MARCO TODESCHINI-SCIENZA CATTOLICA

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Ghergon
00lunedì 13 marzo 2006 17:50



Marco Todeschini

Marco Todeschini è stato sicuramente uno degli scienziati più singolari ed eclettici tra le “voci fuori dal coro” delle scienze fisiche. Dopo un’introduzione che illustra gli aspetti più salienti della vita di questo originale scienziato, il libro presenta al lettore l’aspetto più originale dell’opera di Todeschini: la “teoria psicobiofisica”.

In base a questa teoria i moti di tutti gli oggetti nell’universo, dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, sono secondo Todeschini rapportabili ad una unica sostanza invisibile e sottile denominata “etere” esistente ovunque nell’universo. Un etere concreto che riempie tutto lo spazio, in opposizione a quel vuoto assoluto su cui era basata la fisica tradizionale fin dai tempi di Newton.
Nella visione di Todeschini le “forze” che sembrano esplicarsi nell’Universo, come le aveva prima concepite Newton e poi Einstein, non esistono realmente ma sono solo apparenze. Secondo Todeschini, i corpi nell’Universo si muovono non perché sono sottoposti a forze inerziali in uno spazio completamente vuoto ma solo perché vengono trasportati da vortici di etere in perenne rotazione e vibrazione.
Le vibrazioni dell’etere sono proprio quelle che noi percepiamo fisiologicamente come “sensazioni”. Infatti sono i movimenti dell’etere a generare reazioni meccaniche nei nostri cinque sensi ed è solo la psiche – identificabile secondo Todeschini con l’anima – a trasformare questi stimoli di natura esclusivamente meccanica in reali sensazioni, quelle che ci danno piena coscienza di essere vivi. Se la psiche non esistesse, ma se esistesse solo quella (peraltro meravigliosa) centralina elettronica che è il cervello in grado di smistare tutti gli stimoli meccanici ricevuti dai vari sensori corporei, l’universo sarebbe un luogo buio e la vita – che è invece basata sulle sensazioni che ci vengono fornite dalla nostra psiche – non avrebbe alcun senso.


Tutte le informazioni su Todeschini si trovano qui:
ACNR

[Modificato da Ghergon 21/05/2006 17.48]

[Modificato da Ghergon 21/05/2006 17.49]

LiviaGloria
00mercoledì 15 marzo 2006 11:47
Insomma...usando la logica,se esiste il nulla,il niente come si dice...il mio pensiero é che nel nulla...niente uccede.
Cioé...non si possono trasmettere le cose nel nulla...la parola stessa lo dice:NULLA,NIENTE.
Cercando di immaginare questa parola,NULLA,proviamo a percepirla,a sentirla e proviamo a sentire se il nulla esiste...non ci si riesce...perché é una chimera...anzi,una chimera é giá qualcosa data dal pensare quindi energia,movivento,funzione del cervello....ma...il NULLA?

Forse il vuoto,ma il vuoto é qualcosa che noi percepiamo in base ai nostri organi,cioé non percepiamo..il vuoto non esiste é un limite dato dalle nostre membra...la parola vuoto indica ul limite di percezione,ma...non di nulla.
Infatti sappiamo che siamo pieni di particelle,microbi,batteri,virus....

Ma...il NULLA?La non esistenza di niente...nooooooo.
Ghergon
00sabato 18 marzo 2006 15:07
Livia
Da quando prese piede la teoria della relatività oramai si teorizza uno spazio vuoto, quindi il nulla...però, ed ecco il paradosso, un nulla strutturato, perchè lo spazio tempo deve essere deformato come conseguenza della teoria e quindi è un nulla, però con delle caratteristiche precise...ma sempre un NULLA e attenzione a dire che esiste un etere: esiste il vuoto e basta!
Oggi si ammette al massimo la presenza di un mare di energia...ma senza etere non ci può essere trasmissione di nulla e chi pensa il contrario, dal mio punto di vista, segue solo delle chimere...
Ghergon
00domenica 21 maggio 2006 17:37
Ghergon
00domenica 21 maggio 2006 17:41
merlinoartu
00domenica 21 maggio 2006 23:42
"la vittoria del punto di vista newtoniano e' pienamente giustificata sotto il profilo dell'efficacia, della possibilita' di previsione, e quindi di azione, sui fenomeni ... non sono affatto convinto che il nostro intelletto possa accontentarsi di un universo retto da uno schema matematico coerente, privo pero' di contenuto intuitivo".

A partire da tali considerazioni si puo' riassumere in poche parole chi era Marco Todeschini: un pensatore che tra i pochissimi in questo secolo lascio' libero di esprimersi un intelletto che non si accontentava dell'immagine della Natura offerta dalla scienza contemporanea'

E' [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] In gamba Todeschini!!

Riconosce la parte mancante dell'idelogia comune, quella data dalla parte destra del cervello, l'intuito, il cosmo superiore!!
Bravo Ghergon!!
Ghergon
00lunedì 22 maggio 2006 00:01
merlinoartu
Todeschini fu davvero un grande scienziato...grandissimo!
Grazie Ale!
[SM=g27823] [SM=g27823] [SM=g27838]
Ghergon
00sabato 13 settembre 2008 21:39
Marco Todeschini-scienziato cattolico




