Cinquanta leader religiosi degli Stati Uniti si uniscono in una Coalizione Religiosa per il Matrimonio
Il Senato degli USA voterà entro un mese un emendamento costituzionale per difendere la famiglia dagli attacchi che continuamente vengono prodotti contro di lei, sopratutto da parte della lobby gay, ma anche da parte di sette religiose che sostengono la poligamia e che vogliono approfittare della crisi culturale che travaglia l'Occidente. Sedici vescovi (di cui sette cardinali), leader di sette denominazioni protestanti, ortodossi, ebrei e mormoni si sono uniti in questa iniziativa senza precedenti.
"La Coalizione Religiosa per il Matrimonio è un comitato interreligioso ad hoc ed è composto da vari leader religiosi che condividono la preocupazione comune sul futuro del matrimonio nella nostra Nazione" visto che questo istituto "è sotto attacco come mai prima". Così comincia la dichiarazione sulla missione della Coalizione. In essa si afferma che "questa cooperazione senza precedenti tra leaders del più alto livellodi molte delle comunità religiose più grandi d'America si deve all'importanza della posta in gioco. La diversità della Coalizione riflette l'universalità dell'istituo del matrimonio, che non è una creazione di qualche religione, ma un'opera di Dio. Per questo nessuna comunità religiosa o politica lo può ridefinire.
Gli Stati Uniti stanno vivendo un momento critico per l'intenzione di alcuni gruppi di pressione di ridefinire il matrimonio. Vari Stati hanno introdotto emendamenti nelle rispettive costituzioni per difendersi dagli attacchi delle lobby gay, ma ci sono varie cause in corso nei tribunali dei vari Stati. Secondo un documento interno del Partito Repubblicano, basterebbe che in un solo caso i giudici dessero ragione alle lobbies gay che si avrebbe un effetto a cascata di carattere legale, per cui si potrebbero avere 50 definizioni di matrimonio, tante come gli Stati dell'Unione. Per questo motivo, è stato proposto un emendamento costituzionale per definire il matrimonio come unione tra un uomo e una donna, ciò che i Padri della Costituzione davano per sottinteso.
Il primo passo è una votazione al Senato il prossimo 6 giugno. Perchè il processo continui è necessaria una maggioranza di due terzi dei votanti, sarà possibile se non ci saranno diserzioni tra i repubblicani e se - come è possibile -qualche democratico voti a favore.
La Coalizione Religiosa per il Matrimonio eserciterà un intenso lavoro di appoggio a questa iniziativa. Il punto di riferimento di questa campagna è il sito web
www.rcm.org , nella quale si fornisce materiale per sacerdoti, pastori, rabbini e laici di tutte le confessioni. Da questa pagina web si può scrivere ai senatori perchè votino a favore dell'emendamento costituzionale.
I cinquanta leaders religiosi hanno firmato anche una "Carta di Difesa del Matrimonio", che è esposta nel web. Tra i firmatari figurano 16 vescovi, tra i quali sette sono cardinali.
Il Cardinale Arcivescovo di Filadelfia, monsignor Justin Rigali, ha detto questa settimana in una conferenza stampa che "la Chiesa richiede che i vescovi insegnino principi generali e preferisce lasciare ai laici lo sviluppo di linee politiche specifiche. Questo è un momento critico negli Stati Uniti. L'unica maniera di evitare danni difficilmente riparabili all'istituzione del matrimonio è l'approvazione dell'emendamento costituzionale".