-e-quel-neonato-che-sta-facendo-discuter...
wheaton80
00venerdì 25 marzo 2016 14:47
Unione Fuffologica Europea

Ventaccio bastardo stamattina a nord-est. E' marzo, mi si dirà, è normale. Vi dico che sarebbe la sola cosa "normale" di queste ore, e che quindi perfino il vento inizia a sembrarmi sospetto. Da nord, infatti, scende e impazza la fuffa a reti europee unificate. Fuffa prontamente diramata ai quattro venti e ora per ora anche dal mainstream nazionale, che qui siamo nell'Unione Europea e ci mancherebbe che non si fosse tutti uniti nel cordoglio per le vittime che deve far da collante unico ai popoli europei tutti (qualcuno impazza sulla "minaccia alle istituzioni europee" non vedendo che l'obiettivo raggiunto non sono le "istituzioni" ma chi ci lavorava, cioè persone provenienti da molti paesi europei, così che il cordoglio sia "europeo e condiviso").

I morti sono sempre veri, ed è impossibile non piangerli in quanto vittime innocenti della follia criminale che imperversa scendendo da nord e diramandosi fino alle coste a sud del Mediterraneo. I come, i perché, i chi, sono invece al vaglio della commissione fuffulogica ufficiale dell'Unione, la quale provvederà nel giro di qualche giorno a ritoccare, aggiustare e rettificare il quadro generale fino a fornirci un quadro completo anche se raffazzonato e da ingerire a freddo. E' un work-in-progress: partendo da un canovaccio tirato su alla meglio fin dai primi minuti post tragedia, si vanno via via definendo meglio i contorni che sbavano, i tasselli che mal s'incastrano e i personaggi che mal si adattano al puzzle in costruzione. Il format pare avere ormai figure fisse. Vi troviamo infatti puntuali due fratelli nel ruolo di kamikaze uno puntualmente muore, l'altro è puntualmente in fuga):

- a Boston 15 aprile 2013, Maratona, i fratelli Tsarnaev
- a Parigi 7 gennaio 2015, Charlie Hebdo, i fratelli Kouachi
- a Parigi 13 novembre 2015, Bataclan, i fratelli Abdeslam
- a Bruxelles ieri, i fratelli El Bakraoui

Tutte le coppie di fratelli paiono avere un puntuale background da delinquentelli standard redenti: precedenti penali di vario genere ma a piede libero, conosciuti dalle forze dell'ordine per precedenti per uso di droga, spesso di spaccio e per qualche furto di galline; tutti pare non disdegnino l'alcool; qualcuno (Salah Abdeslam) pare frequentasse pure locali per gay. E già sarebbero dettagli che cozzano contro l'idea che uno ha di un islamico integralista pronto a farsi saltare con una cintura imbottita per andare a raggiungere le Vergini promesse dal Profeta (anche un gay? che se ne fa? si "converte" etero dopo morto?). Fino a ieri, un altro classico del format era il puntuale ritrovamento di un documento accanto al luogo dell'attentato (carte d'identità lasciate sul sedile dell'auto, ritrovate indenni a terra sul luogo dell'esplosione, ecc., vedi dall'11/9 in poi; aerei e sale da concerto carbonizzati, ma documenti ritrovati semi integri...). Da ieri c'è un ritocco alla sceneggiatura di questo dettaglio, forse perché quella dei documenti ritrovati iniziava a puzzare anche alle menti meno perverse della mia.

Entra in scena infatti la figura del tassista-chiave: dopo aver riconosciuto gli attentatori dalle foto pubblicate dalle riprese delle telecamere dell'aeroporto, dove si vedono i due fratelli spingere un normale carrello bagagli, questi si presenta spontaneamente alla polizia e conduce quindi le forze dell'ordine all'indirizzo dove ha prelevato i due terroristi al mattino. Qui la prova regina sulla natura terrorista dei due: non gli hanno consentito di toccare i bagagli per caricarli nel taxi. Bagagli che, a detta del nostro 007 preferito perché pare, purtroppo per lui, l'unico autentico 007, i bagagli "erano così tanti che non hanno potuto caricarli tutti in macchina perché non ci stavano, così alcuni hanno dovuto lasciarli giù...". Capite che perfino il vento ti diventa sospetto nel suo fischiarti nelle orecchie canzoni che non si possono sentire? Cioè, uno che sta per andarsi a far saltare in nome di Allah chiama un taxi per andare all'aeroporto e si porta dietro mezza casa come se stesse traslocando armi e bagagli direttamente nel Paradiso delle Vergini promesso dal Profeta?

