Gran Bretagna, Farage vola nei sondaggi: è primo con il 31%

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wheaton80
00lunedì 28 aprile 2014 00:50

Nigel Farage non si ferma più. In vista delle elezioni europee del 25 maggio, il leader del partito britannico antieuropeista Ukip vola nei sondaggi e raggiunge il 31%, superando sia i conservatori di David Cameron che i laburisti di Ed Miliband. Secondo un sondaggio pubblicato dal Sunday Times, lo UK Independence Party può così guardare dall'alto sia i progressisti, che si fermano al 28%, sia i "tories", che non riescono ad andare oltre il 19%. L'ascesa del partito di Farage ora potrebbe provocare ripercussioni anche sull'agenda governativa del premier David Cameron. Le frange più euroscettiche dei conservatori potrebbero infatti esercitare pressioni sul Primo ministro perchè alzi la voce con Bruxelles e rivendichi maggior indipendenza per il Regno Unito. Nel frattempo il leader dei liberaldemocratici, Nick Clegg, ha definito "un atto di vandalismo economico monumentale" un'eventuale uscita dall'Unione Europea. Ma per il momento gli elettori britannici sembrano preferire la soluzione proposta da Farage.

Ivan Francese
27/04/2014
www.ilgiornale.it/news/esteri/gran-bretagna-farage-vola-nei-sondaggi-primo-31-1014...
wheaton80
00lunedì 11 agosto 2014 23:57
La City vira verso l' uscita della Gran Bretagna dalla UE: la Legal & General dice basta, andiamocene (prima del crollo)

LONDRA - Anche per un paese euroscettico come la Gran Bretagna la dichiarazione fatta da Nigel Wilson sulla possibilità di uscire dall'Unione Europea è stata una vera bomba visto che questo signore non è una persona qualunque ma il direttore amministrativo di Legal & General, un colosso dell' assicurazione che fa parte delle prime cento imprese quotate alla borsa di Londra. Come molti altri uomini d'affari, Wilson in principio era a favore dell' Unione Europea ma vorrebbe che venisse riformata e se questo non dovesse accadere allora sarebbe meglio che la Gran Bretagna ne uscisse al più presto, anche perché la bassissima crescita economica della UE sta danneggiando enormemente i profitti di Legal & General e se questo non fosse già abbastanza grave ci sono anche da aggiungere i costi delle direttive comunitarie sulla solvibilità delle assicurazioni, che sono costate a questa compagnia assicurativa 180 milioni di euro. Però Nigel Wilson non è l'unico a sostenere questa posizione, visto che anche Peter Hargreaves, fondatore di Hargreaves Lansdown (società di gestione dei fondi pensione), Simon Wolfson, direttore di Next (catena di supermercati di moda) e John Caudwell, direttore di Phones4u (catena di vendita di telefonini) sono stufi dei costi imposti dai vari regolamenti comunitari e anche se questi ultimi al momento non hanno espresso nessuna intenzione di uscire dalla UE, sicuramente potrebbero cambiare idea in qualsiasi momento, specie se il costo delle direttive comunitarie dovesse diventare insostenibile. Effettivamente solo pochi giorni fa nessuno avrebbe mai potuto immaginare che anche gli uomini d' affari della Gran Bretagna potessero essere contagiati dal virus dell' euroscetticismo e il fatto che questo stia accadendo dimostra il fallimento dell' Unione Europea e lascia ben sperare che questa istituzione malefica possa crollare al più presto. Nel frattempo è interessante notare come la stampa di regime abbia censurato questa storia al fine di permettere ai vari Renzi, Monti e Napolitano di continuare a raccontare balle riguardo i presunti benefici della UE e di certo nessuno può accusare questi manager di essere dei razzisti xenofobi e per le anime candide della sinistra al caviale sarebbe difficilissimo digerire queste dichiarazioni euroscettiche visto che provengono da esponenti di quella City che citano sempre quando devono attaccare i loro opponenti. Sarebbe ora che anche in Italia qualche imprenditore si facesse coraggio e chiedesse di uscire dall' euro e dall' Unione Europea.