Intervista a Marco Todeschini
di di Massimo Teodorani - 30/01/2006



Marco Todeschini è sicuramente uno degli scienziati più singolari ed eclettici tra le “voci fuori dal coro” delle scienze fisiche, e certamente un onore per l’Italia.
Con la sua teoria Psicobiofisica riuscì a costruire un modello di grande unificazione il quale, fondato anche su alcune verifiche sperimentali, univa l’uomo come entità sia fisica che spirituale, al microcosmo delle particelle elementari e al macrocosmo delle galassie.
Una teoria a tutti gli effetti fisica, elaborata da un ingegnere – già professore universitario di meccanica razionale – con conoscenze sconfinate che spaziavano dalla fisica dell’atomo, all’astrofisica, fino alla biochimica e alla neurofisiologia. I moti di tutti gli oggetti nell’universo, dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, sono secondo Todeschini rapportabili ad un’unica sostanza invisibile e sottile denominata “etere” esistente ovunque nell’universo. Un etere concreto che riempie tutto lo spazio, in opposizione a quel vuoto assoluto su cui la fisica era basata fin dai tempi di Newton: da qui ne derivava quella che Todeschini chiamava “spaziodinamica”. Nella visione Todeschiniana le “forze” che sembrano esplicarsi nell’Universo, come le aveva prima concepite Newton e poi Einstein, non esistono realmente ma sono solo apparenze. Secondo Todeschini, i corpi nell’Universo si muovono non perché sono sottoposti a forze inerziali in uno spazio completamente vuoto ma solo perché vengono trasportati da vortici di etere in perenne rotazione e vibrazione.
Le vibrazioni dell’etere sono proprio quelle che noi percepiamo fisiologicamente come “sensazioni”. Infatti sono i movimenti dell’etere a generare reazioni meccaniche nei nostri cinque sensi ed è solo la psiche – identificabile secondo Todeschini con l’anima – a trasformare questi stimoli di natura esclusivamente meccanica in reali sensazioni, quelle che ci danno piena coscienza di essere vivi. Se la psiche non esistesse, ma se esistesse solo quella (peraltro meravigliosa) centralina elettronica che è il cervello, in grado di smistare tutti gli stimoli meccanici ricevuti dai vari sensori corporei, l’universo sarebbe un luogo buio e la vita – che è invece basata sulle sensazioni che ci vengono fornite dalla nostra psiche – non avrebbe alcun senso. In tal modo l’universo intero e gli esseri viventi sono tutti legati in un “unicum” armonioso, e l’universo stesso può essere percepito nella sua infinita varietà di effetti solo tramite l’anima che sta alla base di esseri evoluti come l’uomo. Questa la ragione per la quale Todeschini chiamò la sua teoria con la definizione di “Psicobiofisica”. La sua fu una vera e propria rivoluzione nella scienza che suscitò nei suoi colleghi scienziati sia reazioni di rigetto sia un profondo apprezzamento. Mai nessuno prima di allora aveva osato introdurre il parametro “spirito” all’interno di una teoria fisica dalle caratteristiche logico-matematiche indiscutibili. Infatti la fisica fino a quel tempo (e continua ai giorni nostri) aveva trattato solo il parametro “materia”, mentre lo spirito era solo un argomento di religione e filosofia. Volendo saperne qualcosa di più sull’uomo oltre che sul suo operato scientifico, ho avuto il grande piacere di intervistare la figlia tuttora vivente di questo grande scienziato, Antonella Todeschini di Bergamo.
La signora Todeschini, persona di grande intelligenza, lucidità, cultura e simpatia, si è dimostrata subito molto disponibile, permettendomi di tracciare dalla precisione, completezza e spontaneità delle sue risposte, anche un quadro umano del padre. In tal modo possiamo ottenere una chiave di lettura che ha mosso questo scienziato a intraprendere una strada così difficile e al contempo al completo servizio dell’umanità. Ecco cosa ci dice in proposito Antonella Todeschini.

Massimo Teodorani - Come si rapportava tuo padre con il mondo accademico dei suoi tempi?
Antonella Todeschini - Lui cercava di accattivarsi i colleghi non per suo tornaconto personale ma solo ed esclusivamente per comunicare la profondità della sua scienza e delle sue scoperte, per donarla a loro. La sua teoria aveva una grande forza, ed era un dono al mondo che lui voleva fare. Alla sua morte sulla sua tomba non ho voluto mettere un monumento a mezzobusto, ma una roccia che rappresentasse il carattere del personaggio, che di fatto era una roccia.

M.T. – Quali erano gli scienziati famosi, tra quelli che gli prestarono attenzione, con cui ebbe modo di discutere della sua Psicobiofisica?
A.T. – Ad una conferenza internazionale di fisica di importanza storica che si tenne sul lago di Como, dove mio padre presentò i risultati delle sue ricerche, ricordo che mi disse di aver avuto un importante contatto con il famoso fisico atomico Niels Bohr [la spaziodinamica di Todeschini era infatti partita proprio dall’infinitamente piccolo], ma so che egli si confrontò anche con altri importantissimi fisici del tempo, il cui nome adesso non ricordo. Ricordo solo che lui mi disse che quello, tra i tanti congressi scientifici a cui partecipò, fu proprio un grande evento. Ci sono tanti documenti e incartamenti di mio padre che al momento non mi ritrovo sottomano, ma che sono in possesso di un cugino di Milano. Con ogni probabilità questo contatto con il grande fisico danese Bohr ebbe luogo attorno al 1950 e fu molto importante per mio padre, perché avvenne un anno dopo la pubblicazione di uno dei suoi libri più importanti, “Teoria delle Apparenze”.

M.T. – Tuo padre aveva qualità particolari che andavano oltre la sua ben nota intelligenza e cultura eclettica?
A.T. – Mio padre aveva una splendida vena poetica, che mi è sempre rimasta impressa. C’è uno scatolone di poesie da lui scritte, e mi è stato promesso che una parte sarà pubblicata.
Il suo stile poetico era strutturato proprio come un poema, basato su una metrica molto simile a quella con cui fu scritta la Divina Commedia. In queste sue opere poetiche, che si accompagnavano al suo lavoro scientifico e si armonizzavano con esso, lui raccoglieva tutta la sua vita, il suo pensiero e anche la sua teoria.
Si trovano svariate poesie anche all’interno dell’altra importante sua opera, Psicobiofisica, alcune di queste poesie sono state tradotte anche in francese da un suo collega.
Ti farò leggere le sue poesie e voglio che siano pubblicate. Credo che questa vena poetica gli venisse anche dal profondo rapporto che lui aveva con mia madre, donna eclettica, grande amante della letteratura e del pianoforte. Mio padre assorbì molto da mia madre. Dietro un uomo così sublime c’era dunque anche una donna altrettanto sublime: un grand’uomo ha sempre accanto una grande donna.

M.T. – In che modo l’essere religioso lo spinse a proseguire con le ricerche? Da dove traeva tutte quelle incredibili energie che lo spinsero a produrre un lavoro così imponente?
A.T. – Mio padre aveva ottimi rapporti con la chiesa. Ma non nel senso che lui fosse maniacalmente praticante, certamente non era fanatico, ma era senz’altro molto religioso. Con serietà. Durante la guerra avevamo fatto un voto per ringraziare che tutto era andato bene, e infatti nel 1961 andammo a Roma per ringraziare la Madonna del Divino Amore.

