L’hamburger di McDonald’s? Contiene solo il 15% di manzo, il resto sono scarti ed ammoniaca

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wheaton80
00domenica 6 ottobre 2013 22:36

Un grande scandalo alimentare ha recentemente coinvolto il colosso McDonald. Da alcune analisi condotte sugli hamburger è emerso che solo il 15% è manzo, mentre il resto è composto da scarti vari e ammoniaca. Lo stesso problema era emerso con altri fast food, tra cui Burger King e altri minori, che hanno però abbandonato da anni la "ricetta". Per fortuna anche da McDonald la situazione è cambiata, grazie all'intervento dello chef Jamie Oliver, che da anni denuncia l'utilizzo di carni provenienti da scarti di macellazione addizionate con l' idrossido d'ammonio da parte di McDonald. L'azienda è stata infatti "costretta" a cambiare i criteri di produzione delle carni. Ma la situazione – in particolare nel mercato americano – non è delle più rassicuranti. Secondo alcune analisi infatti circa il 70% delle carni che circolano nel mercato Usa presenta scarti da macello (tendini, ossa e cartilagini) e altre parti che potrebbero finire con il compromettere la salute umana, poiché potenzialmente contaminate dalle feci delle bestie macellate.

03 Ottobre 2013
oknotizie.virgilio.it/go.php?us=711498c96d0a898c
wheaton80
00lunedì 7 ottobre 2013 00:49
Una bambina, McDonald e il cibo sano
Il coraggio non manca alla piccola Hannah Robertson che, a soli 9 anni, affronta l’amministratore delegato di McDonald durante un incontro fra soci e gli fa una “lezione” su come bisognerebbe far mangiare i bambini: in modo sano e senza condizionarli con il marketing



All’incontro annuale fra soci della società McDonald, durante la sessione di domande e risposte, Hannah Robertson, 9 anni, ha chiesto la parola: “Sarebbe bello se smetteste di cercare di indurre i bambini a mangiare il vostro cibo per tutto il tempo”. Poi ha continuato: “Una cosa che ritengo non giusta è quando le grandi aziende cercano di ingannare i bambini per spingerli a mangiare continuamente del cibo che non è salutare, usando strumenti come i giocattoli o i personaggi dei cartoni animati”. “Se i genitori non hanno insegnato ai loro figli a mangiare sano, i bambini probabilmente crederanno che il cibo spazzatura fa loro bene solo perché si presenta gustoso” ha poi chiarito. Hanna Robertson ha partecipato alla riunione presso la sede del colosso mondiale a Oak Brook, Illinois, insieme alla madre Kia Robertson, che gestisce “Today I Ate a Rainbow” (“Oggi ho Mangiato un Arcobaleno”), un business di Toronto che incoraggia i bambini a mangiare cibi sani. “Come azienda, si potrebbe anche non pensare agli effetti finali causati dal proprio marketing… ma come genitori e nonni, ci deve essere una parte di te che sa che non è giusto” ha detto la madre. L’amministratore delegato della McDonald Don Thompson ha poi risposto alle affermazioni della bambina: “Prima di tutto, non vendiamo cibo spazzatura, Hannah. I miei figli mangiano anche McDonald. Cucinano con me a casa. Mi piace cucinare. Cuciniamo un sacco di frutta e verdura a casa”. Thompson, che ha preso in mano la direzione di McDonald meno di un anno fa, ha il suo bel da fare con la catena di fast-food con l’intento di farla uscire dalla reputazione di “cibo grasso-patatine-e-hamburger”. Poi ha ricordato alla bambina che McDonald vende anche insalate, include fette di mela negli Happy Meal, e offre latte al cioccolato senza grassi. Sarebbe bello se tanti genitori avessero la premura e la coscienza di questa ragazzina, non trovate?

