Enrico Letta ammette: Faccio parte del Bilderberg

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wheaton80
00domenica 28 aprile 2013 00:11
Enrico Letta, il presidente del Consiglio in pectore, frequenta le riunioni del gruppo Bilderberg. Lo ha dichiarato lui stesso, scrivendolo sulla sua pagina di Facebook. In effetti, Letta risulta tra i presenti alla riunione del gruppo Bilderberg, a Chantilly in Virginia, ai primi di giugno 2012. Inoltre, egli è un membro della Trilateral. In base a quanto rivelato dall’ex magistrato Ferdidando Imposimato, «il gruppo Bilderberg riveste un ruolo chiave nelle stragi e nella strategia della tensione, come rivela un documento nelle mani di Franco Ventura, terrorista di Ordine nuovo».

Il gruppo Bilderberg è un incontro annuale per inviti, non ufficiale, di circa 130 partecipanti, la maggior parte dei quali sono personalità influenti in campo economico, politico e bancario. I partecipanti trattano una grande varietà di temi globali, economici, militari e politici. Il gruppo si riunisce annualmente in hotel o resort di lusso in varie parti del mondo, normalmente in Europa, e una volta ogni quattro anni negli Stati Uniti o in Canada. Ha un ufficio a Leida in Olanda.

I nomi dei partecipanti sono resi pubblici attraverso la stampa, ma la conferenza è chiusa al pubblico e ai media. Ecco il testo integrale di quanto pubblicato dallo stesso Letta: «In molti in questi giorni mi fanno domande sul meeting Bilderberg al quale son stato invitato a Washington lo scorso fine settimana. In sintesi, era presente una parte importante dell’amministrazione Obama e dei partiti democratico e repubblicano americani. C’erano poi leader socialisti, liberali, verdi e conservatori di molti Paesi europei.

E, inoltre, sindacalisti e imprenditori, docenti universitari e finanzieri. Senza contare rappresentanti dell’opposizione siriana e russa. La lista dei partecipanti è stata peraltro resa pubblica dagli stessi organizzatori. «Si è discusso dei principali temi in materia di economia e di sicurezza al centro dell’agenda globale. Ed è stata per me un’occasione interessante e utile per ribadire la fiducia nei confronti dell’Euro e per rilanciare con grande determinazione l’invito a compiere i passi necessari (e indispensabili) verso gli Stati Uniti d’Europa.

«Nulla di queste discussioni, e del franco e ‘aperto’ dialogo tra i partecipanti, mi ha fatto anche solo per un momento pensare a quell’immagine di piovra soffocante che decide dei destini del mondo, incurante dei popoli e della democrazia, descritta da una parte della critica sul web e sulla stampa. «È vero: la discussione era a porte chiuse. Ma la presenza dei direttori di alcuni dei principali giornali internazionali (di tutte le tendenze politico-culturali) mi pare possa ‘rassicurare’ i sostenitori di una lettura complottistica del meeting».

Franco Fracassi
www.lsmetropolis.org/2013/04/enrico-letta-bilderberg/
wheaton80
00domenica 28 aprile 2013 02:49
Quando l'America vota per il Quirinale

L'ombra dell'America è verde come il colore dei dollari. Tuona come le armi che varcano l'oceano in perpetuo e spesso illecito commercio. Parla la lingua dei banchieri, la sola lingua degli affari. Si affaccia sull'Italia dalla postazione mediterranea di Israele, si ammanta del velluto della diplomazia quando riunisce a convegno i potenti del mondo, a centinaia e a porte chiuse, in esclusive dimore in cui confortati da coppe d'argento colme di praline si discute di come "favorire le relazioni economiche fra blocchi".

Di soldi, in pratica. Di soldi e di chi li gestisce. C'è un momento esatto della storia in cui tutto questo, di solito materia per complottisti appassionati della letteratura di genere, diventa chiaro e inconfutabile. È un discorso pubblico. Quello che il senatore Frank Church fa al Senato degli Stati Uniti mentre esibisce le prove - trascrive il New York Magazine, siamo nel 1976 - che "la Lockheed corporation ha pagato tangenti in almeno 15 paesi e in almeno sei ha provocato crisi di governo". Uno di quei Paesi è l'Italia. Il presidente in carica è Giovanni Leone.

La Lockheed, colosso dell'industria aeronautica usa, paga uomini di stato e di governo per piazzare i suoi aerei. Il loro delegato in Italia si chiama Antonio Lefebvre. Compare tra le carte uno scambio di assegni per 140 milioni fra Lefebvre e la signora Leone. Il nome in codice del destinatario di quel denaro è - si dice a voce alta nelle aule del Senato Usa - Antelope Cobbler. Ma forse c'è un errore di trascrizione, è gobbler non cobbler. In questo caso sarebbe: chi mangia l'antilope. Una disdetta chiamarsi proprio in quel momento Leone. I giornali deducono, è un massacro.

Più o meno negli stessi anni, a partire da un decennio prima, i soldi della Lockheed avevano cominciato ad arrivare copiosissimi al principe consorte dei Paesi Bassi, Bernardo, in cambio dell'acquisto di forniture di Starflighter e altre cortesie. Il Principe Bernardo è stato - per coincidenza - il primo presidente della Bilderberg, associazione di finanzieri, banchieri, politici e uomini di Stato fondata nel '54 allo scopo di "favorire la cooperazione economica fra Stati Uniti ed Europa". I membri del gruppo, circa 130, si riuniscono ogni anno in un conclave a porte chiuse.

Sempre in un paese diverso, ogni 5 anni in America, sempre in primavera inoltrata. La prossima riunione sarà forse vicino a Londra, forse la prima settimana di giugno. E' un segreto. Pochissimi gli italiani ammessi. Tra gli ultimi John Elkann, Gianni Letta, Franco Bernabè. Negli anni e nei decenni precedenti Tremonti, Monti, Draghi, Padoa Schioppa, Siniscalco, Prodi, finché erano in vita naturalmente gli Agnelli, l'ex ministro Ruggiero, prima ancora Giorgio La Malfa Claudio Martelli Virginio Rognoni. Ogni tanto qualche giornalista, una volta Veltroni, una Emma Bonino.

Ai grandi gruppi economico-politici internazionali, alla finanza e dunque alla politica nordamericana interessa molto e moltissimo chi governa, chi comanda, chi ha influenza in Europa, e in subordine in Italia. Gli ambasciatori sono per loro missione di questo curiosi, prediligono le anticipazioni. Ricevono politici in ascesa, annusano l'aria che tira. L'attuale ambasciatore Thorne ha per esempio grandissimo interesse per Beppe Grillo e per il suo movimento, interesse decuplicato dalla prospettiva eventuale di un referendum anti-euro che, come si capisce, non arrecherebbe alcun danno alla supremazia del dollaro come moneta di riserva. Reginald Bartholomev, ambasciatore dal '93 al '97, gli anni di Scalfaro, ha raccontato poco prima di morire a Maurizio Molinari, era l'agosto del 2012, delle relazioni del consolato di Milano con il pool di Mani pulite e delle sue con i leader politici: "Venne una delegazione dc, erano tristissimi, sembrava un funerale". Prodi voleva essere ricevuto subito da Clinton, ma non si poteva. Con Massimo D'Alema si sviluppò "un rapporto che sarebbe durato nel tempo".

