tanto per tenersi aggiornati
PRESENTE E FUTURO DELL’INGEGNERIA GENETICA
Corso per 2 crediti D, anno accademico 2006-07
(docente: Aldo Lepidi)
I migliori sono senza dubbio quelli che hanno la visione più chiara di quanto li attende e vedono non solo la gloria ma anche il pericolo e la fatica e ciò nonostante vanno avanti con tutte le loro energie.
Tucidite
Tecnologie del DNA ricombinante: le premesse
1865 Gregor Mendel pubblica i suoi studi che però resteranno sconosciuti fino al 1900 (“fattori di eredità”).
1910 Thomas Hunt Morgan: i “geni” sono localizzati in specifici cromosomi (Nobel 1933*)
*”for his discoveries concerning the role played by the chromosome in heredity"
1928 Alexander Fleming (Nobel 1945*) descrive l’effetto inibente di un principio che sarà riconosciuto come “antibiotico” (penicillina) e che sarà considerato il farmaco miracoloso. Questa scoperta entra in diversi modi nello sviluppo delle tecnologie del DNA ricombinante ed in quello delle biotecnologie (si pensi alla resistenza agli antibiotici). Il contributo degli antibiotici alla transizione epidemiologica aprirà la strada al ruolo socio-sanitario delle tecnologie del DNA ricombinante.
* for the discovery of penicillin and its curative effect in various infectious diseases.
1941 Joshua Lederberg**, George Beadle e Edward Tatum***: un gene – un enzima (Nobel 1958)
** "for his discoveries concerning genetic recombination and the organization of the genetic material of bacteria“
*** "for their discovery that genes act by regulating definite chemical events"
1944 Oswald Avery, Colin McLeod e Maclyn McCarty riprendono e perfezionano le ricerche di Frederick Griffith sulla trasformazione e dimostrano che l’informazione genetica è portata dal DNA.
1952 Martha Chase e Alfred Hershey: nei batteriofagi il DNA porta l’informazione genetica da una generazione all’altra (Nobel 1969*)
* “for their discoveries concerning the genetic structure of viruses”
1951 Barbara McClintock (Nobel 1983*) scopre la trasposizione genetica (geni che cambiano di posto nel genoma) fornendo un strumento operativo e concettuale importante (è la sequenza del gene e non la sua posizione nel genoma a dare la funzione).
* for her discovery of mobile genetic elements
1952 Rita Levi-Montalcini e Stanley Cohen (Nobel 1986*) scoprono NGF e poi EGF (nerve e epidermal growth factor). Questi fattori sono formati da proteine medio-piccole (il primo 118 amminoacidi) e sono diffusi dagli anfibi ai pesci ai mammiferi; essi saranno basilari per le colture cellulari, gli studi sul differenziamento e le tecnologie del DNA ricombinante negli animali.
* for their discoveries of growth factors
1953 (25 aprile) James Watson e Francis Crick decifrano la struttura del DNA. “We wish to suggest a structure for the salt of deoxyribose nucleic acid…” “It has not escaped our notice that the specific pairing that we have postulated immediately suggests a possible copying mechanism for the genetic material” (Nobel 1962*).
* “for their discoveries concerning the molecular structure of nucleic acids and its significance for information transfer in living material”
1961 Francois Jacob e Jacques Monod (Nobel 1965* assieme a André Lwoff) scoprono il meccanismo di regolazione dell’espressione del lac-operone nei procarioti. Le ricerche sulla regolazione dell’espressione genica restano centrali nella biologia e gli enormi progressi fatti debbono molto alla linearità del primo modello proposto.
*for their discoveries concerning genetic control of enzyme and virus synthesis.
1967 Har Khorana, Robert Holley e Marshall Nierenberg decifrano il meccanismo della trascrizione e della traduzione da DNA a proteine (Nobel 1968*)
*for their interpretation of the genetic code and its function in protein synthesis
Arthur Kornberg (già premio Nobel 1959* con Severo Ochoa per la sintesi chimica di DNA e di RNA) duplica in vitro un gene virale
* for their discovery of the mechanisms in the biological synthesis of ribonucleic acid and deoxiribonucleic acid.
