Il potere occulto di McKinsey, la multinazionale Deep State che sta stritolando Francia e Italia

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wheaton80
00sabato 2 aprile 2022 13:36

Ad un soffio dalle elezioni presidenziali francesi che avranno inizio il prossimo 10 aprile, la conferma di Emmanuelle Macron sembra messa in serio pericolo da uno scottante dossier prodotto dal senato francese:

www.senat.fr/rap/r21-578-1/r21-578-11.pdf

Il rapporto mostrerebbe come il Presidente uscente avrebbe incaricato il colosso mondiale della consulenza McKinsey nella gestione di tutta la campagna vaccinale, dei messaggi pubblicitari, nonché addirittura del passaporto vaccinale, il tutto in cambio di una massiccia quantità di denaro di pubblici contribuenti, sui quali proventi la multinazionale non avrebbe pagato in Francia nemmeno un centesimo di tasse. Uno scandalo in piena regola, rinominato viralmente sui social #McKinseyMacronGate. A far luce sulla questione delle consulenze e dell’evasione fiscale è come dicevamo il senato francese che, con una commissione di inchiesta portata avanti dai firmatari del rapporto Arnaud Bazin e Eliane Assassi, evidenzia come durante il periodo pandemico l’Eliseo si sia rivolto in maniera inverosimilmente massiva a consulenze esterne e commissariamenti, proprio come in Italia, e pubblica a tal proposito 385 pagine al vetriolo in cui mostra non solo come la spesa pubblica in consulenze sia cresciuta in modo vertiginoso dal 2018 al 2021 (ha raggiunto circa 27 milioni di euro dal 2020 ad oggi), ma soprattutto come il ricorso alle consulenze esterne sia stato volutamente normalizzato, così come l’accettazione di figure completamente estranee alla politica e al voto popolare nella gestione di questioni prettamente statali.

La strategia vaccinale, solo in apparenza gestita e coordinata dal Ministro della Salute francese Olivier Veran e dai suoi esperti, sarebbe stata passata prima completamente al vaglio decisionale di tale Mael de Calan, delegato francese della multinazionale. Si narra che fosse il 20 dicembre 2020 quando alla sede del Ministero della Salute francese venne organizzato un incontro in video conferenza della massima importanza, volto alla pianificazione della campagna vaccinale anti Covid. Oltre ai legittimi presenti, prese la parola un uomo che nessuno al tempo conosceva, tale Mael de Calan. Sebbene alcuni dei partecipanti gridassero allo scandalo, visto che il manager non avrebbe dovuto gestire qualcosa che era di pertinenza della pubblica sanità, quella riunione segnò dì fatto l’inizio del partenariato pubblico-privato tra Stato francese e McKinsey. Se si cerca qualche esempio nel passato a tal riguardo, basti pensare che McKinsey aveva sostenenuto fortemente nel 2016 Hillary Clinton, attraverso massicce donazioni per la sua campagna elettorale, nonché la figlia Chelsea, che fu assunta dal gruppo come manager nel 2003, o ancora, come abbiamo visto, Emmanuel Macron, la cui carriera politica sarebbe legata principalmente a figure che giravano contemporaneamente attorno a McKinsey ed ai Rothschilds.

Il nome McKinsey, tuttavia, non è estraneo nemmeno alle cronache italiane. Quando l’ormai compianta Eva Reali, sanitaria toscana e attivista del M5S, malata terminale di tumore, affidò nel 2018 due messaggi audio a Marco Tosatto, dichiarò pubblicamente che la McKinsey “(…) fosse la vera grande piovra internazionale che amministrava e dirigeva i governi del mondo sostituendo vecchi leader reticenti con nuovi volti piacevoli e compiacenti, dettando contemporaneamente regole e agende in campo sanitario ma non solo (…)”. Gli audio della donna, intrisi di dettagli, nomi, date e incontri di potenti italiani, e quindi potenzialmente esplosivi se verificati, a risentirli oggi, fanno sinistra luce su come già nel 2014 il mondo veniva preparato e manipolato in vista della massiccia ristrutturazione che si sarebbe di lì a poco compiuta, una vera e propria etero-gestione orchestrata da parte del colosso McKinsey, la nota multinazionale specializzata in consulenze, ad oggi presente capillarmente in più di 65 Paesi nel mondo, e che dalla sua fondazione aveva praticamente diretto qualsiasi mossa economica e politica a livello mondiale. Tuttavia su quegli audio e su quelle accuse cadde il silenzio e nessun magistrato o altro organo giudiziario nazionale si interessò alla questione, se non altro per capire se vi fosse contenuto un qualche fondamento di verità.

