Madonna delle Ghiaie di Bonate

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Ghergon
00giovedì 6 dicembre 2007 20:44
Madonna delle Ghiaie di Bonate


Ultimamente si sta molto parlando delle apparizioni di Adelaide Roncalli a Bonate(BG).
E' una storia tutta dal leggere e da rivalutare senza indugi.




Adelaide Roncalli in estasi


Ecco il sito: www.madonnadelleghiaie.it/

LettereDiBerlicche
00giovedì 6 dicembre 2007 22:43
cosa pensi abbia di speciale?
Ghergon
00venerdì 7 dicembre 2007 14:13
Re:
LettereDiBerlicche, 12/6/2007 10:43 PM:

cosa pensi abbia di speciale?




La Santità della Famiglia.
Questo è il nucleo centrale delle apparizioni a Bonate.
Poi le visioni di Adelaide Roncalli sono altamente veritiere.

Moltissimi negli anni quaranta andarono a visitare i luoghi delle apparizioni che allora erano sulla bocca d tutti.

Oggi ci stupiamo dei concerti e delle manifestazioni varie che radunano tanta gente con clamore di tutti...ma allora milioni di pellegrini andarono coi mezzi di fortuna di quei tempi sul luogo e tutto per amore della Vergine.
Allora si che c'era la Fede...e la famiglia...

Purtroppo Don Cortesi fu troppo duro, è probabile abbia esagerato.
Ci sarebbe da dire sulla figura di questo sacerdote e del suo accanimento contro la povera bambina che terrorizzata e per obbedire (per bontà) al prete scrisse sotto dettatura una ritrattazione, ritrattazione estorta quindi con l'inganno.
Ma poi subito dopo riconfermò tutto.


Le apparizioni furono realtà e la serietà di Adelaide Roncalli, che oggi vive nell'anonimato ne è la prova
La sua fu una persecuzione, difatti le fu impedito di farsi Suora come tutte le altre veggenti.


Mi riprometto al più presto di andare a visitare i luoghi. [SM=g27823]



LettereDiBerlicche
00sabato 17 maggio 2008 00:08
Le apparizioni a Ghiaie di Bonate



Uscirà un film al cinema che riabiliterà in modo obiettivo tutto



Ghiaie



Sessant'anni fa, il 30 aprile 1948, l'allora vescovo di Bergamo mons. Adriano Bernareggi si pronunciava sulle presunte apparizioni della Madonna ad Adelaide Roncalli, bambina di 7 anni, alle Ghiaie di Bonate Sopra (BG), emanando un decreto in cui si affermava: «Non consta della realtà delle apparizioni e rivelazioni della B. Vergine ad Adelaide Roncalli a Ghiaie di Bonate nel maggio dell'anno 1944».



Le presunte apparizioni avvennero nella località Torchio, alle Ghiaie di Bonate, dal 13 maggio al 31 maggio 1944. La piccola Adelaide affermò che la Madonna le era apparsa per tredici volte e di queste per 8 volte con tutta la Sacra Famiglia. In poco tempo, alle Ghiaie si riversò una marea di persone, nonostante si fosse in tempo di guerra. Il numero delle persone, che in quei giorni confluirono da ogni parte sul luogo delle presunte apparizioni, raggiunse il milione e mezzo. Per capire la straordinarietà di tutto questo, si pensi anche che a Fatima, durante le sei apparizioni, furono presenti all'incirca 130.000 persone.


Adelaide Roncalli, oggi settantunenne, moglie e madre, che vive a Milano, ha scelto la strada del silenzio. Qualche volta, in incognito, va a inginocchiarsi nella cappella di Ghiaie per rivivere, lontano da sguardi curiosi, quell'incontro celeste che sessantaquattro anni fa, quando era ancora una bimba di sette anni, ha rivoluzionato la sua vita. La verità sulle apparizioni della Madonna della Famiglia a Ghiaie di Bonate è racchiusa dentro il cuore di questa donna, che la stessa Vergine Maria definì "piccola martire". Nel 1989, con uno scritto notarile, ha ribadito che è assolutamente convinta di aver avuto le apparizioni della Vergine Maria nel maggio del 1944.



Il luogo delle presunte apparizioni alle Ghiaie è rimasto, comunque, da allora fino ad oggi, meta di numerose pellegrini, che vi sostano in preghiera. E le grazie ricevute sono incalcolabili.

Attorno alla vicenda sono fioriti volumi, discussioni e ora anche un film, che ha il chiaro intento di riaprire il caso.

Proprio per l'imminenza dell'uscita del film "Ghiaie" nelle sale cinematografiche di tutt'Italia (uscirà a maggio), in questi giorni su alcuni quotidiani vengono pubblicati articoli sugli eventi accaduti alle Ghiaie nel 1944. Il 23 aprile 2008 «è stata una giornata storica – scrive il prof. Alberto Lombardoni, noto esperto delle apparizioni mariane alle Ghiaie di Bonate - perché, per la prima volta dopo tanti decenni, "L'Eco di Bergamo" (quotidiano controllato dalla Curia di Bergamo) è uscito con una pagina intera con due articoli sulle presunte apparizioni di Ghiaie di Bonate, a firma di Emanuele Roncalli. Se da un lato ci complimentiamo per questa improvvisa e inaspettata apertura de "L'Eco di Bergamo", rimaniamo molto perplessi - continua il professore - su certi contenuti e affermazioni che non rispecchiano la verità storica. Un penoso silenzio è calato sul martirio di quella bambina, sul comportamento poco limpido dell'inquisitore don Luigi Cortesi, sulle violenze e i maltrattamenti alla piccola veggente, sul processo farsa, sulle profezie, sui messaggi...».




Per saperne di più di del film che sta per uscire - e che è stato pubblicizzato anche dal quotidiano online della Diocesi di Vetimiglia-Sanremo – potete vedere:


Le apparizioni della Madonna alle Ghiaie (BG). Esce a maggio in tutta Italia il film



Giuseppe Biffi

 

Ghiaie 2

 


L'intervento di don Cortesi



Don Luigi Cortesi, giovane e brillante professore del Seminario di Bergamo, filosofo, giunse alle Ghiaie il venerdì 19 maggio 1944. Si mosse subito con lo spirito indagatore dello studioso, con signorilità ed affabilità, tanto che non gli risultò difficile prendere in mano la situazione ed entrare nel ruolo dell'inquisitore dei fatti delle Ghiaie. Non entrò con mandato del vescovo ma di propria iniziativa. Assistendo alle visioni, violò il divieto del vescovo ma pensò comunque che l'autorità ecclesiastica dovesse tollerare che qualcuno violasse il divieto per indagare e riferire esattamente i fatti. Il 22 maggio diede un ampio resoconto al vescovo che non lo rimproverò ma lo ringraziò.


Interpretò quel ringraziamento come un permesso sottaciuto e continuò a studiare la bambina che nel frattempo era stata portata a Bergamo. Il 27 maggio, il permesso sottaciuto divenne permesso esplicito e da quel giorno Don Cortesi prese in mano la situazione. Dopo le apparizioni, la bambina fu portata via dalle Ghiaie e Don Cortesi diede ordine che nessuno potesse avvicinarla senza il suo permesso.


La ritrattazione


Don Cortesi passò presto a fare l'avvocato del diavolo e sottopose la bambina per molto tempo a dure prove, con forti pressioni sulla psiche e la coscienza della bimba. Il 15 settembre 1945 riuscì finalmente a farla ritrattare facendole scrivere, con l'inganno, su una pagina di quaderno:


"Non è vero che ho visto la Madonna. Ho detto una bugia, perché non ho visto niente. Non ho avuto il coraggio di dire la verità, ma poi ho detto tutto a don Cortesi. Adesso però sono pentita di tante bugie. Adelaide Roncalli. Bergamo-15 settembre 1945".


