COUNSELING

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merlinoartu
00giovedì 24 agosto 2006 09:34
Counseling

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il termine counseling (o counselling nella sua forma inglese) deriva dal verbo latino consulo-ere nella sua accezione etimologica di "venire in aiuto, avere cura". Altri invece lo fanno derivare dal verbo latino consulto-are sempre con la medesima accezione etimologica. E' importante non procedere ad effettuare la traduzione del termine counseling con consulenza. In italiano, infatti, il consulente è "un esperto -o perito- capace di dare una soluzione ad un quesito di ordine rigorosamente tecnico". Il counselor, invece, può essere definito come "la figura professionale che attraverso le proprie conoscenze e competenze è in grado di favorire la soluzione ad un quesito che crea disagio esistenziale e/o relazionale ad un individuo o un gruppo di individui" (S.I.Co. -Società Italiana di Counseling).

A sostegno di quanto sopra riportato si ricorda come la pratica del counseling vieti da un punto di vista etico il "dare consigli" piuttosto che il "dare pareri" ovvero l'attività tipica del consulente.

Il counseling è un intervento professionale orientato alla prevenzione del disagio individuale e sociale. Si occupa di problemi specifici come prendere decisioni, sviluppare la conoscenza di sé, migliorare il proprio modo di relazionarsi agli altri.

Il counseling ritiene che ogni individuo sia autonomo e il suo intervento è mirato ad incentivare il concetto di responsabilità individuale. Per questo il counselor ha nei confronti del proprio cliente un atteggiamento attivo, propositivo e stimolante le capacità di scelta.

Il counseling si configura dunque come un intervento di tipo psicopedagogico, e non psicologico in senso stretto. Non è dunque una prerogativa dello Psicologo. Se a sostegno di ciò non bastasse la letteratura esistente in merito, è possibile ricorrere alla giurisprudenza italiana nonché ad autorevoli pareri espressi in proposito.

Attualmente in counseling in Italia non è una professione regolamentata. Lo Stato non definisce cioé quali siano i criteri minimi per esercitarla e non ne regolamenta l'accesso. Cosa che invece accade con le così dette professioni regolamentate (Medico, Ingegnere, Architetto, Psicologo, etc.) dove lo Stato definisce un percorso ben preciso (solitamente laurea, poi tirocinio o praticantato, esame di Stato e, infine, accesso ad un Albo professionale) finalizzato all'esercizio della professione.

Indice
1 Chi è il "counselor"
1.1 Il "counselor" non va confuso con...
1.2 Cosa non fa il "counselor"
2 Ambiti e modalità di intervento
3 Il counseling come competenza
4 Formazione
5 Requisiti per esercitare la professione
5.1 Requisiti formali
5.2 Requisiti sostanziali
6 Cenni storici
6.1 Il movimento di orientamento
6.2 Il movimento psicoterapeutico
6.3 Movimenti orientati alla cura della Salute
6.4 In Italia
7 Collegamenti esterni
8 Bibliografia

merlinoartu
00giovedì 24 agosto 2006 09:39
Chi è il "counselor"
Il counselor è quel professionista che eroga la prestazione di counseling. Il counselor è adeguatamente formato alla gestione della relazione con interlocutori che manifestano situazioni di disagio (emotivo, esistenziale, etc.)


Il "counselor" non va confuso con...
lo Psicologo, alla cui figura spetta, per Legge, quanto definito dall'art. 1 della L. 56/89 (Ordinamento della Professione di Psicologo)
lo Psicoterapeuta, poiché la Psicoterapia è attualmente in Italia una specializzazione post lauream riservata agli Psicologi e ai Medici
lo Psicoanalista, figura non regolamentata in Italia (come il counselor), ma la cui formazione è totalmente diversa da quella in counseling
lo Psichiatra, poiché la Psichiatria è una specializzazione post lauream riservata ai laureati in Medicina e Chirurgia
eventuali altri esperti e/o periti nelle materie più disparate che utilizzano il termine counseling mutuandolo dal vocabolario inglese (ovvero attribuendogli il significato di consulenza)

Cosa non fa il "counselor"
non fa terapia
non fa psicoterapia
non opera "cure" di alcun genere
non somministra farmaci
non fa consulenza psicologica

Ambiti e modalità di intervento
Se consideriamo il counselor come "il professionista che favorisce lo sviluppo e l'utilizzazione delle potenzialità già insite nel cliente, aiutandolo a superare quei problemi di personalità che gli impediscono di esprimersi pienamente e liberamente nel mondo" possiamo dire che è possibile operare il counseling in qualunque contesto.