M.T. – Come vedeva tuo padre il futuro dell’umanità? Era ottimista o pessimista?
A.T. – Mio padre vedeva il mondo molto ottimisticamente, perché era uno spiritualista, era mosso dallo spirito e non dal materialismo. La grande forza e tenacia che traeva da questa smisurata spiritualità la profondeva tutta nelle sue ricerche. La sua opera scientifica era tanto grande e vasta che essa includeva anche lo spirito, non solo la materia che convenzionalmente trattano tutti gli scienziati, ma andava oltre.

M.T. – Quale era il suo più grande sogno?
A.T. – Era quello di riuscire a donare al mondo la sua opera nella sua interezza, affinché il mondo potesse apprendere, per scopi benefici e mosso da intenti spirituali, non solo conoscitivi.
Mio padre non voleva essere il detentore delle sue stesse opere, e infatti le dette in pasto a tutti. Ha voluto dare a tutti: “Voi siete i miei araldi – diceva alle tante persone e colleghi che lui riceveva – e io vi invito a spaziare nella mia teoria, e ad apprendere e assorbire tutto quello che vi ho dato”. Non era assolutamente fanatico di emergere, voleva invece che emergesse la sua opera per il bene dell’umanità. Era una grande spinta spirituale quella che lo muoveva.

M. T. - Tuo padre si interessava della ricerca scientifica sulle intelligenze extraterrestri, quella ricerca che oggi si chiama SETI? A.T. – Non esattamente di quella.
Però, seppur con la cautela dello scienziato, ricordo che lui aveva un interesse per gli UFO, proprio perché amava sapere ed esplorare.
Riceveva spesso persone che erano tutte protese verso la questione degli UFO e li riceveva volentieri perchè voleva conoscere tutto da loro su quella materia e li ascoltava con grande attenzione [non è forse una coincidenza il fatto che Todeschini, proprio sulla base della sua teoria sull’etere, avesse progettato uno marchingegno a levitazione denominato “motore a forza propulsiva centrifuga”].
Aveva un’apertura mentale, solo ed esclusivamente per conoscere.
Allo stesso modo era interessato al fenomeno dei “guaritori”, perché voleva cercare un riscontro di certi fenomeni non ancora spiegati, con la sua teoria [e infatti una parte della teoria di Todeschini, che racchiude in sè anche i cosiddetti “fenomeni metapsichici”, lo portò ad ideare e costruire strumenti di misurazione che erano in grado di rivelare, ad esempio, l’energia cinetica prodotta dal “fluido” emesso dai pranoterapeuti].
Mio padre voleva trasformare il mistero in scienza, la sua scienza. E infatti per lui la scienza non era solo materia, ma anche spirito. Voglio che la teoria di mio padre sia meglio conosciuta e studiata.

M.T. – Come lo ricordi come padre nei tuoi confronti? Vi coinvolgeva nel suo lavoro?
A.T. – Nell’ambito familiare era a volte molto silenzioso e desiderava avere la sua intimità con il lavoro, non voleva essere distratto.
Mia madre e io eravamo un pò alle sue dipendenze, attente a non distrarlo, perché sapevamo bene quanto erano importanti per lui le sue ricerche, non per il suo ego, ma per il sogno che lui aveva di donare al mondo intero, un sogno scaturito dalla sua grande spiritualità.
Mio padre aveva bisogno di serenità, certamente…Devo dire che con me a volte era molto severo e categorico, e a volte mi considerava un pò come il suo “marmittone”.
Io mi sono sposata tardi.
Mio padre comunque mi adorava così come amava mia madre, ed era anche molto spiritoso: quando improvvisamente desiderava estraniarsi dal suo lavoro, da quel guscio in cui spesso si chiudeva, allora diventava veramente adorabile, rideva alle mie imitazioni ed io ero un pò il suo giullare. Io gli facevo le imitazioni e lui si divertiva da matti, quando decideva di staccarsi dai suoi pensieri.

M.T. – Ti ringrazio molto del prezioso quadro umano che ci hai fornito su tuo padre, Antonella.
A.T. – Il mondo ha bisogno di un “clone” di mio padre, come sei Tu…

M.T. – Dedico a Te e a Tuo padre le delicatissime ricerche SETI che sto facendo proprio adesso.
Per concludere, è stato un grande riscontro sentire direttamente dalle parole della figlia, Antonella Todeschini, che cosa muoveva suo padre, lo scienziato Marco Todeschini, nelle sue ricerche. Come tutti gli scienziati illuminati, come Nikola Tesla, come David Bohm e pochi altri, Todeschini traeva energia da qualcosa che forse sta dentro di noi.
E quell’energia così vicina alla Verità gli dava forza e tenacia nel proseguire nelle ricerche, ricerche che univano armoniosamente il “mondo esterno” come crediamo di conoscerlo, al “mondo interno” che abbiamo forse dimenticato. Basta solo saper aprire una porta, e quel mondo interno è sempre lì ad aspettarci.
E’ solo conoscendo quel mondo che possiamo trovare la corretta chiave di lettura del mondo esterno, quello della materia.
Altrimenti la nostra conoscenza della realtà rimarrà solo superficiale e frammentaria. Ma la via del genio non è una porta al nostro ego, è invece la porta che ci apre ad un Universo vastissimo in cui siamo tutti uniti. In questa luce i geni del passato non erano esplosioni del loro stesso ego, ma erano coloro che sapevano aprire porte affinchè tutti potessero entrare e vedere quella che è una realtà che tutti ci unisce anziché dividerci. Speriamo che l’umanità abbia la volontà di ricordare e di ascoltare. Alcuni scienziati anche ai giorni nostri sono pronti a fare il grande salto raccogliendo il messaggio di menti come quella di Marco Todeschini, fiduciosi nel potente apparato fisico-matematico che fa grande la nostra scienza, ma consci di essere fatti anche di spirito.





Ghergon
00lunedì 22 settembre 2008 17:22


Riprendiamo dal volume PSICOBIOFISICA alcune dimostrazioni significative ed esemplificatrici del pensiero todeschiniano su alcuni argomenti fondamentali di fisica, di chimica e di astronomia.

· Fisica, chimica, astronomia

1. Lo spazio universale non è vuoto, come riteneva Newton, bensì un’estensione tridimensionale sostanziata in ogni suo punto di una densità costante 9.1020 volte minore dell’acqua.

ndr 9x10 alla ventesima

2. Tutti i campi di forze centrali dell’Universo, astronomici, molecolari, atomici, nucleari, neutronici, mesonici e delle ultime particelle della materia, si identificano ognuno nel campo sferico rotante centro-mosso di spazio fluido, suddiviso, come una cipolla, in una serie di strati sferici concentrici, aventi spessore costante e velocità di rotazione inversamente proporzionale alla radice quadrata del loro raggio.