Gli ambasciatori sondano, fanno ricevimenti, conoscono i nuovi, coltivano l'interesse del loro Paese. Sono in stretta relazione coi gruppi di affari e di discussione politica dove nascono intese. Uno è il gruppo Bilderberg, un altro è l'entourage della banca d'affari Goldman Sachs che si è avvalsa nel tempo dei consigli di Prodi, Draghi, Monti, Gianni Letta. Uno è l'Aspen, che in Italia conta su Amato Prodi e D'Alema, un altro ancora è la Trilaterale fondata da Rockefeller nel giugno del '73 con lo scopo di "favorire le relazioni fra Europa, Usa e Giappone". Monti l'ha presieduta fino al 2011. La frequentano la consulente per la politica estera di D'Alema Marta Dassù, il giovane Elkann, Enrico Letta, Carlo Pesenti, Guarguaglini, Sella di banca Sella, Sala di Intesa San Paolo, vari esponenti di Confindustria. Molti anni fa Kissinger e Agnelli, oggi i loro eredi.

"Giulio Andreotti era amico personale di Rockefeller, il fondatore della Trilaterale. Moltissime volte il banchiere lo ha pregato di fargli l'onore di partecipare ai loro incontri, posso testimoniarlo - racconta Paolo Cirino Pomicino, vecchio dc - Andreotti non ha mai accettato perché, diceva, la politica e i banchieri fanno mestieri diversi, è bene che non si mescolino". Non è vero, non è questa la ragione. Questo era quel che Andreotti diceva, certo, ma ciò che gli ebrei d'America non gli perdonavano era in realtà la sua attenzione alla causa palestinese - tra le altre il suo essere filoarabo in nome di una ricerca del dialogo fra i popoli che nella tradizione dc ha avuto un campione in La Pira. Il suo sguardo a un'altra parte di mondo, ad altri interessi e, in Europa, ad altro tipo di famiglie che in quanto a potere e liquidità potevano competere con i banchieri americani.

Altre banche, in un certo senso, che gli consentivano di dire agli Usa: no, grazie. Non è del resto un caso che Andreotti non sia mai stato eletto al Quirinale. Dice ancora Pomicino, in procinto di presiedere al Parco dei Principi di Roma, il 12, un convegno su "politica ed economia nel nuovo quadro politico": "Senza le credenziali degli americani e in specie delle grandi banche d'affari oggi nessuno può pensare di aspirare seriamente al Quirinale. Del resto nessuno dei presidenti italiani è stato mai davvero sgradito all'America. Anzi. Tutt'al più, quando era irrilevante, è stato ignorato".

Nessuno può farcela senza le credenziali giuste. E' sempre stato così. Il primo pensiero di Einaudi, appena insediato nel maggio '48, fu di mandare un telegramma amichevolissimo a Truman. Quello di Gronchi di farsi perdonare dell'essere stato eletto coi voti del Pci, e pazienza se la visita ad Eisenhower fu funestata da un'improvvida intervista preventiva in cui Gronchi diceva che sarebbe stato utile riconoscere la Cina popolare e ammetterla all'Onu. Henry Luce, proprietario del Time, ne riferì sul suo giornale. Sua moglie Claire Booth, ambasciatrice in Italia, se ne lagnò con parole vivaci. Fu il Washington Post a liquidare la questione: il presidente italiano non conta nulla, è solo decorativo.

Con Segni comincia la stagione del golpismo, sul fondo sempre sfuggente e viva l'ombra della rete atlantica. Prima il tintinnar di sciabole del "Piano Solo", ordito per la "tutela dell'ordine pubblico" allo scopo di incarcerare "esponenti politici pericolosi". Poi Saragat, tanto amato dal presidente Johnson, compagno di battute di caccia di Licio Gelli e capo dello Stato al tempo del tentato golpe del principe nero Junio Valerio Borghese. E' nel settennato di Leone, s'è visto, che le reti di intelligence iniziano a lasciare spazio alla più moderna legge degli affari. Scoppia lo scandalo Lockheed, armi e tangenti. Le Br in Italia rapiscono Moro, Cossiga è ministro dell'Interno.

Quando sarà eletto presidente, dopo il settennato di Pertini, si ricomincerà a parlare di reti misteriose e di oscuri finanziatori: il piano Stay Behind, conosciuto come Gladio, doveva armare una rete di incursori pronti a respingere un eventuale tentativo di invasione sovietica. Siamo alla fine degli anni Ottanta. Alla fine di quel decennio arrivano Gorbaciov e la sua Perestroijka, la Russia non è più quella di prima, nessuno sbarco in armi sembra più possibile. C'è Scalfaro, ora, al Quirinale.

C'è il ciclone di Mani Pulite che spazza via una stagione di politica corrotta per lasciare spazio ad una generazione nuova. Più avvezza all'uso di mondo, alle relazioni internazionali, alla lingua degli uomini d'affari. E' dal denaro adesso, dalla finanza che passano gli interessi politici. Cresce l'influenza delle agenzie di brain storming, i conclave a porte chiuse, avanzano i tecnocrati. E' ai banchieri che si ricorre quando la politica tace o sobbolle di sue interne diatribe.

Ciampi, una traiettoria politicamente specchiatissima culminata in Bankitalia, è eletto all'unanimità e al primo scrutinio, salutato nel '99 come salvatore della patria. Napolitano è a Monti che pensa quando deve tenere ferma la rotta del Paese in un momento di crisi economica gravissima. Per la successione più d'uno dice Draghi. Ma poi anche i banchieri finiscono, o hanno altro di più importante da fare. Ed è sempre alla politica, alla fine, che bisogna tornare.

www.repubblica.it/politica/2013/04/09/news/quando_l_america_vota_per_il_quirinale-5...
wheaton80
00giovedì 2 maggio 2013 02:39
Il governo dei nemici
di Ida Magli
28.04.2013

Come sappiamo già da molto tempo, il concetto di “rappresentanza” non esiste più; si è esaurito, insieme alla sacralità del Potere, con gli avvenimenti politici di questi ultimi giorni dell’aprile 2013. Adesso, però, con la formazione del governo Letta, lo possiamo confermare con assoluta certezza; ma soprattutto - è questa la cosa più importante – abbiamo finalmente la grande gioia di poterlo gridare a gran voce: “non ci rappresentano!” Sono i nuovi governanti del popolo italiano, i suoi despoti, i suoi sfruttatori, i suoi traditori, i suoi nemici, i delegati di quel Potere che si nasconde dietro il Bilderberg, la Trilaterale, l’Aspen Institut, e che indichiamo col nome di “Laboratorio per la distruzione” visto che ne sappiamo una sola cosa: che la sua meta è appunto la nostra distruzione, l’annientamento della civiltà europea e degli Stati europei.

