Come farsi una ragione del mondo, a giudizio di Romano Amodeo

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amoram
00giovedì 23 luglio 2009 16:22
E non a partire dai "secondo me" ma da quanto è saputo vero dalla scienza.
Da sempre la Filosofia ha cercato una ragione del mondo e di andare ad identificare la sua fondamentale essenza.
La Filosofia di tre Maestri (Senofane, Parmenide e Zenone) venuti da Oriente, dalla Grecia in Magna Graecia e ad Elea (alle pendici del Monte Stella, nel Cilento-Terra già dei Miti degli Argonauti, con Giasone, Ercole e il Vello d'oro, e le Sirene, Ulisse e Palinuro) vi attuò nel V secolo avanti Cristo un evento che possiamo con ogni ragione definire come l' "Epifania divina" dello Spirito santo della Verità del Dio Jahve IO SONO. Infatti i tre filosofi, come i tre Re Magi della nascita del divino Figlio, venuti da Oriente fino ai piedi della Stella, resero manifesto, con un clamore che fissò le basi dello stesso pensiero filosofico, che "il fondamento di tutte le cose stava nell'ESSERE". I quell'ESSERE che era già impersonato dal Dio Jahve-IO SONO, nella Religione Ebraica.
Nello stesso periodo, a Crotone, anche il pensiero del Greco Pitagora caratterizzava questo ESSERE filosofico-religioso nell'essenza del NUMERO, teorizzandolo nella famosa Scuola Italica che vi era sorta.

Dopo 25 secoli, in cui la filosofia prese altre vie, maggiormente influenzata dalla Verità del DIVENIRE teorizzato in Grecia da Eraclito, nel 1998 sorse a Saronno la "Nuova Scuola Italica", che rifondò la Scuola Italica di Pitagora, alla luce dell'ESSERE FONDAMENTALE sostenuto ad Elea, ritenendolo ASSOLUTO e DIVINO in quanto "trascendente" la realtà concreta del divenire, e presente come la forza suprema che stava alla base della RELATIVITA' GENERALE affermata da Einstein.

Per l'Epifania resa manifesta a Saronno nella N.S.I., l'ESSERE ASSOLUTO, esattamente come affermava Pitagora, si esprimeva nella nostra realtà relativa con il NUMERO espresso dalla POTENZA di N elevato a ZERO. In questa potenza, la base N era proprio "il numero", espressione di ogni possibile numero, purché diverso da zero.
L'Epifania di N^0 celebrò il pensiero del fondatore della N.S.I.: Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO, nato nello stesso Cilento e sotto la stessa Stella di quel Monte Stella in cui sia sua madre, sia sua nonna, avevano avuto le basi assolute della loro educazione, a Lustra di Monte stella, quasi alla "luce" di quella Stella. Con la POTENZA N^0, R.A. diede il NUMERO a quell'ASSOLUTA POTENZA che trascendeva la realtà essendone la forza DIVINA.
Questo pensiero filosofico fu chiamato da R.A.: "Filosofia della Perfezione, o Perfezionismo".
Ciò in considerazione del fatto che l'ASSOLUTO non può che essere PERFETTO, e che - essendo esso la causa ATTUALE che tuttora mette tutto IN ATTO - esso dà atto al mondo reale come alla manifestazione perfetta offerta dalla sua TOTALE PERFEZIONE.
Per R.A. l'ASSOLUTO è indeterminato in se stesso, ma si determina realmente in un TUTTO che è riconducibile al POTENZIALE ZERO, nella sua interazione.
Questa interazione avviene tra PARTI precedentemente DIVISE, nel potenziale di -1 e +1, evidente nel prodotto delle potenze N^-1 x N^+1, uguale a N^0.
In tal modo l'ASSOLUTO NUMERO N^0 si determina nella RELAZIONE tra le due reali potenze N^-1 e N^+1.

