Eutanasia bambini

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LiviaGloria
00venerdì 28 aprile 2006 16:04
Il gruppo di pressione cattolico "Fattisentire" ha lanciato una web-petizione agli europarlamentari contro l'eutanasia per bambini approvata dal Parlamento Olandese.

Gentile Onorevole,
Ho letto con rammarico la notizia che nei Paesi Bassi è stata promulgata una legge che consente l'eutanasia infantile. Evidentemente il buon senso ha abbandonato il nostro vecchio continente per l'affermazione di una nuova era di barbarie. In quanto cittadino europeo le chiedo di intraprendere tutte le iniziative legislative necessarie, affinché l'Unione Europea, opponendosi con decisione a questo provvedimento, dia inizio ad un'inversione di tendenza. La pregherei di informarmi sulle comunicazioni e proposte che intende porre all'attenzione del Parlamento Europeo.
Cordiali saluti

"In una clinica di Groningen, é permesso uccidere dolcemente bambini al di sotto dei 12 anni, che non possono esercitare la libertà per dare il proprio consenso.
La clinica olandese decide di "terminarli": col pretesto di aiutare le famiglie, aiutano i bambini a sparire dal mondo.
La legge sull'eutanasia va contro la Convenzione europea sui diritti dell'uomo; ma ora è possibile andare perfino oltre quella legge che non consentiva la soppressione di bambini.
Il potere di vita e di morte, il potere supremo, non è sottoposto più neanche al vaglio democratico del parlamento (che pure non potrebbe arrogarsi quel potere).

E' stato recentemente detto:"Così aiutiamo i bimbi a morire". Solo che non erano i terroristi ceceni a fornire tale aiuto: l'eutanasia su di loro, è la versione moderna e soft del Monte Taigeto o della Rupe Tarpea da dove si buttavano i segnati dalla sorte, gli storpi e i maledetti. Erano quelli i parcheggi per gli handicappati, le barriere architettoniche abbattute per i disabili al tempo dei greci e dei romani, pur civilissimi.
Nel III Reich fu detto: "dobbiamo garantire una morte pietosa ai pazienti considerati incurabili" e così "furono pietosamente uccisi, fra i molti, 5.000 bambini".

E noi convidiamo totalmente le affermazioni rilasciate dal Prof. Gonzalo Miranda, Preside della Facoltà di Bioetica dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum in un'intervista a Zenit:

Questo provvedimento che permette l'applicazione dell'eutanasia a tutti i nati é una dimostrazione che la famosa teoria del "pendio scivoloso" era corretta.
Una volta che si stabilisce il principio che puoi uccidere un essere umano perché soffre, allora logicamente lo estendi a tutti quelli che soffrono. Se uccidi un essere umano che lo chiede, lo puoi applicare a tutti gli esseri umani che lo chiedono, anche se non soffrono.
Quando si è cominciato a discutere di eutanasia in Olanda ed in altri Paesi, molti hanno sollevato il pericolo di scivolare verso il peggio, e i difensori del provvedimento hanno detto che non sarebbe accaduto, e invece.... molti hanno poi iniziato nel 1993 con la depenalizzazione dell'Eutanasia, ed in seguito è venuta la legge che è stata estesa ai bambini di 12 anni in su.
Nonostante l'opposizione dell'opinione pubblica, ad appena due anni da quella legge siamo già all'applicazione a tutti i nati senza nessun tipo di consenso informato da parte dell'interessato.
Vorrei sottolineare che si tratta dell'uccisione volontaria di un essere umano che non si può pronunciare. Uccisione volontaria di un essere umano che non può dire che cosa pensa.

Vogliamo chiedere al Presidente del Parlamento Europeo Josep Borrell Fontelles, al Vice Presidente Mario Mauro, agli europarlamentari italiani ed a tutti i deputati olandesi che si mobilitino per impedire il dilagare di questa barbarie. "


GEBURAH
00venerdì 28 aprile 2006 16:09
Livia
che schifo, non so come esprimermi per definire appunto quanto è triste, schifoso da bastardi e ignoranti commettere questo crimine verso l'umanità!
dio non perdonerà questo, va oltre la sua misericordia!
Claudio Cava
00domenica 30 aprile 2006 17:58
Re: Livia

Scritto da: GEBURAH 28/04/2006 16.09
che schifo, non so come esprimermi per definire appunto quanto è triste, schifoso da bastardi e ignoranti commettere questo crimine verso l'umanità!
dio non perdonerà questo, va oltre la sua misericordia!



dio non perdonerà questo, va oltre la sua misericordia

Facciamo come gli Stati islamici, allora, un indissolubile binomio di Stato e religione.

Di schifo ne provo piu' io a leggere le falsita' di parte e le esagerazioni propagandistiche di questo scritto (il copiaincolla del capothread, non questo a cui rispondo).