Avremo dunque:

counseling individuale, di coppia, familiare, di gruppo
counseling scolastico
counseling aziendale (piccole, medie e grandi industrie, o in ogni caso unità lavorative strutturate)
counseling sessuologico (relativo alla coppia e alle varie tendenze sessuali o alle violenze e agli abusi sessuali)
counseling per persone in stato avanzato di malattia (AIDS, cancro, etc.)
E' quindi possibile operare in diversi ambiti:

comunitario (scolastico, religioso, interculturale, etc.)
lavorativo (aziendale, socio-lavorativo, etc.)
socio-sanitario (artistico, filosofico, esistenziale, sociale, sportivo, etc.)

Il counseling come competenza
Se pensiamo al counseling non come professione, ma come bagaglio di competenze acquisite attraverso specifici percorsi di formazione, è possibile estendere tali competenze ad altre figure professionali.

Ad esempio:

counseling psicologico (esercitato da Psicologi con competenze specifiche in counseling)
counseling medico (esercitato da Medici con competenze specifiche in counseling)
Inoltre ci troviamo sovente di fronte a molte figure professionali che intendono arricchire il loro bagaglio di competenze con abilità specifiche nel campo della gestione della relazione. Come, ad esempio: insegnanti, manager, assistenti sociali, imprenditori, educatori, etc.


Formazione
Esistono in Italia numerose scuole di formazione che preparano i futuri counselor alla professione. Generalmente sono scuole che erogano formazione superiore in Psicologia. Mediamente la durata dei corsi di formazione è di circa tre anni per una durata che si aggira intorno alle 500 ore.

A dette scuole si accede solitamente con il diploma di scuola media superiore. Questa scelta, da alcuni fortemente contestata (alcuni vorrebbero infatti che il diploma di laurea fosse il requisito minimo per l'accesso) è dettata semplicemente dalla necessità di allinearsi alle ultime direttive europee in tema di formazione professionale. L'Europa infatti chiede che percorsi professionalizzanti siano immediatamente fruibili da parte degli allievi post diploma, affinché il "sistema-formazione" riesca ad immettere sul mercato del lavoro individui che non siano già obsoleti da un punto di vista professionale. Da sottolineare che la medesima logica è stata seguita dalla riforma universitaria con l'istituzione del triennio formativo (laurea triennale).

Il counseling, come altre discipline, mutua le proprie tecniche di intervento dai grandi modelli della psicologia (orientamento psicoanalitico, sistemico-familiare, fenomenologico-esistenziale, cognitivo-comportamentale, etc.).

La formazione del counselor consta dunque di:

una parte dedicata alla formazione teorica in relazione al proprio modello di riferimento
una parte dedicata all'apprendimento delle tecniche di intervento (sempre in relazione al proprio modello di riferimento)
una parte dedicata alla formazione pratica (simulate, role-playing, etc.)
una parte dedicata alla formazione personale (training individuale e/o di gruppo)
una parte dedicata alla supervisione del proprio lavoro
Generalmente, alla fine del percorso formativo, dopo aver sostenuto uno o più esami, si riceve un documento della scuola che attesti l'aver frequentato il corso (diploma, certificato, attestato, etc.). Tale documentazione ha carattere esclusivamente privatistico, non è cioé assimilabile ad un titolo pubblico (come ad esempio una laurea o un diploma).


Requisiti per esercitare la professione

Requisiti formali
Come già detto il counseling non è una professione regolamentata, pertanto lo Stato non richiede di possedere requisiti particolari per poterla esercitare.

Da un punto di vista formale, chi intende effettuare la libera professione, è tenuto all'apertura di una posizione IVA, ad emettere ai propri clienti una fattura maggiorata dell'IVA e ad effettuare i consueti versamenti previdenziali. Poiché il counseling non ha un Albo di riferimento (e dunque una Cassa di Previdenza), detti contributi vengono versati genericamente all'INPS.