Ecco come Adelaide riportò l'episodio nel suo diario:


"In una sala delle Suore Orsoline di Bergamo, dopo aver chiuso le porte, Don Cortesi mi dettò le parole da scrivere sullo sfortunato biglietto. Mi ricordo benissimo che, posto lo stato di violenza morale che stavo subendo, lo macchiai ed egli divise il foglio e me lo fece rifare, con molta pazienza, pur di ottenere il suo scopo. Così il tradimento fu compiuto".


Si andò di male in peggio per molto tempo e don Cortesi continuò la sua crudele opera inquisitoria. Dopo crescenti rimostranze di persone oneste, il vescovo di Bergamo finì, ma troppo tardi, per vietare perentoriamente a don Cortesi di avvicinare la bambina.


La riaffermazione



Ritornata in famiglia per qualche settimana di vacanza, il 12 luglio 1946, alla scuola materna di Ghiaie di Bonate, Adelaide riaffermò per iscritto quanto segue:


"Ghiaie Bergamo 12-7-1946


Roncalli Adelaide


È vero che ho visto la Madonna (Io ho detto che non ho visto la Madonna perché mi aveva dettato Don Cortesi ed io per ubbedire a lui ho scritto così).


Roncalli Adelaide"


Il foglio fu anche firmato da 7 testimoni: il parroco, le 4 suore, Rota Agnese e Roncalli Annunciata.


Adelaide scrive in un diario:


"Nel 1947 andai dalle Suore della "Sapienza" e, qui, feci il mio grosso sbaglio; narrai tutto quanto era successo nelle apparizioni, affermando con precisione di aver visto la Madonna e sentite le sue parole. Sul finire della narrazione fui presa da grande paura; le parole di don Cortesi: "Fai peccato ad affermare di aver visto la Madonna" mi dominarono. Dapprima tacqui, poi decisi di ripetere ciò che avevo imparato da don Cortesi, e perciò dissi di non aver visto la Madonna".


Bastano queste righe per capire con quale violenza psicologica don Cortesi avesse legato a sé la bambina in un rapporto di totale dipendenza.



La relazione favorevole di padre Agostino Gemelli


In data 11 luglio 1944, padre Agostino Gemelli, psichiatra e psicologo di fama internazionale, incaricato espressamente dal vescovo di effettuare esami approfonditi sulla bambina Adelaide Roncalli scrisse, tra l'altro, nella conclusione della sua lunga relazione inviata a monsignor Bernareggi, vescovo di Bergamo:



"È da escludere che si tratti di soggetto anormale in cui la menzogna dia ragione del racconto delle visioni avute. L'osservazione prolungata di quattro giorni avrebbe permesso, specialmente mediante test mentali, di mettere in luce una tale personalità nel quadro della quale sarebbe in modo evidente e pronto apparso il desiderio di ingannare o di presentare in maniera diversa dalla realtà la propria personalità. Lo si può escludere nel modo più assoluto, anche perché la bambina non ritorna mai spontaneamente sul racconto delle visioni; interrogata, abbassa la testa, si fa seria, tace; inoltre tutta la personalità si presenta allo psichiatra come una personalità dominata dalla spontaneità, dalla semplicità, dalla immediatezza, ossia da caratteri che non possono essere imitati da una bambina… Siamo di fronte ad un tipo precocemente positivo, realistico, sintetico, ossia a ciò che vi è di più opposto al tipo isterico…grazie all'esclusione di forme morbose della personalità o di atipie di essa, possiamo affermare che se le asserite visioni di Bonate sono vere, non sono opera di mente malata, ovvero effetto di immaginazione, ovvero effetto di suggestione…"



Padre Gemelli fu accanitamente contrastato da Don Cortesi.


Il processo


La commissione teologica, purtroppo, si lasciò guidare nel suo lavoro dall'indagine del prof. don Luigi Cortesi assunta arbitrariamente e senza alcuna garanzia di legalità.


Tra il 21 maggio e il 10 giugno 1947, si riunì il tribunale ecclesiastico e Adelaide fu chiamata a deporre. Durante uno degli interrogatori, alla fanciulla fu presentato il suo biglietto con la negazione. Adelaide si sentì ingannata da don Cortesi e preferì chiudersi nel silenzio e piangere.



Nel 1960, Adelaide ebbe a dire a Padre Mario Mason, in merito al suo interrogatorio al processo:


"Quando firmai quella lettera, che mi aveva lui stesso dettata assicurandomi che era riservata solo a lui, dentro di me sentii subito che quello che avevo scritto era falso. Ma ormai don Cortesi si era presa la lettera firmata. Rividi quella lettera nel giorno del mio interrogatorio sul tavolo dei giudici della Curia di Bergamo, e dopo il giuramento prestato di dire tutta la verità… compresi ancora di più che ero stata ingannata da don Cortesi. Che cosa mi restava da fare? Potevo osare di denunciare davanti a tanti preti don Cortesi come un falso? Preferii tacere e piangere…"


(Vedi: "Lampade viventi", febbraio 1978, Milano)


Il decreto vescovile


Il 30 aprile 1948, il vescovo di Bergamo emise il seguente decreto:


"Adriano Bernareggi, Prelato domestico di Sua Santità, Assistente al Soglio Pontificio, e Conte, per grazia di Dio e della Santa Sede Apostolica, Vescovo di Bergamo - avendo preso in attento esame gli studi diligenti e ponderati compiuti dalla Commissione teologica nominata con Decreto vescovile in data 28 ottobre 1944 per l'esame delle apparizioni e rivelazioni della Madonna alla bambina Adelaide Roncalli a Ghiaie di Bonate, nel maggio 1944; e tenendo presenti le conclusioni a cui la stessa Commissione è pervenuta dopo aver sottoposto a minuziosa indagine i fatti e le varie circostanze concernenti le asserite apparizioni e rivelazioni,


col presente atto dichiariamo:


1) Non consta della realtà delle apparizioni e rivelazioni della B. Vergine ad Adelaide Roncalli a Ghiaie di Bonate nel maggio dell'anno 1944.


2) Con questo non intendiamo escludere che la Madonna, fiduciosamente invocata da quanti in buona fede la ritenevano apparsa a Ghiaie, possa avere concesso grazie speciali e non ordinarie guarigioni, premiando in tal modo la loro devozione verso di Lei.



3) In virtu' del presente Atto, ogni forma di devozione alla Madonna, venerata come apparsa a Ghiaie di Bonate, a norma delle leggi canoniche resta proibita.


Bergamo, 30 aprile 1948


Adriano Bernareggi vescovo di Bergamo".


Le guarigioni


Molte furono le testimonianze dei malati guariti durante e dopo le apparizioni. Diverse guarigioni furono istantanee, perfette ed inspiegabili. Durante quel periodo, fu anche istituito un ufficio apposito per le indagini di rito.


Nel decreto del vescovo si legge: " Con questo non intendiamo escludere che la Madonna, fiduciosamente invocata da quanti in buona fede la ritenevano apparsa a Ghiaie, possa avere concesso grazie speciali e non ordinarie guarigioni, premiando in tal modo la loro devozione verso di Lei". Stando a quanto appena affermato, nella gente comune, rimangono due dubbi persistenti.


1) I tanti ammalati, guariti inspiegabilmente dal 13 maggio 1944 fino al giudizio del vescovo del 30 aprile 1948 perché recatisi "in buona fede" a Ghiaie di Bonate (non conoscevano ancora la posizione della Chiesa in merito a quelle apparizioni), se veramente nulla di speciale fosse accaduto a Ghiaie di Bonate, non si sarebbero di certo sognati di recarsi a pregare la Madonna e a chiedere grazie in quel luogo sconosciuto. Tutte quelle guarigioni sarebbero avvenute? Quando?