3. In tutti i campi centrali dell’Universo, la misteriosa forza longitudinale che spinge le masse planetarie a compiere delle rivoluzioni intorno alla massa centrale, si identifica nella spinta che quelle masse planetarie ricevono da parte delle linee di flusso circolari in cui sono immerse. Resta così dimostrato che tali masse non sono immerse in uno spazio vuoto, come sosteneva Newton, per i sistemi astronomici, e come riteneva Bohr per i sistemi atomici, ma sono immerse in un campo fluido centro-mosso.

4. In qualsiasi campo centrale di forze dell’Universo, le masse planetarie, essendo costituite da una o più sfere di spazio fluido che ruotano su se stesse, in senso contrario alle linee di flusso circolari del campo in cui sono immerse, sono soggette, per effetto Magnus, ad una forza risultante Fr inclinata, che si può scomporre in due: una Ft trasversale alle linee di flusso circolari, che sospinge le masse planetarie verso il centro del campo; ed una Fl longitudinale che tende a far loro compiere delle rivoluzioni intorno al centro del campo: Ne risulta che le masse planetarie sono spinte dalla forza risultante inclinata, che è tangente alla traiettoria che descrivono, a seguire tale curva, la quale risulta una spirale, mentre si avvicinano al centro del campo, o cadono sopra la massa centrale; oppure se prima che ciò avvenga, riescono ad aumentare la loro velocità di rivoluzione in modo da acquistare un’accelerazione centrifuga maggiore di quella centripeta, si allontanano dal centro del campo percorrendo il ramo di semispirale simmetrico ed opposto.
Le masse planetarie di tutti i sistemi di forze centrali dell’Universo, nel rivoluire o nel cadere verso il centro del campo descrivono quindi tutte una traiettoria costituita da due rami di spirale simmetrici ed opposti, che si incontrano in due punti doppi, uno più lontano dal centro del campo (afelio), ed uno più vicino (perielio). Questa traiettoria considerata dalla massa posta al centro del campo, appare come un’ellissi. Resta così provato che le masse planetarie di tutti i sistemi dell’Universo, si comportano come quelle immerse in un campo fluido centro-mosso, perché come queste seguono le tre leggi di Keplero.

5. La misteriosa forza di gravità che risente un nucleo di idrogeno immerso in un campo astronomico, si identifica nella spinta centripeta che esso subisce per effetto Magnus per il fatto che il nucleo ruota su se stesso in senso contrario alle linee di flusso del campo astronomico in cui è immerso.
Risulta così svelato, per la prima volta al mondo, la causa, l’essenza e la natura fluidodinamica della forza di gravità. Se consideriamo che i corpi sono costituiti da un numero più o meno grande di atomi di idrogenioni, ne segue che il peso in un qualsiasi corpo si risolve nella forza centripeta totale dei suoi nuclei, dovuta all’effetto Magnus di ciascuno di essi.

6. La misteriosa forza di attrazione elettrica che risente un elettrone planetario immerso in un campo atomico, si identifica con la spinta centripeta che esso subisce per effetto Magnus per il fatto che tale elettrone ruota su se stesso in senso contrario alle linee di flusso del campo atomico in cui è immerso. Risulta così svelato, per la prima volta al mondo, la causa, l’essenza e la natura fluidodinamica della forza elettrica.

7. La misteriosa forza di attrazione magnetica che risente un elettrone planetario immerso in un campo neutronico, si identifica con la spinta centripeta che esso subisce per effetto Magnus per il fatto che tale elettrone ruota su se stesso in senso contrario al campo ed è spinto verso il protone centrale. Risulta così svelato, per la prima volta al mondo, la causa, l’essenza e la natura fluidodinamica della forza magnetica.


8. La misteriosa forza di interazione forte che risente un adrone ruotante su se stesso in senso contrario al campo fluido in cui è immerso, si identifica nella spinta centripeta che esso subisce per effetto Magnus che lo spinge verso l’antiadrone centrale che ruota in senso contrario al suo.

9. La misteriosa forza di interazione debole che risente una particella planetaria qualsiasi, immersa nel campo di una antiparticella, che ruota in senso, si identifica nella spinta centripeta che la particella planetaria subisce per effetto Magnus. Resta così svelata, per la prima volta al mondo, la causa, l’essenza e la natura fluidodinamica della forza di interazione debole.


10. Poiché la forza gravitica, quella elettrica, quella magnetica, quella di interazione forte e di interazione debole, si identificano tutte nella forza Ft centripeta dovuta all’effetto Magnus, e questa è dovuta alla decelerazioni dello spazio fluido del campo contro la massa planetaria che vi è immersa, ne consegue che tutte le forze centripete predette sono della stessa natura fluidodinamica. Risulta così svelato, per la prima volta al mondo, che non esistono nell’Universo, né forze gravitiche, né elettriche, né magnetiche, ne di interazione forte, né di interazione debole, e neppure forze dovute all’effetto Magnus, poichè sia nella materia del mondo fisico oggettivo, che in quella del nostro corpo sono reperibili solamente le corrispondenti decelerazioni delle correnti fluide circolari del campo contro le masse periferiche, in esso immerse, ma non le equivalenti sensazioni di forze, che sorgono esclusivamente nella nostra psiche.

11. L’affinità chimica che permette l’unione di atomi nella maniera più intima in modo da formare un composto (molecola) che ha caratteristiche proprie del tutto diverse dagli atomi componenti, se è una proprietà accertata sperimentalmente da più di un secolo, tuttavia è sempre restata un mistero, sia nella sua essenza, che nella sua meccanica.
Essa trova ora nella mia teoria che considera il sistema atomico un campo sferico di fluido centro-mosso, una chiara, esauriente e convincente spiegazione. Infatti se supponiamo che la molecola di un composto chimico sia costituita di due atomi che ruotano in senso contrario, come i loro campi fluidi concentrici, ciascuno di tali atomi essendo una massa ruotante in senso contrario, immersa nel campo dell’altro atomo ruotante nel senso opposto, risentirà per effetto Magnus una forza che lo spinge verso l’altro. Tale forza avente lo stesso ufficio di quella di affinità che attrae e lega gli atomi tra di loro, ci dice che anche la forza di attrazione tra gli atomi non è affatto di natura chimica, ma è di natura fluidodinamica e si effettua solamente tra atomi ruotanti in senso opposto. Ne consegue che anche la forza chimica di affinità non esiste, poichè essa ha per corrispondente solamente delle decelerazioni (degli urti) del fluido del campo atomico contro la massa, cioè l’urto tra queste due masse. Questa scoperta ha una formidabile portata, perché consente di chiarire che nessuna azione chimica si svolge nel corpo umano, ma esclusivamente avvengono successioni di urti tra atomi ed elettroni in corsa.

