Austria, un buco "monstre" fa tremare l'Europa

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wheaton80
00giovedì 12 marzo 2015 15:34

Mentre tutti gli occhi sono puntati sulla Grecia e sui timori di una sua eventuale uscita dall'euro, provocando un effetto valanga nei paesi dell'Eurozona, c'è un un nuovo spettro che aleggia sull'Europa e che viene dall'Austria. Il mostro in questione è un buco del valore di 7,6 miliardi di euro scoperto nella bad bank di Hypo Alpe Adria, la Heta Asset Resolution. Una voragine che ha portato l'Austria - come racconta Wall Street Italia - ad applicare la strategia del "bail in" che prevede perdite anche per i creditori, al fine di evitare che lo Stato e i contribuenti si accollino l'intero peso delle perdite. Un annuncio shock, piombato inaspettatamente, che si è tramutato in un vero e proprio crash del valore dei bond Heta, che sono rimasti orfani della garanzia dello Stato. Un crash che è solo l'inizio di un vertiginoso percorso in discesa: secondo quanto riportato da Bloomberg, infatti, l'Austria avrebbe deciso di staccare la spina alla bad bank, decisione che sta avendo un "effetto domino su tutto il sistema finanziario, provocando revisioni al ribasso di rating in Austria e perdite di banche in Germania". In primis, la provincia austriaca di Carinzia. Perché? Ce lo spiega il Telegraph: i bond Heta, infatti, sono nozionalmente garantiti dallo stato - o Bundesländer - austriaco di Carinzia, che ora è soggetta al bail in. "E' un eco del caos che colpì l'Irlanda all'apice della crisi bancaria, quando tentò scioccamente di frenare il panico sottoscrivendo tutte le passività bancarie irlandesi; la manovra finì con il mandare quasi in bancarotta un intero paese". E ora Hypo manderà in bancarotta Carinzia. Il Telegraph definisce tutto questo come "una mini-Grecia nel cuore dell'Europa", che sta mettendo in allarme gli Stati europei e le agenzie di rating, che stanno iniziando a tagliare, come Moody's, che ha tagliato il rating sullo stato di Carinzia da A2 a Baa3, cambiando l'outlook da stabile a negativo.

11 mar 2015
it.finance.yahoo.com/notizie/austria-un-buco-monstre-fa-tremare-europa-105153...
wheaton80
00martedì 17 marzo 2015 00:41
Cigno nero Austria fa prima vittima in Germania

FRANCOFORTE (WSI) - L'effetto domino è cominciato. Il cigno nero del Nord Europa, che rischia di scatenare una crisi in stile subprime nel continente, miete la sua prima vittima. Ha fatto crac l'azienda erogatrice di mutui Duesseldorfer Hypothekenbank AG (DuesselHyp), che paga a caro prezzo la sua esposizione alla bad bank della travagliata società del credito austriaca Hypo Alpe. Il fondo di garanzia dei depositi entrerà in possesso di DuesselHyp, che secondo un dispaccio dell'agenzia Reuters ha incontrato "una serie di problemi" dovuti alla sua esposizione alla "bad bank" Heta. "Il fondo di garanzia sta offrendo una protezione ai bond Heta per eliminare i rischi sull'immediato. L'obiettivo è il completamento del takeover di Duesseldorfer Hypothekenbank". Ecco allora che emerge il grande paradosso della risposta alla crisi greca e il rischio di espulsione di Atene dall'area euro: la minaccia maggiore viene dal settore bancario nella parte settentrionale del continente e non da un paese del Mediterraneo noto più per il suo turismo che per la sua economia. Le banche tedesche si stanno preparando da ormai tre anni al peggiore scenario possibile risultate dalla crisi del debito ellenico: un evento di Grexit. Per farlo stanno riducendo progressivamente la loro esposizione al settore bancario di uno stato, quello greco, che per detta dei suoi stessi ministri è destinato a essere insolvente. Ma mentre gli istituti di credito tedeschi erano impegnati a fare progressi sul fronte greco, una reazione a catena potenzialmente esplosiva è iniziata sotto i loro occhi, a due passi dal loro "cortile di casa". Il 10% delle società di un paese che ha un rating creditizio di tripla A è ora risultato di fatto insolvente. E questo potrebbe essere solo l'inizio.

16 marzo 2015
www.wallstreetitalia.com/article/1806604/cigno-nero-austria-fa-primavittimaingerma...
wheaton80
00mercoledì 3 giugno 2015 23:49
Austria, trionfo per gli euroscettici: spunta la raccolta firma per dire addio all'UE

Segnatevi questa data: 1 luglio. Tra meno di un mese l'Austria potrebbe decidere di abbandonare l'Unione Europea. Di fatto tra il 24 giugno e l'1 luglio scatterà in tutto il territorio austriaco una petizione con raccolta firme per chiedere l'uscita dall'Unione. Un passo che non va sottovalutato. Secondo quanto prevede la Costituzione austriaca, se gli organizzatori riusciranno a ottenere 100 mila firme in una settimana, obbligheranno il Parlamento a discutere un disegno di legge in materia o, in alternativa, a indire un referendum sulla questione. A far salire la tensione anti-euro è il trionfo alle regionali di domenica in Stiria, il secondo Land del Paese, del Partito della Libertà austriaco, che ha fatto un balzo in avanti del 16,3 per cento. I socialdemocratici (Spö) sono crollati di 9,1 punti scendendo al 29,2%; malissimo anche i popolari (Övp), giù di 8,7 punti al 28,5%. Le due formazioni che hanno retto il governo di Graz in grande coalizione sono state dunque affiancate dai discussi nazionalisti di Heinz-Christian Strache, che in Stiria ha portato il suo partito al 27,1 dei consensi. Nel Land, "c'è stato un terremoto che non potrà restare senza conseguenze", ha ammesso il vicegovernatore Hermann Schützenhöfer (Övp).