Non ci rappresentano, però! Dobbiamo essere felici quindi, di poterli guardare in faccia, uno per uno, con la certezza di non condividerne nulla. Stanno dall’altra parte, sono altro da noi, non sono “italiani”, ma nemici degli Italiani, i peggiori dei nemici, quelli che spargono il sale sul terreno prima ancora di aver vinto.

L’itinerario che ha portato alla fine della rappresentanza è cominciato con il rinnovo del mandato presidenziale a Giorgio Napolitano, e non poteva in fondo non essere così dato che era stato lui a “saltare” le regole della democrazia quando aveva consegnato l’Italia al potere del Laboratorio mondialista chiamando al governo Mario Monti. Nel momento in cui ha accettato il secondo mandato, Napolitano ha inferto l’ultimo colpo alla sacralità del “settennato” e di conseguenza alla “rappresentanza”, che è appunto sostanziata dalla fenomenologia del Sacro.

Il “sette” è un numero sacro, un numero magico e potente, sotto la cui protezione si sono rifugiati fin dalla più remota antichità quasi tutti i popoli che fanno parte della nostra storia, dagli Egizi agli Ebrei, ai Greci, ai Romani… i sette anni assegnati dalla Costituzione alla Presidenza della Repubblica non sono quindi un caso o una decisione razionale, ma sottintendono la potenza trascendente di questa carica, più forte di quella dei parlamentari, e ne indicano la perfetta completezza nel cerchio chiuso in se stesso del numero sette. Come è stato notato da molti politici di fronte alla richiesta di rinnovare il mandato a Napolitano, non era mai stato detto che non si poteva “ripetere”; ma non era mai stato detto proprio perché era ovvio, era sottinteso…

La replica del settennato di Napolitano ci ha liberato del tutto perciò della sacralità della rappresentanza e, insieme a questa sacralità, ci ha liberato di un “rappresentante” tanto ligio ai comandi dell’Europa da guidarci ostinatamente fino all’angolo senza via d’uscita dal quale doveva scaturire la giusta conclusione: il governo Letta.

Enrico Letta ha pubblicato nel 2010, insieme all’amico Lucio Caracciolo, un libro intitolato significativamente “L’Europa è finita?” (Add editore, Torino). La domanda si poneva in modo così esplicito due anni fa perché il fallimento della costruzione europea e della sua moneta appariva evidente a tutti. È sufficiente leggere qualche pagina di questo libro per sapere fino a che punto dobbiamo aver paura di Enrico Letta e delle persone che ha scelto per portare rapidamente a termine la missione devastatrice che gli è stata affidata.

“L’euro è stato un successo, forse la più grande realizzazione dell’Europa” - afferma Letta- guardando con soddisfazione alle rovine che ha provocato. E continua: “Arrivo a dire che la moneta comune ha in un certo senso sostituito l’esercito: invece dell’esercito europeo, oggi abbiamo l’euro, simbolo della capacità di rappresentanza e di identificazione; un totem, appunto, attorno al quale gli europei possano sentirsi tali.” (p. 39) Come sogna bene, Enrico Letta, non è vero? Non vede nulla, non sente nulla.

I popoli maledicono l’euro, tutti vorrebbero abbandonarlo, perfino i Tedeschi; la gente soffre orrendamente, gli imprenditori si uccidono, milioni di disoccupati non sanno come fare a sopravvivere, ma a Letta tutto questo non interessa perché, come per tutti i dittatori e i generali, i popoli di per sé non esistono, sono solo strumento. Letta è stato scelto, come ognuno di quelli che lavorano alla distruzione dell’Europa, proprio perché la scarsa intelligenza critica comporta l’insensibilità affettiva e la plasmabilità all’obbedienza fascinatrice del Potere assoluto. Si somigliano tutti, infatti: Trichet, Duisenberg, Barroso, Draghi, Rehn, Rompuy, Amato, Prodi, D’Alema, Monti…

E adesso, con il programmato spogliarello del Partito Democratico, teso al rinnovamento delle generazioni, Enrico Letta. L’incarico a Emma Bonino di andare in giro per il mondo in nome dell’Italia è infine il chiaro, orrido sigillo di questo governo; ne garantisce agli occhi di tutti l’assoluta volontà e capacità di distruggere non solo il popolo ma perfino l’idea dell’Italia; la dolcezza, la bellezza che ha accompagnato nei secoli il nome, l’immagine dell’Italia. Nessuno al mondo, probabilmente, avrebbe potuto dare questa certezza quanto la donna che ha propagandato l’aborto estraendo di persona, come testimoniano le riprese fotografiche, i feti con una pompa di bicicletta.



www.italianiliberi.it/Edito13/il-governo-dei-nemici.html
wheaton80
00giovedì 13 giugno 2013 02:56
Mistero Bilderberg a Ballarò
11/06/2013

www.youtube.com/watch?v=UVULjwjIEOM

wheaton80
00lunedì 10 marzo 2014 22:49
Gerard Batten (EFD) in Europarlamento:”E’ vergognoso che la Commissione Europea sia collusa col Bilderberg”

wheaton80
00venerdì 30 maggio 2014 02:04
Bilderberg: élite in panico. Il NWO può deragliare

