Giovanni 21 e San Malachìa in perfetto accordo, secondo Romano Amodeo

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amoram
00giovedì 23 luglio 2009 16:58
"Se io voglio che egli resti fino al mio ritorno, a te che te frega?"
L’apostolo Giovanni scrive in relazione al suo futuro, nel capitolo 21, Epilogo del suo Vangelo, versetti 21-23.

«« 21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?».
22 Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi».
23 Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?». »».

Con questa duplice domanda si chiudono i 4 Vangeli.
Non è strano?

Chiediamoci a questo punto se Giovanni sia “rimasto” oppure no, e in che senso, visto che Gesù non parlò di un “rimanere nella vita reale”.

Si può rimanere “in auge”, come chi non sia « portato da un altro che ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi».

Per Pietro, infatti, il vaticinio fu chiarito esattamente “in verità, in verità”, nel versetto 18, che è di una chiarezza assoluta:

« 18 In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi ».

Scrive subito dopo Giovanni:

« 19 Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. ».

Ebbene questa interpretazione di Giovanni fu arbitraria. Infatti, neanche per Pietro Gesù aveva parlato di morte, ma solo di un cingersi la veste da solo oppure per mano di un altro che lo avrebbe fatto per lui.
Infatti poi alla domanda « Signore, e lui? », riferita al destino, in verità, in verità chiarito anche in relazione a Giovanni, Gesù non aveva parlato di una morte vera e propria, ma solo di un rimanere o no proprietari della loro libertà.

Chiediamoci allora se Pietro sia “rimasto o no” libero nel gestire la sua veste, perché la rivelazione fatta da Gesù fu espressa «in verità, in verità!».

Risulta di una CHIAREZZA ASSOLUTA che Pietro non è restato fedele alla triplice consegna espressa nei versetti immediatamente precedenti a questa profezia rivelata nel 18, dopo la triplice risposta “ti amo” alla domanda precisa: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?»

«« 15 Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
16 Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle».
17 Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. »»

Cosa intendeva dire Gesù con «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?»

Intendeva l’amore del Buon Pastore, che è quello di chi conosce le pecore ad una ad una, ne sa il nome, e la va a cercare lasciando tutte le altre se si perde. Non è come quello di «costoro», i Mercenari, che ne fanno una merce indistinta, da valutarsi in base al peso, in base al numero.

Ebbene, Pietro “rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?”…
Eh, no, buon Pietro, fu un “Mi ami più di costoro?”.

Gesù voleva un VERO BUON PASTORE, che si occupasse degli ULTIMI del suo gregge, e in persona, non affidandolo ai Mercenari.

Ebbene, tutti i Pietro l’hanno fatto e – nella pretesa RESPONSABILITA’ DIRETTIVA del loro compito – hanno affidato gli ULTIMI, le pecorelle e gli agnelli assegnati SOLO a loro, nelle mani “degli altri”, e questi “altri” sono stati quell’ALTRO che ha infine cinto la veste di Pietro e lo ha portato dove non avrebbe voluto: a fare il CESARE, in un Regno che era esattamente opposto a quello di CESARE, essendolo di DIO.

Giovanni, invece, è rimasto ancora in auge, libero dei compiti del POTERE, e Dio lo ha illuminato su quanto sarebbe accaduto alla fine dei tempi, al ritorno di questo TALE (che “si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù…”, che Giovanni riconobbe e “disse a Pietro: «È il Signore!»”, ma a cui “nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore...”).

Questo TALE, era PROPRIO Gesù? O non era forse già l’immagine reale che Gesù avrebbe avuto al suo Ritorno?

Ritorno … in chi?
Ancora nel suo sembiante o in quello che avrebbe mostrato IL PADRE?

E' meglio a questo punto leggere tutto il capitolo 21 del Vangelo in oggetto. Lo trovate al link

www.laparola.net/testo.php?versioni[]=C.E.I.&riferimento=Giovanni21


Per capire l’AUTORE che, invitando gli Apostoli a buttare le reti dalla parte destra della barca fu all’origine della pesca miracolosa dei “centocinquantatré grossi pesci”, basta osservare da COSA risulta il numero 153, quando è il frutto di una ripartizione, ossia una divisione, a partire da 10 al cubo.

1.000 : 153 = 6 con resto 81 (= 3^4). Ossia 919 : 6
2.000 : 153 = 13 con resto 11 (=10+1). Ossia 1.989 : 13.
3.000 : 153 = 19 con resto 93 [=10^2 –(10 -3)]. trascende 1993 e 2907 -900 = 2007.
4.000 : 153 = 26 con resto 22 [=(10+1) + (10+1)].

