LA SINCRONICITA' DI JUNG

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trojan.ll
00venerdì 9 giugno 2006 23:45

Teoria della sincronicità: teoria postulata da Carl Gustav Jung secondo cui tra due o più eventi, tra i quali non vi è alcun rapporto di causa-effetto ma che risultano in qualche modo collegati tra loro, in quanto al presentarsi del primo segue inesplicabilmente il verificarsi degli altri, vi sarebbe un significativo legame acausale, atemporale ed aspaziale non ancora noto alla fisica.



“connessione a-causale fra stati psichici ed eventi oggettivi”,
arrivò a sostenere che l'inconscio collettivo possa in qualche modo influenzare il mondo fisico (convergendo con le scoperte della fisica quantistica).

“Osservati a partire da una prospettiva globale, i fenomeni sincronistici e quelli causali potrebbero essere considerati come due lati di un nastro di Moebius”, scrive Pauli in una lettera al fisico Fierz. Sulla base della teoria della sincronicità, Jung immaginò un mondo unitario, Unus Mundus, guidato dal subconscio di una intelligenza collettiva universale.

Ad un certo stadio, la coscienza umana può arrivare a controllare i fenomeni elementari che hanno luogo nell'universo, fino a trascendere spazio e tempo nel “Kosmokrator”, il Cosmo Creatore, l'universo-rete di cui ogni mente umana è parte attiva e integrante.

...





trojan.ll
00venerdì 9 giugno 2006 23:53
SINCRONICITA'


Da Wikipedia,
l'enciclopedia libera.

Sincronicità, termine introdotto da C.G.Jung nel 1930 per descrivere una "connessione a-causale fra stati psichici ed eventi oggettivi".

L'ipotesi del principio di sincronicità

Fenomeni di "coincidenze significative" avevano da sempre affascinato Jung. Già nel 1916, a pochi anni di distanza dalla sua defezione dal gruppo dei psicoanalisti fedeli al metodo scientifico-oggettivante e a Sigmund Freud, scriveva dell'opportunità di affiancare al principio di causalità quello finalistico: "La causalità è solo un principio, e la psicologia non può venir esaurita soltanto con metodi causali, perché lo spirito (= la psiche) vive ugualmente di fini".
Tali prime formulazioni di Jung sulla questione della sincronicità vennero in seguito approfondite attraverso il contatto con il pensiero filosofico orientale, oltre che con la riflessione su sorprendenti avvenimenti della sua stessa vita, sfuggenti ad ogni interpretazione razionale.
Jung distingue la sincronicità vera e propria dal mero "sincronismo" degli eventi che accadono simultaneamente, ma senza alcuna connessione di significato.
La vita di tutti i giorni ci propone spesso il tipo comune di sincronicità.
Per esempio: pensiamo ad un amico ...e lui improvvisamente ci telefona. Tuttavia accanto a queste ci sono anche misteriose sincronicità precognitive e chiaroveggenti.


Una prima teorizzazione: il tempo qualitativo

Per tentare di spiegare questi fenomeni di sincronicità, Jung dapprima elaborò il concetto di "tempo qualitativo". Il tempo qualitativo sembrava "spiegare" perché l'astrologia e altre forme di divinazione funzionavano.
Jung tuttavia gradualmente abbandonò l'idea del tempo qualitativo.


La nuova rivoluzione scientifica


La nuova fisica

Proprio in quegli anni stavano emergendo nella fisica nuove idee le quali suggerivano, anch'esse, un paradosso acausale. La disintegrazione radioattiva infatti si era presentata come un effetto senza causa e ciò aveva spinto a ipotizzare che perfino le leggi ultime della natura fossero acausali. Jung pensava che fosse possibile collegare il suo "principio acausale" della sincronicità con queste nuove idee.
Alla fine del 1934 inizia un interessante scambio epistolare con il fisico quantististico e premio Nobel (1945) Wolfgang Pauli (1900-1958), suo amico intimo, e con Ernst Pascual Jordan, insigne fisico tedesco. Queste comunicazioni tra i tre scienziati testimoniano il fervore di Jung nell'indagine sul parallelismo tra fisica e psicologia del profondo e in particolare sulla relatività delle categorie di spazio e tempo.


