Il Big Bang ha fatto flop

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Ghergon
00sabato 17 maggio 2008 22:09
Alberto Bolognesi
La notizia è così clamorosa da sembrare una bufala: i quasar non sono gli astri più lontani dell'universo ma piccoli oggetti connessi alle galassie, e il loro caratteristico spostamento verso il rosso che per quarant'anni gli astrofisici hanno attribuito all'enorme distanza e all'espansione stessa dell'universo, è evidentemente dovuto alla loro intrinseca composizione chimica e a una misteriosa emissione di bassa energia.

Non è un pesce d'aprile ma la plausibile conseguenza di osservazioni effettuate dall'astronomo spagnolo Martin Lopez Corredoira con il telescopio di due metri e sessanta del N.O.T. di La Palma, alle isole Canarie, osservazioni che una delle più prestigiose riviste professionali ("Astronomy and Astrophysics") si accinge a pubblicare nel dettaglio in questi giorni. L'immagine che riproduciamo mostra infatti i due oggetti identificati come quasar nel braccio luminoso che connette la galassia di Seyfert NGC 7603 (Arp 92) a una più piccola compagna: un sistema binario che già aveva alimentato un'aspra controversia negli anni Settanta, perché gli spostamenti verso il rosso delle due galassie risultarono subito molto diverse fra loro.

Occorre precisare che lo spostamento verso il rosso (cioè l'abbassamento di frequenza dei dettagli spettrali degli elementi che costituiscono la sorgente luminosa) viene attribuito alla velocità di allontanamento radiale impressa agli oggetti cosmici dall'espansione dello spazio, assunzione che è alla base della cosmologia contemporanea e che sorregge in toto la teoria del Big Bang. Ovviamente non mancano i contestatori, primo fra tutti l'astronomo americano Halton Arp che non ha mai creduto all'espansione dell'universo e che per questo è stato allontanato dal telescopio di Monte Palomar.

Nella sua travagliata carriera Arp ha collezionato moltissimi casi in cui gli spostamenti verso il rosso ("redshift") dei quasar e delle stesse galassie risultano inconciliabili con il modello cosmologico, casi che l'ortodossia scientifica respinge sistematicamente attribuendoli ad accavallamenti casuali ed effetti di prospettiva nella profondità del cielo. L'imbarazzo che tuttavia suscita questo sistema binario è evidente, perché chiunque può vedere il braccio luminoso che connette la NGC 7603 alla compagna, e che sembra eliminare qualsiasi possibilità di allineamento accidentale.

Le osservazioni di Arp sono una spina permanente nel fianco della teoria del Big Bang, e nonostante gli innumerevoli tentativi fatti per minimizzare o per celare questa controversia, costituiscono una formidabile obiezione all'esibita comprensione dell'universo. A riaprire drammaticamente la ferita è stato l'incolpevole astronomo iberico Martin Lopez Corredoira, che ha fissato nella fenditura dello spettografo del Nordic Optical Telescope due minuscole condensazioni all'interno del braccio che connette le galassie in questione e che ha potuto risolvere inequivocabilmente in quasar. "Se quegli oggetti si trovano tutti alla stessa distanza - ha dichiarato un astrofisico italiano che non ci tiene a comparire - addio legge di Hubble, e allora possiamo anche andarcene tutti a casa". Ancora più polemico è il commento dell'"esiliato" Halton Arp: "Adesso il punto di vista convenzionale deve dire che le due galsssie sono prospettiche, che il braccio che le unisce è prospettico, che i quasar nel braccio sono prospettici, tutti insieme accidentalmente sulla nostra linea di vista".

Il Big Bang ha fatto flop? Thomas Huxley chioserebbe sicuramente così: "La grande tragedia della scienza: un'ipotesi bellissima uccisa da un orribile fatto".


itis.volta.alessandria.it/episteme/ep6/ep6-bigbang.htm
Ghergon
00sabato 17 maggio 2008 22:09
LettereDiBerlicche
00giovedì 7 maggio 2009 21:57
fu un religioso il primo a pubblicare la teoria del Big Bang

it.wikipedia.org/wiki/Georges_Lema%C3%AEtre

Georges Edouard Lemaître (Charleroi, 17 luglio 1894Lovanio, 20 giugno 1966) è stato un presbitero, fisico e astronomo belga. Fu il primo a capire che lo spostamento verso il rosso della luce delle stelle era la prova dell'espansione dell'universo e a proporre la legge di Hubble, secondo la quale vi è una proporzionalità fra distanza delle galassie e loro velocità di recessione. Nel 1927, infatti, pubblicò la teoria del Big Bang, basata sulla relatività generale, che spiega entrambi i fenomeni. Lemaître fu sempre un sostenitore dell'espansione illimitata dell'universo e a questo scopo conservò nel suo modello la costante cosmologica, proposta da Einstein, ma abbandonata da lui e da quasi tutti gli altri fisici dopo la scoperta del Big Bang. L'espansione illimitata e l'uso della costante cosmologica furono generalmente accettati solo dopo che venne scoperta l'accelerazione dell'espansione dell'universo. Ciò però ebbe luogo solo nel 1998, oltre trenta anni dopo la morte di Lemaître.
Ghergon
00giovedì 7 maggio 2009 22:23
Purtroppo anche molti sacerdoti cadono nelle trappole mediatiche.
Lemaitre abboccando alla relatività di einstein non poteva far altro che cadere nei suoi stessi errori e zoppicare insieme a lui...
Per chi si intende di fisica è facile comprendere che l'universo in espansione è solo un escamotage dialettico e fintotecnico per spiegare il paradosso di olbers(dove finisce tutta la luce di n infinito di stelle?) senza buttare all'aria mezza fisica teorica...
Spiace vedere sacerdoti così a digiuno di discernimento spirituale, così abbagliati dalla modernità da tralasciare il "piccolo fatto" che chi diffondeva già allora quelle teorie scientifiche relativiste in spregio alla verità(in seguito la scuola di copenaghen) era enormemente massone e anticristiano fino nel midollo...mentre gli scienziati cattolici venivano allontanati dall'establishment(Todeschini, Marconi...etc etc)
un po' di coerenza per questi sacerdoti scienziati dunque...
Ghergon
00lunedì 31 agosto 2009 23:19
[SM=g27811]



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