Requisiti sostanziali
Da un punto di vista sostanziale, invece, per esercitare il counseling è necessario aver esperito una adeguata formazione sia teorica che pratica. E' inoltre opportuno che il counselor esperisca le teorizzazioni attraverso un training personale, individuale e/o di gruppo, per evitare di esercitare un counseling "sulla base dei propri più o meno rigidi pregiudizi" (Rollo May). Detto training dovrebbe cioé far superare al counselor quella tendenza dell'Io definita etnocentrismo ovvero la tendenza ad utilizzare la propria cultura come paragone per le altre.


Cenni storici
Il counseling propriamente detto nasce negli Stati Uniti intorno agli anni '50 quanto l'APA dà vita alla “Division of Counseling Psychology”. In quegli stessi anni nasce l'“American Association of Counseling and Development”.

Tuttavia lo sviluppo del counseling negli USA è stato influenzato da varie correnti anche di molti anni antecedenti la sua nascita ufficiale:

movimento di orientamento
movimento psicoterapeutico
movimenti orientati alla cura della salute olistica

Il movimento di orientamento
Il movimento di orientamento e guida professionale fu un tentativo di migliorare la scelta professionale di chi terminava le scuole superiori. Il primo programma fu variato negli USA nel 1885 ed ebbe un tale successo che stimolò una serie di sforzi legislativi che incoraggiarono e promossero il movimento stesso. Di fatto tali cambiamenti normativi fornirono un supporto diretto alla pratica dell’orientamento.

Fin dal 1917 si svilupparono test di abilità mentale per valutare l’idoneità dei soldati impegnato nella prima guerra mondiale. Più tardi, nel 1920, iniziarono a circolare i primi test attitudinali volti a misurare i reali interessi professionali.

Nei primi anni ’50 si assistette al tentativo di spiegare i processi di sviluppo e di gestione della carriera e le modalità con cui gli individui prendevano una certa direzione piuttosto che un’altra. Il passo fu breve: si arrivò a studiare i meccanismi decisionali: perché un individuo compie la scelta che compie.


Il movimento psicoterapeutico
E' grazie allo sviluppo delle teorie della personlità promosse dalla ricerca psicoterapeutica –soprattutto psicoanalitica, che il counseling inizia a diventare un intervento per i problemi personali e sociali. Questo avveniva negli anni ’20. Ma è intorno agli anni ’50, grazie ad autori come Carl Rogerse e Rollo May, che il counseling prende forza. Complice ne è lo sviluppo della psicoterapia ad orientamento umanistico. Intorno a quegli anni, infatti, le teorie e le metodologie applicate in campo psicoterapeutico, facevano riferimento principalmente al modello psicoanalitico e a quello comportamentista.

Molti studiosi tuttavia cominciarono a pensare che tali paradigmi non potessero essere esaustivi. Rimasero affascinati da alcuni temi cari al movimento esistenzialista: la libertà di scelta dell’individuo, l’importanza del dialogo io-tu (dialogico), l’impegno dell’individuo, la responsabilità.

Tali tematiche vennero sviluppate sia in un contesto culturale diverso (la psicologia) che in un contesto sociale (l’America degli anni ’50). Questa corrente di pensiero si organizza formalmente solo nel 1962 con la nascita del movimento di psicologia umanistico esistenziale.


Movimenti orientati alla cura della Salute
Nel 1963 una legge sancì il principio e la necessità di riorganizzare terriorialmente i servizi psichiatrici. La finalità risiedeva nel prevenire i problemi psicologici non solo negli ospedali, ma anche nei centri di igiene mentale delle piccole comunità da poco costituiti.

Tali centri (paragonabili ai nostri quartieri piuttosto che circoli ricreativi) avevano la piena accessibilità da parte dei residenti in una certa zona ed offrivano contestualmente una serie di servizi.

Il vantaggio principale era quello di poter essere accolti e sostenuti all’interno della propria comunità, ma soprattutto quello di sottolineare l’importanza della prevenzione.

