Il Myanmar di Suu Kyi si allontana dagli USA

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wheaton80
00mercoledì 11 maggio 2016 20:44

Quando un vecchio amico e collega ambasciatore in Myanmar m’inviò a novembre l’intervista di Aung San Suu Kyi al Washington Post, ne fui sbalordito. Il colloquio smentiva la valutazione comune di Suu Kyi nel nostro Paese come creazione dell’occidente contro il ventre molle della Cina. Nell’intervista, Suu Kyi di punto in bianco si rifiutava di accreditare agli Stati Uniti i successi nel promuovere la democrazia. Ha sottolineato che l’interesse del Myanmar sarà perseguito con politiche non allineate, differenziando inoltre la posizione del Myanmar sul problema del Mar Cinese Meridionale, sottolineando l’importanza delle relazioni con la Cina. (https://www.washingtonpost.com/opinions/aung-san-suu-kyi-im-going-to-be-the-one-who-is-managing-the-government/2015/11/19/bbe57e38-8e64-11e5-ae1f-af46b7df8483_story.html)

Nella visione strategica indiana, un pio desiderio spesso si tramuta in ipotesi. Il punto è la rivalità intensa con la Cina, prisma dei pandit indiani, che porta ad avere idee sbagliate su Suu Kyi dipendente dal sostegno degli Stati Uniti per la propria sopravvivenza politica. (http://blogs.timesofindia.indiatimes.com/toi-edit-page/as-foreign-minister-suu-kyis-first-task-is-to-manage-large-chinese-shadow-looming-over-myanmar/)

Finiamo dritti nel complotto? Data “l’emergenza unipolare” degli esperti indiani, spesso essi attribuiscono agli Stati Uniti un’influenza esagerata sugli altri Paesi. Neanche le lezioni dall’Afghanistan sono state apprese correttamente, cioè il fatto che ci sono limiti al potere degli Stati Uniti. In realtà, vi sono sempre più indicazioni sull’emergere di un attrito latente tra Washington e Suu Kyi, e sul fatto che gli Stati Uniti stiano cercando d’imporsi su di lei. Il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Myanmar ha sfidato apertamente il consiglio dato dal Ministero degli Esteri (guidato da Suu Kyi) a non riferirsi al problema dei Rohingya.
(http://www.theguardian.com/world/2016/may/11/us-defies-myanmar-government-rohingya-muslims)

In effetti, il problema dei Rohingya è estremamente consequenziale per l’India, perché nella stragrande maggioranza dell’opinione pubblica in Myanmar il problema è legato alla grande migrazione illegale di musulmani dal Bangladesh e non riguarda una questione etnica o una minoranza perseguitata. Ora, con il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti che solleva un polverone sul problema Rohingya sul piano diplomatico, il New York Times ha scritto un editoriale rabbioso contro l' “atteggiamento vile” di Suu Kyi. The Times è sempre stato indicativo, facendo capire che il vero problema qui è Suu Kyi:“Alla fine, la ragione per cui Aung San Suu Kyi non vuole che gli statunitensi dicano “Rohingya” non ha molta importanza. Ciò che conta è che una donna il cui nome è stato sinonimo di diritti umani per una generazione, una donna che ha mostrato coraggio inflessibile di fronte al dispotismo, abbia continuato la politica del tutto inaccettabile dei governanti militari che ha sostituito… La sua aura era un fattore centrale nel reinserimento del Myanmar nella comunità mondiale… ma già vi sono appelli dai gruppi per i diritti umani negli Stati Uniti al Presidente Obama per rinnovare le sanzioni contro il Paese entro il 20 maggio”. (http://www.nytimes.com/2016/05/09/opinion/aung-san-suu-kyis-cowardly-stance-on-the-rohingya.html?_r=1)

