Madrid: un milione in piazza contro le politiche di austerità imposte dalla troika

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wheaton80
00domenica 23 marzo 2014 22:37



Mentre scriviamo a Madrid manifestanti provenienti da tutta la Spagna stanno occupando le piazze nel giorno della Marcia per la dignità, per chiedere reddito, lavoro, diritti e respingere le politiche di austerità imposte dalla Troika. La polizia sta caricando violentemente per sgomberare le piazze in cui sono sorte nuove acampadas. Sparati lacrimogeni e proiettili di gomma contro le barricate erette dai manifestanti, diversi i feriti e gli arresti.



Nonostante la polizia abbia bloccato fuori da Madrid oltre cento pullman di manifestanti (rispetto agli oltre 900 partiti da tutta la Spagna, oltre a quattro treni), le immagini che ci giungono dalla capitale spagnola sono impressionanti. La Marcia per la dignità ha portato in piazza quasi un milione di cittadini contro il pagamento del debito, le politiche del governo e le ricette neoliberali imposte dalla Troika, chiedendo l’immediata abrogazione di tutte le leggi neoliberali imposte dai governi degli ultimi anni. Le rivendicazioni della piazza vanno dal reddito garantito alla gratuità dei servizi pubblici, dall’università alla salute, alla richiesta di casa e lavoro, alla democrazia diretta. Migliaia di persone sono partite dai quattro angoli del paese per arrivare fino alla capitale nel giorno della dignità, accolte dalle assemblee di quartiere e dai movimenti sociali di Madrid questa mattina, mentre nel pomeriggio sono state occupate le piazze centrali della capitale. In alcune di queste sono state portate le tende e montate le Acampadas de la Dignidad, ma pochi minuti dopo la polizia ha annunciato che avrebbe considerato illegale la permanenza nelle piazze e sono cominciate le cariche. Secondo il quotidiano Publico.es in questi minuti stanno avvenendo le cariche più violente mai avvenute da quando sono iniziate le mobilitazioni del #15M.

Fonte: Dinamo Press
ununiverso.altervista.org/blog/madrid-un-milione-in-piazza-contro-le-politiche-di-austerita-imposte-dalla...
wheaton80
00martedì 22 luglio 2014 22:16
Il governo spagnolo si ribella alla UE: taglio drastico di tasse e IVA (Bruxelles aveva ''chiesto'' l’ esatto contrario!)