2) Per tutti coloro che, dal 1948 ad oggi, non più "in buona fede" (perché a conoscenza del "non consta" e delle proibizioni del decreto vescovile), hanno invece creduto all'innocenza di una bambina di sette anni e si sono recati in pellegrinaggio sul luogo delle apparizioni ed hanno pregato da soli o in gruppo, con o senza la presenza di sacerdoti, ed hanno invocato specificatamente l'aiuto della Madonna di Ghiaie di Bonate o Regina della Famiglia ottenendone grazie speciali o guarigioni, come devono ritenersi premiati?


Di certo, per aver creduto nelle apparizioni e rivelazioni della B. Vergine ad Adelaide Roncalli a Ghiaie di Bonate ed avere invocato specificatamente l'aiuto della Madonna delle Ghiaie o Regina della Famiglia. Non di certo come indicato nel decreto.


L'incontro con Pio XII


Nel 1949, un anno dopo la pubblicazione del decreto vescovile, Papa Pio XII ricevette in udienza privata la bambina Adelaide Roncalli che gli rivelò il segreto a lui riservato che la Madonna le aveva confidato il 17 maggio 1944 durante la quinta apparizione. Il Papa, ricevendo Adelaide, manifestava certamente di credere alle apparizioni di Ghiaie di Bonate; altrimenti che cosa avrebbe spinto quel grande pontefice a ricevere la fanciulla, visto il "non consta" del decreto vescovile?


La lettera di Papa Giovanni XXIII


In data 8 luglio 1960, Papa Giovanni XXIII inviò una lettera a monsignor Giuseppe Battaglia vescovo di Faenza "circa l'affare Ghiaie".


"Riservata 8-VII-1960



Cara Eccellenza, siamo sempre ben uniti di pensiero, di cuore, di preghiera. Circa l'affare Ghiaie comprendete che si ha da cominciare non dal vertice, ma dal piano: e non toccare chi deve pronunciare non la prima ma l'ultima parola. Più che di sostanza, qui devesi tenere conto delle circostanze, che vanno studiate e tenute in gran conto. Ciò che vale in "subiecta materia" è la testimonianza della veggente: e la fondatezza di quanto ancora asserisce a 21 anni ed in conformità alla sua prima asserzione a 7 anni: e ritirata in seguito alle minacce, alle paure dell'inferno fattele da qualcuno. Mi pare che insista quel terrore di quelle minacce. Comunque V. S. comprende che non è pratico, nè utile, che la prima mossa per una revisione venga dal sottoscritto a cui spetta il "verbum" per la Congregazione dei Riti, o di altro dicastero, che a suo tempo "faciat verbum cum S.S." ecc. Scusate la semplicità della mia parola. E statemi sempre bene "in laetitia et in benedictione" anche se "dies mali sunt.


Aff.mo Io. XXIII".


Un commento di Padre Pio


Padre Pio avrebbe detto a gente di Bonate recatasi da lui a Petralcina: "Ma cosa ci venite a fare voi, quaggiù, voi che avete a casa vostra la Madonna di Bonate?"


La petizione al vescovo del 1974


Nel trentesimo anniversario delle apparizioni, il sig. Cortinovis presentò al vescovo monsignor Clemente Gaddi una petizione accompagnata da 7000 firme di fedeli i quali manifestavano il desiderio di pregare con consenso del vescovo nel luogo delle apparizioni.



Monsignor Gaddi rispose di non poter riaprire il processo se non in presenza di elementi nuovi, seri e gravi e che rimanevano in vigore le disposizioni dei vescovi che lo avevano preceduto, ma aggiunse che però non poteva né proibire, né impedire a persone singole o a gruppi di persone di recarsi sul posto a pregare la Madonna.


La riaffermazione solenne


Il 20 febbraio 1989, Adelaide Roncalli decise di riaffermare solennemente e ufficialmente, davanti a un notaio, la veridicità delle apparizioni:


"Io sottoscritta Roncalli Adelaide nata a Ghiaie di Bonate Sopra (Bg) il 23 aprile 1937, nel quarantacinquesimo anniversario torno a dichiarare, come già più volte ho fatto in occasioni precedenti, che sono assolutamente convinta di aver avuto le Apparizioni della Madonna a Ghiaie di Bonate dal 13 al 31 Maggio 1944 quando avevo sette anni.


Le vicende da me dolorosamente vissute da allora, le offro a Dio ed alla legittima Autorità della Chiesa, alla quale sola appartiene di riconoscere o no quanto in tranquilla coscienza e in sicuro possesso delle mie facoltà mentali ritengo essere verità.


In fede Adelaide Roncalli


20 febbraio 1989."


 


Ghergon
00sabato 17 maggio 2008 09:27
Ottima notizia!
Dovremmo organizzare un pellegrinaggio a Bonate...
Ghergon
00mercoledì 21 maggio 2008 22:05
Mea Culpa lo dovremmo organizzare si, il 13 Maggio era l'anniversario della prima apparizione, e dura fino ad oggi poi riprende in una seconda parte dal 28 se non erro.

TRE MILIONI DI PELLEGRINI VISITARONO IL LUOGO IN SOLO DUE MESI...era il 1944 il miracolo del Sole fu più grande e importante di quello di Fatima
Bonate e per numeri fu il più importante avvenimento Mariano dei nostri tempi.

Oggi ricorre l'anniversario del miracolo del sole.
Fu visto in tutta la Lombardia in Piemonte e fino in Liguria:
Al tramonto il sole roteava divenne argenteo e sbandava da tutte le parti ed emetteva raggi di tutti i colori.
Tantissimi testimoni poterono vederlo per interi minuti e ripetutamente e non come a Fatima per poco tempo...
I segni a Bonate vi furono eccome.

Preghiamo Maria per questo avvenimento [SM=g27823]
Ghergon
00mercoledì 21 maggio 2008 22:27
1a apparizione



1^ APPARIZIONE

Data: sabato 13 maggio 1944
Ora:18:00
Presenze: Adelaide e alcune bambine
Visione: la Sacra Famiglia



Quel tardo pomeriggio del 13 maggio 1944, la bambina Adelaide Roncalli di 7 anni si recò a raccogliere fiori di sambuco e margherite lungo il viottolo che scende a fianco del bosco di pini per portarli davanti ad un'immagine della Madonna.
Con lei, a una certa distanza, c'erano la sorella Palmina di 6 anni e alcune amichette.
Dal quaderno di Adelaide:
"Io andavo a cogliere i fiori per la Madonna che c'è a metà scala per salire in camera in casa mia. Avevo colto margherite e le avevo messe in una carriola che aveva fatto mio papà. Vidi un bel fiore di sambuco ma era troppo in alto perché lo potessi cogliere. Stetti ad ammirarlo quando vidi un puntino d'oro che scendeva dall'alto e si avvicinava a poco a poco alla terra e man mano (che) si avvicinava si ingrandiva ed in esso si delineò la presenza di una bella Signora con Gesù Bambino in braccio e alla sua sinistra S. Giuseppe. Le tre persone erano avvolte in tre cerchi ovali di luce e rimasero sospese nello spazio poco distante dai fili della luce. La Signora, bella e maestosa, indossava un vestito bianco e un manto azzurro; sul braccio destro aveva la corona del Rosario composta da grani bianchi; sui piedi nudi aveva due rose bianche. Il vestito al collo aveva una finizione di perle tutte uguali legate in oro a forma di collana. I cerchi che avvolgevano le tre persone erano luminosi con sfumature di luce dorata. Al primo momento ebbi paura e feci per scappare, ma la Signora mi chiamò con voce delicata dicendomi: “Non scappare ché sono la Madonna!”. Allora mi fermai fissa a guardarla, ma con senso di paura. La Madonna mi guardò, poi aggiunse: “Devi essere buona, ubbidiente, rispettosa col prossimo e sincera: prega bene e ritorna in questo luogo per nove sere sempre a quest'ora”.