Fonte: www.nydailynews.com
nonsoloanima.tv/redazione/2013/08/21/150-una-bambina-di-9-anni-mcdonald-e-il-ci...
wheaton80
00sabato 4 gennaio 2014 02:34
McDonald’s ai suoi dipendenti: “Meglio non mangiare cibo da fast food”. Inoltre fa male anche allo Spirito Umano!



Che il cibo dei fast food facesse male alla salute è ormai un dato acquisito. Ma che a dirlo fosse proprio la più grande catena di ristoranti del settore nessuno se lo sarebbe mai aspettato.

L’incredibile autogol di McDonald’s si è consumato sul portale McResource Line, il sito web utilizzato dalla Corporation per comunicare con i suoi dipendenti. In uno degli ultimi messaggi comparsi sul sito, certamente motivato da buoni propositi, l’azienda americana ha messo in guardia i suoi stessi dipendenti sui danni alla salute provocati dal cibo dei fast food, definendo cheesburger e patatine fritte una ‘scelta malsana’ per il proprio benessere. Così si leggeva nel messaggio:“Il fast food è veloce, poco costoso e un’alternativa veloce alla cucina casalinga. Ma l’eccesso di calorie, i grassi saturi, lo zucchero e il sale contenuti in questi prodotti possono portare all’obesità”. Nonostante le buone intenzioni del comunicato, e nonostante la profonda verità del consiglio, non c’è dubbio che dal punto di vista commerciale si tratta di un clamoroso autogol. Tanto è bastato, infatti, perchè McDonald’s oscurasse McResource Line, in quanto l’incidente è stata la conseguenza “di un controllo insufficiente e di un commento non appropriato”. “Abbiamo creato il programma McResource per migliorare le condizioni di lavoro dei nostri dipendenti e aiutarli a orientare la loro vita al meglio”, spiega Lisa McComb, portavoce di McDonald’s per gli Stati Uniti in un comunicato. “Una combinazioni di fattori, tra informazioni irrilevanti o obsolete e commenti esterni inappropriati, ci ha spinto a spegnere il sito web.

Continueremo a fornire il servizio ai nostri dipendenti attraverso una linea telefonica interna”. Sebbene la faccenda abbia suonato la campana a morto per McResource, il portale non è nuovo a comunicazioni e consigli che spesso sono stati causa di ilarità e indignazione per i lavoratori di McDonald’s, molti dei quali sono assunti al minimo salariale. Nel mese di novembre del 2013, il sito offriva alcuni suggerimenti su come scegliere una collaboratrice domestica, un pulitore di piscine e un personal trainer per il fitness. Considerando che un dipendente di McDonald’s guadagna dai 7 ai 15 dollari ad ora, è chiaro che si tratta di consigli assolutamente fuori luogo e che non si adattano ad un lavoratore con una paga del genere: un vero schiaffo a persone che stanno lottando per mettere cibo nelle pance dei loro figli.

Tuttavia, consapevole dei bassi guadagni dei suoi impiegati, poco prima di Natale McResource diffondeva una nuova perla di saggezza per affrontare la crisi economica e sbarcare il lunario: riportare i regali di Natale ricevuti ancora sigillati al negozio e farsi rimborsare, oppure di venderli su ebay, strategia aziendale decisamente più vantaggiosa rispetto ad un aumento di stipendio.
La tradizione di cercare di migliorare la vita dei poveri, insegnando loro virtuose abitudini di parsimonia, sobrietà e autocontrollo, risale ai riformatori sociali di epoca vittoriana. Oggi, il dibattito sulle cause della povertà, se da attribuirsi a cattiva gestione dei soldi o a condizioni sociali precarie, è il principale punto di contrasto tra conservatori e liberali americani. In realtà, una ricerca pubblicata sulla rivista Science lo scorso agosto ha rivelato che le difficoltà finanziarie dei soggetti più poveri determina un indebolimento delle capacità decisionali, tendendo a prendere decisioni economiche peggiori rispetto alle persone benestanti. Il titolo dello studio è Poverty Impedes Cognitive Function (La povertà ostacola le funzioni cognitive). Attraverso una serie di test cognitivi, Sendhil Mullainathan, economista di Harvard, e Eldar Shafir, scienziato cognitivo di Princeton, hanno dimostrato che la gestione delle finanze dei più poveri è significativamente peggiore di chi è economicamente sereno. La preoccupazione di dover sbarcare il lunario causa una perdita di lucidità portando il soggetto a compiere scelte gestionali sempre peggiori, cosicché la povertà alimenta la povertà. Secondo altri economisti, tanto basterebbe a giustificare un aumento del potere d’acquisto dei più poveri.

