Renzi: dalla massoneria toscana alla superloggia newyorkese

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wheaton80
00sabato 22 novembre 2014 19:47


La sede del Council on Foreign Relations a New York, un istituto para massonico statunitense, dove Renzi ha tenuto un discorso lo scorso 24 settembre

Matteo Renzi non è nuovo ad ambienti della massoneria. Gioele Magaldi, Gran Maestro del Grande Oriente democratico e iniziato nella superloggia “Thomas Paine”, racconta a Popoff che, prima di diventare presidente del consiglio, Renzi aveva avuto a che fare con «piccole trame toscane, gestite con il supporto del massone Denis Verdini». Ma questo non basta. Non è quello di cui ha bisogno per entrare a far parte dei veri circoli di potere. «Renzi si sta molto agitando in questa prospettiva. Sa che soltanto essendo ammesso a tali consessi potrà contare davvero qualcosa», spiega Magaldi. E svela i retroscena dell’incontro segreto con Richard Nathan Haass, Maestro Venerabile della superloggia “Leviathan”, avvenuto a New York lo scorso settembre. In tale occasione, Renzi avrebbe richiesto l’affiliazione proprio alla “Leviathan”.

Nel suo libro “Massoni – Società a responsabilità illimitata”, il primo volume di una trilogia, parla di Matteo Renzi come di un aspirante massone. Quali sono gli elementi che lo identificano come tale?
Renzi si sta molto agitando in questa prospettiva, per soddisfare l’ambizione di entrare nelle vere cabine di regia per l’Italia e per l’Europa. L’attuale premier italiano sa bene che, fintanto che non gli siano aperti certi templi, la sua posizione personale sarà piuttosto precaria e subordinata a progetti più grandi di lui. Così, egli vorrebbe cooperare direttamente, da pari a pari, con chi delinea veramente le sceneggiature che poi vengono recitate dai vari frontmen politici o, per meglio dire, politicanti. Renzi non desidera, insomma, essere iniziato nel Grande Oriente d’Italia o in qualche altra comunione ordinaria della Penisola. Punta molto più in alto. Preferibilmente ad una delle Ur-Lodges (superlogge sovranazionali, nda) della rete di Mario Draghi (“Three Eyes”, “Edmund Burke”, “Pan-Europa”, “Compass Star-Rose”, “Der Ring”). Ma sarebbe molto felice, in alternativa, anche di essere affiliato alla “Leviathan”, grazie ai buoni uffici di Richard Nathan Haass, oppure alla “White Eagle” e/o alla “Hathor Pentalpha”, mediante il massone Michael Leeden.

A proposito di Richard Nathan Haass, presidente del Council on Foreign Relations di New York, qual è il suo ruolo nel mondo della massoneria?
È massone da moltissimi anni. Attualmente, è il Maestro Venerabile della Ur-Lodge “Leviathan”, fondata nel 1910 e rifondata nel 1918, a composizione prevalentemente angloamericana, con intenzionalità liberali sia di destra che di sinistra. Tale loggia figura tra le massime promotrici dell’istituzione, nel 1920, del Riia, Royal Institute of International Affairs e, nel 1921, del Cfr, Council on Foreign Relations. Nel 1965 ebbe una decisa svolta conservatrice e neoaristocratica.

Durante la sua visita negli Stati Uniti, lo scorso settembre, Matteo Renzi ha tenuto un discorso proprio al Council on Foreign Relations. Nel suo libro, lei sostiene che, poi, ci sia stato un incontro privato tra Renzi e Haass. Che tipo di rapporti intercorrono tra i due?
Di grande cordialità e interesse reciproco. A Renzi serve un’affiliazione diretta e pesante in una delle Ur-Lodges del circuito neoaristocratico. Ad Haass non dispiacerebbe avere un ascendente forte, quasi come un mentore, sull’attuale presidente del consiglio italiano in carica. Ma, naturalmente, Haass non può decidere da solo. E non tutti, all’interno della “Leviathan”, sono d’accordo nell’accordare un ingresso alla loro officina ad un personaggio che, per il momento, è stato respinto e messo in stand-by da liberi muratori del calibro di Mario Draghi, Giorgio Napolitano, Angela Merkel e Wolfgang Schaüble (ministro delle finanze del secondo governo Merkel, nda).

A chi era nota la notizia di questo incontro privato?
A tutti gli addetti ai lavori del back o high-office del potere, ma era trapelata anche presso giornalisti e politici profani. Le fonti sono molteplici, e hanno a che vedere con i rispettivi staff di Haass e Renzi. Io l’ho saputo da un altro membro della “Leviathan”.

Quali sono gli interessi di Renzi nell’entrare a far parte di una Ur-Lodge sovranazionale?

Renzi sa che soltanto essendo ammesso a tali consessi potrà contare davvero qualcosa, sullo scenario europeo e internazionale.

Prima di diventare presidente del consiglio, Renzi aveva mai avuto rapporti con la massoneria?

Piccole trame toscane, gestite con il supporto del massone Denis Verdini e del non massone Tiziano Renzi, suo padre, comunque in rapporti di vicinanza a diverse realtà latomistiche (massoniche, nda) locali.

Lei, Magaldi, fa parte di una Ur-Lodge?

Io sono stato iniziato nel 2010 nella più antica Ur-Lodge esistente, la “Thomas Paine”, fondata già nel 1849. Tra i suoi primi membri annoverava personaggi del calibro di John Stuart Mill, Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi, Victor Hugo. In seguito, avrebbe contato tra le sue fila massoni del calibro di John Maynard Keynes, William Beveridge, Franklin Delano Roosevelt, Eleanor Roosevelt, George Marshall, Mahatma Gandhi, Nelson Mandela, e altri). Radicata originariamente soprattutto negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Francia e poi operante a livello globale, sino in Estremo Oriente. Mi sono messo in sonno di recente da questa prestigiosa loggia progressista, anche perché, insieme ad altri fratelli dell’establishment latomistico internazionale, abbiamo intenzione di dar vita prestissimo alla superloggia “Paine de Gouges”, che sarà la prima Ur-Lodge non segreta al mondo. Si tratterà di una super-officina iper-selettiva come tutte le sue consorelle, ma limpida, solare e manifesta nei suoi rapporti con l’opinione pubblica e la società civile e politica.

Edoardo Bettella
20 novembre 2014
popoffquotidiano.it/2014/11/20/renzidalla-massoneria-toscana-alla-superloggia-new...
wheaton80
00giovedì 27 novembre 2014 04:39
Massoneria, libro shock del gran maestro Magaldi:“Ecco i potenti nelle logge”