Fisica e Psicoanalisi

Jung non era nuovo alla tesi di un parallelismo tra scienza fisica e psicoanalisi: già nel 1928 in "Energetica psichica" aveva esaminato a fondo la contiguità tra fisica e psicologia postulando una stretta contiguità tra la nozione di energia nell'uno e nell'altro ramo del sapere. Le ricerche che Jung, al proposito, condusse negli anni a venire, rafforzarono in lui e non smentirono questo suo postulato ch'egli in quegli anni aveva intuito.
Nel 1952 pubblicarono in un volume Naturer-klung und Psyche due saggi sulla sincronicità. Di questi, il secondo dal titolo "Sincronicità come principio di nessi acausali" era di Jung. Dal canto suo W.Pauli, nel primo di questi saggi, riteneva di aver scoperto la presenza di archetipi nelle teorie scientifiche di Keplero.
Jung e Pauli sostenevano che la triade della fisica classica: tempo, spazio e causalità, potesse diventare una quaternità aggiungendo la sincronicità come quarto termine.
Jung voleva fare della sincronicità una legge che avesse lo stesso valore della causalità.


Prospettive dell'idea di sincronicità

Il concetto junghiano di sincronicità fu uno dei più apprezzati nel pensiero New Age degli anni sessanta. Jung divenne il guru della New Age e le sue idee furono usate per giustificare l'astrologia, l'I-Ching e altre pratiche "alternative".
Attualmente gli sviluppi di settori di avanguardia della fisica moderna, la meccanica quantistica, la nuova cosmologia, la teoria del caos,continuano a illuminare l'immaginazione con possibili concrete connessioni fra la fisica e la psiche e Jung ha il merito di aver gettato un ponte tra il mondo scientifico (la dimostrazione di teorie attraverso l'osservazione empirica e clinica) e il mondo della divinazione (il regno degli spiriti, i segni premonitori, l'immaginazione mitopoietica).

Alounak
00sabato 10 giugno 2006 00:12
trojan....
se ne era accennato con merlinoartu in questo frangente, [SM=x268937]

freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=24938&idd=...

io ho il libro, molto interessante.... [SM=x268938]

Ciuazzz [SM=x268930]
trojan.ll
00sabato 10 giugno 2006 00:38
Alounak

azz...
mi era sfuggito!!

...guarda un pò che " coincidenza"! [SM=g27820]: [SM=g27820]:

...c'è sempre un motivo perchè le cose avvengano...
trojan.ll
00sabato 10 giugno 2006 00:43
Alounak...

beccati questa ... [SM=x268926]

La posizione di Jung nei confronti dell’astrologia
di Lioba Kirfel Barillà



La posizione di Jung nei confronti dell'astrologia,come risulta dalle sue lettere.

Il lettore italiano trova un riassunto delle lettere di Jung, nelle quali viene trattato l'argomento "astrologia" nel libro di Aldo Carotenuto "Jung e la cultura italiana" (1) che esaminò l'epistolario dal 1911 al 1958, basandosi sull'edizione inglese, pubblicata dalla Princeton University Press.