12. Tutte le forze Ft centripete di gravità, elettriche, magnetiche, di interazione forte, di interazione debole, di affinità chimica, quelle Ft dovute all’effetto Magnus, quelle Fl longitudinali, quelle centrifughe, quelle di inerzia, si identificano in decelerazioni di una certa massa della corrente fluida del campo contro le masse periferiche o centrali in esso immerse. Si riducono perciò ad urti tra queste due masse.
Solamente se il campo fluido terrestre attraversa il nostro corpo ed il reticolo spaziale ai cui incroci sono disposti i nuclei rotanti d’idrogenione, assoggetta ciascuno di questi ad una spinta verso Terra, per effetto Magnus, spinta che la nostra psiche percepisce come sensazione di peso. Risulta così svelato e dimostrato, per la prima volta al mondo, che tutte le forze sopra citate, sia per il fatto che si misurano tutte in chilogrammi, multipli o sottomultipli di esso, sia per il fatto che esse hanno per realtà oggettiva solo i corrispondenti urti tra due o più masse, sono tutte della stessa natura fluidodinamica. Solamente se la materia solida, liquida, gassosa, oppure sciolta allo stato di spazio fluido, viene ad urtare contro i nostri organi di senso, vi provoca successione di urti tra elettroni in corsa ed atomi, che a secondo della loro frequenza ed intensità interessano l’uno o l’altro dei nostri organi di senso, e tradotti al cervello tramite linee nervose, suscitano nel nostro spirito, ed esclusivamente in esso, le sensazioni di luce, calore, suono, odore, sapore, forza, elettricità, ecc.

13. Finora la fisica ha constatato che eccitando un atomo questo emette delle radiazioni, ma non ha chiarito affatto come e perché ciò possa avvenire, né come tali radiazioni possano trasmettersi nello spazio circostante che la fisica classica ritiene vuoto.
Con il modello atomico da me proposto, costituito cioè di una sfera di spazio fluido, suddivisa come una cipolla, in tanti strati sferici concentrici di spessore costante, aventi velocità inversamente proporzionali alla radice quadrata del loro raggio, si comprende subito che se tale atomo viene urtato con un corpuscolo, o con un’onda fluida, provenienti dall’esterno, allora questo brusco scuotimento dell’atomo, per reazione, fa saltare l’elettrone dalla linea di flusso circolare sulla quale orbitava su un’altra più interna, ed assume così la velocità maggiore che ha quest’ultima rispetto a quella di partenza. L’elettrone compie quindi un numero di rivoluzioni maggiore intorno al nucleo e sviluppa una forza centrifuga rotante che fa oscillare l’intero sistema atomico con una frequenza maggiore e pari al numero di giri che l’elettrone compie intorno al nucleo, sull’orbita di arrivo. Poiché secondo la mia teoria, l’atomo non oscilla nel vuoto, ma nello spazio fluido ambiente in cui è immerso, provoca in questo un’onda trasversale che si dilata in cerchi sempre più ampi. L’onda quindi ha una consistenza materiale, in quanto è un’oscillazione reale di spazio fluido, ma appunto per questo non è un’onda elettrica, né magnetica, né luminosa, né termica, benchè arrivata ai nostri organi di senso possa provocare quella serie di urti corpuscolari che tradotti al cervello mediante linee nervose, possono suscitare nella nostra psiche, le sensazioni di luce, elettricità, calore, sapore, suono, forza, ecc.Il corpuscolo non si identifica quindi con l’onda, né si comporta, ora come grano materiale ed ora quale onda, come ritengono erroneamente certi fisici moderni, poiché ho dimostrato che esso è costituito da una sfera di spazio fluido che ruota su se stessa, le cui masse planetarie gli imprimono una vibrazione ed è questa che solleva nello spazio fluido circostante l’onda. Corpuscolo ed onda non sono quindi la stessa cosa, ma ben due distinte realtà, in quanto l’uno consiste di una sfera di spazio fluido ruotante e l’altra in un moto ondoso di tale fluido.

14. Il campo centro-mosso di spazio fluido ci spiega come nasce tra le sue linee circolari di flusso, la massa planetaria rotante su se stessa del nucleo d’idrogenione, base di tutta la materia. Resta così svelato che essa è costituita di sfere di spazio fluido rotanti su se stesse (idrogenioni), e che questi sono generati per differenza di velocità delle linee di flusso del campo centrale.

15. Le tre realtà fisiche dell’Universo, e cioè: la materia, i suoi campi di forze, centripete, tangenziali e radianti, sono tutti unificati in movimenti di rotazione, rivoluzione, ed oscillazione di spazio fluido, e tutte le loro leggi dedotte dall’equazione fondamentale della fluidodinamica.

16. La legge F = m a0 che Newton nel 1986 pose a fondamento della dinamica, la quale ci dice che applicando una forza F ad un corpo di massa (m), questo assume un’accelerazione (a0) nella direzione e nel vesro stessi secondo i quali agisce la forza, non corrisponde alla realtà fisica, perché lo spazio non è vuoto, ed in ogni suo punto si comporta come un fluido sostanziato di una densità costante 9.1020 volte minore di quella dell’acqua. Applicando quindi una forza costante ad un corpo, questo accelera sempre meno rispetto al fluido in cui è immerso, quanto più aumenta la sua velocità, finchè la resistenza da questo opposta, sarà uguale alla forza applicata, ed in tale istante si annulla l’accelerazione del corpo che manterrà così la velocità raggiunta che risulta pari a quella della luce C. All’equazione di Newton, occorre quindi sostituire la

F = m a0 (1 – V2 / C2 )

per tenere conto della resistenza opposta dal fluido ambiente al moto dei corpi.