Esistono i massoni e i supermassoni, le logge e le superlogge. Gioele Magaldi, quarantenne libero muratore di matrice progressista, ha consegnato all’editore Chiarelettere (che figura tra gli azionisti di questo giornale) un manoscritto sconcertante e che sarà presentato domani sera alle 21 a Roma, a Fandango Incontro. Il libro, anticipato ieri dal sito affaritaliani.it, è intitolato Massoni società a responsabilità illimitata, ma è nel sottotitolo la chiave di tutto: La scoperta delle Ur-Lodges. Magaldi, che anni fa ha fondato in Italia il Grande Oriente Democratico, in polemica con il Grande Oriente d’Italia, la più grande obbedienza massonica del nostro Paese, in 656 pagine apre ai profani un mondo segreto e invisibile: tutto quello che accade di importante e decisivo nel potere è da ricondurre a una cupola di superlogge sovranazionali, le Ur-Lodges, appunto, che vantano l’affiliazione di presidenti, banchieri, industriali. Non sfugge nessuno a questi cenacoli. Le Ur-Lodges citate sono 36 e si dividono tra progressiste e conservatrici e da loro dipendono le associazioni paramassoniche tipo la Trilateral Commission o il Bilderberg Group. Altra cosa infine sono le varie gran logge nazionali, ma queste nel racconto del libro occupano un ruolo marginalissimo. Tranne in un caso, quello della P2 del Venerabile Licio Gelli. I documenti che mancano sono a Londra, Parigi e New York. Prima però di addentrarci nelle rivelazioni clamorose di Massoni è d’obbligo precisare, come fa Laura Maragnani, giornalista di Panorama che ha collaborato con Magaldi e ha scritto una lunga prefazione, che l’autore non inserisce alcuna prova o documento a sostegno del suo libro, frutto di un lavoro durato quattro anni, nei quali ha consultato gli archivi di varie Ur-Lodges. Tuttavia, come scrive l’editore nella nota iniziale, in caso di “contestazioni” Magaldi si impegna a rendere pubblici gli atti segreti depositati in studi legali a Londra, Parigi e New York. Detto questo, andiamo al dunque non senza aver specificato che tra le superlogge progressiste la più antica e prestigiosa è la Thomas Paine (cui è stato iniziato lo stesso Magaldi) mentre tra le neoaristocratiche e oligarchiche, vero fulcro del volume, si segnalano la Edmund Burke, la Compass Star-Rose, la Leviathan, la Three Eyes, la White Eagle, la Hathor Pentalpha.

Tutto il potere del mondo sarebbe contenuto in queste Ur-Lodges e finanche i vertici della fu Unione Sovietica, a partire da Lenin per terminare a Breznev, sarebbero stati superfratelli di una loggia conservatrice, la Joseph de Maistre, creata in Svizzera proprio da Lenin. Può sembrare una contraddizione, un paradosso, ma nella commedia delle apparenze e dei doppi e tripli giochi dei grembiulini può finire che il più grande rivoluzionario comunista della storia fondi un cenacolo in onore di un caposaldo del pensiero reazionario. In questo filone, secondo Magaldi, s’inserisce pure l’iniziazione alla Three Eyes, a lungo la più potente Ur-Lodge conservatrice, di Giorgio Napolitano, attuale presidente della Repubblica, e per mezzo secolo esponente di punta della destra del PCI: “Tale affiliazione avvenne nello stesso anno, il 1978, nel quale divenne apprendista muratore Silvio Berlusconi. E mentre Berlusconi venne iniziato a Roma in seno alla P2 guidata da Licio Gelli nel gennaio, Napolitano fu cooptato dalla prestigiosa Ur-Lodge sovranazionale denominata Three Architects, o Three Eyes appunto, nell’aprile del 1978, nel corso del suo primo viaggio negli Stati Uniti”.

Altri affiliati: Papa Giovanni XXIII, Bin Laden e l’Isis, Martin Luther King e i Kennedy. C’è da aggiungere, dettaglio fondamentale, che nel libro di Magaldi la P2 gelliana è figlia dei progetti della stessa Three Eyes, quando dopo il ‘68 e il doppio assassinio di Martin Luther King e Robert Kennedy, le superlogge conservatrici vanno all’attacco con una strategia universale di destabilizzazione per favorire svolte autoritarie e un controllo più generale delle democrazie. “Il vero potere è massone”. E, descritto nelle pagine di Magaldi, spaventa e fa rizzare i capelli in testa. Dal fascismo al nazismo, dai colonnelli in Grecia alla tecnocrazia dell’UE, tutto sarebbe venuto fuori dagli esperimenti di questi superlaboratori massonici; persino Giovanni XXIII (“il primo papa massone”), Osama bin Laden e il più recente fenomeno dell’Isis. In Italia, se abbiamo evitato tre colpi di Stato avallati da Kissinger, lo dobbiamo a Schlesinger jr., massone progressista. Nell’elenco, tra tutti gli italiani attuali, spiccano D’Alema, Passera e Padoan. Il capitolo finale è un colloquio tra Magaldi e altri confratelli collaboratori con quattro supermassoni delle Ur-Lodges.

Racconta uno di loro, a proposito del patto unitario tra grembiulini per la globalizzazione:“Ma per far inghiottire simili riforme idiote e antipopolari alla cittadinanza, la devi spaventare come si fa con i bambini. Altrimenti gli italiani, se non fossero stati dei bambinoni deficienti, non avrebbero accolto con le fanfare i tre commissari dissimulati che abbiamo inviato loro in successione: il fratello Mario Monti, il parafratello Enrico Letta, l’aspirante fratello Matteo Renzi”. Per non parlare del “venerabilissimo” Mario Draghi, governatore della BCE, affiliato a ben cinque superlogge. Ecco l’elenco degli italiani nelle Ur-Lodges: Mario Draghi, Giorgio Napolitano, Mario Monti, Fabrizio Saccomanni, Pier Carlo Padoan, Massimo D’Alema, Gianfelice Rocca, Domenico Siniscalco, Giuseppe Recchi, Marta Dassù, Corrado Passera, Ignazio Visco, Enrico Tommaso Cucchiani, Alfredo Ambrosetti, Carlo Secchi, Emma Marcegaglia, Matteo Arpe, Vittorio Grilli, Giampaolo Di Paola, Federica Guidi. Berlusconi, invece, avrebbe creato una Ur-Lodge personale, la Loggia del Drago. Bisognerà aspettare le “contestazioni”, per vedere le carte di Magaldi.

Gianni Barbacetto e Fabrizio D’Esposito
19 novembre 2014
www.ilfattoquotidiano.it/2014/11/19/massoneria-libro-shock-gran-maestro-magaldi-i-potenti-nelle-logge/...
wheaton80
00martedì 13 gennaio 2015 02:12
M5S in Aula: Napolitano riferisca su affiliazione alla loggia Three Eyes

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano “riferisca sulla sua affiliazione alla loggia massonica segreta sovranazionale aristocratica reazionaria Three Eyes”, denunciata “in un libro molto interessante del gran maestro Magaldi, fondatore del Grande Oriente d’Italia Democratico, intitolato ‘Massoni’ “. E’ quanto ha chiesto, con un intervento di fine seduta in Aula, il questore al Senato Laura Bottici (M5S). “L’autore afferma, con tanto di foto in bella vista – ha detto Bottici – che il nostro attuale Presidente della Repubblica è affiliato alla loggia massonica” in questione. “Mi chiedo come mai il Presidente non abbia mai smentito ufficialmente il gran maestro Magaldi quando noi parlamentari dobbiamo fare pure attenzione a nominarlo in queste aule? Noto però – ha proseguito Bottici – che dopo l’uscita del libro si è iniziato a parlare di dimissioni del Presidente Napolitano. Ci sarà un collegamento?”. “Si sarà forse reso conto che aver avvallato tre governi Monti, Letta, Renzi, non eletti dai cittadini, non è buona pratica democratica? Chi può darci assicurazione – ha incalzato la senatrice grillina – che il Presidente in questi anni abbia agito nell’interesse della Repubblica italiana e non nell’interesse della Loggia segreta sovranazionale a cui sembrerebbe affiliato? Un avvocato? Un giudice? La Corte Costituzionale? Chi?”.