1968 Stanley Cohen (Nobel 1986 per altre ricerche) isola il primo plasmide e lo trasferisce in un nuovo ospite batterico assieme ad una antibiotico resistenza
1970 Werner Arber, Daniel Nathans e Hamilton Smith scoprono che i batteri si difendono dall’infezione fagica con enzimi che degradano selettivamente i DNA estranei (enzimi della “restrizione”) e descrivono le proprietà dei frammenti di DNA prodotti (Nobel 1978*). Herbert Boyer nel 1973 applica gli enzimi di restrizione alla costruzione di plasmidi “in vitro”.
* for the discovery of restriction enzymes and their application to problems of molecular genetics
Tecnologie del DNA ricombinante: l’avvio
1970 Renato Dulbecco coltiva in vitro virus animali con tecniche simili a quelle batteriologiche e studia le interazioni tra genoma virale e genoma animale. Howard Temin scopre che il Rous sarcoma virus è inibito dalla actinomicina D (inibitore della sintesi del DNA); con David Baltimore dimostra che la sintesi dell’RNA virale avviene su uno stampo a DNA sintetizzato da una DNA polimerasi RNA dipendente, detta anche trascrittasi inversa (i tre condividono il Nobel 1975*).
* for thier discoveries concerning the interaction between tumor viruses and the genetic material of the cell
1970 In diversi laboratori (Rob Schilperoort, Leida; Jeff Schell, Max Plank; MaryDell Chilton, Seattle) , nei primi anni 70 si avviano ricerche sui plasmidi trasformanti di Agrobacterium tumefaciens, i famosi plasmidi Ti. Il batterio provoca tumori nelle piante dicotiledoni inserendo proprio DNA nel genoma della pianta. Questa ingegneria genetica naturale avrà una ampia valorizzazione conoscitiva ed applicativa.
1972 Paul Berg (Stanford University) crea il primo DNA ricombinante E.coli/SV40 (Nobel 1980*). Per fare questo mette assieme l’azione degli enzimi di restrizione appena scoperti con quella della ligasi scoperta già dal 1967. Altri enzimi da tener presenti nelle tecnologie del DNA ricombinante sono a) le esonucleasi che, a differenza delle endonucleasi che tagliano il DNA lungo la catena, idrolizzano i nucleotidi terminali; b) le polimerasi (DNA ed RNA polimerasi, DNA e RNA dipendenti, tra cui le trascrittasi inverse che sono DNA polimerasi RNA dipendenti) che sintetizzano catene polinucleotidiche usando i nucleosidi trifosfati che vengono aggiunti all’estremità 3’; c) le topoisomerasi che hanno sia attività di nucleari che di ligasi e sono importanti nella replicazione e nella trascrizione; d) le elicasi che sciolgono i ponti idrogeno tra le basi e rendono il DNA a singolo filamento.
*for his fundamental studies of the biochemistry of nucleic acids, with particular regard to recombinant-DNA
1974 Stanley Cohen (Nobel 1986) e Herb Boyer costruiscono il primo DNA ricombinante anfibio/batterio
1975 Niels Jerne César Milstein e Georges Kohler creano il primo ibridoma dalla fusione di cellule tumorali e linfociti B e producono i primi anticorpi monoclonali (Nobel 1984*)
*for theories concerning the specificity in development and control of the immune system and the discovery of the principle for production of monoclonal antibodies
Le tecnologie del DNA ricombinante nascono in questo periodo quando diventa evidente che gli acidi nucleici e le proteine ubbidiscono alle ordinarie leggi fisico-chimiche e pertanto è possibile disegnare esperimenti basati sulla modificazione di acidi nucleici e proteine con mezzi chimici e fisici.
1974-75 Herbert Boyer e Stanley Cohen brevettano tre diversi passaggi nel clonaggio di geni in plasmide tramite endonucleasi di restrizione ed avviano le applicazioni produttive. Il dibattito su questa iniziativa richiama l’attenzione degli investitori sulle opportunità offerte dal DNA ricombinante.
1975 Paul Berg pone il problema se seguitare o meno gli esperimenti sui DNA ibridi (quali i suoi E.coli/SV40) e promuove una Convenzione (Asilomar, CLA) che elabora principi per rendere sicure le tecnologie del DNA ricombinante. I principi (tradotti in linee guida NIH entro 16 mesi) sono: a) la valutazione dei rischi potenziali nel progetto di ogni esperimento con DNA ricombinante e b) l’adozione di misure certe di contenimento. Gli scienziati, in questo caso, hanno trovato la strada per garantire il progresso della scienza evitando ogni rischio ragionevole e prevedibile.
