GESù, MAESTRO DI BUON SENSO E PROMOTORE DELLA NON VIOLENZA

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BAGAVAN
00sabato 26 maggio 2007 16:09
L’esibizione di una potenza inspiegabile, irresistibile e indiscutibile, è da sempre, per i fanatici, il segno più certo della presenza divina, ma è proprio questo che Gesù voleva mettere in discussione.

In nessun caso Gesù si servirebbe della violenza per imporsi. In nessun caso eliminerebbe i propri oppositori, e su questo Gesù non vuole essere frainteso.

“Se gli uomini tentano Dio, sollecitandolo ad esibire la sua potenza contro l’altro (miscredente, altre religioni, peccatori), come una necessità mentale della proria fede dogmatica, Dio si sottrarrebe”. Nessuna riparazione del peccato avviene tramite lo spargimento del sangue di un uomo. Amico o nemico che sia.

Chi si fiderà più di un Dio nel nome del quale si uccide un innocente?

Quale potere ha la violenza su un uomo disposto a perdere tutto, a dare la vita per un ideale? Nessuno!
E quale punizione è riservata agli uccisori di Gesù da parte del Dio tremendo e castigatore dell’immaginario di rashta e similari? Nessuna.

A chi segue l'informazione non sarà sfuggito il fatto che ultimamente sembra emergere nei mezzi di comunicazione la tendenza a dipingere a tinte fosche il futuro prossimo che attende l'umanità. Il terrorismo islamico, il crescente divario economico tra paesi ricchi e poveri, l'aumento senza precedenti di catastrofi naturali, la crisi dei valori nella cultura di oggi, e tutti gli altri mali che affliggono il mondo e che tutti ben conosciamo, hanno portato molti commentatori ad avventurarsi in previsioni sempre più orientate al pessimismo e al catastrofismo. Non di rado vengono usati toni a dir poco apocalittici, motivati dall'apparente ineluttabilità di una condizione di profonda crisi del mondo in cui viviamo. Se ne parla con un atteggiamento di rassegnato pessimismo, come se l'umanità fosse destinata inevitabilmente ad una deriva morale, sociale, religiosa, ambientale, che può condurre in ultima analisi solo all'autodistruzione.

Non c'è dubbio che talvolta certe analisi e commenti sono un po' troppo sopra le righe per avere i crismi dell'obiettività. D'altra parte si sa che spesso c'è la tendenza da parte dei mass-media ad esasperare volutamente i toni.

Tuttavia, considerando i drammatici fatti che in questi anni stanno accadendo nel mondo bisogna ammettere che taluni inquietanti scenari futuri, che vengono paventati, non sono privi di fondamento anche se sono comunque discutibili gli atteggiamenti avventisti e votati al catastrofismo.

Per altro un diffuso sentimento di allarme e preoccupazione sembra farsi strada anche fra uomini di scienza, di cultura e di fede. Diverse figure di spicco del mondo laico e religioso parlano ormai senza mezzi termini di crisi della nostra civiltà.

Il credente, per quanto animato da quell'incrollabile speranza che si fonda sulla fede in Dio, osservando ciò che accade oggi nel mondo si sente talvolta come smarrito, sopraffatto dalla sua incapacità di comprendere i disegni divini, sgomento dall'apparente lontananza di Dio dai problemi degli uomini.

Ed ecco che allora si ripropone il fatidico ed eterno interrogativo: perché Dio permette tutto ciò? Perché non interviene in soccorso di quest'umanità così afflitta da tanti tragici mali?

ecco una possibile risposta di rashta e similari.
Dio può castigare gli uomini permettendo un male, ma anche mandando di propria mano una punizione per correggere.

io non posso accettare questa risposta.

perchè chi in nome di Dio vuole correggere i propri simili è proprio chi si è fatto intermediario tra dio e l'Uomo (talebano, sacerdote e veggente dlirante) e pretende di interpretare i suoi disegni salvifici, magari scatenando una guerra santa.

Noi laici dobbiamo fermare la guerra santa con opposizione ferma, democratica e giudiziaria.

Non possiamo permettere che ste fanatici ci facciano regredire in eriodi medioevali in cui anche all'interno della chiesa i vari vescovi e contee si facevano la guerra per l'egemonia sui fedeli (considerati roba da spartirsi fra i signosi della chiesa e del potere secolare).

oggi la presunta lotta tra il bene e il male ha gasato i paladini della fede in Cristo meglio i fanatici che sbavano per lui additando gli altri come rei di non credere alla loro predicazione, quindi cndananndo gli altri al fuoco della geeenna in modo discriminatorio.

vi pare che il loro metodo di giudizio morae su chi non crede sia obiettivo? che si possa dire vera e propria profezia il discenere in modo induttivo fasificando il sistema sillogistico di aristotele e con due premesse dogmatiche a priori che chi non crede va all'inferno? questo era il metodo inquisitorio dei prim secoli quando nacque l'apologetica e il sistema di discernimento moralistico della corrente scolastica.

Buona riflessione.


BAGAVAN
00domenica 27 maggio 2007 01:32
Re:
molti dei fedeli presunti al Cristo si sono messi a giudicare il mondo in modo moralistico e ad invocare il castigo su coloro che si ritiene essere allievi di satana, per questo lo stesso Cristo potrebbe non ratificare e sostenere tale comportamento fanatico, ideologico, macchiavellico, cinico, apocalittico, ec...ec...