Il Los Angeles Times è stato più esplicito nel raccomandare che “il governo degli Stati Uniti mantenga almeno alcune regole per gli investitori e le sanzioni contro il Myanmar che dovrebbero scadere a fine mese, in particolare quelle che richiedono alle aziende statunitensi attive in Myanmar di riferire sugli sforzi per garantire che i diritti umani e del lavoro siano mantenuti, e di non fare accordi con i cittadini denunciati per violazioni dei diritti umani”. (http://www.latimes.com/opinion/editorials/la-ed-0510-rohingya-name-20160510-story.html)

Gli Stati Uniti puntano a modificare l’obiettivo delle sanzioni. Nel frattempo, Wall Street Journal citava il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Myanmar, secondo cui “Washington non è pronta a togliere tutte le sanzioni contro il Myanmar, in attesa di progressi su questioni come i diritti umani”. (http://www.wsj.com/articles/u-s-unlikely-to-shed-myanmar-sanctions-yet-ambassador-indicates-1462871308)

Evidentemente, la questione centrale qui è la politica di Suu Kyi verso la Cina. La pressione degli Stati Uniti avviene proprio quando Suu Kyi è chiamata a decidere sui programmi cinesi in stallo nel Myanmar. Si trova di fronte alla stessa situazione che ha affrontato Ranil Wickremesinghe nello Sri Lanka. Suu Kyi si piegherà alla pressione statunitense? Pechino sembra ragionevolmente fiduciosa a che Suu Kyi, in ultima analisi, decida per il meglio nell’interesse del suo Paese, come nello Sri Lanka fece infine il Primo Ministro Ranil Wickremesinghe.
(http://www.globaltimes.cn/content/982411.shtml)

Tutto questo è importante in un momento in cui Nuova Delhi deve capire il proprio approccio verso il governo di Suu Kyi. Il Ministro degli Esteri Sushma Swaraj doveva visitare il Myanmar la scorsa settimana, ma ha rimandato per motivi di salute. L’India ha interessi vitali in gioco, che rende imperativo essere un’alleata amichevole, cooperativa e reattiva con Suu Kyi, al di là della disillusione dello Zio Sam nei suoi riguardi. La linea di fondo è che l’India dovrebbe avere una politica estera indipendente verso il Myanmar.

MK Bhadrakumar
11 maggio 2016
Fonte: blogs.rediff.com/mkbhadrakumar/2016/05/11/myanmars-suu-kyi-is-pivoting-away-...

Traduzione: Alessandro Lattanzio (rivista da Wheaton80)
aurorasito.wordpress.com/2016/05/11/il-myanmar-di-suu-kyi-si-allontana-da...
wheaton80
00mercoledì 11 maggio 2016 20:45
Il Parlamento del Myanmar approva l’accordo di cooperazione militare con la Russia

La camera bassa del parlamento del Myanmar, Pyidaungsu Hluttaw, ha approvato un nuovo accordo sulla cooperazione militare con la Russia su richiesta delle Forze Armate, secondo i media locali. La proposta del Ministero della Difesa è stata adottata dal Parlamento senza obiezioni, secondo il Myanmar Times. Il Viceministro della Difesa del Myanmar Maggior-Generale Myint Nwe ha detto che i due Paesi hanno una lunga cooperazione militare ed altri accordi probabilmente seguiranno. A fine aprile, il Ministro della Difesa russo Sergej Shojgu aveva detto che la Russia prevede di rafforzare la cooperazione bilaterale con l’Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico (ASEAN) i cui Paesi membri sono Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore, Thailandia, Brunei, Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam.

Fonte: sputniknews.com/business/20160511/1039407796/myanmar-military-cooperation-rus...

