Ricerca: la dieta vegetariana protegge il cuore

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wheaton80
00venerdì 1 febbraio 2013 14:05

(AGI) - Oxford, 31 gennaio 2012 - Il rischio di morte o di ospedalizzazione per una patologia cardiaca e' piu' basso del trentadue per cento tra i vegetariani rispetto alle persone che mangiano carne e pesce secondo un nuovo studio dell'Universita' di Oxford. La ricerca pubblicata sul Journal of Clinical Nutrition suggerisce che la dieta vegetariana puo' significativamente ridurre il pericolo di subire un attacco cardiaco o di ammalarsi di patologie al cuore. "La maggior parte dei benefici della dieta vegetariana sulla salute e' causata dagli effetti sul colesterolo e sulla pressione sanguigna" ha spiegato Francesca Crowe, autrice dello studio.

"Cio' dimostra che la dieta vegetariana contribuisce in maniera determinante alla riduzione di fattori di rischio importanti per la salute del cuore e possiede un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie cardiache" ha precisato la Crowe, ricercatrice della Cancer Epidemiology Unit ad Oxford. Lo studio e' il piu' grande mai effettuato nel Regno Unito ad indagare gli effetti sul cuore della dieta vegetariana e non.

L'indagine ha coinvolto oltre 45 mila volontari che hanno partecipato allo European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC)-Oxford study. Dai risultati e' emerso che i vegetariani riducono il rischio di morire o di ammalarsi di patologie cardiache del trentadue per cento rispetto ai non vegetariani.

www.agi.it/food/notizie/201301311223-eco-rt10099-ricerca_la_dieta_vegetariana_protegge_...
wheaton80
00domenica 3 febbraio 2013 16:44
Arriva il "Pasta madre day". A Catania la fiera del lievito

Farina, acqua e la magia di una notte. Alle nostre nonne bastava solo questo per fare il "criscenti", il lievito naturale per impastare e poi cuocere pane e biscotti senza aggiungere polveri chimiche o il più pesante lievito di birra. Oggi anche a Catania, come in molte altre città d'Italia, si festeggia il "Pasta madre day" dedicato in particolare ai grani antichi, la festa del lievito madre organizzata da Manitese, Rifiuti zero Sicilia, A' fera bio, e dal Forum acqua bene comune, dove la rete di "spacciatori" locali (si fanno chiamare proprio così) donano pezzetti di lievito vivo da mantenere attivo e usare in casa. I catanesi sono stati chiamati a presentarsi in piazza Verga, proprio di fronte al Tribunale, con un barattolino di vetro munito di coperchio. E così è avvenuto, tra curiosità e richiesta di ricette e istruzioni. Nel pomeriggio alcuni esemplari di grano antico sono stati seminati al Campo S. Teodoro liberato di Librino, mentre un corso di panificazione è stato organizzato in un forno di via Etnea. Quella degli "spacciatori" della pasta madre è in realtà una figura piuttosto nota agli amanti della cucina naturale - esiste persino una mappa di donatori di criscenti reperibile nel sito di volontari www.pastamadre.net - che si scambiano ricette ed inviti sul web. Un vero e proprio movimento, spesso collegato con il mondo del biologico, che ora approda anche in Sicilia.

Rosa Maria Di Natale
palermo.repubblica.it/cronaca/2013/02/02/foto/arriva_il_pasta_madre_day_a_catania_la_fiera_del_lievito-517...


wheaton80
00mercoledì 8 gennaio 2014 01:12
L'asma si batte con frutta e verdura

Dalla Svizzera arriva la scoperta che una corretta alimentazione è uno dei fattori più importanti per combattere l'asma. Il team di ricerca guidato da Benjamin Marsland dell'Università di Losanna ha sperimentato gli effetti sulle vie respiratorie di una dieta composta da frutta e verdura, e quindi ricca di fibre, e ha scoperto che queste ne riducono le infiammazioni e irritazioni, sempre più frequenti nella società moderna. Alcuni topi alimentati a frutta e verdura hanno registarto una diminuzione di asma e altre malattie respiratorie. Sembra infatti che le fibre apportano all'organismo acidi grassi a catena corta che sono facilmenti digeribili dalla flora intestinale, che nel caso degli ex fumatori è la principale causa dell'aumento di peso. I batteri quindi innescano un processo che aumenta il sistema immunitario e riduce le infiammazioni anche delle vie respiratorie. Tra le proprietà positive riconducibili alla frutta, in particolare quella secca, c'è anche quella di allungare la vita e rallentare l'invecchiamento.

Matteo Testa
07/01/2014
www.datamanager.it/news/lasma-si-batte-con-frutta-e-verdura-52...
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00domenica 2 febbraio 2014 21:24
Intervista a Valdo Vaccaro - Alimentarsi Correttamente

wheaton80
00sabato 15 febbraio 2014 01:25
Mike Fermont, un grande atleta veg



Mike Fermont ha completato la mezza maratona di Knoxville in 3 ore, 3 minuti e 56 secondi, aggiudicandosi così il record mondiale per la sua categoria. Nulla di strano se non fosse per i suoi sempreverdi 91 anni, coltivati egregiamente con una dieta veg. Mike Fermont racconta di avere iniziato a correre dopo i 30 anni, per cercare di alleggerire lo stress di una vita da single con 3 figli. A 69 anni gli è stato diagnosticato un tumore che lo ha indotto a smettere di mangiare carne e latticini. Mike Fermont sostiene che la dieta vegana abbia contribuito alla regressione del tumore ed è fermamente convinto che sia anche il motivo della sua salute e dei suoi grandi successi sportivi. Come dargli torto. Oggi questo grande atleta, e intendo grande in tutti i sensi, ha all'attivo, oltre quest'ultimo successo, il record americano per la categoria 90-94 anni per la mezza maratona di Knoxville in 2 ore, 56 minuti e 26 secondi e il record americano e mondiale per la sua categoria per aver completato la maratona di Huntington in 6 ore, 35 minuti e 47 secondi. Non posso che augurargli altri mille anni di successi sportivi.

www.vegtimes.it/index.php/news/articoli/item/362-mike-fermont-un-grande-at...
wheaton80
00mercoledì 26 febbraio 2014 00:15
La dieta vegetariana abbassa la pressione

Rinunciare alla carne a mangiare vegetariano potrebbe aiutare gli ipertesi ad abbassare la pressione del sangue. Lo dimostra una corposa analisi su 258 ricerche che hanno studiato vegetariani e onnivori dagli anni ‘50 ad oggi (inclusi 32 studi osservazionali e sette trial controllati), diretta dai ricercatori giapponesi delle Università di Osaka e Tokyo insieme a colleghi di Washington e Pittsburgh. L’analisi è stata pubblicata su Jama Internal Medicine:

archinte.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=1832195

I NUMERI - Gli studi osservazionali hanno mostrato che i vegetariani avevano una pressione sistolica (massima) di 7 mmHg più bassa rispetto ai mangiatori di carne e una pressione diastolica (minima) di 5 mmHg inferiore. I partecipanti vegetariani ai trial clinici avevano invece, rispettivamente, una pressione di 5 e 2 mmHg inferiore rispetto ai non vegetariani.