Carotenuto dà ai lettori un giudizio complessivo sulla posizione di Jung nei confronti dell'astrologia, citando alcune frasi direttamente dalle lettere, limitandosi però ad un commento.
Il suo studio comincia così :
"Nell'epistolario ci sono ben 23 lettere, dal 1911 al 1958, che hanno come argomento l'astrologia, ed in nessuna di esse, come è stato tentato di far credere, Jung manifesta la sua adesione all'astrologia." (2) L'esposizione finisce con la seguente conclusione : " ... ci sembra chiaro che Jung abbia considerato l'astrologia come un argomento da studiare per le implicazioni psicologiche, così come si studiano le memorie dei mistici o dei grandi ispirati. Niente di più. Voler quindi confondere l'interesse di Jung per l'astrologia con una rivalutazione implicita di essa è pura idiozia, come lo sarebbe se un virologo fosse anche considerato un untore. Che qualche povero uomo o povera donna, consultando un astrologo, tragga un certo sollievo, non dice nulla a proposito della validità dell'astrologia. Chi si rivolge all'astrologia è probabilmente in grave crisi psicologica e come tale soggetto a qualsiasi pratica suggestiva." (3)
Carotenuto dimostra quindi non soltanto una forte avversione contro l'astrologia, ma ritiene anche che Jung è stato altrettanto critico e distante nei confronti dell'argomento, non volendo compromettere la sua fama di scienziato con una materia tanto poco scientifica come l'astrologia.
A mio avviso Carotenuto evidenzia una posizione piena di pregiudizi e poco differenziata in materia astrologica, oltre ad attribuire a Jung un giudizio poco convincente o perfino negativo. Leggendo le lettere junghiane non si può certo dire che l'astrologia è stata l'argomento principale delle sue ricerche psicologiche; tuttavia è un quesito che dal 1911 al 1960 torna regolarmente nell'epistolario, concludendosi con la pubblicazione del libro sulla sincronicità (1952) in cui l'astrologia viene trattata ampiamente, il che dimostra che l'argomento ha avuto un posto non insignificante nella ricerca junghiana.
Ho fatto la stessa analisi di Carotenuto, basandomi però sulle lettere originali, pubblicate da Walter Verlag, Olten. Segue la traduzione delle lettere di Jung sul tema "astrologia", citando le parti più significative ed esaurienti delle lettere.
Al Prof. Sigmund Freud 12 - VI - 1911
... Di sera sono molto impegnato con l'astrologia. Sto facendo dei calcoli oroscopici per rintracciarvi il grado di verità psicologica. Fino adesso ci sono alcune cose strane che a Lei sicuramente devono sembrar incredibili. Nel caso di una signora, il calcolo delle costellazioni dava un'immagine caratteriologica molto specifica con vari eventi precisi, ma che non appartenevano a lei, ma a sua madre; da lei tale caratteristica corrispondeva perfettamente. La signora soffre di un fortissimo complesso materno. Devo dire che nell'astrologia un giorno si potrà scoprire una grande parte della conoscenza di modi intuitivi che è finita nel cielo. Sembra per esempio che i segni zodiacali sono immagini caratteriali, cioè simboli della libido, che rappresentano le caratteristiche libidiche tipiche...
Al dott. L. Oswald 8 - XII - 1928
... Lei fa bene supporre che io considero l'astrologia come un movimento simile alla teosofia che cerca di accontentare la irrazionale bramosia di conoscenza, portandoci però su una strada errata. L'astrologia si trova davanti alle porte dell'università, vedi il caso di un professore di Tubinga che si è sviato per l'astrologia e che ha tenuto un corso di astrologia all'università di Cardiff l'anno scorso. L'astrologia non è semplicemente una superstizione ma contiene certi dati di fatto psicologici (come anche la teosofia) che non sono di poca importanza. L'astrologia in verità non ha niente a che fare con gli astri, ma è la psicologia millenaria (5000 anni) dell'antichità e del medioevo. Purtroppo in questa lettera non posso fornire prove o spiegazioni. ... Ma in tutti quei campi strani c'è qualcosa che vale la pena di conoscere e che oggigiorno il razionalismo velocemente ha messo da parte. Questo "qualcosa" è la psicologia proiettata. ...
Al dott. Baur 29 - I - 1934
argomento : i calcoli astronomici non corrispondono a quelli astrologici
... Il fatto che l'astrologia fornisce tuttavia dei risultati validi prova che non sono le supposte posizioni degli astri che hanno un influsso, ma i periodi che vengono misurati oppure determinati tramite posizioni celesti arbitrariamente denominate. Perciò, il tempo risulta come un flusso di eventi carico di qualità e non come una concezione astratta oppure una condizione di ricognizione come vorrebbe la nostra filosofia. La validità dei risultati dell'I Cing indica nella stessa direzione. Un'analisi accurata dell'inconscio mostra una particolare coincidenza con il tempo che è anche un motivo per cui gli antichi potevano proiettare la cronologia dei contenuti inconsci e percepirli interiormente nelle indicazioni temporali di tipo astronomico. Questo dato di fatto è la base per il collegamento di eventi psichici con una indicazione temporale. Non si tratta quindi di un collegamento indiretto, come Lei presume, ma di un collegamento diretto. ...
Prof. J. B. Rhine novembre 1945
Duke University
Considero la parapsicologia un ramo o una disciplina della psicologia generale, o più specificamente della psicologia dell'inconscio. La psicologia dell'inconscio può dire molto sul rapporto spirito-corpo. La parapsicologia è in grado di dare prova dell'esistenza dei fenomeni fisiologici che hanno un influsso sugli oggetti materiali, oppure fanno apparire corpi fisici in posti dove prima non c'erano e dove non c'era una simile materia. Così la parapsicologia può chiarire il problema sul modo in cui il vivente viene formato e permanentemente riformato dalla psiche inconscia.
Innanzitutto la parapsicologia ha dimostrato che la psiche possiede un aspetto di tempo e spazio relativi.
Posso spiegare la percezione extrasensoriale solamente con la ipotesi di lavoro della relatività di tempo e di spazio. ...
Nella misura in cui la relatività di tempo e di spazio include la relatività della causalità e la psiche fa parte della relatività tempo-spazio, anche la causalità è soggetta al principio di relatività; e in quanto è microfisica, possiede una indipendenza almeno relativa dalla causalità assoluta. ...