Mario Valenza
02/06/2015
www.ilgiornale.it/news/economia/austria-trionfo-euroscettici-spunta-raccolta-firma-dire-addi-1135872.html?mobile_dete...
wheaton80
00venerdì 3 luglio 2015 18:39
260.000 austriaci hanno firmato la petizione per l’uscita dall’Europa, costringendo il dibattito referendario in parlamento

Oltre 260.000 austriaci hanno firmato una petizione che chiede l’uscita europea per il Paese, e ora il Parlamento austriaco deve discutere di un referendum sulla questione. Nel complesso, le 261.159 persone che hanno firmato la petizione rappresentano il 4,12 per cento dell’elettorato. La petizione è stata più popolare nelle regioni della Bassa Austria (dove il 5,18 per cento di potenziali elettori ha firmato) e in Carinzia (4,85 per cento). La soglia per indire un dibattito su un potenziale referendum è di 100.000 persone. La petizione è stata lanciata da Inge Rauscher, 66 anni, traduttore in pensione che compose una petizione simile nel 2000. In tale occasione, è stato firmato dal 3,35 per cento dell’elettorato. Rauscher ha detto a The Local che probabilmente c’è maggiore sostegno per il referendum adesso a causa della crisi economica e la crisi greca. In un comunicato stampa, ha detto che è stato “un grande risultato”. L’Austria è uno dei più benestanti paesi dell’UE, con solo il 4,3 per cento della disoccupazione nel 2012, la cifra più bassa nel blocco UE. L’Austria è anche uno degli 11 paesi più ricchi del mondo in termini di PIL. Un referendum simile è previsto anche nel Regno Unito. Dovrebbe svolgersi prima del 2017, anche se la data esatta non è stato data. L’ultimo sondaggio d’opinione condotto da YouGov suggerisce che il 38 per cento dei cittadini britannici vorrebbe lasciare l’Unione Europea, mentre il 44 preferirebbe rimanere. La prima volta che David Cameron ha promesso di tenere il referendum nel 2013, ha innescato sondaggi d’opinione sulla stessa questione in altri paesi dell’UE. In Danimarca il 52 per cento sostiene di restare nell’Unione Europea, anche se il 47 per cento dei danesi voleva una revisione dei termini di adesione del Paese. In Irlanda, i due terzi degli intervistati ha detto che preferirebbe restare.

3 luglio 2015
Fonte: rt.com/news/271279-austria-petition-eu-exit/
www.informarexresistere.fr/2015/07/03/260-000-austriaci-hanno-firmato-la-petizione-per-luscita-dalleuropa-costringendo-il-dibattito-referendario-in-par...
wheaton80
00martedì 14 luglio 2015 02:40
Mentre si discute di Grecia, la Germania taglia il debito all’Austria

Dopo anni di gestione clientelare e spregiudicate operazioni finanziarie, il Paese è finito sull’orlo della bancarotta. La palla passa quindi al Governo, che per evitare il fallimento chiede ai creditori tedeschi di mettersi una mano sul cuore e tagliare il debito per salvare lo Stato dal falllimento. La vicenda sembra ormai nota, se non fosse che questa volta non si tratta della Grecia e nemmeno di qualche altro Paese mediterraneo spendaccione. La storia ha come protagonista la severissima Austria e, forse per questo, ha un lieto fine. La notizia l’ha data il quotidiano economico francese La Tribune (http://www.latribune.fr/economie/union-europeenne/et-pendant-ce-temps-l-autriche-restructure-sa-dette-491019.html). Dopo una lunga e controversa vicenda, lo Stato federale della Carinzia e il land tedesco della Baviera hanno trovato un accordo per tagliare di più della metà il debito del primo nei confronti del secondo. La cifra “scontata” sarebbe di 1,45 miliardi di euro, di poco inferiore ai 1,6 miliardi che la Grecia non ha rimborsato entro il 30 giugno scorso al Fondo Monetario Internazionale, con tutte le conseguenze che ben conosciamo. Protagonista della complicata vicenda è la banca Hypo Group Alpe Adria, una delle più attive dell’Austria a inizio anni 2000. Fino al 2007 le quote di maggioranza dell’istituto erano nelle mani del land austriaco della Carinzia, all’epoca guidato dall’astro nascente della politica di estrema destra Jörg Haider (morto nel 2008 in un incidente stradale). Nel marzo 2007 la Carinzia ha venduto le sue quote alla banca regionale pubblica bavarese Bayerische Landesbank (BayernLB). Lo scoppio della crisi finanziaria mondiale ha poi fatto il resto. La BayernLB si è presto trovata in difficoltà, mentre la Hypo Group Alpe Adria ha cominciato a essere sommersa dai debiti che non è più stata in grado di ripagare. Davanti a una situazione diventata ormai ingestibile, nel dicembre 2009 la Carinzia ha deciso di nazionalizzare la banca comprandola al prezzo simbolico di un euro. Poco tempo dopo lo Stato Federale austriaco ha creato la “bad bank” Heta, per concentrare al suo interno tutti i risultati di una spregiudicata malagestione finanziaria della Hypo Group Alpe Adria, durata quasi un decennio.

Tutto sembrava avviarsi pian piano verso una soluzione quando, nel marzo scorso, è arrivata l’ennesima cattiva notizia: nei conti dell’Heta viene scovato un nuovo buco da 7,6 miliardi di euro, pari al 2,3% del PIL austriaco. A questo punto la Austrian Financial Market Authority (FMA) non ha potuto fare altro che sospendere qualsiasi pagamento ai creditori fino a marzo 2016, cercando nel frattempo di ottenere una ristrutturazione del debito cresciuto ormai a dismisura. L’8 maggio l’ennesima tegola cade sulla testa dello Stato austriaco. La Corte Regionale di Monaco ha condannato Vienna a pagare 2,75 miliardi di euro alla BayernLB, pari alla cifra (più interessi) che la banca bavarese aveva versato nelle casse della Hypo Group Alpe Adria nel 2009 per tentare di risollevarla dalla tremenda crisi nella quale era piombata. Soldi, ovviamente, mai restituiti. “Ora l’Austria deve assumersi le proprie responsabilità e ripagare i suoi debiti”, ha dichiarato dopo la sentenza Johannes-Joerg Riegler, Chief Executive di BayernLB. I legali di Heta hanno subito presentato ricorso alla Corte Suprema e intanto l’Austria ha detto che non pagherà. “Il Governo non butterà un altro euro dei contribuenti nell’Heta”, commentò il Ministro delle Finanze austriaco, Jörg Schelling. Il rischio era quello di portare al fallimento lo Stato Federale della Carinzia. La ristrutturazione del debito è diventata così inevitabile e dopo settimane di negoziati fra i rispettivi ministeri delle finanze, Austria e Bavaria sono finalmente giunti a un accordo politico. Secondo La Tribune, l’intesa prevede che la BayernLB accetti di ricevere solo 1,3 miliardi dei 2,75 dovuti. E in Baviera c’è addirittura chi propone di andare oltre e annullare il debito austriaco. Chissà cosa direbbe Tsipras se lo sapesse.