FIBRE E POTASSIO - «Consumare frutta, verdura, cereali e legumi significa aumentare il contenuto di fibre e di potassio, elementi in grado di ridurre i valori sistolici e diastolici - scrivono gli autori - Per alcune persone correggere l’alimentazione può bastare a mantenere la pressione nella norma senza ricorrere ai farmaci».

25 febbraio 2014
www.corriere.it/salute/nutrizione/14_febbraio_25/dieta-vegetariana-abbassa-pressione-c37ef596-9e26-11e3-a9d3-2158120702...
wheaton80
00mercoledì 26 febbraio 2014 00:21
La carne cotta favorisce l'Alzheimer

Arrivano brutte notizie per gli amanti della carne. Secondo i ricercatori dell'Icahn School of Medicine di Mount Sinai, l'assunzione di bistecche e simili favorirebbe l'insorgenza della demenza e dell'Alzheimer, una delle malattie simbolo del 21esimo secolo. La causa di questa problematica è legata agli AGEs, una sostanza che si crea quando le proteine e i grassi reagiscono con lo zucchero.

La carne è nemica del cervello

Dallo studio dei ricercatori statunitensi è emerso che gli animali nutriti con alimenti ad alto contenuto di AGEs registravano un aumento allarmante delle proteine marcatrici dell'Alzheimer nel cervello e mostravano i primi sintomi della demenza. "Ingeriamo queste tossine in enormi quantità nel corso della nostra vita - ha spiegato Helen Vlassara, il primo fra gli autori della ricerca - Il problema principale non è tanto l’assunzione di queste sostanze, ma l’accumulo, che con il tempo e l’età può promuovere l’infiammazione cronica nel corpo". Gli esperti non vogliono certo spingere verso l'adozione di una dieta vegetariana, che comunque ha effetti benefici comprovati, ma consigliano comunque di aumentare le dosi di frutta e verdura nella propria dieta. Per quanto riguarda la cura per l'Alzheimer, che pare sia favorito anche da elevati livelli di stress, i ricercatori hanno sperimentato con un discreto successo l'uso del resveratrolo, una sostanza contenuta nella buccia dell'uva.

25/02/2014
www.datamanager.it/news/la-carne-cotta-favorisce-lalzheimer-54...
wheaton80
00mercoledì 12 marzo 2014 23:44
La disgrazia di essere sani


Lettera

Un anno e tre mesi senza un singolo acciacco

Ciao carissimo Valdo! Non voglio rubarti troppo tempo ma solo ringraziarti, supportarti e dare a te e a tutti i lettori del blog la mia testimonianza. Un anno e 3 mesi vegano tendenzialmente crudista, e mai un malanno, un acciacco, un mal di gola o un raffreddore! Da rilevare che prima ero alquanto cagionevole. Ormai non temo freddo, pioggia, vento, o gola esposta alle intemperie.

Resistenza fisica fuori del normale
Ho una resistenza fisica che fino a poco più di un anno fa era inimmaginabile ed ora è la normalità, anche se a volte quando mi fermo a pensarci ancora mi stupisco! Cresciamo e viviamo accettando e pensando che sia normale ammalarsi dopo aver preso freddo o perchè, come ho sentito ad esempio l'altro giorno, si è usciti dalla palestra con i capelli bagnati. Ma non è così. Gente che si ammala per un niente, influenze, febbri ed altre incombenze. Succedeva anche a me, ma ne sono completamente fuori. Un abbraccio.

Edoardo


Risposta

Non aspettarti grandi complimenti dalla Sanità Pubblica

Ciao Edoardo. Grazie per questa ennesima testimonianza di salute. Importantissima per noi e non solo per te medesimo. Per la medicina e i ministeri correlati essere sani, al contrario, non serve un cacchio. Prova tu a recarti in un qualsiasi ambulatorio e dire che stai bene e che vorresti un "certificato di salute", a conferma della tua straordinaria forma fisica. Ti prenderanno per provocatore o addirittura per disturbato di mente. Ti diranno che la cosa non è di loro pertinenza e, magari che hai bisogno di qualche psico-farmaco.

La casta del malessere
La casta è una categoria di persone che per nascita, condizione economica, professione o comunanza di idee, si considera distinta dalle altre, attribuendosi o godendo di particolari diritti o privilegi. Abbiamo la casta dei nobili, la casta della politica, la casta dei militari. Oggi c'è pure la casta della malattia, chiamata appropriatamente mafia della malattia dalla grande fisiologa canadese Ghislane Lanctot. Per questa casta, già il dichiararsi sani è qualcosa di offensivo e di deplorevole. Potresti essere anche multato ed arrestato per questo, specie con le nuove leggi europee in via di approvazione. Sarà vietato coltivare nel tuo stesso orto le piante che ti interessano, e sarà vietato seminare, salvo che i semi non siano ibridi della Monsanto.

Per le istituzioni e la politica salute significa miseria
Sulla salute non si guadagna niente e non si paga niente. Non si fanno bilanci e non si stabiliscono fondi sulla vivisezione e la sperimentazione su animali, né si dispongono provvedimenti finanziari a favore degli ospedali o degli Enti di assistenza. È risaputo che, nella ideologia dei governi statali spendaccioni, più si spende e più chance si hanno di prevedere delle tangenti, dei sottobanchi, delle regalie. Questo avviene sia per le opere pubbliche, lasciate malamente a metà, che per le varie sovvenzioni previste per rimborsi alle case farmaceutiche o per acquisire dai Romsfield e dalla Pfizer nuovi vaccini come il famigerato e scandaloso Tamiflu, su cui il Ministero della Salute si guarda bene dal pronunciarsi, quasi che il fatto non fosse mai avvenuto.

E se si desse invece un bel premio annuo a chi non si ammala mai?

Con i bilanci dello stato che piangono, dovrebbero essere previsti dei sostanziosi premi annui per chi si mantiene in forma e non fa scialacquare del danaro pubblico in assenze dal lavoro, in visite e test inutili, in acquisti di farmaci che finiscono nel 90% dei caso i nei cassetti delle immondizie. Zero spese per la salute? Bonus annuale di 5000 euro, ritirabile senza intoppi burocratici presso le casse del Comune di appartenenza. Vorrei proprio vedere se la situazione non prenderebbe una piega diversa!