Giuseppe de Santis
8 agosto 2014
www.ilnord.it/c3391_LA_CITY_VIRA_VERSO_LUSCITA_DELLA_GRAN_BRETAGNA_DALLA_UE_LA_LEGAL__GENERAL_DICE_BASTA_ANDIAMOCENE_PRIMA_DE...
wheaton80
00lunedì 6 ottobre 2014 23:26
Clamorosa svolta politica in Inghilterra: i liberaldemocratici ora sono a favore del referendum per uscire dalla UE

LONDRA - Per il "Financial Times" un referendum sull'appartenenza del Regno Unito all'Unione Europea è sempre più probabile. I liberaldemocratici, secondo fonti interne al partito, sarebbero pronti, infatti, a rinunciare alla loro opposizione alla consultazione popolare nel caso in cui dovessero trattare una nuova alleanza di governo con i conservatori. Importanti esponenti Lib-Dem, tra i quali membri dell'esecutivo, ritengono che per i Tory il voto referendario non sarebbe negoziabile e sarebbero disposti a cedere in cambio di un consistente "pacchetto di misure costituzionali", come la riforma del voto amministrativo, la modifica del sistema di finanziamento dei partiti e la revisione della Camera dei Lord. Il leader, Nick Clegg, vorrebbe, inoltre, aumenti delle tasse a carico dei contribuenti più ricchi. Il passo indietro sulla politica europea avvicinerebbe alla linea dei conservatori il Partito liberaldemocratico, impegnato questa settimana nel suo congresso annuale, che sta facendo di tutto per marcare la distanza dagli alleati nel tentativo di riconquistare gli elettori delusi. Clegg ha accusato di "estremismo" il piano fiscale dei Tory, che prevede il congelamento per due anni dei benefit sociali, e ha attaccato il cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, per i provvedimenti a carico dei ceti più poveri. Oggi il vice primo ministro cercherà ancora di prendere le distanze dal governo illustrando le sue proposte per la riapertura della tratta ferroviaria Oxford-Cambridge e per l'espansione di tre città lungo quella linea con la costruzione di 50 mila nuovi immobili. Ma il dato saliente - e per certi versi addirittura "rivoluzionario" - della politica dei Liberal Democratici britannici consiste nella clamorosa svolta anti-UE, quando fino a ieri proprio i Lib-Dem e il loro leader, Nick Clegg, erano considerati i depositari dell'ortodossia "europeista" nel Regno Unito. Memorabili, in tal senso, gli scontri dialettici tra Clegg e Farage, leader carismatico dell'UKIP in occasione delle elezioni europee, scontri dai quali, tuttavia, Clegg era sempre uscito pesantemente sconfitto, nei successivi sondaggi d'opinione sui risultati dei confronti. Con questo radicale cambiamento, effettivamente, come scrive il Financial Times, il referendum per uscire dalla UE potrebbe essere indetto molto presto, nel Regno Unito. In qualche modo, Nigel Farage, alla fine, è riuscito a convincere sull'abbandono della UE entrambi i partiti al governo. Straordinario.

6 ottobre 2014
www.ilnord.it/c-3592_CLAMOROSA_SVOLTA_POLITICA_IN_INGHILTERRA_I_LIBERALDEMOCRATICI_ORA_SONO_A_FAVORE_DEL_REFERENDUM_PER_USCIRE_...
wheaton80
00venerdì 10 ottobre 2014 01:36
Cameron vince contro Bruxelles: Commissione Europea costretta ad accettare il blocco all'immigrazione selvaggia dalla UE

LONDRA - Il primo ministro del Regno Unito, David Cameron, ha ottenuto un'importante vittoria in Europa: la Commissione Europea, infatti, nel suo rapporto annuale sull'allargamento dell'Unione, ha previsto la possibilità di restrizioni alla libertà di movimento dei lavoratori dei paesi di nuova adesione. Bruxelles ha ipotizzato il ricorso a "misure transitorie" per i nuovi membri e a un "meccanismo di salvaguardia" per gli Stati, come la Gran Bretagna, che sono meta di massicci afflussi migratori. E' la prima volta, sottolinea il quotidiano britannico "The Telegraph", che la Commissione riconosce la necessità di affrontare il problema e si esprime in questi termini. Cameron, che in caso di rielezione indirà un referendum sull'appartenenza britannica all'Unione Europea, ha minacciato di porre il veto all'ingresso di nuovi paesi membri in assenza di misure restrittive transitorie in materia di immigrazione, per evitare che si ripeta una situazione analoga a quella del 2004, quando 1,5 milioni di polacchi arrivarono in Gran Bretagna. Downing Street ha accolto l'apertura della Commissione come un proprio successo e il sottosegretario agli Affari Europei, David Lidington, ha parlato di un passo avanti nel dibattito europeo. Le restrizioni, secondo Londra, non si applicherebbero ai paesi con livelli paragonabili di ricchezza, ma a eventuali nuovi membri come l'Albania, la Macedonia, la Serbia, la Bosnia e la Turchia.