Matteo Miglietta
10 luglio 2015
www.eunews.it/2015/07/10/si-carinzia-di-grecia-e-intanto-la-germania-taglia-il-debito-allaustr...
wheaton80
00venerdì 3 giugno 2016 01:28
In Austria monta lo scandalo dei brogli alle presidenziali, da noi nessuno ne parla

Dopo le elezioni presidenziali, palesemente falsate, l'Austria è come scomparsa dagli organi d'informazione italiani. Fino al giorno prima del voto, sembrava incombere sull'Europa il rischio nazismo; dopo che il pericolo sarebbe stato scongiurato solo per un misero 0,3% è sceso il silenzio totale sul Paese che a detta di politici, giornalisti e commentatori saccenti poteva essere l'incubatoio di un nuovo totalitarismo... Forse a qualcuno non conviene che da noi si sappia cosa sta accadendo da una settimana in Austria, dove tutti i media e i social network sono come impazziti per lo scandalo dei brogli elettorali che si sta trasformando sempre di più in un enorme ed imbarazzante caso di Stato. Con il passare dei giorni infatti sono emersi nuovi particolari, come quello che Van der Bellen avrebbe raccolto ben il 62% dei consensi nel voto postale contro il 48% in quello ai seggi, una differenza enorme che ha pesato per il 17% sull'esito finale; sono inoltre apparse foto di schede barrate con il nome di Norbert Hofer, gettate nella spazzatura invece di essere regolarmente conteggiate. Sempre in merito al voto postale, è ormai assodato che in quattro distretti della Carinzia e in uno della Stiria – Villach City, Villach-Land, Wolfsberg, Hermagor e Südoststeiermark – il conteggio sia iniziato molto in anticipo e senza che fossero presenti i rappresentanti di lista dell'FPÖ; proprio nella fase iniziale del voto postale sono state aperte le buste nelle quali erano contenute le schede e sono stati verificati i criteri formali della loro validità, dalla firma al fatto che il plico fosse arrivato a destinazione intatto ma soprattutto che, in caso di ballottaggio, la busta non fosse stata inviata troppo in anticipo rispetto alla data prefissata del 3 maggio.

Questa incredibile anomalia ha spinto la magistratura ad indagare, perché lunedì 23 maggio in quelle cinque circoscrizioni lo spoglio del voto postale avrebbe dovuto iniziare alle 9, invece le operazioni hanno avuto luogo tra le 6 e le 7 di mattina: per l'ora designata, tutti i voti ritenuti non validi erano già stati annullati e quelli validi messi nel conteggio, senza alcuna possibilità di controllo da parte dei delegati dell'FPÖ. In quelle cinque aree si sono conteggiati circa 20mila voti postali, oltre la metà dei quali finiti a Van der Bellen, che avrebbe vinto per 31.026 voti. Curioso come a Miesenbach, nella Bassa Austria, abbiano votato ragazzi di età compresa tra i 14 e i 15 anni, quando l'età legale per poterlo fare è di 16 anni. Erano inoltre già emersi i casi scandalosi delle cosiddette "diocesi speciali", come quella di Linz, dove a fronte di 3.518 aventi diritti al voto si sono registrati ben 21.060 votanti, 14.533 dei quali per Van der Bellen, oppure quella di Waidhofen, dove si è registrata un'affluenza del 146,9%, e la stranezza dei voti nulli aumentati del 78% tra il primo turno delle presidenziali, quando furono 92.655, e il ballottaggio, quando ne sono stati registrati 165.212 con un aumento di 72.557, cifra la metà della quale era sufficiente a far vincere Van der Bellen. Sembra poi una barzelletta il caso delle schede postali rimaste bloccate a causa di un presunto disguido delle Poste austriache: mentre i voti per Van der Bellen sono stati consegnati immediatamente dopo il controllo, quelli per Hofer – si parla di 130mila – sono arrivati solo il 26 maggio, consegnati insieme al nuovo prospetto della catena di supermarket Hofer, omonima del candidato dell'FPÖ.

Un portavoce delle Poste ha chiesto scusa per l'accaduto, ricordando però che "la legge sulle telecomunicazioni ci consente di operare in questo modo, ovvero di aprire le buste prima della consegna per controllare che siano debitamente indirizzate" anche se è stato stranamente fatto solo con quelle di Hofer. Venerdì scorso, sul suo profilo Facebook, il leader del'FPÖ Heinz-Christian Strache si è congratulato per "la miracolosa moltiplicazione di 28mila schede elettorali per posta" avvenuto durante la notte tra domenica 22 e lunedì 23, ovvero prima del conteggio del voto postale: quella stessa sera il capo della Commissione elettorale del Ministero dell’Interno, Robert Stein, prevedeva circa 740mila schede postali, un dato che veniva confermato dal professore di statistica Eric Neuwirth, il quale da suoi calcoli parlava di 738.055, ma miracolosamente lunedì le schede postali erano diventate 766.076. Per quale motivo nessun quotidiano italiano allora parla più di questo scandalo austriaco? Forse perché domenica si vota anche da noi, ed è meglio tenere il popolo all'oscuro di questi brogli per non instillare il dubbio che lo stesso possa accadere anche qui? O perché far conoscere questa truffa ai danni dei cittadini austriaci, che evidentemente avevano scelto come proprio presidente il populista Hofer, non conviene a chi manovra l'informazione? A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca...

