Polonia, l’euroscettico Duda nuovo presidente

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wheaton80
00lunedì 25 maggio 2015 03:49



È durata poco l’incertezza sull’esito del ballottaggio alle elezioni presidenziali in Polonia. Pochi minuti dopo la diffusione degli exit poll che davano lo sfidante Andrzej Duda, 43 anni, euroscettico, in testa con il 53% e il capo di stato uscente Bronislaw Komorowski, liberale, al 47%, è stato lo stesso Komorowski a dissipare ogni dubbio, ammettendo la sconfitta e congratulandosi con il suo avversario. «La democrazia vuol dire non solo che i verdetti elettorali vengono riconosciuti ma anche che vengono rispettati» ha detto Komorowski ai suoi sostenitori, continuando:«Porgo le mie congratulazioni al mio rivale Andrzej Duda». Poi ha ringraziato chi lo ha votato con un auspicio:«Dipende solo da noi se dalla nostra sconfitta riusciremo a costruire la nostra vittoria». Aria di festa nel quartier generale del partito Diritto e Giustizia PIS di Duda, la formazione fondata dai gemelli Kaczynski che da dieci anni non assaporava una vittoria così significativa. “Possiamo cambiare la Polonia”, ha detto il vincitore ai suoi sostenitori che alzavano le dita in segno di vittoria, prima di auspicare una presidenza aperta e all’insegna dell’unità.

Dramma ai seggi
Le elezioni odierne sono state segnate anche da un episodio drammatico che ha portato al rinvio di un’ora e mezza della pubblicazione degli exit poll: una donna è morta in un seggio, in un comune del sud del Paese, proprio durante le operazioni di voto. Il decesso ha provocato il blocco della sede elettorale e la commissione nazionale polacca ha stabilito di prolungare appunto fino alle 22:30 il silenzio elettorale.

Affluenza in crescita
I dati sull’affluenza indicano che, rispetto al primo turno - il 10 maggio scorso - vi è stata una partecipazione maggiore: secondo la Commissione Nazionale Elettorale, alle 17 il dato era del 40,51% (contro il 34,41%). La differenza fra i due avversari, al primo turno delle elezioni, era stata minima: 34,76% per Duda contro 33,76% di Komorowski. Perciò ci si aspettava un testa a testa che avrebbe tenuto il Paese con il fiato sospeso forse fino a martedì.

Chi è il nuovo presidente

Andrzej Duda è cresciuto politicamente nel partito di destra Diritto e Giustizia (PIS) fondato dai fratelli Lech e Jaroslaw Kaczynski. La sua carriera istituzionale inizia con la carica di Viceministro della Giustizia (2006-2007) nel governo dell’allora premier Jaroslaw Kaczynski. Poi lavora come Segretario di Stato quando il suo gemello Lech Kaczynski diventa Presidente della Repubblica nel 2005. Dopo la morte di Lech Kaczynski nella sciagura aerea del 10 aprile 2010 a Smolensk, Duda si candida invano a sindaco di Cracovia, riuscendo solo a diventare Consigliere Comunale. Nel 2011 dalle file del PIS viene eletto deputato e nel 2014 eurodeputato. Da allora è attivo nell’ambito dell’Alleanza dei Conservatori e Riformisti Europei. Da candidato presidente, avendo come mentore Jaroslaw Kaczynski, non ha nascosto il suo euroscetticismo, la sua contrarietà all’Europa unita e all’entrata di Varsavia nell’euro, dichiarando di voler tutelare in primo luogo gli interessi della Polonia. Sostenuto dagli ambienti più conservatori dalla Chiesa polacca, ha tra l’altro dichiarato di voler punire con la reclusione le donne che si sottopongono alla fecondazione in vitro. Sposato, ha una figlia, Kinga, che è impegnata nella campagna elettorale del padre.

24/05/2015
www.lastampa.it/2015/05/24/esteri/polonia-primi-exit-poll-avanti-leuroscettico-duda-i4TXhBkAL2uKsLxqo25j9H/pag...
wheaton80
00lunedì 26 ottobre 2015 14:24
Travolgente vittoria in Polonia della destra no-UE no-Euro No-Islam: ha la maggioranza assoluta (Bruxelles nel panico)