12 gennaio 2015
www.adnkronos.com/fatti/politica/2015/01/12/quirinale-aula-napolitano-riferisca-affiliazione-loggia-three-eyes_8nYvNqSqnGSEkWOAccf...
wheaton80
00sabato 31 gennaio 2015 00:13
Gran Maestro dell’Oriente Democratico:“Mattarella suggerito a Renzi da Draghi”

Gioele Magaldi è Gran Maestro dell’Oriente Democratico una delle logge della massoneria italiana. Al telefono con Fanpage, gli abbiamo chiesto una valutazione sulla possibile elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica. “E’ una operazione suggerita a Matteo Renzi da Mario Draghi – ha detto ai nostri microfoni – il venerabilissimo Mario Draghi è uno dei personaggi più influenti d’Europa”. L’elezione di Mattarella secondo l’esponente della massoneria italiana sarebbe parte di un operazione più grande, “Matteo Renzi in difficoltà sul piano del consenso interno – ha spiegato Magaldi – con questa operazione si accredita presso il salotto buono delle massonerie aristocratiche europee ed atlantiche”. La fine del patto del Nazareno sarebbe – secondo il Gran Maestro – la chiusura del rapporto tra Renzi ed una parte della massoneria italiana di livello medio basso per permettere al presidente del consiglio un salto di qualità verso una prestigiosissima loggia europea”. I grandi sconfitti sarebbero Berlusconi ed i suoi uomini più vicini come Gianni Letta e Denis Verdini. “Berlusconi ne esce sconfitto in maniera più simbolica che sostanziale – dice Magaldi – Denis Verdini invece era il garante del patto del Nazareno con una parte della massoneria di livello medio basso, ed è uno degli sconfitti di questa virata di Renzi”. Infine su Gianni Letta, “è stato un ponte tra l’Opus Dei e la massoneria, ma ora ha esaurito il suo corso”.

30 gennaio 2015
www.imolaoggi.it/2015/01/30/gran-maestro-delloriente-democratico-mattarella-suggerito-a-renzi-da...
wheaton80
00sabato 20 giugno 2015 03:42
Gioele Magaldi, il massone a pranzo con la senatrice M5S Laura Bottici:"Tra noi ci sono contatti politici"

È un massone e lo rivendica con orgoglio. Ci ha persino scritto su un librone per Chiarelettere, “Massoni”, un testo che descrive un mondo dominato da super logge Ur-Lodges che “viene molto letto tra i grillini”. Rivendica come sua la vittoria al ballottaggio di Gioia Tauro, che ha visto prevalere Giuseppe Pedà, sostenuto da alcune liste di centrodestra ma “nostro socio fondatore”. Parliamo di Gioele Magaldi, romano, classe 1971, Gran maestro del Grande oriente democratico (nato in polemica con il più noto Grande oriente d’Italia), presidente del “Movimento Roosevelt”, una sorta di meta partito che si propone, dopo il successo calabrese, di partecipare alle prossime comunali a Napoli, Milano, Roma. Magari proprio in partnership con il M5s, “con cui ci sono contatti politici e alcune visioni comuni”. Nei giorni scorsi è stato avvistato al Senato, a pranzo con la senatrice grillina Laura Bottici, uno dei pilastri del movimento. Una lunga conversazione su come riportare alle urne il 50% di astensionisti, bacino potenziale che fa gola a molti. Su come radicarsi sul territorio, e convincere “i tanti italiani che non guardano i talk politici, ma che hanno bisogno di un contatto diretto”, hanno convenuto i due commensali. Un dialogo aperto, e del resto Magaldi ormai va per la maggiore tra i grillini. “Grillo ha citato più volte il mio libro nei suoi post e il blog mi ha intervistato. Mi hanno detto che lo stesso Casaleggio ha trovato il mio libro illuminante”. Nel volume, Magaldi si definisce “un addetto ai lavori massonico internazionale”, e racconta come l’opinione pubblica, non solo italiana, sia “manipolata” dai grandi media e di come varie personalità della politica e dell’economia siano legate alle super logge. La stessa Bottici, nello scorso gennaio, ha presentato un’interrogazione a palazzo Madama per chiedere all’allora presidente Napolitano di “riferire sulla sua affiliazione alla loggia massonica segreta sovranazionale aristocratica reazionaria Three Eyes”, denunciata “in un libro molto interessante del gran maestro Gioele Magaldi”. L’interrogazione non ha mai avuto risposta, ma il sodalizio con il M5s non si è interrotto. Fino al recente pranzo in Senato. “Ho visto la Bottici e anche altri parlamentari M5s”, spiega Magaldi ad Huffpost.

“C’è molto interesse tra loro sul mio libro”. In Calabria però il gemellaggio, pur in assenza di una lista Roosevelt, è stato col centrodestra. “Noi sosteniamo chi segue il nostro programma”, spiega, “siamo un meta-partito, abbiamo iscritti anche del Pd e di Forza Italia, di cui preferisco non fare i nomi”. Con i grillini però il feeling sembra più forte. E del resto, nell’intervista al blog di Grillo del gennaio 2015, Magaldi definisce il M5s il “meno peggio” tra i partiti e invita i grillini ad “allearsi” con lui e a “scongelare” i loro voti. “Solo così potremo avere una svolta politica importante”. “All’inizio pensavo che loro fossero eterodiretti da qualcuno per congelare dei voti e favorire l’inciucio tra Pd e Forza Italia. Poi mi sono ricreduto, loro sono in buona fede. E il fascino che io esercito su di loro deriva dal fatto che nel libro hanno trovato una descrizione rigorosa e nitida delle dinamiche del potere, al di là di molte tesi complottiste che io confuto. E anche dal fatto che io ho detto loro con chiarezza che le alleanze in democrazia si fanno, che non si può pensare si abolire i partiti”. A Gioia Tauro l’alleanza però è stata con Forza Italia, “ma il partito locale si è già roosveltizzato”, assicura Magaldi, che annuncia la nascita di coordinamenti locali e di circoli “in tutta Italia”. “Io sono massone, ma il movimento è aperto a tutti”. Dal porto calabrese, che considera un “esperimento politico archetipico” Magaldi punta alle prossime amministrative 2016 nelle grandi città. Nel frattempo corre il rischio di diventare un nuovo ideologo grillino come il professor Becchi? “Ma per carità”, replica lui. “Io non sono in intellettualino o un ideologo. Sono un ex imprenditore, che ha lasciato l’attività per divisioni dentro il mondo della massoneria. Sono uno studioso, un massone orgoglioso che ora intende fare politica”. L’obiettivo pare ambizioso: “Un’alleanza tra i cittadini comuni e le avanguardie massoniche progressiste internazionali, contro le oligarchie neoaristocratiche, e le involuzioni tecnocratiche della governance italiana, euro-atlantica e mondiale”. Ce n’è abbastanza per affascinare gli habitué del blog di Grillo. E chissà che alla fine la partnership non si realizzi davvero.

Andrea Carugati
16/06/2015
www.huffingtonpost.it/2015/06/16/gioele-magaldi-massone-m5s_n_7593...
wheaton80
00lunedì 18 gennaio 2016 15:48
La strana loggia top secret dell'amico dei papà illustri