1 Giugno 2016
www.ilpopulista.it/news/1-Giugno-2016/1544/In-Austria-monta-lo-scandalo-...
wheaton80
00venerdì 1 luglio 2016 14:15
Austria, la Corte Costituzionale annulla il ballottaggio: da rifare la sfida tra il verde Van Der Bellen e il nazionalista Höfer

La Corte Costituzionale dell’Austria ha accolto il ricorso del partito di estrema destra FPÖ sulle elezioni presidenziali del 22 maggio, stabilendo che il secondo turno debba essere ripetuto a causa di irregolarità. Al voto vinse l’ecologista Alexander Van Der Bellen, che sconfisse il candidato del partito FPÖ, Norbert Höfer, con uno scarto di poco meno di 31mila voti (49,7 per cento contro il 50,3). E’ la prima volta che viene annullato un ballottaggio in Austria. “Le elezioni sono il fondamento della nostra democrazia e il nostro compito è di garantirne la regolarità. La nostra sentenza deve rafforzare il nostro Stato di diritto e la nostra democrazia”, ha detto a Vienna il Presidente della Corte Gehrart Holzinger prima di pronunciare la sentenza. Irregolarità sono state riscontrate in 14 su 20 dei distretti presi in esame in seguito al ricorso. Secondo quanto riferisce Der Standard, la sentenza della Consulta austriaca non ha detto che ci siano stati brogli o manipolazioni del voto, ma ha semplicemente evidenziato errori nel procedimento elettorale. Nel corso delle due settimane di udienze pubbliche circa 90 testimoni sono stati chiamati a deporre. Molti di essi hanno ammesso che non sia stata rispettata appieno la legge elettorale, in particolare nei tempi e nei modi del conteggio dei voti per posta. E l’ FPÖ sostiene che tra le irregolarità commesse c’è proprio la gestione dei 700mila voti per posta, decisivi per assegnare la vittoria. Proclamato vincitore all’indomani del voto, Van Der Bellen si sarebbe dovuto insediare ufficialmente la prossima settimana. Il nuovo voto si dovrebbe tenere tra settembre e ottobre. Non appena il Presidente uscente Heinz Fischer lascerà l’incarico, l’8 luglio, la presidenza del Paese verrà assunta ad interim collegialmente dai Presidenti delle Camere. “Non ci devono essere dubbi sulla legittimità di nessuna elezione”, ha dichiarato il Cancelliere Christian Kern. La sentenza “non è qualcosa di cui rallegrarsi” ma “dimostra che la democrazia e lo Stato di diritto funzionano”. Kern, socialdemocratico, è diventato Cancelliere nel maggio scorso, alla guida di un governo di grande coalizione, dopo le dimissioni del suo predecessore Werner Faymann, proprio per effetto della sconfitta del suo partito e dei popolari, a beneficio proprio di verdi e nazionalisti. Il cancelliere ha sottolineato il fatto che le elezioni siano state invalidate “per un errore formale e non per manipolazioni”. “Spero in una campagna elettorale breve e non emotiva”, ha detto Kern, “Siamo interessati a realizzare rapidamente le elezioni. Chiedo a tutti i cittadini di utilizzare il loro diritto di voto”.

F. Q.
1 luglio 2016
www.ilfattoquotidiano.it/2016/07/01/austria-cortecostituzionaleballottaggioperlepresidenziali-da-rifare/...
wheaton80
00domenica 22 ottobre 2017 00:23
Con la vittoria di Kurz, rinasce l'alleanza austro ungarica:"No ad UE ed invasione"

Dopo la schiacciante vittoria di Sebastian Kurz nelle elezioni austriache di ieri, appare evidente la rinascita di un'alleanza austro-ungarica nel nome del "No" alla sostituzione etnica ordinata dal burattinaio George Soros e imposta ai governanti europei dai burattini di Bruxelles. Il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán, la cui opinione sul tema è chiarissima, ha ottimi rapporti con il giovane e determinato neo Primo Ministro austriaco, e l'asse tra Vienna e Budapest potrebbe ora ulteriormente rafforzarsi con l'ingresso dell'Austria nel gruppo di Visegrád, l'alleanza tra Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, che si oppone in primis alle folli politiche pro invasione, che l'Unione Europea vorrebbe venissero attuate da tutti i governi europei. Il balzo in avanti del Partito della Libertà (FPOE) di Heinz-Christian Strache, alleato al Parlamento Europeo con la Lega di Matteo Salvini, rafforza ancora di più questa ipotesi. Budapest, Varsavia, Praga e Bratislava avevano già chiesto ufficialmente all'UE di darsi da fare per bloccare il business dell'immigrazione, interrompendo i traghettamenti attraverso il Mediterraneo e impegnandosi a fermare in Libia tutti gli aspiranti profughi, creando sulle coste del Nordafrica centri di identificazione che consentissero l'arrivo in Europa dei soli, pochissimi, veri richiedenti asilo per motivi umanitari. Ora questa posizione verrà sicuramente adottata anche dal nuovo governo di Vienna, al quale potrebbe unirsi, il prossimo anno, un esecutivo italiano guidato dal leader leghista.

Viktor Orbán ha detto in faccia a Gentiloni:"Non abbiamo bisogno di una politica comune né di un'agenzia europea per i migranti; porterebbero solo caos, difficoltà e sofferenza". Come dire, piantatela di proporci ancora accoglienza indiscriminata: se voi non chiuderete i porti, noi chiuderemo le nostre frontiere. Il filosofo e giornalista francese Alain de Benoist ha anticipato nei giorni scorsi un'analisi sulla situazione venutasi a creare col voto austriaco:“Il legame che intercorre tra Ungheria ed Austria”, ha evidenziato, “è sottolineato dalle componenti dell'impero austro-ungarico nei confronti delle direttive europee, particolarmente a proposito dei migranti...". La campagna di Kurz si è basata sugli interventi finalizzati a contenere i flussi migratori e gli elettori hanno apprezzato. Il centro Europa è così diventato un laboratorio delle istanze populiste; ora i sovranisti si aspettano quel colpo di reni in grado di riportare le loro tematiche di punta sul banco dell'attualità politica. Adesso, con Kurz che è diventato il nuovo cancelliere dell'Austria, la Doppelmonarchie austro-ungarica fa il suo ritorno nello scacchiere continentale. Strache sarà vicepresidente, gettando nella disperazione la troika di Bruxelles.