Con riferimento all’unità 1.000 di Dio, alla coppia paterna 2.000, alla Trinità 3.000 e all’Unità e Trinità 4.000. Ma anche all’Unità 1, alla coppia 2, alla trinità 3 e all’unità e trinità 1+3=4.
Noi possiamo immaginare come IL RESTO (che poi è sempre suddiviso) esprima il TUTTO che è suddiviso.

Allora 153, riferito all’Unità 1.000, del Dio Unico, ha come il TUTTO che vi è presente ed è riferito a tutti i 6 versi che compongono lo spazio, sia dato dalla potenza 3^4, che mette in relazione potente l’Unità e Trinità di Dio in base alla sua Trinità. 81 avanza per 919 e potrebbe essere l’anno 919, di un imprecisato secolo.

153, riferito al 2.000 della coppia Padre-Spirito santo, abbiamo lo spazio 10 (del ciclo che nei nostri numeri la fa da Dio, perche TUTTI I NUMERI del nostro sistema metrico decimale sono basati sull’unità del ciclo 10) sommato alla VERITA’ dell’unità di Dio.
Ciò implica che se il Padre è 10, il Figlio è 10^-1, identico al Padre, ma inverso nella linea della generazione, che è positiva, discendente dal Padre al Figlio ed è ascendente, in negativo, dal Figlio che rientra nel Padre.
E’ evidente allora che 10+1 comprende solo il Padre 10 e lo Spirito santo della verità che deve essere 1 (sulla base 10^-1 di un figlio che qui non è considerato. Infatti è considerato presente nei 13 che fruiscono della ripartizione).
In questo caso, Padre e Spirito santo (presenti come 11 nel ciclo loro massimo dato da 2.000) si muovono esattamente per la differenza 1989, che è divisa a beneficio di Gesù e dei 12. Ebbene, 1989 potrebbe essere una DATA, in cui questo TALE ha distribuito a tutti i benefici del suo gesto, essendo una data ben precisata nel secolo e nell’anno.

153 riferito alla Trinità 3.000 pone come soggetto dell’azione il resto dato da 100 – (10 -3). Il 93 (in anni) sta alla base del 19 (in secoli) come l'anno 1993. Anche in questo caso, il 93 alluderebbe al 1993, e il 2907 -900, alluderebbe all'anno 2007.

153 riferito all’Unità e Trinità di Dio, 4000, pone infine in ATTO un 22, che avanza per 3978 ed è un anno troppo ancora distante, per questi tempi d'oggi.

Abbiamo in sostanza di veramente attendibile, il caso espresso da 1989 : 13 = 153 grossi pesci. Ma anche le possibili date del 1983 e del 2007.

Cosa può essere accaduto di così importante nel 1989? Cosa nel 1993? cosa nel 2007?

1988. Il 28-2-1988 ci fu un viceparroco di Montesilvano, Don Diodati, che affermava di ricevere l’indicazione che in quella data ci sarebbe stato un avvenimento celeste più importante che a Lourdes e a Fatima.
Fu eretta una croce, sul Colle della Vecchia, e 20.000 persone parteciparono al più grande FALLIMENTO in fatto di MIRACOLI ANNUNCIATI.

Vedi l'interessantissimo link, in cui tutti parteciparono all'evento più trascendente la realtà della storia recente... e nessuno capì che, nel giorno di San Romano Abate, era il Fallimento di un San Romano Abbà ... che viveva a Milano, ed era in quell'inivisibile cielo - invisibile da una Montesilvano allusiva a Monte Sion - che accadde il reale miracolo:
montesilvano.wordpress.com/2008/02/

Infatti io, Romano, proprio in quel giorno in cui si celebrava San Romano Abate (Abbà te!), decidevo di dover salire sulla croce del mio personale FALLIMENTO, nel mio autentico proposito DI DAR CORPO A GESU’ CRISTO.
Oh, non il desiderio “di fare la sua volontà”, ma proprio DI DARGLI IL MIO CORPO, affinché vivesse realmente il suo ideale.
Io, certo, ero un ULTIMO, ma lo ero nell’amore di Cristo e dunque potevo essere IL PRIMO… che viveva in me, e Dio lo volle!
Quel San Romano ABBA’, te, poteva essere il PADRE in te, povero BURATTINO, che non sei niente, se DIO non crea tutto, in te. TUTTO, anche i respiri, le cose minime.
EGLI è me, ed io, sapendolo, mi riconosco ZERO nel mio “personaggio”… della sua piena creazione.