Per la N.S.I. la RELATIVITA' GENERALE riconosciuta da Einstein come il prodotto tra la massa M e il quadrato della velocità assoluta C^2, rivela il prodotto tra l'ammassamento totale della luce nella massa e l'espansione totale della massa nella luce come l'evidente azione dell'ASSOLUTO,che si presenta nella forma dell'energia.
Anche nella fisica esiste il nome "POTENZA", ed è uguale all'Energia che agisce nell'unità del tempo. Chiamando W la Potenza ed E l'Energia, W = Et, ove t esprime l'unità del tempo, individuato dalla Fisica nel "minuto secondo".
Pertanto, secondo R.A., la Relatività Generale che riconosce E = M C^2 si riconduce dimensionalmente a "W s^-1 = M (C^2) = M (m^2 s^-2) e dunque a W = M m^2 s^-1, nella durata unitaria di s^+1.
Pertanto, con W = N^0, la Relatività Generale espressa nella POTENZA, quantificava il modo reale con cui la massa M di un piano m^2 si muoveva, fluendo unitariamente in modo lineare e unitario nello spazio, per ogni unità del tempo equivalente (come sosteneva Einstein) a spazio-tempo.
Pertanto R.A. e la Nuova Scuola Italica di Filosofia, sceglieva di muoversi nell'Epistemologia, ossia nella Filosofia della Scienza.

Essendo alla base di tutta la Realtà Relativa il rapporto tra l'ammassamento totale e l'espansione totale della luce, la stessa Scienza Fisica riconosceva, alla base della RELATIVITA' GENERALE, la POTENZA ASSOLUTA W=N^0.
Nel mondo relativo questa potenza assoluta opera come un ASSOLUTO PRINCIPIO di differenziazione in valori opposti.
La prima CONTRAPPOSIZIONE si configura essere quella la cui forma assume SPAZIO e TEMPO come le entità uguali e opposte.
Se infatti "il NUMERO", ossia OGNI NUMERO, si divide per un altro numero N, dà luogo al TEMPO ENNESIMO. Per ritornare all'unità di N, così diviso nello SPAZIO di N parti, occorre moltiplicare il tempo ennesimo per le N parti.
Differenziando come A e B il dividendo A e il divisore B, con A/B x B = A si accerta come B sia TEMPO quando esprime il divisore e sia invece SPAZIO quando esprime il prodotto. Pertanto TEMPO e SPAZIO sono solo concetti diversi attribuiti allo stesso numero B, a seconda che esso divida o moltiplichi.
Riferendo tutto all'unità, tutti i numeri più piccoli di 1 esprimono TEMPI dell'unità e tutti i numeri maggiori di 1 esprimono SPAZI dell'unità.

In presenza del complesso -1 +1 derivato dall'attuazione relativa operata dall'ASSOLUTO potenziale 0, tutto lo SPAZIO-TEMPO è dato allora dal numero 2 che quantifica la base unitaria della realtà relativa.
2 è sia spazio, sia tempo. La differenza operativa tra i due enti qualitativi è che il tempo è lineare, perché è UNA PARTE di 1. Lo spazio, invece, essendo maggiore di 1 intero, può essere anche 2, 3, 4... N. Nella necessità di configurare l'unità dello spazio a cui 2, 3, 4... N si riferiscono, si fa ricorso allora al numero degli elementi minimi necessari per configurarlo, quando è esteso. Se è esteso in linea, essa è data da 2 punti e dallo spazio compreso, quindi sono 3 in tutto le unità necessarie a definire la linea. Se lo spazio è esteso in forma di volume, è ancora la linea, elevata alla potenza 3, a determinare l'unità della cubatura dello spazio.
L'Epistemologo Cartesio, con i suoi 3 assi rappresentativi dello spazio, dimostrò la PERFEZIONE del suo Sistema Cartesiano a rappresentare le componenti del Volume dello Spazio.

Riconosciuta dunque la potenza 1 per il tempo e la potenza 3 per la totalità dello spazio compresa nel volume, e, sulla base del valore complesso 2 dello spazio-tempo unitario, il prodotto 2^1 + 2^3 = 2 + 8 = 10, considera uno dopo l'altro prima TUTTO il tempo e poi TUTTO lo spazio del Volume dato da tre linee, tanto che 10 vettori spazio-temporali formano il ciclo intero dello spazio-tempo.
Considerando poi l'unità del solo spazio, dato dalla potenza 3, con l'esponente concepito in 3/3, noi scendiamo al lato del cubo e con l'esponente opposto, concepito in 3x3, noi determiniamo l'area 9 della potenza, in cui la tridimensionalità dello spazio si è espansa sulla totalità dell'area 3x3.
In tal modo anche la sequenza data da 3/3 e 3x3, determina il ciclo 1 +9 =10, nel quale all'ammassamento unitario su una linea segue l'espansione totale sulle due linee del piano 3x3.