16 Ottobre 2017
www.ilpopulista.it/news/16-Ottobre-2017/19511/con-la-vittoria-di-kurz-rinasce-l-alleanza-austro-ungarica-no-ad-ue-e-invasi...
wheaton80
00domenica 22 ottobre 2017 00:32
Se Kurz "sfratta" George Soros dall'Austria

Sebastian Kurz, il neoeletto cancelliere austriaco, avrebbe dato 28 giorni a Soros per cessare quelle attività di Open Society in Austria ritenute atte a "tentare di minare la democrazia della Nazione". La decisione sarebbe stata successiva alla notizia della donazione di 18 milioni di dollari del magnate ungherese alla Open Society. L'alternativa sarebbe quella di "andare incontro ad una azione legale" (https://www.money.it/A-George-Soros-il-divieto-Austria-Sebastian-Kurz). YourNewswire, un portale d'informazione indipendente, ha svelato che il trentunenne Kurz, parlando ai suoi colleghi, avrebbe messo l'accento sull'urgenza di questo intervento (http://yournewswire.com/youngest-leader-george-soros/). Il più giovane cancelliere della storia austriaca, dunque, non vorrebbe che la fondazione di Soros operasse all'interno dei confini nazionali e avrebbe dichiarato, secondo i virgolettati riportati da Money.it:“Soros sta versando tutto ciò che ha dietro alla sua spinta per (ottenere) il controllo mondiale. La disinformazione e la manipolazione dei media sono già aumentate esponenzialmente durante la notte”, prosegue il cancelliere austriaco. “Non abbiamo spazio per la compiacenza". E ancora, rispondendo ad una domanda sul perché di questa sua direttiva, avrebbe detto:“Perché è il 2017”. Poi, infine, la sottolineatura del motivo alla base della scelta:“Lo spettro di Soros è la sfida più grande che l’umanità affronta nel mondo nel 2017. È un grande calamaro vampiro avvolto attorno al volto dell’umanità, che inserisce inesorabilmente il suo imbuto di sangue in qualsiasi cosa che odori di denaro, usando questi soldi per corrompere politici, giornalisti e il settore pubblico, tentando di creare il mondo a sua immagine”, chiosa Kurz. “Il popolo austriaco ha rifiutato il Nuovo Ordine Mondiale ed è mio dovere e mio privilegio difendere la sua volontà”. Accuse fortissime, quindi, che nel caso venissero confermate non lascerebbero scampo all'immaginazione. Le differenze tra quanto promosso da Kurz in materia d'immigrazione e la teorizzazione della società aperta sposata da Soros, del resto, sono evidenti. Il cancelliere austriaco ha contribuito alla chiusura della rotta balcanica nel settembre del 2016 e con la sua vittoria politica si è riaperto anche il nodo riguardante il Brennero. Open Society, invece, è rinomatamente su posizioni opposte.

Francesco Boezi
21/10/2017
www.ilgiornale.it/news/cronache/se-kurz-sfratta-george-soros-dallaustria-1454...
wheaton80
00mercoledì 15 novembre 2017 14:34
In Austria Strache ottiene il nuovo Ministro degli Esteri


Norbert Hofer

Strache ottiene il nuovo Ministro degli Esteri. Da 20 giorni il neo Cancelliere austriaco Sebastian Kurz, incaricato di formare il nuovo governo dal Presidente della Repubblica austriaca Van Der Bellen, sta procedendo negli incontri con i liberalnazionalisti di Christian Strache, scelti come propri alleati. Ed ora emerge il primo importantissimo segnale di discontinuità e di rottura con i precedenti governi di Grande Coalizione che vedevano presenti i socialdemocratici, maggior partito filoeuropeista del Paese alpino. Il segnale giunge dal preannuncio della nomina a futuro Ministro degli Esteri di Norbert Hofer, ovvero del candidato del partito liberale del FPOE alle elezioni popolari per la Presidenza della Repubblica dello scorso anno, poi ripetute all’inizio del 2017 per possibili brogli, che lo hanno visto perdere sul filo di lana contro il candidato dei Verdi nonostante un grande successo personale in termini di consensi. Hofer è inoltre il più stretto alleato di Strache alla direzione dei liberalnazionalisti, oltre ad essere un convinto euroscettico ostile alle burocrazie che tengono in ostaggio l’attuale Unione Europea. La sua nomina da parte di Kurz rappresenterà per il FPOE una rilevante vittoria politica, che scontenterà non poco Juncker e tutta la eurocrazia di Bruxelles, tanto più in considerazione della abilità di Hofer come ottimo comunicatore, che vanifica il tentativo di tacciarlo come estremista da parte dei suoi avversari. E questo rappresenterà una autentica spina nel fianco per Bruxelles, soprattutto in relazione alla netta posizione anti-clandestini che caratterizza l’azione politica di Hofer e dei liberalnazionalisti: onore quindi al giovanissimo neo Cancelliere di Vienna Sebastian Kurz che ha deciso liberamente di ascoltare i desideri espressi nelle urne dai suoi concittadini e non si è fatto condizionare dalle pressanti richieste di Juncker, volte ad ottenere un nuovo governo “europeista”, nel senso da lui inteso di succube dell’Unione Europea. Finalmente il voto del popolo sovrano d’Austria inizierà a pesare nel consesso europeo ostacolando la continua deriva mondialista e buonista nelle posizioni dell’Unione Europea, che spesso appare preoccuparsi più dell’accoglienza dei migranti e dei sedicenti richiedenti asilo giunti a milioni nel Vecchio Continente in questi anni, che non del benessere e della sicurezza dei propri cittadini. “Sebastian Kurz è il mio primo fan”, aveva dichiarato Strache in campagna elettorale, sottolineando l’avvenuta adozione del proprio programma di sicurezza alle frontiere da parte dei popolari: gli Austriaci gli hanno dato ragione ed hanno chiaramente indicato nelle urne la necessità di una profonda svolta a destra, come lo stesso Kurz ha già riconosciuto. Quali che siano stati i rapporti di forza nelle urne, appare sempre più chiaro che le idee e le proposte di Strache prevarranno nell’azione del futuro governo, tanto è vero che gli alleati del futuro governo già promettono “clandestini zero” in Austria, elogiando il governo ungherese di Orban, che ha contribuito a bloccare la rotta balcanica dei migranti alzando un muro al confine magiaro. E ribadiamo che, in vista della futura alleanza competitiva in Austria fra l’epigone Kurz e l’originale Strache, è ora che anche il nostro Paese si mobiliti per raggiungere lo stesso obiettivo di clandestini zero il prossimo anno, se vogliamo evitare il rischio che il blocco alle nostre frontiere Alpine ci condanni a tenerci sul groppone tutti quelli che sbarcheranno nei nostri porti o sulle nostre coste.

