Napoleone e la falsa incoronazione

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LiviaGloria
00venerdì 31 marzo 2006 13:57
- II -
LOTTA TRA CARISMI SACRI E FORZE MEDIANICHE
(sezione # 3)







3. - Falsi mistici: il “dettaglio” da sorvegliare.



Il testo sugli “Sliders” ci avverte che oggi più che mai l’Avversario è pronto a travestirsi da Angelo. Tale contesto favorisce l’apparire di profeti, mistici, capi carismatici di tutte le stirpi e categorie. Alcuni sembrano veri pur essendo falsi. Davanti a tale situazione molte persone si chiedono come fare per distinguere il vero dal falso in questo campo.



L’episodio seguente proviene da un importante capitolo della storia moderna, quello di Napoleone, e sembra fornire buoni elementi per rispondere alla suddetta domanda. Esso offre un esempio assai eloquente, suscettibile di aiutare le anime di buona volontà a riconoscere ciò che è di Dio e ciò che non lo è all’interno del Corpo mistico, la Chiesa.



L’episodio è il seguente. Al sommo della gloria che i successi militari gli avevano assicurato, Napoleone Bonaparte decise di farsi incoronare imperatore dal Papa. Vuoleva che il suo potere, guadagnato con le armi, fosse riconosciuto da tutti come proveniente da Dio, ossia sacro. Preso di sorpresa, il Papa accettò di incoronarlo. Durante la cerimonia di investitura che fu celebrata il 2 dicembre 1802 nella chiesa di Notre-Dame di Parigi, Napoleone non aspettò che il Papa compisse il gesto rituale di prendere la corona imperiale per porglierla sulla testa. Egli stesso prense la corona e se la mise in testa. Gli storici dicono che nel fare questo gesto egli abbia pronunziato la frase: “Dio me l’ha data, guai chi me la tocca!”



Nell’agire così Napoleone ha dimostrato che preferiva incoronarsi da sè anzichè farsi incoronare da un altro uomo, fosse pure il Papa. Il suo gesto ha trasformato la cerimonia religiosa di investitura in una messinscena destinata a far credere alla gente che l’autorità suprema dell’Impero gli veniva conferita da Dio, mentre invece era lui che si serviva da sè, in modo arbitrario. La distanza che separa un titolo ricevuto da un titolo rubato è infinita, quanto può esserlo la distanza che separa il vero dal falso, il bene dal male. Ma nel tempo in cui queste cose sono accadute, nessuno ha osato parlare.




L’INVESTITURA

DETTA “SACRA”

DI

NAPOLEONE

BONAPARTE



?



Quadro

di

Jacques Louis David.



(Museo del Louvre - Parigi).






Oggi, sull’esempio di Napoleone, certe persone rifiutano ogni autorità che non sia la loro, e anche se decidono di inginocchiarsi davanti all’altare di Dio, lo fanno più per interesse che per esprimere la loro sottomissione alla Volontà Divina. [1]



Come fare allora per riconoscere le intenzioni reali di una persona che si inginocchia davanti all’altare di Dio? Per fortuna la Provvidenza vuole che questo mezzo esista. È un piccolo dettaglio, piccolo e grande nello stesso tempo, visibile ed invisibile nello stesso tempo. Assomiglia al gesto di Napoleone: il falso capo (il falso mistico) ha talmente premura di vedersi consacrato, incoronato, investito ufficialmente d’autorità, che farà di tutto per impadronirsi del simbolo del potere (la mitra, il pastorale, l’abito, la tiara, la corona, ecc...) prima che questo potere gli sia conferito da chi di dovere, oppure senza che questo potere gli sia conferito da chi di dovere. [2]



Nei giorni nostri i personaggi che si auto-proclamano vescovi, preti, abati, badesse, papi, e che per meglio sedurre si vestono in conseguenza sono numerosissimi. I loro ammiratori dicono e ridicono: Che male c’è a vestirsi da vescovo, o a camminare con un pastorale? Perchè preoccuparsi tanto per un pastorale che in fin dei conti non è che un bastone? A chi può nuocere? A nessuno. Dov’è questo gran male che si pretende, che si sospetta?



Qui rispondo: forse il male non è visibile, perchè il famoso Maestro dell’occulto l’ha occultato, ma esso ben è presente. Non si vede molto perchè non è nel pastorale, o nella mitra, o nella corona, o nell’abito, ma nello spirito dell’individuo che si impadronisce di questo simbolo di potere senza che il potere stesso gli sia stato conferito o trasmesso. Questo gesto è l’equivalente di un’auto-proclamazione, mentre noi tutti sappiamo che Dio soltanto ha diritto di auto-proclamarsi. E d’altronde, se nella nostra società civile un cittadino non autorizzato decidesse di vestirsi con l’uniforme di un poliziotto, di un giudice, di un re, di una regina, e di agire in conseguenza, che seguito non avrebbe un tal gesto?