La Madonna mi guardò per qualche istante, poi lentamente si allontanò, senza voltarmi le spalle. Io guardai finché una nuvola biancastra li tolse al mio sguardo. Gesù Bambino e S. Giuseppe non parlarono; mi guardarono solo con espressione amabile".
Vedendo Adelaide in estasi, le sue amichette la chiamarono, la scossero senza successo, tanto che la sorella Palmina, impressionata, corse dalla mamma a dirle che l'Adelaide era morta in piedi. Ripresasi lentamente dall'estasi, Adelaide confidò alle amichette di aver visto la Madonna ma non ne parlò in famiglia, tanto che la cena si svolse tranquillamente. Non fecero altrettanto le amichette e così la voce cominciò a diffondersi in paese.
GEBURAH7
00giovedì 22 maggio 2008 12:29
Re:

4a APPARIZIONE

“Tante mamme hanno i bimbi disgraziati per i loro peccati gravi; non facciano più peccati e i bimbi guariranno"

Questa affermazione esiste anche nel vecchio testamento.
Quindi possiamo dire che o la bambina conosceva a fondo la Bibbia oppure è realmente la madonna.
IO PENSO CHE SIA LA mADONNA A PARLARE. [SM=g27823]
unCRISTIANO2
00giovedì 22 maggio 2008 16:26
bonate

a Radiomaria hanno invitato delle persone informate che hanno raccontato tutta la storia.

ho sentito dei segmenti


tra l'altro è vicino all'abitazione di padre Livio Fanzaga, direttore di radiomaria.

LettereDiBerlicche
00giovedì 22 maggio 2008 19:25
salve a tutti.

Vi metto a conscenza di un fatto. I postato la notizia del film "Ghiaie" anche sul forum "Soccorso Spirituale".
Mi ha rispoto un certo Vito.Pucci tramite un messaggio privato. Ve la faccio leggere... a ognuno la sua opinione...




Gentilissima Sig.ra Adelaide RONCALLI,

Ieri mattina, 18 minuti dopo la mezzanotte, la gentilissima Sig.na Berlicche ha postato sul sito web di Pino LUPO denominato “SOCCORSO SPIRITUALE - TESTIMONI DI GEOVA NOSTRI FRATELLI” la strepitosa “notizia bomba” relativa al fil “GHIAIE” destinato a riabilitare in modo obiettivo tutti i fatti e le persone relative alle visioni miracolose di Ghiaie di Bonate risalenti al mese di maggio 1944.

A causa e per effetto della diabolica disinformazione che ha imperato per tutti questi decenni, insieme all’amico Claudio CAVALLUCCI di Zurigo e a molti altri, per una serie di ragioni che in questa sede non posso elencare in modo completo, anch’io sono rimasto molto impressionato dalle informazioni pubblicate.

In particolare, sono rimasto colpito dallo spirito eccezionalmente positivo che ha caratterizzato tutta la vita del padre clarettiano/domenicano Candido MAFFEIS, animato dallo stesso spirito positivo con il quale mia madre Caterina PEPE PUCCI ha cresciuto sia me che i miei tre fratelli e sorelle.

Ad Altamura/Ba, la casa paterna in cui sono nato, è separata solo da una strada larga pochi metri, peraltro senza marciapiede, dalla Chiesetta di Santa Lucia in cui, fino all’età adulta, sono stato di casa, gestita all’epoca e tuttora da una comunità di padri Clarettiani che certamente avevano conosciuto di persona padre Candido ma di cui, per comprensibili ragioni di “micidiale ostracismo religioso perenne e assoluto”, nessuno ci ha mai parlato.

Grazie a Dio ed ai moderni mezzi di comunicazione, oggi è tutto diverso ragion per cui, nella stessa giornata di ieri, senza esitazione alcuna, dopo aver telefonato a mio fratello Vincenzo PUCCI, vissuto come Padre Candido nel nuovo Seminario di Lierna/Lc a partire dall’11/9/1964, ed ai miei amici sacerdoti don Battista CADEI di Bergamo e padre Maurizio BEVILACQUA di Altamura/Città del Pane, ho ideato e pubblicato alcuni speciali messaggi di informazione e difesa qui di seguito specificamente richiamati:

17/5/2008 - "DIFESA DI UFFICIO DI CANDIDO MAFFEIS, ADELAIDE RONCALLI, FAUSTO MARINETTI, GIOVANNI BATTISTA CADEI, EMO/MARCO PICCIONI, ACHILLE LORENZI & PINO LUPO, SANTI" - "PADRE CANDIDO MAFFEIS: TESTAMENTO SPIRITUALE DI UN FIGLIO INNAMORATO DELLO SPIRITO POSITIVO DELLA SUA MAMMA!"
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7527289


17/5/2008 - "GHIAIE" - ECCO LA TRAMA DI UN FILM FILM CHE, PRIMA DI USCIRE, FA GIA' PARLARE"
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7526020

17/5/2008 - "LORENZI/BERESCITTE/LEONI/CAVA/LUPO/CADEI/MINUTI: CHI SONO I DIAVOLI E CHI L'ACQUA SANTA?"
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7486504

17/5/2008 - "PAOLO TOSELLI, I COMPLOTTISTI/OCCULTATORI E LA LEGGENDA METROPOLITANA DELLA FAMOSA INVASIONE DELLE VIPERE VOLANTI!"
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7526924


A completamento dell’opera intrapresa ieri, questa mattina ho scritto ed inviato a padre Maurizio Bevilacqua, a don Battista Cadei, a don Lorenzo Minuti e a monsignor Antonio CONTRI di Verona, lo speciale messaggio allegato alla presente intitolato: "ADELAIDE RONCALLI, SCUSACI, NOI E IL VATICANO ABBIAMO SBAGLIATO, AVEVI RAGIONE TU!".

Detto messaggio avrei potuto (e voluto) intitolarlo così: “PADRE CANDIDO MAFFEIS, SANTO SUBITO!”.

Dopo averci ragionato su, però, altruisticamente come padre Candido, ho pensato di inviare subito -per il tramite dei titolati sacerdoti innanzi indicati- un messaggio diretto a Papa Benedetto XVI che, se solo vuole, in un battibaleno, può rimediare alla montagna di colossali menzogne accumulatesi in questi quasi tredici lustri!.

Questa mattina mi sono sentito telefonicamente con il mio caro amico Pino LUPO di Torino, amico personale di don Battista Cadei, ed insieme abbiamo concordato di darvi -gratis et amore Dei, come abbiamo sempre fatto fino ad oggi- tutto il “SOCCORSO” e tutta l’assistenza più personalizzata ed efficace di cui siamo capaci.

Insieme a Berlicche, a tutti i suoi familiari e amici, ci faccia solo sapere se possiamo migliorare il nostro preciso progetto di “rappresentanza e difesa” morale e spirituale.

Resto in attesa di positivo riscontro.

Lieto della conoscenza, oggi che è domenica, giunga a le e ai suoi familiari, il mio saluto più cristiano.

Vito Pucci


Ghergon
00venerdì 23 maggio 2008 22:43
chissà cosa penserà Adelaide Roncalli, se la cosa le farà piacere...chissà...
Ghergon
00venerdì 23 maggio 2008 22:46
Questo è sbalorditivo.

Ci troviamo di fronte a qualcosa che per quel che rigurada il miracolo del sole è ancora più importante di Fatima:


da un mio libro:




Ma fu la sera seguente, domenica, ultimo giorno del primo ciclo di apparizioni, che il prodigio solare si presento a molti osservatori.