La riunione 2014 del Bilderberg a Copenaghen, in Danimarca, si svolge in un clima di panico per la maggior parte dei 120 globalisti fissi che abitualmente partecipano al conciliabolo segreto. Ciò è dovuto all'intransigenza della Russia sulla crisi ucraina e alla rivoluzione anti-UE che attraversa l'Europa. Questi fattori rappresentano una grave minaccia per l'ordine mondiale monopolare del Bilderberg che ha impiegato più di 60 anni a progettarlo. Fonti interne confermano al sito "Infowars" che la conferenza elitaria, che avrà luogo da giovedì al cinque stelle Marriott Hotel, sarà incentrata su come soffocare un risveglio politico planetario che rischia di minare l'ordine del giorno di lunga data del Gruppo Bilderberg, con l'obbiettivo di voler centralizzare il potere in un unico contesto federale politico. Questo è il traguardo prestabilito per procedere al passaggio del partenariato transatlantico per il commercio e per gli investimenti (TTIP) che sarà senza alcun dubbio il tema centrale delle discussioni nel corso del meeting di quest'anno. Il TTIP è un elemento di base nel tentativo cabalista di creare una sola "società planetaria" (Nuovo Ordine Mondiale) e ciò, principalmente in una zona di libero scambio che colleghi gli Stati Uniti all'Europa. Così come l'Unione europea ha avuto inizio con il Mercato Comune e poi si è trasformata in una federazione politica che controlla pressoché il 50% delle leggi e dei regolamenti degli Stati membri, con un assoluto disprezzo delle sovranità nazionali e della democrazia, il TTIP è stato concepito per raggiungere il medesimo scopo, ma su scala molto più ampia. Tutto questo è diretto da Obama, tramite Michael Froman, che rappresenta il Commercio americano, un insider di Wall Street e membro del CFR, l'organizzazione sorella del Bilderberg. Froman è anche attivo, nel contempo, ad edificare un altro blocco del governo mondiale, il Partenariato Trans-Pacifico, che è un progetto similare coinvolgente i paesi asiatici. Dal momento che il Bilderberg ha cospirato sin dal 1955 per creare l'Euro, la moneta unica (il suo presidente, Étienne Davignon, si è vantato di come sia stata un'idea originale della stessa Istituzione nel 2009), è certo che i risultati delle elezioni europee hanno subito messo in allarme il Gruppo Bilderberg, atterrito dal fatto che la prevista super-UE venga erosa dalla resistenza populista focalizzata principalmente sul contrasto causato dalle politiche di immigrazione senza controllo.

Nella stessa Danimarca, il parlottìo è centrato intorno a Morten Messerschmidt e al Partito Popolare danese, che ha riportato il 27% dei voti nelle elezioni europee raddoppiando il numero dei suoi deputati. Nonostante alcuni diffidino delle sue tendenze di estrema destra, il considerevole successo personale riflette un malcontento generalizzato, non solo in questo paese ma in tutta Europa, dove l'immigrazione e il livello di benessere sono i principali assilli ed esasperazioni dell'Unione europea. Intanto in Francia, Marine Le Pen sta ritagliandosi un ruolo con l'impronta di un movimento conservatore che minaccia "di spaccare l'Europa unita"; la sua candidatura è stata descritta come un "terremoto" che ha scosso il cuore politico europeo. In più, gli elettori del Regno Unito hanno espresso un rifiuto silenzioso all'UE e al Bilderberg con il successo di Nigel Farage dell'UKIP; un trionfo degli euroscettici che è stato definito come il risultato "più straordinario" da cent'anni a questa parte. Per quanto concerne il TTIP e le ricadute del disastro delle elezioni europee, il Bilderberg deve affrontare una serie di altre questioni-chiave, la maggior parte delle quali ruota intorno ai continui sforzi per centralizzare il potere economico nelle più diverse forme. Una di queste è la carbon-tax (tassa sulle risorse energetiche inquinanti; ndt) pagata direttamente alle Nazioni Unite, con il successo finanziario ottenuto dalle singole corporazioni come le grandi compagnie alle quali saranno concesse speciali "deroghe" che permetteranno loro di continuare ad inquinare. La crisi divampa in Ucraina (proprio oggi, centinaia di civili morti a Donetsk; ndt) e le relazioni tra Russia e NATO saranno un altro punto focale alla riunione del Bilderberg 2014. I Globalisti ora considerano che Vladimir Putin abbia escluso la Russia dal Nuovo Ordine Mondiale perché ha osato "mettere in discussione il sistema internazionale". Il Bilderberg discuterà sui timori provocati dallo stesso Putin che è intento a costruire un altro ordinamento planetario, basato sui paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica; ndt), un sistema "multipolare", che devasterebbe il dollaro come valuta di riserva globale e ridurrebbe fortemente il potere dell'asse attuale USA-UE-NATO.

I giornalisti di "Infowars" saranno sul posto tutta la settimana per seguire la conferenza 2014 del Gruppo Bilderberg a Copenaghen, in Danimarca.

Paul Joseph Watson, 27 Maggio 2014

Traduzione: Sebirblu.blogspot.it
Fonte: infowars.com
sebirblu.blogspot.it/2014/05/bilderberg-elite-in-panico-il-nwo-...
wheaton80
00sabato 31 maggio 2014 02:13
Bilderberg a Copenaghen, Putin ed euroscetticismo tra i temi. Quattro gli italiani al vertice super esclusivo


Il Marriot Hotel di Copenaghen dove è prevista la riunione di Bilderberg

Tutto iniziò alla chetichella su volontà del re di Olanda Bernardo nel 1954 all' Hotel Bilderberg appunto per cercare di creare un gruppo di lavoro composto da politici, uomini d'affari e professori universitari che cercasse di rispondere adeguatamente alle sfide che l'Unione sovietica poneva all'Europa Occidentale e alla sua integrità. Non era un gruppo segreto, ma solamente esclusivo visto che più o meno i cento partecipanti si conoscevano tutti perché frequentavano gli stessi luoghi, le stesse scuole, e condividevano gli stessi gusti. Non c'era nemmeno l'ufficio stampa perché quello che veniva detto nelle sale era sottoposto alla regola ferrea di Chatham House, che prevede che i partecipanti sono liberi di citare le informazioni ascoltate ma senza indicare l'identità del relatore né la sua provenienza o professione. Una regola semplice che ha decretato il successo dell'iniziativa giunta alla 62esima edizione, che pur avendo ormai sconfitto da tempo il nemico comunista (sono passati 25 anni dalla caduta del muro di Berlino e dieci dall'ingresso nella Ue di otto paesi dell'ex Patto di Varsavia), come la Nato in campo militare o l'Ocse in campo economico sono sopravvissute al loro mandato inziale di difesa del libero mercato e della libertà dei paesi a democrazia liberale contro l'Orso russo.