Traduzione: Alessandro Lattanzio
11/05/2016
aurorasito.wordpress.com/2016/05/11/il-myanmar-di-suu-kyi-si-allontana-da...
wheaton80
00mercoledì 7 agosto 2019 11:56
L’Occidente si ritira dal Myanmar e lascia via libera all’espansione della Cina

In Asia c’è un nuovo vuoto da riempire, una nuova prateria da percorrere, una nuova opportunità da sfruttare, sia dal punto di vista economico che geopolitico. Il Myanmar è stato abbandonato dalle potenze occidentali e la Cina è pronta a conquistarlo promettendogli un futuro brillante. La strategia del Dragone, che ha già funzionato con la Cambogia e con altre potenze della regione, mira a trasformare Naypyidaw in una fidata alleata di Pechino, in un’altra pedina fondamentale del progetto infrastrutturale della Nuova Via della Seta. Nelle intenzioni della Cina, infatti, il Myanmar dovrà essere un partner sempre più importante a causa del cosiddetto Corridoio Economico Cina-Myanmar, un collegamento che unisce la città cinese di Kumming ai centri costieri birmani di Kyaukpyu e Yangon, passando per lo snodo interno Mandalay.

Il ritiro dell’Occidente

Il Myanmar è finito nell’occhio del ciclone per la crisi dei Rohingya, la minoranza etnica musulmana finita al centro del dibattito internazionale; l’Occidente ha accusato il Paese di portare avanti un genocidio, mentre il governo locale ha rispedito ogni critica al mittente affermando di combattere il terrorismo islamico. Se alla vicenda dei Rohingya si unisce anche la serie di incertezze politiche interne all’ex colonia britannica, ecco spiegato il motivo per cui investitori e turisti occidentali si tengono ben lontani da questo Stato. Il Myanmar, in poche parole, è ormai diventato un sinonimo di violazione dei diritti umani.

Investimenti a pioggia
Mentre l’Occidente si è tirato fuori dal Myanmar, la Cina ha allungato i suoi tentacoli. Pechino è diventato il più grande investitore del principale centro urbano del paese, Yangon: 65 dei 113 progetti di investimenti stranieri approvati nell’anno in corso, 2018-2019, portano la firma del Dragone. Non è finita qui perché la Cina ha iniziato ad applicare politiche più rilassate per concedere il visto ai visitatori cinesi del Myanmar. Il numero dei turisti dell’ex Impero di Mezzo è così schizzato alle stelle, diventando il gruppo più numeroso del Paese nel 2018. Stando a quanto riportato dal quotidiano birmano The Irrawaddy, gli investimenti cinesi stanno crescendo rapidamente e comprendono progetti multimiliardari come porti, nuove città, parchi industriali, linee ferroviarie e zone di cooperazione economiche al confine cinese, e tutto nell’ambito della Nuova Via della Seta. D’altronde lo scorso novembre il Myanmar ha firmato un memorandum d’intesa con la Cina che ha istituito ufficialmente il citato Corridoio Economico Cina-Myanmar. La convenienza è reciproca: mentre i birmani godono di infrastrutture nuove di zecca, qualcosa mai visto da queste parti, i cinesi si sono aggiudicati uno sbocco sul Golfo del Bengala, nonché una rotta commerciale alternativa allo Stretto di Malacca.

Il Myanmar e la trappola del debito

Nel periodo compreso tra il 2011 e il 2017 le potenze occidentali hanno provato a stringere un’alleanza economica con il Myanmar, per strappare il Paese dalla morsa cinese. Ben presto l’Occidente ha mollato la presa, irritato dalle continue violazioni dei diritti umani imputati al governo birmano. È qui che la Cina si è fatta trovare pronta e ha riallacciato i suoi rapporti con il vicino di casa. Certo è che il Myanmar rischia tantissimo: il suo debito, nel 2018, era di circa 10 miliardi di dollari, 4 dei quali da destinare alla Cina. Con tutti i progetti che Pechino ha intenzione di costruire in loco, è facile presupporre un incremento vertiginoso di tale valore.