A questo punto la Nuova Scuola Italica determina il MODO REALE attraverso il quale l'ENTE ASSOLUTO N^0 si esprime nella Realtà data dalla Relatività Generale: e lo fa conferendo VALORE ASSOLUTO al ciclo 10.
Da questo momento 10 unità esprimeranno il TUTTO, nell'unità 1 del tempo espresso dalla potenza N^0=1.
La somma 10 +1 determinerà con il numero 11 l'espressione BINARIA del numero 2.
La Realtà apparirà BINARIA in ogni possibile dimensione e sarà la PROVA IN ATTO dell'operare assiduo dell'ASSOLUTO, che diventa il Padre di una continua determinazione in realtà considerabili tutte Figlie.

La divisione IDEALE in Padre e Figlio assume i numeri relativi 10 e 1/10, che sono la perfetta scomposizione unitaria data dal prodotto 10 x 1/10 = 1.
10 è il Padre, nella quantificazione matematica del ciclo assoluto alla base della vita relativa tutta) e 1/10 è quel suo TEMPO unitario nel quale idealmente il Padre si divide in 10 figli decimi. La Religione Ebraica è assolutamente coerente a tutto ciò quando configura un Essere che ordina mediante i 10 Comandamenti e quando con le decime rivela essere 1/10 la parte unitaria che spetta a Dio.
Padre 10 e Figlio 1/10 non possono esistere se non nel loro TUTTUNO, che è assicurato dalla VERITA' del loro ESSERE l'intera relazione tra gli opposti.

A questo punto, sostiene R.A. nel suo PERFEZIONISMO, la PERFEZIONE espressa dall'ASSOLUTO ordina ogni cosa come esattamente affermava Pitagora, attraverso i numeri. Ma la differenza di ora rispetto a Pitagora è che ora la Nuova Scuola Italica li ha affermati individuandoli in modo scientifico, e riferendoli con precisione assoluta al loro assoluto valore trascendente e Divino, sostenuto anche dalla Religione.
Chi espressamente lo sostiene è proprio la Religione impostata su quel FIGLIO divino nato e celebrato nel suo Natale nello stesso identico tipo di Natale ed EPIFANIA dai tre Re Magi che avevano seguito una Stella e che ai suoi piedi avevano reso manifesto l'avvento umano di un Ente rappresentante Dio. Quella VERITA' nata nel Natale di Elea ebbe la sua Epifania da personaggi storici in veste di Re Magi, mentre quella del Natale e dell'Epifania di Gesù valse per lui solo in relazione alla sua POSSIBILITA' di ESSERE nella stessa SOSTANZA del Padre.
Romano Amodeo, che quantifica la PERFEZIONE ASSOLUTA nella potenza N^0, ha quantificato 10/1 il Padre e 1/10 il Figlio, e sono nella stessa NATURA relativa a 10 ed 1, per come 10 e 1/10 sono unitariamente espressi nelle due possibili relazioni opposte tra loro, nella VERITA' dello Spirito santo che li ATTESTA UN UNO. In questo assunto, quello che la Fede chiama Dio Onnipotente è l'ESSENZA del TUTTO che esiste nella natura relativa. Pertanto OGNI ESSERE, ogni uomo, è necessariamente PARTE della Totalità, ossia suo TEMPO unitario, ossia suo Figlio. E non solo Gesù.
Questo FIGLIO diventa l'unico solo se assume il CONCETTO stesso di FIGLIO, allo stesso modo con cui accade per il PADRE. Gesù, allora, volendo restare nell'uso della RAGIONE e non di chi parte esclusivamente dalla FEDE, rappresenta il FIGLIO ELETTO A PURO IDEALE CONCETTUALE. E ogni uomo, qualora viva la stessa condizione ELETTIVA, partecipa a quella stessa ELEZIONE ed "è" nella stessa ESSENZA del Figlio Gesù.