Ci sono logge e logge: quelle che al primo inciampo in una inchiesta finiscono in prima pagina sui giornali, e altre la cui esistenza viene invece tenuta rispettosamente lontano dai riflettori, anche dopo il loro ingresso in un fascicolo processuale. A restare a lungo sotto traccia è stata, per esempio, l’associazione segreta che ruota intorno all'imprenditore aretino Valeriano Mureddu, buon amico sia del padre di Matteo Renzi, Presidente del Consiglio, che di quello di Maria Elena Boschi, Ministro delle Riforme. Degli intrecci tra Mureddu e i due illustri papà si parla finalmente da qualche giorno, e negli ambienti governativi l'imbarazzo è pari solo al silenzio. Ma ora si scopre che da quasi due anni, da marzo 2014, la procura di Perugia ha in mano tutte le carte relative alla società occulta guidata da Mureddu, avendole trovate nel corso di una perquisizione presso la sua azienda a Civitella Val di Chiana, una dittarella di nome Geovision specializzata nel commercio di sacchetti e altri articoli in plastica. Ma la modestia dei suoi affari ufficiali non impedisce a Mureddu di allacciare amicizie importanti. Con Tiziano Renzi è praticamente compaesano, avendo vissuto a lungo a Rignano sull'Arno, mentre con Pierluigi Boschi ha stretto amicizia quando il padre di Maria Elena invece che di banche si occupava di vini e cantine sociali. E nei due anni trascorsi dalla scoperta delle carte segrete, gli amiconi di Mureddu hanno continuato a fare carriera. Compresi Tiziano Renzi, Pierluigi Boschi e soprattutto i loro brillanti figlioli. Eppure nella carte dell'inchiesta della procura umbra compaiono nomi che sono presenze fisse delle indagini che periodicamente, dagli anni '80 in poi, portano alla ribalta l'esistenza di consorterie segrete. Nei contatti di Mureddu c'è per esempio quel Gianmario Ferramonti, politico di insuccesso in area leghista, che esattamente 20 anni fa fu indicato in una indagine della procura di Aosta (battezzata Phoney Money, e finita in nulla) come uomo-cerniera di affari leciti e illeciti che coinvolgevano mezzo firmamento politico dall'Italia all'America; e tra i contatti c'è anche quel Flavio Carboni che era già nelle liste P2, che fu condannato per il crac del Banco Ambrosiano, e che a 84 anni continua a mantenere buoni rapporti con l'Italia che conta: compreso uno dei grandi alleati di Renzi, l'ex coordinatore di Forza Italia Denis Verdini, imputato insieme a lui nel processo P3. Cosa facciano tutti insieme Mureddu, Ferramonti, Carboni e i loro amici, quale sia il core business della nuova loggia scoperta dalla procura di Perugia, è tema un pò fumoso: Mareddu si proclama massone e si vanta di avere lavorato per i servizi segreti, non si capisce per quali e in che veste. «Ho relazioni in giro per il mondo - dice di sé - mi vengono proposti degli affari e io a mia volta li propongo a chi penso che possa portarli a termine». Un faccendiere, insomma. Affari non sempre fortunati e cristallini, visto che anche la procura di Arezzo ha messo il 46enne sardo nel mirino per evasione fiscale. E tra gli affari di Mureddu, quello che ora lo ha portato alla ribalta, è quello combinato per conto di Pierluigi Boschi, all'epoca in cui il padre della Ministra cercava un direttore generale da piazzare nella Banca dell'Etruria. Come e perché babbo Boschi si sia ridotto a cercare la consulenza di uno come Mureddu è allo stato inspiegabile, e ancora di più lo è la circostanza che si sia fatto convincere a partecipare a un summit nell'ufficio romano di Carboni. E ad accogliere l'idea suggerita dalla coppia Mureddu-Carboni, quella del banchiere Fabio Arpe, portata all'esame del CDA, ma bloccata poi dall'ufficio di vigilanza della Banca d'Italia.

Luca Fazzo
18/01/2016
www.ilgiornale.it/news/politica/strana-loggia-top-secret-dellamicodeipapillustri1214...
wheaton80
00sabato 2 aprile 2016 22:35
La Massoneria del terzo millennio



La svolta social delle Obbedienze

Anche la Massoneria diventa social. I Fratelli han deciso di uscire dal segreto delle logge e presentarsi nel mondo condiviso del Web. È il caso, ad esempio, del Grand'Oriente d'Italia, principale "obbedienza" con ventimila affiliati (riferimento al mondo inglese, porte delle logge aperte per soli uomini). L'Istituzione ha un sito ufficiale online (http://www.grandeoriente.it/). Ed è presente su Twitter con l'account @grandeorienteit. Mentre il suo gran maestro, Stefano Bisi, twitta in prima persona firmandosi @bisisiena. Anche i "cugini" della Gran Loggia d'Italia degli Alam (riferimento al mondo francese, 520 Officine, 10mila iniziati, sia uomini che donne), non sono meno social. Il sito è www.granloggia.it, hanno da un anno una omonima pagina Facebook: (https://www.facebook.com/granloggia) che ha incassato un migliaio di "mi piace" e 26 visite (non molte, ma sono solo all'inizio) [più di 2.400 “mi piace” e 44 visite al momento – Nota di Wheaton80]. Mentre il Gran Maestro uscente, il massonologo e scrittore Luigi Pruneti, è presente personalmente su Facebook; la sua foto campeggia su uno sfondo (non casuale) di uno dei 22 arcani dei Tarocchi: il Sole, simbolo della luminosità. Ma anche della massoneria. La Gran Loggia è presente anche su Twitter (https://twitter.com/Gldialam), con un migliaio di follower [più di 2.000 al momento – Nota di Wheaton80]. Oggi molti profani che vogliono essere iniziati contattano questa "obbedienza" attraverso il sito, inviando alla mail gldi@granloggia.it la richiesta di essere invitati in loggia. Una autentica rivoluzione, rispetto ai tradizionali riti di "cooptazione" riservatissimi, fatti quasi di nascosto. Ma sotto le "volte stellate" delle logge italiane si sta vivendo un momento di gran fermento politico e sociale. I temi in gioco, dal punto di vista massonico, sono molti. E delicati. Dal riposizionamento politico dopo la fine del ventennio berlusconiano all'arrivo al soglio pontificio di un papa gesuita e "rivoluzionario" che fa sperare i massoni che venga tolto il divieto secolare, per loro, di ricevere la comunione. Dall'aumento dei giovani che chiedono di entrare in loggia alla riflessione da parte delle "obbedienze" di matrice anglosassone se sia ancora attuale, oggi, in una società che si tinge sempre più di rosa, l'esclusione delle donne.

Alla ricerca di un referente politico
All'inizio del 1900 i massoni in Parlamento erano cento e prendevano pubblicamente posizione sui temi politici, come avvenne, nel 1908, sull'ora di religione obbligatoria nelle scuole. Dopo le persecuzioni fasciste, nel Dopoguerra, tuttavia, la massoneria si mosse a livello politico in modo più riservato. Se non segreto. Il caso più clamoroso di condizionamento occulto delle istituzioni da parte dei fratelli fu la loggia di Licio Gelli, "Propaganda Due". Gelli di recente si è attribuito addirittura il merito dell'elezione del presidente della Repubblica Giovanni Leone e la stesura del famoso Piano Rinascita. In seguito allo scandalo della P2, e passato lo tsunami di Tangentopoli, nel '94 il riferimento per la massoneria divenne Forza Italia (tra l'altro con lo stesso Berlusconi iscritto alla P2; con Fabrizio Cicchitto che aveva presentato la domanda per iscriversi alla P2, come dimostra il documento che abbiamo ritrovato negli archivi della Commissione Anselmi; e con il plenipotenziario di Berlusconi, Denis Verdini che, però, ha sempre smentito la sua appartenenza ai "Figli della Vedova"). Forza Italia era infatti l'unico partito che, allora, non vietava l'iscrizione ai fratelli. Qualche fratello, a onor del vero, figurava anche tre le file del Carroccio: nel 1994 a Palazzo Madama erano stati eletti tre senatori leghisti col grembiulino, e una senatrice "sorella". Bossi, poi, quando nei comizi imprecava contro i massoni, si girava per incrociare lo sguardo del parlamentare Matteo Brigandì, suo avvocato personale. E fratello del GOI.

