CARL ROGERS

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merlinoartu
00sabato 29 luglio 2006 09:43
merlinoartu
00sabato 29 luglio 2006 09:48
Il L.E.D. si ispira alla psicologia di C. Rogers.
L'Approccio Centrato sulla Persona

L’Approccio Centrato sulla Persona si colloca nella più vasta corrente di pensiero della psicologia umanistica. Tale approccio fa riferimento ad una concezione positiva dell’ uomo, considerato come unità psico-fisica che ha in sé le possibilità per un processo di crescita personale e sociale e può diventare sempre più responsabile delle proprie scelte e della propria storia. Si lavora sulla fiducia che ognuno, con punti di partenza diversi ed anche sfavorevoli, se adeguatamente sostenuto e facilitato, è in grado di apprendere dalla propria esperienza la direzione verso l’ autonomia.

La metodologia dell’approccio Centrato sulla Persona di C.Rogers
Le metodologie adottate prendono spunto dall’Approccio Centrato sulla Persona fondato nel 1979 da Carl Rogers e dai suoi collaboratori Alberto Zucconi e Charles Devonshire.

La formazione dovrà essere sempre più intesa come processo di apprendimento che conduca il soggetto ad una presa di coscienza delle proprie risorse, capacità, dei percorsi migliorativi attuabili e dell’ impiego di tali risorse in un progetto che, tendenzialmente superi il momento meramente professionale, per sfociare, tramite un processo di trasformazione e di cambiamento, in una rielaborazione della propria esperienza di vita personale e sociale.

Il progetto si avvale di una collaudata metodologia didattica derivata dalle esperienze e dalle ricerche avviate da Carl Rogers nel campo della comunicazione e della relazione interpersonale e perfezionata nel tempo da psicologi e formatori che operano nell'ambito dell'Approccio Centrato sulla Persona.



Grazie a tale metodologia si promuove la partecipazione attiva degli allievi assieme ai formatori in modo da incentivare la creazione di una comunità di apprendimento mediante:

- Piccoli gruppi di incontro facilitati (encounter group)

- Laboratori, esercitazioni, giochi di ruolo, supervisioni

- Integrazione cognitiva del vissuto esperienziale

- Riunioni operative e di condivisione delle esperienze a livello dell'intera comunità di apprendimento (community meeting)

- Monitoraggio del processo di apprendimento attraverso procedure di autovalutazione, di valutazione del gruppo e di valutazione dello staff.



Uno dei fondamenti che caratterizzano il paradigma rogersiano è l'incidenza della qualità della relazione sull'efficacia di qualunque tipo di interazione, soprattutto se legata ad un processo di apprendimento. Finalità quindi del nostro modello formativo è la creazione di una "Comunità di Apprendimento" che promuova una partecipazione globale della personalità dell'allievo sul piano cognitivo, affettivo ed emozionale, e orientata allo sviluppo ottimale delle capacità di crescita personale e professionale.

Attraverso la relazione con gli altri si concretizza il bisogno di autostima, necessaria per potersi inserire nel mondo e relazionare con le persone. In questo senso sono gli stimoli motivazionali, quelli di crescita e quelli di apprendimento, a giocare un ruolo fondamentale, anche e soprattutto in considerazione di come queste determineranno lo sviluppo del Sé e della propria realizzazione. Secondo la teoria rogersiana ci sono tre condizioni attraverso le quali qualsiasi individuo in relazione con gli altri può sperimentare se stesso e sviluppare le proprie potenzialità in autonomia e fiducia:

- Congruenza, ovvero ciò che una persona è realmente all’interno di una relazione, senza alcuna assunzione di ruoli particolari e senza dissimulazione dei sentimenti, delle emozioni e più in generale dei vissuti riferiti alla relazione, ivi compresa la possibilità di comunicarli all’interlocutore. Per fare questo è essenziale che la persona sappia ben distinguere ciò che si riferisce alla relazione e ciò che invece appartiene alla propria realtà interna, riuscendo quindi a mantenere un alto livello auto-consapoevolezza.

- Accettazione, ovvero l’accoglienza incondizionata dell’altro, così com’è senza alcun giudizio di valore sui suoi pensieri, sentimenti o comportamenti; ciò consente all’altro di esperire una sorta di corrente di rispetto e affetto e in ultima istanza di costruire, aumentare o ripristinare, a seconda dei casi, l’autoaccettazione.

- Empatia, ovvero il percepire il mondo con gli occhi dell’altro, riuscendo a comprenderne i sentimenti e le emozioni fino a vivere in un certo modo la vita dell’altro. Questo comporta rispetto, delicatezza e grande attenzione all’altro.