1976 Robert Swanson (un giovane “venture capitalist” con la passione della scienza) e Herb Boyer (UCLA) fondano GENENTECH nella Silicon Valley con capitale di $100.000: è la prima compagnia di “startup” (termine che indicherà la collaborazione dell’università con l’industria per obiettivi decisi da questa ultima). I successivi sviluppi, nelle biotecnologie e non solo, renderanno leggendaria la Silicon Valley. GENENTECH rende pubblici i protocolli di ricerca.
“Since 1976, something truly unique has been evolving in the San Francisco Bay Area. It's a company with a different approach, one where people are the purpose for, and the strength behind, its existence. It's a company called Genentech with a culture and a history that could only be called legendary." Herbert Boyer
Tecnologie del DNA ricombinante: science first
1976 Susumu Tonegawa (Nobel 1987*) dimostra come il sistema immunitario fronteggia milioni e milioni di diverse situazioni utilizzando un piccolo numero di geni: un numero sterminato di possibilità di reazione vengono dal riarrangiamento interno ai geni suddetti. Il lavoro proseguirà negli anni per il suo enorme interesse sanitario: la sua somiglianza ad una tecnologia del DNA ricombinante interna alla cellula ne fanno un buon candidato ad importanti applicazioni sanitarie.
* for his discovery of the genetic principle for generating antibody diversity
1976 Michael Bishop e Harold Varmus (Nobel 1989*) trovano nel genoma di cellule sane di pollo gli oncogeni del Rous sarcoma virus e dimostrano che il gene virale proviene dalla cellula ospite. Negli anni successivi sono stati trovati oltre 40 oncogeni animali e umani. Le tecnologie del DNA ricombinante sono essenziali per il controllo di queste ricombinazioni naturali del DNA.
*for their discovery of the cellular origin of restroviral oncogenes
1977 Sidney Brenner, Robert Horvitz e John Suston (MIT) (Nobel 2002*) seguono lo sviluppo di ognuna delle cellule che intervengono nell’embriogenesi di Caenorhabditis elegans** e scoprono che l’apoptosi (= morte programmata) ha un proprio codice genetico. L’apoptosi complementa con la moltiplicazione cellulare e rende possibile il differenziamento.
I geni ed il ruolo dell’apoptosi sono conservati nei diversi gruppi animali, fino all’uomo. Lo studio dell’apoptosi ha risvolti nella conoscenza e nella cura di malattie infettive, degenerative, neoplastiche.
*for their discovery concerning genetic regulation of organ develpment and programmed cell death
**(l’organismo adulto è formato da 959 cellule; nello sviluppo se ne generano 1090 e di queste 131 vanno in apoptosi)
Tecnologie del DNA ricombinante: la simbiosi tra scienza e tecnologia
1978 GENENTECH si associa alla Eli Lilly & Co. per produrre insulina transgenica (sarà in commercio nel 1982). La domanda di insulina è enorme ed il prodotto ottenuto per ingegneria genetica è sicuro e poco costoso. Joshua Lederberg (nel suo libro Biological Future of Man) sostiene che questo tipo di benefici possono essere ampliati e diventare qualificanti di una nuova e superiore forma di vita dell’uomo. Personalmente confido che possa essere così.
1980 BIOGEN produce il suo primo interferone con la tecnologia del DNA ricombinante (approvazione FDA 1985). Nasce così la prima industria “bio” europea che darà forti contributi allo sviluppo delle produzioni biotecnologiche.
1980 Walter Gilbert e Frederick Sanger ricevono il Nobel* per il sequenziamento degli acidi nucleici. L’uso combinato di enzimi di restrizione, diversi tipi di elettroforesi, gas massa e mezzi di calcolo permettono la rapida crescita del metodi di sequenziamento degli acidi nucleici e dei metodi di sintesi di acidi nucleici a sequenza programmata. Queste ricerche porteranno al progetto genoma umano, alle tecniche di microarray, alla diagnosi ed alla terapia genomica etc.
*for their contributions concerning the determination of base sequences in nucleic acids. Per Sanger è il secondo, avendo avuto il primo nel 1958 for his work on the structure of proteins, especially that of insulin.
1985 GENENTECH brevetta il primo ormone transgenico della crescita umana (ProTropin)
2004 Businessweek di settembre include la collaborazione tra Swanson e Boyer tra le prime 5 più innovative degli ultimi 75 anni e la più innovativa dell’anno in corso e con l’occasione riporta che le industrie che utilizzano DNA ricombinante negli USA sono 1.400 con un utile annuo di 40 miliardi di dollari.