MADRID - Interessante esperimento del governo spagnolo. Dopo aver passato anni ottenendo continui allungamenti ed accomodamenti nel percorso temporale di rientro dal deficit, ora annuncia un programma di tagli d’imposta per il 2015 e 2016, che vanno dritti in rotta di collisione con la Commissione europea e le sue raccomandazioni ma anche con quelle dell’Ocse. Considerando che l’anno prossimo in Spagna ci saranno elezioni politiche, a pensar male si fa peccato, eccetera eccetera. Per il Partito Popolare di Mariano Rajoy, giunto al potere nel novembre 2011 con la promessa di tagliare le imposte, ma successivamente travolto dalla gravissima crisi finanziaria del paese e costretto ad alzare pesantemente Irpef ed Iva, questo è un palese tentativo di indennizzare in extremis gli elettori. La manovra si basa in parte sulle raccomandazioni di un panel indipendente di esperti fiscali nominati dal governo, ma in non pochi punti se ne discosta radicalmente. Il pacchetto, atteso all’approvazione parlamentare entro fine anno, prevede, tra le altre misure, il taglio dell’aliquota Irpef più bassa, dal 24,75% al 20% nel 2015 ed al 19% nel 2016. L’aliquota massima, che era stata innalzata “temporaneamente” al 52% dopo la crisi, scenderà il prossimo anno al 47% ed al 45% nel 2016. Secondo il governo, il contribuente spagnolo medio pagherà circa il 12,5% in meno di imposte. Un miracolo, non trovate? Benefici anche per le imprese, con aliquota Ires attesa passare dal 30% attuale al 25% nel 2016, con eccezione di banche e società petrolifere, che non avranno sconti. Le imprese di nuova costituzione avranno un’aliquota Ires agevolata del 15% sui primi 300.000 euro di utili. Interessante il fatto che, per ridurre l’incentivo al finanziamento con debito rispetto a quello con capitale proprio, la deducibilità degli interessi passivi sarà limitata al 30% degli utili aziendali. A beneficio invece del nostro premier e del suo cenacolo di progressisti intenti a colpire le “rendite pure” purché non si tratti di titoli di stato (che però non sono ricchezza, Padoan dixit), al grido “facciamo come in Europa!”, la Spagna ha deciso di cambiar verso. Pertanto l’imposta sul capital gain, modellata secondo una griglia di aliquote in funzione del reddito di capitale percepito, è destinata a scendere. Oggi la sequenza è 21-27%, nel 2016 diverrà 19-23%. Inoltre, verrà abolita la discriminante speculativa, oggi basata sul periodo di possesso inferiore ad un anno. Ma l’aspetto ancor più interessante è che il pacchetto fiscale verrà effettuato in deficit, stimato dal governo in 9 miliardi di euro, pari all’1% del Pil, con palese intento lafferiano e pure in spregio delle raccomandazioni di Bruxelles. Il governo stima che l’impulso di crescita sarà dell’ordine dello 0,55% cumulativo nel 2015-16. La Commissione europea ed il panel domestico di “saggi” fiscali avevano invece raccomandato di innalzare l’Iva dal 21 al 23% per finanziare (a pareggio) un taglio del costo del lavoro sui contributi sociali, una sorta di svalutazione interna “classica”, utilizzata anche dalla Germania una decina di anni addietro. Il governo ha invece deciso di spostare alcuni farmaci dall’aliquota Iva agevolata del 10% a quella ordinaria. Tra le altre misure di aumento di gettito (fermo restando, come detto, che la manovra è fatta a deficit), viene eliminata la deduzione per gli affitti, e viene ridotta ad un massimo di 8.000 euro annui quella per contributi ai fondi pensione (in Italia è di poco superiore ai 5.000 euro). A compensazione di ciò, e verosimilmente per dare una mano alla raccolta bancaria diretta e renderla meno volatile, viene creato uno schema fiscale di esenzione d’imposta per il risparmio nella forma di depositi bancari quinquennali. Inoltre, viene (bizzarramente) eliminata l’agevolazione fiscale (tassazione separata) per i pagamenti ricevuti a seguito di risoluzione di rapporto di lavoro, che vengono invece riportati a tassazione piena, ad aliquota marginale Irpef. Che dire, di questa manovra? In primo luogo, che rappresenta una palese violazione dei vincoli europei, e già questo è molto interessante, nel senso che sarà interessante vedere le conseguenze. Evidentemente, il governo spagnolo sta scommettendo sulla famosa “flessibilità”, reinterpretata a proprio uso e consumo, e soprattutto attuata senza formale via libera da Bruxelles. Un gambling in piena regola, innescato dal ciclo elettorale di deficit pubblico. Attendiamo sviluppi ed eventuali reazioni a catena, incluse (alla fine) quelle dei mercati. E pure quelle qui da noi, dove gli eserciti pavloviani si fronteggeranno facendo risuonare alto il grido “facciamo come in Spagna!”, contrastato dall’immancabile “ma loro hanno meno debito di noi!”.