In definitiva fornire alle persone, anche in ambito sociale, queste tre condizioni (abilità) significa creare quel clima di facilitazione all’interno del quale è possibile che ciascun individuo metta in atto la tendenza attualizzante capace di farlo crescere.

Trovandoci in un contesto di formazione sarà bene evidenziare come la teoria di Carl Rogers definisca l’apprendimento, perché questo ci introduce negli aspetti più importanti di quell’ottica che bisogna assumere per poter affrontare l’insegnamento in modo non direttivo. Possiamo definire con semplicità due tipi di insegnamento: il cognitivo che chiama in causa solo la mente dell’individuo, l’altro che invece coinvolge tutta la personalità e che è basato sull’esperienza, ivi compresi quindi sentimenti e significati personali attribuiti a ciò che viene appreso. Il primo tipo sarebbe quello più tipico messo in atto nelle aule scolastiche, mentre il secondo è quello basilare della vita quotidiana ed è oggetto della metodologia rogersiana.

L’attributo essenziale dell’apprendimento è la significatività, ovvero esso acquista tanto più significato, tanto più va ad integrarsi con l’insieme complessivo delle esperienze e degli interessi dell’individuo. Questo tipo di apprendimento significativo comporta una partecipazione cognitiva, affettiva ed emozionale del soggetto ed è “automotivato” in quanto, pur in presenza di uno stimolo esterno, è l’interesse interno che lo attiva. Altri aspetti importanti sono da ricercarsi nell’autonomia, nell’indipendenza che l’allievo può raggiungere quando divenga realmente responsabile del proprio apprendimento, attraverso l’autocritica e l’autovalutazione, sfuggendo alle minacce delle valutazioni altrui. Secondo la teoria rogersiana l’apprendimento più utile è l’imparare ad apprendere, ovvero sapersi adattare e mutare, non credere nella certezza della conoscenza, quanto piuttosto nella ricerca di questa. Da questo principio lo scopo del formatore: facilitare l’apprendimento rendendo possibile lo sviluppo intellettuale ed umano degli allievi. Come ciò avvenga è da ricercare in parte nelle abilità didattiche del formatore, ma in modo particolare in alcune peculiarità che caratterizzano il rapporto interpersonale tra lui e l’allievo. Queste caratteristiche non sono altro che le tre condizioni sopra descritte.



Il percorso formativo è di tipo aperto e orientato allo sviluppo armonico delle competenze e delle abilità sia sul piano personale che professionale. In questo senso il corso intende dare spazio agli aspetti pratico-esperienziali avendo quale centralità il gruppo dei partecipanti.



Per promuovere la qualità della formazione nei corsi e raggiungere il suo obiettivo primario, che è quello di sviluppare negli allievi la capacità di gestire con sempre maggiore efficacia il loro ruolo professionale, è stata data particolare importanza al livello di qualificazione professionale dei docenti. Docenti, formatori, supervisori, addetti alle esercitazioni e allievi partecipano attivamente alla costruzione della comunità di apprendimento

I formatori, sin dall'inizio del processo di apprendimento, coinvolgono i partecipanti nella strutturazione e realizzazione del contratto di formazione, in modo da renderli membri attivi della comunità. Essi svolgono la loro azione specifica mediante l'ascolto empatico, la manifestazione del rispetto dell'altro e il confronto autentico con i colleghi e gli allievi.

Nel rispetto dei ruoli e delle diverse responsabilità, tutti i componenti la comunità (formatori ed allievi) sono impegnati a creare un clima che faciliti l'apprendimento, a chiarirne le finalità e gli obiettivi, a verificare il processo di realizzazione e la sua efficacia.

Il modello formativo, nonché obiettivi, contenuti e regole costituiscono il “contenitore” all’interno del quale il percorso di apprendimento si sviluppa sulla base della rispondenza ai bisogni formativi dei componenti, in un’ottica collaborativa che coinvolge allievi e docenti. Il metodo consiste in un’alternanza di esercizi, attività e riflessioni teoriche che mettono in gioco i vari ambiti d’azione della persona. Gli allievi quindi apprendono attraverso la compartecipazione diretta, il coinvolgimento in prima persona in giochi cooperativi, simulazioni, riflessioni e valutazioni, tramite anche un immediato collegamento tra la parte teorica e la prassi.



Il sistema di valutazione avrà un carattere innovativo, centrandosi principalmente, anche se non esclusivamente, su modalità di autovalutazione (valutazione di sé come momento ulteriore di crescita, consapevolezza e apprendimento). L’autovalutazione risulta essere sempre un momento altamente formativo in quanto l’allievo può analizzare il proprio cammino di crescita e rivedere le proprie motivazioni.



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