La Nuova Scuola Italica, agendo in questo modo, non sta facendo uso di una SPIRITUALITA' riconducibile alla FEDE IN DIO, ma di una COERENZA IDEALE, della RAGIONE, ai PRESUPPOSTI CONOSCITIVI su cui poggia la sua ragione.
Se - agendo in tal modo - arriva alle stesse VERITA', ciò significa solo l'avvaloramento di quelle verità, ma non a partire dalla Fede nelle affermazioni di un FIGLIO, ma di quel SUO PADRE che è fissato nella VERITA' IN SE dell'assetto ASSOLUTO.
Che sia SANTO lo Spirito umano quando esprime la VERITA' non è una condizione di partenza, ma di arrivo. Per prima cosa sta la VERITA' della condizione assoluta. Poi - attraverso i concetti di Spazio-Tempo e di massa-energia - sta la verità del ciclo assoluto 10 che è il MODO REALE con cui l'ASSOLUTO mette in atto la CONCEZIONE FORMALE, poggiandosi su un ASSOLUTO CRITERIO di generare tutte le contrapposizioni di un mondo relativo che è ASSOLUTAMENTE BINARIO, come l'operatività, nel reale, dell'assoluto.

Questi Ordini, espressi dal ciclo 10 e sulla base BINARIA di tutta l'esistenza, assumono la forma di un Sistema Integrale di tutte le possibilità esistenti a partire dai numeri 0 (di quanto tutto è in potenza) e 1, di quanto la potenza N^0 si è espressa tutta in atto, come 1.
Facendo fluire o no la corrente elettrica nei circuiti, si può determinare questa variazione, tra la possibilità 0 (in cui la corrente non fluisce) e quella 1, in cui fluisce.
Qualunque stringa binaria del tipo 000100101111100001101... è parte del Sistema Integrale di tutta la differenziazione possibile.
Anche se, nella sua unità, la sequenza appare senza alcuna regola, TUTTO L'INSIEME del sistema possibilistico è in se stesso secondo una ASSOLUTA PERFEZIONE, in cui ogni singola possibilità è equilibrata dall'insieme di tutte le altre.
Poiché una stringa singola PUO' ESSERE la base di una possibile rappresentazione del mondo, come realmente noi otteniamo facendo leggere un DVD secondo opportune regole, la sua singola espressione esprime sempre più una sorta di apparente divenire del suo essere, ma essa esiste nel più perfetto degli EQUILIBRI dati dal TUTTO.
Pertanto, anche se la vita singola, espressa da tutti i soggetti singoli, sembra disordinata e libera di determinarsi nelle sue differenze, essa sta solo nella visione, realizzata da noi, con le nostre regole.
Essa è parte della ASSOLUTA PERFEZIONE espressa da TUTTO il Sistema Possibilistico, che - religiosamente parlando - possiamo chiamare DIO ONNIPOTENTE.
Possiamo e dobbiamo, sotto ogni aspetto, perché è CREATORE di tutti i singoli casi personali, ma secondo una PERFEZIONE che, nel ciclo intero di due linee di azione opposte (del padre che genera il figlio, e del figlio che rientra nel padre), agisce e - attraverso un controllo incrociato del tipo tesi-antitesi - conduce ogni singola stringa di ordini differenziati alla fondamentale unicità del tutto.

Il processo idoneo per ORDINARE PERFETTAMENTE fu espresso dai Romani con il "divide et impera".
N^0 si divide in N^-1 e N^+1, nel senso stretto che DIVIDE SE STESSO. Ma simultaneamente i due opposti sono legati tra loro dal prodotto che vanifica il risultato della divisione.
la simultanea presenza dei due processi opposti genera solo NUMERI divisi legati tra loro dal prodotto. Qualunque espressione matematica che abbia solo segni di divisione e di prodotto è in verità un MONOMIO, un numero solo, che però si è scomposto.
La massima scomposizione è data dal SISTEMA INTEGRALE di tutta la variazione possibile.
Ebbene il TUTTO è dato proprio da questa scomposizione massima. In questo MODO DIFFERENZIATO si esprime la massima potenza del Sistema, di avere generato in se stesso TUTTO IL POSSIBILE.
Da questa FINE, in cui tutto è PERFETTO (e anche PERFEZIONATO, ossia FATTO), ha veramente inizio l'opera della VERITA' che si tratta di un TUTTUNO.
Poiché TUTTO L'INSIEME appare come una STORIA CONCLUSA, di tutti i possibili eventi, l'AVANZAMENTO che porta alla VERITA' UNITARIA si attua mediante un movimento rivolto, a partire da quella fine, e diretto verso il principio di quella STORIA COMPLETA, che possiamo dantescamente chiamare DIVINA COMMEDIA.