Mario Seminerio - Trend Online, 18 luglio 2014
www.ilnord.it/c3299_IL_GOVERNO_SPAGNOLO_SI_RIBELLA_ALLA_UE_TAGLIO_DRASTICO_DI_TASSE_E_IVA_BRUXELLES_AVEVA_CHIESTO_LESATTO_C...
wheaton80
00mercoledì 5 novembre 2014 00:00
Sondaggio bomba in Spagna: 1° partito ora è ''Podemos'', nemico dichiarato della UE, della Germania e dell' Euro

MADRID - In occasione delle elezioni europee di maggio il movimento Podemos aveva già provocato un terremoto senza precedenti nella politica spagnola ed ora, riporta il quotidiano "El Pais", è in grado di far saltare letteralmente in aria il quadro elettorale. A quanto pare, la formazione guidata da Pablo Iglesias potrebbe addirittura imporsi come il secondo partito più votato con il 27% dei consensi, secondo i risultati dell' indagine Metroscopia realizzata per "El Pais". Secondo questo sondaggio Podemos ha superato di 1,5 punti il Partito socialista (Psoe) e di 7 punti il Partito popolare (Pp), che sprofonderebbe così al 20,7%dei voti validi. Mai prima d'ora una formazione politica così recente aveva raggiunto un' aspettativa di voto così alta come quella che Podemos ha conquistato in soli otto mesi di vita. Dopo il risultato ottenuto a maggio, ora il movimento "consolida il suo distacco" a sette mesi dalle elezioni regionali e comunali e ad un anno dalle elezioni generali. L' irruzione di Podemos "cambia completamente il panorama dei due partiti consolidati", Pp e Psoe, che da sempre si disputano le elezioni con una terza forza a grande distanza da loro. "Quando l'acqua ha iniziato a bollire, spegnere il fuoco ormai non serve piu' a nulla": secondo l'opinionista del quotidiano "El Pais" Antoni Gutierrez-Rubi, questa frase, attribuita a Nelson Mandela, spiega l'incapacità della leadership politica e mediatica del bipartitismo spagnolo di comprendere l' ascesa politica del movimento Podemos. La prima indagine di Metroscopia, pubblicata nel fine settimana in vista delle elezioni del 2015 (in attesa di quella ufficiale del Centro di studi sociologici - Csi) sta generando "una scossa significativa" nel mondo politico spagnolo. Il programma politico di Podemos è imperniato sull’ambientalismo, sulla lotta alle grandi imprese, alle banche e alla finanza. Nel programma del partito sono previsti incentivi alla piccola impresa, alla produzione locale di cibo e al trasporto pubblico. Inoltre il leader e fondatore di Podemos, Pablo Iglesias, giornalista e scrittore, è favorevole alla nazionalizzazione di gran parte dei servizi pubblici. Podemos non si oppone soltanto all’attuale classe politica spagnola, ma ha preso anche posizioni molto forti contro l’Unione Europea e la Germania, vista come la causa principale dell’attuale situazione economica del paese (in Spagna la disoccupazione è a poco meno del 24 per cento, quasi il doppio rispetto all’Italia). Podemos vuole la fine della Ue e l' uscita della Spagna dalla trappola dell' Euro in mano alle olgarchie finanziarie della Bce. Nel programma del partito sono presenti riferimenti alla possibilità di ridiscutere o revocare il Trattato di Lisbona (uno dei trattati fondanti dell’Unione) e alcuni accordi di libero scambio. In pratica, una rivoluzione molto simile a quella che accadrà in Francia con la vittoria di Marine Le Pen.

3 novembre 2014
www.ilnord.it/c3720_SONDAGGIO_BOMBA_IN_SPAGNA_1_PARTITO_ORA_E_PODEMOS_NEMICO_DICHIARATO_DELLA_UE_DELLA_GERMANIA_E_DELLEUR...
wheaton80
00giovedì 27 novembre 2014 18:40
Spagna, 43 rinvii a giudizio nel caso Gürtel. Si dimette ministro della Sanità