Così Cicchitto chiese protezione a Gelli anziché alla Polizia










Dall’audizione dell’attuale parlamentare NCD alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla Loggia Massonica P2 il 10 giugno 1982

Gelli stronca Renzi
Ma oggi, concluso il ventennio del berlusconismo, e in pieno terremoto Renzi-Grillo, tutto il mondo dei partiti è cambiato. Non è facile, per la massoneria, trovare una nuova collocazione nel momento in cui l'attuale scenario politico è in pieno assestamento. Dopo il governo dei tecnici di Monti accusato di "collusione" coi poteri forti, con le banche, e anche con la massoneria, Renzi, con una squadra di giovanissimi, sembra aver rotto gli schemi di un potere vecchio, ma con consolidati rapporti con le logge. Il dubbio che il Premier abbia un padre massone, del resto, è troppo poco per giustificare un link col mondo dei grembiulini. Su questo fronte è lo stesso Gelli a stroncarlo:"Matteo Renzi - ha detto il Venerabile in una recente intervista - non è un massone, ma solo un bambinone". Né può essere un riferimento, per i fratelli (perché difficilmente governabile dallo stesso Beppe Grillo), il M5S, nonostante le insistenti voci - smentite dal diretto interessato - dell'appartenenza alla massoneria di uno dei due leader del Movimento, Gianroberto Casaleggio. E così, in attesa che il potere nuovo di Renzi prenda forma, i massoni vagano alla ricerca di nuovi interlocutori. "Noi siamo molto attenti ai partiti che vietano ai massoni l'iscrizione - svela uno dei maestri di grado 33 più influenti della Gran Loggia d'Italia, Luigi Danesin – E’ vero che a sinistra, senza tanto clamore, hanno recentemente tolto l'incompatibilità con l'essere massoni. Di certo, però, i partiti del centrodestra restano i più amici. Ma i tempi sono cambiati. In Parlamento non ci appoggiamo tanto a nostri 'fratelli', quanto piuttosto a deputati o senatori profani 'disponibili'. Con loro, cerchiamo il dialogo".

La battuta di Andreotti sui presidenti USA
Cosa sia stata la massoneria nella storia d'Italia lo spiegava bene, a modo suo, Andreotti:"Non ho mai capito bene cosa sia - chiosava - ma quando sono andato in America, ho appreso che solo due presidenti non erano massoni, Nixon e Kennedy". Nella storia del nostro Paese, ovunque ci sia stato un intrigo, un mistero, uno scandalo, spesso e volentieri spuntava lo zampino di qualche fratello. Fa strano perciò che non si sia intravisto neppure un grembiulino nelle numerose inchieste giudiziarie che hanno scandito le cronache della fine della Seconda Repubblica, dai rimborsi spese dei consiglieri regionali al caso "Malagrotta-monnezza a Roma", dall'Ilva di Taranto all'Expo di Milano, dal Monte dei Paschi di Siena alla Carige di Genova, dal Mose di Venezia alla vicenda Scajola tra Beirut e Montecarlo. Che i massoni non contino più niente? O che siano diventati buoni? Pare più probabile, invece, che le "obbedienze" nostrane abbiano deciso di soprassedere sul fronte interno (magmatico, in evoluzione, liquido), per dedicarsi alla politica estera, avendo intuito che il potere politico vero, oggi, è gestito non più a Roma, ma a Bruxelles. "Attualmente - conferma Luigi Danesin - sono in corso 'lavori' massonici a livello internazionale per tentare di costituire un Supremo Consiglio Europeo. L'obiettivo è istituire un osservatorio permanente al Consiglio d'Europa, senza diritto di voto o di parola. Ma con la possibilità di accedere in diretta ai lavori europarlamentari. E di vigilare sugli interessi della fratellanza europea". Che dopo i francs maçons, stia per nascere sotto le volte stellate l'euromassone?

La Chiesa e la scomunica

Ad appena sei anni dalla fondazione della prima loggia (detta "Degli inglesi") su suolo italico, a Firenze, nel 1731, la Chiesa cattolica sparò la prima scomunica contro i massoni. Clemente XII, nella sua lettera apostolica del 24 aprile 1738, denunciò i "gravissimi danni che tali conventicole" arrecavano "alla salute spirituale delle anime". Condannò e proibì le "associazioni dei Liberi Muratori o des Francs Maçons". E ordinò che "gli Inquisitori dell'eretica malvagità facessero inquisizione contro quei sospetti di eresia". Il primo a farne le spese fu uno dei fondatori della loggia fiorentina, Tommaso Crudeli: torturato dal Sant'Uffizio di Firenze, morì per i postumi del carcere. E per questo è considerato il primo martire della massoneria universale. Ancora oggi, a 283 anni dalla bolla di Clemente XII, la disputa tra fede rivelata (dei cattolici, che credono nei dogmi) e fede ragionata (dei massoni, che credono in un principio trascendente senza peraltro specificarlo) arroventa i rapporti tra massoni e prelati. E la Chiesa non ha cambiato idea. Anzi, ritiene che "il clima di segretezza" della massoneria comporti per "gli iscritti il rischio di divenire strumento di strategie ad essi ignote".

La delusione del 1983

Nel 1983, con l'approvazione del "nuovo Codice di Diritto Canonico", i massoni sperarono che la Chiesa avesse tolto quella antica scomunica. Ma si illusero. Fu solo un equivoco, nulla più. Ecco cosa successe: quel nuovo codice, al canone 1374, prevedeva la punizione per "chi dà il nome ad una associazione che complotta contro la Chiesa". Il fatto che non fosse menzionata direttamente la massoneria, fu interpretato sotto le volte stellate come un'abolizione della scomunica. Ma i massoni si sbagliarono. Arrivò lo stesso anno una precisazione della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede (allora presieduta dal cardinal Ratzinger) a fugare ogni dubbio: il giudizio della Chiesa sulle associazioni massoniche era rimasto immutato. E, dunque, "l'iscrizione alle Obbedienze proibita sotto pena di esclusione dai sacramenti". Ma da sempre i massoni, soprattutto quelli cattolici (la maggioranza, in Italia) tentano di convincere la Chiesa a ritirare questo anatema. Tentativi di confronto tra fratelli e monsignori ce ne sono stati, seppure senza grandi risultati.

La comunione dell'affiliato
Ma se al vertice scomunicano, a livello periferico sacerdoti e prelati, va detto, non sempre ubbidiscono agli ordini superiori. E a volte capita che qualche religioso indossi i paramenti profani della massoneria. I casi di affiliazione di uomini della Chiesa in loggia sono stati confermati dallo stesso Luigi Danesin, per sei anni Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia. "Nelle nostre file - ha confessato - abbiamo qualche sacerdote e qualche prelato. Non molti, ma ci sono". "Qualche anno fa - ha aggiunto - abbiamo conferito a un sacerdote, padre Rosario Esposito, il titolo di Maestro Libero Muratore. Un frate, inoltre, partecipò ai nostri lavori il giorno di Natale indossando sopra il saio le insegne di maestro. Il mio parroco, infine, sa che sono massone, eppure io mi accosto alla comunione". Analoga la posizione del Grand'Oriente. "Siamo eretici nel campo delle idee - ammette il Gran Maestro Stefano Bisi - In fondo siamo dei rivoluzionari. Però con la chiesa cattolica i rapporti nel corso degli anni sono cambiati a livello periferico. L'arciprete di Piombino, ad esempio, tempo fa ad un convegno si alzò in piedi e, pubblicamente, ci disse:'Se vi sentite in pace con la coscienza, se venite in chiesa e volete ricevere la comunione, io non ho nulla in contrario'". "Il GOI - rivela ancora Bisi - spera oggi in Papa Francesco. S'è dimostrato in certe occasioni come uomo del dubbio, come quando ha detto:'Chi sono io per giudicare un gay?'. È stata una risposta rivoluzionaria, quella. Ebbene, visto che ha dimostrato questo tipo di apertura, perché non dialogare anche con la massoneria?".

Ma trame, intrighi e cospirazioni continuano

Massoneria, trame, intrighi, cospirazioni. La storia della Repubblica è farcita di gialli nei quali i massoni sono sempre presenti, quasi a fare da collante tra Stato, mafie, eversione, terrorismo e servizi segreti deviati o stranieri. E' il caso, ad esempio, del processo in corso di dibattimento a Palermo sulla trattativa tra Stato e mafia. Il GUP Piergiorgio Morosini, nel suo decreto che dispone il giudizio contro gli imputati (tra gli altri i mafiosi Bagarella, Brusca e Riina, il figlio di Vito Ciancimino, Massimo, l'ex politico di Forza Italia Marcello Dell'Utri, l'ex Ministro dell'Interno Nicola Mancino, l'ex capo dei ROS Mario Mori), ne parla in modo esplicito.