Il vertice danese -
Quest'anno il Bilderberg ha deciso di ritrovarsi dal 29 maggio al primo giugno in Danimarca, al Marriot Hotel di Copenaghen. Scelta non casuale (non per il 450°esimo anniversario della nascita di William Shakespeare e del suo famoso Amleto ambientato appunto in quelle zone), ma perchè è tutta la Danimarca ad essere diventata un grande Amleto, indecisa sull'essere o non essere europea e fino a che punto eventualmente esserla, tenendosi ben lontano dall'euro. Messa nel cassetto la passata sfarzosa edizione in terra inglese all'Hertofordshire, quest'anno, pagando poco più di 230 euro a camera, si discuterà del morbo che sta mettendo a rischio l'Unione europea, il populismo di destra e di sinistra che vuole tornare agli stati nazionali di un tempo perduto. Un contagio che sembra essere partito proprio in Danimarca con la famosa protesta delle polpette di carne di maiale abolite nei menù di asili e scuole per non mettere a disagio gli alunni immigrati e spesso musulmani. Una faccenda apparentemente minore ma che ha scatenato un coro di proteste prima, una formazione politica ex novo poi a difesa dell'identità danese e un contagio in mezzo continente contro l'Europa dei burocrati di Bruxelles e del politically correct. Una crescente disoccupazione e la fine di ideologie come la Terza via di Anthony Giddens, stritolata da un lato dal liberismo della scuola di Chigago e dall'altro dall'austerità e riforme per la competitività alla tedesca, hanno messo a nudo la debolezza dell'attuale costruzione europea. Non a caso gli euroscettici danesi del Dänische Volkspartei (DVP, Partito Popolare danese) nelle ultime europee hanno fatto il pieno di consensi. Quest'anno i giornalisti hanno tentato come sempre di avvicinarsi alla sede del convegno (chi scrive ci provò inutilmente a Stresa sul lago Maggiore nel corso dell'edizione italiana) ma come sempre i due malcapitati sono stati allontanati dall'albergo dalla polizia che impedisce l'accesso ai non addetti ai lavori.

Gli italiani -
Chi c'è e chi no. Naturalmente esserci conta e molto: in passato ha partecipato l'ex governatore centrale americano Paul Volcker, l'uomo che ha salvato l'America dall'inflazione ai tempi di Ronald Reagan e che oggi ha proposto a Barack Obama di adottare la cosiddetta "Volcker Rule" sulla divisione delle banche d'affari da quelle commerciali, ma senza riscuotere troppo successo a cominciare proprio dalle sale del Bilderberg group; l'immancabile ex segretario di Stato Henry Kissinger che chiedeva sempre un numero unico di telefono a cui rivolgersi per le crisi in Europa e pare che non l'abbia ancora trovato; il magnate Bill Gates che con l'allora commissario alla concorrenza Mario Monti subì una clamorosa sconfitta proprio in Europa, la regina Beatrice d'Olanda in virtù del fatto che fu proprio il paese dei tulipani a dar vita all'iniziativa 62 anni or sono. E gli italiani? Pochi ma selezionati: Franco Bernabè ex ad di Eni e di Telecom Italia, John Elkann presidente di Fiat e della Exor, il professore Mario Monti ex premier e senatore a vita, Monica Maggioni, direttore di Rai News 24, la tv all news della Rai. Lo scorso anno gli italiani presenti erano stati addirittura sette: Franco Bernabé, la giornalista ed ex deputata europea Lilli Gruber, Mario Monti, Enrico Tommaso Cucchiani ex ad di IntesaSanpaolo, Gianfelice Rocca, presidente di Techint, dell'Istituto Clinico Humanitas e dell'Assolombarda, Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, e l'accademico Emanuele Ottolenghi.

Gli argomenti in discussione - È probabile che si parlerà di come contenere l'avanzata dei "barbari", cioè gli euroscettici che stanno mettendo in discussione gli equilibri fin qui mantenuti dalla fine della Seconda guerra mondiale, senza però dimenticare il crescente nazionalismo di Vladimir Putin, il presidente russo, soprattutto dopo l'accordo di ieri della Russia con il Kazakistan e la Bielorussia per formare una piccola Unione sovietica in chiave economica. Un immenso mercato comune tra Russia, Bielorussia e Kazakistan, a cui presto si uniranno anche l'Armenia, entro il 15 giugno, e il Kirghizistan, entro l'anno. Un tema caldo che ridarà vitalità al gruppo Bilderberg da tempo in cerca di identità: alla fine il gruppo era nato proprio per contrastare l'espansionismo di Mosca; ora dopo 62 anni deve affrontare quello di Putin. E si prepara a una seconda giovinezza.

Vittorio Da Rold
30 maggio 2014
www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-05-30/bilderberg-copenaghen-putin-ed-euroscetticismo-i-temi-quattro-italiani-vertice-super-esclusivo--135158.shtml?uuid=...
wheaton80
00martedì 3 giugno 2014 01:30
I legami del gruppo Bilderberg: gli intrecci tra politica e finanza

MILANO - Le teorie del complotto, e della direzione occulta delle politiche mondiali, sono alimentate dalla presenza nel comitato direttivo del gruppo Bilderberg di personaggi profondamente connessi tra loro, espressione dell'élite mondiale e, spesso, anello di congiunzione tra le grandi aristocrazie e il mondo degli affari. Una sorta di oligarchia globale. Il presidente attuale, Herni de Castries, numero uno del colosso francese Axa, appartiene alla nobiltà transalpina, così come nobile era il principe Bernhard van Lippe Biesterfeld, tra i fondatori del gruppo e marito della regina Giuliana d'Olanda. Nobili, ma attivi nel mondo degli affari. Come Richard Perle, membro del direttivo, ideologo dei neocon americani, membro di gabinetto del ministro della Difesa sotto la presidenza di Ronald Reagan, consigliere di George Bush e fermo sostenitore della guerra in Iraq, un'area di "vitale importanza per gli Usa" per la concentrazione di petrolio. Nel 1998 scrisse un lettera a Bill Clinton per chiedere la rimozione di Saddam Hussein, con lui la firmarono Donald Rumsfeld e Paul Wolfowitz che diventeranno ministri di Bush. Del direttivo hanno fatto parte anche l'ex segretario di Stato americano, Henri Kissinger, Edmond de Rothschild e il primo presidente della Bce, Wim Duisenberg. Nel direttivo Bilderberg si sono succeduti 12 italiani, compreso il membro attuale, l'ex presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè. Ma a livello nazionale è interessante come molti di questi uomini siano legati, direttamente o indirettamente al mondo Fiat: lo stesso Bernabè oltre ad aver ricoperto il ruolo di "Chief economist" del Lingotto, si è anche seduto nel Consiglio di amministrazione.