9 ottobre 2014
www.ilnord.it/c-3611_CAMERON_VINCE_CONTRO_BRUXELLES_COMMISSIONE_EUROPEA_COSTRETTA_AD_ACCETTARE_IL_BLOCCO_ALLIMMIGRAZIONE_SELVAGGIA_...
wheaton80
00venerdì 10 ottobre 2014 15:01
Gran Bretagna, euroscettici Ukip per la prima volta in Parlamento



Cinque mesi dopo la vittoria alle elezioni europee, il partito euroscettico Ukip torna a scuotere la scena politica britannica conquistando, per la prima volta da quando è stato fondato, un seggio in parlamento. Stando ai risultati diffusi la scorsa notte, il partito di Nigel Farage ha vinto le elezioni suppletive tenute a Clacton-on-Sea, località sulla costa orientale dell’Inghilterra: Douglas Carswell, ex deputato conservatore che lo scorso agosto ha abbandonato i Tories del premier David Cameron, ha infatti conquistato il 59,75% dei voti. “Dobbiamo essere il partito di tutti i britannici, di quelli di prima e seconda generazione come degli altri”, ha commentato Carswell, rispondendo così alle accuse di razzismo mosse spesso contro l’Ukip. La vittoria di Carswell consente al Partito per l’Indipendenza del Regno Unito di conquistare il suo primo seggio ai Comuni da quando è stato fondato, nel 1993, confermando il successo alle europee di maggio e permettendo a Farage di guardare alle elezioni generali del 2015 per portare avanti la sua “offensiva contro Westminster”.

10/10/2014
www.stopeuro.org/gran-bretagna-euroscettici-ukip-per-prima-volta-in-par...
wheaton80
00mercoledì 22 ottobre 2014 00:24
Economia, la Gran Bretagna vola grazie anche al rifiuto del patto di stabilità

In base ai dati dell’ufficio nazionale di statistica, la Gran Bretagna ha visto la sua economia crescere ancora nel secondo trimestre del 2014, toccando così i livelli del 2008; inoltre il pil è salito del 3.1% su base annua. E come se non bastasse, Londra rappresenta una spinta fondamentale anche nel G7, dato che secondo le stime del Fmi, ha visto incrementare le proprie stime di crescita dal 2.8% al 3.2%, obiettivo migliore anche di quello di Germania ed Usa, seconda solo alla Cina. Da ricordare che la Gran Bretagna è sì un paese membro dell’Unione Europea ma ha rifiutato l’euro come moneta, con tutti i vantaggi che ne derivano. Il Governo di Cameron può così esultare:“È stato tutto possibile grazie al duro lavoro dei britannici, oggi abbiamo raggiunto un risultato fondamentale nel nostro piano economico di lungo termine”. Uno dei settori che sta trascinando al successo gli inglesi è quello dei servizi, che rappresenta la gran parte dell’economia nazionale. Secondo la Bank of England i dati positivi potrebbero spingere verso un rialzo dei tassi di interesse ma prima bisogna effettuare uno studio di settore per capire come mai, nonostante la crescita, i salari continuano a non salire. Questo quadro di successo ci fa capire la lungimiranza del Governo britannico che non solo non ha accettato di entrare nell’euro ma ha anche rifiutato il patto di stabilità, rinunciando così ad obbligare i propri cittadini a tutte le manovre lacrime e sangue che stanno portando l’Italia, ma non solo, al collasso. Dopo l’esempio dell’Irlanda, di cui abbiamo già parlato in un nostro articolo, che dopo aver rifiutato la ricetta europea è tornata a funzionare a pieno regime, ecco che anche la Gran Bretagna ci aiuta a vedere il lato oscuro dell’euro. Questi due paesi dovrebbero essere usati come esempio per imparare dai propri errori e non essere visti come aspetti scomodi da nascondere e non far conoscere.

28 luglio 2014
www.euroscettico.com/economia-gran-bretagna-vola-grazie-rifiuto-patto-st...
wheaton80
00sabato 22 novembre 2014 00:40
Travolgente vittoria dell' UKIP a Rochester. Sconfitti i conservatori, schiantati i laburisti, piallati i Lib-Dem