Dio non vuole che le forze del male tolgano all’uomo ogni mezzo suscettibile di aiutarlo a conoscere la verità. Il “piccolo dettaglio” esiste quindi per permettere all’uomo di buona volontà di verificare se l’Avversario non stia per caso tentando di spingerlo nella direzione sbagliata. [3]



Per esempio, quando arriverà il momento della grande scelta decisiva, che è quello della Grande Apostasia (che è come dire del Grande Scisma), c’è da aspettarsi che alcuni dei nostri capi carismatici si dichiarino in favore del falso Papa, mentre altri al contrario si dichiareranno contro. Ognuno sceglierà in funzione di quello che veramente è, e non più in funzione di quello che cercava di apparire. Ciò significa che malgrado tutti i loro carismi, talvolta autentici, alcuni di questi grandi “mistici”, nel momento cruciale della grande scelta non avranno il carisma essenziale, che è quello della fedeltà. [4] Mancheranno di fedeltà coloro che avranno utilizzato i loro carismi unicamente in funzione delle apparenze (per darla d’intendere). Succederà l’inevitabile: fra i discepoli dei falsi mistici ci saranno grandi sbandamenti. Le persone vittime d’imbroglio saranno angosciate, perchè si sentiranno abbandonate in alto mare senza nemmeno un salvagente.



Se è vero che la prevenzione è preferibile alla guarigione, l’anima di buona volontà dovrebbe cominciare a prevedere queste cose finchè Dio le da tempo. Infatti, quando il Pastore Idolo (il papa-fantoccio, perchè impostore) sarà al potere, e i falsi mistici si schiereranno dalla sua parte, la confusione sarà grande, e la disperazione rischierà di impadronirsi di coloro che non saranno stati prevenuti, o che avranno respinto volontariamente ogni forma di preparazione interiore. [5]


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[1] San Paolo dice che la Volontà divina si esprime attraverso l’autorità umana. (Rm 13). Ma l’autorità umana deve essere legittima. Da qui l’importanza per Napoleone di farsi consacrare imperatore dall’autorità che il popolo in generale considerava come suprema, il Papa di Roma. Ma Bonaparte agì per calcolo, non per fede. Ne diede la prova qualche anno dopo imprigionando lo stesso Papa che gli aveva conferito l’investitura.



[2] È per decreto divino che questo piccolo dettaglio è presente. Lo è sempre. Se non ci fosse, la lotta tra terra e inferno non sarebbe ad armi pari. Ma la persona che giudica deve essere un po’ esperta, e prestare attenzione. Quando si tratta di una apparizione soprannaturale, il dettaglio può essere dato da un’imperfezione qualsiasi: un dito storto, un’unghia spuntata, un abito sgualcito, eccetera; ma quando si tratta di una persona reale, il dettaglio è un comportamento eterodosso, strano, simile a quello di Napoleone al momento della sua “pseudo-investitura sacra”.



[3] È necessario avere un minimo di stima per la verità. Senza di essa nessun obiettivo vitale è raggiungibile. Chi cammina nella foresta, o nel deserto, ha bisogno di una bussola. E per sapere se avanza nella buona direzione ha bisogno che la bussola gli dica la verità. Mi è capitato di udire un personaggio pronunciare le parole seguenti: “Vero o falso, non me ne importa niente. La verità e la menzogna sono un’opinione. Si tratta di due principi equivalenti. Anche il bene e il male sono equivalenti. Ciò che è bene per te, può non esserlo per me.” Sono rimasto di stucco. Come fa un essere ragionevole a pensare che il vero e il falso siano equivalenti? Che ne sarebbe di quel capitano che a bordo di una nave, o di un aereo, dicesse ai suoi passeggeri: “Gli strumenti di bordo? Che dicano il vero o il falso non ha nessuna importanza. La verità è un’opinione!”.



[4] Esiste un buono finto ed un buono vero. Come fare per riconoscere i falsi santi, i falsi mistici, i falsi carismatici, per ben distinguere il vero dal falso? La risposta che tutti mi date è: “Un albero si riconosce dai suoi frutti”. D’accordo, ma a che momento è opportuno giudicare della qualità di un frutto? Alla vista, o dopo averlo assaggiato? Chi non sa di Biancaneve? Della mela che mangiò? Sembrava buona come frutto, eppure buona non era. Qualcuno di nascosto le aveva messo il veleno dentro. Frutti che sembrano buoni ma che in realtà non lo sono, perchè il Gran “Sornione” vi ha messo il veleno dentro, ce n’è ancora, e parecchi, ma la Grande Apostasia separerà il buono vero dal buono finto. Tutto sarà rivelato. I falsi santi, i falsi mistici, i falsi carismatici non ce la faranno più a passare per veri. (Applaudiranno al falso papa per istinto innato).



[5] Rileggere Mt 25 1-13: «... A mezzanotte, un grido: Ecco lo sposo! Andategli incontro! ... Le stolte andarono infine a comperarsi dell’olio. ... Troppo tardi! Durante quel tempo arrivò lo sposo. ...» N.B. Dove trovare un po’ d’olio per le lampade che rappresentano la nostra Fede? Il Libro azzurro di don Stefano Gobbi ne è pieno. Tutti i libri citati in questo volume ne contengono. Quest’opera stessa ne offre in abbondanza, essendo nata per diffondere i messaggi che il Cielo ci manda per aiutarci a perseverare nella Fede in questo tempo di prova.

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