Valdo Vaccaro
valdovaccaro.blogspot.it/2014/03/la-disgrazia-di-essere-s...
wheaton80
00giovedì 27 marzo 2014 01:26
Le Iene: la storia di Antonio, guarito da un tumore grazie ad una dieta vegana

www.iene.mediaset.it/puntate/2014/03/05/trincia-alimentazione-e-malattie_83...
wheaton80
00sabato 29 marzo 2014 00:02
Il Torquemada dei nostri giorni: da "Le Iene" al licenziamento della d.ssa De Petris

Sono passati non molti secoli, da quando i men in black, gli uomini in nero della santa chiesa cattolica e apostolica di Roma, mandavano sul rogo tutte le persone, soprattutto donne, in particolar modo levatrici, cioè le antesignane delle ostetriche che sapevano far nascere, e le erboriste, coloro che sapevano usare le piante medicinali. Chiunque in odore di maligno faceva una triste fine. Nei nostri giorni le cataste di legna sono andate un po' fuori moda, vuoi anche per il costo della stessa, eppure il sistema non è cambiato, ad eccezione se vogliamo, della tunica che è passata dal nero ecclesiastico al bianco dei camici ospedalieri. Oggi l'inquisizione, per così dire scientifica, lavora alacremente forse anche più del passato, con la differenza che nel corso del tempo il sistema si è fatto più intelligente e meno spudorato. I processi inquisitori, in cui il giudice e l'accusatore sono incarnati dalla stessa persona o istituzione, avvengono utilizzando vari strumenti, tra cui la diffamazione e la calunnia, il discredito per giungere alle minacce e ritorsioni professionali. In tutto questo gioca un ruolo importantissimo lo strumento prìncipe di controllo sociale: i mezzi di comunicazione di massa! Veniamo ai fatti. Mercoledì 5 marzo 2014, durante la trasmissione de “Le Iene” su Italia1, è andato in onda un servizio ben documentato su Antonio ("La storia del tumore guarito di Antonio"), un signore malato di tumore al cervello (in metastasi) che è riuscito non solo a bloccare la malattia, ma ad invertire il processo, grazie anche all'introduzione di una alimentazione vegana-crudista. Questa persona è stata seguita da Michela De Petris, un medico chirurgo specializzato in nutrizione oncologica, che lavora sia privatamente, sia come specialista all'IRCCS San Raffaele di Milano.

Il percorso che questo medico ha fatto intraprendere ad Antonio, è stato un periodo iniziale di alimentazione esclusivamente crudista, soprattutto a base di vegetali a foglia verde per agevolare e permettere una intensa disintossicazione organica, per poi far rientrare lentamente nella dieta, assieme a quelli crudi, anche vegetali cotti. In soli tre mesi dal cervello gli è sparito un tumore di oltre 2 cm di diametro. Inoltre la d.ssa De Petris, sempre nella trasmissione ha detto che "non c'è malattia che non si giovi del miglioramento alimentare. In tanti casi, cambiando alimentazione è possibile guarire da patologie: allergie, patologie reumatologiche, eczemi, irritazioni, dermatiti, diabete, patologie infiammatorie, intestinali come il morbo di Crohn, ipercolesterolemia, calcolosi, malattie auto-immuni e molto spesso anche patologie tumorali, soprattutto quelli ormono-sensibili (mammella, colon, prostata)". Una storia veramente meravigliosa: cosa c'è di più bello per un medico partecipare attivamente alla guarigione da un tumore di uno dei propri assistiti? E soprattutto, cosa c'è di più bello nel vedere e sentire la testimonianza di una famiglia completamente rinata dopo un periodo buio in cui avevano perso ogni speranza, soprattutto dopo il ritorno del tumore. Come non dare ragione a questo medico? In fin dei conti lo stesso Ippocrate, padre della medicina moderna, ha sempre puntato molto nella dietetica per migliorare e guarire i suoi pazienti. Oggi purtroppo per noi tutti, ai medici nel lungo percorso universitario non vengono insegnati i principi fondamentali della nutrizione, e questo non è un caso o una banale dimenticanza. I medici moderni non devono sapere nulla di alimentazione corretta, altrimenti si rischia la salute delle persone. Ricordiamo che non si guadagna dalla salute, ma solo dalla malattia! Come detto, l'inquisizione è sempre attiva e in allerta: le orecchie sono sempre ben spalancate. Non a caso, il giorno seguente la trasmissione, il 6 marzo 2014, esce sùbito un comunicato stampa ufficiale del San Raffaele, scritto in fretta e furia e i numerosi errori ortografici lo dimostrano, in cui vengono prese le distanze dalle dichiarazioni della dottoressa. Le lobbies avevano già alzato il telefono assieme alla voce... Quindi invece di premiare per meriti professionali e umanitari la d.ssa De Petris, un Medico che porta avanti e fa onore all'Ars Medica di ippocratica memoria, sembrerebbe che il primario del San Raffaele l'ha chiamata nel suo ufficio e licenziata in tronco! Funziona così il Sistema? E' questo il moderno rogo?

Tornando alla De Petris, siccome l'ospedale in cui lavora, o meglio lavorava, prende moltissimi soldi dalle case farmaceutiche per le costosissime cure farmacologiche* fornite ai pazienti malati di tumore, il suo intervento in televisione ha danneggiato economicamente la struttura. Non doveva proprio farlo; non doveva permettersi di dire che molte malattie possono guarire con la semplice alimentazione! Errore fatale. Una persona che segue i protocolli ufficiali, cioè radio e chemio, può costare al Sistema oltre 200 mila euro al mese, e questo per la gioia delle industrie. Quanto costa invece una persona che modifica il proprio stile di vita, in primis l'alimentazione? Oggi aiutare le persone a guarire da tumori con sistemi naturali che non contemplano i devastanti e carissimi chemioterapici, è eresia, per non dire stregoneria, e come tale va sradicata sul nascere. Nonostante il San Raffaele sia una struttura privata, a farne le spese è stato un medico che in Scienza e Coscienza (come afferma il Codice dentologico medico, e l'articolo 5, lettera C della Dichiarazione di Helsinki) ha seguito un assistito, aiutandolo a guarire da un tumore metastatizzato al cervello. Qual è la motivazione ufficiale del licenziamento? La puzza di zolfo? La d.ssa Michela De Petris è l'ennesimo Medico incappato nel "Malleus Maleficarum" (il Maglio delle streghe). Mi auguro che la magistratura ma anche l'ordine dei medici intervengano con una seria indagine, prendendo provvedimenti nei confronti di questo primario e dell'intero ospedale. Il tempo è assolutamente maturo per cercare di cambiare questo sistema che oramai è marcio fino dentro le mura degli ospedali. La medicina moderna è infatti sempre più nella morsa delle industrie della chimica e farmaceutica e a pagarne le spese, oltre ai Medici onesti sono anche le persone comuni, perché mettendo i ceppi ai polsi dei medici, bloccano la nostra libertà di cura e libertà di scelta terapeutica. Infine, è molto probabile che abbiano tirato le orecchie anche agli stessi giornalisti de Le Iene, responsabili del servizio (troppo ben fatto) su Antonio, gli stessi che l'anno scorso sono venuti a Padova per intervistare Angelo, guarito dal diabete e presidente dell'Associazione "Oltre il Diabete". Stranamente questo servizio sulla guarigione da diabete non è mai andato in onda, e dopo il recente putiferio, sicuramente non lo vedremo mai... Comunque sia, grande stima e totale solidarietà al Medico Michela De Petris.

*Qualche esempio di costi dei chemioterapici, tratto dal libro "Cancro Spa"

1. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Paclitaxel associato a Cisplatino (ECOG 1594) per 100 pazienti: 128.217,00 euro.
2. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Vinolrelbina associata a Cisplatino (TAX 326 + ILCP) per 100 pazienti: 200.940,00 euro
3. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Paclitaxel associato a Carboplatino (ECOG 1594 + ILCP) per 100 pazienti: 216.945,00 euro
4. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Gemcitabina associata a Cisplatino (ECOG 1594) per 100 pazienti: 409.020,00 euro
5. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Docetaxel associato a Cisplatino (ECOG 1594 + TAX 326) per 100 pazienti: 540.093,00 euro
6. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Docetaxel associato a Carboplatino (TAX 326) per 100 pazienti: 548.955,00 euro

Cifre colossali che si riferiscono “solamente” ai costi dei farmaci chemioterapici nei sei tipi di trattamenti terapeutici presi in considerazione nella “Valutazione dei costi associati alle terapie ‘platinum based’” e pubblicate nel Giornale italiano di Farmacia clinica”. Se a questo sommiamo i costi della “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse” il totale ha dell’incredibile!