ROCHESTER - Gli antieuropeisti dell' UKIP di Nigel Farage hanno conquistato un secondo seggio nel parlamento britannico. Nelle elezioni suppletive a Rochester e Strood, nel Kent, Mark Reckless ha sconfitto il candidato conservatore con un margine di appena 3.000 voti. L' esito costituisce un segnale di allarme per David Cameron in vista della tornata elettorale del prossimo anno. A poco è servito che Cameron abbia visitato Rochester e Strood ben cinque volte durante la campagna elettorale. Questa per il primo ministro Tory "è una sconfitta umiliante", scrive ora in coro la stampa britannica. Il partito euroscettico guidato da Nigel Farage, forte del suo 42,1% dei voti (16.867), ottiene così un secondo seggio a Westminster e, sempre secondo i media del Regno Unito, prepara così il suo attacco al parlamento nazionale in vista delle elezioni del maggio 2015. Il tutto è stato reso possibile dal cambio di casacca di Mark Reckless, ex deputato conservatore, è vero. Ma rimane il fatto che la formazione dell' United Kingdom Independence Party riesce sempre più a fare presa sulla popolazione britannica con i suoi cavalli di battaglia: il contrasto all' immigrazione, quello alla spesa pubblica spesso definita "insensata" e soprattutto quell' appartenenza all' Unione Europea (dove Farage comunque siede con una cospicua truppa, alleata del Movimento Cinque Stelle italiano) messa sempre più in discussione. Ma quella di ieri a Rochester è stata anche la sconfitta del Labour, che è sceso di 11,7 punti percentuali rispetto alle precedenti elezioni. portandosi al 16,8% delle preferenze. Una vera e propria debacle. Parlando dopo la vittoria, il neo eletto Reckless ha detto che "l' UKIP darà nuovamente il Paese in mano ai britannici. Se credete che il mondo sia più grande dell' Europa, se credete in una Gran Bretagna indipendente, allora venite con noi e vi daremo indietro il vostro Paese". Farage ha definito la vittoria "enorme". Aggiungendo che "attendiamo le elezioni politiche del prossimo anno. Le scommesse sono aperte. Tutto è possibile". E il futuro è ancora tutto da scrivere per uno dei partiti più euroscettici d' Europa, che potrebbe anche mandare il proprio leader Nigel Farage ad "abitare" al numero 10 di Downing Street. Da premier.

21 novembre 2014
www.ilnord.it/c3804_TRAVOLGENTE_VITTORIA_DELLUKIP_A_ROCHESTER_SCONFITTI_I_CONSERVATORI_SCHIANTATI_I_LABURISTI_PIALLATI_...
wheaton80
00venerdì 27 febbraio 2015 22:43
Farage ''sfonda'' nei sondaggi, travolti laburisti e conservatori: UKIP al 38,6%, Labour al 27,6%, Tory al 26,6%

LONDRA - Secondo il sondaggio di Survation riferito dal quotidiano britannico "The Guardian", Nigel Farage, leader dell' UKIP, il Partito per l'indipendenza del Regno Unito, potrebbe vincere a mani basse la battaglia elettorale nel collegio di Thanet South, nel Kent, e diventare parlamentare: attualmente gli viene attribuito un consenso del 38,6 per cento, undici punti in più del Labour, a 27,6; a seguire i conservatori, col 26,6 per cento, i verdi col 3,2, i liberaldemocratici coN due e il comico Al Murray con l'1,4 per cento. E' la prima volta che Farage si trova in una posizione di vantaggio, e secondo i suoi compagni di partito, ciò grazie al lavoro sul campo delle ultime settimane. Per il leader del movimento antieuropeista, che sta preparando il congresso di primavera, è un importante incoraggiamento; dal suo punto di vista è molto positivo che i Tory non siano al secondo posto: sarà più difficile per loro cercare di convincere gli elettori a votarli per fermare l'UKIP. Una precedente rilevazione dello stesso istituto, risalente a novembre 2014, dava il Labour al 35 per cento, l'UKIP al 30 e i conservatori al 28. Da allora Farage ha trascorso più tempo nel collegio e ha scelto Margate come sede del congresso. Farage, inoltre, ha conquistato ampio spazio nei media, non solo nazionali, negli ultimi giorni: è stato invitato a parlare alla Conservative Political Action Conference (CPAC) del Partito repubblicano Statunitense, dove ha ricevuto un'accoglienza da star, condiviso il palco con Sarah Palin, già candidata alla vicepresidenza, e rilasciato un' intervista a Fox News nella quale ha lanciato un allarme sulle infiltrazioni criminali nelle moschee della Gran Bretagna. L'UKIP di Farage potrebbe essere la "grande sorpresa" delle urne in Gran Bretagna, dove si voterà il prossimo 7 maggio per le elezioni politiche nazionali. Sebbene i sondaggi diano in vantaggio i Conservatori di Cameron sui Laburisti di Miliband, la "variabile Farage" potrebbe ribaltare ogni pronostico, specialmente dopo questo sondaggio che mostra un fortissimo travaso di voti dal Labour all' UKIP, cosa mai accaduta in precedenza. Infatti, gli unici avvenimenti di questo tipo nel recente passato hanno mostrato esponenti di primo piano dei Tory passare con l'UKIP, e non certo dei laburisti. Da parte sua, il Labour si dice "preoccupato" per la penetrazione del "populismo" tra gli elettori britannici, un modo per mettere le mani avanti di fronte a una possibile catastrofica sconfitta elettorale.