17. Applicando ad un corpo una forza costante, se questo si sposta nello spazio vuoto newtoniano con una accelerazione (a0) costante e percorre in un tempo (t0) uno spazio (SR1), spostandosi invece in uno spazio fluido, avente la densità sopra determinata, assume un’accelerazione (aR) minore di quella con cui si sposterebbe nello spazio vuoto, ed a percorrere lo stesso spazio (SR1) invece di impiegare un tempo (t0) ne impiega uno maggiore (t) espresso dalla

t = t0 / Ö1 - V2 / C2

Tale maggior durata non è quindi dovuta al moto relativo del sistema di osservazione rispetto a quello dove avviene il fenomeno, come riteneva erroneamente Einstein, ma bensì è dovuta alla resistenza opposta dal fluido ambiente al moto del corpo, che ne diminuisce la velocità e quindi aumenta il tempo impiegato a percorrere lo stesso spazio.

18. Per il fatto che tutti i corpi sono costituiti di nuclei di idrogenioni ruotanti su se stessi in senso orario alla velocità della luce C, e che sono immersi nel campo centro-mosso di spazio fluido che circola intorno alla Terra in senso anti-orario alla velocità (Vl1), sono soggetti ad un primo effetto Magnus, cioè ad una forza inclinata rispetto al raggio che li congiunge al suolo, che si può scomporre in due: una (Ft1) trasversale che li spinge a cadere verso Terra, ed una longitudinale (Fl1) che li spinge a compiere delle rivoluzioni intorno al nostro pianeta.

19. Per il fatto che tutti i corpi sono costituiti di nuclei di idrogenioni sferici che ruotano su se stessi in senso orario alla velocità della luce C, e nel cadere verso Terra, incontrano lo spazio fluido con una certa velocità (Vt2), sono soggetti ad un secondo effetto Magnus di caduta, che li sottopone ad una forza (FR2) risultante inclinata sul raggio che li congiunge a Terra, la quale si scompone in due: una (Ft2) centrifuga che li spinge ad allontanarsi dal suolo, ed una (Fl2) normale al raggio, che li spinge a compiere rivoluzioni intorno alla Terra.


20. La somma dei valori assoluti della forza trasversale (Ft1) dovuta al primo effetto Magnus e di quella (Ft2) dovuta al secondo effetto Magnus, è uguale ad una costante K. La loro risultante (Ft) sarà data dalla loro differenza. La somma delle forze longitudinali(Fl1) e (Fl2) dovute al primo ed al secondo effetto Magnus è uguale ad una costante (K). La forza trasversale risultante del primo e del secondo effetto Magnus (Ft) e quella risultante longitudinale (Fl) dei due effetti predetti, essendo rappresentate da due vettori perpendicolari tra di loro, avranno per risultante il vettore ipotenusa del triangolo rettangolo che ha per cateti le due forze predette. Tale risultante è l’equazione da sostituire a quella del Newton, onde apportare a questa le tre serie di correzioni dovute al fatto che i corpi non si spostano nel vuoto, bensì in uno spazio fluido che oppone resistenza al loro moto, e dovute al fatto che essi sono costituiti da idrogenioni che ruotano su se stessi ed investiti dalla corrente di spazio fluido che circola intorno alla Terra e da quella che si forma quando cadono verso il nostro pianta, sono soggetti a due effetti Magnus perpendicolari tra di loro. La predetta forza risultante totale (FR) è diretta secondo la tangente alla traiettoria a spirale che segue l’idrogenione H, nell’avvicinarsi verso Terra. La componente trasversale (Ft) che spinge tale particella a cadere verso il nostro pianeta, si identifica perciò nella forza di gravità, la cui causa e natura sinore misteriose, sono così svelate per la prima volta al mondo. Infatti la causa della gravità è l’effetto Magnus, e la natura di tale forza è fluidodinamica. La componente longitudinale (Fl) invece è quella dovuta alla decelerazione delle linee di flusso circolari del campo terrestre contro la sfera dell’idrogenione e spinge quest’ultimo a compiere delle rivoluzioni intorno al centro della Terra. Resta così dimostrato, per la prima volta al mondo, che anche la forza (Fl) che spinge le masse planetarie a compiere rivoluzioni intorna alla massa centrale è di natura fluidodinamica.

21. Le equazioni della dilatazione del tempo, della contrazione dello spazio trasversale, della diminuzione della forza trasversale, di quella dell’accelerazione trasversale e della dilatazione della massa trasversale, che risultano formalmente identiche sia nella mia teoria che in quella di Einstein, ci dicono che gli esperimenti effettuati che confermano tali equazioni, non possono essere presi come “prove cruciali” della pseudo-relatività, perché esse sono state dedotte da me con la relatività di Cartesio. Per le altre componenti disposte in senso perpendicolare a quelle ora citate, è da porre in evidenza che quelle espresse dalle equazioni di Einstein non hanno trovato mai alcuna conferma sperimentale, ed inoltre se composte con le omonime grandezze disposte in senso perpendicolare, non danno per risultante la lunghezza dell’ipotenusa del triangolo rettangolo di cui esse costituiscono i lati, come vuole il teorema di Pitagora, e quindi la pseudo-relatività einsteniana è in netto contrasto con la relatività di Cartesio, la geometria euclidea e tutti gli altri rami della matematica, mentre invece tutte le grandezze longitudinali e trasversali da me trovate, danno per risultante la lunghezza dell’ipotenusa, in armonia col teorema di Pitagora, ed inoltre hanno ricevuto conferme sperimentali, le quali perciò possono veramente ritenersi le “prove cruciali” della mia fluidodinamica universale.

22. La massa di un corpo in moto sottoposta ad una forza costante (F), spostandosi dentro lo spazio fluido, assume una accelerazione (aR) minore di quella (a0) che avrebbe se si spostasse nel vuoto, e decrescente con l’aumentare della sua velocità, sino ad annullarsi quando tale velocità diventa uguale a quella della luce C. In questo istante la massa del corpo diventa uguale a quella dello spazio fluido spostato. Ciò spiega perché un corpo non può oltrepassare la velocità della luce C, rispetto a quella del fluido in cui è immerso.


