La ginnastica giornaliera è la panacea contro ogni male

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wheaton80
00mercoledì 8 gennaio 2014 01:15

L’American college of sports medicine (Acms) afferma che basterebbe praticare un minimo di attività fisica giornaliera per preservare la propria salute anche dalle patologie più pericolose. Secondo gli esperti statunitensi, un adulto dovrebbe fare ginnastica per almeno 150 minuti a settimana per allontanare oltre 40 tipi di malattie croniche tra cui tumori, diabete, depressione, ipertensione, malattie cardiovascolari, obesità e osteoporosi. Gli esperti hanno stilato delle tabelle da seguire a seconda dell'età delle persone. Se per gli adulti sono necessari 150 minuti di attività fisica settimanale, i bambini dovrebbero praticarne almeno 60 al giorno, cosa che sicuramente in Italia non avviene. Per tutti coloro che invece vogliono perdere peso, le sessioni aerobiche raddoppiano a 300 minuti settimanali. L'attività fisica inoltre non fa bene solo al corpo, ma anche allo spirito. Secondo i ricercatori, 10 minuti di camminata stimolano la produzione di endorfine e riduce lo stress.

Matteo Testa
07/01/2014
www.datamanager.it/news/la-ginnastica-giornaliera-la-panacea-contro-ogni-male-52...
wheaton80
00domenica 2 marzo 2014 22:54
Aumenta la Temperatura del Corpo e scopri come migliorare il metabolismo e prevenire il cancro, diabete e altre malattie



Conoscete la vostra normale temperatura corporea? Come medico che opera sia in Giappone sia negli Stati Uniti trovo terribile che davvero poche persone la conoscano, perché si tratta di un fattore essenziale per la valutazione del proprio stato di salute. Nel caso di malattie da raffreddamento, per esempio, molti decidono se rivolgersi o no al medico in base alla temperatura. La maggior parte delle persone sembra in genere presupporre che 37 °C corrispondano a una leggera febbre, trattabile con farmaci senza obbligo di prescrizione. Si preferisce invece rivolgersi al medico per una visita quando la temperatura sale a 38 °C. Ma il semplice valore numerico della temperatura corporea non è di per sé sufficiente a valutare se si tratti di un lieve rialzo di temperatura o di febbre. Infatti, per un individuo con una temperatura corporea normale di 36,5 °C, 37 °C non rappresentano che un lieve rialzo di temperatura, mentre per chi abitualmente registra 35,5 °C, una temperatura di 37 °C comporta già un certo rischio di febbre. Per il controllo della salute è perciò importante conoscere bene il proprio valore normale. Dunque, qual’ è per voi questo valore? Di fatto, il numero di persone con una temperatura corporea inferiore ai 36 °C è fortemente aumentato. Una temperatura troppo bassa è una condizione non priva di rischi per l'organismo, ma la maggior parte delle persone non ne è consapevole; perciò i più ritengono che non si tratti di un fatto grave e non se ne preoccupano ulteriormente. C'è addirittura chi in qualche misura se ne compiace:«Ho la temperatura bassa per natura». Ignorare una temperatura corporea troppo bassa è però pericoloso, perché si tratta di una condizione che può portare a diverse malattie: da disturbi lievi come problemi della pelle, stitichezza e parodontosi fino a malattie serie come l'ulcera gastrica, il diabete, l'osteoporosi, la colite ulcerosa, il cancro, la malattia di Menière (una malattia dell'orecchio interno accompagnata da vertigini, perdita di udito e tinnito), la polmonite interstiziale (infiammazione delle aree fra gli alveoli polmonari), il Parkinson e la demenza. A queste si aggiungono disturbi allergici come l'asma, la neurodermite e il raffreddore da fieno, che una volta comparsi sono difficili da eliminare completamente con le terapie. In presenza di bassa temperatura corporea si ha un aumento del rischio che queste malattie insorgano e si aggravino. In questo libro vorrei spiegare, sulla base delle più recenti conoscenze scientifiche, come si può arrivare a temperature così pericolosamente basse e perché tale condizione può portare a diverse malattie.