Dal punto di vista psicologico la percezione extrasensoriale è una manifestazione dell'inconscio collettivo. Questa specifica psiche si comporta come ci fosse una (psiche) e non come fosse divisa in tante anime individuali. È non-personale (la definisco una psiche oggettiva). È dappertutto e in tutti i tempi la stessa (se non fosse così, non esisterebbe la psicologia comparata).
Siccome la psiche oggettiva non è limitata ad una persona, non viene nemmeno limitata ad un corpo. Si manifesta quindi non soltanto negli uomini, ma nello stesso tempo negli animali e perfino negli oggetti fisici (vedi l'I Cing e gli oroscopi del carattere). Questi ultimi fenomeni li definisco come la sincronicità di eventi archetipici. ...
Al Prof. B. V. Raman (India) 6 - IX - 1947
... Nelle diagnosi psicologiche difficili faccio spesso fare un oroscopo per acquistare un altro, nuovo punto di vista. In molti casi i dati astrologici contenevano una spiegazione per certi fatti che altrimenti non avrei capito. Da tali esperienze dedussi che l'astrologia è di particolare interesse per lo psicologo. Si basa su un fatto dell'esperienza psichica che chiamiamo "proiezioni", cioè sono per così dire contenuti psichici che troviamo nelle costellazioni degli astri. Originariamente nacque così l'idea che questi contenuti venivano dagli astri, mentre sono semplicemente in un rapporto sincronistico ...
Dott.ssa Aniela Jaffé 8 - IX - 1951
... L'astrologia non è un metodo mantico, ma sembra di basarsi su radiazioni di protoni (dal sole). Devo fare un esperimento statistico per esserne sicuro. ...
Prof. John Thorburn 6 - II - 1952
... Mi ha interessato molto ciò che scrive sui suoi interessi astrologici. Negli ultimi anni me ne sono occupato molto come anche di problemi aderenti e credo che l'argomento mi tiene ancora in qualche modo occupato, cioè il mio inconscio si aggira attorno al problema del tempo. Però non sono in grado di dire precisamente che cosa ne penso; di tanto in tanto acchiappo un scintilla di quello che "esso" ne pensa. In qualche modo è collegato con il tema discusso ultimamente dalla Society for Psychical Research. Un dott. G. R. Smythies proponeva una nuova teoria sullo spazio assoluto o dello spazio-tempo assoluto. ...
Al Prof. Bender 12 - II - 1958
argomento : libro sulla sincronicità
... Il fenomeno sincronistico del mio esperimento consiste nel fatto che in tutti e tre i pacchetti l'aspettativa classica dell'astrologia è risultata vera; ciò rappresenta una improbabilità estremamente grande, sebbene le varie cifre non sono significative. In linea di principio un tale risultato non ha niente a che fare con l'astrologia, ma potrebbe accadere eventualmente con un statistica qualsiasi. Poiché l'esperimento astrologico è per tutta la sua natura un colpo di fortuna; se non fosse così sarebbe casuale. Probabilmente lo è però soltanto in minima parte. ... Lo psicologo che si occupa di processi nell'inconscio sa che tali strani "casi" preferibilmente accadono nell'ambito delle condizioni archetipiche e che spesso una disposizione psichica interiore sembra essere rappresentata da una disposizione parallela che accade nello stesso momento senza che ci sia una dipendenza casuale, in una persona oppure in un animale oppure in un evento. ... Perciò sarebbe meglio (...) riunire tutti i fenomeni che oltrepassano il limite della probabilità sotto l'unico aspetto del significativo colpo di fortuna e di analizzare in quali condizioni emotive tali coincidenze appaiono. ... La mia impostazione mira alle condizioni psichiche del loro apparire, e rinuncio ad una spiegazione energetica semi-fisica. ...
Al Prof. Hans Bender 10 - IV - 1958
... Una spiegazione del fenomeno astrologico è infatti una faccenda difficile. Non sono affatto tentato di dare una spiegazione "o ... oppure". Uso dire : "sia ... sia" e "oppure". Questo. Questo mi sembra anche il caso dell'astrologia. La cosa più ovvia mi sembra, come Lei appunto giustamente sottolinea, il concetto parallelistico. Coincide con la teoria Geulinex-Leibniz sulle corrispondenze collaterali, formulata molto chiaramente da Schopenhauer. (...).
La critica che oppongo a questa teoria è che presuppone una rigida causalità, cioè si basa su una causalità assiomatica. Perciò dovrebbe essere (la corrispondenza parallelistica) regolare. Ma questo è soltanto in un certo modo il caso con numeri molto alti, come ha dimostrato Rhine.
... Il concetto della sincronicità rinuncia a questa "harmonia praestabilita" cioè ad un parallelismo per il motivo che, se si trattasse di quest'ultimo principio, dovrebbe esistere un numero di corrispondenze molto più alto che dovrebbe apparire più regolarmente di quanto in verità accada. ... Anche se non possiamo immaginarci un legame causale e quindi necessario tra un evento e una sua determinazione temporale (l'oroscopo), pare comunque che esista un tale collegamento, poiché ci si basa su una surriportata interpretazione dell'oroscopo, che presuppone e motiva una certa regolarità del fenomeno. Se quindi attribuiamo anche soltanto un limitato senso all'oroscopo, confermiamo già un presente collegamento necessario fra evento e costellazione astrale.
C'è da aggiungere che l'intera determinazione temporale nell'astrologia non corrisponde a nessuna costellazione astrale vera, siccome il punto vernale si è già spostato da lungo tempo dall'Ariete nei Pesci, e che da Ipparco in poi il punto vernale è stato fissato artificialmente a Zero gradi dell'Ariete. La distribuzione delle case è però del tutto fittizia, e quindi è da scartare la possibilità di un collegamento causale con le varie posizioni degli astri e abbiamo a che fare con una determinazione temporale puramente simbolica. Tuttavia rimane la distribuzione generale delle varie stagioni, un fatto importante per l'oroscopo. Poi ci sono per esempio le nascite primaverili ed autunnali che hanno un ruolo particolare nel mondo degli animali. Ci sono anche, oltre agli influssi stagionali, le variabili delle radiazioni dei protoni che hanno, come è stato dimostrato, un notevole influsso sulla vita umana. Sono tutti influssi spiegabili causalmente che parlano a favore dell'esistenza di un collegamento astrologico regolare. Perciò sono tentato, quando è il caso, di includere l'astrologia fra le scienze naturali.
Ma d'altra parte risultano dall'osservazione astrologica anche dei casi in cui si esita a riconoscere valida una spiegazione puramente causale. Per conto mio, in tali casi di previsioni straordinari, ho l'impressione che si tratti di un colpo di fortuna significativo, cioè una coincidenza perché una previsione mi sembra sforzare la possibilità di una spiegazione causale per motivo della sua estrema improbabilità; di conseguenza vorrei prendere in considerazione la spiegazione del principio di sincronicità.