Su quali assunti si basava tale legge:

prevenire è meglio che curare;
i fattori ambientali influenzano il comportamento per cui un intervento a livello comunitario può aiutare sia il comportamento del singolo che la società nel suo complesso;
i problemi di salute mentale diventano evidenti in relazione a stress sociali (povertà, razzismo, etc.)
Il cambiamento di lì a poco sarebbe stato epocale: si stava passando da un modello centrato sulla malattia ad un modello orientato alla salute dell’individuo.

Ma è negli anni ’70 che inizia a svilupparsi e a diffondersi la così detta “psicologia del benessere” alla cui base vi è una concezione sostanzialmente positiva dell’essere umano. Una concezione di tipo evolutivo.

Il concetto di “crisi” perde quel suo aspetto negativo e si focalizza maggiormente sul concetto di “transizione”: ovvero alternativa possibile e occasione di cambiamento.

A tutt’oggi l’obiettivo della psicologia della salute è quello di migliorare la qualità della vita nonché di accrescere la competenza della società in relazione alla salute.


In Italia
Il Italia potremo provare a rintracciare le origini del counseling nella storia dell’assistenza sociale che ebbe inizio intorno agli anni ’20. Tuttavia le iniziative assistenziali in Italia (formalmente costituitesi nel 1929) avevano un carattere prettamente filantropico e volontario. Nacquero le prime scuole-convitto, esclusivamente femminili, per assisstenti sociali. Tale formazione professionale era esclusivamente rivolta ai lavoratori dell’industria e delle fabbriche in genere.

Dopo il crollo del regime fascista, a partire dagli anni ’50, iniziarono a svilupparsi nuove scuole aperte anche diplomati di sesso maschile. Solo negli anni ’60, grazie ad impulsi provenienti dalla Francia, iniziò a formarsi il concetto di prevenzione.

Intorno agli anni ’70 alcune scuole di formazione in psicoterapia iniziano a formare figure professionali orientate alla relazione e centrate sull’individuo, pur tuttavia non avendo ancora una definizione di competenza. E’ solo a partire dagli anni ’90 che la definizione di “counselor” inizia ad essere utilizzata.

Lo sviluppo della professione, invece, parte dai primi anni ’90 quando iniziano a strutturarsi le prime associazioni di Counseling con l'intento di regolamentare l'esercizio della professione. Il 18 maggio 2000 il CNEL -Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, inserisce il Counseling tra le professioni così dette non regolamentate (al pari degli Informatici, dei Bibliotecari, dei Fiscalisti, etc.).

Attualmente il Counseling è in attesa di conoscere quali saranno gli sviluppi futuri legati alla riforma delle professioni intellettuali (riforma che, appunto, interessa anche il Counseling).


Collegamenti esterni
S.I.Co. - Società Italiana di Counseling
F.A.I.P. - Federazione delle Associazioni Italiane di Psicoterapia - Divisione di Counseling
C.N.C.P. - Confederazione Nazionale Counselor Professionisti
REICO - Registro italiano dei counselor

Bibliografia
Binetti, P.; Bruni, R. (2004) Il counseling in una prospettiva multimodale, MaGi
Cappelletti, C.; Stranieri S. (1999) Il Counseling Professionale, Il Veltro
Carkhuff, R. (1987) L'arte di aiutare, Erickson
Cian, L. (1993) La relazione d'aiuto. Introduzione al counseling, LDC
Danon, M. (2000) Counseling. Una nuova professione d'aiuto, RED
Di Fabio, Anna M. (2003) Counseling e relazione d'aiuto, Giunti
Geldard, K.; Geldard, David (2004) Parlami, ti ascolto. Le abilità di counseling nella vita quotidiana, Erickson
Hough, M. (1999) Abilità di Counseling, Erickson
May, R. (1991) L'arte del counseling, Astrolabio-Ubaldini
Mucchielli, R. (1987) Apprendere il counseling. Manuale pratico di autoformazione al colloquio di aiuto, Erickson
Nanetti, F. (2003) Il counseling: modelli a confronto, Quattroventi
Rogers, C. (1971) La terapia centrata sul cliente, Martinelli
Van Kaam, A. (1985) Il counseling. Una moderna terapia esistenziale, Città Nuova
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Counseling"
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