Delle due l'una: o non ha sufficiente fiducia nella immensità di mezzi di cui dispone mediamente un qualunque Paradiso, o ha deciso di fare un falò della sua masserizia portandola con sé in Paradiso per non lasciare mutande sporche in un tugurio terreno che sta lasciando per sempre. Ma anche qui, c'é il dettaglio che vorrebbe a posteriori ritoccare il canovaccio finendo invece per fare il classico pèzo taccòn del buso: quando, portate dal tassista, le "teste di cuoio" setacciano l'abitazione da cui sono partiti i due fratelli terroristi, trovano di tutto, tranne un normale paio di mutande (che i terroristi hanno pensato bene di portarsi nel Paradiso delle Vergini):"Una bomba con chiodi, prodotti chimici e, udite udite, una bandiera dello Stato Islamico" + "15 chili di esplosivo, acetone, un detonatore e una valigia piena di materiale destinato a confezionare un esplosivo".

Che si tratti della Santa Barbara portatile che non ci stava nel bagagliao e che il taxista non poteva toccare? Altro dettaglio rattoppato delle ultime ore che fa a pugni con l'immagine dei due che si spostano in Paradiso portandosi dietro mezza casa: viene trovato un pc in un cestino per l'immondizia. Nel PC, fin da subito, si trovano messaggi legati all'ISIS (ettèpareva...). Indagini più approfondite (durate forse la mezz'oretta fra la notizia del ritrovamento pc e quella sul suo contenuto), si scopre che il PC è proprio proprio (ma guarda che culo!), di uno dei due fratelli. Il quale, anima tenera, ci lascia lì in bella vista il proprio testamento, scritto poco prima di andare a farsi saltare per aria per trasferirsi in Paradiso. Cioè, scusate: si porta dietro mezza casa e butta il PC con il suo testamento da martire di Allah in un cestino per le immondizie? Ma non aveva neanche un parente o un caro amico cui consegnarlo in eredità? No.

Come una vecchia carta d'identità viene buttato proprio lì, in un cestino dove possa essere trovato così che poi noi, umani dell'Unione Fuffologica Europea, si possa avere la certezza della sua identità di terrorista islamico che minaccia il nostro stile di vita (come se non ci minacciasse già quotidianamente lo stile di vita l'Unione Europea a forza di cetrioli e zucchine con la curvatura standard...). Poi ci sono auto (3) che portano i terroristi sul luogo di lavoro; oppure quella dei terroristi già noti per essere anche quelli che avevano affittato un appartamento per l'attentato del Bataclan (ma Salah, non si era detto che aveva pernottato in un albergo facendosi di droga come un riccio fino a poco prima di andare sul lavoro per farsi saltare prima di poi scappare cambiando idea?). Come dicevo all'inizio (e tempo fa per altra analoga fuffa: rossland.blogspot.it/2015/03/germanwings-for-all.html), l'unica cosa vera di queste tragedie che ci riguardano più di quanto sembri e meno di quanto vogliano farci credere, sono sempre e solo i morti. Quelli innocenti, per cui ci piange il cuore. E quelli colpevoli, che in quanto morti non parlano.

* Alcuni virgolettati fanno riferimento a quanto riportato sulle maggiori testate nazionali online di queste ore.

23 marzo 2016
rossland.blogspot.it/2016/03/unione-fuffologica-europea.html
wheaton80
00sabato 26 marzo 2016 17:52
Attentato a Bruxelles. L'altra verità

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:25.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com