... Come già ribadito, l'astrologia sembra richiedere varie ipotesi e non sono in grado di dichiararmi per l'una o l'altra. Bisognerà rifugiarsi in una spiegazione mista, visto che la natura non si preoccupa di tenere troppo separati ed in ordine i concetti intellettuali che noi usiamo. ...
Stephen Abrams 5 - III - 1959
Parapsychology Society, Chicago
... L'unica cosa che posso dire è che nella maggior parte dei casi sincronistici è costellato un archetipo. Questo è il massimo che posso dire sulla psicologia della sincronicità. L'archetipo ha, come i numeri naturali, la particolare qualità di essere da una parte un fenomeno soggettivo psichico, e dall'altra parte di possedere un'esistenza oggettiva. Come esistono equazioni che concordano a posteriori con fatti naturali, così esistono anche fatti naturali che concordano a posteriori con delle immagini archetipiche. ...
Kurt Hoffmann 3 - VI - 1960
argomento : l'astrologia dei primitivi
... le proiezioni ed interpretazioni coincidono all'incirca con gli albori della coscienza umana ragionante.
C'è un fatto da tenere presente, che non facciamo delle proiezioni ma che essi ci accadono. Questo permette la conclusione che abbiamo letto nelle stelle le nostre prime conoscenze fisiche e innanzitutto psicologiche. Cioè nel più lontano il più vicino. ...
*
* *
La lettura delle lettere di C. G. Jung evidenzia il suo progressivo interesse per l'argomento astrologico contemporaneamente ad una sua ricerca nel campo psicologico che si espande da uno studio dell'inconscio individuale a quello collettivo per arrivare ad una connessione tra psiche, mitologia e funzione simbolica. Negli anni 1909-1911 - poco prima delle prime lettere sul tema "astrologia" - Jung lavora sulla sua opera "La libido, simboli della trasformazione" (pubblicato nel 1912) e segue quindi già lo studio della funzione archetipica; non stupisce allora la sua ipotesi che i segni zodiacali potrebbero essere delle caratteristiche libidiche.
La ricerca conduce Jung ad affermare la realtà dell'inconscio collettivo che si manifesta in forma onirica dei simboli, per esempio per l'astrologia nei dodici segni zodiacali.
Con il lavoro sui simboli e trasformazioni della libido, Jung si stacca anche definitivamente dal rigido pensiero di S. Freud. La psiche non è più, come per Freud, un dato commensurabile con contenuti immutabili, bensì un prodotto di una evoluzione incessante. Alla psiche è inerente una dinamica composta dai complessi, archetipi e simboli. Jung intravede nell'astrologia la stessa dinamica, proiettata nella costellazione astrale e l'oroscopo rispecchia, nel grafico circolare, un complesso archetipico.
In seguito viene definita la funzione dell'archetipo come base essenziale per un ordinamento dei processi psichici, senza però attribuirle la funzione della causa prima. La presenza di un archetipo garantisce l'ordine e lo svolgimento di un processo psichico, tuttavia l'inconscio ed i suoi componenti funzionano in maniera del tutto autonoma, fuori dai processi causali o razionali. Di conseguenza, la difficoltà di inserire fenomeni come l'astrologia o quelli mantici in genere, in un ambito razionale come la statistica. Questi fenomeni mantengono sempre una loro inprevedibilità rivelando la loro dinamica psichica nell'atto creativo, come lo è per esempio la lettura di un oroscopo.
Più tardi Jung attribuisce all'oroscopo anche una funzione del tempo e più specificamente del tempo qualitativo: un elemento che diventa decisivo per la definizione del concetto di "sincronicità".
L'ipotesi che dietro le manifestazioni psichiche apparentemente acausali si nasconda un altro strato di psiche occulta fuori della dimensione spazio-tempo, apre a Jung la porta al campo oscuro della parapsicologia. Sperando di trovare chiarimenti sugli eventi paranormali, causali e al di fuori di spiegazioni scientifiche, percepiti soltanto per via di intuizione, si mette in contatto con le ricerche parapsicologiche di J. Rhine. Oltre a fornirgli del materiale classificato secondo la metodologia statistica, emergono interrogativi più specifici che aprono nuove prospettive anche per le arti mantiche come l'astrologia.
L'influsso emotivo come fattore determinante nei risultati degli esperimenti di Rhine spinge Jung a confermare che la funzione archetipica stesse alla base dei risultati sorprendenti.
Era noto che l'effetto emotivo producesse un "abaissement du niveau mental", una sopraffazione della coscienza da parte dei contenuti inconsci. La percezione di spazio e tempo si riduce completamente, regna soltanto un continuum spazio-temporale che rende possibile la coincidenza e la simultaneità di eventi psichici e non-psichici; eventi che manifestano un legame fra di loro basato su una comunanza di significato, ma non un meccanismo causa-effetto.
Jung definì tali eventi da allora in poi come eventi "sincronistici" secondo la sua teoria esposta ed affermata nel suo libro "La sincronicità come principio di nessi acausali", pubblicato nel 1952 (5). Dichiara in questo libro che la concezione scientifica sulla regolarità delle leggi di natura, basata sulla causalità, ha da un punto di vista psicologico, soltanto una validità parziale, perché non tiene atto dei fattori psicologici che invece sono determinanti nello svolgimento e per lo stesso risultato, per esempio, di una statistica (vedi "l'esperimento astrologico" citato nel suo libro). Tali fattori - l'affettività delle persone coinvolte - si basano sull'operare degli istinti, il cui aspetto formale è l'archetipo. (6)
Il fenomeno della sincronicità risulta quindi come coincidenza di due fattori : 1) un'immagine inconscia si presenta direttamente (letteralmente) o indirettamente (simboleggiata o accennata) alla coscienza come sogno, idea improvvisa o presentimento; 2) un dato di fatto obbiettivo coincide con questo contenuto. (7) Applicato all'oroscopo significa che il dato di fatto esterno, oggettivo è la posizione degli astri nel tema natale, rappresentata nel grafico oroscopico, la sua interpretazione invece rappresenta l'immagine inconscia della persona, costellata da uno o più archetipi, con i quali l'astrologo deve mettersi in sintonia. L'oroscopo funziona soltanto se si verifichi una sincronicità tra l'immagine della costellazione celeste ed il cielo psichico all'interno di una persona.


