La CIA non si è mai fatta troppi scrupoli nemmeno di fronte al mondo religioso.
Nel suo saggio intitolato "In nome di Dio", David Yallop riporta nei dettagli le diverse prove a favore dell'ipotesi che vedrebbe coinvolte nella morte di Papa Giovanni I (Albino Luciani) varie organizzazioni legate alla CIA (la Loggia Massonica P2, il Banco Ambrosiano e l'Istituto per le Opere Religiose) e alcuni suoi agenti infiltrati in Vaticano (in particolare il Cardinale statunitense Paul Marcinkus).
Giovanni Paolo I, che disapprovava nella maniera più assoluta i nessi finanziari esistenti tra Vaticano e la banca italiana affiliata alla CIA, il Banco Ambrosiano, intendeva non solo rompere al più presto quei legami consolidati da Paolo VI, ma rivelare addirittura i diversi episodi di corruzione che avevano coinvolto le finanze vaticane, chiedendo pubblicamente perdono a nome di tutta la Chiesa.
Morì prima di riuscire a compiere quest'opera di epurazione della Curia romana.
Il suo tentativo di strappare Roma all'influenza delle organizzazioni legate alla CIA si sarebbe difatti concluso con il suo avvelenamento.
Con Giovanni Paolo II, da sempre anticomunista convinto, il Vaticano non solo si sarebbe prestato(1) a tenere segreti gli episodi di corruzione che Giovanni Paolo I avrebbe di lì a poco reso pubblici, ma avrebbe inoltre rinsaldato i propri legami con la CIA.
Più in particolare, negli anni Ottanta Papa Wojtyla avrebbe permesso alla CIA di far pervenire fondi al sindacato Solidarnosc(il Partito che votava mia nonna Nd9II) tramite diversi organismi vicini al Vaticano; il sindacato in questione organizzava all'epoca, nella città di Gdansk (l'ex corridoio di Danzica), una rivolta contro il regime comunista polacco.
Per la CIA la Polonia rivestiva un ruolo strategico perchè avrebbe potuto contribuire ad anticipare la caduta del regime comunista dell'Urss.
Nel libro "Victory. The Reagan's Administration's Secret Strategy That Hastened the Collapse of Soviet Union", Peter Schweizer ricostruisce perfettamente l'intera vicenda, facendo notare come la presunta sconfitta del comunismo dovuta al duetto Reagan-Bush, fonte di indicibile euforia nel paese, fosse in realtà opera di una sistematica strategia elaborata dalla CIA, nonché di numerosi sforzi.
Qualcosa di molto diverso, dunque, dalla versione ufficiale divulgata dal governo degli Stati Uniti, che molto insisteva sull'incompetenza del regime sovietico e si guardava bene, ovviamente, di nominare la CIA.
Mi sembra importante sottolineare che la collaborazione tra il Vaticano e la CIA per finanziare Solidarnosc ebbe inizio - e forse non per un puro caso - in seguito al fallito attentato a Papa Giovanni Paolo II nel maggio del 1981, che i media attribuirono ai servizi segreti bulgari e al KGB.
In realtà sarebbe andata in tutt'altro modo: come ben dimostra Edward Herman in "The Rise and Fall of the Bulgarian Connection", i presunti legami tra la Bulgaria, il KGB e Alì Atcha sarebbero stati frutto di una mera invenzione della Central Intelligence Agency.
Non si è mai riusciti a provare in maniera schiacciante che dietro ci fosse lo zampino dell'Agenzia (sarebbe stato uno scandalo di risonanza mondiale)(2), ma se invece fosse andata proprio così avremmo un chiarissimo esempio del classico "doppio vantaggio" che la CIA in genere ricava dalle sue infinite attività criminali: quello di commettere un crimine a scopi politici effettuando al tempo stesso sui media una vera e propria azione di propaganda, mirante a incolpare il proprio nemico. A volte c'è persino un "terzo vantaggio": ci si guadagna del denaro.
Ancora più inquietante delle sue azioni appare però il grado di controllo che la CIA riesce ad esercitare sui mezzi di informazione.
Nell'articolo intitolato "CNN: The Covered News Network", il giornalista Greg Bishop dichiara quanto segue:
-In un articolo apparso nel 1977 su Rolling
Stone, Carl Bernstein, vincitore del Premio
Pulitzer (insieme a Bob Woodward) per aver
svelato il caso Watergate, ha riprodotto una
lista, editori e direttori di giornali o di
canali televisivi che avevano sostanzialmente
"smerciato" propaganda per conto della CIA
fin dagli Anni 50. La lista includeva le
riviste Life e Time e anche il nome di Arthur
Sulzeberger.
Nel caso in cui il nome Sulzeberger non dovesse dire niente al lettore, basterà ricordare che è la massima autorità, nonché l'unico responsabile, della linea editoriale del quotidiano indipendente (solo in apparenza)
New York Times(che è di Ruperth Murdoch).
Se già nel 1977 la CIA era riuscita a infiltrare nel mondo dell'informazione 400 militanti sotto le varie vesti di giornalisti, editori e direttori, quanti potrà averne oggi?
Forse ora ci risulterà più chiaro quello che accaduto negli anni Novanta in America Latina, quando un amico dell'ex direttore della CIA George Bush, Tom Hicks, iniziò a investire grosse somme per aggiudicarsi varie stazioni radio, canali televisivi e satellitari, cifre comunque ridicole, da "mercato all'ingrosso", rispetto al guadagno che tutto questo avrebbe fruttato.
Abbiamo forse la CIA direttamente in ogni casa ogni volta che accendiamo la Tv??
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1-vedere anche il sito
www.angelfire.com/ca3/jphuck/rightframe.html
2-L'attentato ebbe luogo solo tre settimane dopo l'incontro fra Bill Casey, il direttore della CIA, e Monsignor Agostino Casarolli: durante questo incontro Casey aveva espressamente chiesto il sostegno del Vaticano nella lotta al comunismo nell'Unione Sovietica e nei paesi dell'Europa dell'Est a essa alleati.
All'inizio Casarolli si era dimostrato un pò sfuggente, dando a intendere che il Papa non era del tutto convinto di questa faccenda.
L'attentato avrebbe contribuito a fargli cambiare idea.
Molti autori esprimono forti dubbi sul fatto che lo scopo dell'attentato fosse quello di uccidere Giovanni Paolo II, sostenendo che in realtà lo si volesse solamente ferire.
Atcha è un esperto tiratore: non ha mirato agli organi, ma all'addome, e questo nonostante si trovasse a pochissimi metri di distanza dal Papa al momento dello sparo.
Il processo che ne seguì avrebbe dimostrato che i servizi segreti bulgari non c'entravano in alcun modo nell'attentato.
Inizialmente la stampa aveva ampiamente accreditato la tesi del coinvolgimento della Bulgaria e di un'eventuale partecipazione del KGB, ma questo non ebbe alcuna ripercussione sulla sentenza finale della giuria, che si espresse infatti in senso contrario.
nota: i grandi mezzi d'informazione non dettano solo la propria linea, bensì impongono la propria linea a tutti i media di più scarsa diffusione.