23. La pseudo-relatività einsteniana non fornisce alcuna spiegazione della causa fisica che produce il diminuire delle accelerazioni di un corpo in moto, postula solamente che ciò è dovuto al contrarsi degli spazi ed al dilatarsi dei tempi, computati dal sistema di osservazione rispetto a quello dove avviene il fenomeno. Le accelerazioni predette sarebbero quindi tante quanti sono gli infiniti sistemi di osservazione diversamente mossi, mentre tale diminuzione di accelerazione, dipende solamente dalla velocità relativa tra il fluido ambiente ed il corpo, come dimostrato dalla sperimentazione e dal fatto che le contrazioni degli spazi e le dilatazioni dei tempi, sono state da me ottenute proprio con la concezione fluidodinamica del fenomeno considerato. La pseudo-relatività einsteniana giunge a far variare le leggi del moto dei corpi a secondo della velocità che essi assumono rispetto al sistema di riferimento, ma ciò è in netto contrasto con la dichiarata finalità del suo autore, che era quella che la sua teoria potesse invece rendere invarianti le leggi dei fenomeni da qualsiasi sistema di riferimento. In realtà le leggi del moto dei corpi dipendono solamente dalla loro velocità rispetto allo spazio fluido in cui sono immersi e sono ad immediato contatto. Tali leggi restano invarianti rispetto a qualsiasi altro sistema di riferimento comunque mosso in base alla relatività classica di Cartesio, la quale è pertanto l’unica che raggiunge tale invarianza, ed è la sola che si verifica nel Creato.

24. Un nucleo di idrogenione, essendo costituito da una sfera di spazio fluido centro-mosso che trascina in rivoluzione la massa planetaria del suo unico protone, è soggetto alla forza centrifuga rotante da questo generata, la quale sposta periodicamente il nucleo in tutte le direzioni che escono a raggiera dal suo centro. Poichè l’oscillazione del nucleo non avviene nel vuoto, ma nello spazio fluido in cui è immerso, in questo mezzo vengono sollevate delle onde fluide trasversali che si dilatano in cerchi sempre più ampi, con la velocità C della luce. Tali onde non sono quindi di natura elettrica, magnetica, luminosa, ecc., ma sono onde di spazio fluido.


25. Ogni particella materiale circondata da un campo di spazio fluido centro-mosso, è sollecitata da tante forze centrifughe rotanti quante sono le masse periferiche planetarie che rivoluiscono intorno al centro del suo campo. Così avviene anche per i diversi atomi contemplati dalla tabella di Meneleev, che sono multipli di peso di quello fondamentale dell’idrogeno, poichè essi hanno un nucleo costituito da un numero di protoni e neutroni crescente, che immersi nelle linee circolari di flusso sono da queste spinti a rivoluire all’interno del nucleo, il quale è circondato all’esterno da altre linee di flusso circolari che si estendono sino alla sfera di sponda dell’atomo. Tra le linee di flusso circolari comprese tra la sfera del nucleo e quella che costituisce il limite esterno dell’atomo, sono immersi gruppi di elettroni che vanno crescendo di numero dagli strati più interni a quelli più esterni. Ogni atomo sarà così sottoposto a tante forze centrifughe rotanti quante sono le masse planetarie immerse nei successivi strati concentrici, interni ed esterni al nucleo centrale, sino alla massima sfera limite dell’atomo. Ogni forza centrifuga rotante imprimerà all’atomo uno spostamento alterno, che provocherà nel mezzo fluido ambiente un’onda trasversale, la cui frequenza andrà crescendo da quella più bassa eguale al minor numero di rivoluzioni compiute dagli elettroni che sono alla maggiore distanza dal nucleo a quelle sempre più alte pari al numero di rivoluzioni che compiono gli elettroni posti a distanze più vicine al nucleo, per aumentare ancora di più per i neutroni ed i protoni che rivoluiscono internamente al nucleo.

26. Due masse uguali, che in sincronia, compiono delle rivoluzioni intorno ad un centro comune in sensi contrari, alla medesima velocità, sviluppano due forze centrifughe rotanti la cui risultante sottopone il sistema ad una forza alterna rettilinea. Viceversa, imprimendo al sistema predetto, una forza alternata, si provoca la rivoluzione in sensi contrari delle due masse intorno al centro comune. Tali trasformazioni di un moto alterno in moto rotante, e viceversa, sono le equivalenti meccaniche delle trasformazioni di una corrente elettrica alternata in un campo magnetico rotante, e viceversa, effettuate da G. Ferraris.


27. Se l’unica massa planetaria di un nucleo compie rivoluzioni attorno all’asse X, genera una forza centrifuga rotante che si può scomporre in due altre: una diretta verso l’asse Z ed una diretta verso l’asse Y. Durante un’intera rivoluzione della massa planetaria, tali due forze assumono valori complementari, cioè mentre l’una cresce, l’altra diminuisce e la loro somma resta costante. I valori dei vettori che rappresentano tali due forze, sono espressi dalle orinate di due curve, una cosinoidale e l’altra sinusoidale sfasate di 90° tra di loro. Tali due forze spostano quindi la massa sferica del nucleo nelle due direzioni predette, con moto alterno e sollevano delle onde trasversali nello spazi fluido circostante, che sono contenute nei piani ZX e YX. La prima di tali onde è dovuta al fatto che il nucleo spostandosi secondo l’asse Z, solleva la colonna di fluido cilindrica che ha per base la superficie del cerchio nucleare perpendicolare a tale asse, e lo spostamento di tale cilindro centrale, per attrito, trascina lo strato di spazio fluido cilindrico ad esso circoscritto, e questo il successivo, e così via. Ora tali strati cilindrici hanno spessore costante, e la somma delle loro energie cinetiche deve essere eguale a quella motrice del nucleo centrale. Ne segue che la forza alterna di ciascun cilindro è inversamente proporzionale al quadrato del suo raggio. Ciò che si trasmette tra i vari strati che formano l’onda, è una forza di natura fluidodinamica, e non di natura elettrica, magnetica, luminosa, termica, ecc., come erroneamente ritenuto sinora.
ritz2
00lunedì 22 settembre 2008 19:34
Re:
Ghergon, 22/09/2008 17.22:



1. Lo spazio universale non è vuoto, come riteneva Newton, bensì un’estensione tridimensionale sostanziata in ogni suo punto di una densità costante 9.1020 volte minore dell’acqua.