Stessa musica che con i PACS, nella cui (anti)propaganda si vuole dare ad intendere che equivalgano al matrimonio (tra gay) e che sia preludio all' adozione (dei gay).

Sia ben chiaro che ANCH' IO (!) considero la legge olandese sull' eutanasia troppo radicale, ma sono veramente stufo di assistere a tutti i distorcimenti di coloro che, condizionati mentali fin dalla culla, vorrebbero far passare da tali chi invece ragiona su basi razionali scevre da inculcamenti.

Ciao
Claudio


[Modificato da Claudio Cava 30/04/2006 18.01]

LiviaGloria
00lunedì 1 maggio 2006 20:01
Altra fonte
Un passo alla volta...piano,piano...dopo l approvazione della prima legge.adesso anche i bambini e neonati...é stata variata la legge precedente...piccole variazioni....
Su 800 bambini "uccisi" con eutanasia...lo stesso medico ammette che solo 20 erano casi che necessitavano di eutanasia.
Questo é per dire che quasi mai una legge é fatta per le eccezzioni...come aborto e altro.

ZENIT - Il mondo visto da Roma







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Codice: ZI04090504

Data pubblicazione: 2004-09-05

Un prevedibile esito della legge olandese: eutanasia anche ai neonati


ROMA, domenica, 5 settembre 2004 (ZENIT.org).- Di seguito pubblichiamo per la rubrica di Bioetica l’intervento della dottoressa Claudia Navarini, docente della Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.



* * *


L’Olanda rafforza il suo triste primato in fatto di pratica legale dell’eutanasia. Il 30 agosto 2004, infatti, un’allarmante notizia è stata diffusa - sia pur brevemente - dalla maggior parte dei quotidiani e dei telegiornali italiani: l’intesa fra la magistratura olandese e la clinica universitaria di Groningen, che autorizza un protocollo di sperimentazione volto ad estendere ai bambini sotto i dodici anni, e anche ai neonati, la pratica dell’eutanasia già regolata dalla legge dell’aprile 2002 (cfr. Medici cattolici: l’Olanda permette di uccidere senza consenso, bambini e adulti - ZENIT, 3 settembre 2004).

In questi giorni, in cui tutto il mondo rabbrividisce davanti al tragico spettacolo delle atrocità commesse dal terrorismo jihadista sugli innocenti, e in particolare sui bambini dell’Ossezia, perché non pensare anche a quelle violenze nascoste, ma non per questo meno rivoltanti, perpetrate da anni e in misura crescente nelle sale asettiche degli ospedali ai danni di chi non ha voce per far valere i propri diritti?

Il mondo occidentale, infiacchito da decenni di assuefazione al crimine legale dell’aborto procurato – un autentico massacro di vittime inermi – subisce ora in Olanda la sferzata dell’eutanasia infantile e neonatale, giustificandola con il “diritto” dei bambini ad avere, come i “grandi”, una morte indolore. Una “buona morte”, come ricorda eufemisticamente la stessa parola eutanasia.

Perché di questo si tratta: di proporre una morte valutata secondo criteri “di qualità”, come un prodotto qualsiasi. In Olanda la morte per eutanasia è quasi pubblicizzata, per indurre la convinzione che, poiché la morte è inevitabile, tanto vale costruirsela a piacimento, renderla meno sgradevole e soprattutto controllarne i modi e i tempi.

Ma qui si situa una prima importante anomalia: l’eutanasia è stata sostenuta, almeno dopo la fine della seconda guerra mondiale, come eutanasia su richiesta, cioè come eutanasia consensuale. In Olanda e in molti altri paesi i fautori dell’eutanasia hanno addirittura rivisitato la definizione del termine, precisando che oggetto di un disegno di legge può essere unicamente l’eutanasia propriamente detta, cioè quella richiesta con insistenza dal paziente in determinate condizioni di prostrazione e con prognosi certamente infausta.

Con ciò si voleva tra l’altro prendere “vistosamente” le distanze dall’eutanasia nazista, che corrispondeva a un’eugenetica di stato, sopprimendo anche senza consenso ed eventualmente con l’inganno i cittadini ritenuti di minor valore, come i disabili, i malati di mente, i malati gravi e i morenti. Tutti i movimenti pro-eutanasia insistono nel sottolineare come, al contrario, l’idea “democratica” di eutanasia riconosca la centralità dell’autonomia del paziente, il quale - ci ripetono come in un ritornello - deve poter decidere i tempi e i modi della propria morte.

Invece, i moralisti attenti e tutte le persone assennate comprendono che l’anticipazione volontaria della morte come mezzo per eliminare il dolore porta facilmente ad abusi ed estensioni, rivelando il suo vero volto: non un atto di pietà per il dolore insopportabile, ma un atto di insofferenza verso il sofferente, un atto di rifiuto verso chi ci ricorda con la sua agonia, la finitezza umana, un atto di pura violenza verso i deboli in quanto deboli. E oltretutto “costosi”.