Questa la testimonianza oculare di don Giuseppe Piccardi di Bergamo: «Non posso non fissare sulla carta, perchè serva a testi­monianza, quanto io ammirai alle Ghiaie di Bonate il giorno 21 maggio 1944.

II ricordo e I'impressione sono cosi vivi che mi sembra un fatto avvenuto ieri.
Alle sei della sera di quel giorno ero con una
moltitudine di gente sull'alto della morena che sovrasta il luogo delle apparizioni, poichè non era possibile, data la piena di gente, andare laggiu.
A un certo punto sentii la gente che diceva: "Guardate il sole, guardate il sole!".
Mi voltai anch'io tra il diffidente e il curioso e vidi il sole che uscito dalle nubi (il cielo minacciava acqua) girava su se stesso e per la velocita del movimento sembrava sbandasse. Nello stesso tempo vidi che proiettava fasci di luce, allora, per me, quasi costantemente giallo oro.
Tale colore lo contemplai anche quando il sole era velato da nubi non fitte.
Anche chi mi era vicino, all'unanimità, diceva di constatare lo stes­so movimento, ma in piu di vedere anche altri colori; altri dicevano di aver visto nel sole i simboli dell'Ostia, altri una Croce, chi la Sacra Famiglia, chi la Madonna.

Verso le otto, lasciata la morena, mi incammi-nai per il ritorno e sotto una leggera pioggia mi avviai alia casa del parroco.
La trovai molte persone che commentavano i vari fatti di quel-ia sera. Don Andrea Spada, direttore dell'Eco di Bergamo", mi chiama in casa del Parroco e mi domando che cosa avessi visto io nel sole.
Gli esposi quanto sopra ed egli mi prospetto la possibilità di un'illusione ottica e di una suggestione collettiva.

Stavamo discutendo, quando uno, non so chi, venne dentro a chiamarci di-cendo: "Uscite, uscite, il sole gira ancora".
Di colpo fummo in cortile e contemplai uno spettacolo quale non avrei mai potuto immaginare.

II sole al tramonto presentava il suo di­sco in un placido colore argenteo e lo vedevo vertiginosamente roteare su se stesso, dando talvolta I'impressione che per la velocita do-vesse sbandarsi nel cielo.

L'occhio lo pote fissare subito, senza fatica, con un senso dolce di riposo.

Ma il meraviglioso non fu tutto qui. Nella sua roteazione il sole, quale girando-la creata dal piu bravo mago di fuochi d'artifi-cio, lanciava fasci di luce or gialla, or verde, or violetta, con una vivezza tale, che le nubi at-torno al sole ne erano meravigliosamente inve-stite e formavano attorno a esso un'aureola fantastica. [...].

Constatai che nessuno dei presenti negò il fatto; e vi erano chierici, sacerdoti, professionisti ecc. che ammiravano, ma non sapevano che dire.
Tutto questo durò per un buon periodo di circa dieci minuti, finchè una nube ricopre il so­le.

Ognuno incominciava a fare i suoi commenti, quando circa cinque minuti dopo, il sole usci di nuovo dalle nubi, ripresentando lo stes­so spettacolo, e ricordo bene come il colore che io potei riscontrare in quella seconda fase, durata alcuni minuti, fu il violetto.
Durante la strada di ritorno verso Ponte San Pietro mi trovavo accanto a parecchi giovani e ricordo bene come essi, colpiti dai fenomeni di poco prima, guardassero, e io con loro, alle nubi che ricoprivano il sole, nella speranza di rivedere Io stesso spettacolo.

Ma il sole non si fece piu vedere e tramonto in silenzio. Cosa gli si poteva domandare ancora?».
Achille Ballini, autore di alcuni libri su Bonate, fu un testimone oculare del prodigio del 21 maggio.
Scrisse tra Paltro: «Mia mamma a Boltiere [BG], lontana dalle Ghiaie 16-17 km, sta-va in casa con le imposte socchiuse.
A un tratto sente un rumore di gente in piazza; apre la finestra e vede sul muro di fronte delinearsi vari colori.

Intanto la gente esce dalle osterie e dalle case, guarda i muri, la piazza e le persone e si domanda cosa succede. Allora, con mia sorella, scendono in piazza, osservano il fenomeno, poi vedono il sole roteare e irrag-giare vari colori.

A Marne [Filago, BG] il parroco e alcune persone vedono dei colori insoliti riflettersi sui luoghi circostanti, e ne sono meravigliati.
Subito altre persone accorrono, os­servano
chiedono».


tratto da Umberto Cordier
Guida ai luoghi mariani di italia


Vito.Pucci
00giovedì 5 giugno 2008 16:16

"GIALLO DI GHIAIE BONATE VAGNUOLI: ANCHE SE COSTA, E' NECESSARIO DIRE LA VERITA' FINO IN FONDO!"

Scritto da: Giuseppe Arnaboldi Riva il 10/04/2002
www.madonnadelleghiaie.it/italiano/scheda.asp?IdScheda=379

"LA VERITA' DELLE APPARIZIONI DI GHIAIE E DEL MARTIRIO DI ADELAIDE"

Guardando Massimiliano Maria, mio figlio di sette anni, molto spesso il pensiero corre alle violenze inflitte alla piccola Adelaide, quando, alla sua stessa età, dovette subire percosse, intimidazioni, terrori, oltre a gravissimi abusi corporali e morali dentro le mura di sacre istituzioni.

E se mi chiedo cosa farei nel caso il mio bambino venisse trattato così, senza esitazioni rispondo che mi rivolgerei alle autorità competenti per chiedere giustizia, come sarebbe dovere di ogni padre.

Gli ho imposto questo bel nome per poter rammentare sempre il grande sacrificio compiuto dal frate francescano polacco per salvare un papà destinato alla morte, ma oggi la sua tenera età, la stessa di Adelaide al tempo delle apparizioni, mi costringe a ricordare altresì che non solo i santi, ma anche le ombre del peccato ci appartengono; visibili, in particolare, sui piccoli maltrattati e violentati.

E mi fa pensare che, se vogliamo scacciare queste ombre terribili occorre guardarle senza paura per scoprire quale spirito e quale cultura le ha nutrite, soprattutto perché sono state scambiate addirittura come un bene.

E’ del tutto inutile cercar di comprimere la verità sul martirio sofferto dalla piccola Adelaide di sette anni per evitare la verità sulle apparizioni di Ghiaie.

Le due verità infatti, sono strettamente interdipendenti fra loro:

- riconoscere le violenze inferte ad Adelaide significa ammettere la sua normalità e di conseguenza la verità di quanto ella ha testimoniato fino ad oggi.

- riconoscere il suo martirio significa inoltre ammettere gli errori gravi commessi nei suoi confronti, come l’uso del Sacramento della Confessione quale strumento di potere, oppressione e tortura psicologica.

- riconoscere i gravissimi danni subiti da Adelaide e dalla sua famiglia vuol dire infine annullare il processo illegale condotto contro di lei, prima dalla Commissione Teologica e poi dal Tribunale Ecclesiastico di Bergamo negli anni 1946 e 1947.

Anche se costa, è necessario dire la verità fino in fondo per riaffermare, insieme, il messaggio delle apparizioni di Ghiaie e il Vangelo della Vita, il Vangelo dei piccoli che soffrono per i peccati del mondo; perché i piccoli, ovunque e da qualunque famiglia nascano, sono le più vere immagini di Cristo.

L’immagine mostruosa di Adelaide tracciata da don Cortesi

Arrogandosi competenze, incarichi e autorità di cui era del tutto privo, don Cortesi, nel suo libro intitolato “Il problema delle apparizioni di Ghiaie”, ha presentato i frutti del suo aberrante esame sulla piccola Adelaide, un esame condotto seguendo le teorie del prof. Nicola Pende attivissimo scienziato del Regime Fascista, primo firmatario del manifesto per la razza del 1938, ormai riconosciuto come l’esponente principale del “Razzismo Italico”.

