Referendum in Danimarca: vincono con il 53% i ‘no’ ai diktat dell’Unione Europea. Da oggi la Danimarca è libera

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wheaton80
00lunedì 7 dicembre 2015 00:02

COPENAGHEN - La Danimarca ha rifiutato un'integrazione ulteriore nell'Unione Europea con un referendum che sarà accolto con soddisfazione da tutti gli euroscettici, perché è una sonora bocciatura della UE, con tutto ciò che comporta. Oltre il 53 per cento degli elettori, ieri, si è espresso contro una più stretta cooperazione nella giustizia e negli affari interni (ad esempio, con l'uscita del Paese dall'Europol), materie sulle quali il Paese gode dell'opzione di rinuncia (opt-out) fin dal suo ingresso nell'Unione Europea. Il risultato referendario è una netta sconfitta per i partiti di governo, che avevano appoggiato la campagna referendaria per il ‘sì’, mentre dà impulso al movimento anti-immigrazione del Partito Popolare Danese, il partito di destra radicale noto per le sue posizioni molto dure sull’immigrazione e sull’Unione Europea, che alle elezioni politiche di giugno è diventato il secondo partito del Paese, ma che ora, forte del risultato, si candida a guidare il governo della Danimarca in chiave anti-UE. "Il risultato del referendum è in forte contrasto col movimento di progressivo avvicinamento al cuore dell'Unione Europea e di cessione di maggiore sovranità", ha dichiarato il segretario del partito Kristian Thulesen Dahl, molto soddisfatto del risultato ottenuto, dato che è stato l'alfiere del voto contrario alla UE. Il premier Lars Lokke Rasmussen invece ha parlato di un "chiaro messaggio dei cittadini". "I danesi hanno parlato e hanno detto 'no'. Rispetteremo questa decisione", ha aggiunto la segretaria dei Socialdemocratici danesi Mette Frederiksen, ma è evidente su tutti i quotidiani danesi stamattina che la sconfitta del ‘sì’ è in realtà la netta sconfitta della sinistra in Danimarca. C'è da dire che, diversamente dalla Germania e da gran parte degli altri Paesi dell'Unione, la Danimarca non partecipa totalmente (nel senso che non è costretta ad accettare tutto, come l'Italia) alla politica europea in materia di questioni monetarie, sicurezza, giustizia e interni. La Danimarca è forte di questa libertà dal 1992, quando i cittadini si espressero contro il Trattato di Maastricht, non ratificandolo. Nel 2000 i danesi hanno respinto anche l'introduzione dell'euro, e questo ha evitato alla Danimarca buona parte della crisi e della stagnazione attuale dell'eurozona. La lezione referendaria arrivata oggi dalla Danimarca indica nettamente una strada, quella della libertà dal giogo di Bruxelles. Quando un popolo è messo nelle condizioni di poter esprimere cosa pensa al riguardo dell'Unione Europea, immancabilmente la boccia. Restiamo in attesa che anche in Italia arrivi un governo che ponga, come primo punto dell'attuazione del programma, due referendum: il primo sulla permanenza dell'Italia nell'Unione Europea, il secondo sulla permanenza dell'Italia nella zona euro, ovvero sul ritorno alla nostra valuta sovrana.

4 dicembre 2015
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