La Verità del TUTTO=UNO a poco a poco avanza nel passato della storia universale, ANNULLANDONE in ordine tutti gli eventi.
Questa VERITA' colloca nella condizione Unitaria ed Iniziale la BONTA' e la PERFEZIONE di tutto il Sistema possibilistico, ma accade quando tutto il DISEGNO è rientrato nella "mente" di chi l'ha creato.
Se tutti i FIGLI, rientrando all'Origine del Padre ASSOLUTO, non perdono la loro UNICITA', ecco che l'ASSOLUTO ESSERE arriva ad ESSERE TUTTO IL POSSIBILE, in tutta la sua possibile espressione differenziata.
In altre parole, l'ASSOLUTO si REALIZZA TUTTO solo quando tutta la realizzazione relativa entra ad ESSERE VERAMENTE UNA COME UN TUTTO, configurato ad uno ad uno.

In questo GIOCO SUPREMO si è DIVISO tutto l'essere, calandosi in ogni Essere: genera una realtà di Figli affinché poi tutti quanti i possibili formino l'infinita STRUTTURA PATERNA del Padre Assoluto.
Il disegno è MERAVIGLIOSO, STUPENDO, PERFETTO, anche se - nelle caratteristiche limitate al solo nostro relativo - oggi ciascuno di noi soffre del suo limite, perché non riesca a cogliere "tutto il prossimo come se stesso".
Ogni uomo, per potere eleggere in modo ASSOLUTAMENTE LIBERO, il suo gradimento o meno alla condizione che gli è stata assegnata, è stato diviso nettamente dal suo prossimo, per imparare a concepire quanto sia SUO PROPRIO. Si comporta così un genitore quando dà la "mancetta" al figlio, perché egli impari a gestire la SUA condizione personale.
In questa condizione iniziale, ogni FIGLIO RELATIVO è come abbandonato dal suo Padre Assoluto, e si dispera, spesso bestemmia, quando sperimenta il disgusto della sua vita. Tutto il disegno relativo, costruito per lui, non gli dà l'obbligo di decidere gli eventi, e in tal modo è veramente libero di aderire o no, alla bontà o meno della proposta assegnatagli.
Ma tutto il Sistema dell'ESSERE ASSOLUTO ha fiducia in ogni Essere relativo, perché questo Relativo è l'Essere stesso, Assoluto, per come si è incaricato di TUTTO IL POSSIBILE. Chi davvero lo sta vivendo è il Padre, ma, togliendo a se stesso TUTTI i talenti esistenti ed assegnando al suo Personaggio solo quei pochi relativi, genera veramente UN ALTRO, un Figlio che MANCA, a partire dal poco che gli è stato dato.
Il suo Essere è però il suo stesso essere e in tal modo l'ASSOLUTO da ad OGNI MODO SUO di essere concretamente nel relativo, la funzione ideale di ELEGGERE LIBERAMENTE il Dio della sua salvezza .

Pertanto, questo mondo, che appare caotico e tutto alla ricerca di una irraggiungibile PACE, è la FORMA PERFETTA, anche se non sembra, di raggiungere infine questa pace, ma non nella calma e nella stasi, bensì nell'entusiasmo di una gioia eterna, che - impostata sulle carenze attuali - fa proprio di ogni carenza l'assoluto presupposto per la gioia derivante dal suo superamento.

Sembrerebbe RELIGIONE, ma è il risultato UNICO E SOLO al quale arriva la RAGIONE se sa prendere le distanze dal mondo REALE e SUPERARLO, nella reale CONOSCENZA di quella Causa Fondamentale e Unificante, che esiste ma non è vista se non in quanti sia ad essa esattamente uguale e contrario.