Oggi, rileggendo la vicenda alla luce degli avvenimenti francesi e di quello che poi sarebbe avvenuto con il governo di Mario Draghi, possiamo affermare che anche in Italia la McKinsey è presente e ben radicata; lo affermava Eva Reali come abbiamo visto, ma lo si legge anche nelle carte ufficiali. Il Governo Draghi ha appaltato alla multinazionale americana, proprio come ha fatto Macron in Francia, il piano di ricostruzione dell’Italia non appena si è insediato. In tal modo, il cosiddetto “governo dei migliori”, che evidentemente tanto migliori non sono, se da una parte ha ammesso pubblicamente di non essere in grado di stilare e gestire il PNRR, e quindi di aver bisogno di una consulenza di esperti esterni, dall’altro ha fatto nascere il sospetto che semplicemente abbia portato avanti l’agenda internazionale stabilita fin dall’inizio, secondo cui sarebbe stato un ente straniero sovranazionale a decidere cosa ne sarebbe stato del nostro Paese. Tuttavia, mentre nell’ex Bel Paese tutto ancora tace, e nomi di McKinseyani noti come Vittorio Colao, Roberto Speranza e Alessandro Profumo sono ancora tranquillamente lontani dai riflettori, in Francia la stampa non fa sconti all’Eliseo, e le proteste non hanno solo smosso il popolo ma hanno anche fatto tremare le istituzioni.

Basti pensare che il passaporto vaccinale, una delle creature migliori partorite dalle menti della gestione McKinsey, si ritrova adesso appeso un filo, visto che la sua legittimità era stata sancita in Corte Costituzionale proprio dal giudice Laurent Fabius, guarda caso il padre di colui che lo aveva ideato in cabina di regia. Qualcuno sostiene che lo scandalo sia solo frutto della propaganda guidata dall’opposizione per ostacolare la rielezione di Macron all’Eliseo, visto l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali. Ma molti sono pronti a giurare che invece il rapporto del senato sia soltanto la punta dell’iceberg. Non solo Oltralpe.

Martina Giuntoli
01 aprile 2022
visionetv.it/il-potere-occulto-di-mckinsey-la-multinazionale-deep-state-che-sta-stritolando-francia-e...
wheaton80
00giovedì 7 aprile 2022 22:08
Rothschild Gate: Un altro scandalo per Emmanuel Macron

È apparso molto nervoso il Presidente francese Emmanuel Macron in una recente apparizione televisiva. Ospitato sul canale France 3, Macron è stato interrogato sulle numerose consulenze che l’Eliseo ha garantito a società private, come la McKinsey, per la cifra record di 1 miliardo di euro.

Tanto nervosismo e pochi chiarimenti sulla McKinsey
Il Presidente ha sfidato quindi i suoi critici a portare quei contratti in tribunale, ma non risponde alle domande che stanno sollevando non solo i suoi avversari politici, ma anche molti giornali. Su Twitter spopola ormai l’hashtag #McKinseyGate. Macron non ha per esempio ancora chiarito il perché questa multinazionale non abbia pagato un euro di tasse in Francia negli ultimi dieci anni. Come non ha chiarito le modalità di selezione della società americana, tenuto conto del coinvolgimento della McKinsey nello scandalo legato alla commercializzazione di oppioidi negli Stati Uniti e che ha portato l’azienda al pagamento di 573 milioni di dollari di risarcimento danni. Non solo. L’inquilino dell’Eliseo non ha ancora commentato i suoi rapporti personali con la multinazionale. La McKinsey ha infatti svolto diverse consulenze per l’inquilino dell’Eliseo nel 2017, durante la campagna presidenziale.