Max Parisi
27 febbraio 2015
www.ilnord.it/c4100_FARAGE_SFONDA_NEI_SONDAGGI_TRAVOLTI_LABURISTI_E_CONSERVATORI_UKIP_AL_386_LABOUR_AL_276_...
wheaton80
00venerdì 8 maggio 2015 21:32
Cameron sbanca alle elezioni. "Via al referendum sulla UE"

(AGI) - Clamorosa vittoria dei conservatori nelle elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento di Westminster, un risultato che li mette in grado di fare un governo da soli. E dimissioni a catena di tutti i leader sconfitti: il laburista Ed Miliband, il liberaldemocratico Nick Clegg e l'euroscettico Nigel Farage. I Tory del premier David Cameron hanno superato ogni aspettativa e hanno conquistato la maggioranza assoluta dei seggi nella Camera dei Comuni, con 331 seggi. Netta sconfitta dei diretti rivali, il partito laburista di Ed Miliband, che era dato dai sondaggi testa a testa con i laburisti e che invece non è andato oltre i 232 deputati. La sconfitta del Labour è anche dovuta all'enorme successo dei separatisti scozzesi (lo Scottish National Party, SNP) che si sono accaparrati 56 seggi dei 58 disponibili nella tradizionale roccaforte dei laburisti. L'UKIP ha ottenuto quasi 3,9 milioni di voti, diventando il terzo partito, ma a causa del sistema elettorale è riuscito a portare a Westminster solo un parlamentare. Neanche il leader euroscettico Nigel Farage, alleato del Movimento 5 Stelle a Bruxelles, è riuscito a essere eletto. Grandi sconfitti i liberaldemocratici, di fatto decimati (portano solo 8 deputati in Parlamento), che hanno pagato un prezzo altissimo all'accordo di coalizione con i conservatori, nell'ultimo quinquennio. "Il governo che ho guidato finora ha fatto un buon lavoro e gettato le basi per un futuro migliore: ora bisogna costruire sulle fondamenta", ha sottolineato Cameron, dopo aver ricevuto l'incarico dalla regina Elisabetta II. "Crediamo nel nostro referendum europeo, dobbiamo credere anche in quello", ha aggiunto, accennando al referendum sull'UE che ha promesso di indire entro il 2017. Parlando davanti al n.10 di Downing Street, il premier ha assicurato che "con un governo di maggioranza" sarà in grado di mantenere "tutte le promesse". Il 'terremoto' elettorale ha provocato le dimissioni di tutti gli sconfitti. Per primo Nigel Farage che nel collegio di Thanet South ha preso 16.026 voti, non riuscendo tuttavia ad aggiudicarsi il seggio. Il leader dell'UKIP ha mantenuto l'impegno di dimettersi in caso di mancata conquista del seggio, ma si è lasciato aperto una porta, spiegando che deciderà a settembre se ripresentarsi di nuovo per la guida del partito. Anche Nick Clegg ha lasciato, ammettendo che è stata la sconfitta peggiore della storia del partito. Infine, si è dimesso Ed Miliband, che si è preso tutta la responsabilità della sconfitta. A traghettare Labour e UKIP verso la nuova leadership saranno due donne: Harriet Harman e Suzanne Evans.

8 maggio 2015
www.agi.it/estero/notizie/trionfo-di-cameron-alle-elezioni-debacle-labour-ukip-e...
wheaton80
00venerdì 8 maggio 2015 21:38
UKIP + Tory = Via dalla UE

Dopo lo choc (per la sinistra UE e nostrana) delle elezioni dall'esito del tutto imprevisto, la battaglia politica si trasferisce sul terreno europeo. La vittoria dei conservatori di David Cameron trasforma in assoluta certezza il referendum sull'adesione all'UE nel 2017. L'analisi del voto svela un fronte anti UE potenzialmente molto agguerrito. Al di là dei conservatori, che hanno fra loro batterie di euroscettici, va sottolineato il risultato dell'UKIP di Nigel. Porta in parlamento una minipattuglia di deputati, ma se si legge il voto in chiave proporzionale gli anti euro e anti UE hanno preso il 13% su base nazionale e, visto che in Scozia, Galles e Irlanda del Nord sono inesistenti, vuol dire che entro i confini della sola Inghilterra pesano molto di più. E questo porta a due considerazioni. Nel caso del referendum conta ogni voto, non essendoci l'anestetico di un sistema elettorale maggioritario che, come in queste elezioni, evira il voto all'UKIP. Pertanto la forza degli eurofobi si sommerà a quelle dei Tory euroscettici creando un fronte potente favorevole all'uscita del Regno dall'UE.