Vorrei al tempo stesso presentare un metodo particolarmente efficace che permette di aumentare la temperatura corporea e di ottenere così un organismo più sano. Sapete indicare la temperatura corporea normale di un organismo sano? Il valore normale in un individuo sano è fra i 36,5 e i 37,0 °C. Probabilmente molti rimarranno sorpresi dal fatto che la temperatura sana sia più alta di quanto si attendessero. La vostra è compresa fra questi due valori? In assenza di sintomi patologici soggettivi come dolori o spossatezza, 37 °C non sono una temperatura alta, ma normale e sana. Nel passato, quando le terapie mediche non erano così progredite e diffuse, un alto livello di temperatura era un segnale molto temuto, perché lo si metteva in relazione con il decorso di malattie mortali. Poiché anche in Giappone ci sono stati tempi in cui molti morivano di malattie infettive accompagnate da febbre alta come il tifo addominale o la malaria, la paura della febbre in questo paese appare particolarmente marcata. Ma nella nostra epoca, in cui l'impiego degli antibiotici è una pratica comune e le terapie mediche hanno compiuto grossi progressi, una temperatura troppo bassa risulta in realtà più pericolosa della febbre. Perciò dovrebbe essere chiaro a tutti che quando la temperatura scende al di sotto dei valori sani, si tratta di un segnale di avvertimento inviato dal corpo. Come si verifica dunque questo abbassamento della temperatura corporea? Il motivo principale è lo stress.

Come evidenzia l'espressione "società dello stress", usata per definire la realtà moderna, la nostra vita è caratterizzata da una tensione costante che si manifesta in molte forme: dallo stress fisico, a quello psichico, a quello determinato dall'ambiente. In termini molto approssimativi si può distinguere anche fra "stress leggero" occasionale e "stress grave" cronico. Il nostro organismo dispone però di due metodi per gestire lo stress e conservare la salute. La prima funzione è la creazione dell'equilibrio nel sistema neurovegetativo. Infatti con i sistemi simpatico e parasimpatico il nostro corpo dispone di due parti complementari del sistema nervoso, che insieme regolano l'organismo e provvedono all'equilibrio vegetativo. Se ad esempio lavoriamo, pratichiamo sport o ci comportiamo in modo aggressivo, l'organismo è controllato dal simpatico. Se invece dormiamo o ci rilassiamo, il parasimpatico assume il controllo. Anche il nostro sistema immunitario, che ha il compito di proteggerci da tutte le possibili malattie, è programmato in modo tale da funzionare in base all'equilibrio vegetativo. Quest'ultimo regola il sistema immunitario, che protegge l'organismo dall'aggressione di fattori di stress provenienti dall'esterno come i batteri e i virus. Il corpo dispone poi di una seconda funzione che si attiva in caso di danni alle cellule, le componenti più piccole dell'organismo, oppure quando insorge un fattore di stress all'interno dell'organismo stesso: l'equilibrio ormonale. Quest'ultimo è regolato dalle ghiandole surrenali, piccoli organi poco appariscenti dalla forma di un onigiri (polpetta di riso giapponese) situati sui reni. La funzione dei surreni non consiste però nel sostenere l'attività renale: questa ghiandola ha semmai il compito di sintetizzare gli ormoni detti corticoidi, grazie ai quali è fra l'altro possibile riparare i danni cellulari. In questo modo il sistema immunitario e ormonale provvedono a proteggere il nostro organismo da diverse forme di stress. Se queste due funzioni operano normalmente, noi rimaniamo sani. Ma anche questi sistemi hanno i loro limiti: se uno stress intenso perdura a lungo, il simpatico e il parasimpatico sono sottoposti a tensione eccessiva, e questo porta a disturbi dell'equilibrio vegetativo. Allo stesso modo, anche le ghiandole surrenali si affaticano in caso di grave e prolungato stress, fino al punto che la produzione di corticoidi si arresta. Se l'equilibrio neurovegetativo è disturbato, la circolazione sanguigna peggiora, e questo porta fra l'altro anche all'abbassamento della temperatura corporea.