Corruzione. La parola balza di bocca in bocca alla Camera di Madrid. Poche ore fa il ministro della Sanità Ana Mato ha rassegnato le sue dimissioni. La causa? Una lista di soldi e regali come viaggi, feste, spese per la comunione della figlia, articoli di Louis Vitton, legati al caso Gürtel. Stamattina, come da copione, il premier Mariano Rajoy è andato in Aula per esporre le sue misure anti-corruzione. Toni nervosi alla Camera, dibattito accesso tra governo e opposizione, proprio quando lo scandalo nel Partito popolare torna in auge: il giudice Pablo Ruz ha chiuso con 43 rinvii a giudizio l’istruttoria principale dell’inchiesta Gürtel, che coinvolge alcuni imprenditori, come il più noto Francisco Correa Sánchez, e parecchi dirigenti del partito, tra cui alte cariche di enti locali a Madrid e Valencia. Tra le persone rinviate a giudizio ci sono anche i tre ex tesorieri del Partito popolare, Alvaro Lapuerta, Angel Sanchis e Luis Barcenas, e l’ex marito del ministro Mato, Jesús Sepúlveda, ex sindaco di Pozuelo de Alarcon (Madrid). “La Spagna non è corrotta, la maggior parte dei politici sono onesti”, ha ripetuto il presidente del Consiglio iberico, proprio mentre Alfred Bosch, del Gruppo misto, sciorinava un elenco di nomi:“Vuole parlare di corruzione? Parliamo: Cristina di Borbone, Luis Bárcenas, Jaume Matas, Manuel Taboada, Alfonso Puente, Álvaro Lapuerta, Trinidad Arrollán, Cristina González, Luis García Saéz, Oriol Pujol”. D’altronde gli ultimi dati sugli scandali di corruzione che si contano a Madrid sono davvero preoccupanti: 1900 imputati, più di 130 cause, 170 condannati. Frattanto il ministro Ana Mato ha spiegato il suo gesto in un comunicato stampa:“Non sono incriminata per nessun delitto, né il giudice mi attribuisce responsabilità penali – ha riferito – ma ho deciso di dimettermi perché non voglio che la mia presenza possa essere utilizzata per danneggiare il Governo spagnolo, il suo presidente o il Partido popular”. Per l’esecutivo di Rajoy si tratta già della seconda dimissione di un ministro in meno di due mesi: a settembre a lasciare è stato quello della Giustizia, Alberto Ruiz Gallardón, che ha fatto un passo indietro dopo che la sua contestatissima legge sull’aborto era stata ritirata. Pressanti richieste di dimissioni del ministro di Sanità, invece, erano già cominciate durante l’emergenza ebola scoppiata nella capitale spagnola: l’infermiera Teresa Ramos si era contagiata dopo aver curato un missionario spagnolo che operava in Africa, dimostrando così delle falle di sicurezza nelle procedure di gestione della Salute pubblica. In quel caso il ministro si è negata a telecamere e giornalisti tanto che lo stesso premier Rajoy era stato costretto ad affidare la gestione del caso alla vicepresidente del governo Soraya Sáenz de Santamaría, che adesso subentra alla Mato, assumendo ad interim l’incarico. Stamattina il presidente del governo ha cercato di dissipare l’idea di una corruzione generalizzata, ha detto che comprende l’indignazione dei cittadini e ha annunciato due misure che vuole approvare prima delle fine dell’anno: controllo sui finanziamenti dei partiti – che non potranno più ricevere donazioni da aziende – e regolamentazione dell’esercizio delle alte cariche nell’amministrazione dello Stato (questi dirigenti dovranno rendere pubblico prima e dopo il loro ingresso in politica il proprio patrimonio). Ma sul ministro, che fino a poco tempo fa aveva difeso contro tutti a spada tratta, non ha detto nemmeno una parola.