Trattativa Stato-mafia e P2

E non lesina particolari e inquietanti dettagli. Siamo nei primi anni Novanta, anni della cosiddetta (presunta) trattativa tra Stato e mafia per far cessare omicidi di personalità politiche della allora DC, come Salvo Lima, e le stragi mafiose a colpi di tritolo. "Il primo obiettivo, più ambizioso e di 'lungo termine' di quell'associazione - annota il GUP Morosini nel suo decreto - consisterebbe nel convergere verso un 'sistema criminale' più ampio capace di includere in sé altre consorterie di diversa estrazione (massoneria 'deviata'-P2, frange della destra eversiva, gruppi indipendentisti, mafia calabrese) interessate a sfruttare la crisi politico-istituzionale italiana e ad acuirla con azioni destabilizzanti ('strategia della tensione') in vista dei nuovi equilibri". Nonostante il caso P2 sia del 1981, ancora oggi si parla di quella loggia - e di quelle presunte deviazioni istituzionali - in un processo tutt'ora in corso sui misteri d'Italia.

Dalle carte Moro spunta un dossier sul gran maestro di Piazza del Gesù

Nell'archivio delle carte di Aldo Moro presso l'Archivio Centrale dello Stato di Roma, è conservato un appunto riservato del Viminale che dimostra due cose. La prima, l'attenzione che lo statista ucciso dalle BR aveva nel tenere sotto osservazione la massoneria. La seconda, che il Ministero dell'Interno vigilava con estrema attenzione le obbedienze. Al punto da redigere un documentato dossier nei confronti del più noto dei gran maestri della massoneria italiana, Giovanni Ghinazzi. Il questore di Bologna ne fa un ritratto inedito, che noi pubblichiamo integrale (http://inchieste.repubblica.it/it/2014/08/11/news/informativa_maestro_ghinazzi-93586835/), dal quale emerge una personalità forse poco conosciuta di quello che è stato per anni il riferimento della massoneria francese, al punto che ancora oggi i fratelli di piazza del Gesù vengono soprannominati "ghinazziani". Da allora altre inchieste hanno coinvolto in qualche modo la massoneria, o i fratelli, al punto da indurre i magistrati a battezzare le loro inchieste evocando la loggia di Licio Gelli. Dopo il 2010, ci sono state in particolare le indagini P3 e P4 che hanno in qualche modo chiamato in causa ancora il ruolo delle "obbedienze". Nella vicenda P3 erano stati coinvolti anche il parlamentare del PDL, Denis Verdini, e l'ex Senatore Marcello Dell'Utri. Il Procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il PM Rodolfo Sabelli ipotizzarono che avevano costituito una "super loggia segreta" divenuta punto di riferimento di imprenditori e politici per "influenzare decisioni politiche, pilotare processi e decidere le nomine dei componenti di organi dello Stato di rilievo costituzionale".

Il figlioccio di Licio Gelli
Il termine P4 è utilizzato per riferirsi ad una inchiesta giudiziaria su una presunta associazione a delinquere che avrebbe operato nell'ambito della pubblica amministrazione e della giustizia. Indagati in tale procedimento giudiziario furono, tra gli altri, il faccendiere Luigi Bisignani e il deputato Alfonso Papa (PDL). La cosiddetta P4 invece avrebbe avuto l'obiettivo di gestire e manipolare informazioni segrete o coperte da segreto istruttorio, oltre che di controllare e influenzare l'assegnazione di appalti e nomine, interferendo anche nelle funzioni di organi costituzionali. L'origine della sigla P4 non fu solo frutto di immaginazione giornalistica, ma si deve anche al fatto che il nome di Luigi Bisignani comparisse negli elenchi della loggia Propaganda Due (detta P2) di Licio Gelli (il quale lo ha recentemente definito "il mio figlioccio"), benché Bisignani si sia sempre dichiarato estraneo a tale loggia.

"Lobby di potere più che logge"


Luigi Pruneti, massonologo ed ex Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia, è dunque lecito chiedersi: esiste ancora la massoneria deviata tipo la P2?
"Quando scoppiarono i casi P3 e P4 fu interpellato anche lo studioso Massimo Introvigne, un curriculum al di sopra del sospetto di essere filomassone. Ebbene, fu proprio lui a dire che P3 e P4 non c'entravano nulla con la massoneria. Erano sicuramente lobby di potere più o meno segrete ma non avevano le carattersitiche minime di base per essere definite massoneria. Se non che uno di quei personaggi (o più d'uno) erano stati esponenti della P2 o di qualche obbedienza".

Ma cosa ci vuole allora affinché una lobby segreta sia definibile loggia massonica?
"Perché si parli oggi di massoneria ci deve essere un minimo di ritualità, di tradizione massonica, di modo di ritrovarsi massonicamente. Altrimenti anche le 'ndrine calabresi, che sono società segrete con fini delinquenziali, potrebbero essere definite logge massoniche".

Ci sono logge segrete, o deviate?
"Logge riservate sicuramente sì, ce n'erano diverse prima della P2. Poi, però, dopo la legge Spadolini-Anselmi, sparirono tutte per paura di incorrere nel reato di associazione segreta. Gli iscritti segreti, cosiddetti all'orecchio del Gran Maestro, o sul fil della spada, sono ancora antecedenti a quel periodo".

Oggi però, fatta la legge Anselmi, si può aggirare l'ostacolo iscrivendosi ad una loggia all'estero di una obbedienza italiana, non è così?

"Le nostre logge all'estero, come quelle di Varsavia, Berlino o Beirut, hanno i loro piè di lista a Roma. Qualunque magistrato, come peraltro già avvenuto, può avere gli elenchi".

Ma se un italiano si iscrive all'estero in una massoneria straniera, che succede? Il suo nome figura in Italia?
"No, è impossibile saperlo. Questa è l'unica forma possibile di copertura".

Quelle deviate restano legate alla mafia.

"Credo che al Sud ci siano talora logge veramente deviate che trovano comodo chiamarsi massonerie, ma che in realtà nascondono organizzazioni mafiose. Oggi rimangono aspetti rituali in organizzazioni criminali, soprattutto in quelle cinesi". Massimo Introvigne, sociologo, fondatore del Centro Studi sulle Nuove Religioni che ha censito 700 religioni in Italia, è un profondo conoscitore del misterioso mondo dell'esoterismo, dell'occultismo, del satanismo. E dei collegamenti tra società segrete e organizzazioni criminali.

Quante sono le massonerie cosiddette di frangia, o spurie?
"Secondo le nostre stime, tutta l'area esoterica fuori dalla massoneria "ufficiale" conta 15mila affiliati. Di questa area fanno parte ad esempio templari, rosacroce, illuminati, gnostici, e poi c'è la massoneria egizia di Cagliostro, e quella dell'antico rito noachita ispirato a Noè. C'è poi anche la gran loggia femminile d'Italia costituita solo di donne, che gode di riconoscimenti in Francia".

Ma qual è il rapporto tra obbedienze ufficiali e quelle farlocche?

"Direi che c'è un continuum tra obbedienze massoniche piccole, nate da scismi di quelle più grandi, e massonerie farlocche che vendono titoli esoterici a ingenui, e che addirittura coprono organizzazioni mafiose".