Se l'equilibrio ormonale è disturbato, la rigenerazione delle cellule danneggiate ne risulta rallentata, e poiché in questo modo l'energia cellulare diminuisce, anche questo porta a un abbassamento della temperatura corporea. Quest'ultima è perciò l'indicatore migliore per valutare se queste funzioni siano normalmente operanti oppure no. In parole semplici, sia il sistema immunitario sia la secrezione ormonale funzionano normalmente se la temperatura corporea è normale. Se questa è così alta da poter parlare di febbre, il sistema immunitario è impegnato a correggere i disturbi subentrati nell'organismo. Se invece è troppo bassa, da un lato la funzione del sistema immunitario ne risulta rallentata, e dall'altro si hanno disturbi della secrezione ormonale. Perché dunque ci si ammala se si ha una bassa temperatura corporea? Anzitutto la temperatura ha una grossa influenza sul sistema immunitario: se scende di un grado, la risposta immunitaria cala in percentuale pari a circa il 30 per cento. E se cala la risposta immunitaria, l'organismo non può più essere difeso in modo adeguato dai batteri e dai virus. In seguito a disfunzioni può accadere che il sistema immunitario aggredisca le strutture fisiche dell'organismo stesso, e che insorgano così malattie. Una bassa temperatura corporea porta anche all'acidosi e all'accelerazione del processo di invecchiamento. Inoltre il ricambio delle cellule sane subisce un deterioramento, mentre a basse temperature corporee, intorno ai 35 °C, le cellule cancerose si moltiplicano a notevole velocità. In breve: se con una bassa temperatura le difese immunitarie calano, questo porta all'insorgere e all'aggravarsi delle malattie. E se in questo modo le condizioni fisiche del soggetto peggiorano e la temperatura subisce un ulteriore abbassamento, l'organismo scivola in una "spirale negativa". Cosa possiamo fare, allora, per rimanere sani? Il metodo più semplice ed efficace per ottenere un organismo sano e immune alla malattia è favorire l'aumento della temperatura corporea. Dovremmo perciò impegnarci a ottenere di tanto in tanto un valore superiore e a mantenerlo costante. A questa procedura ho dato il nome di "Metodo per l'aumento della temperatura corporea". Se riusciamo ad attuare questi due punti possiamo vivere una vita sana.

Come già affermato, la risposta immunitaria cala del 30 per cento se la temperatura scende di 1° C. Sapete anche in che misura la risposta immunitaria aumenta con l'innalzamento di un grado della temperatura corporea? La sorprendente risposta è: del 500-600 per cento. Se cioè la temperatura aumenta di un solo grado, la forza immunitaria è moltiplicata per cinque o sei volte. Se in caso di raffreddamento subentra la febbre, si tratta di una reazione di difesa dell'organismo volta a rinforzare le difese immunitarie mediante l'aumento della temperatura corporea. La spirale negativa entra in azione quando il sistema immunitario è indebolito da una temperatura corporea bassa, e i sintomi patologici ne risultano ulteriormente aggravati. Se invece si porta consapevolmente la temperatura a valori superiori, il sistema immunitario ne viene rinforzato, e i danni cellulari vengono riparati. Questo mette l'organismo in condizione di regolare l'equilibrio ormonale e altre funzioni fondamentali per la conservazione della salute. Grazie all'aumento della temperatura corporea possiamo mantenere un organismo sano e resistente alle malattie e allo stress.