La ricerca dimostra che dare semplicemente più soldi ai poveri è una forma particolarmente efficace di aiuto rispetto alla pratica di gran lunga più popolare di dargli ‘cose’ che i donatori pensano di aver bisogno. Fornire un aiuto finanziario può alleviare lo stress che può portare a decisioni sbagliate. Al contrario, fornire consigli ai poveri su come prendere decisioni migliori è assolutamente inutile per alleviare la pressione. E’ un dato di fatto che i poveri semplicemente non possono permettersi di pensare chiaramente come i ricchi. Per questo le consulenze di McDonald’s sulla gestione economica dei suoi dipendenti è ridicola, oltre che offensiva. Ad ogni modo, al momento il sito McResource è off-line. Forse è la volta buona che le multinazionali comprendano il giusto valore da dare al lavoro delle persone, dando più soldi ai suoi dipendenti piuttosto che perle di saggezza.

Il McDonald’s fa male anche allo ‘spirito’
Basta guardare il logo di McDonald’s per diventare infelici? Secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori canadesi - Too Impatient to Smell the Roses. Exposure to Fast Food Impedes Happiness (Troppo impazienti per annusare le rose. L’esposizione al fast food ostacola la felicità) – l’esposizione prolungata ai simboli della ‘cultura fast, usa e getta’, rende le persone meno capaci di assaporare le esperienze piacevoli della vita, come l’arte e la musica, e meno propensi a godere delle piccole cose di ogni giorno. I ricercatori dell’Università di Toronto hanno scelto il simbolo di McDonald’s per esaminare quello che loro stesso hanno definito l’ultimo simbolo dell’ottimizzazione temporale del mondo moderno. “E’ ironico che le tecnologie destinate ad aumentare la disponibilità di tempo libero, poi inibiscano il godimento di momenti piacevoli che la vita offre casualmente”, scrivono i ricercatori nella presentazione dello studio.

La ricerca ha rilevato che l’esposizione regolare ai simboli dei fast food genera un senso di insofferenza nelle persone, le quali perdono progressivamente la capacità di assaporare il piacere dell’arte e della musica. Lo studio ha dimostrato anche che chi è esposto ai loghi pubblicitari dei fast food è più impaziente e meno incline ad apprezzare le bellezze della natura, sperimentando un diffuso senso interiore di tristezza. I ricercatori ritengono che lo studio dimostri quanto sia importante capire l’influenza dei sumboli pubblicitari diffusi nel nostro ambiente naturale. “Il fast food, come simbolo onnipresente di una cultura impaziente, non solo ha un impatto sulla salute fisica delle persone, ma può modellare anche l’esperienza di felicità in modi inaspettati”, concludono i ricercatori.