Silvia Ragusa
26 novembre 2014
www.ilfattoquotidiano.it/2014/11/26/spagna-43-rinvii-giudizio-nel-caso-gurtel-si-dimette-ministro-sanita-spagnolo/...
wheaton80
00domenica 1 febbraio 2015 22:29
La marcia del cambiamento strabocca per le piazze di Madrid



Al grido di “Si se puede” è iniziata da questo mezzogiorno del sabato la “Marcha del Cambio” (marcia del cambiamento). La manifestazione convocata dal partito di opposizione “Podemos” è riuscita a riempire le strade e le piazze del centro di Madrid con decine di migliaia di persone. Dalla Puerta de Alcalà una marea di gente si è messa in corteo per procedere verso la Puerta del Sol, dove l’organizzazione ha creato lo scenario perchè la direzione del partito possa chiudere la manifestazione. Uno degli slogan più ripetuti nel corso della manifestazione è stato quello del “Tic-tac”, in riferimento al tempo che manca per il cambiamento (le elezioni politiche previste in Spagna per la fine dell’anno). Atri slogans sono stati:“Abbiamo recuperato l’illusione”, esclamata in coro da un gruppo di baschi. “Già siamo stanchi, stufi. Il cambiamento deve essere adesso” (“Ya estamos hartos, cansados. Esto tiene que ser ya”). “Abbiamo accolto la chiamata di Pablo Iglesias”, sottolineava un giovane madrilegno di 18 anni che era venuto alla manifestazione per cambiare tutto (“cambiarlo todo”). “Quando vediamo un partito che non ci considera degli idioti, lo appoggiamo e cerchiamo di fare in modo che finisca il bipartitismo”, aggiunge una sua amica. Cartelli con differenti messaggi, slogans e richieste decoravano la “calle Alcalà” (una delle vie centrali).” La Sanità al 100X100 pubblica ed universale”, “Il reddito minimo garantito”. “Si se puede!” . Tutto questo si poteva leggere nei tanti cartelli portati dai manifestanti. La gente si è affollata ed accalcata nelle vie limitrofe per cercare di entrare nella piazza della “Puerta del Sol”, quando ancora in molti erano dietro a Cibeles, il punto ufficiale della manifestazione. Si sono potute vedere anche molte bandiere repubblicane ondeggiare lungo il tragitto della manifestazione, assieme ad altre dell’Andalusia, dei Paesi Baschi, della Catalogna e della Galizia, alcune delle quali ornate con la stella rossa, simbolo dell’autonomia e dell’indipendenza.


Pablo Iglesias

Migliaia di persone si sono spostate da ogni punto della penisola per appoggiare la manifestazione. Trinidad Pinto è venuta da Jerez de La Frontera:“Siamo partiti ieri alle 11 di notte e siamo arrivati alle sette e mezza della mattina”. “Ci sono milioni di persone che sono in attesa del cambiamento: che se ne vadano quelli (del governo) ed entriamo noi”, affermava un altro. Prima dell’inizio della marcia, il segretario della politica di Podemos, Inigo Errejon, ha dichiarato ai vari media che:“La manifestazione odierna presuppone un salto qualitativo che inizia a Cibeles e finisce alla Monclova”, e ha sottolineato l’affluenza massiccia dei simpatizzanti di questa formazione politica. Inoltre ha detto che:“In Spagna attualmente stanno soffiando venti di cambiamento”, ed ha aggiunto che:“La marcia rappresenta la vittoria della classe povera”. Le elezioni autonome in Andalusia saranno il primo appuntamento in cui Podemos potrà misurare la sua forza nelle urne. “In Andalusia inizia il cambiamento”, annunciava convinta Pinto. “Abbiamo pensato di cambiare da “Podemos” a “Corremos”, rispondeva tra le risate alla domanda se si aspettavano il successo di questa convocazione.