Ora tutto questo FALLIMENTO di San Romano ABBA’ te, doveva essere una cosa MAGGIORE che a Fatima e a Lourdes… e io non ho nulla per dubitare della buona fede di Don Diodati.
Infatti, prendendo per buona una Apocalisse nel compimento del V sole del calendario Maia, quel giorno era esattamente a 9.064 giorni, che sono esattamente 10^4 -10^3 + 2^6, ossia l’intero moto di 10^3 (la Trinità di Dio) all’interno del 10^4 della sua Unità e Trinità.
In somma un PIENO in linea, da lì alla fine del tempo !
E ciò per un fronte trasversale 64=2^6 dato da 2^3 x 2^3, ossia dalla Potenza Trinitaria del DUO PATERNO, calcolata nel suo PIANO, nel suo PROGETTO, nella sua interazione reale.
Insomma quel giorno segnava l'inizio dell'ultimo tempo intero prima dell’Apocalisse, ed era un messaggio ben più importante che a Fatima e a Lourdes!
Se poi riferito ad un “povero cristo qualunque” che dopo di aver fatto di tutto PER DARE CORPO AL CRISTO, decide anche di assumere la croce DEL FALLIMENTO IN QUESTO… beh, giudicatela voi se questa Azione MINIMA di un PICCOLO possa o non possa essere assunta dal Duo Paterno come LA SUA.

1989. Ebbene, questa data del 28-2-1988, dell'avvenuto enorme trascendente e invisibile Miracolo degno della Monte Sion... segnò per me l’inizio di una croce che si concluse l’anno dopo, nel 1989. Essendo in me un Dio Uno e Trino, lo stesso che chiese tre volte a Pietro se l'amava (uno per ogni persona), io fui costretto a chiedere il mio 3° fallimento, dopo quello mio personale e quello della Ditta individuale. Dovetti chiedere anche il fallimento che proprio non volevo:
quello della ROMANO AMODEO SRL. 2951. VIA COLLETTA, 0029. MILANO... (come risulta dalla Camera di Commercio in www.mi.camcom.it/upload/file/1410/.../elenco_societa_capitale.pdf - ) cui affidavo tutte le mie residue e poche possibilità di ripresa!
19 anni più tardi mi sarei veramente messo in croce, in quel di Montesilvano, per 55 giorni di digiuno per il rifiuto del Buon Pastore di occuparsi proprio di me, povera pecorella!
LV in numero Romano (per me Romano) è la LV presente in MontesiLVano che, tolta (essendo essa cosa mia), la rendevano davvero la mia MONTE SION.

Possibile che in uno ZERO, proprio uno ZERO (ma che viveva con Dio per Dio e rivolto a Dio, DEO, nel latino di un Romano come mi chiamo io) il Dio AM, o Jahve, o I AM (io Sono, oggi per il mondo che parla tutto nella sola lingua dell’Inglese), fosse venuto in un AM 0 DEO che significa SONO NIENTE, ma “con/per/a” Dio?

Ebbene ci sono TUTTE LE RAGIONI PER CREDERLO.

Vedi il TEST su questo link
misteridalmondo.forumattivo.com/paranormale-esoterismo-e-magia-f15/test-sulla-presenza-di-dio-in-romano-amodeo-t...

Se ciò è vero, che ho fatto di divino nel 1993? Che nel 2007?

1993. Nel 1993 la rinuncia a tutto! Perché una quattordicenne guarisse dall'Anoressia che la stava uccidendo feci un solenne voto di rinuncia a tutto il mio successo, che stava ricominciando (ero appena stato al Costanzo Show a illustrare le mie notevoli scoperte scientifiche).

2007. Nel 2007 sono morto e risorto! Come avevo profetizzato, per 33 giorni, resuscitando alla fine del periodo! Pensavo ad una morte PIENA, ma per una iniezione di Aldol a lento rilascio che mi fu imposta il 4 giugno 07 in cui dovevo morire, cominciarono a morire a migliaia le cellule del mio cervello, e mi colse un morbo di Parkinson che al 33° giorno mi causò un ricovero all'ospedale. Mi diedero potenti antidoti e si ristabilirono molte sinapsi nel mio cervello, assorbendo quasi interamente il male mortale che mi aveva colpito nelle parti più elementari del mio IO.
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