3 gennaio 2014
www.ilnavigatorecurioso.it/2014/01/03/mcdonalds-ai-suoi-dipendenti-meglio-non-mangiare-cibo-da-fast-food-inoltre-fa-male-anche-allo-spirit...
wheaton80
00venerdì 15 agosto 2014 14:17
McDonald's costretta a pubblicare la lista degli additivi tossici aggiunti a ciò che vende in Svizzera: da film horror

McDonald’s ha svelato (diciamo che è stata costretta a farlo) la lista integrale degli ingredienti contenuti nelle sue preparazioni in Svizzera. Una lista in cui figurano ingredienti chimici cancerogeni, allergici, reprotossici e neurotossici. A causa delle diverse legislazioni alimentari, i prodotti McDonald’s non sono fabbricati allo stesso modo in ogni paese. La situazione peggiore è in Canada e negli Stati Uniti, dove la legislazione alimentare permette l’utilizzo di additivi proibiti in Europa. Malgrado norme europee più restrittive, basta guardare la lista dei prodotti tossici usati nei McDonald’s in Svizzera per rendersi conto che molto dovrebbe ancora essere migliorato:

Polydimethylsiloxane (E900)

Questo additivo è presente nei croccanti filetti di pollo, nelle porzioni di filetto di pesce, nel MacPoulet, junior al pollo, nelle McCrocchette di carne bianca, nelle patate fritte, nella Coca cola light. Il E900 è un additivo la cui tossicità è stata dimostrata e che ha dato luogo a una DGA (dose giornaliera autorizzata). La prolungata assunzione provoca reazioni ipersensibili, immediate o ritardate, allergie ed è cancerogeno a causa di potenziali residui di formaldeide e amianto. Esiste il rischio di problemi epatici e renali e di problemi del sistema nervoso. Il polydimethylsiloxane puro, quale sostanza chimica, corrode numerosi metalli, irrita la pelle, gli occhi e le vie respiratorie. Se ingerito causa nausea, diarrea e vomito.

Diossido di titanio (E171) – Topping M&M’s choco

Malgrado questo additivo sia comunemente usato nell’alimentazione, nei cosmetici e nei prodotti farmaceutici, la non pericolosità del diossido di titanio è sempre più dibattuta. Il prodotto è classificato come cancerogeno (gruppo 2B) presso il Centro Internazionale di Ricerche sul Cancro (CIRC) ed effetti genotossici sono stati dimostrati. La possibile fabbricazione del diossido di titanio sottoforma di nanoparticelle complica il suo trattamento da parte dell’organismo, con rischio di accumulazione. Il prodotto finale contiene residui a rischio: ossido di alluminio e/o diossido di silicio (≤ 2%), materie solubili in HCl (≤ 0,5% / 1,5%), materie idrosolubili (≤ 0,5%), tracce di metalli pesanti, di piombo, di antimoniom di cadmio, di arsenico e mercurio.

Ester glycerol, acido diacetyltartrico, acidi grassi (E472e)
Presente in: Pane Big Mac, Big Tasty, Big Tasty Bacon, Cheeseburger, Double Cheeseburger, Cheeseburger Royal, Bacon & Egg McMuffin. Prodotti chimici contrastano la digestione e l’azione dei succhi digestivi. Studi degli elementi della famiglia dei gliceridi condotti su animali hanno mostrato un blocco della crescita, un aumento del volume del fegato e dei reni, una cattiva assimilazione degli acidi grassi essenziali, una riduzione delle dimensioni dei testicoli, problemi all’utero.

Blu brillante (E133) – Topping M&M’s choco
Come la maggior parte dei coloranti, il E133 è sospettato di causare iperattività nei bambini. L’assenza di pericolo cancerogeno e genotossico della sostanza non è provata. Alcuni test sui topi hanno permesso di osservare l’apparizione di sarcomi localizzati. Può provocare o amplificare orticaria, asma, sintomi cutanei e respiratori, eccezionalmente anafilassi. E’ un potenziale neurotossico, può bloccare la respirazione mitocondriale, provocare sintomi gastro-intestinali. La sostanza pura è classificata Xn (nociva) e R33 (rischio di effetti cumulativi).