8 maggio 2015
www.ilnord.it/i-1219_UKIP__TORY__VIA_DALLA_UE
wheaton80
00domenica 3 gennaio 2016 14:04
GB, referendum euro: nuovo “incidente” per Nigel Farage

Nigel Farage crede che la sua auto sia stata manomessa e potrebbe essere la vittima di un tentativo di omicidio. L’auto del leader UKIP è uscita di strada dopo che una delle ruote sulla sua Volvo si è stranamente staccata mentre stava guidando da Kent verso Bruxelles. La polizia ha detto infatti che i dadi di tutte le ruote erano stati deliberatamente svitati. “C’erano dei lavori stradali per cui le auto andavano avanti e indietro sullo stesso lato della carreggiata. Improvvisamente mi sono reso conto che stavo perdendo il controllo dello sterzo. Ho rallentato e poi una delle ruote si è staccata. Ho saltato il muro nel più breve tempo possibile per allontanarmi dai camion e dagli altri veicoli”. L’incidente è avvenuto a Dunkerque nel mese di ottobre. “La polizia francese, dopo aver esaminato l’auto, ha detto che a volte i dadi di una ruota possono allentarsi un po’, ma non di tutte e quattro”, ha aggiunto. Farage dice che non sa chi potrebbe essere il responsabile, ma ha già ricevuto minacce di morte (http://www.telegraph.co.uk/news/politics/nigel-farage/12078683/Nigel-Farage-fears-he-was-victim-of-assassination-attempt-after-motorway-crash.html). Nigel Farage è contrario all’euro e alla UE. Ha già subito uno strano “incidente” con il suo elicottero a Hinton Airfield, nel Northamptonshire.

3 gennaio 2016
www.imolaoggi.it/2016/01/03/gb-referendum-euro-nuovo-incidente-per-nigel...
wheaton80
00venerdì 29 aprile 2016 00:44
Svolta storica: Cameron non è più il miglior amico degli USA

Cos’è successo a David Cameron? O meglio: perché è caduto in disgrazia con gli Stati Uniti? Il mutamento è tanto inaspettato quanto rilevante eppure è stato colto solo in parte dai media. Il primo segnale che il rapporto tra Londra e Washington non era più saldo come un tempo è emerso un mese fa, l’11 marzo, quando Barack Obama accusò Cameron e Sarkozy di essere responsabili della destabilizzazione della Libia. “Il Paese oggi è nel caos per l’incapacità di Londra e di Parigi di gestire il dopo Gheddafi”, disse il Presidente americano un un’intervista all’Atlantic Magazine. A parte il fatto che il rimprovero in sé è inelegante, visti i precedenti in Iraq e in Afghanistan (da quale pulpito, Mr President…), a suonare davvero strana era la critica diretta non tanto a Sarkozy (che non è più al potere), quanto a un Premier ancora in carica e leader di un Paese, la Gran Bretagna, che da sempre è il primo alleato degli Stati Uniti. Un colpo basso, improvviso, che per 24 ore ha fatto sensazione sulla stampa, ma che gli analisti più raffinati hanno colto nella sua dimensione diplomatica. Le dichiarazioni rilasciate durante un’intervista programmata sono pianificate e pertanto lasciano sottintendere problemi più seri tra i due Paesi. Tre settimane dopo è esploso lo scandalo dei Panama Papers. Uno scandalo, come si è già avuto modo di rilevare, tutt’altro che casuale, per le modalità estremamente sofisticate e per la precisione dei bersagli. Il cattivo dei cattivi è risultato, come al solito, Putin, ma l’altro nome finito in prima pagina è stato quello di David Cameron, con gli effetti disastrosi sulla sua autorevolezza. E il sospetto di una crisi profonda, sebbene non dichiarata, tra Londra e Washington è diventato ancor più fondato. Probabilmente non sapremo mai chi è la gola profonda che ha violato l’archivio della Mossack Fonseca, scaricando 11 milioni di documenti, ma non è azzardato intravvedere la manina – o magari solo il beneplacito – degli Stati Uniti, che, come ha rivelato Snowden, tramite la NSA hanno poteri di controllo e di intrusione informatica quasi assoluti, in proporzioni inimmaginabili per il grande pubblico e degne del grande fratello orwelliano.