Lucia Mosca
14 novembre 2017
www.la-notizia.net/2017/11/14/austria-strache-ministro...
wheaton80
00sabato 16 dicembre 2017 17:27
In Austria la destra nazionalista va al governo. Kurz cancelliere, Strache suo vice, all’Interno un duro del FPOE

VIENNA - I nazionalisti vanno al governo in Austria, finalmente. E non solo, Vienna batte Berlino sul tempo, dato che in Germania un qualsiasi nuovo governo è ancora ben al di là dall'esserci. Ma la questione principale è che la svolta a destra dell'Austria, emersa dal voto del 15 ottobre scorso, è stata sigillata ieri sera da Sebastian Kurz e Heinz-Christian Strache, che hanno annunciato l'accordo: i popolari dell'ÖEVP e la destra nazionalista del FPOE, il Partito della Libertà, sono pronti a governare. Conquistando il potere a soli 31 anni, il cancelliere più giovane d'Europa, e della storia del suo Paese, ha promesso meno tasse, il pugno duro con i migranti e un "nuovo stile" nella governance. Tutti concetti su cui è tornato ieri sera, quando ha annunciato:"C'e' l'intesa turchese-blu. Dalle urne è emersa l'indicazione di un cambiamento, e noi insieme assicureremo questo cambiamento". Questa mattina alle 8.30 il nuovo Cancelliere austriaco Kurz si è presentato dal Presidente Alexander van der Bellen, nel celebre Hofburg viennese; quindi ci sarà un incontro fra i vertici dei due partiti, e la presentazione del governo nel primo pomeriggio. E' assolutamente chiaro che Christian Strache, leader del FPOE, sarà il braccio destro di Kurz, nelle vesti di vicecancelliere. Al Ministero degli Interni andrà Herbert Kickl, ritenuto uno dei mastini del FPOE, un vero duro che imprimerà una netta accelerazione alla lotta alla criminalità, ai clandestini e alle reti criminali ad essi collegate per traffici di droga, prostituzione e armi, rafforzando molto, come già annunciato, il controllo alle frontiere austriache. Mentre Norbert Hofer, che perse le presidenziali, potrebbe diventare Ministro delle Infrastrutture. Ministro degli Esteri della legislatura uscente, Kurz è stato ritenuto da molti un modello, subito dopo la vittoria di ottobre. Il giovanissimo capo della diplomazia austriaca è riuscito a conquistare il partito dei popolari (nel logo ha inserito il suo nome e ha cambiato il colore da nero in turchese) e a sfilare la cancelleria al suo futuro alleato, che per mesi era dato in vantaggio dai sondaggi in Austria, praticamente fotocopiandone il programma politico, che infatti dopo il voto ha condotto a questa forte alleanza di governo. A maggio, quando Kurz ha preso le redini dell'ÖEVP, i consensi si sono ribaltati, e lui è risultato in testa, fino al giorno del voto. Ma la strategia vincente lo porta oggi ad allearsi con un partito di destra oltranzista, con cui tutti dovranno fare i conti in Europa. Diversamente da quanto accade in Germania, dove proprio oggi i socialdemocratici hanno detto sì ai colloqui per una riedizione della Groko, la Grosse Koalition austriaca uscente, guidata dal Cancelliere Kern, è stata rapidamente liquidata. Mentre il tavolo dei negoziati col FPOE ha avuto successo.

16 dicembre 2017
www.ilnord.it/c5450_IN_AUSTRIA_LA_DESTRA_NAZIONALISTA_VA_AL_GOVERNO_KURZ_CANCELLIERE_STRACHE_SUO_VICE_ALLINTERNO_UN_DURO_...
wheaton80
00lunedì 5 febbraio 2018 04:03
Migranti: Kurz appoggia il gruppo di Visegrad sulle quote

Il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha dichiarato che intende far assumere all'Austria una funzione di ponte tra i Paesi del "gruppo di Visegrad" e le controparti occidentali. Kurz ha affermato di essere d'accordo con gli Stati di Visegrad - Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia - sul fatto che il sistema delle quote dei migranti era inapplicabile e sulla necessità di rafforzare le frontiere esterne. Parlando in conferenza stampa al fianco del Primo Ministro ungherese Viktor Orban, Kurz ha detto che "è nel nostro interesse lavorare insieme". Orban ha dichiarato che una zona di libera circolazione senza barriere in Europa può funzionare solo con drastiche protezioni delle frontiere esterne, come la barriera che lui ha costruito. Orban ha detto:"Quello che sta accadendo oggi è che vogliono aprire le frontiere esterne e chiudere quelle interne, che è l'esatto opposto".

30 gennaio 2018
www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/rubriche/altrenews/2018/01/30/migranti-kurz-appoggia-il-gruppo-di-visegrad-sulle-quote_e4b4ee39-df19-480a-be61-2ef1879ec...
wheaton80
00martedì 27 marzo 2018 00:10
Il nuovo governo austriaco taglia le tasse e riduce il deficit dello Stato a zero (taglio costo “migranti” di 1 mld)

LONDRA - Come tutti i Paesi, anche l'Austria deve varare la sua legge finanziaria, ma il piano annunciato lo scorso mercoledì, passato sotto silenzio per ciò che riguarda "l'informazione" italiana, non è affatto una misura lacrime e sangue. Infatti, l'attuale coalizione di governo, frutto della schiacciante vittoria della destra in Austria, sta mantenendo la sua promessa elettorale di abbassare le tasse e ridurre la spesa sugli immigrati e, se questo non fosse già abbastanza positivo, il governo punta l'anno prossimo a pareggiare il bilancio dello Stato. Ma cosa prevede questa finanziaria? In una conferenza stampa, il Ministro delle Finanze Hartwig Loeger ha dichiarato che l'obiettivo del governo di quest'anno è di avere un deficit di bilancio dello 0,4% e per l'anno prossimo di un deficit pari a zero e di raggiungere tutto questo tagliando le tasse e la spesa e approfittando delle maggiori entrate dovute alla crescita economica, stimata al 3% del PIL, e dei maggiori dividendi delle imprese a partecipazione statale. Un parte importante del taglio alle spese consiste nel ridurre enormemente i sussidi per gli immigrati e per i figli dei lavoratori che vivono all'estero. In tutto, il governo austriaco pensa di risparmiare un miliardo di euro di costi amministrativi e di guadagnare 250 milioni di euro in più dai dividendi delle partecipate pubbliche. In passato, dal calcolo del deficit pubblico le spese per i rifugiati venivano escluse ma adesso questo non è più possibile e questa è una delle ragioni per cui il governo vuole tagliare i sussidi agli immigrati. Per quanto riguarda il debito pubblico il governo pensa di portarlo dal 78,1% dell'anno scorso al 74,5% quest'anno e al 70,9% nel 2019. Questa notizia, riportata da Reuters, è stata completamente censurata dalla stampa italiana perché si vuole far credere che non esistano alternative alle misure lacrime e sangue imposte dalla UE. Ovviamente non è vero e l'Austria dimostra che è possibile tagliare sprechi e tasse per rilanciare la ripresa economica e un buon inizio in Italia sarebbe quello di tagliare i 4 miliardi di euro che spendiamo ogni anno per i finti rifugiati, che servono solo per arricchire le coop. Noi abbiamo deciso di riportare questa notizia perché vogliamo che il prossimo governo prenda esempio e faccia lo stesso in Italia. Per chi fosse interessato, ecco l'articolo originale:

www.reuters.com/article/us-austria-budget/austria-announces-plan-to-balance-budget-by-next-year-idUSK...

Giuseppe de Santis
26 marzo 2018
www.ilnord.it/c5510_IL_NUOVO_GOVERNO_AUSTRIACO_TAGLIA_LE_TASSE_E_RIDUCE_IL_DEFICIT_DELLO_STATO_A_ZERO_TAGLIO_COSTO_MIGRANTI_...
wheaton80
00lunedì 11 giugno 2018 23:58
L'Austria fa la guerra all'islam: moschee chiuse, espulsi imam

L'Austria guidata da Sebastian Kurz, uno dei nuovi "alleati" di Matteo Salvini, si dimostra sempre più orientata a destra (in fondo, nella maggioranza c'è pur sempre l'FPOE di Heinz Christian Strache). E ora ha deciso di dare il via a una vera e propria guerra all'islam politico. Il giro di vite è stato annunciato dallo stesso Cancelliere austriaco. Vienna ha deciso di espellere "vari" imam e di chiudere ben 7 moschee. I predicatori che lasceranno Vienna sono tutti finanziati a vario titolo dall'estero. La decisione nasce da una inchiesta che riguarda uno scandalo che ha fatto molto discutere dalle parti austriache. Alcune foto, pubblicate dal settimanale di centro-sinistra Falter, mostravano una rievocazione storica della campagna di Gallipoli, scontro armato simbolo della potenza dell'impero Ottomano. Negli scatti si vedevano ragazzini in uniforme militare che marciavano, sventolavano bandiere e si fingevano morti con il drappo turco sui corpi. Quelle immagini erano state riprese dentro una delle più grandi moschee di Vienna, gestita dall'Unione Islamico-Turca d'Austria, una di quelle che sono legate alla comunità turca del capoluogo austriaco e alla Direzione Turca degli Affari religiosi (Diyanet). "Società parallele, l'islam politico e la radicalizzazione non hanno posto nella nostra società", ha detto Kurz senza esitazioni.

La reazione della Turchia
Sulla questione si è subito espressa anche la Turchia. Che ha definito la decisione dell'Austria "il risultato di un'ondata discriminatoria, populista, islamofoba e razzista". Ibrahim Kalin, assistente e portavoce del Presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ha attaccato Kurz sostenendo che il suo obiettivo è quello di ottenere "un dividendo politico, marginalizzando le comunità musulmane".

Salvini appoggia Kurz
Un messaggio di approvazione all'iniziativa di Vienna è arrivato invece da Matteo Salvini. "Credo nella libertà di culto, non nell'estremismo religioso. Chi usa la propria fede per mettere a rischio la sicurezza di un Paese va allontanato! Spero già la prossima settimana di incontrare il collega Ministro austriaco per confrontarci su linee d'azione", ha scritto il Ministro dell'Interno su Twitter.

Claudio Cartaldo
08/06/2018
www.ilgiornale.it/news/mondo/laustria-fa-guerra-allislam-moschee-chiuse-espulsi-imam-1538...
wheaton80
00giovedì 1 novembre 2018 03:44
L’Austria esce dal patto ONU per le migrazioni:“Limita la sovranità del nostro Paese”

L’accordo internazionale che punta a difendere i diritti dei rifugiati entrerà in vigore a dicembre. Prima di Vienna, anche USA e Ungheria si sono sfilati. Il governo Kurz:“Migrare non è un diritto fondamentale”. L’Austria annuncia il suo ritiro dal patto delle Nazioni Unite sulle migrazioni, e segue così l’esempio di Stati Uniti e Ungheria, che prima di lei sono uscite dall’accordo internazionale, in controcorrente con gli oltre 190 Paesi che l’hanno firmato. Lo ha comunicato il Cancelliere Sebastian Kurz, motivando la scelta sovranista come una reazione necessaria per respingere un vincolo ONU che “limita la sovranità del nostro Paese”. Non ci sarà, dunque, nessun rappresentante di Vienna alla conferenza dell’ONU a Marrakech, in Marocco, il 10 e 11 dicembre. Mentre all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dell’anno prossimo l’Austria si asterrà.

Cosa prevede l'accordo
Il patto per le migrazioni era stato firmato da 193 Paesi a settembre 2017 ed entrerà in vigore a dicembre con la firma prevista al summit di Marrakech. Prevede la protezione dei diritti dei rifugiati e dei migranti, indipendentemente dallo status, e combatte il traffico di esseri umani e la xenofobia. E ancora, impegna i firmatari a lavorare per porre fine alla pratica della detenzione di bambini allo scopo di determinare il loro status migratorio; limita al massimo le detenzioni dei migranti per stabilire le loro condizioni, migliora l’erogazione dell’assistenza umanitaria e di sviluppo ai Paesi più colpiti. Facilita anche il cambiamento di status dei migranti irregolari in regolari, il ricongiungimento familiare, punta a migliorare l’inclusione nel mercato del lavoro, l’accesso al sistema sanitario e all’istruzione superiore e ad una serie di agevolazioni nei Paesi di approdo, oltre che ad accogliere i migranti climatici.