In gennaio 2007, Fortune include per la nona volta consecutiva GENENTECH tra le 100 “top employer and most admired companies”. Credo che un biologo dovrebbe seguire, oltre che Nature, Science e la letteratura scientifica specialistica, anche il sito web di questa e di altre aziende simili.
Tecnologie del DNA ricombinante: la maturità scientifica e tecnologica
1986 Kary Mullis (della CETUS Co.) inventa la PCR (Nobel 1993*). La polymerase chain reaction permette di amplificare selettivamente in vitro un frammento di DNA (miliardi di copie della stessa sequenza in brevissimo tempo) utilizzando primers specifici ed enzimi di batteri. La duplicazione si ottiene con un protocollo basato sulla ripetizione ciclica di fasi calde e fasi fredde. La RT-PCR (real time-PCR) usa il monitoraggio in continuo del progresso della reazione con una reazione di fluorescenza. La PCR viene utilizzata in ogni campo di indagine sul DNA dal recupero di frammenti fossili, all’identificazione di impronte genetiche (dai virus ai batteri all’uomo), la ricerca di geni sani e/o malati, la diagnosi di malattie infettive, la preparazione di vaccini, il clonaggio dei geni, i test di paternità, le analisi forensi etc.
* for contribution to the developments of methods within DNA-based chemistry; for his invention of the polimerase chain reaction (PCR) method
1989 Il sequenziamento di acidi nucleici e proteine è divenuto man mano pratica di laboratorio sempre più diffusa con applicazioni a svariati campi di conoscenza e di produzione di beni e servizi. Sia società private che istituzioni pubbliche sviluppano ed organizzano centri di servizi che offrono il sequenziamento di acidi nucleici e di proteine a costi che, con il tempo, diventano sempre più competitivi. Nello stesso tempo, trainati dalla richiesta di primers per la PCR, questi stessi centri/società privati e pubblici mettono a punto offerte di sequenze sintetiche di acidi nucleici per ricerca o per produzione industriale. Il sequenziamento, la sintesi di sequenze e la tecnica del microarray diventeranno col tempo sempre più strettamente legate fra loro.
1990 James Watson lancia HGP (Human Genome Project) con finanziamento iniziale di 3 x109 $. Paul Berg viene nominato presidente dello Scientific Advisory Committee. Il progetto iniziale aveva l’obiettivo di mappare i cromosomi umani collocando nelle rispettive posizioni quelli che all’epoca erano stimati in 50.000-100.000 geni. Gli sviluppi delle tecnologie porteranno alla riconversione del progetto a favore del sequenziamento che risponde meglio all’obiettivo di correlare le caratteristiche (fisiologiche o patologiche) con una sequenza genomica, far luce nella complicata base genetica dell’uomo e correggere le malattie genetiche.
1990 William Anderson (NIH) ottiene il primo successo nella terapia genica applicata all’uomo curando la ADA (Adenosine Deaminase Deficiency) con l’introduzione del gene in colture di cellule T della persona, la moltiplicazione delle cellule trasformate e la reintegrazione di tali cellule nel soggetto.
1994 CALGENE mette in commercio il pomodoro FlavrSavr caratterizzato dalla inattivazione della poligalatturonidasi, l’enzima che scioglie le pectine e rende flaccido il frutto maturo. Questa cultivar sarà abbandonata dopo qualche anno, ma nel frattempo si sarà avviata la diffusione di altre varietà di piante coltivate con tratti genetici ottenuti tramite tecnologie di DNA ricombinante.
1996 Ian Wilmut (PPL Therapeutics e Roslin Institute, Scozia) riesce a concludere con successo un protocollo di fecondazione in vitro che porta alla nascita di 6LL3 che diventerà ben noto con il nome di pecora Dolly. Per la prima volta un mammifero nasce da un oocita il cui nucleo sia stato sostituito da quello di una cellula somatica (mammaria, in questo caso). L’anno precedente, Wilmut assiene con Keith Campbel avevano ottenuto due pecore, Megan e Morag, separando le cellule di un embrione. L’anno successivo gli stessi ricercatori otterranno la nascita di Polly da una cellula epiteliale in cui era stato inserito un gene umano. L’animale esprimeva il gene ed apriva la prospettiva di un nuovo modo per produrre interferone, anticorpi etc
1997 Teruhiko Wakayama porta alla nascita la topina Cumulina. A differenza della pecora Dolly, in questo caso l’embrione viene da un clonaggio riproducibile, in mammifero, che utilizza soltanto cellule somatiche senza partire da un oocita. Come dice il nome del clone, la cellula utilizzata proviene dal cumulo ovarico che è formato da cellule in quiescenza moltiplicativa e pertanto con DNA più resistente ai danni della manipolazione meccanica. Negli anni successivi, molti altri animali sono stati fatti riprodurre per clonaggio, da quelli di interesse zootecnico (bovini, equini…) a quelli di rilievo naturalistico (ad es. in pericolo di estenzione).