Fonte: bon-coin-sante.com
13 agosto 2014
www.ilnord.it/c3400_MCDONALDS_COSTRETTA_A_PUBBLICARE_LA_LISTA_DEGLI_ADDITIVI_TOSSICI_AGGIUNTI_A_CIO_CHE_VENDE_IN_SVIZZERA_DA_FIL...
wheaton80
00sabato 7 febbraio 2015 22:15
McDonald’s in crisi di vendite, via l’amministratore delegato Don Thompson


Don Thompson

Cambio al vertice per McDonald’s. Dopo la crisi di vendite degli ultimi due anni, la multinazionale del fast food ha annunciato l’uscita di Don Thompson, amministratore delegato da tre anni. Il sostituto, dal primo marzo, sarà l’attuale capo del global brand Steve Easterbrook, il terzo ad nel giro di un decennio. Dal colosso degli hamburger non hanno dato motivazioni ufficiali sulla sostituzione di Thompson, ma il calo delle vendite negli Stati Uniti e i vari tentativi senza successo del management di invertire l’andamento hanno pesato di certo sulla decisione. Nel 2014 l’utile netto di McDonald’s è calato del 15% a 4,76 miliardi di dollari, mentre i titoli in Borsa sono praticamente invariati da quando Thompson ha assunto l’incarico nel luglio 2012, mentre il Dow Jones è salito del 36 per cento. L’annuncio della rivoluzione ai vertici ha spinto il titolo McDonald’s a guadagnare il 3 per cento. Inoltre, le difficoltà di gestire un menù sempre più ricco hanno rallentato la proverbiale velocità nel servizio e la concorrenza di catene di fast food più piccole, che stanno conquistando i giovani con l’offerta di prodotti più freschi e personalizzati, si sono fatte sentire. Thompson aveva cercato di rimediare a questa crisi di vendite, eliminando i prodotti poco richiesti, nel tentativo di alleggerire il menù. McDonald’s aveva anche lanciato una nuova campagna marketing, ma le previsioni per gennaio erano comunque in calo, dopo la contrazione del traffico nei suoi ristoranti del 3,6% nel 2014. “È difficile dire addio alla McFamily, ma c’è un momento per tutto”, ha dichiarato in una nota l’ex ad per confermare la sua uscita dalla multinazionale.

F. Q.
29 gennaio 2015
www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/29/mcdonalds-in-crisi-vendite-via-lamministratore-delegato-don-thompson/...
wheaton80
00sabato 14 febbraio 2015 20:43
Lo scandalo della carne scaduta riciclata fa crollare le vendite di McDonald’s e KFC in Cina e Giappone

Dopo 11 anni di crescita in Giappone, McDonald’s ha registrato nel 2014 una perdita netta di 186 milioni di dollari, a fronte di un utile di oltre 43 milioni di dollari nel 2013. La società inoltre non è in grado di formulare previsioni ragionevoli per il 2015. La perdita del 2014 è stata causata dallo scandalo che in luglio ha coinvolto la Shanghai Husi Food, una sussidiaria cinese dell’azienda statunitense OSI Group. La società riciclava carne scaduta, mischiandola con quella fresca, per poi vendere il miscuglio a diverse catene di fast food, tra cui McDonald’s Japan. La famosa catena ha cambiato fornitore di carne di pollo, rivolgendosi in Thailandia. Lo scorso mese, tuttavia, nelle crocchette di pollo è stata trovata della plastica e McDonald’s Japan ha dovuto ritirare un milione di Chicken McNuggets. Come riferisce il Japan Times, in Giappone McDonald’s ha 3.093 ristoranti. Nel 2014 ne ha chiusi 111 e nel 2015 prevede di chiuderne 50-70, a fronte di 10-20 nuove aperture. Lo scandalo della carne cinese scaduta riciclata ha coinvolto anche altre catene di fast food, come la statunitense Yum!, proprietaria di KFC e Pizza Hut, molto diffusi in Cina, dove Yum! ha più di 6.700 ristoranti e prevede di aprirne altri 700, come riporta la BBC. Nell’ultimo trimestre del 2014, in Cina Yum! ha registrato una perdita netta di 86 milioni di dollari, contro un utile di 321 milioni del corrispondente periodo del 2013. Le vendite sono diminuite del 16%, facendo registrare il più forte calo nell’ultimo anno e mezzo.