Le ragioni di Vienna
Un documento di 34 pagine, per politiche in favore di chi lascia il proprio Paese che promuovano una migrazione sicura. L’Austria in un comunicato respinge tutti i criteri stabiliti da quella che è stata ribattezzata la “Dichiarazione di New York”. Kurz, che da giovanissimo Ministro degli Esteri fece il suo esordio mondiale proprio all’Assemblea Generale dell’ONU, decide così di strappare e imporre il suo giro di vite sui migranti, spinto dal suo alleato al governo, l’ultradestra dell’FPÖ, di Heinz-Christian Strache, il quale a margine dell’annuncio del ritiro ha aggiunto:“La migrazione non è e non può essere un diritto fondamentale dell’uomo”. Il governo di Vienna, in particolare, spiega che “il patto limita la sovranità nazionale, perché non distingue tra migrazione economica e ricerca di protezione umanitaria”, tra migrazione illegale e legale. “Non può essere”, continua il governo Kurz, “che qualcuno riceva lo status di rifugiato per motivi di povertà o climatici”.

“Seguiamo il loro esempio”
Il patto, in realtà, non è vincolante ai sensi del diritto internazionale, una volta firmato. Si delinea come una dichiarazione di intenti, per mettere ordine nelle politiche sulle migrazioni a livello mondiale, all’insegna della solidarietà. Per questo, la mossa di Vienna assume un valore simbolico, sull’onda delle dichiarazioni di Kurz e i suoi che vorrebbero chiudere le porte dell’Europa all’immigrazione e controllare i confini. Trascina dietro di sé le lodi di altri partiti populisti europei, uno tra tutti l’AFD tedesca, con la leader Alice Weidel che non ha tardato a twittare:“Anche la Germania non aderisca, il Global Compact apre la strada a milioni di migranti africani e legalizza l’immigrazione irregolare”.

Letizia Tortello
31/10/2018
www.lastampa.it/2018/10/31/esteri/laustria-esce-dal-patto-onu-per-le-migrazioni-limita-la-sovranit-del-nostro-paese-GbGo3HsbsGygjZ3aOjVfkJ/pag...
wheaton80
00martedì 26 febbraio 2019 23:36
Gas, perché l’Austria preferisce il gas russo a quello americano

Anche l’Austria vuole il Nord Stream 2: il Paese, infatti, ha bisogno di un approvvigionamento energetico affidabile e del gas che arriva dalla Russia, nonostante l’opposizione forte degli Stati Uniti e la preoccupazione di diversi Paesi sull’isolamento dell’Ucraina, tagliata fuori dal percorso del gasdotto. A ribadire la posizione di Vienna è stato il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz, ricevuto ieri dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. “Trump ha detto chiaramente che gli Stati Uniti sono contrari a questo progetto. Siamo consapevoli di questo. Sosteniamo il progetto perché siamo interessati ad un approvvigionamento energetico affidabile per l’Austria. Infine, c’è una sorta di accordo su questo progetto in Europa. E noi promuoveremo ulteriormente questo progetto”, ha detto Kurz in un’intervista rilasciata all’emittente austriaca ORF. “L’acquisto di gas dagli Stati Uniti non sarebbe un problema per noi. Ma finché il prezzo della Russia è migliore di quello degli Stati Uniti, la Russia è più attraente come partner su questo tema”, ha sottolineato il Cancelliere. Il gas americano viene lavorato, raffreddato per ridurre i volumi del prodotto e liquefatto per permettere lo stoccaggio e il trasporto con le navi, con costi maggiori del 20% rispetto all’export via pipeline.

Giusy Caretto
21 Febbraio 2019
energiaoltre.it/gas-perche-laustria-preferisce-il-gas-russo-a-quello-am...
wheaton80
00domenica 5 dicembre 2021 02:39
Austria, Kurz si ritira dalla politica. Schallenberg si dimette da Cancelliere


Gernot Bluemel, Sebastian Kurz e Alexander Schallenberg

L'ex Cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, ha annunciato in una breve conferenza stampa il suo ritiro dalla scena politica. "Non sono né un santo né un criminale. Dimostrerò l'infondatezza delle accuse sollevate contro la mia persona, anche se dovrò aspettare anni", ha detto il 34enne Kurz durante il discorso nel quale ha ripercorso la sua carriera, ammettendo di aver preso delle "decisioni sbagliate". "Ultimamente la fiamma dell'entusiasmo si è però abbassata", perché si è dovuto difendere da "accuse e insinuazioni", ha proseguito, lamentando di essersi sentito, assieme allo staff, a volte "la preda di una caccia". "Sostegno e rifiuto sono importanti in una democrazia liberale", ha precisato Kurz. "Ora vado a prendere mia moglie e mio figlio in ospedale", ha concluso l'ex Cancelliere. La sua comunicazione non prevedeva domande dei cronisti. Kurz, travolto dalle polemiche successive all'inchiesta sui sondaggi pilotati pagati con fondi pubblici, si era dimesso a ottobre. Era stato lo stesso 35enne a chiedere al Presidente Alexander Van der Bellen di nominare Alexander Schallenberg, Ministro degli Esteri dal 2019, al suo posto. Kurz, tuttavia, è rimasto leader del partito popolare OEVP e capogruppo in Parlamento, ruoli che secondo la stampa austriaca ha intenzione di lasciare.

Schallenberg si dimette da Cancelliere
Il Cancelliere austriaco, Alexander Schallenberg, nel pomeriggio ha annunciato che si dimetterà dal suo incarico, poiché non vuole assumere la Presidenza del Partito Popolare Conservatore (OVP), al governo con i Verdi, dopo il ritiro dalla politica dell'ex leader, Sebastian Kurz, indagato per corruzione. "Non è mia intenzione e non è mai stato il mio obiettivo assumere la leadership del Partito Popolare", ha spiegato in una nota Schallenberg, che era diventato cancelliere meno di due mesi fa. Le dimissioni saranno effettive non appena l'OVP avrà nominato un nuovo leader del partito, che secondo la stampa austriaca sarà probabilmente l'attuale Ministro degli Interni, Karl Nehammer. Anche il Ministro delle Finanze Gernot Bluemel si dimette al termine di una tumultuosa giornata in Austria, iniziata stamane con l'abbandono della politica da parte dell'ex Cancelliere Sebastian Kurz e proseguita in serata con le dimissioni del suo successore, il Cancelliere Alexander Schallenberg. Bluemel ha spiegato che le sue dimissioni sono legate all'uscita di scena di Kurz, ma anche alle minacce di morte arrivate alla sua famiglia.

02 dicembre 2021
www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ex-cancelliere-austriaco-kurz-si-ritira-dalla-politica-98b25e96-a2da-46ff-a0f8-1d48e61c78c7.html?re...
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