1997 Andrew Fire e Craig Mello, (Nobel 2006*) lavorando con Caenorhabditis elegans, scoprono che i dsRNA interferiscono nella trascrizione e silenziano i geni in modo specifico (RNAi = interference). Gli RNAi vengono frammentati in microRNA e legati a complessi proteici che degradano gli mRNA complementari, facendo tacere il gene. Gli RNAi sono importanti nell’espressione genica e nel trattamento di malattie quali le infezioni virali, tumore, malattie cardiovascolari, disordini endocrini etc. Gli RNAi si ritrovano in natura nelle piante, negli animali e nell’uomo.
* for their discovery of RNA interference – gene silencing by double stranded RNA
1998 (maggio) Craig Venter (che nel 1995 aveva sequenziato Haemophilus influenzae) e la Perkin Elmer fondano la CELERA GENOMICS con lo scopo societario di sequenziare genomi e valorizzare i risultati di questo tipo di attività.
1998 (novembre) James Thompson e John Gearhart della GERON Co. brevettano il procedimanto per coltivare le cellule staminali embrionali
1999 Alla fine degli anni 90 il numero totale dei farmaci prodotti con DNA ricombinante approvati da FDA ed utilizzati correntemente arriva a 125. Nel 1985 erano solo 5: insulina, HGH (human growth hormone), vaccino epatite B, interferone e tPA (tissue plasminogen activator).
1999 (settembre) CELERA GENOMICS rende nota la sequenza completa del genoma di Drosophila
2000 (giugno) HGP e CELERA GENOMICS pubblicano il 90% della sequenza del genoma umano e, per voce del presidente Clinton e di Blair, assicurano la piena e libera fruibilità di tutti i dati.
2001 Fondazione di IHGSC (International Human Genome Sequencing Consortium) formato da 16 istituzioni di ricerca in 6 paesi per completare le sequenze del genoma umano e soprattutto per gestirne le applicazioni. Una di queste è il progetto proteoma umano che intende chiarire i rapporti tra il codice genetico e le proteine sintetizzate in diversi tessuti, nei passaggi dell’embriogenesi, negli stati patologici etc.
2004 (ottobre) IHGSC completa la pubblicazione su Nature del genoma umano: 2.85 miliardi di nucleotidi con 19.599 geni individuati e localizzati e 2.188 praticamente accertati (si ritiene che ce possano essere pochi altri). Il lavoro di laboratorio è durato 13 anni ed ha avuto una accelerazione spettacolare nel 2003. Il database è disponibile in rete ed ha una accuratezza pari a 99,999%, quindi un errore ogni 100,000 basi.
La Affimetrix e la Stanford University mettono a punto e brevettano la tecnica del microarray nel 1996. In questa tecnica (indicata con una certa approssimazione come biochip) molecole diverse vengono fissate o sintetizzate in posizioni o pozzetti fissi su un supporto (di norma un chip di silicio) e fatte reagire con una miscela di reagenti ognuno specifico per una di esse. I dati della reazione vengono acquisiti e processati da un elaboratore elettronico. A seconda della natura delle molecole si hanno microarrays a DNA, a oligonucleotidi, a proteine, ad anticorpi, a tessuti. Con tecniche litografiche o di spot, è possibile costruire microarrays con diverse migliaia di molecole diverse.
I microarrays permettono di studiare le interazioni acidi nucleici/proteine, proteine/proteine, proteine/substrati etc . Gli acidi nucleici e le proteine possono essere purificati e poi legati oppure costruiti in situ (ci sono tecniche di costruzione sia di polinucleotidi che di polipeptidi a sequenza nota). I microarrays di DNA, detti anche chips genomici, sono molto usati per i profili di espressione (misura dell’espressione genica di una certa cellula rilevata come ibridizzazione mRNA-cDNA) o la genotipizzazione (studio della variazione genetica nelle e tra le popolazioni). Un unico chip genomico (ovviamente costruito da un robot) può contenere decine di migliaia di geni.