1. Costo 6 cicli di chemioterapia (Paclitaxel e Cisplatino) + “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse” per 100 pazienti: 452.096,00 euro
2. Costo 6 cicli di chemioterapia (Vinolrelbina e Cisplatino) + “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse” per 100 pazienti: 814.366,00 euro
3. Costo 6 cicli di chemioterapia (Paclitaxel e Carboplatino) + “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse” per 100 pazienti: 467.550,00 euro
4. Costo 6 cicli di chemioterapia (Gemcitabina e Cisplatino) + “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse” per 100 pazienti: 703.251,00 euro
5. Costo 6 cicli di chemioterapia (Docetaxel e Cisplatino) per 100 pazienti: 841.978,00 euro
6. Costo 6 cicli di chemioterapia (Docetaxel e Carboplatino) + “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse” per 100 pazienti: 825.887,00 euro

Aggiornamento del 26 marzo 2014
Esattamente ieri, 25 marzo, la Direzione Sanitaria dell'Ospedale San Raffaele di Milano, ha pubblicato un comunicato stampa ufficiale, dal titolo: "Nutrizione e patologie oncologiche". Con tale nota affermano che quanto pubblicato in alcuni siti di informazione, come questo p.e., in merito alla vicenda della d.ssa Michela De Petris, è tutto errato! I baroni dell'HSR, dichiarano quindi pubblicamente, che "il contratto di consulenza per prestazioni mediche libero professionali è tuttora in corso, e che non vi è mai stato alcun 'licenziamento in tronco' della dottoressa". Quindi il medico può continuare a lavorare senza alcun problema? Strano, perché la d.ssa De Petris conferma che le cose riportate da questo articolo sono avvenute realmente. Quindi qualcuno non ce la sta raccontando giusta. Chi sarà? Il medico, lasciato solo e isolato anche "dai colleghi che tengono famiglia", la cui unica colpa è quella di praticare in Scienza e Coscienza l'Ars Medica, oppure chi è culo e camicia con le industrie del farmaco, che guadagnano montagne di soldi dalle cure oncologiche?

Marcello Pamio
24 marzo 2014
www.disinformazione.it/inquisizione_moderna.htm
wheaton80
00lunedì 26 maggio 2014 03:03
"Io, allevatore diventato vegano: ora le mucche concimano l'orto"



Fabrizio Bonetto ha capito quel che voleva fare un giorno che il camion è venuto a prendersi gli ultimi vitelli per portarli al macello. Con la moglie Michela, proprietaria della fattoria ereditata dai genitori a Cavour, ha tenuto un summit in cucina: "Basta vendere le bestie. Basta mungerle. Quelle che abbiamo ce le teniamo, il letame lo usiamo per fare un orto biologico e quel che avanza lo vendiamo ai vicini". Detto e fatto. E, per essere del tutto coerenti, i Bonetto (oltre a Fabrizio e Michela ci sono due ragazzi di 11 e 15 anni) la carne non la mettono neppure più sulla tavola. La cascina ora si chiama Farm Serenity Cow, venti giornate di terra e due stalle che ospitano 9 mucche e 8 cavalli, più due caprette, un maiale, un paio di cani e di gatti e un numero imprecisato di conigli, galline e oche. Speranza e Veggie sono le due mucche fortunate, quelle che erano ancora vitelline quando i Bonetto iniziarono la loro riconversione. Le sette "anziane", invece, hanno superato i dieci anni e invecchiano bene. "Sono più serene - spiega l'allevatore "pentito" Fabrizio, il vegano di campagna che potrebbe dare il via a una tendenza - perché non sentono e non vedono più quel camion con le sbarre andare e venire. Per noi sono animali da compagnia, anche piuttosto costosi: vivono all'aperto di giorno, mangiano l'erba, ma d'inverno dobbiamo acquistare grandi quantità di fieno. Ora stiamo proponendo loro anche gli sfalci delle siepi, come già si fa nei paesi dell'Est, con buoni risultati". E i cavalli? "Ce li hanno portati. E noi li abbiamo adottati, pensando che magari poi qualcuno li avrebbe ripresi. Diciamo che stanno facendo un soggiorno piuttosto lungo, e che sono più facili da mantenere delle mucche". Va bene non voler trasformare i propri animali in bistecche, ma perché non continuare a produrre latte? "Perché dal 2011 io non li vedo più come un 'prodotto', ma come esseri viventi. Una mucca da latte vive 6 o 7 anni, produce 6 o 7 vitelli e viene allattata per 300 giorni all'anno. Non è una bella vita". Ora la Farm Serenity Cow è diventata una fattoria didattica, i bambini possono visitarla e anche nascondersi nel capanno per osservare gli uccelli selvatici, come i codirossi, i fringuelli e i verdoni che sono tornati grazie a un'altra innovazione dei Bonetto: la creazione di siepi campestri alte fino a 4 metri e le mangiatoie invernali. Qui, neppure le chiocciole sono di troppo: quando le trovano intente a far colazione con le insalate dell'orto, i Bonetto le prelevano delicatamente e le portano sulle rive non coltivate, e allevano anche le coccinelle, utili a eliminare altri insetti nocivi. Niente pesticidi, ça va sans dire, solo il letame prodotto dalla Farm. Fabrizio Bonetto non è un guru, i lumaconi senza guscio che divorano tutto fanno arrabbiare anche lui. Parla con rispetto di chi ancora alleva: "Ci vuole molta passione, conoscenza e rispetto delle bestie. Che però sono un business, anzi, il business". Come vanno gli affari? "Malino, grazie. Coltiviamo da soli un grande orto con tutti i prodotti della zona e li vendiamo, portandoli anche a casa. Ora abbiamo riconvertito a canapa da fibra una parte dei campi di mais, vedremo quest’anno come va. Ma teniamo duro, ci piace quello che facciamo”. Giovedì 8 maggio, i Bonetto e i loro prodotti bio saranno ospiti di Ratatouille, la gastronomia vegana di corso Tortona 2/g, per un aperitivo solidale, dalle 19 in poi. E chissà che il loro 'pentimento' non diventi contagioso.