Fonti: Contra Injerencia, Expansion.com
Traduzione: Luciano Lago
www.controinformazione.info/la-marcia-del-cambiamento-strabocca-per-le-piazze-di...
wheaton80
00martedì 10 febbraio 2015 00:02
Podemos ora è prima in Spagna

Podemos, formazione politica sorta dal movimento degli 'Indignados’, è la prima forza politica spagnola davanti al conservatore Partido Popular (PP): è quanto risulta da un sondaggio pubblicato dal quotidiano spagnolo El Pais. Podemos otterrebbe il 27,7% dei voti validi, ovvero di quegli elettori che hanno già deciso per chi votare (-0,5% rispetto alla rilevazione precedente) mentre il PP, al governo dal 2011, avrebbe il 20,9% contro il 18,3% (-5%) dei socialisti del PSOE. Le prossime elezioni politiche - per le quali le ultime rilevazioni aprono uno scenario di possibili coalizioni, specie da parte del PSOE - dovrebbero tenersi nel prossimo novembre, dopo le regionali di marzo e le amministrative di maggio. Quarta forza, a sorpresa, è ''Ciudadanos'', altra formazione anti euro e anti UE salita al 12,2%, davanti agli ex comunisti di Izquierda Unida, fermi al 6,5%. Va notato comunque che il complicato sistema proporzionale non rende immediata la trasformazione delle percentuali in seggi, che dipendono in larga misura dalla distribuzione del voto nelle varie regioni. Tuttavia, appare sempre più evidente che la Spagna si stia apprestando a seguire le orme della Grecia, dal punto di vista del rapporto con la UE e con la BCE, data l'ampia maggioranza dell'elettorato a loro contraria.

9 febbraio 2015
www.ilnord.it/i-732_PODEMOS_ORA_E_1_IN_SPAGNA
wheaton80
00lunedì 25 maggio 2015 21:30
Podemos trionfa alle elezioni spagnole. Conquistata Barcellona, assediata Madrid e in autunno le politiche: addio Rajoy

MADRID - I nuovi movimenti di protesta anti-corruzione - giudati da Podemos - hanno ottenuto risultati ragguardevoli alle elezioni locali e regionali in Spagna, conquistando Barcellona e infrangendo la maggioranza del Partito Popolare (PP) a Madrid. Una battuta d'arresto storica e catastrofica per i partiti tradizionali. Nella capitale, Madrid, amministrata per gli ultimi 20 anni dalla formazione politica dell'attuale premier Mariano Rajoy e roccaforte conservatrice, un gruppo sostenuto dal partito anti-austerity Podemos potrebbe conquistare l'amministrazione comunale. I nuovi gruppi locali ispirati a Podemos, Barcelona En Comu e Ahora Madrid, sono stati formalmente lanciati solo pochi mesi fa, ma hanno già allentato la morsa dei due grandi partiti - PP e PSOE - che hanno governato in Spagna per quasi quattro decenni. E Barcellona è stata conquistata. Nati sulla scia dei movimenti di protesta degli Indignados, che hanno portato in piazza tantissime persone durante la crisi economica, i nuovi gruppi hanno puntato sulla lotta alla corruzione e alla disoccupazione la loro campagna elettorale. Migliaia di sostenitori di entrambi i partiti si sono riversati sulle strade di Madrid e Barcellona, per festeggiare. Ahora Madrid, guidata dalla 71enne giudice in pensione Manuela Carmena, si è piazzata seconda nella capitale alle spalle del Partito Popolare, al governo, ma potrebbe ancora amministrare la città nel caso formasse un'alleanza con i socialisti, finiti terzi. "Ricorderemo tutto questo come qualcosa di speciale e straordinario", ha detto ai sostenitori nel centro di Madrid. Il leader del gruppo a Barcellona, Ada Colau, è una 41enne attivista salita alla ribalta delle cronache per la sua strenua difesa dei cittadini dagli sfratti. "In questa titanica lotta di Davide contro Golia", ha sottolineato, "abbiamo vinto perché abbiamo fatto cose incredibili con scarse risorse e il potere del popolo". Barcelona En Comu ha ottenuto un seggio in più nel consiglio comunale della città catalana rispetto all'avversario meglio piazzato; tornando alla capitale, Carmena ha la possibilità di infliggere un colpo durissimo al PP - che ha governato Madrid per 23 anni - e al premier Mariano Rajoy in vista delle elezioni generali, previste intorno a novembre.