Qual è però il metodo migliore per aumentare la temperatura in modo duraturo? In due parole, la risposta è: con l'allenamento muscolare. I muscoli infatti sono l'organo più grande ai fini della produzione di calore. Anche il fatto che le donne siano più freddolose rispetto agli uomini dipende dalla loro massa muscolare inferiore. A questo riguardo occorre considerare che il punto non è aumentare la massa muscolare, quanto piuttosto allenarla. Se i muscoli vengono allenati, la loro massa in certa misura aumenta, ma di per sé la formazione di muscoli non significa che questi siano allenati. È bene chiarire soprattutto alle donne, che nutrono avversione per una muscolatura particolarmente sviluppata, che allenamento muscolare e bodybuilding sono due cose completamente diverse. Se dico: «Allenate i vostri muscoli!», molte lettrici si domanderanno preoccupate se questo potrà far loro perdere una linea armoniosa. In realtà, se si desidera mantenerla il più a lungo possibile è assolutamente necessario allenare i muscoli. Purtroppo lo stress continuo a cui è sottoposto il corpo a opera della gravità fa sì che anche una linea perfetta negli anni si vada perdendo. Se però si tengono in allenamento i muscoli di determinati punti del corpo, il loro lavoro si oppone alla gravità e provvede al mantenimento della linea desiderata. Una bassa temperatura corporea provoca anche danni a livello cellulare. Invece un innalzamento costante della temperatura è la migliore strategia segreta anti-età, perché non solo ci rende più resistenti alle malattie, ma ci mantiene anche più giovani. Come medico posso affermare che se aumenterete la vostra temperatura corporea sarete più sani. Quando lo scopo è curare o prevenire la malattia, è particolarmente importante preoccuparsi del proprio corpo e mobilizzare tutte le forze di cui esso dispone in origine. E tuttavia, poiché ogni giorno siamo così irrimediabilmente occupati, ci manca il tempo per dedicarci al nostro organismo e curarlo in maniera adeguata. È per questo che molti fra noi non sono in grado di sfruttare pienamente le forze di cui dispongono dalla nascita. A breve termine questo non provocherà gravi danni, ma se trascuriamo a lungo la nostra salute, prima o poi dovremo constatare che il processo di invecchiamento è già nettamente progredito, finché finalmente ci decideremo a prestare al nostro corpo l'attenzione che merita.

Poiché disponiamo di diversi meccanismi di regolazione, fino a un determinato punto i danni restano sotto la superficie, ma quando si va oltre tale punto, spesso si ha un improvviso peggioramento del proprio stato di salute. Il fatto è che le capacità innate del nostro organismo sono assai più straordinarie di quanto normalmente immaginiamo. Quando cominceremo a condurre una vita che abbia più riguardo delle cellule che costituiscono il nostro organismo e dedicheremo loro la dovuta attenzione, faremo sì che le forze originarie del nostro corpo possano essere rapidamente ripristinate. Per prima cosa vorrei comunicarvi un'idea generale delle straordinarie funzioni di cui il nostro corpo dispone, per poi dimostrarvi gli effetti meravigliosi che un aumento della temperatura corporea porta con sé. Ciò che però mi sta più a cuore è che il lettore integri nella sua vita quotidiana le cose che gli vengono qui spiegate a livello teorico e ne ottenga un miglioramento della qualità della vita. Il mio più grande desiderio è che questo libro vi aiuti ad aumentare la vostra temperatura corporea e che vi consenta così di vivere meglio.

Tratto da "Aumenta la Temperatura del Corpo e Recupera la Salute" di Masashi Saito
www.macrolibrarsi.it/speciali/anteprima-aumenta-la-temperatura-del-corpo-e-recupera-la-salute-libro-di-masashi-s...
wheaton80
00mercoledì 12 marzo 2014 22:49
Staminali, “correre ne stimola produzione e blocca l’invecchiamento del cervello”