Giuliano Balestrieri
28 maggio 2014
www.repubblica.it/economia/2014/05/28/news/bilderberg_finanza_politica-8...
wheaton80
00martedì 22 luglio 2014 02:54
Presentata alla Procura di Roma denuncia contro il ''Gruppo Bilderberg'': viola la Legge Anselmi sulle associazioni segrete

LONDRA - Chi legge il nostro giornale sa benissimo che non perdiamo occasione di attaccare il gruppo Bilderberg perché i membri di questa organizzazione lavorano dietro le quinte per imporre l'immigrazione di massa, l'Unione Europea e altre misure volte a ridurre i popoli alla fame e alla schiavitù. E se questo non fosse già abbastanza grave questi signori sono gli istigatori dei vari conflitti che stanno facendo vittime e causando sofferenze immani nelle varie parti del globo. Per tale motivo è interessante diffondere una notizia che è stata riportata alcuni giorni fa dall' Huffington Post, secondo cui:"Alcuni parlamentari del Movimento Cinque Stelle, insieme al Comitato Popolo Sovrano, hanno denunciato alla Procura di Roma il gruppo Bilderberg per la presunta violazione della Legge Anselmi sull'associazionismo. Nella denuncia sono menzionati Mario Monti, Mario Draghi, Herman Van Rompuy e José Barroso". A darne notizia è Tiziana Ciprini, che mette in evidenza come la denuncia presentata alla procura guidata da Giuseppe Pignatone sia solo l' ultimo step di una lotta continuata e costante ai potenti che decidono le sorti del mondo:"Lunedì 14 luglio - scrive Tiziana Ciprini - sono stata presso la Procura di Roma col Comitato Popolo Sovrano per presentare la denuncia a carico dei presunti cospiratori appartenenti al Gruppo Bilderberg, tra cui Monti, Draghi, Van Rompuy, Barroso & co, per la presunta violazione della Legge Anselmi sull' associazionismo. Portavo virtualmente con me i portavoce 5 Stelle Claudio Cominardi, Paolo Bernini, Carlo Sibilia, Alessio Villarosa, impegnati fisicamente in altri fronti di lotta". Nella premessa del suo post la Ciprini arriva a scomodare Luigi Pirandello:"La vita o si vive o si scrive, diceva Pirandello. Certi giorni sono così pieni di eventi che diventa impossibile fare aggiornamenti in tempo reale", scrive. E poi: "M5S: sempre operativi e pronti a metterci la faccia e la firma! Dopo gli interventi in aula, le interrogazioni parlamentari, l' interpellanza, i sopralluoghi annuali sui luoghi dell' incontro del meeting Bilderberg, il coinvolgimento della Commissione Vigilanza Rai, ora il pacchetto targato 5 Stelle è finalmente completo". Apparentemente su facebook molti hanno criticato questa decisione perché ritenuta stupida e inutile ma chiunque abbia un pò di sale in zucca capisce benissimo che ci sono troppe coincidenze e che tutto ciò che accade non è affatto casuale e per questo gli autori di questa denuncia meritano tutto l' appoggio possibile. Ovviamente è improbabile che la magistratura faccia qualcosa e quindi tutto scoppierà come una bolla di sapone ma al momento quello che conta è che si faccia pressione su questo gruppo e che coloro che ne fanno parte possano essere messi alla gogna e esposti al fuoco mediatico così che possa diventare difficile per costoro attuare i loro loschi piani.

Nota
La cosiddetta legge Anselmi è la legge numero 17 del 25 gennaio 1982. Si tratta di 6 articoli contenenti "Norme di attuazione dell' articolo 18 della Costituzione in materia di associazioni segrete e scioglimento dell' associazione denominata Loggia P2". Infatti grazie a quella legge, la cui legittimità costituzionale venne affermata dalla Consulta nell' ‘88, venne sciolta d' autorità la loggia del venerabile Licio Gelli e i beni della P2 vennero confiscati (da Il Corriere della Sera del 2 novembre 1992)

18 luglio 2014
Giuseppe DeSantis
www.ilnord.it/c3301_PRESENTATA_ALLA_PROCURA_DI_ROMA_DENUNCIA_CONTRO_IL_GRUPPO_BILDERBERG_VIOLA_LA_LEGGE_ANSEMI_SULLE_ASSOCIAZIONI...
wheaton80
00martedì 14 luglio 2015 12:36
La Gabbia: Paragone contesta a Monti la sua partecipazione al Bilderberg

wheaton80
00domenica 17 aprile 2016 21:56
Mattarella riceve la Trilaterale ed elogia Rockfeller



Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale la delegazione della Commissione Trilaterale, che si riunisce in questi giorni a Roma. Mattarella esordisce salutando i delegati ed elogiando Rockfeller, "che ha avuto l'intuizione di creare la Commissione" nel 1973. Mattarella elogia la Trilaterale, che secondo lui permetterebbe di "superare le rigidità delle relazioni tra governi", dopodiché afferma che spesso le risposte che i singoli governi propongono per i problemi sono inadeguate, come a suggerire "risposte collettive" che in ogni caso dovrebbero essere date da enti preposti, e non da una riunione dove vengono riuniti, con discrezionalità, governanti, membri di spicco del mondo mediatico e altri amici di Rockfeller. La Trilaterale esiste dal 1973, come afferma anche Mattarella, ma l'opinione pubblica l'ha conosciuta negli ultimi anni, insieme al gruppo Bilderberg, altro gruppo vicino al solito David Rockfeller, che si riunisce da mezzo secolo, e fino a qualche anno fa riuscivano a farlo in piena segretezza, nel totale silenzio dei mass media. Solo grazie alle inchieste dello scrittore Daniel Estulin è emersa la verità, "costringendo" questi gruppi a rivelarsi, e darsi una immagine "normale", con tanto di pubblicazione dell'elenco dei partecipanti e dell'ipotetico programma del meeting. In realtà, ci sono molti dubbi sulla liceità di queste riunioni a porte chiuse, alla quale partecipano anche membri del governo. Bilderberg e Trilaterale riuniscono i principali governi, oltre che importanti giornalisti e personalità. E conducono i governi verso la "linea" desiderata dall'élite...

caosvideo.it/v/mattarella-riceve-la-trilaterale-ed-elogia-rockfell...
wheaton80
00domenica 17 aprile 2016 22:05
L'ex Ministro Federica Guidi diserta la Trilateral di Roma



Federica Guidi, l'ex Ministro dello Sviluppo Economico che si è dimessa per il caso petrolio, non partecipa alla conferenza mondiale della Commissione Trilaterale in programma a Roma. In teoria la Guidi, non facendo più parte del governo guidato da Matteo Renzi, avrebbe la possibilità di partecipare, dopo essersi auto-sospesa, come tutti i membri di un esecutivo. Pare che la Guidi non sia più molto interessata alla Trilateral e invece sia intenzionata a focalizzare i suoi sforzi e il suo lavoro sulla Ducati Energia, l'impresa di famiglia.

14 aprile 2016
www.affaritaliani.it/economia/guidi-417328.html?refresh_ce
wheaton80
00giovedì 21 aprile 2016 19:43
La Gabbia: Il piano della Trilateral. Ancora lacrime e sangue (video)

www.la7.it/la-gabbia/video/il-piano-della-trilateral-ancora-lacrime-e-sangue-nessuno-21-04-201...

Il gotha del renzismo ha partecipato ai lavori della Commissione Trilaterale, uno dei gruppi di potere più influenti del pianeta che quest'anno si è riunita a Roma. Banchieri, politici, uomini e donne di Stato hanno deciso misure e azioni per contrastare quello che considerano il nemico più pericoloso, la Russia di Putin, nel controllo economico e geo-politico globale. Ma anche dell'Italia e di come favorire l'immigrazione per reclutare mano d'opera a basso costo per le multinazionali. Parola di Nessuno.

