Fan dell'iPod, un popolo di pirati

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Alounak
00domenica 17 settembre 2006 22:40
Rapporto della Jupiter Research

I fan dell'iPod evitano l'iTunes store

In media soltanto il 5% dei brani contenuti nei lettori mp3 della Apple proviene dai negozi online di musica digitale


LONDRA - Altro che clienti affezionati dell'iTunes store. Altro che acquirenti di musica digitale legale. I fan dell'iPod, il lettore mp3 della Apple diventato una sorta di status symbol, riempiono il proprio "gioiellino" con tracce scaricate attraverso il caro, vecchio "peer-to-peer" oppure ricavate dai classici Cd. È quanto rivela uno studio di Jupiter Research, secondo il quale, in media, solo una piccola percentuale delle canzoni contenute in un singolo iPod provengono dall'iTunes store, il negozio di musica digitale targato (anche questo) Apple.
IL MERCATO - I ricercatori stimano che nel corso del 2006 gli europei spenderanno circa 385 milioni di euro in musica digitale. Una cifra ingente, ma ancora poca cosa se rapportata alle vendite dei lettori mp3. Secondo il rapporto, ad esempio, l'83% dei possessori di iPod non sono acquirenti abituali di musica digitale. Soltanto il 17% fa acquisti on line almeno una volta al mese: si tratta generalmente di canzoni singole. E in media, solo il 5% della musica contenuta sui lettori Apple proviene da negozi digitali. Facile immaginare che gran parte di quel 95% che resta abbia una origine "pirata".
ALTRE STRADE - Ma gli analisti di Jupiter avvertono che può essere fuorviante dividere gli appassionati di musica in due categorie: quelli che pagano e quelli che preferiscono scaricare illegalmente. Insomma, qualcosa si compra e qualcosa si ottiene con il file-sharing. Per questo, spiegano gli studiosi, l'importanza dei contenuti "free" non dovrebbe essere sottostimata. Anzi, dovrebbe essere uno stimolo a cercare nuove forme di distribuzione per la musica digitale. L'esempio, a quanto dicono, potrebbe essere Spiral Frog, che farà pagare alle pubblicità le canzoni scaricate dagli utenti. Il debutto dell'iniziativa (alla quale ha aderito la Universal Music) è atteso per dicembre 2006. Sarà davvero questa la strada giusta per la musica digitale?

www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/09_Settembre/16/iP...


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