ciao!

[SM=g27823]
merlinoartu
00sabato 10 giugno 2006 17:03
Se n'era accennato con Alounak, anche di Jung e astrologia [SM=g27827]:
merlinoartu
00sabato 10 giugno 2006 17:07
Bravo Trojan! Interessantissimo quello che hai postato!
'Sincronicità' merita proprio e anche i suoi raffronti tra psicologia e astrologia!
Alounak
00sabato 10 giugno 2006 23:45
La sincronicità 1952
"A differenza della casualità, la sincronicità si
dimostra un fenomeno connesso principalmente con
processi che si svolgono nell'inconscio.
Alla psiche inconscia spazio e tempo sembrano
relativi, ossia la conoscenza si trova in un continuum
spaziotemporale in cui lo spazio non è più spazio e
il tempo non è più tempo.
Se quindi l'inconscio sviluppa e mantiene un certo
potenziale alla coscienza, nasce la possibilità di
percepire e 'conoscere' eventi paralleli."

(Jung)
merlinoartu
00domenica 11 giugno 2006 14:08
[SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
Ghergon
00domenica 11 giugno 2006 18:38
Ghergon
00domenica 11 giugno 2006 18:43
tipo strano questo Jung...
Ricordiamo che di Freud è risaputo lo smodato uso di cocaina. Mentre Jung era un amante del bere.


