L'anti-tecnocrate Papa Francesco. L'enciclica Laudato Si'

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wheaton80
00sabato 20 giugno 2015 04:07

L'enciclica Laudato Si' sulla cura della casa comune viene pubblicata dopo un lungo periodo di attesa, e per alcuni anche di trepidazione: mai una enciclica aveva subito un fuoco di sbarramento preventivo (negli Stati Uniti d'America specialmente) da parte dei cattolici neo-conservatori. Nel fatale anno 1968 della Humanae Vitae, il documento papale più controverso in età moderna per la sua disapprovazione della contraccezione, non c'erano i social media, il cattolicesimo era più coeso e guidato da una gerarchia ancora largamente europea, e l'avvento della "biopolitica" non aveva sconvolto l'antropologia religosa cristiana. Ma soprattutto, Humanae Vitae non era un'enciclica di un papa latinoamericano, il gesuita Bergoglio, commissionata ad un comitato di studiosi diretto da un cardinale africano, Turkson: un mix inaccettabile per il cattolicesimo bianco degli Stati Uniti. Ma è diverso anche il clima curiale del pontificato di Francesco, con una fazione consistente dell'apparato ecclesiastico (non solo la Curia romana) impegnata a sabotare Francesco, il primo papa eletto dopo le dimissioni spontanee del predecessore. Chi cercasse discontinuità dottrinali nell'enciclica Laudato Si' resterebbe deluso. La questione ecologica nel testo viene collegata direttamente alla questione dell'aborto (una vera ecologia non può accettare l'aborto), come anche a questioni più nuove come quella dell'identità sessuale (cura del creato significa anche rispettare le differenze sessuali senza disconoscerle o appiattirle).

Nel contesto del pontificato, d'altra parte, Laudato Si' si presenta come la continuazione di un discorso iniziato con l'altro testo fondamentale, l'esortazione Evangelii Gaudium (24 novembre 2013). L'enciclica presenta in modo più completo il Bergoglio post-moderno (le molte citazioni di Romano Guardini) e il suo misticismo cosmologico (le citazioni di un gesuita scienziato come Teilhard de Chardin). Papa Francesco accetta il consenso degli scienziati sui cambiamenti climatici, dichiara la necessità di un'alleanza tra scienze e religioni per la cura del creato, e rigetta il malthusianesimo di coloro che credono che la terra si possa salvare solo controllando la bomba demografica. È un'enciclica ecumenica (con ampie citazioni dal Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo) e si conclude con una preghiera interreligiosa e una preghiera cristiana ecumenica. Ma il vero messaggio dell'enciclica è politico. Al centro dell'analisi c'è "il paradigma tecnocratico", quello che ha imposto un certo modello di sviluppo e di consumo, ma anche un certo modello di dominio dell'economia finanziaria sull'economia reale e sulla "ecologia umana". L'enciclica di papa Francesco è politica anche perché afferma che ci vuole più politica, in una situazione come quella attuale in cui la tecnologia e l'informazione si sono messe al servizio dell'economia, dei mercati, e della finanza. È la politica, afferma l'enciclica, che può proteggere i poveri e la creazione - i due veri protagonisti di Laudato Si'.

Il mercato ha creato ineguaglianze che il paradigma tecnocratico tende ad acuire (si pensi al rapporto tra politica ed economia nell'Unione europea dalla sua fondazione in poi); il mercato crea ingiustizie quando diventa la sola regola, quasi divinizzata. Parole durissime sono nel testo contro la gestione della crisi finanziaria globale del 2007-2008 e la decisione di salvare ad ogni costo le banche facendo pagare il prezzo alla popolazione. Papa Francesco afferma che è necessaria più azione politica da parte degli Stati e a livello internazionale: un nuovo sistema di relazioni internazionali in cui il debito non sia usato come forma di controllo sugli Stati poveri; una politica che non si basi sui sondaggi e sui calcoli a breve termine, ma che sappia guardare alle generazioni future e che sappia ascoltare le persone reali toccate nella loro economia reale dal paradigma tecnocratico. Sfuggire al paradigma tecnocratico richiede anche la decisione di "rallentare" (una parola che ricorre spesso nel testo) e ritrovare uno sguardo mistico sul creato: nell'ambiente esseri umani, animali e risorse naturali sono un sistema interrelato - non solo dal punto di vista biologico, ma anche da quello teologico, come un sistema di relazioni invisibili e non misurabili, ma percepibili a livello emotivo e religioso. È un appello a rinunciare all'idea di dominio sulle risorse, ma specialmente sulle persone e sui poveri della terra.

In questo appello papa Francesco chiama la coscienza dei cattolici, ma anche delle altre chiese e religioni, delle scienze e di tutte le persone di buona volontà, tracciando un parallelo con l'enciclica Pacem in terris di Giovanni XXIII del 1963, pubblicata nel momento più drammatico della guerra fredda. In una chiesa che è sempre più global south, papa Francesco parla dell'ambiente a partire dalla prospettiva dei paesi poveri: anche per questo motivo Laudato Si' verrà accolta in modo molto diverso a seconda del contesto economico e culturale in cui si inserisce, e i prossimi sei mesi (viaggi nelle Americhe, Sinodo dei vescovi a Roma, inizio del giubileo) forniranno indicazioni importanti in proposito. Ma è chiaro che papa Francesco si presenta oggi come la più autorevole voce globale contro la tecnocrazia e i guasti ecologici e umani che essa produce. Resta da vedere se e quanto i vescovi e il resto delle chiese locali saranno disposte a seguire Francesco. Di sicuro non c'è una sinistra mondiale (tantomeno italiana ed europea) che oggi sia in grado di dire quello che dice il vescovo di Roma.

Massimo Faggioli, Professore di Storia del Cristianesimo, University of St Thomas
18/06/2015
www.huffingtonpost.it/massimofaggioli/antitecnocratepapafrancescoenciclica_b_7609...
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