Mens sana in corpore sano. Si apre con una buona notizia la settimana mondiale dedicata a quella che molti scienziati considerano la materia più complessa dell’universo, il cervello umano. I ricercatori dell’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) hanno dimostrato per la prima volta, in uno studio pubblicato sulla rivista Stem Cells, che la corsa è in grado di bloccare il processo di invecchiamento cerebrale e stimolare la produzione di nuove cellule staminali che migliorano le capacità mnemoniche. “Questa ricerca scardina un dogma della neurobiologia – spiega Stefano Farioli-Vecchioli dell’Ibcn-Cnr, coordinatore dello studio - Finora si pensava infatti che il declino della neurogenesi durante l’età adulta, con la perdita di cellule staminali neuronali, fosse un processo irreversibile”. Proprio la memoria è il tema al centro dell’annuale edizione della settimana del cervello. Un’edizione ancora più significativa quest’anno, perché il 2014 è stato proclamato dal Parlamento Europeo “Anno europeo del cervello”. Secondo i dati emersi da “Brai.Ns”, meeting internazionale dedicato alla ricerca sulle malattie cerebrali che si è svolto nelle scorse settimane a Barcellona nell’ambito dell’Anno europeo, nel Vecchio continente sono 164 milioni gli individui colpiti da patologie neurologiche, il 38,2% della popolazione, di cui 17 milioni gli italiani. Inoltre, l‘impatto economico delle malattie del cervello in Europa è pari a 798 miliardi di euro l’anno, all’incirca il 40% dei quali è legato a costi indiretti che pesano sulle famiglie. Promossa in Italia dalla Società italiana di neurologia (Sin) e coordinata da numerose società scientifiche internazionali, come la European Dana Alliance for the Brain e la Society for Neuroscience, la settimana mondiale del cervello ha come obiettivo la diffusione della conoscenza nell’ambito delle neuroscienze, attraverso una serie di incontri divulgativi, convegni scientifici, attività per le scuole elementari e medie e visite guidate a reparti e laboratori ospedalieri sparsi su tutto il territorio nazionale.

“Oggi sappiamo che i disturbi della memoria rappresentano un sintomo sempre più comune che colpisce circa il 7% della popolazione con più di 65 anni, fino a raggiungere il 30% degli individui con età superiore a 80 anni – sottolinea Aldo Quattrone, presidente della Sin - I disturbi della memoria, purtroppo, non sono caratteristici solo del morbo di Alzheimer, che insieme alla demenza senile solo in Italia colpisce 1 milione e 200 mila persone, ma possono essere presenti in molte malattie neurologiche. Studi recenti – spiega Quattrone – hanno ad esempio dimostrato l’esistenza di disturbi cognitivi, inclusi quelli di memorizzazione, anche in pazienti con Parkinson”. Gli scienziati del Cnr nel loro studio sono riusciti a dimostrare che sono proprio le capacità di memorizzazione a essere potenziate dall’esercizio fisico. “Lavorando su topi con deficit neuronali e comportamentali causati dalla mancanza del gene Btg1, che rappresenta un freno alla proliferazione delle cellule staminali – afferma Farioli-Vecchioli -, abbiamo constatato che nel cervello adulto un esercizio fisico aerobico come la corsa blocca il processo di invecchiamento e stimola una massiccia produzione di nuove cellule staminali nervose nell’ippocampo, aumentando le prestazioni mnemoniche. In sostanza, la neurogenesi deficitaria riparte quando, all’assenza di questo gene, si abbina un’attività fisica che, non solo inverte totalmente il processo di perdita di staminali, ma scatena un’iper-proliferazione cellulare con un effetto duraturo”. Lo studio italiano, realizzato in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, apre nuovi scenari nell’ambito della medicina rigenerativa del sistema nervoso centrale. “La scoperta pone le basi per ulteriori ricerche mirate ad aumentare la proliferazione delle staminali adulte nell’ippocampo e nella zona sub ventricolare. I risultati – sottolinea Farioli-Vecchioli – avranno delle implicazioni molto importanti per la prevenzione dell’invecchiamento e della perdita di memorie ippocampo-dipendenti. Per quanto riguarda le patologie neurodegenerative, le potenzialità terapeutiche di queste cellule sono davvero ampie, anche se a breve termine non possono scaturire terapie mirate. Il prossimo passo – conclude Farioli-Vecchioli – sarà confermare la scoperta su altri modelli di topi con malattie come l’Alzheimer, il Parkinson o nei quali un evento ischemico abbia provocato un elevata mortalità neuronale, isolando e trapiantando le cellule staminali iper-attivate”.