Nel mezzo di questa attività che lo portò successivamente a esplorare l'inconscio collettivo Jung cominciò a sentire i primi sintomi di quello che i suoi biografi hanno definito una totale rottura dell'equilibrio mentale di cui riferisce in Memorie, sogni e riflessioni. Nei mesi che seguirono il viaggio interiore si fece sempre più profondo nei recessi nascosti della sua mente e, in un sogno, simbolizzò la sua mente come una casa con una cantina nascosta contenente una porta a trappola che portava in una caverna ancora più remota, preistorica. Jung stava cominciando a scoprire un'area profonda e universale della mente, quella che poi avrebbe chiamato l'inconscio collettivo. In questa area, che dimostrò comune in tutti gli esseri umani, Jung scoprì una varietà di simboli micro-macrocosmici, che chiamò "mandala", e un certo numero di personalità autonome. Il viaggio nell'inconscio era accompagnato da figure con cui conversava quali Filemone, il vecchio saggio, Anima, la giovane donna che fu da guida spirituale a Simon Magnus, Lao-Tzu, Klingsor, etc. Di Filemone, Jung scrive: "...a volte mi sembrava molto reale, come se fosse una personalità vivente. Continuavo a camminare su e giù per il giardino con lui e per me era quello che gli indiani chiamano un guru....Mi disse cose che non avevo pensato consciamente. E osservai che era chiaramente lui che parlava, non io."

Queste "visite" raggiunsero il loro culmine nel 1916 quando l'intera casa di Jung era come infestata da delle presenze e, un sabato mattino, il campanello suonò e alla porta non c'era nessuno.

"Credetemi, continua Jung, l'atmosfera era molto spessa. Allora sentii che stava per accadere qualcosa. L'intera casa era piena come se ci fosse una folla, totalmente piena zeppa di spiriti. Erano ammassati fino alla porta e l'aria era così spessa che facevo fatica a respirare". Nelle tre notti successive Jung scrisse, come posseduto da queste entità, I Sette sermoni ai morti, un lavoro scritto in stile profetico, che presenta una cosmologia globale dell'universo materiale e mentale. Nei sermoni il mondo di tutte le cose create, la "creatura" emerge da una situazione precedente ancora indifferenziata, il "pleroma" e il libro stesso diventa una metafora dell'emergenza della coscienza dall'inconscio collettivo, e di quest'ultimo dallo "psicoide", uno stato che precede la distinzione tra mente e materia.
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