Vera Schiavazzi
05 maggio 2014
torino.repubblica.it/cronaca/2014/05/05/news/io_allevatore_diventato_vegano_ora_le_mucche_concimano_l_orto-8...
wheaton80
00mercoledì 11 giugno 2014 04:35
Enpa: Carne infetta e strage di polli, oggi 'martedì nero' allevamenti

"Tra centinaia di bovini adulterati e 50 mila polli morti a seguito di un incendio, il 10 giugno 2014 potrebbe essere ricordato come il 'martedì nero' degli allevamenti". Lo dichiara l'Ente Nazionale Protezione Animali. "E' ormai evidente - prosegue - che fatti questo tipo non possono essere considerati episodici ma sono causati da modelli alimentari, ormai anacronistici, ancora centrati sul consumo di carne e sul sistema di allevamenti intensivi che tale consumo rendono possibile". "D'altro canto - prosegue l'Enpa - è forse un mistero che i polli vengano ammassati a decine di migliaia nello spazio di pochi metri quadrati con una promiscuità che, oltre ad essere causa di sofferenza per gli animali facilita in maniera esponenziale l'insorgere e la trasmissione di patologie? E' forse un mistero che, come più volte denunciato anche da autorevoli istituzioni internazionali, agli animali degli allevamenti vengano somministrate sostanze potenzialmente pericolose per la salute degli animali stessi e dell'uomo?". "Il consumo della carne e l'industria ad esso legata - conclude l'Enpa - causano ogni anno la sofferenza e la morte di milioni di animali, oltre ad essere tra i principali responsabili dell'inquinamento del pianeta e di numerose gravi patologie che minacciano la nostra salute. Se tutti noi scegliessimo una alimentazione 'veg', vivremmo in modo più non solo sano ma, soprattutto, più etico".

10 giugno 2012 (LaPresse)
it.notizie.yahoo.com/enpa-carne-infetta-e-strage-di-polli-oggi-162650...
wheaton80
00mercoledì 11 giugno 2014 04:45
Carne infetta e con marchi falsi. Denunciati allevatori e veterinari

ROMA - Carne infetta e con marchi falsi venduta al posto di quella fiorentina e umbra. Con il rischio, sventato in tempo dai carabinieri del Nas, che fettine e bistecche finissero sulle tavole delle famiglie italiane. È quanto è emerso dall’operazione dei militari sfociata in 80 denunce, compresi sei veterinari compiacenti, e nel sequestro di 100 bovini che si aggiungono ai 500 abbattuti a partire dal 2011.

I capi

L’indagine è stata condotta dal Nas di Perugia e dalla procura umbra, ma si è estesa a molte altre Regioni, compreso il Lazio. Proprio dalle province laziali, secondo i carabinieri, proveniva una parte dei carichi di carne utilizzata dall’organizzazione per il maxi raggiro da milioni di euro che si basava su quattro aziende agricole. E proprio a Roma e nel Lazio gli investigatori hanno sequestrato partite di carne. Secondo il capitano Marco Vetrulli, che guida il Nucleo antisofisticazione di Perugia, a capo della banda c’erano due allevatori, un perugino già implicato in un’indagine analoga e ora sotto processo, e un aretino. I sequestri, spiega l’ufficiale, non riguardano carni infette, ma solo bovini con certificazioni non idonee. E non c’è, come nel 2011, pericolo di trasmissione di malattie all’uomo - tubercolosi, brucellosi, blue tongue - perché, aggiunge Vetrulli, «nessuna fetta di carne infetta è comunque arrivata nel piatto di qualche consumatore. Abbiamo bloccato tutto prima».

Veterinari infedeli
Il valore dei bovini sequestrati è di due milioni di euro e l’indagine, che ha impegnato 300 carabinieri, si è sviluppata in Umbria, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Lombardia, Abruzzo, Basilicata, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. Coinvolti 56 allevatori, tre autotrasportatori e sei veterinari delle Asl del centro-sud (Perugia, Arezzo, L’Aquila, Foggia, Potenza e Matera) che falsificavano passaporti e marche auricolari del bestiame per introdurre sul mercato bovini di razza ed età diverse da quelle certificate dai documenti. «Siamo di fronte all’ennesimo scandalo alimentare italiano - attacca il presidente del Codacons, Carlo Rienzi -. Ancora una volta la salute dei consumatori è messa a repentaglio da gravi illeciti nel campo alimentare. Vogliamo sapere dalle autorità i nomi delle ditte coinvolte nella vicenda, in modo che i cittadini che hanno consumato carne infetta possano essere informati e avviare le dovute azioni legali: in caso di commercializzazione di carne infetta presso i consumatori, si aprirebbe automaticamente il fronte dei risarcimenti in favore di chi ha acquistato e consumato alimenti non solo contraffatti e con marchi falsi, ma addirittura infetti, con potenziali pericoli sul fronte sanitario».

Tra Latina e Frosinone
Anche la provincia di Latina e quella ciociara sono coinvolte nell’indagine del Nas. I militari hanno ispezionato tre allevamenti, due in provincia di Latina e uno a Frosinone, riscontrando irregolarità documentali. Gli allevatori, falsificando i dati anagrafici degli animali, spacciavano i propri capi di bestiame come esemplari di razza chianina oppure altre tipologie pregiate per rivendere la carne a un prezzo più alto. Secondo quanto appreso dal comando del Nas di Latina, gli allevamenti visitati dai carabinieri si trovano a Veroli (Frosinone), a Sezze e a Roccasecca dei Volsci.

Rinaldo Frignani e Michele Marangon
10 giugno 2014
roma.corriere.it/notizie/cronaca/14_giugno_10/carne-infetta-marchi-falsi-denunciati-allevatori-veterinari-a6ff5d28-f09e-11e3-b5f1-b439b2d375...
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00venerdì 27 giugno 2014 23:23
Frutta e verdura rimedio naturale contro le malattie croniche

Frutta e verdura possono aiutare in maniera naturale contro le malattie croniche. A sostenerlo uno studio condotto dai ricercatori australiani dell’Università di Adelaide, in collaborazione con i colleghi di università e centri di ricerca cinesi e canadesi, pubblicato sulla rivista scientifica Clinical Nutrition. Merito delle fibre in esse contenute, che metterebbero al riparo non soltanto da asma e diabete, ma anche da ipertensione, anemia, ictus e ipercolesterolemia. La ricerca ha collegato le abitudini alimentari degli oltre 1.000 volontari a 11 differenti patologie, che comprendono, oltre alla già citate, anche l’artrite, l’epatite, la malattia coronarica, le fratture e alcune forme tumorali. Mantenersi in forma riducendo il rischio di sviluppare tali malattie richiederebbe, secondo i ricercatori, un consumo di frutta e verdura pari almeno a 57 grammi al giorno. Come ha spiegato il Dr. Zumin Shi dell’Università di Adelaide, al centro della ricerca è stato inserito il rapporto tra assunzione di cibo e “transizione da una malattie a più patologie”. Frutta e verdura vengono quindi ampiamente consigliate dai ricercatori, secondo i quali mangiare sano a tavola può rappresentare un elemento importante nella lotta contro le malattie croniche.

26/06/2014
www.lastampa.it/2014/06/26/scienza/benessere/alimentazione/contro-le-malattie-croniche-una-scorpacciata-di-frutta-e-verdura-9EXIjoWTm5eYPK0qY6tJJN/pag...
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00lunedì 1 settembre 2014 16:28
Rai 1 - Guarisce da anemia con dieta vegana

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00mercoledì 3 settembre 2014 15:59
La frutta protegge il cuore, riduce i rischi infarto e ictus

Che siano mele, fragole o mirtilli non importa. Il consumo della frutta protegge il cuore, riducendo il rischio di infarto, ictus ischemico ed emorragico. Lo ha dimostrato uno studio della University of Oxford presentato al congresso della Società europea di cardiologia di Barcellona.