Davide Patitucci
11 marzo 2014
www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/11/correre-blocca-linvecchiamento-de-cervello-e-stimola-produzione-staminali...
wheaton80
00domenica 18 giugno 2017 00:24
Ormone invecchiamento scoperto a Padova: effetti ridotti per chi fa sport

Qualche giorno fa, i ricercatori del VIMM (Istituto Molecolare Veneto) e dell’Università di Padova hanno reso noti i risultati di un’interessante ricerca sull’invecchiamento (http://www.unipd.it/download/file/fid/52686). In particolare, avrebbero individuato l’ormone che provoca il deterioramento cellulare. Hanno inoltre scoperto in che modo è possibile rallentare questo processo naturale. La ricerca potrebbe cambiare profondamente il nostro stile di vita, aiutandoci a vivere meglio e più a lungo. Vediamo cosa hanno scoperto.

FGF21: l’ormone dell’invecchiamento

Lo studio è stato pubblicato su Cell Metabolism, la rivista scientifica più autorevole negli ambiti dell’endocrinologia e del metabolismo. Il team di ricerca è stato guidato da Marco Sandri e Luca Scorrano e condotto dalle dottoresse Caterina Tezze e Vanina Romanello. La loro scoperta è potenzialmente rivoluzionaria: l’invecchiamento e il danneggiamento dei mitocondri del muscolo è responsabile della produzione di un ormone, chiamato FGF21. La sostanza causerebbe a sua volta l’invecchiamento dell’intero organismo. Finora sapevamo che il deterioramento dei mitocondri, che rappresentano le centrali energetiche delle cellule, era legato all’invecchiamento, ma non sapevamo come, esattamente. Come è stata effettuata la scoperta? Tutto è incentrato intorno allo sport.

Invecchiamento attivo e sedentario
La scoperta è stata effettuata analizzando i livelli di Opa1 negli anziani che svolgono attività fisica in maniera regolare. Opa1 è una proteina essenziale per il funzionamento dei mitocondri. Quando è carente causa la produzione dell’ormone FGF21. Negli anziani sedentari, i livelli di Opa1 sono molto bassi, mentre restano regolari in quelli più attivi. Ecco perché le persone che hanno uno stile di vita sedentario tendono a invecchiare più velocemente. Finora, si pensava che l’ormone avesse un’azione esclusivamente benefica. Prodotto da fegato e grasso, migliora infatti il metabolismo degli zuccheri e dei grassi. I ricercatori padovani ne hanno individuato la “doppia vita”. Bloccandone la produzione, infatti, gli studiosi hanno registrato l’arresto di molti segni di invecchiamento: a livello di cute, fegato, intestino e cervello. “Non era chiaro come la vita sedentaria fosse collegata ad un invecchiamento precoce. Il nostro studio ci spiega che l’invecchiamento non attivo porta al deterioramento dei mitocondri nei muscoli e, quindi, all’aumento di FGF21. Quando i livelli di FGF21 nel sangue sono alti per lungo tempo, l’organismo risponde con l’invecchiamento della pelle, del fegato e dell’intestino, perdendo neuroni, e con un’infiammazione generalizzata”, spiega Marco Sandri.

Ormone dell’invecchiamento: come ‘combatterlo’
I ricercatori vogliono ora sviluppare dei farmaci per contrastare l’invecchiamento precoce. Il medicinale sarebbe destinato alla popolazione sedentaria. Non sarebbe meglio, piuttosto, stimolare il ricorso all’attività fisica per tutti? Anche chi è avanti con l’età, se non ha problemi fisici troppo gravi (ovviamente), può pensare di fare sport o comunque di restare attivo. Anche fare lunghe passeggiate, tutti i giorni, può aiutare. Un’altra forma di attività fisica dolce è rappresentata dallo yoga. Come abbiamo visto qualche tempo fa, uno studio indiano del 2014 ha dimostrato che lo yoga è in grado di rallentare, o addirittura invertire, il declino fisico e mentale collegato all’avanzare dell’età.

Agnese Tondelli
13 giugno 2017
www.ambientebio.it/salute/nuove-scoperte/ormone-invecchiament...
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