20/04/2016
wheaton80
00domenica 29 gennaio 2017 23:02
Gruppo Bilderberg, ecco chi governa davvero il mondo

Con un’espressione in bilico tra l’onesto riconoscimento della realtà fattuale e l’arroganza propria del potere, così ebbe modo di affermare uno dei massimi miliardari del pianeta:“La lotta di classe esiste e la mia classe la sta vincendo”. Si tratta, in effetti, di una chiara e ludica analisi del rapporto di forza quale si è venuto riconfigurando nel tempo della ribellione delle èlites e dell’offensiva neoliberista al mondo del lavoro e dei diritti. Scenario di cui, tuttavia, non si ha contezza, poiché il potere impone le sue mappe ingannatorie e usa armi di distrazione di massa. Per una comprensione della reale entità dell’èlite neo-oligarchica come maschera di carattere e come agente del capitale assoluto-totalitario nel tempo del disarmo del Servo, può giovare soffermare l’attenzione sul cosiddetto “gruppo Bilderberg”, emblema dell’Internazionale liberal-finanziaria del tempo neofeudale. Contrariamente a quanto si può a tutta prima essere indotti a pensare, il gruppo Bilderberg non consiste in una società, né in una cospirazione: si tratta, invece, di un incontro privato tra potenti di tutto il mondo, che ricorre annualmente, a partire dal primo consesso, che avvenne nel 1954 presso l’Hotel Bilderberg della cittadina olandese di Oosterbeek. Tale incontro annuale ha lo scopo di porre a confronto i potenti dell’èlite, uniti dall’ideologia neoliberista che li rappresenta e dalla volontà di porre in essere una rete atta a tutelare i loro interessi e a unire le istituzioni finanziarie.

Si tratta, appunto, di una specifica Internazionale liberal-finanziaria il cui motto pare potersi cristallizzare nel rovesciamento delle parole con cui Marx chiudeva il Manifesto:“Potenti di tutto il mondo, unitevi!”. Da un certo angolo prospettico, si potrebbe sostenere che il gruppo Bilderberg coincide tout court con una rete di interessi interdipendenti di tipo finanziario e politico, economico e industriale. Dal 1954 ad oggi, non è mai stato permesso alla stampa di assistere ai consessi del gruppo Bilderberg, né si è mai pubblicata l’agenda del convegno, né sono state rilasciate dichiarazioni da parte di chi vi ha partecipato. Espressione degli arcana imperii dell’economia mondiale finanziarizzata, la massima segretezza neo-oligarchica finisce per essere, paradossalmente, quanto mai rivelativa del vero carattere del gruppo Bilderberg come governo occulto che opera nell’ombra, determinando le linee generali di una politica ridotta a mera continuazione dell’economia con altri mezzi. Ancorché le riunioni siano strettamente segrete, gli interessi dell’èlite Bilderberg sono ampiamente noti, perché coincidono con quelli del finanz-capitalismo della fase assoluta del capitalismo (per un’analisi della quale mi permetto di rinviare al mio studio “Minima mercatalia. Filosofia e capitalismo”).

Tali interessi orbitano intorno al fuoco prospettico dell’eliminazione degli Stati nazionali e dei diritti sociali, della creazione di un’immensa pauper class precarizzata, nomade e disposta a tutto pur di sopravvivere, della distruzione delle costituzioni e dei confini nazionali, della creazione di nuovi trattati internazionali vincolanti mediante il primato economico e bancario, dell’offensiva integrale al mondo del lavoro e delle garanzie sociali. Nei piani e nei progetti del gruppo Bilderberg si incarna l’essenza della rivolta delle èlites: le unioni e i trattati internazionali vengono impiegati come strumenti mediante i quali operare la rimozione della sovranità nazionale democratica e, per questa via, destrutturare i diritti e lo stato sociale, imponendo la competitività internazionale come unico parametro. Per il tramite dei trattati internazionali, infatti, i governi nazionali vengono privati del loro potere, che è ceduto ad agenzie internazionali e finanziarie, che si sostituiscono in misura sempre crescente agli Stati nazionali, le cui guide e i cui rappresentanti erano, almeno sulla carta, eletti dal popolo.

Per questa via, l’oligarchia finanziaria dell’èlite può operare in qualità di società per azioni mondiale e di aristocrazia di intenti aspirante ad amministrare il pianeta mediante una rete transnazionale in grado di imporre senza incontrare resistenza un nuovo ordine mondiale plasmato dalla logica del capitalismo assoluto e flessibile. Come ebbe ad affermare David Rockefeller, nel giugno del 1991, durante l’incontro del gruppo Bilderberg a Baden Baden, una sovranità sovranazionale esercitata da una èlite intellettuale e da banchieri mondiali è senza dubbio da preferirsi senza esitazioni alla tradizionale autodeterminazione delle nazioni. In queste parole, in fondo, si condensa il programma internazionalista di liberalizzazioni senza frontiere perseguito dalla nuova Internazionale liberal-finanziaria e della sua distruzione complementare del Servo come soggetto organizzato e oppositivo e di tutti i limiti reali e simbolici di frenare l’estensione illimitata del nichilismo economico. L’obiettivo ultimo consiste nell’instaurazione di un governo unico mondiale con un solo mercato planetario, ove non sopravvivano identità e culture plurali, l’umanità sia dissolta in atomi di consumo privi di radici e di progettualità, nella forma di un’immensa plebe precarizzata e asservita. È il trionfo del classismo planetario e del fanatismo economico transnazionale.

Diego Fusaro
8 febbraio 2016
www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/08/gruppobilderbergeccochigovernadavveroilmondo/...
wheaton80
00lunedì 5 giugno 2017 04:20
Gruppo Bilderberg riunito in Virginia, rompere il silenzio intorno a questa cupola