Il patrimonio perduto di Macron
La questione McKinsey non sembra però essere l’unica a togliere serenità ad Emmanuel Macron, che a pochi giorni di distanza dall’appuntamento elettorale si è dovuto confrontare con un altro scandalo, questa volta legato al suo passato di banchiere. Il quotidiano francese Off Investigation ha infatti riacceso i riflettori su un aspetto della vita di Macron mai del tutto chiarito: il suo patrimonio. Già durante le elezioni presidenziali del 2017 Emmanuel Macron risultava essere il candidato con il patrimonio economico più scarso. Un dato confermato anche quest’anno: secondo l’Autorità della trasparenza della vita pubblica, Macron avrebbe dichiarato un patrimonio di 550mila euro, contro l’1,4 milioni di Marine Le Pen, i 10 milioni di Valerie Pecresse e i 4,7 milioni di euro di Eric Zemmour. Si tratta tuttavia di dati che lasciano perplessi, tenuto conto che Emmanuel Macron ha lavorato presso la banca Rothschild dal 2008 al 2014, prima di diventare Ministro delle Finanze. Il quotidiano francese si chiede quindi che fine abbiano fatto i premi milionari che l’inquilino dell’Eliseo avrebbe incassato come dipendente della filiale francese dei Rothschild.

Mezzo milione di euro scomparsi
In particolare è noto che Macron abbia giocato un ruolo chiave nell’affare che ha portato all’acquisizione da parte della francese Nestlé del settore dedicato alla nutrizione infantile di proprietà della multinazionale Pfizer. Un affare da 9 miliardi di euro per cui Macron ha svolto il ruolo di mediatore. In quel caso il Presidente francese avrebbe sfruttato il suo rapporto di personale amicizia con Peter Brabeck, Amministratore Delegato del gruppo Nestlé, nonché membro del gruppo lobbistico “Commissione per la liberazione della crescita”, di cui avrebbe fatto parte lo stesso Macron e l’onnipresente Mario Monti. In questo fitto intreccio di relazioni oscure tra pubblico e privato, il giornale francese si chiede dove siano finiti i soldi che Macron ha guadagnato da quell’operazione, che dovrebbero ammontare ad almeno 500 milioni di euro. Secondo una fonte anonima citata dal giornale, vicina agli ambienti della banca Rothschild, questi soldi sarebbero stati versati dalla banca in paradisi fiscali, per eludere la tassazione francese. L’istituto di credito della nota dinastia di banchieri è intervenuto sull’argomento, lasciando però più dubbi che risposte:“I compensi corrisposti alla società per un’operazione di consulenza, qualunque sia la sua natura, sono a carico del cliente. Non sono quindi destinati ad essere resi pubblici”. In pratica sembra che la banca stia dicendo che la direzione presa da quei soldi non può essere resa nota. Nel frattempo su Twitter, dopo l’hashtag #McKinseyGate, si sta ora diffondendo il #RothschildGate. Mentre queste nubi si addensano sul Presidente Macron, la data delle elezioni si avvicina, così come gli altri candidati. Secondo gli ultimi sondaggi Marine Le Pen sarebbe data a soli 5 punti di distacco da Macron e sarebbe la prima volta ad esserci uno scarto così ridotto tra i due.

Michele Crudelini
01 aprile 2022
www.byoblu.com/2022/04/01/rothschild-gate-un-altro-scandalo-per-emmanuel...
wheaton80
00mercoledì 27 aprile 2022 19:25
Macron ha imbrogliato? In Francia si diffonde il sospetto



Arnaldo Vitangeli
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