Il FARE, che sembra la VERITA' riguardante tutto l'essere di un mondo FATTO, è solo un Sistema Integrale già tutto Fatto e che si disfa, momento dopo momento. Il nostro spirito assiste a questa successiva negazione della realtà e si comporta come l'Adamo cui sia concesso tutto ma negata la mela.
Il Tutto comprende positivo e negativo. Ed è solo una visione MALIGNA di questo tutto quella che porta a distinguere il bene dal male, tanto che si sia pronti ad accettare solo il buono e il positivo e a respingere il cattivo e negativo.
L'uomo che si attacca ad una VERITA' FATTIVA e fatta da lui giace nel Peccato Originale di credersi il Creatore ASSOLUTO. Non lo è. UN ALTRO gli ha configurato già la stringa di tutte le possibilità... per fortuna. Perché in tal modo TUTTO E' IN ODINE, anche se ogni singolo sembra esistere nel disordine.
La VERA PROGRESSIONE verso il BENE parte dalla divisione già fatta e arriva alla riunificazione, in tutto l'ASSOLUTO, di ogni Ideale Relativo liberamente deciso da ogni Figlio singolo.
Pertanto noi stiamo vedendo un mondo la cui dinamica non è quella ATTIVA dell'ASSOLUTO che riunifica tutto il diviso, ma quella REATTIVA e relativa ad una basilare OPPOSIZIONE. Crediamo di andare nel futuro ma stiamo andando sempre più nel passato più spinto in cui ciascuno di noi è nato dalla polvere del suo sepolcro.
Nostro padre e nostra madre, che sembrano posti alla nostra reale origine, non appartengono al nostro vero passato ma al nostro vero futuro, perché il vero flusso in avanti, dell'ESSERE, va nel senso della riduzione ad uno.
Il nostro essere OSSERVATORI DELLA FISICA è oggi l'attività elettrica cerebrale che è indotta dal flusso magnetico in vero moto dal punto della morte verso quello della nascita apparente.
Può sembrare SBALORDITIVO E IMPOSSIBILE, ma non lo è!
Infatti il DIVENIRE, che Eraclito definì come la base del nostro fondamento, è pura APPARENZA di un qualcosa che appare, ma non è vero.
Tutto quello che ci appare, certamente appare, ma non è vero!
é un puro progetto binario come 00011010001011 che non ha in se stesso né il tempo, né lo spazio,e niente di ogni qualità, perché tutte quante sono CREATE a partire da questo progetto, ma dal nostro ESSERE CHE, essendo davvero DIVINO, ha il potere di creare dal nulla la percezione di un mondo dinamico, allo stesso modo seguito da creatore di una Storia qualunque.
La nostra realtà complessa, chiamata reale-immaginaria è davvero secondo questa descrizione: una realtà che è tutta frutto dell'immaginazione.
Dunque nessuna MATERIA esiste! Quel mondo solido è stato capito oggi come un immenso vuoto con dentro gli atomi... ma anche se andiamo sempre più dentro, a questi atomi, ci accorgiamo che il vero PIENO non esiste! Si determina questa IMPRESSIONE di pieno attraverso il puro apparente movimento, come quel piano apparente formato da una ventola che gira.

Alla base di tutta la VERITA' DELL'ESSERE sta dunque la sua fondamentale unità... relativa. Ma è l'assoluta contraddizione relativa esistente proprio tra un TUTTO ed un NIENTE, un 1 ed uno 0. E questo Essere, inteso religiosamente come un Dio Assolutamente Buono, per ESSERE, deve ESSERE TUTTO il relativo, formato come tutta la contraddizione possibile che, come tale, si annienta in quel relativo ed è TUTTO.
Pertanto, in questo cammino conoscitivo relativo al nostro ESSERE, dobbiamo sapere che quello che realmente attende tutti noi, sta nell'avere TUTTO IL POSSIBILE che in questa vita formativa è stato negato alla nostra condizione iniziale e formativa del nostro ABITO IDEALE.
Non si può concepire nulla che sia PIU' PERFETTO di una condizione iniziale ed assolutamente imperfetta che a lungo termine si ribalti nel suo ESSERE OPPOSTO.
Non dobbiamo collocare questo successo in questa vita PRIMA, nella quale stiamo solo dando forma e significato ad una pura stringa di ordini binari. La nostra ASSOLUTA SALVEZZA verrà quando potremo avere - e avremo - tutto quello che oggi ci manca: il prossimo come noi stessi.
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