Oltre a distruggere le apparizioni con ogni mezzo, don Cortesi, dopo la segregazione della bimba in un convento di suore Orsoline, ha cercato di imporle una dura correzione nel tentativo di «rinverginare» la sua anima, bonificarla, bruciare in lei le forme di male ereditato a causa del peccato e «riplasmarla».

Nutrito da una cultura tradizionalista, totalitaria e aristocratica, il disprezzo per la miseria e per la famiglia di Adelaide lo hanno condotto a scrivere un giudizio spaventoso sull’anima della bimba di sette anni presentandola come un vero e proprio inferno: «un nodo di vipere, uno scrigno chiuso custodito da sette draghi».

Sospettando inoltre che la bimba fosse stata concepita in una ebbrezza paterna, anche il povero Enrico, papà di Adelaide, è stato studiato da don Cortesi come un biotipo, e presentato come «ubriacone, bestemmiatore, approfittatore, litigioso, violento, collerico, carente nei poteri inibitori».

Il ritratto mostruoso di Adelaide, prodotto di tale esame, è seminato lungo le 231 pagine del volume scritto da don Cortesi e in particolare nel capitolo “Il biotipo di Adelaide”.

«Testarda, in lei si rileva esibizionismo, vanità, ricerca dell'applauso, abilità di fingere, amore di realtà fantastiche, romanzesche, e di esperienze straordinarie.

La mens di tipo sensoriale, non ingenua ma abilissima e furbissima, dimostra una certa sensibilità per il mondo sessuale ... Adelaide si comporta da reginetta, da traforella, brama il frutto proibito, è disgustosamente conscia della sua astuzia ...

Occhio torvo e minaccioso, monella, folletto, forsennata, dalla risata insolente e soddisfatta, conosce e insegna la bugia, precoce malizietta, sfrutta tutte le occasioni per distrarsi ...

Brama approvazioni, è gonfia di boriuzza, si atteggia a diva, precocemente si accese in lei la vanità femminile, ama le acconciature singolari, ama chiedere gingilli d'ornamento, catenelle, braccialetti, orologi da polso, spilloni, medaglie, occhiali scuri, i vestiti belli e le scarpette belle, indumenti appariscenti e sgargianti ... desidera sentirsi ammirata, scodinzola, sfringuella, cerca i primi posti, fa credere che ella gode di confidenze speciali, cerca ammiratori, gode di essere vezzeggiata ...

Spiritosa, loquace, sguaiata, si agita, si alza per sovrastare tutte, si mette a capofila, infatuata di sé, posa a fanciulla prodigio, la flora selvaggia della sua anima non accenna a costituirsi in giardino ...

La smania di distinguersi giace ancora nella sua anima, anche dopo tanti mesi di silenzio e di educazione intesa a rinverginare il suo spirito non tollera di essere intruppata come un anonimo irrilevante».

La testimonianza di Annunciata

Una delle testimonianze sconcertanti è quella di Annunciata, cugina di Adelaide, rilasciata alla compianta signorina Poli Ermenegilda e pubblicata nel libro «La fede della gente di Bonate».

Annunciata racconta come i due poveri genitori di Adelaide, Enrico e Annetta, stavano per essere denunciati dal loro medico condotto inorridito dai segni di brutali percosse riscontrati sul corpo della bimba, percosse che erano state inferte alla bambina da alcune suore in modo così violento da costringere Adelaide a subire un piccolo intervento chirurgico.

Questo libro della signorina Poli è stato pubblicato e addirittura venduto presso la cappelletta delle apparizioni a Ghiaie, eppure ancora nessuno ha avuto il coraggio di chiedere giustizia.

La curia di Bergamo, pur conoscendo questo libro e questa denuncia, non ha mai fatto nulla, omettendo così il proprio dovere, manifestando inoltre una totale paralisi che testimonia in modo chiarissimo la interconnessione fra la verità sul martirio di Adelaide e quella sulle apparizioni.

Le prove raccolte dalle suore Sacramentine

Le prove delle percosse inferte alla piccola Adelaide di sette anni sono ormai numerosissime e concordi.

Le testimonianze orali sono suffragate da documenti scritti.

Persino monsignor Magoni notaio del Tribunale Ecclesiastico di Bergamo è stato costretto a verbalizzare la denuncia della bimba.

Dopo le gravi affermazioni della bimba, il presidente del Tribunale avrebbe dovuto quantomeno sospendere l’udienza ed effettuare accertamenti sui maltrattamenti denunciati da Adelaide, ma non lo fece commettendo ancora una grave irregolarità.

Drammatico e terribile è il resoconto scritto da suor Celestina, suora Sacramentina, che, nell’estate del 1948, interrogherà Adelaide nell’asilo infantile della parrocchia di Ghiaie sulle percosse inflitte alla bimba da alcune consorelle di un altro ordine.

Questo documento, conservato dal difensore di Adelaide, monsignor Bramini, è comprensibile solo dopo aver letto il ritratto mostruoso di Adelaide tracciato da don Cortesi.

Mentre don Cortesi la terrorizzava con la paura dell’inferno, cadute nella trappola dei giudizi terribili del prete inquisitore, considerando anche loro Adelaide come posseduta da una legione di demoni, provando paura, alcune suore l’hanno colpita con continue percosse sul corpo, violentissime ...

E quando suor Celestina le ricorderà che avrebbe dovuto riferire quelle cose ai sacerdoti della Commissione incaricati di interrogarla, «Cosa dovevo dire?» - risponderà la piccola Adelaide - «Erano tutti sacerdoti; ci voleva una persona che ...

E poi loro avrebbero parlato con le suore e il peggio sarebbe toccato ancora a me»

«E ai tuoi genitori, perché non glielo dicevi?» le domanderà ancora suor Celestina «Ero sempre accompagnata in parlatorio, non potevo parlare.

Soltanto due volte sono rimasta sola, ma non volevo dar loro dispiacere, chissà quanto piangere avrebbero fatto.

Io ci dovevo rimanere ugualmente».

L’immonda visita medica e l’infame ritratto del professor Cazzamalli

Nell’articolo recentemente pubblicato sulle pagine di questo stesso settimanale, avevo espresso la mia profonda indignazione per la visita medica completa sul corpo di Adelaide condotta il 5 luglio 1944 nel convento delle suore Orsoline di Gandino, e avevo chiesto alla curia di spiegare questo fatto increscioso avvenuto fra le mura di un convento bergamasco.

Lo chiedevo, non certo per fare scandalo, ma per poter risalire da questo avvenimento ad una cultura che ha nutrito anche uomini di Chiesa.

Questo avvenimento rivela infatti una cronica mentalità secolare totalitaria e arrogante che ha insegnato ad associare genitalità a peccato e peccato a povertà.

Questa inquisizione del piccolo corpo di Adelaide ha rivelato con estrema evidenza l’indirizzo d’indagine razzista di Cazzamalli e don Cortesi, oltre che la loro determinazione a trovare una prova anche nascosta per distruggere la persona di Adelaide.

Perché non è certo difficile arguire che l’esame delle pudende ha permesso, da un lato, di verificare la verginità della bimba (figlia “di un bevitore che assai spesso cade in ubriachezza” scrive Cazzamalli copiando don Cortesi) e dall’altro di indagare il suo carattere lussurioso e delinquenziale.

Si invitano pertanto i membri della stessa curia di Bergamo a leggere tutto il libro del Cazzamalli, oggi propagandato su un sito internet di stregoneria, che, oltre a testimoniare il gravissimo oltraggio alla piccola Adelaide, costituisce un vero e proprio insulto alla nobile immagine dello stesso padre Gemelli.