Ricerca durata sette anni
L'analisi è stata condotta per sette anni su una popolazione di quasi mezzo milione di persone in Cina. Il 18% dei partecipanti aveva un consumo quotidiano, in media di circa 150 grammi, mentre il 6,3% ha dichiarato di non mangiarne mai.

"Più se ne mangia, più il rischio cala"
Nel gruppo più "salutista" il rischio di malattie cardiovascolari è risultato più basso rispetto a quello con il consumo minore, rispettivamente del 15% per l'infarto, del 25% per l'ictus ischemico e del 40% per quello emorragico. Anche dal punto di vista del rischio complessivo di morte il consumo di frutta si è rivelato protettivo, con un calo del 32% rispetto a chi non la mangia mai. Huaidong Du, l'autore principale dello studio, ha affermato: "Questi dati dimostrano chiaramente che il consumo di frutta fresca riduce il rischio cardiovascolare. Non solo, più se ne mangia più il rischio cala".

3 settembre 2014
www.tgcom24.mediaset.it/salute/2014/notizia/la-frutta-protegge-il-cuore-riduce-i-rischi-infarto-e-ictus_20659...
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00venerdì 17 ottobre 2014 15:55
Le Iene: ecco il legame tra alimentazione e malattia

Video: www.dionidream.com/wp-content/uploads/iene.mp4

Nella puntata del 7 maggio, Le Iene e Matteo Viviani sono tornati ad affrontare il caso dell’alimentazione per la cura di tumori e altre malattie, portando nuove testimonianze e pareri. Negli ultimi mesi alle Iene è stato più volte affrontato il tema dell’alimentazione e di come una dieta prettamente a base vegetale abbia portato enormi benefici ad alcune persone. Cambiando radicalmente le loro abitudini alimentari, oltre che allo stile di vita, sono riusciti a combattere e in qualche caso a sconfiggere, malattie gravi come il tumore. Abbiamo ascoltato anche il parere di qualche esperto, come il famoso oncologo Umberto Veronesi e anche quello del professor Franco Berrino, uno dei maggiori epidemiologi in campo europeo. Entrambi hanno espresso parere favorevole ad una alimentazione prettamente vegetale. Ma non tutti la pensano come loro. Giorgio Calabrese, docente di alimentazione e nutrizione umana, è conosciuto al grande pubblico per le sue numerose partecipazioni televisive nelle quali esprime il proprio punto di vista sull’alimentazione, che, sostanzialmente, è opposto a quello dei vegani. Proprio su questo argomento, il professor Colin Campbell due anni fa ha tenuto, proprio qui in Italia, un’importantissima conferenza, durante la quale ha riportato i risultati di oltre 50 anni di studi e ricerche, condotti sia da lui che da centinaia di scienziati di tutto il mondo. Sintetizzando al massimo, questo esperimento su larga scala effettuato su topi, confermava che le proteine animali favoriscono l’insorgenza e la crescita del cancro e che attraverso semplicemente l’alimentazione è possibile attivare o disattivare la crescita di un tumore.

Quanto espresso da Campbell ha dell’incredibile e ci parla di alimenti vegetali che aiutano a curare o debellare un grandissimo numero di malattie. Il medico è conosciuto per aver salvato la vita a Bill Clinton e per aver effettuato un’importantissima ricerca a livello mondiale dal titolo “The China study”, sulle abitudini alimentari della popolazione cinese. Tante, in 50 anni, sono state le ricerche compiute, alcune veramente impressionanti. In una di queste sono state somministrate a dei topi malati di cancro delle proteine animali in quantità diverse: nel gruppo in cui l’incidenza delle proteine era al 20% il cancro cresceva, in quello al 5% si arrestava o diminuiva. Vari studi hanno mostrato che sono le proteine contenute nel latte ad attivare o diminuire l’incidenza dei tumori. Tutto ciò, secondo lui, viene dimostrato dal fatto che la presenza di malattie tumorali è ridotta nei paesi dove il latte viene consumato molto poco. Più si assumono vegetali e minori sono i rischi di contrarre malattie. E non si parla solo di tumori o cancro, ma anche di tante altre malattie, come quella cardiovascolari, il diabete, l’obesità. Alcune di esse possono essere debellate grazie ad un’alimentazione vegana. Malattie che colpiscono tanti come la sclerosi multipla, l’osteoporosi, l’artrite, l’ipertensione.

Utilizzando dati epidemiologici cinesi effettuati tra gli anni 1972 e il 1974, su quasi 800 milioni di cinesi, The China Study spiega il rapporto tra alimentazione e sviluppo di malattie degenerative e cancro. Una mole faraonica e rara di dati, perché non capita tutti i giorni di poter studiare attentamente la vita dei contadini cinesi, in un periodo in cui vivevano lontanissimi dall’inquinamento delle città, mangiavano legumi, fibre, cibi assolutamente naturali e integrali con un quantità risibile di proteine, ed erano costretti a muoversi a piedi. I dati non lasciano spazio a dubbi: queste persone si ammalavano molto meno di malattie degenerative e di cancro rispetto ad altri cinesi che si muovevano poco e che mangiavano i cibi raffinati. Per chi si occupa di benessere non c’è nulla di nuovo all’orizzonte. Ecco perché la chiave di lettura proposta dal dottor Campbell, che conferma tutte le conoscenze plurimillenarie partendo da Ippocrate e Pitagora e arrivando alle più recenti scuole americane ed europee di Igiene e Medicina Naturale, era la seguente: una persona per mantenersi sana deve muoversi quotidianamente e deve ridurre l’apporto proteico. Se abbiamo ancora dubbi su questo fatto, allora non ha più alcun senso continuare a parlarne. Che siate d’accordo o meno è comunque innegabile il ruolo giocato dalla politica nel dirigere la scienza, il modo di curarci e la nostra alimentazione. Inquietanti, in questo senso, le parole di Campbell: “Ho esperienza diretta di come la scienza viene trasportata nelle politiche pubbliche e quel passaggio è enormemente traviato e corrotto dagli interessi commerciali”.