VARSAVIA - Una vittoria clamorosa, enorme, senza rivali. Tornano al timone a Varsavia, armati della maggioranza assoluta dei seggi nel nuovo parlamento (fatto mai accaduto prima nella Polonia democratica), i conservatori nazionalisti, euroscettici, cattolici, di Diritto e Giustizia (PIS). Alle elezioni politiche nazionali di ieri hanno ottenuto il 40% dei sondaggi (secondo proiezioni su risultati non ancora definitivi), percentuale che un sistema di voto con premio di maggioranza traduce come minimo in 238 seggi sui 460 che compongono il Sejm, la camera bassa. Per i liberali europeisti di Piattaforma Civica (PO), i registi dell'unica economia nell'UE mai andata in recessione negli anni della crisi, la batosta è più grossa anche di quanto minacciato dai sondaggi. Piattaforma, il partito dell'ex premier e attuale presidente del Consiglio Europeo UE Donald Tusk, si è fermato al 23,4% dei voti, ottenendo 135 seggi e nessuna voce in capitolo nella nuova assemblea dominata dai nazionalconservatori. Al terzo posto è arrivata la formazione del cantante rock 'anti-sistema' Pawel Kukiz, anche lui di posizioni nazionaliste, una specie di "Grillo di destra", con 44 seggi. Poi è la volta di Nowocczesna (Moderni) di orientamento liberale, con 24 deputati e il partito dei contadini PSL, con 18 seggi. E a dare alla vittoria della destra in Polonia i connotati del trionfo è anche la notizia che nessun partito di sinistra è entrato in parlamento. Tutti bocciati dagli elettori, ad iniziare dal "Fronte della Sinistra Unita", che radunava quasi tutte le formazioni simili al PD italiano. Buona la partecipazione, inoltre, per un Paese dove le urne continuano ad attirare poco, arrivata al 51,6%.

Il gran ritorno di Diritto e Giustizia al potere, senza bisogno di alleati, stravolge gli equilibri nella cosiddetta Nuova Europa, il Centro-Est dell'UE di cui la Polonia è indiscusso peso massimo, con conseguenze inevitabili anche a Bruxelles. PIS come premier ha candidato Beata Szydlo, dai toni moderati, come il neo capo dello Stato Andrzej Duda, ma il vero dominus resta Jaroslaw Kaczynski, fratello del defunto presidente Lech, vero incubo per l'UE negli anni in cui è stato premier - tra il 2006 e il 2007 - e come capo del partito euroscettico. Preoccupa in particolare le nomenclature burocratico-finanziarie di Bruxelles, la prospettiva che la vittoria dei nazionalconservatori a Varsavia sfoci in un asse con l'Ungheria dell'euroscettico Viktor Orban: uno degli slogan elettorali della destra di Diritto e Giustizia durante la campagna elettorale è stato "Portiamo Budapest a Varsavia", con particolare riferimento alla crociata di Orban contro le banche, fonte di ispirazione per il PIS, che promette di introdurre nuovi sussidi per le famiglie con più figli e di abbassare l'età pensionabile portata dai liberali a 67 anni. Proprio riforme come questa sembrano aver condotto il governo socialdemocratico filo-UE al capolinea.

Secondo molto analisti, gli elettori polacchi ieri sono andati alle urne per bocciare una politica accusata di garantire il benessere a pochi e dimenticare i più, costringendo i giovani ad andare all'estero per trovare lavoro e le famiglie a fare bene i conti prima di pensare a un nuovo figlio. Il tutto per favorire le banche, la finanza, le multinazionali. Sul fronte della politica estera, la nuova Polonia di destra porterà a un veloce tramonto dell'asse con la Germania della Merkel, e addio convergenza sui grandi temi europei. La sciagurata politica di accoglienza della cancelliera Merkel è stata ampiamente criticata in campagna elettorale. Sul fronte est, poi, c'è una vicenda tutta polacca: si annunciano tensioni con la Russia, accusata di essere dietro il disastro aereo dell'aprile 2010: nello schianto del Tupolev nei pressi di Smolensk morirono 96 persone, e tra queste molti esponenti dei vertici polacchi e lo stesso fratello-gemello Lech, all'epoca Presidente. A parte questo, le elezioni politiche in Polonia confermano che i popoli d'Europa non ne possono più della UE, delle oligarchie dei banchieri, dello strapotere della finanza incarnato dalla BCE, dell'arroganza della Germania e della stupidità d'aver spalancato le porte all'invasione extracomunitaria islamica, mascherata da "accoglienza dei poveri profughi" che rappresentano, nell'oltre un milione di clandestini lasciati arrivare da Italia e Germania, neppure il 20%. E' la mattina di un nuovo giorno, per l'Europa, la vittoria della destra in Polonia.