L’uso del microarray si sta diffondendo ed è possibile acquistare chips genetici a costi accessibili per diversi usi di ricerca ed applicativi (dalla scoperta di farmaci alle analisi cliniche alle indagini giudiziarie). E’ quindi importante che l’uso della tecnologia di indagine sia affidabile e garantita. Dal momento che il controllo dal singolo operatore sui prodotti commerciali non è facile, sono stati adottati regolamenti sia in ambito scientifico (MIAME = minimum information about a microarray experiment) che in campo applicativo con il controllo della FDA (MAQC = microarray quality control).
I biochip hanno una versatilità molto elevata e possono servire per fini di ricerca e obiettivi applicativi diversi. I biosensori, ad esempio, fanno un uso frequentissimo di biochip, idonei anche alla acquisizione remota dei dati.
Per le applicazioni del genoma umano (chip a DNA umano) sono in commercio microarrays con 30-40.000 trascritti e varianti diverse al costo di $300-400. Esistono microarrays per analisi di DNA umano (ma anche di topo, drosofila, lievito, E.coli) di tipo specialistico (ad es. per analisi di funzionalità neurologica, epatica etc). Il processamento dei chips può essere fatto in laboratori specializzati con costi prossimi a quelli di acquisto del microarray. I dati vanno ad organizzazioni che ne permettono il “mining” (= utilizzo) da parte di ricercatori e/o altri interessati.
2002 Craig Venter e Hamilton Smith progettano ed avviano la costruzione di un “organismo minimo” (MCP = minimal celle project): sintesi e assemblaggio in vitro di un organismo capace di replicazione autonoma su un mezzo colturale molto ricco e di evoluzione. Oltre che “letti” il DNA e l’RNA possono essere “scritti” ed i costi di entrambe le operazioni scendono di anno in anno. Le stime fatte valutano che debba contenere da circa 150 a circa 300 geni ottenuti da organismi già esistenti o sintetizzati ex novo, sotto forma o di DNA o di RNA. Al progetto si sono unite diversi centri di ricerca e università e si pensa che parti separate di tale organismo minimo possono essere sperimentati entro breve (ad es. ribosomi sintetici, sistemi di trascrizione e traduzione semplificati etc). Le applicazioni di un organismo minimo possono essere molte ed importanti sia per comprendere meglio che cosa è la vita sulla Terra che per le applicazioni utili all’uomo (ad es. produzione sicura ed efficiente di molecole ricombinanti per farmaci, chemicals, energia); la sua sintesi va resa compatibile con i modelli culturali vigenti che spesso sono arretrati e inadeguati tanto che la stupidità umana potrebbe farne oggetti pericolosi.
Al 2006 i prodotti da DNA ricombinante commercializzati da GENENTECH sono di 14 tipologie diverse: insulina (1982), protropin (1985, ormone di crescita), activase (1987, attivatore del plasminogeno), nutropin (1993, ormone di crescita), pulmozime (1994, dornasi a, fibrosi cistica), rituxan (1997, linfoma non-Hodgkins), herceptin (1998, tumore metastatico al seno), TNKase (2000, anticoagulo), xolair (2003, antiasmatico), raptiva (2003, antipsoriasi), avastin (2004, tumore metastatico di colon-retto), tarceva (2004, tumore metastatico della gola), lucentis (2006, degenerazione neurovascolare).
Le tecnologie del DNA ricombinante sono percepite dall’opinione pubblica non tanto con le parole degli scienziati e con l’esame informato sia delle potenzialità che dei limiti ma piuttosto attraverso il giornalismo, il cinema, il romanzo, la politica, la religione che molto spesso ne danno una visione distorta e strumentale ai propri scopi. Le tecnologie del DNA ricombinante sono la più recente acquisizione di una lunga storia di interazioni tra l’uomo e gli altri esseri viventi iniziata con la coltivazione delle piante, la domesticazione degli animali, le zimotecnologie (tecnologie delle fermentazioni), la rivoluzione verde (che ha accresciuto e stabilizzato la produzione alimentare), le transizione epidemiologica (che ha ridimensionato le malattie infettive quale causa prevalente di morte). Il biologo ha il compito di maturare e diffondere le informazioni corrette in questo campo che è tra quelli da cui dipende il futuro dell’uomo: di ogni singolo uomo e dell’intera umanità.