Federico Giuliani
5 agosto 2019
it.insideover.com/politica/loccidente-si-ritira-dal-myanmar-e-lascia-via-libera-allespansione-della-cina.html?fbclid=IwAR22VeTlpyZrUkLHpxXsOHeaGAND5t-kbx5XdSluv_LXQ46i6JD...
wheaton80
00sabato 25 gennaio 2020 16:41
Si apre la nuova era dell’amicizia e cooperazione tra Cina e Myanmar

Sabato 18 gennaio il Presidente cinese Xi Jinping ha terminato con successo la sua visita di Stato in Myanmar. Nei due giorni di visita, il Presidente Xi ha presenziato a 12 eventi, nel corso dei quali ha sottoscritto 29 documenti relativi a vari settori. Le due parti si sono trovate d’accordo nel voler costruire una comunità dal futuro condiviso tra Cina e Myanmar, e rilasciato una dichiarazione congiunta sulla pianificazione e disposizione sistematica sugli scambi e la cooperazione nei vari settori che saranno portati avanti dai due Paesi nella prossima fase, aprendo una nuova era della tradizionale amicizia e cooperazione pratica tra i due Paesi. Quest’anno ricorre il 70esimo anniversario dell’allacciamento delle relazioni diplomatiche tra Cina e Myanmar. La prima visita del nuovo anno da parte del leader cinese in Myanmar rivela pienamente l’alto interesse che la Cina presta all’amicizia tra i due popoli e all’approfondimento delle relazioni bilaterali. Il Myanmar ha accolto la visita del Presidente cinese adottando i più alti standard previsti dal protocollo in queste occasioni. Infatti, come ha indicato la Consigliera di Stato Aung San Suu Kyi, la visita di Xi Jinping rappresenta una pietra miliare nelle relazioni bilaterali, approfondisce estremamente l’amicizia tra i popoli di Cina e Myanmar e promuove la cooperazione pratica tra i due Paesi. Essendo un importante risultato di questa visita, la Cina e il Myanmar hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui hanno sintetizzato i risultati ottenuti durante questa storica visita, come ad esempio quelli a livello di fiducia politica, cooperazione economica, scambi people-to-people e cooperazione regionale e internazionale, pianificando inoltre in maniera dettagliata lo sviluppo futuro delle relazioni bilaterali.

In primo luogo, la Cina e il Myanmar hanno concordato di promuovere la tradizionale amicizia che lega i due popoli, approfondire il partenariato strategico globale bilaterale, costruire una comunità dal futuro condiviso e promuovere l’ingresso in una nuova era delle relazioni bilaterali, cogliendo l’opportunità del 70esimo anniversario dello stabilimento di relazioni diplomatiche tra i due Paesi. In secondo luogo, va detto che la promozione della “Belt and Road Initiative” costituisce una parte essenziale della cooperazione pragmatica tra la Cina e il Myanmar. Inoltre, i due Paesi continueranno ad approfondire la cooperazione pragmatica in settori quali economia, commercio, agricoltura e silvicoltura, capacità produttiva, investimenti e finanza. Il rafforzamento degli scambi people-to-people ha dato un impulso importante allo sviluppo delle relazioni bilaterali. Da una prospettiva più ampia, l’approfondita cooperazione tra Cina e Myanmar è di grande importanza ai fini della promozione della pace e della stabilità nella regione. Inoltre, traccia un modello positivo per la democratizzazione delle relazioni internazionali e giova al mantenimento della pace, della stabilità e dello sviluppo nella regione e nel mondo. Negli ultimi 70 anni, l'amicizia che lega i due Paesi ha superato le sfide lanciate dai cambiamenti dell’epoca e ha dato forma a solide basi per la cooperazione. La visita di Stato del presidente Xi Jinping in Myanmar è una nuova pietra miliare nella storia delle relazioni bilaterali: porterà sicuramente a risultati eccellenti che gioveranno ai cittadini dei due Paesi e promuoverà prosperità e sviluppo nella regione e nel mondo.

19 gennaio 2020
italian.cri.cn/opinioni/notizie/3208/20200119/409373.html
wheaton80
00giovedì 18 marzo 2021 01:11
Militari: 11 arresti e sequestro dei conti dell'Open Society di Soros. Duro colpo alla Cabala


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