26 ottobre 2015
www.ilnord.it/c4506_TRAVOLGENTE_VITTORIA_IN_POLONIA_DELLA_DESTRA_NOUE_NOEURO_NOISLAM_HA_LA_MAGGIORANZA_ASSOLUTA_BRUXELLES_NE...
wheaton80
00domenica 29 novembre 2015 19:48
Il nuovo governo di destra della Polonia ammaina la bandiera UE e ribadisce che d'entrare nell’euro non se ne parla

LONDRA - Sono passate poche settimane da quando il nuovo governo polacco ha iniziato il suo mandato, ma dal quel poco che si è visto è possibile dedurre che sarà molto più euroscettico di quello precedente e la prima dimostrazione si è avuta già la scorsa settimana, quando il Ministro Henryk Kowalczyk ha dichiarato che la Polonia per il prossimo futuro rimarrà fuori dall'euro. E per "prossimo futuro" ha inteso sottolineare che si tratta di anni e non di mesi. In quell'occasione, il Capo del Consiglio dei Ministri polacco ha anche rimarcato come il mantenimento della propria valuta abbia permesso alla Polonia di avere una delle crescite economiche più alte tra i Paesi europei e se questo non bastasse, le ha evitato contemporaneamente la trappola del debito che sta strangolando l'economia greca. Forse in futuro le condizioni cambieranno e potremmo decidere di entrare nella moneta unica, aveva concluso, "ma per la Polonia è bene rimanerne fuori". E con questo, Kowalczyk ha dimostrato di avere molto più buon senso della nostra classe politica al potere in Italia, con il PD "europeista" ed "euro fanatico" al potere senza neppure aver eletto l'attuale Presidente del Consiglio Renzi. Comunque, tornado alla Polonia, la presa di posizione anti euro non è stata un caso isolato: infatti, pochi giorni fa, è accaduta un'altra vicenda che ha fatto discutere molto la stampa anglosassone, e per nulla quella italiana, che non l'ha neppure riferita.

Cos'è accaduto? Semplice: la Polonia ha ammainato la bandiera della UE. Durante una conferenza stampa tenuta dal Primo Ministro polacco non c'era neanche una bandiera dell'Unione Europea ma solo bandiere polacche col loro caratteristico colore bianco e rosso, e questa è una novità, visto che il precedente governo metteva in mostra sia le bandiere polacche che quelle della UE, a voler sempre sottolinearne l'appartenenza. Quando i giornalisti hanno chiesto il motivo di questo cambiamento di protocollo, il Primo Ministro polacco Beata Szydlo ha risposto che da ora in poi in ogni incontro ministeriale riguardante temi di politica interna ci saranno solo bandiere polacche, anche se - ha aggiunto sorridendo - è felice che la Polonia faccia parte della NATO. E anche della UE, ha voluto dire; però tutti i presenti hanno osservato che il sorriso era scomparso dal suo volto. Qualcuno ora potrebbe dire che in fondo una bandiera esposta o non esposta lascia il tempo che trova, ma nella politica internazionale il protocollo è fondamentale. E un simbolo rimosso vale cento volte di più di un discorso fatto. A questo punto arrivati, sarebbe bello se anche in Italia si facesse lo stesso, quando il governo tratta in conferenza stampa avvenimenti interni all'Italia, ma i nostri ministri sono troppo asserviti per avere questi scatti di orgoglio, e non è un caso che queste due notizie siano state censurate dalla stampa, e figuriamoci dai telegiornali, nostrani.

Giuseppe de Santis
25 novembre 2015
www.ilnord.it/c4575_IL_NUOVO_GOVERNO_DI_DESTRA_DELLA_POLONIA_AMMAINA_LA_BANDIERA_UE_E_RIBADISCE_CHE_DENTRARE_NELLEURO_NON_SE_...
wheaton80
00sabato 19 dicembre 2015 00:35
Giallo in Polonia, polizia militare ha occupato Centro di controspionaggio della NATO

Ieri sera le autorità polacche hanno preso il controllo dell'edificio del Centro di controspionaggio della NATO situato nel Paese, dopo aver dichiarato decaduti i poteri della vecchia dirigenza, scrive il quotidiano “Gazeta Wyborcza”. "Usando la chiave di riserva, sono entrati nella struttura. All'ufficiale di servizio presso il Centro è stato notificato che avrebbe dovuto lasciare l'edificio e consegnare i documenti al personale di riserva. L'ufficiale ha informato il direttore del centro, il colonnello Krzysztof Dusza", scrive il giornale. Secondo quanto riferito da Dusza al giornale, egli è immediatamente arrivato sul posto, ma la polizia non lo ha lasciato entrare nell'edificio, dicendo che "la questione è al di fuori della loro giurisdizione." "Nulla può giustificare tali atti. E' un altro passo verso l'eliminazione del centro, che opera sulla base delle conclusioni della NATO e dei suoi funzionari che lavorano in Polonia e in Slovacchia", afferma Dusza. In seguito, sul suo sito ufficiale, il Ministero della Difesa della Polonia ha reso noto che venerdì 18 dicembre il rappresentante ufficiale del dicastero Bartłomiej Misiewicz ha nominato un nuovo direttore del Centro della NATO.