Beniamino Bonardi
9 febbraio 2015
www.ilfattoalimentare.it/carne-scaduta-giappone-mcdona...
wheaton80
00mercoledì 11 marzo 2015 01:37
Schianto globale delle vendite di McDonald's, ottima notizia per la salute

Nel giorno in cui ha comunicato dati di vendita a febbraio sotto le stime, McDonald's ha detto di avere bisogno di un cambiamento ''urgente'' per riconquistare i consumatori. Nei ristoranti aperti da almeno 13 mesi, il colosso dell'hamburger ha registrato su scala globale vendite in calo dell'1,7% contro un -0,3% atteso dagli analisti. E nel suo mercato di riferimento americano, anche peggio con un -4% (le stime erano -0,7%) mentre nella regione Asia-Pacifico c'e' stato un -4,4% (peggio delle previsioni a -3,1%). Con un +0,7%, solo l'Europa e' andata meglio delle previsioni ferme a un +0,2%: Regno Unito e Germania hanno controbilanciato la debolezza della Russia. Per la salute della popolazione mondiale, ottima notizia il calo di McDonald's.

9 marzo 2015
www.ilnord.it/b5440_SCHIANTO_GLOBALE_DELLE_VENDITE_DI_MCDONALDS_OTTIMA_NOTIZIA_PER_L...
wheaton80
00sabato 15 agosto 2015 01:31
McDonald's sempre peggio, pronto a chiudere 700 ristoranti

Che McDonald's, la catena di fast food più famosa del mondo, abbia qualche problema è ormai cosa nota da tempo. Da gennaio - quando ha lasciato il timone l'amministratore delegato Don Thompson - a oggi, le politiche adottate non sembrano aver avuto successo, anzi. Come riporta il Washington Post i risultati negativi hanno portato l'azienda a decisioni drastiche: si chiuderanno 184 ristoranti negli Stati Uniti (59 in più di quelli che verranno aperti) e 700 in tutto il mondo, la metà dei quali tra USA, Cina e Giappone. Come sottolinea lo stesso giornale, le performance del brand sono talmente negative che la società ha deciso lo scorso marzo di non rivelare più i dati mensili. Le vendite dei ristoranti sono negative o in pari da 13 mesi consecutivi e non sembra esserci soluzione a questa fase discendente. Sono state introdotte nuove specialità, è stato allargato il menù che ora offre molte soluzioni anche a coloro che non amano gli hamburger, ma nulla di tutto ciò ha impedito a McDonald's di trovarsi oggi al punto più basso degli ultimi 40 anni. Questa manovra di ridimensionamento fa parte di una scelta aziendale volta a ridurre i costi e all'inizio di questo mese sono stati annunciati anche una serie di tagli al quartier generale americano in Illinois. Tuttavia la società ha specificato che si tratta di una crisi "minima" considerando che opera ancora in più di 14.000 ristoranti solamente negli USA. Secondo il quotidiano americano, per comprendere la crisi del colosso, bisogna analizzare anche la crescita degli altri fast food americani, tra tutti Chipotle Mexican Grill che sembra aver scalato molte posizioni nella classifica di gradimento degli americani. Oltre a questo c'è una rivisitazione del concetto di fast food, ora chiamato "fast casual" - che include Panera e Shake Shake - che indica come gli americani siano disposti a pagare un prezzo superiore per i propri panini a fronte di una qualità maggiore e di ingredienti più sani. Queste nuove catene occupano adesso il 5% dell'intero mercato dei ristoranti, una percentuale cinque volte superiore a quella occupata quindici anni fa e nella quale McDonald's continua a perdere terreno.

14 agosto 2015
www.askanews.it/top-10/la-crisi-di-mcdonald-s-chiudono-700-ristoranti-in-tutto-il-mondo_71158...
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