Nel totale occultamento dei mass media nostrani è cominciato a Chantilly, in Virginia, l’incontro annuale del gruppo Bilderberg. Fino al 4 giugno questa cupola composta da banchieri, manager, politici, militari e giornalisti discuteranno su come perseverare con quel sistema neoliberista che permette a 8 persone di possedere una ricchezza pari a 426 miliardi di dollari, una somma equivalente a quella che hanno 3,6 miliardi di persone. Il gruppo Bilderberg annualmente raduna, in lussuosi alberghi a porte chiuse, il gotha della plutocrazia mondiale. Il nome del club deriva dal nome dell’hotel de Bilderberg a Oosterbeek, nei Paesi Bassi, dove si tenne nel 1954 la prima riunione. Tra i 130 partecipanti di Chantilly saranno presenti il Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg, David Cohen, ex vicedirettore della CIA, José Manuel Barroso, Presidente della Goldman Sachs e Christine Lagarde, Direttore del Fondo Monetario Internazionale. In nostra “rappresentanza”, oltre al solito John Elkann, ci saranno Lilli Gruber e Beppe Severgnini. Ovviamente nulla potranno riferire perché, proprio come accade con la Mafia e la Massoneria, è vietatissimo far uscire notizie; viene da domandarsi cosa ci vadano a fare dei giornalisti se poi non possono svolgere quello che dovrebbe essere il loro compito, e cioè informare i cittadini. Perché i maggiori organi di “informazione” non reputano sia importante dare la notizia che gli uomini più potenti del mondo si incontreranno per alcuni giorni tutti insieme e a porte chiuse? In questi incontri vengono stabilite le nostre sorti, quel che resta del nostro futuro di cittadini. Verranno spartite quelle poche ossa rimaste di ciò che un tempo erano gli Stati. Si pensi che le multinazionali hanno più potere degli Stati: delle prime 100 entità economiche, 67 sono multinazionali e 33 i governi:

www.cnms.it/attachments/article/171/Top200-2015-web.pdf

Oggi questa élite transnazionale gestisce ogni aspetto delle nostra struttura sociale, controlla i mass media, l’industria agroalimentare, la stampa della moneta e purtroppo, dramma dei nostri tempi, anche la politica. Gli incappucciati 2.0 del gruppo Bilderberg, in nome del dogma neoliberista, che ha come unico fine privatizzare e liberalizzare, anche quest’anno ratificherà quel progetto sociale che causa la morte dai 30 ai 50 milioni di persone per fame. Eppure basterebbero soltanto 40 miliardi di dollari per porre fine a questo sterminio, ma i signori del Bilderberg non si incontrano per salvare vite bensì per proteggere e aumentare ricchezze. Ciò giustifica i circa 1800 miliardi di dollari che si investono annualmente in armamenti:

www.repubblica.it/economia/2015/11/18/news/armi_tutti_i_numeri_di_un_commercio_che_vale_quasi_1_800_miliardi_di_dollari-12...

A mio avviso il vero dramma è che a più di 60 anni dalla nascita del club Bilderberg e circa 40 dalla Commissione Trilaterale, non sono più necessari segretezza e silenzio intorno a questa cupola di potere. Questo perché si è riuscito, ed è tipico delle dittature, a costituire un popolo complice che sostiene e difende l’élite dominante. La vera sfida è liberare i più da questa ipnosi collettiva e riprenderci le chiavi del nostro futuro.

Gianluca Ferrara
3 giugno 2017
www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/03/gruppo-bilderberg-riunito-in-virginia-rompere-il-silenzio-intorno-a-questa-cupola/...
wheaton80
00mercoledì 5 giugno 2019 17:57
Le lunghe mani del gruppo Bilderberg

Tre italiani sono stati invitati quest’anno alla riunione del gruppo Bilderberg, svoltasi a Montreux in Svizzera dal 30 maggio al 2 giugno. Accanto a Lilli Gruber, la conduttrice televisiva de La7 ormai ospite fissa del Bildelberg, è stato invitato un altro giornalista: Stefano Feltri, vicedirettore del Fatto Quotidiano diretto da Marco Travaglio. Il «terzo uomo» scelto dal Bildenberg è Matteo Renzi, senatore del Partito Democratico, già presidente del Consiglio. Il gruppo Bilderberg, costituitosi nel 1954 formalmente per iniziativa di «eminenti cittadini» statunitensi ed europei, fu in realtà creato dalla CIA e dal servizio segreto britannico MI6 per sostenere la NATO contro l’URSS. Dopo la guerra fredda, ha mantenuto lo stesso ruolo a sostegno della strategia USA/NATO. Alle sue riunioni vengono invitati ogni anno, quasi esclusivamente da Europa occidentale e Stati uniti, circa 130 esponenti del mondo politico, economico e militare, dei grandi media e dei servizi segreti, che formalmente partecipano a titolo personale. Essi si riuniscono a porte chiuse, ogni anno in un Paese diverso, in hotel di lusso blindati da ferrei sistemi militari di sicurezza. Non è ammesso nessun giornalista od osservatore, né viene pubblicato alcun comunicato. I partecipanti sono vincolati alla regola del silenzio: non possono rivelare neppure l’identità dei relatori che hanno fornito loro determinate informazioni (alla faccia della declamata «trasparenza»). Si sa solo che quest’anno hanno parlato soprattutto di Russia e Cina, di sistemi spaziali, di uno stabile ordine strategico, del futuro del capitalismo.

Le presenze più autorevoli sono state, come al solito, quelle statunitensi: Henry Kissinger, «figura storica» del gruppo a fianco del banchiere David Rockfeller (fondatore del Bilderberg e della Trilateral, morto nel 2017); Mike Pompeo, già capo della CIA e attuale Segretario di Stato; David Petraeus, Generale già capo della CIA; Jared Kushner, consigliere (nonché genero) del Presidente Trump per il Medio Oriente e intimo amico del Premier israeliano Netanyahu. Al loro seguito Jens Stoltenberg, Segretario Generale della NATO, che ha ricevuto un secondo mandato per i suoi servigi agli USA. Per quattro giorni, in incontri segreti multilaterali e bilaterali, questi e altri rappresentanti dei grandi poteri (aperti e occulti) dell’Occidente hanno rafforzato e allargato la rete di contatti che permette loro di influire sulle politiche governative e sugli orientamenti dell’opinione pubblica. I risultati si vedono. Sul Fatto Quotidiano Stefano Feltri difende a spada tratta il gruppo Bilderberg, spiegando che le sue riunioni si svolgono a porte chiuse «per creare un contesto di dibattito franco e aperto, proprio in quanto non istituzionale», e se la prende con «i tanti complottisti» che diffondono «leggende» sul gruppo Bilderberg e anche sulla Trilateral. Non dice che, fra «i tanti complottisti», c’è il magistrato Ferdinando Imposimato, Presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione (deceduto nel 2018), che riassumeva così il risultato delle indagini effettuate:«Il gruppo Bilderberg è uno dei responsabili della strategia della tensione e quindi anche delle stragi», a partire da quella di Piazza Fontana, di concerto con la CIA e i servizi segreti italiani, con Gladio e i gruppi neofascisti, con la P2 e le logge massoniche USA nelle basi NATO. In questo prestigioso club è stato ammesso ora anche Matteo Renzi. Escludendo che lo abbiano invitato per le sue doti di analista, resta l’ipotesi che i potenti del Bilderberg stiano preparando in modo occulto qualche altra operazione politica in Italia. Ci scuserà Feltri se ci uniamo così ai «tanti complottisti».

Manlio Dinucci
03.06.2019
ilmanifesto.it/le-lunghe-mani-del-gruppo-bilderberg/
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