18.12.2015
it.sputniknews.com/mondo/20151218/1754960/Difesa-Esercito-Varsa...
wheaton80
00giovedì 24 dicembre 2015 02:27
Polonia: nazionalizzazione delle banche e aiuti alle famiglie

VARSAVIA – Mentre il nuovo governo polacco di Beata Szydlo si accinge a deliberare il reddito di cittadinanza per tutte le famiglie che hanno più di un figlio e mette in cantiere la rinazionalizzazione del settore bancario, i rappresentanti dei partiti di centrosinistra sconfitti nelle elezioni di ottobre scendono in piazza ad urlare la loro rabbia contro il partito di maggioranza “Diritto e Giustizia” di Jaroslaw Kaczynski, “colpevole” di voler riformare a tempo di record la Polonia. Ad affiancare la “vecchia politica” nelle piazze del mite autunno polacco, ci sono tutti i rappresentanti delle sconfitte oligarchie che dal 1989 al 2015 sono riuscite a mascherarsi sotto varie etichette “democratiche”, sfuggendo ad una vera e propria decomunizzazione. Tragicomici banchieri, giornalisti, ex ministri e deputati dalle ricche cartoteche di regime, tutti insieme contro “Diritto e Giustizia” per negare alla destra polacca il diritto di governare in antitesi al compromesso storico che negli ultimi 25 anni ha foraggiato una sistema partitocratico di corruzione e di potere. E’ sintomatico che i post-comunisti scendano in piazza facendosi scudo con le bandiere dell’Europa, le stesse bandiere che la Premier Beata Szydlo ha deciso di usare con molta parsimonia nei palazzi del governo. Le televisioni polacche, in mano a multinazionali estere, amplificando il fenomeno di questi sedicenti Comitati Popolari per la Difesa della Democrazia cercando di indebolire la comunicazione del nuovo Governo, che sin dalla campagna elettorale di fine estate ha cercato di tenersi lontano dalle polemiche mediatiche, scegliendo la via stretta del dialogo diretto con i cittadini sulla propria attività e i propri provvedimenti, attraverso incontri diretti ma anche con un sapiente uso dei social networks.

Alcuni politici europei, come il socialista Martin Schulz, hanno deciso di dar man forte alle proteste contro la destra polacca organizzando un dibattito sulle politiche governative in Polonia in occasione della seduta plenaria dell’Europarlamento prevista a gennaio. Intanto “Diritto e Giustizia” ha convocato ad oltranza il Sejm Polacco (prevedendo solo due giorni liberi in occasione del Natale) per approvare la tassazione dei profitti della GDO e delle banche commerciali, le cui sedi legali spesso si trovano fuori dalle frontiere polacche riuscendo ad eludere l’imposizione fiscale nazionale. Un altro colpo sferrato alla Germania di Angela Merkel che usava la Polonia come una sorta di proprio paradiso fiscale. Anche i mercati finanziari quotati alla Borsa di Varsavia, dopo gli sbalzi di fine luglio, hanno recepito la politica di consolidamento nazionale del nuovo governo e fanno annotare un aumento di fiducia verso le condizioni di salute economica polacca ottenendo un impatto positivo sui principali listini, che chiudono le sedute nell’ultimo mese decisamente al di sopra della parità, a dispetto delle previsioni dei corvi europei. Sarà dunque un Natale pieno di fiducia per la gran parte dei polacchi, che stanno cercando di fare ordine in casa propria ma allo stesso tempo stanno scommettendo su un nuovo modello di Europa: l’Europa delle Nazioni, l’Europa dei Popoli, che è l’unica Europa in grado di tutelare gli interessi e la sicurezza dei propri cittadini.

Carlo Paolicelli
23 dicembre 2015
www.imolaoggi.it/2015/12/23/polonia-nazionalizzazione-delle-banche-e-aiuti-alle-f...
wheaton80
00mercoledì 27 gennaio 2016 12:14
Boom economico in Polonia, grazie al governo di destra e nonostante accuse UE

VARSAVIA - Nonostante le infamanti quanto infondate accuse al nuovo governo di destra nato dopo le elezioni che hanno visto il trionfo del PIS, partito che ora è alla guida dell'esecutivo polacco, l'economia è cresciuta del 3,6% nel 2015, meglio dell'atteso +3,5% e dopo il +3,4% del 2014. Il governo si aspetta una crescita del 3,8% quest'anno, mentre Standard and Poor's e Moody's hanno lanciato l'allarme sulle modifiche fiscali e legislative del nuovo governo, che rischiano di ''indebolire le istituzioni'', questione del tutto falsa. Anche la UE ha aggredito la Polonia e dopo questi dati si capisce perché: è in boom economico, a differenza della stagnazione che ha aggredito l'eurozona. L'esempio polacco fa molta paura, alle oligarchie UE.

26 gennaio 2016
www.ilnord.it/b8028_BOOM_ECONOMICO_IN_POLONIA_GRAZIE_AL_GOVERNO_DI_DESTRA_E_NONOSTANTE_A...
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