Chiesa ed ebrei ecumenismo

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LiviaGloria
00giovedì 15 gennaio 2009 22:28
www.papanews.it/news.asp?IdNews=11166


Ennesimo attacco degli ebrei: “Con Ratzinger cancellati 50 anni di dialogo con i cristiani”

CITTA’ DEL VATICANO - Con le recenti dichiarazioni di Benedetto XVI sull'impossibilità di un dialogo interreligioso, "è evidente che stiamo andando verso la cancellazione degli ultimi cinquant'anni di storia della Chiesa", secondo il rabbino capo di Venezia Elia Enrico Richetti. "L'assemblea dei rabbini d'Italia ha comunicato che, almeno per quest'anno, non vi sarà collaborazione fra le Comunità ebraiche d'Italia e le istituzioni cattoliche per la celebrazione della Giornata dell'ebraismo (17 gennaio)", ricorda Richetti in un commento pubblicato dalla rivista gesuita 'Popoli'. "E' la logica conseguenza di un momento particolare che sta vivendo il dialogo interconfessionale oggi, momento i cui segni hanno cominciato a manifestarsi quando il Papa, liberalizzando la messa in latino, ha indicato nel Messale tridentino il modulo da seguire. In quella formulazione, nelle preghiere del Venerdì Santo è contenuta una preghiera che auspica la conversione degli ebrei alla 'verità' della Chiesa e alla fede nel ruolo salvifico di Gesù. A onor del vero, quella preghiera, che nella prima formulazione definiva gli ebrei 'perfidi', ossia 'fuori dalla fede' e ciechi, era già stata 'saltata' (ma mai abolita) da Giovanni XXIII. Benedetto XVI l'ha espurgata dai termini più offensivi e l'ha reintrodotta". "I mesi successivi sono stati caratterizzati da un susseguirsi di contatti, incontri e mediazioni con diversi esponenti, anche ad alto livello, del mondo ecclesiastico, alcuni dei quali si sono dimostrati sinceramente preoccupati per il futuro di un dialogo che stava procedendo in maniera fruttuosa e che registrava un allargarsi del senso di rispetto e di pari dignità delle fedi", prosegue il rabbino capo di Venezia. "Purtroppo, i risultati si sono dimostrati deludenti". Le risposte fornite nel corso dei mesi dal Vaticano "non hanno affatto accontentato il Rabbinato italiano. Se io ritengo, sia pure in chiave escatologica, che il mio vicino debba diventare come me per essere degno di salvezza, non rispetto la sua identità", spiega il rabbino. "Non si tratta, quindi, di ipersensibilità: si tratta del più banale senso del rispetto dovuto all'altro come creatura di Dio. Se a ciò - prosegue Richetti - aggiungiamo le più recenti prese di posizione del Papa in merito al dialogo, definito inutile perché in ogni caso va testimoniata la superiorità della fede cristiana, è evidente che stiamo andando verso la cancellazione degli ultimi cinquant'anni di storia della Chiesa. In quest'ottica, l'interruzione della collaborazione tra ebraismo italiano e Chiesa è la logica conseguenza del pensiero ecclesiastico espresso dalla sua somma autorità".
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