Colau è felice e raggiante, davanti ai giornalisti - molti stranieri - che l'attendevano dopo la notizia della vittoria elettorale. Per i suoi sostenitori, il risultato delle urne è stato accolto alla stregua di un trionfo. Podemos, alleato del partito al potere greco Syriza, di fatto non si è presentata alle elezioni amministrative, ma si è piazzata al terzo posto in quelle regioni. PP e PSOE hanno riportato "uno dei peggiori risultati della loro storia", ha evidenziato il leader di Podemos, Pablo Iglesias, a urne chiuse, "Questa primavera del cambiamento è irreversibile e ci porterà fino a novembre. Raccoglieremo la sfida di vincere le elezioni contro il Partito Popolare". Al fianco dei gruppi di protesta di sinistra va segnalato anche il risultato elettorale del partito centrista, a favore di un'economia liberale, Ciudadanos, piazzatosi al quarto posto a Madrid e Barcellona. Come Podemos, ha promesso di combattere la corruzione e raddrizzare un Paese colpito da disoccupazione e tagli alla spesa. Ciudadanos sta conquistando elettori sia a destra sia a sinistra, promettendo riforme più moderate e favorevoli ai mercati, considerate meno allarmanti da investitori stranieri, ma il suo risultato è considerato unanimemente molto al di sotto delle aspettative e soprattutto non ha tolto voti a Podemos. Il PP ha vinto dodici delle tredici votazioni per i governi regionali ma ha perso tutte le maggioranze assolute. Nel complesso, il suo gradimento è sceso di ben dieci punti percentuali, dal 37 per cento del 2011 all'attuale 27 per cento. Rajoy ha già avvertito che un'esclusione del PP dal potere potrebbe far naufragare la ripresa economica della Spagna. "Gestiremo la nostra maggioranza con umiltà", ha detto uno dei leader popolari, Carlos Floriano, ai giornalisti, "La prossima sarà la legislatura del dialogo e degli accordi". Podemos ribatte: se la ripresa di Rajoy significa gli attuali milioni di disoccupati in Spagna, stipendi da fame e pensioni tagliate con la povertà che dilaga, non la vogliamo. Vogliamo cambiare tutto e abbandonare questa politica UE che ha distrutto la Spagna. E gli spagnoli stanno con Podemos.

25 maggio 2015
www.ilnord.it/c4249_PODEMOS_TRIONFA_ALLE_ELEZIONI_SPAGNOLE_CONQUISTATA_BARCELLONA_ASSEDIATA_MADRID_E_IN_AUTUNNO_LE_POLITICHE_ADD...
wheaton80
00sabato 19 novembre 2016 23:29
Spagna, cresce il successo della valuta sociale alternativa all’euro

Cresce esponenzialmente nel Paese la popolarità della valuta sociale, ovvero il pagamento di servizi e prodotti con una moneta alternativa a quella ufficiale per promuovere il commercio locale e migliorare le relazioni sociali. La prima moneta di questo genere è lo zoquito, apparsa nel 2007 nella città di Jerez de la Frontera. Il suo successo ha ispirato i residenti di altre città a creare una valuta sociale propria.

Zoquito
In uso a Jerez de la Frontera e nella provincia di Cadiz. Si tratta di una moneta complementare all'euro e viene utilizzata, stando al sito internet ufficiale, come strumento di condivisione senza scopo di lucro.

Puma
Questa moneta è in circolazione nel centro storico di Siviglia dal 2012 ed è usata per qualsiasi scambio di beni e servizi in conformità con i principi etici della moneta sociale.

Chavico

In vigore nella città di Granada.