Fateci caso, peraltro: gli USA emergono come gli unici grandi vincitori dello scandalo panamense. Nessun grande nome statunitense appare nella lista dei peccatori, semplicemente perché Panama, che di fatto è un protettorato di Washington, non viene usata dalle società americane come centro off-shore. E la vicenda Mossack Fonseca non fa che avvalorare il segreto bancario garantito dagli USA, che non sono tenuti a rispettare le implacabili regole dell’OCSE e dove i controlli sull’identità e sulla provenienza dei fondi sono così blandi da risultare quasi inesistenti. L’America che dà lezioni di morale al mondo è rimasto l’unico paradiso fiscale al mondo. Ma perché prendersela con Cameron? E’ possibile che paghi il recente, forte avvicinamento di Londra alla Cina. Lo scorso ottobre il presidente cinese Xi Jinping, dopo aver incontrato lo stesso Cameron, salutò pubblicamente “la scelta visionaria e strategica della Gran Bretagna di diventare il miglior amico di Pechino in Occidente”. Un’apertura che evidentemente non era stata concordata con la Casa Bianca, come nemmeno, probabilmente, la decisione di indire il referendum sul Brexit. Cameron verosimilmente ha fatto di testa propria, ascoltando più le pressioni interne che i consigli di Washington, desiderosa di preservare il processo di unificazione europea e conscia dell’effetto domino in caso di una vittoria del sì. Che poi proprio i siluri americani a Cameron finiscano per rafforzare gli euroscettici, dunque a rendere più plausibile lo scenario temuto, non meraviglia più di tanto: la politica non è sempre razionale e i fattori umani producono, nella storia, conseguenze imprevedibili e autolesioniste. Quale siano le ragioni, resta il fatto che il Premier di un Paese fondamentale come la Gran Bretagna non è più il migliore amico dell’America. E non è una svolta di poco conto.

Marcello Foa
20 aprile 2016
blog.ilgiornale.it/foa/2016/04/20/cameron/?repeat=w3tc#
wheaton80
00venerdì 13 maggio 2016 13:38
GB: Euroscettici UKIP tornano a crescere

Gli euroscettici tornano a crescere con risultati molto soddisfacenti nelle elezioni amministrative britanniche. In Galles l'UKIP per la prima volta conquista sei seggi nell'Assemblea Nazionale e il leader Nigel Farage ha parlato di 'svolta' del suo partito. Successo che non si è ripetuto in Scozia mentre in Inghilterra gli euroscettici, a metà dei seggi scrutinati, possono già contare su 28 posti di consigliere locale, con uno straordinario incremento di 23 rispetto a quelli controllati con le precedenti elezioni.

6 maggio 2016
www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2016/05/06/gbeuroscetticiukiptornanoacrescere_d30ca056-5681-4aa3-aab2-d3ebb2934...
wheaton80
00lunedì 16 maggio 2016 14:18
Boris Johnson:“UE come Hitler, l’euro ha distrutto l’Italia”