16 ottobre 2014
www.dionidream.com/iene-alimentazione-tumori-verita-caseina/
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00martedì 2 dicembre 2014 20:25
FAO: dimezzare la fame nel mondo entro il 2015. Dieta vegan per accelerare l' obiettivo

Dimezzare la fame nel mondo entro il 2015? Sì, forse possiamo crederci. E' quanto riporta il Rapporto sullo Stato dell'insicurezza Alimentare nel mondo (Sofi) presentato ieri dalla Fao, con Ifad e Pam, dal quale emergono le attuali stime di denutrizione e i progressi raggiunti dai Paesi in Via di Sviluppo (http://www.fao.org/publications/sofi/en/). Purtroppo, sostiene il Rapporto, la fame nel mondo è ancora un fenomeno presente e preoccupante poiché ad oggi sono 805 milioni di persone a soffrirne di cui 791 milioni solo nei Paesi in Via di Sviluppo. Allo stesso tempo, però, gli affamati sono ben 209 milioni in meno rispetto al 1990/92 e 100 milioni in meno se confrontati con 10 anni fa. Dati incoraggianti, soprattutto perché potrebbero dimostrare che l' Obiettivo di Sviluppo del Millennio di dimezzare la percentuale di persone sottonutrite nei paesi in via di sviluppo è a portata di mano già nel 2015. Obiettivo ambizioso quello dell'eradicazione della fame, ma a quanto pare non impossibile. Ecco perché è necessario un impegno politico al più alto livello con la sicurezza alimentare e la nutrizione come priorità nell'agenda politica, che punti ad uno sviluppo economico, ad una coordinazione di stati e di organizzazioni internazionali e ad una maggiore attenzione all'ambiente. Ma come accelerare il processo? Sulla questione è intervenuta la LAV che in una nota sottolinea come il modo migliore e più efficace per raggiungere l'obiettivo sarebbe la sostituzione delle proteine animali con le proteine vegetali. Anche la FAO aveva più volte dimostrato una certa inclinazione a questo modello alimentare alternativo alle proteine animali che lei stessa, dopotutto, ritiene fallimentare in quanto sempre più insostenibile a livello ambientale. Le risorse investite per l'alimentazione vegetariana (o vegana) sarebbero sostanzialmente minori di quelle consumate per garantire l'alimentazione a base di proteine animali per tutti gli abitanti del pianeta e si avrebbe a disposizione 10 volte più cibo, senza contare i vantaggi sulla salute umana e per il pianeta stesso. L'ipotesi vegetariana (e vegana) potrebbe essere una delle tante soluzioni (insieme con azioni politiche mirate) per sconfiggere la fame nel mondo?

Cristiana Priore
17 settembre 2014
www.greenme.it/mangiare/vegetariano-a-vegano/14299-cala-la-denutrizione-ma-il-mondo-ha-ancora-fame-la-speranza-del-2015-e-il-ve...
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00sabato 14 febbraio 2015 20:22
Bambini vegetariani: Uno studio conferma che crescono meglio e si ammalano di meno

La Società Scientifica di Nutrizionale Vegetariana (SSNV) ha recentemente pubblicato una ricerca che dimostra come la scelta vegetariana non alteri in alcun modo l’andamento della crescita dei bambini. Non solo: i bambini vegetariani godono di una salute ferrea e si ammalano meno dei coetanei che mangiano carne. Lo studio è stato condotto su 95 bambini vegetariani e vegani di età compresa tra 1 e 2 anni dal dottor Leonardo Pinelli, presidente della SSNV. E’ stato presentato a Parma in occasione delle Giornate pediatriche, evento organizzato dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) e dalla Clinica Pediatrica dell’Università di Parma. Da oggi anche i pediatri confermano che una corretta alimentazione può benissimo prescindere dagli alimenti di origine animale. Numerosi effettuati in precedenza avevano riscontrato l’effetto favorevole della scelta vegetariana sulla salute: i bambini vegetariani si ammalano molto meno dei coetanei onnivori grazie a difese immunitarie migliori. L’alimentazione onnivora con sbilanciamento su alimenti di origine animale favorisce infatti una risposta infiammatoria più acuta e una modulazione meno equilibrata del sistema immunitario. La tendenza al vegetarianesimo e al veganesimo (che esclude anche latte e uova per intenderci) è in costante crescita nel nostro paese, si stima che 7 milioni di italiani abbiano già abbracciato questa scelta e pertanto la comunità scientifica si interroga e comincia sempre più seriamente ad occuparsi del ‘caso’. Si, perchè diciamolo chiaramente, se 7 milioni di italiani sono vegetariani non lo si deve certamente alle indicazioni di medici e pediatri, non lo si deve ai mass media e tanto meno a una precisa azione politica (molto più interessata al business della gestione dei malati che al mantenimento in salute dei cittadini). Nell’ambito dello stesso studio, riporto testualmente:“Tutti i piccoli osservati non erano controllati o seguiti nell’alimentazione dal pediatra, il cui parere era per lo più contrario alla scelta vegetariana. I genitori, da parte loro, si affidavano principalmente all’esperienza o ricorrevano a libri o siti Internet”. Capito bene? In tutti i casi il parere del pediatra era contrario alla scelta! Questo fai da te dei genitori, “pur avendo portato a errori fondamentali di impostazione” non ha impedito ai bambini di presentarsi in ottima salute e costituzione con una crescita nella normae valori dei micronutrienti del tutto regolari. I pochi casi che presentavano alterazioni del ferro e della vitamina B12 sono risultati in linea con la media nazionale.

Con queste premesse risulta singolare la conclusione cui arrivano i pediatri : la scelta vegetariana “anche in età pediatrica non risulta dannosa, anche se dovrebbe essere ben pianificata da pediatri specializzati”. Fortunatamente si auspica finalmente per i pediatri il raggiungimento “con il tempo un livello di formazione tale da poter supportare le famiglie, senza costringerle a un pericoloso fai da te”. Ma come? Hanno appena constatato l’eccellente stato di salute dei bambini, vegetariani ‘fai da te’! In questa fascia di età abbiamo il record dell’eccesso ponderale in Europa: il 21,2% dei bambini italiani è in sovrappeso o obeso, il 27,5% dei bambini non mangia mai verdura cruda e il 40% non consuma mai verdura cotta (2009 MDC, nell’ambito del progetto europeo Periscope – Pilot European Regional Interventions for Smart Childhood Obesity Prevention in Early Age -www.periscopeproject.eu). Inoltre, molte delle malattie che una volta comparivano in età adulta sorgono oggi in età pediatrica. Nella Posizione Ufficiale dell’American Dietetic Association (ADA) del 2009 è ben specificato, invece, che l’alimentazione vegetariana è in grado di prevenire e curare gran parte di queste malattie:“E’ posizione dell’American Dietetic Association che le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete vegetariane totali o vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e possono conferire benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie”. E sempre nella Posizione Ufficiale ADA troviamo, in riferimento anche ai bambini “Le diete vegetariane ben pianificate sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusa gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia, adolescenza, e per gli atleti”. E’ dunque fondamentale che i pediatri di famiglia dedichino più attenzione alla nutrizione, a partire dal primo anno di vita, nella consapevolezza che una nutrizione corretta consente al bambino di crescere bene al riparo dalle principali malattie. In particolare è necessario che i pediatri non solo non ostacolino la scelta vegetariana da parte dei genitori, ma raggiungano con il tempo un livello di formazione tale anche in questo campo da poter fungere da supporto alle famiglie, senza costringerle al fai da te, che è sempre da evitare, in ogni tipo di alimentazione.