Cazzamalli scriveva: «Adelaide mostra uno spiccato senso del pudore durante taluni esami che la obbligano a scoprirsi»

«Procedo ad un esame somatico-clinico di controllo … e rilevo lo spiccato senso di pudore nell’Adelaide, però senza che venga ostacolato l’esame di proposito completo e naturalmente espletato col dovuto garbo, delle regioni toracica, addominale, pubica e delle pudende»

«osservo che quando all’esame partecipano o si interessano la dottoressa Maggi o il don Cortesi la bambina accenna a coprirsi tirando in giù la camicia»

«Dal don Cortesi che le raccomanda di prestarsi quietamente e docilmente all’esame si fa promettere una passeggiata»

Il neuropsichiatra occultista, qualche mese dopo questa visita oltraggiosa, traccerà un ritratto deformato di Adelaide, opposto a quello scritto da padre Gemelli, e presenterà la bimba con caratteri ripugnanti costruendo l’immagine di una piccola allucinata, concupiscente, furba, superba e vanitosa rafforzando così il ritratto mostruoso scritto da don Cortesi

«una piccola contadinella golosa, vorace, cocciuta, un pò vanitosa colla mascheratura della ereditaria furberia contadinesca, una bimba animata dal desiderio di supremazia, tendente all’imitazione senza limiti, portata all’incosciente sovraccarica di cose viste e udite in senso autosuggestivo, che non ama le seconde parti, ha propensione grande per le rappresentazioni teatrali, ed è soggetta a impeto allucinatorio oniroide»

Gli esperimenti sacrileghi

Alla curia di Bergamo si chiede inoltre di spiegare un’espressione davvero inquietante di don Cortesi nel suo libro “Storia dei fatti di Ghiaie” pubblicato per opera della stessa curia nelle edizioni San Alessandro.

Dopo aver descritto la bimba come «belvetta irrefrenabile, leoncino selvaggio, minaccia per la purità della fede! pubblico pericolo!» e tanti altri epiteti ancora, il prete bergamasco ha l’impudenza di scrivere queste parole gravissime, sibilline, che non spiega, dalle quali però si intuiscono le ragioni di tanto male inferto più tardi alla piccola Adelaide fra le mura di un sacro convento.

«E poi nella calma dell’isolamento in un ambiente psicologico di sana temperatura si potevano tentare gli esperimenti più adatti che alle Ghiaie sarebbero stati giudicati sacrilegi»

Quali sono stati dunque gli esperimenti condotti dal prete bergamasco, esperimenti sacrileghi per i semplici, ma permessi solo a lui che evidentemente si sentiva investito di poteri speciali e pensava di essere un prete eccezionale, “illuminato”, fuori dal comune, al di sopra di ogni debolezza umana?

Con queste parole don Cortesi non progettava forse quell’opera di sottile e subdola seduzione affettiva che condusse per due anni, separando la bimba dagli affetti famigliari fino a diventarne l’unico riferimento affettivo?

Un’azione seduttiva che produsse un grave scandalo, denunciato da suore, religiosi e perfino dallo stesso padre Gemelli.

Ricordando il suo soggiorno nel convento di Gandino dell’anno precedente, nell’autunno del 1945 il frate francescano scriverà al prete bergamasco questa chiara denuncia:

«Io raccomandai caldamente a lei, e ritengo che Ella lo ricordi, che la bambina venisse collocata in ambiente sano, che non le si parlasse più delle “visioni” e si facesse in modo che essa le dimenticasse o non desse loro importanza.

Avvenne invece il contrario: la bambina fu insistentemente interrogata; fu trattata da adulti come fosse un’adulta; fu vezzeggiata all’inverosimile.

Quando non vi fosse altra testimonianza, vale quello che ho visto io stesso con i miei occhi; ossia il modo nel quale Ella la trattava, la prendeva in braccio, la coccolava, le parlava ecc.».

Le illegalità e le irregolarità delle istituzioni ecclesiastiche di Bergamo

Il vescovo di Bergamo era seriamente preoccupato per l’operato di don Cortesi, soprattutto dopo aver ricevuto, nel dicembre 1945, una lettera molto severa di padre Agostino Gemelli, suo intimo amico e da lui nominato, l’anno precedente, come esperto della diocesi per l’esame della psicologia di Adelaide.

L’autorevole frate francescano che aveva dichiarato la normalità di Adelaide, nella sua lettera aveva chiaramente denunciato il carattere avventuroso dell’azione di don Cortesi.

Perciò il vescovo il 22 dicembre decise di introdurre nella Commissione Teologica, incaricata di esaminare i fatti relativi alle apparizioni di Ghiaie, un esperto esterno assai critico, un “difensore” delle apparizioni: monsignor Angelo Bramini di Lodi, sacerdote battagliero, puntiglioso ed esperto di Diritto Canonico.

Monsignor Bramini venne nominato difensore delle apparizioni di Ghiaie anche nel Tribunale Ecclesiastico.

Ma il Presidente di questo Tribunale, il canonico monsignor Merati, con una decisione arrogante e illegale, decise di escluderlo e non lo avvisò nemmeno dell’apertura dei lavori.

Così, la prima sessione del Tribunale, che prevedeva l’interrogatorio della piccola Adelaide, fu celebrata senza il difensore, e la bimba lasciata ancora una volta sola, alla completa mercé dei giudici che avevano deciso di far proprio l’orribile ritratto scritto da don Cortesi nel suo libro “Il problema delle apparizioni di Ghiaie”, pronti, prima ancora dell’apertura del Tribunale, a diventare i suoi implacabili accusatori.

Offriamo di seguito alcuni brani di un manoscritto del difensore di Adelaide custodito nell’Archivio della curia arcivescovile di Lodi per far comprendere come la curia di Bergamo abbia snobbato ogni voce diversa da quella di don Cortesi, persino quella di un uomo assennato e competente come monsignor Bramini, esasperandolo fino a costringerlo a formulare la sua denuncia in toni durissimi.

Le espressioni molto accorate erano un invito agli ecclesiastici di Bergamo perché si evitasse che i fatti di Ghiaie divenissero uno scandalo per la diocesi.

«La fretta del Tribunale e della Commissione fanno pensare che si volesse salvare le apparenze per dare una vernice di legalità a decisioni già maturate molto prima!

Involontariamente la mente corre al processo di Gesù che fu una finzione di legalità»

«Chiesi al vescovo che la bambina fosse interrogata da persona pedagogicamente preparata e competente e inviai a Bergamo anche un formulario completo di interrogatorio, ma il can. Magoni, a nome –scrisse– del vescovo, mi fece sapere che Sua Eccellenza non aveva ritenuto di accogliere la mia proposta!

Così la bambina di dieci anni fu interrogata more adultorum, davanti al Sinedrio!

Le fu imposto il giuramento (cosa enormemente grave dal punto di vista giuridico per una bambina) e si insistette da monsignor Merati, (il Presidente del Tribunale) che la invitò a confidarsi con lui solo!

Finché la bambina tanto indebitamente e antipedagogicamente tormentata e indispettita affermò di aver visto “nuvole e nuvole”!”

«Si arrivò poi all’assurdo di metterla a confronto con don Cortesi, proprio colui che l’aveva suggestionata psichicamente, moralmente e anche materialmente condotta alla prima negazione!»

«Quanta saggezza e serietà! A meno che il Diritto Canonico vigente a Bergamo fosse diverso da quello vigente in tutta la Chiesa!»

