Pericoloso richiamo al martirio da parte di Ratzinger

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(Upuaut)
00lunedì 26 dicembre 2005 18:18
Il papa sottolinea il valore del martirio
lunedì, 26 dicembre 2005

Papa Benedetto XVI ha ricordato oggi che la storia della Chiesa è costellata di martiri e che la fede cristiana in varie parti del mondo richiede ancora oggi l’eroismo del martirio. “Come non riconoscere che anche in questo nostro tempo, in varie parti del mondo, professare la fede cristiana richiede l’eroismo dei martiri?”, ha detto il Pontefice nella recita dell’Angelus a Piazza San Pietro. “Come non dire poi che dappertutto, anche là dove non c’è persecuzione, vivere con coerenza il Vangelo comporta un prezzo alto da pagare?”, ha aggiunto il Papa, nel giorno della festa religiosa di Santo Stefano, il primo martire. “Un particolare legame”, ha detto Benedetto XVI, unisce il Natale alla festa di Santo Stefano e il riferimento al suo martirio non deve “sembrare fuori luogo nell’atmosfera di gioia del Natale”. “In effetti - ha spiegato il Papa - sulla mangiatoia di Betlemme già si allunga l’ombra della croce”. “Già alle origini” del Cristianesimo, ha osservato Papa Ratzinger, molti hanno testimoniato la propria fede “con l’effusione del sangue”. “Ai primi martiri - ha detto ripercorrendo le vicende della Chiesa - ne seguiranno altri nel corso dei secoli fino ai giorni nostri”. [...]
(Lancio Reuters)

Il richiamo al martirio, fatto da Benedetto XVI, ci sembra non solo fazioso, ma anche pericoloso. Non passa giorno che da qualche parte del pianeta qualche ‘martire’, voglioso di testimoniare la propria fede (per quanto sia una fede concorrente), non si faccia saltare per aria. Insieme, purtroppo, ad altri esseri umani, magari non religiosi, che avrebbero preferito continuare a vivere. Ci vuole poco, veramente poco, per stuzzicare la fantasia di certi facinorosi, e sarebbe il caso di non scherzare col fuoco. Quanto alle persecuzioni, se è vero che in diverse parti del mondo i cattolici sono perseguitati per la loro fede, è altrettanto vero che, in altre parti del mondo, le parti si invertono. I non credenti potrebbero ricordare le discriminazioni, legali e non, patite nella maggioranza degli stati. I musulmani delle ‘cattoliche’ Filippine si sentirebbero, probabilmente, un po’ beffati. E il recente ricordo delle lotte religiose nel Ruanda, dove sacerdoti cattolici si sono macchiati di crimini per cui sono indagati dal Tribunale Internazionale, dovrebbe quantomeno invitare alla cautela (per tacer dei Balcani). Particolarmente triste, da questo punto, è il richiamo ratzingeriano al cristianesimo delle origini: se già Voltaire aveva dimostrato che i martiri cristiani durante le persecuzioni imperiali furono poche migliaia, i secoli di cristianesimo imperante hanno prodotto ben altri numeri di vittime. Ma di ciò non vi è traccia nel discorso papale.

LiviaGloria
00lunedì 26 dicembre 2005 19:02
Upuaut
In parte condivido sull articolo critico verso il discorso del martirio,condivido il fatto che le colpe sono in tutti i posti anche che certi studiosi vogliono trovare a forza delle realtá un po troppo di parte.
Cosa non condivido assolutamente é il paragone che si vuole fare del tipo di martirio che c é tra i fondamentalisti musulmani e quelli cristiani.
Il martire cristiano non é certamente quello che si fa saltare in aria in mezzo a vittime innocenti.
Purtroppo é tutto programmato,anche questi discorsi cosí "tutta un erba un fascio",per inculcare nelle coscienze dei popoli che le religioni sono pericolose e vogliono portare la gente a diffidare anche di quei fedeli che magari vanno in chiesa tutti i giorni,incolpandoli nella coscienza di fondamentalismo.
Questo "giochino" é molto importante per arrivare ad un controllo della religione con future regole stabilite dal futuro ordine mondiale.
L uomo di forte fede non é sicuramente facile da condizionare,neanche con la materialitá e cosí bisogna portare la forza popolare a diffidare,ad avere paura di quelle persone che danno tutto il loro cuore alla fede.
Credo che le persone non hanno ancora capito che l unica cosa oggi,ancora non controllata é la religione e questo é un ostacolo notevole per il raggiungimento di certi obbiettivi.
Tutto é controllato:l economia,politica,lavoro,divertimenti,televisione,cinema,...ma ancora la religione ha i suoi punti fermi che sono d inciampo per alcuni obbiettivi.

Cosa sempre mi fa sospettare é la non obbiettivitá di certi "racconti".
Purtroppo ,credo,che religione e politica non possono essere separati perché é come separare la propria anima dal corpo.Si puo provare facendo finta che l anima non esiste,...ma credo che in questi ultimi due secoli,se si vuole veramente vedere,non hanno portato a grandi coise a livello di "felicitá"umana.
Il fatto che l uomo "moderno"ride perché si compra un vestito o va in discoteca,non vuole dire che é felice.Infatti il paradosso é che noi occidentali abbiamo molto,ma alla fine si é depressi,scontenti,instabili,...nascono psicologi come funghi,terapie di ogni tipo,tradimenti di tutti i tipi...con questo non voglio dire che un tempo certe cose non esistessero...ma anche le percentuali hanno il loro peso.

Credo che una persona obbiettiva dovrebbe guardare agli sbagli del passato,ma anche,molto obbiettivamente guardare anche gli sbagli di questa "moderna"societá.
Una volta l uomo era debole fuori,materialmente...oggi é distrutto dentro mentre fuori ha molto.
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