Non posso credere che Gesù abbia contravvenuto alla sua stessa non violenza nel parlare con tutti e nell'aiutarli a rasserenare il cuore e a ragionare con mitezza.

adesso arriva rashta e giudica che chi non la pensa come lui è allievo di satana e poi spero che non vi siano altri che come lui si mettano a forzare la mano di Dio a guerreggiare contro i laici che come me credono nella propria libertà di espressione e azione.

e poi non è un dogma affermare quello che affermate voi cattolici, cristiani e manichei, quindi non siamo costretti a credervi sulla parola tanto meno se non date neppure buon esempio.

Buona notte.


Scritto da: BAGAVAN 26/05/2007 16.09
L’esibizione di una potenza inspiegabile, irresistibile e indiscutibile, è da sempre, per i fanatici, il segno più certo della presenza divina, ma è proprio questo che Gesù voleva mettere in discussione.

In nessun caso Gesù si servirebbe della violenza per imporsi. In nessun caso eliminerebbe i propri oppositori, e su questo Gesù non vuole essere frainteso.

“Se gli uomini tentano Dio, sollecitandolo ad esibire la sua potenza contro l’altro (miscredente, altre religioni, peccatori), come una necessità mentale della proria fede dogmatica, Dio si sottrarrebe”. Nessuna riparazione del peccato avviene tramite lo spargimento del sangue di un uomo. Amico o nemico che sia.

Chi si fiderà più di un Dio nel nome del quale si uccide un innocente?

Quale potere ha la violenza su un uomo disposto a perdere tutto, a dare la vita per un ideale? Nessuno!
E quale punizione è riservata agli uccisori di Gesù da parte del Dio tremendo e castigatore dell’immaginario di rashta e similari? Nessuna.

A chi segue l'informazione non sarà sfuggito il fatto che ultimamente sembra emergere nei mezzi di comunicazione la tendenza a dipingere a tinte fosche il futuro prossimo che attende l'umanità. Il terrorismo islamico, il crescente divario economico tra paesi ricchi e poveri, l'aumento senza precedenti di catastrofi naturali, la crisi dei valori nella cultura di oggi, e tutti gli altri mali che affliggono il mondo e che tutti ben conosciamo, hanno portato molti commentatori ad avventurarsi in previsioni sempre più orientate al pessimismo e al catastrofismo. Non di rado vengono usati toni a dir poco apocalittici, motivati dall'apparente ineluttabilità di una condizione di profonda crisi del mondo in cui viviamo. Se ne parla con un atteggiamento di rassegnato pessimismo, come se l'umanità fosse destinata inevitabilmente ad una deriva morale, sociale, religiosa, ambientale, che può condurre in ultima analisi solo all'autodistruzione.

Non c'è dubbio che talvolta certe analisi e commenti sono un po' troppo sopra le righe per avere i crismi dell'obiettività. D'altra parte si sa che spesso c'è la tendenza da parte dei mass-media ad esasperare volutamente i toni.

Tuttavia, considerando i drammatici fatti che in questi anni stanno accadendo nel mondo bisogna ammettere che taluni inquietanti scenari futuri, che vengono paventati, non sono privi di fondamento anche se sono comunque discutibili gli atteggiamenti avventisti e votati al catastrofismo.

Per altro un diffuso sentimento di allarme e preoccupazione sembra farsi strada anche fra uomini di scienza, di cultura e di fede. Diverse figure di spicco del mondo laico e religioso parlano ormai senza mezzi termini di crisi della nostra civiltà.

Il credente, per quanto animato da quell'incrollabile speranza che si fonda sulla fede in Dio, osservando ciò che accade oggi nel mondo si sente talvolta come smarrito, sopraffatto dalla sua incapacità di comprendere i disegni divini, sgomento dall'apparente lontananza di Dio dai problemi degli uomini.

Ed ecco che allora si ripropone il fatidico ed eterno interrogativo: perché Dio permette tutto ciò? Perché non interviene in soccorso di quest'umanità così afflitta da tanti tragici mali?

ecco una possibile risposta di rashta e similari.
Dio può castigare gli uomini permettendo un male, ma anche mandando di propria mano una punizione per correggere.

io non posso accettare questa risposta.

perchè chi in nome di Dio vuole correggere i propri simili è proprio chi si è fatto intermediario tra dio e l'Uomo (talebano, sacerdote e veggente dlirante) e pretende di interpretare i suoi disegni salvifici, magari scatenando una guerra santa.

Noi laici dobbiamo fermare la guerra santa con opposizione ferma, democratica e giudiziaria.

Non possiamo permettere che ste fanatici ci facciano regredire in eriodi medioevali in cui anche all'interno della chiesa i vari vescovi e contee si facevano la guerra per l'egemonia sui fedeli (considerati roba da spartirsi fra i signosi della chiesa e del potere secolare).

oggi la presunta lotta tra il bene e il male ha gasato i paladini della fede in Cristo meglio i fanatici che sbavano per lui additando gli altri come rei di non credere alla loro predicazione, quindi cndananndo gli altri al fuoco della geeenna in modo discriminatorio.

vi pare che il loro metodo di giudizio morae su chi non crede sia obiettivo? che si possa dire vera e propria profezia il discenere in modo induttivo fasificando il sistema sillogistico di aristotele e con due premesse dogmatiche a priori che chi non crede va all'inferno? questo era il metodo inquisitorio dei prim secoli quando nacque l'apologetica e il sistema di discernimento moralistico della corrente scolastica.

Buona riflessione.



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