Impedito nell’esercizio del proprio diritto e della propria funzione voluta dallo stesso Vescovo, escluso da ogni decisione, il 27 giugno 1947 monsignor Bramini decide di inviare al Card. Tumasoni Biondi, della Sacra Congregazione “de propaganda fide”, una lettera di denuncia con preghiera di inoltrarla al SS Tribunale del Santo Ufficio, concludendola con questa frase estremamente significativa:

«Per essere completamente sincero dirò anche che si è concretata in me la convinzione che l’ambiente ecclesiastico di Bergamo non sia più nelle condizioni psicologiche che si richiedono per uno studio e per un esame sereno e obiettivo dei fatti in parola.

Ritengo che anche l’E.mmo Card. Arcivescovo di Milano, Metropolita, inclini verso tale persuasione, come almeno mi è sembrato di capire dai vari colloqui avuti con lui in materia».

Giuseppe Arnaboldi Riva.

(Articolo inviato al sito Internet e a Bergamo Sette che lo ha pubblicato venerdì 05/04/2002)
Vito.Pucci
00giovedì 5 giugno 2008 16:25

"ADELAIDE RONCALLI: UNA STORIA DI ORDINARIA INQUISIZIONE E STRAORDINARIA FEROCIA!"

Postato da: Mstatus Blog martedì 13 novembre 2007 21.41
oknotizie.alice.it/go.php?us=60b048103b25d4e4

Ad Adelaide Roncalli, una bambina di sette anni che frequentava la prima elementare, il 13 maggio 1944 a Ghiaie di Bonate (BG), apparve la Madonna!

Vi fu una serie di 13 apparizioni divise in due parti: la prima per 9 giorni dal 13 al 21 maggio 1944, e la seconda per 4 giorni dal 28 al 31 maggio 1944.

Quando sono in auto, o mentre aspetto di ritirare il "pacco a scuola" (mia figlia), ascolto Radio Maria (la famosa radio che non casca mai neppure sotto la galleria), e spesso, nelle varie trasmissioni, ho sentito far cenno alle apparizioni della Madonna di Ghiaie di Bonate.

Incuriosito, dato che della vicenda ne sapevo assai poco, ho ricercato un pò di documentazione, e a dir la verità ne è uscito un quadretto piuttosto interessante, per non dire inquietante!

Un caso da Manuale dell'Inquisizione. ...

La Madonna, oltre alle solite raccomandazioni per l'umanità (ricordo che a quel tempo vi era la seconda guerra mondiale in corso con relative sofferenze e dolori), in particolare, predisse alla piccola Adelaide: "Soffrirai molto, ma non piangere perché dopo verrai con me in paradiso [..] In questa valle di veri dolori sarai una piccola martire".

Poiché non è facile provare in modo oggettivo le cosiddette "apparizioni mariane", la Chiesa di Roma mantiene un atteggiamento di prudenza, ma in questo caso vi fu un vero e proprio massacro nei confronti di Adelaide, una bambina che all'epoca dei fatti aveva solo sette anni!.

Non entro nel merito dell'apparizione e relativi annessi e connessi, ma ricercando la varia documentazione, sono rimasto colpito dal modo in cui la bambina venne "crocefissa" da parte della Chiesa di Roma, diventando di fatto, come le predisse la Madonna, "una piccola martire".

Contro di lei, si accanì in modo particolare al pari di una belva feroce un prete, Mons. Luigi Cortesi, prete e docente di filosofia molto pio, che la interrogò per diverso tempo, applicando i manuali del perfetto inquisitore, fino ad estorcere "la confessione" che le apparizioni erano state inventate dalla bambina per un suo qualche tornaconto!

Mons. Cortesi descrive così Adelaide:

«Testarda, in lei si rileva esibizionismo, vanità, ricerca dell'applauso, abilità di fingere, amore di realtà fantastiche, romanzesche, e di esperienze straordinarie.

La mens di tipo sensoriale, non ingenua ma abilissima e furbissima, dimostra una certa sensibilità per il mondo sessuale ...

Adelaide si comporta da reginetta, da traforella, brama il frutto proibito, è disgustosamente conscia della sua astuzia ...

Occhio torvo e minaccioso, monella, folletto, forsennata, dalla risata insolente e soddisfatta, conosce e insegna la bugia, precoce malizietta, sfrutta tutte le occasioni per distrarsi ...

Brama approvazioni, è gonfia di boriuzza, si atteggia a diva, precocemente si accese in lei la vanità femminile, ama le acconciature singolari, ama chiedere gingilli d'ornamento, catenelle, braccialetti, orologi da polso, spilloni, medaglie, occhiali scuri, i vestiti belli e le scarpette belle, indumenti appariscenti e sgargianti ... desidera sentirsi ammirata, scodinzola, sfringuella, cerca i primi posti, fa credere che ella gode di confidenze speciali, cerca ammiratori, gode di essere vezzeggiata ...

Spiritosa, loquace, sguaiata, si agita, si alza per sovrastare tutte, si mette a capofila, infatuata di sé, posa a fanciulla prodigio, la flora selvaggia della sua anima non accenna a costituirsi in giardino ...

La smania di distinguersi giace ancora nella sua anima, anche dopo tanti mesi di silenzio e di educazione intesa a rinverginare il suo spirito non tollera di essere intruppata come un anonimo irrilevante».

Direi proprio un bel quadretto per una bimba di 7 anni...

Il Professor Cazzamalli (Neuropsichiatra), a cui venne richiesto di visitare la bambina, avvalora la versione di Mons.Cortesi e scrive:

«Adelaide mostra uno spiccato senso del pudore durante taluni esami che la obbligano a scoprirsi [...]

Procedo ad un esame somatico-clinico di controllo … e rilevo lo spiccato senso di pudore nell’Adelaide, però senza che venga ostacolato l’esame di proposito completo e naturalmente espletato col dovuto garbo, delle regioni toracica, addominale, pubica e delle pudende [...] osservo che quando all’esame partecipano o si interessano la dottoressa Maggi o il don Cortesi la bambina accenna a coprirsi tirando in giù la camicia [...]

Dal don Cortesi che le raccomanda di prestarsi quietamente e docilmente all’esame si fa promettere una passeggiata [...] una piccola contadinella golosa, vorace, cocciuta, un pò vanitosa colla mascheratura della ereditaria furberia contadinesca, una bimba animata dal desiderio di supremazia, tendente all’imitazione senza limiti, portata all’incosciente sovraccarica di cose viste e udite in senso autosuggestivo, che non ama le seconde parti, ha propensione grande per le rappresentazioni teatrali, ed è soggetta a impeto allucinatorio oniroide».

(Fonte: Le verità sul martirio di Adelaide di G.Arnaboldi Riva)

Peggio della Santa Inquisizione ...

Ghergon
00giovedì 5 giugno 2008 18:50
Ciao benvenuto nel nostro forum! [SM=g27823]

Ti ringrazio per il validissimo contributo delle righe che hai postato
Il martirio della povera Adelaide conferma a pieno la veracità delle apparizioni.
C'è da star male al pensiero di questa povera bambina lasciata da sola nelle mani di questi folli...
Che vergogna...non voglio infierire per educazione ma se dovessi dire cosa penso di questo prete...

unCRISTIANO2
00martedì 10 giugno 2008 18:12
vito, pucci

salve vito, ben arrivato nel forum

le cose che hai scritto le ho sentite raccontare dagli ospiti a radiomaria e sono rimasto stupefatto dal comportamento di quel sacerdote che ha messo a dura prova la veggente.

Ma io credo che ci sia una "economia" di Dio, cioè se la Madonna appare è sempre perchè la chiesa non fa più la sua funzione in modo integrale, come dovrebbe essere. Come nel miracolo di Cana Lei interviene sempre perchè alla festa ci sia il "vino" della gioia. Lei appare per portarci la sua Grazia, affinchè si apra un canale verso il cielo, verso la salvezza, e per ricompattare la Chiesa.
E' sempre stato atrraverso la sofferenza di qualcuno che si è espiato il peccato di altri (peccatori), come fece anche Gesù sulla croce.








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