Infatti Dio separò le acque dalle acque e formò il firmamento.
Devo leggermelo tutto il Teodeschini, adesso me lo stampo [SM=g27811]


Ghergon
00lunedì 22 settembre 2008 19:37
Grazie, [SM=g27811] tengo molto alla diffusione della sua teoria delle apparenze e della psicobiosifica.
Ghergon
00lunedì 22 settembre 2008 19:40
Aggiungo, per chiarimenti sono qui.
Ho studiato la spaziodinamica e la mia preparazione si basa su questa teoria.
ritz2
00mercoledì 24 settembre 2008 10:58
E' allucinante, altro che teorie, il Todeschini ci ha preso.
Grazie Ghergon, è assolutamente da divulgare.
Preghiera
00lunedì 13 ottobre 2008 01:27
come non essere d'accordo, spero solo che tutti aprano gli occhi prima che sia troppo tardi. Siamo ancora in tempo? Io non credo purtroppo! Possiamo solo confidare in Cristo ma l'uomo deve camminare anche da solo, e non ce lo vedo proprio a percorrere i grandi deserti della vita non accompagnato da Dio. con le ovvie conseguenze
Ghergon
00giovedì 16 luglio 2009 23:43
Dall' ultima navigazione in rete alla ricerca di novità su Todeschini sono rimasto leggermente perplesso.

Noto con tristezza che il nostro grande scienziato, cattolico devoto di Maria Santissima e fedele alla Chiesa di Gesù al di là della quale non c'è salvezza(Todeschini non nascondeva questa Verità), viene sempre più affiancato a siti esoterici, new age o induisti che nel solo accostamento contestuale ne snaturano pesantemente le intenzioni, siti che hanno a che fare in alcuni punti con attacchi alla Divinità di Cristo.

Todeschini negava con risolutezza il panteismo ma vedo che ad esempio in un sito a lui dedicato tra i link amici compaiono panteisti vari...
strano...dove sarebbe la pertinenza?
La teoria delle apparenze è contro l'induismo in tutte le sue forme, contro la new age...

La solida base cattolica della teoria, esplicata e divulgata con estremo vigore dallo stesso Todeschini, ad esempio nel libro la Psicobiofisica, in mirabili capitoli tomisti che seguono alla lettera la dottrina della Chiesa, viene ostinatamente taciuta...

Con grande tristezza aggiungo: quella famosa casa editrice in cui tanto si sperava per la riedizione dei libri dello scienziato ha fatto cilecca... me ne stupisco?
Non so...
Mi domando: il curatore del libretto biografia in un video diffuso in rete, mi sembra su you tube, si scaglia con rabbia maniacale contro il clero senza ragioni precise e mentre parla di altro, di fisica quantistica...me ne stupisco, [SM=g27825] e intanto la famosa casa editrice che sembrava dover fare miracoli col cattolico Todeschini è invece in prima linea nello stampare libri anticattolici, darwinisti, atei ed esoterici...

Si erano accorti costoro di cosa trattava realmente la TEORIA DELLE APPARENZE? Di Dio, cioè di Gesù Cristo?
Mah...
Quante domande senza risposta, ora col silenzio che ne è seguito forse comincio a capire di più...

il movimento psicobiofisico SAN Marco non esiste più e difficilmente tornerà a brillare senza quel Santo...
=Foxtrott=
00venerdì 17 luglio 2009 21:53
francamente non so di cosa tratti la Teoria delle Apparenze. Mi potresti dare qualche spiegazione un po' alla mano?
Grazie


Ghergon
00martedì 21 luglio 2009 11:41
Re:
=Foxtrott=, 17/07/2009 21.53:

francamente non so di cosa tratti la Teoria delle Apparenze. Mi potresti dare qualche spiegazione un po' alla mano?
Grazie





Si certo, sopra cmq ci sono molti siti per approfondire un po' di più anche se per studiare tutto il discorso a fondo servono i suoi testi, in rete c'è molta approssimazione...
Cercando di essere sintetici, ho visto che ormai hai notato quanto certe lobby "facciano" la realtà, in un mondo che come spiegavo in altro topic è principalmente oscuro e negativo.

Le lobby della fisica detengono un potere assoluto che è la visione einsteiniana del mondo, visione atea, darwinista anticattolica e con molti errori voluti apposta.
Einstein pone dei limiti alla fisica e dice che lo spazio è vuoto, ma si comprende che nel vuoto non ci possono essere azioni a distanza e in questo segue newton che è il padre della fisica moderna che afferma ad esempio che la gravita è una misteriosa forza che agisce a distanza...
capisci che questo è il mondo di "potter", cioè degli stregoni dove "forze" agiscono nel vuoto!!!
ma cosa sono queste forze????

Stregoneria.

Todeschini invece costituisce la sua teoria spiegando con dettagliatissime formule matematiche in una teoria che è di una bellezza unica che non possono esistere forze magiche nel mondo come affermano gli stregoni delle lobbi moderne ma che se esistono forze a distanza è perchè vi è un mezzo interposto che determina queste azioni: un fluido dinamico che è identificabile con il quarto stato della materia per ora non riconosciuto e nemmeno ipotizzato


quindi ad esempio il peso che senti sugli oggetti che sollevi non è una misteriosa "forza" che agisce nel vuoto "emanata" dall'oggetto (emanazione = harry potter)e che non è determinabile da nulla di concreto(solo da una formula quantitava) come dicono gli stregoni moderni ma è un fluido spaziale che spinge dal cosmo, l'etere, un fluido misurabile e palpabile, fluido che agisce anche come forza elettromagnetica e come tutte le altre forze conosciute fino ad ora considerate misteri indefinibili...quindi il mezzo interposto che agisce da medio di azione dinamica nel vuoto che non è quindi vuoto ma pieno di fluido al quarto stato di materia è lo spazio fluido universale...quindi niente magie ma spiegazioni certe [SM=g27811]

Ghergon
00martedì 21 luglio 2009 14:59
spero di aver fatto capire ho scritto un po di getto... [SM=g27824]
=Foxtrott=
00martedì 21 luglio 2009 20:58
a grandi linee ho capito..però da quello che leggo nel sito le teorie di Todeschini spaziano anche sul campo della metafisica e della medicina olistica, perciò è ovvio che in certi siti non espressamente cattolici sia possibile ritrovare i suoi studi e le sue scoperte.
Sicuramente è stato un grande scienziato, tacciato forse più di Nikola Tesla, ma dovrei avere un po' più di tempo per studiarlo in dettaglio.

Grazie della spiegazione [SM=g27817]










Ghergon
00lunedì 31 agosto 2009 23:17
up! [SM=x268930]
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