Cos'è una loggia deviata?
"Credo che nella testa dei nostri giudici la massoneria deviata voglia dire un'organizzazione massonica che può essere sia all'interno di grandi organizzazioni, come ad esempio la P2, che fu interna al Grand'Oriente, sia nei piccoli e piccolissimi gruppi di persone che utilizzano la comune appartenenza massonica per commettere reati. In sintesi, per la magistratura la massoneria deviata è un gruppo di persone che si dicono massoni, a torto o a ragione, e infrangono le leggi".

C'è un rapporto tra la P2 e poi la P3, e la P4?
"La P3 e la P4 sono invenzioni giornalistiche, gruppi di persone (alcune delle quali affiliate, altre no) costituiti in comitati di affari. E il legame con la massoneria regolare o non regolare è tenue. Ma non dobbiamo confondere la massoneria deviata, termine coniato dalla magistratura italiana, con quella che gli storici chiamano massoneria irregolare".

Cos'è la massoneria irregolare?
"La massoneria nacque a Londra. Là c'è quella che viene definita la Gran Loggia Madre, che riconosce le fratellanze nel mondo, definendole regolari sulla base del rispetto delle Costituzioni di Anderson. Per gli inglesi, ad esempio, in Italia esiste solo una obbedienza regolare, la Gran Loggia Regolare d'Italia, che conta 3mila affiliati contro i 20mila del GOI. Per gli inglesi, le altre, GOI e Gran Loggia comprese, sono irregolari".

La Chiesa considera i massoni alla stregua di eretici e vieta loro i sacramenti. Secondo lei Papa Francesco cambierà atteggiamento, come sperano oggi i "fratelli"?

"Per ora le autorità romane mantengono ferma la dichiarazione di condanna del 1983, anche se è stata tolta la parola scomunica per non offendere tanti capi di Stato massoni. Non credo, però, che con questo Papa ci saranno novità. Bergoglio viene da una tradizione politica sudamericana peronista che ha sempre visto nella massoneria la longa manus dei poteri forti statunitensi. Per questo non credo che ce l'abbia in gran simpatia".

E Caprera censura il fratello Garibaldi
Dei suoi quasi 40 anni di vita massonica, non c'è traccia alcuna né nel "compendio garibaldino", museo nazionale ricavato nella sua dimora privata dove morì il 2 giugno 1882, né nel "Memoriale" voluto dalla Presidenza del Consiglio (e inaugurato un anno e mezzo fa) per far rivivere la sua intera esistenza, dalla nascita a Nizza agli anni che lo videro protagonista delle lotte per la libertà in Sud America, dal ritorno in Italia per combattere nella prima Guerra d'Indipendenza alla difesa della Repubblica Romana. "Il ritratto che ne esce dalla visita del Compendio - spiega lo studioso di Garibaldi Mario Birardi, ex parlamentare PCI, ex sindaco de la Maddalena - è quello di un soldato un pò rozzo, un appassionato di agricoltura, un disabile, viste le numerose carrozzine esposte, sulle quali il Generale, colpito in tarda età da una grave forma di artrosi, si muoveva. Troppo poco, rispetto a quello che è stato". Qui, nella casa-museo, solo da quest'anno è stata esposta, in un angolo poco visibile del parco, una corona funebre che la "massoneria sarda" espose ai funerali di Stato.

Ma, da quel che si capisce, vista la "reticenza" dei responsabili, s'è trattato di un piacere ai massoni insulani più che di un omaggio storico al trascorso massonico del Cavaliere dell'Umanità. Altre due corone funebri dedicate al "suo Gran Maestro", quella della Massoneria Milanese e quella della Massoneria Italiana, non sono esposte al pubblico, ma giacciono nascoste nella ex cisterna, un locale chiuso a chiave. "Oscurato" il passato massonico di Garibaldi anche al Memoriale, che si trova a qualche chilometro dal Compendio, nei locali del Forte Arbuticci. Qui il processo, diciamo così, di de-massonificazione del Primo Massone d'Italia (titolo onorifico che gli fu tributato dalla fratellanza italiana) salta di più all'occhio, in quanto l'estesa esposizione è dedicata all'intera vita di Garibaldi. Possibile che in un’area così vasta non sia stato dedicato neppure un angolo alla vita di loggia di Garibaldi? Manifestando alla reception il proprio stupore per questa inaspettata "dimenticanza", si viene informati dell'esistenza di un solo "documento che richiama la vita massonica dell'Eroe del Risorgimento". Ma, in mezzo a centinaia di documenti esposti con tecniche multimediali, è praticamente introvabile. Occorre farsi accompagnare da un custode per individuarlo, privo di qualsiasi didascalia di spiegazione.

Solo un foglietto con scritto "fondo Mario Birardi". Si tratta di una lettera (che porta in calce la data del calendario massonico, "il 20 del primo mese dell'anno della Vera Luce 5862"), con la quale i fratelli della loggia Dante Alighieri della Valle di Torino chiedevano a Garibaldi, in un'ottica di unificazione della massoneria italiana, di accoglierli nella sua loggia all'Oriente di Palermo della quale era Gran Maestro. "Trovai quell'eccezionale documento - spiega Birardi - da un antiquario di Bologna. Lo acquistai, e ora l'ho dato in comodato d'uso al Memoriale. Mi spiace però che sia stato esposto senza alcun richiamo. E' come se non ci fosse". Garibaldi acquistò per 35mila lire metà isola di Caprera (l'altra metà gliela regalarono gli inglesi), costruendo là, in quella macchia mediterranea spazzata dal vento, il suo quartier generale stile fazenda sudamericana. Fu uno dei più importanti massoni dell'Ottocento. Si affiliò tra i "Figli della Vedova" nel 1814, all'età di 37 anni, in America, nella loggia irregolare "L'asilo della virtù". Si regolarizzò poi il 24 agosto del 1844 a Montevideo, nell'Obbedienza "Gli amici della Patria", ispirata al Grand'Oriente di Francia. La vita massonica di Garibaldi è ben tratteggiata in un recente saggio di Carlo Petrucco ("Documenti su Garibaldi e la Massoneria", Gherardo Casini editore), che mette a fuoco, documenti alla mano, la partecipazione a vario titolo delle massonerie ottocentesche alle guerre per l'indipendenza della Penisola.

"Al momento della preparazione dei Mille - scrive Patrucco - la loggia di Genova ebbe certamente larga parte in favore della più azzardata delle imprese, e a quella loggia appartenne appunto quel G. B. Fauché, allora direttore generale della Società di navigazione Raffaele Rubattino, che, d'accordo con Garibaldi, permise che gli portassero via i due vapori, destinati alla Sicilia, la notte del 4 maggio 1860". Fu proprio la Loggia Madre di Palermo a offrire al "Liberatore dell'isola il terzo grado regolare, salvo più tardi, nel marzo del 1862, il conferimento di tutti i gradi della gerarchia, compreso il 33esimo, e l'ufficio del Gran Maestro a vita dell'ordine massonico del Rito scozzese antico e accettato". Da allora Garibaldi, fino alla morte, divenne il punto di riferimento di tutte le varie massonerie sparse sulla Penisola, spesso in conflitto una con l'altra. Fu lui a volere l'unificazione di tutte le logge sotto la volta stellata di un'unica obbedienza. Ma fallì. E da allora, ancora oggi le massonerie italiane sono lacerate da continue scissioni, e - a dispetto dei valori di tolleranza che propugnano - da faide fratricide. Se l'appartenenza di Garibaldi alla massoneria è più che nota, resta un mistero perché sia stata nascosta nel Compendio e nel Memoriale a lui dedicato. Forse è ancora oggi in auge la vecchia formula ottocentesca dell'ex ministro Farini secondo la quale "l'Italia deve essere stata fatta dagli italiani, e non dalle sette"?