ROMA (WSI) – L’UE come Hitler, ma non solo. “L’Italia, un tempo grande potenza manifatturiera, è stata assolutamente distrutta dall’euro, così come volevano i tedeschi”, e “l’euro è diventato un mezzo attraverso cui la produttività tedesca ha acquisito un vantaggio assolutamente imbattibile su tutta l’Eurozona“. Boris Johnson choc: l’ex sindaco di Londra torna a far sentire la sua voce pro-Brexit rilasciando un’intervista al Telegraph, e lancia accuse pesantissime contro i burocrati di Bruxelles, attaccando le ambizioni della Germania. Johnson ricorda che:“Napoleone, Hitler, in diversi ci hanno provato, e la fine è stata tragica. L’UE è un mezzo per fare la stessa cosa, che utilizza metodi diversi”, rispetto a quelli del dittatore nazista. Ma l’UE condivide lo stesso obiettivo che perseguiva l’Hitler, ovvero quello di unificare l’Europa sotto una unica “autorità”. Ancora, i fallimenti “disastrosi” dell’Unione Europea hanno scatenato tensioni tra gli stati membri e permesso alla Germania di veder crescere sempre di più il proprio potere, “assumendo il controllo dell’economia italiana” e provocando la “distruzione” della Grecia. Johnson ha invocato i tempi in cui il Regno Unito ha combattuto la guerra sotto l’egida di Winston Churchill e ha lanciato un appello ai britannici, invitandoli a tornare a essere di nuovo “gli eroi dell’Europa”, a liberare il Regno Unito dal giogo di Bruxelles e a salvare l’Europa da se stessa, votando il prossimo 23 giugno per uscire dall’UE. Per l’ex sindaco di Londra, l’Europa ha “un problema eterno, rappresentato dal fatto che non esiste alcuna lealtà di fondo all’idea dell’Europa. Non esiste una singola autorità che tutti rispettino o comprendano. E ciò sta causando un vuoto assoluto di democrazia”. Proprio di recente, riporta il Telegraph, la campagna pro-Brexit, battezzata “Vote Leave” (vota per lasciare), ha diffuso una ricerca, che dimostrebbe come il mercato unico abbia fallito del tutto nel Regno Unito. Le statistiche ufficiali dell’UE stessa provano come, nel corso dell’ultimo decennio, il valore dei beni britannici esportati nell’UE sia sceso di ben il 18%. I sostenitori della campagna per lasciare l’UE affermano che si tratta della peggiore performance tra gli stati membri dell’UE, a eccezione di quella del Lussemburgo. Questo, mentre nello stesso periodo di tempo le esportazioni di beni da parte della Germania sono balzate di ben +78,9%.

Fonte: www.telegraph.co.uk/news/2016/05/14/boris-johnson-the-eu-wants-a-superstate-just-as-hit...

Laura Naka Antonelli
15 maggio 2016
www.wallstreetitalia.com/boris-johnson-ue-come-hitler-leuro-ha-distrutto-...
wheaton80
00mercoledì 27 luglio 2016 01:15
Il Financial Times annuncia tour europeo di Nigel Farage per promuovere altri referendum d’uscita dalla UE e dall’euro

LONDRA - Nigel Farage, leader uscente dell'UKIP, il Partito per l'Indipendenza del Regno Unito, ha annunciato un tour nei Paesi europei aderenti alla UE per promuovere altri referendum sull'appartenenza all'Unione Europea, progetto che a suo parere "non ha mai avuto alcuna legittimità fin dall'inizio" e per l'uscita dall'euro, moneta tossica che ormai è evidente a tutti stia distruggendo l'economia di molte Nazioni dell'eurozona. A settembre, riferisce il Financial Times nell'edizione di oggi, sarà ad Atene per un simposio sulle alternative all'euro e sull'uscita dall'area monetaria; oltre che in Grecia, secondo il politico potrebbero esserci voti referendari nel prossimo futuro anche nei Paesi Bassi, in Danimarca e in Svezia. Farage ha parlato dei suoi programmi a margine della convention repubblicana statunitense, a Cleveland, dove è ospite ma non relatore, in compagnia di altri leader di partiti europei contrari alla UE, come Geert Wilders del Partito per la Libertà olandese, e ha fatto paragoni tra la Brexit e l'ascesa di Donald Trump. Per Farage è "irrilevante" che Trump sia ricco se riesce a parlare a quel "piccolo popolo" di cui l'establishment non si cura e ha ammesso di essersi sentito un pò a disagio per alcuni commenti estremi, ma ha attribuito al candidato alla Casa Bianca il merito di aver sollevato questioni che altri vogliono tenere "sotto il tappeto".

Inoltre, Farage ha dichiarato che non potrebbe mai sostenere la sua avversaria, la democratica Hillary Clinton, e il "sistema ereditario" di cui è espressione. Farage ha negato di volere una Gran Bretagna meno impegnata sulla scena internazionale e si è detto a favore della NATO, ma con alcuni aggiustamenti. Farage, figura simbolo dell'UKIP e uno dei principali fautori del successo del Brexit, ha espresso apprezzamento per la scelta della neopremier, Theresa May, di nominare Liam Fox come Segretario al Commercio Internazionale e David Davis come Segretario per l'Uscita dall'UE, ma ha incalzato il governo a conseguire risultati concreti entro il 2020, quando ci saranno le prossime elezioni politiche e per quella data, probabilmente, il "Labour guidato da Jeremy Corbyn smetterà di essere la principale forza di opposizione", ha previsto. Ha detto, infine, che rimarrà parlamentare europeo e seguirà tutto il processo della messa in atto del Brexit da quella posizione per poter controllare e intervenire nel caso vi fossero anomalie e storture dannose per la Gran Bretagna.

21 luglio 2016
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