RES
Nella città di Girona, in Catalogna, vi è un sistema economico denominato RES, che riunisce le piccole e le medie imprese al fine di promuovere l'economia locale. Le imprese partecipanti dichiarano di aver registrato un incremento del 3-5% delle vendite dopo l'introduzione di questo sitema.

Parlones

Nel 2017 la città di Santa Coloma de Granemet lancerà uno dei più ambiziosi sistemi di valuta locale in Spagna. Anche se la moneta non ha ancora un nome ufficiale, tutti la chiamano "parlones", dal cognome del sindaco Nuria Parlon. Il nuovo sistema sarà sovvenzionato dall'UE.

Jarama
Anche Madrid nel 2017 introdurrà una propria moneta sociale: la jarama.

17.11.2016
it.sputniknews.com/mondo/201611173648343-spagna-valuta-alte...
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00lunedì 3 dicembre 2018 14:28
In Spagna sfondano i sovranisti: Vox conquista 12 seggi in Andalusia

Per la prima volta nella storia del dopo-Franco, i sovranisti del partito Vox hanno eletto 12 deputati nel Parlamento dell’Andalusia. Vox è riuscito a raggiungere l’obiettivo che si era prefissato in campagna elettorale, quasi l’11%, smentendo i sondaggi della viglia secondo i quali non si sarebbe riusciti ad andare oltre i cinque seggi nella migliore delle ipotesi. Quello ottenuto dall’estrema destra di Vox è il migliore risultato di sempre. Inoltre grazie a Vox, la sinistra, che ha sempre visto nell’Andalusia, la regione autonoma più popolata del Paese, un suo bastione, ha perso ben 14 seggi. Grandissima l’affermazione di Vox nella provincia di Almeria, dove ha ottenuto il 16,87% dei consensi. Il leader del partito, Santiago Abascal, ha salutato così la vittoria:“Qualcuno rideva di noi, ma non abbiamo mai gettato la spugna”. Su Twitter ha affermato:“Vox conquista le chiavi dell’Andalusia per espellere il socialismo corrotto e spaventare il comunismo chavista”. Cocente la sconfitta per il Primo Ministro spagnolo Pedro Sanchez, che ha portato il partito socialista ai minimi storici.

Pur avendo vinto, ottenendo 33 seggi e il 28% dei consensi, il PSOE ha infatti visto una sensibile riduzione della sua rappresentanza parlamentare. Le elezioni in Andalusia erano il primo banco di prova da quando il leader socialista ha assunto la guida del governo. I risultati hanno parlato chiaro e sono lo specchio di quanto avviene a livello più generale nella politica spagnola, dove Sanchez ormai da sei mesi governa senza avere una vera maggioranza in parlamento. E infatti, dopo che l’esito elettorale è stato reso noto, i popolari hanno chiesto il voto anticipato in tutta la Spagna. Nelle elezioni che ieri si sono svolte in Andalusia, oltre all’affermazione di Vox e alla batosta per il PSOE, il Partito Popolare si è fermato al 20,8%, mentre Ciudadanos è cresciuto conquistando il 18,2. Adelante Andalucía, la coalizione nata proprio quest’anno tra Podemos, Izquierda Unida e altri partiti regionali, si è assestata sul 16,2%. A questo punto rimane da vedere come Vox entrerà nei giochi di potere. È assai probabile che entri a far parte di una maggioranza insieme a Partito Popolare e Ciudadanos, che insieme hanno 59 seggi dei 109 che compongono il Parlamento andaluso. 36 anni dopo la morte di Francisco Franco, quindi, la destra spagnola torna a dire la sua nelle istituzioni.

Anna Pedri
3 dicembre 2018
www.ilprimatonazionale.it/esteri/in-spagna-sfondano-i-sovranisti-vox-conquista-12-seggi-in-andalusi...
wheaton80
00giovedì 6 maggio 2021 15:58
Spagna - Sconfitti Soros, la cupola UE e la dittatura sanitaria. Hanno vinto il popolo e la libertà

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