Alberto Custodero
12 agosto 2014
inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2014/08/12/news/massoneria-8...
wheaton80
00lunedì 7 novembre 2016 19:18
Magaldi: Altro che Silvio e Gelli, il burattinaio è Napolitano

«Giorgio Napolitano? Ne penso molto male. Nello stesso anno in cui Berlusconi veniva iscritto alla P2, è stato iniziato alla Ur-Lodge “Three Eyes”, una superloggia internazionale antidemocratica, di cui la P2 non era altro che una succursale subalterna». Così Gioele Magaldi ai microfoni di “Colors Radio”, in una trasmissione dedicata all’approfondimento dell’attualità politica, italiana e internazionale. E il guaio è, aggiunge Magaldi, autore del saggio “Massoni, società a responsabilità illimitata”, che Napolitano è tuttora il grande manovratore della crisi italiana, apertamente a favore del Sì al referendum renziano. «Non mi piace l’idea di un Senato che permane, ma non è più eletto direttamente dal popolo sovrano», premette Magaldi, massone progressista, Presidente del Movimento Roosevelt e Gran Maestro del Grande Oriente Democratico. «C’è qualcosa di grave», dice, nel Senato-fantasma della riforma renziana. Ovvero: «Abituare i cittadini, in modo sublimimale, all’idea che ci possano essere organi istituzionali di un certo peso che non sono eletti direttamente». E’ una legittimazione dell’orribile Europa dei tecnocrati. «Ed è l’idea, spregevole, offerta da un Eugenio Scalfari che, passati i 90 anni, ha gettato la maschera definitivamente, nelle sue pulsioni antidemocratiche». Di recente, il fondatore di Repubblica ha infatti rivendicato la convinzione che la democrazia non sia altro che una forma di oligarchia “illuminata”.

«Scalfari – continua Magaldi – si inscrive benissimo in quell’ideologia propagata a partire dagli anni ‘70, di matrice “Three Eyes”, di organizzare le società lasciando formalmente esistere la democrazia ma svuotandola di sostanza e dando il vero potere a organi oligarchici e possibilmente anche tecnocratici». Fino a ieri, aggiunge Magaldi, Scalfari avrebbe dissimulato un pensiero del genere, come tuttora fanno i costruttori di questo ordine europeo e globale sostanzialmente non democratico. Ora invece Scalfari “non si tiene più”, parla senza infingimenti e senza veli:«Lo dice in faccia, al popolo: tu non sei sovrano, ed è bene che tu non sia sovrano. Se però il popolo mantiene la sua ignoranza, poi legittima anche questi cattivi maestri, che immginano di poter dire in modo impudente “viva l’oligarchia, abbasso la democrazia”». Cattivi maestri tra i quali Magaldi annovera con decisione lo stesso Napolitano, che definisce un uomo senza scrupoli, affiliato a una potentissima organizzazione oligarchica internazionale come la “Three Eyes”. Non regge neppure il paragone con un altro super-massone, Carlo Azeglio Ciampi, che – col divorzio di Bankitalia dal Tesoro – compromise il futuro della sovranità nazionale. «Ciampi ha molte gravi responsabilità riguardo al pessimo modo in cui l’Italia è entrata nell’Eurozona e la stessa Eurozona è stata costruita, insieme a questa Europa tecnocratica e antidemocratica», dichiara Magaldi.

«Però poi, quando è stato Presidente della Repubblica, è stato molto proficuo nel riportare i valori risorgimentali e unitari, e anche nell’arginare certe intemperanze un pò sgangherate dell’allora Presidente del Consiglio Berlusconi». Quindi Ciampi «ha fatto molto male fino all’elezione al Quirinale». Poi, quando diventò Presidente «ormai il male era fatto». Però bisogna ammettere che «ha fatto anche qualcosina di buono». Napolitano, invece, no:«Ne penso tutto il male possibile, lo considero un avversario, un antagonista, di cui riconosco semmai la raffinata abilità». Fin dall’inizio della sua lunghissima carriera politica, continua Magaldi, Giorgio Napolitano «si è distinto per spregiudicatezza, cinismo e, francamente, per una sua vocazione autenticamente oligarchica e antidemocratica». Nella prima fase della sua storia «è stato fra i togliattiani filo-stalinisti che criticavano i compagni che protestavano per l’invasione sovietica dell’Ungheria». Poi, quando il vento gli sembrava cambiato, «è stato tra i protagonisti della cosiddetta corrente “migliorista” del PCI che dialogava anche ufficialmente con gli Stati Uniti e col mondo democratico occidentale». Napolitano è stato poi tante altre cose, «ma tutto quello che ha fatto l’ha fatto promuovendo se stesso, quindi con una grande cura del suo interesse e della sua ascesa personale». Non era nella P2, ma nella “Three Eyes” sì, dichiara Magaldi: fu affiliato proprio mentre il Cavaliere entrava nella rete di Gelli, che in Italia suscitò enorme scandalo.

Peccato però che la P2 fosse solo la succursale italiana, e minore, della grande superloggia di Kissinger. Naturalmente, l’interessato non ha mai confermato:«Nonostante interrogazioni di parlamentari del Movimento 5 Stelle, non c’è mai stata risposta su questa affiliazione». Eppure, insiste Magaldi, «proprio in quanto rappresentante della “Three Eyes”, Napolitano ha favorito lo scandaloso avvento di Mario Monti al potere, un Monti insignito anche del ruolo di senatore a vita con relativa indennità». Monti? «Dovrebbe un giorno essere chiamato a rispondere dei danni gravissimi, economici e civili, che ha causato al nostro Paese». Anche di questo, conclude Magaldi, bisogna ringraziare Napolitano, che «è stato il padre dell’operazione Monti». Poi è stato anche «il padre dell’operazione Enrico Letta», prima di dover «subire in qualche modo l’avvento di Matteo Renzi». E adesso, nonostante si sia dimesso da Presidente della Repubblica, «continua a fare il grande burattinaio, il grande manovratore, come ha sempre fatto». Ma attenzione:«Un personaggio così non ha nemmeno bisogno di fare il Presidente della Repubblica per avere questo tipo di potere, che gli deriva dalle sue ascendenze massoniche di segno neo-aristocratico». Non c’è da stupirsi, dunque, che resti in cabina di regia: evidentemente è il super-garante di poteri fortissimi, gli stessi peraltro che tifano per la vittoria di Renzi al referendum.

4 novembre 2016
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wheaton80
00lunedì 23 agosto 2021 16:15
Carlo Palermo:"Dalla P2 ai Rosacroce, c'è una loggia massonica che opera per il Governo Mondiale"



Dalle carte sui Rosacroce, a quelle della P2. Quindi i riti, le simbologie, i condizionamenti che si nascondono dietro una serie di fatti chiave che hanno riguardato la nostra storia. Anche di questo parla l'ex magistrato Carlo Palermo nel suo libro “Il Patto – La piramide rovesciata della loggia π2” (Il Sacro Monte Editore). Argomenti affrontati in questa nuova intervista rilasciata al ricercatore e documentarista Pier Giorgio Caria per ANTIMAFIADuemila Tv. Carlo Palermo mette in evidenza ulteriori documenti, raccolti quando già il libro era in stampa, che erano stati inseriti agli atti di processi e commissioni d'inchiesta, ma che non sono stati approfonditi. Una ricerca che parte anche dal lavoro svolto da Sergio Flamigni, membro della Commissione della P2, che individuò l'esistenza dell'organo superiore. "Il problema del governo mondiale", aggiunge Palermo, "era scritto in alcuni documenti che erano stati sequestrati a Gelli e che riguardavano le attività svolte a Monaco, dalla super loggia. Il fatto che gli elenchi ci fossero anche in Uruguay e lì vi fosse l'elenco più completo, è un dato. Ma non ci furono insistenze della Commissione o viaggi o rogatorie".

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