Il risultato è che la distanza delle pratiche eutanasiche olandesi da quelle naziste si è annullata di colpo, e appaiono poco convincenti le “precauzioni” messe a punto dal “protocollo rigidissimo” di cui parla il responsabile della sezione pediatrica della clinica olandese, il dottor Eduard Verhagen, come la possibilità di perseguire il medico che ha compiuto l’eutanasia in modo non ortodosso e l’obbligo di ascoltare il parere di un altro medico indipendente, oltre ai tre previsti dalla legge del 2002.

Siamo cioè di fronte a quella che il presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica Francesco D’Agostino definisce una “pseudo-eugenetica di Stato malcelata”, e che Gonzalo Miranda, decano della Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, giudica “una pratica eugenetica di eliminazione di quello che alcuni valutano come ‘difettoso’” (cfr. Eutanasia in Olanda: la storia di “Caino che decide l’assassinio del fratello - ZENIT, 3 settembre 2004).


La gravità della “sperimentazione” olandese è stata in effetti ben compresa da tutti gli organi istituzionali e ufficiali della medicina italiana, a partire dal Ministro della Salute Girolamo Sirchia, nonché dai bioeticisti, con poche ovvie eccezioni: ad esempio i rappresentanti di Exit-Italia, l’organizzazione che da anni si batte per l’introduzione dell’eutanasia nel nostro paese, e che ritiene “giusto” che qualcuno di prenda la responsabilità di mettere fine alle sofferenze dei bambini.

Tale responsabilità, in realtà, ricade totalmente sulle spalle (e sulla coscienza) dei medici, dato che i genitori non sono abilitati a farlo dal protocollo, con il rischio che, come nota Antonio G. Spagnolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, l’atto eutanasico venga vieppiù utilizzato come una normale pratica medica.

Il dottor Verhagen ammette che, nel suo paese, l’eutanasia infantile è già un dato di fatto: “Ogni anno la dolce morte ‘libera dai dolori’ circa ottocento bambini olandesi. Di questi, continua Verhagen, ‘almeno una ventina hanno un´esistenza che è talmente terribile, insopportabile, disperata da far preferire la morte’” (Andrea Tarquini, Olanda, sì all’eutanasia sui bambini, “La Repubblica”, 31 agosto 2004). Trascurando per un attimo le possibilità di controllo del dolore e di vero accompagnamento alla morte di quei venti dall’esistenza tale “da far preferire la morte”, viene da chiedersi: perché dunque vengono uccisi gli altri 780 bambini? Chi davvero “preferisce” la loro morte?

Perché non si intraprende un serio lavoro di perfezionamento e promozione delle cure palliative, che già, dove correttamente applicate, hanno eliminato quasi totalmente le richieste di eutanasia? Perché, soprattutto, non ci si dispone ad accompagnare i morenti rispondendo alle loro reali richieste, ovvero il bisogno di senso, di sicurezza, di affetto e di pazienza che nessuna iniezione letale può dare? E’ proprio la mancanza di queste risposte a gettare nella disperazione chi già soffre, oltretutto in un contesto psicologico e culturale ove si avverte chiaro il “peso” che il sofferente costituisce per chi invece lo dovrebbe aiutare ad affrontare la prova.

La radice del male, in realtà, non risiede nelle modalità con cui l’eutanasia è eseguita o nelle estensioni della pratica oltre determinati confini, ma nella pratica stessa dell’eutanasia in quanto uccisione diretta e deliberata, cioè volontaria, di un essere umano innocente. Per questo nella Lettera Enciclica Evangelium Vitae, al n. 65, il Santo Padre Giovanni Paolo II non esista a definire l’eutanasia sempre e comunque un suicidio o un omicidio, che lede gravemente la dignità dell’essere umano e riduce l’uomo, vertice della Creazione e immagine del Creatore, ad un oggetto da costruire, esaminare e scartare quando non serve più.

Un’ultima nota. Mentre all’estero la notizia è passata sotto pressoché completo silenzio, rimanendo assente dalle testate giornalistiche, in Italia ha suscitato molteplici reazioni, quasi unanimemente negative, per poi ritornare nell’ombra. Forse qualcuno sperava in un’accoglienza diversa, magari in un’opinione pubblica divisa, che potesse servire validamente la causa pro-eutanasia?
Ghergon
00lunedì 1 maggio 2006 21:32
La cosa allucinante è che questa gente si dichiara contraria alla pena di morte considerandola una barbaria, poi approvano però aborto ed eutanasia!
Sono quelle inversioni morali tanto care agli anticristiani.
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