Fonte studio: www.societavegetariana.org/site/modules/news/index.php?story...

www.dionidream.com/bambini-vegetariani-uno-studio-conferma-che-crescono-meglio-e-si-ammalano-...
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00mercoledì 18 febbraio 2015 23:46
Reducetarianesimo: Ridurre la carne è meglio

Arriva dal Regno Unito e non sembra una grande novità, tuttavia si sta diffondendo rapidamente in Europa. Si tratta del “reducetarianesimo“, uno stile di vita adottato da coloro che si impegnano a ridurre il proprio consumo di carne, scegliendo solo da allevamenti al pascolo, e da prodotti animali in generale (pesce, latticini, ecc…). Tipico dei “reducetariani” è, per esempio, scegliere un giorno a settimana in cui alimentarsi solo su base vegetale, per poi aumentare, gradualmente, il numero dei giorni. Sui social network i reducetariani pubblicano i loro progressi e le alternative vegetali attraverso l’hashtag #lessmeat. Il movimento è stato così chiamato dal suo fondatore Brian Kateman, ricercatore della Columbia University, il quale afferma che lo scopo del reducetarianesimo è arrivare a consumare prodotti animali solo occasionalmente e non su base regolare. Le motivazioni addotte sono il miglioramento della salute, la salvaguardia dell’ambiente (la produzione di CO2 derivata dal consumo di carne è stimata essere il 20% del totale) e migliorare la condizione animale. Brian Kateman è convinto che il movimento reducetariano possa coinvolgere tutto il pianeta perché incontra meno resistenze (e abbandoni) rispetto al vegetarianesimo e al veganismo, e che quindi possa avere un impatto concreto e immediato. Ma non vuole essere un’alternativa alla dieta vegetale, piuttosto vuole essere un ponte che permetta di coinvolgere anche coloro che non riescono a essere vegani/vegetariani (o che non lo sono ancora), in un’ottica di collaborazione e non di scontri ideologici. Non mancano le polemiche e le accuse di contraddizione da una parte, e gli entusiasmi e i sostegni dall’altra…

17/02/15
nonsoloanima.tv/redazione/2015/181-reducetarianesimo-ridurre-la-carne-e...
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00mercoledì 5 agosto 2015 19:29
Dati Coldiretti indicano un cambiamento epocale: si spende di più per la frutta che per la carne

La Coldiretti ha reso noto un fatto che definisce epocale: la spesa per frutta e verdura degli italiani ha sorpassato quella per la carne ed è diventata la prima voce del budget alimentare delle famiglie. Da una analisi sulla base di dati ISTAT relativi agli ultimi 15 anni diffusa in occasione della Giornata della Frutta e Verdura, Coldiretti ha accertato che la spesa degli italiani per gli acquisti di frutta e verdura rappresenta il 23% del budget delle famiglie per il cibo, per un importo di 99,5 euro al mese, contro i 97 euro della carne (22%). “E’ in atto a livello globale una tendenza al riconoscimento del valore alimentare della frutta e verdura alla quale dobbiamo saper dare una risposta concreta”, ha commentato il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo. L’Italia ha il primato europeo nella produzione, che genera un fatturato di 13 miliardi con 236.240 aziende che producono frutta, 121.521 che producono ortaggi, 79.589 patate e 35.426 legumi secchi”. Alle vendite si aggiunge il fatto che gli italiani si sono via via appassionati “dell’orto fai da te”; sono quasi 20 milioni gli italiani che lo coltivano. E se in passato a lavorare l’orto erano per lo più gli anziani, ora i giovani hanno ereditato la passione, tanto da far nascere nuove figure: “il personal trainer dell’orto”e il ”tutor della spesa”. “Dobbiamo andare avanti valorizzando sempre più le nostre produzioni e lavorando sull’organizzazione della filiera”, ha detto il Ministro per le Politiche Agricole, Maurizio Martina, “promuovendo qualità ed eccellenza”.

30 luglio 2015
www.nonsoloanimali.com/dati-coldiretti-indicano-un-cambiamento-epocale-si-spende-di-piu-per-la-frutta-che-per-l...
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00sabato 19 settembre 2015 16:41
Il dottore che prescrive frutta e verdura invece delle medicine



Qualcuno sembra aver seguito il famoso detto di Ippocrate “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo“. La maggior parte dei dottori non sembrano prendere sul serio questo consiglio, tesi come sono a rimuovere chirurgicamente o prescrivere farmaci per ogni problema. Ma non è il caso di questo dottore! Garth Davis, un dottore progressista di Houston, in Texas, ha cominciato a prescrivere frutta e verdura invece dei medicinali, nella speranza che i nutrienti che questi apportano al nostro organismo potessero cominciare a curare alcuni dei suoi pazienti. Il dott. Davis è il direttore medico di chirurgia bariatrica (dell’obesità) al Memorial Hermann City Medical Center e finora i suoi pazienti hanno risposto bene a questo cambiamento. Il dott. Davis, in compagnia di Kristina Gabrielle Carrillo Bucaram, è il fondatore di Rawfully Organic, la cooperativa no profit di cibo biologico più grande d’America e insieme stanno lavorando perché questo possa diventare realtà. “Il dott. Davis e io siamo d’accordo sul fatto che mangiare cibo crudo, ricco di fibra, biologico, maturo e colorato dovrebbe essere parte della routine giornaliera di chiunque”, dice la Carillo-Bucaram. Insieme hanno dato vita a un Farmacy Stand all’interno dell’ospedale, che consegna ai pazienti prodotti freschi in dei box con uno sconto di 10 sterline su un prezzo di 25 sterline. La Memorial Hermann Foundation ha procurato il denaro necessario alla costruzione dello stand. Essendo un concetto piuttosto “avanti”, qualcuno è un pò confuso. “Ci sono persone che vengono da me e mi dicono che “Farmacia” (Pharmacy – Nota di Wheaton80) è scritto in maniera sbagliata”, dice Renee Garrett, uno degli impiegati nella clinica di Davis. “Spiego loro che è scritto in maniera corretta (Farmacy - Nota di Wheaton80), che prendiamo le verdure biologiche dalle aziende agricole… e le persone vogliono saperne di più”. Gli ordini vengono fatti online al sito rawfullyorganic.com dalle 9 del mattino ogni martedì. Chi non fa il pre-ordine può comunque comprare i prodotti ma non ha il rimborso di 10 sterline. “Comprendiamo il valore di una buona nutrizione, dieta ed esercizio e supportiamo a pieno Garth e i ragazzi di Rawfully Organic perché lavorano per promuovere l’importanza di uno stile di vita sano. Il concetto della Farmacia di Garthè collegato in maniera diretta alla visione avanzata della salute del Memorial Hermann”.

Lucia Berdini
www.dionidream.com/il-dottore-che-prescrive-frutta-e-verdura-invece-delle-m...
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00sabato 26 settembre 2015 13:46
TG1 - Cibo vegano, è boom



30-08-2013
wheaton80
00sabato 23 luglio 2016 02:41
Dieta vegetariana e vegana: Appendino le promuoverà a Torino

Appendino promuoverà a Torino la dieta vegetariana e quella vegana. Ci sono anche nuove linee guida sull’alimentazione tra le novità anticipate dal neosindaco Cinque Stelle e incluse nel “Programma di governo per la Città di Torino 2016-2021″, quest’ultimo presentato durante la prima seduta del consiglio comunale. Dalla dieta vegetariana e da quella vegana deriverebbero, ha sostenuto Chiara Appendino, evidenti benefici per quanto riguarda ambiente, salute e tutela degli animali. Un orientamento che sarebbe già nel DNA cittadino, sostiene l’assessore all’ambiente Susanna Giannuzzi, che ricorda la forte crescita nel numero di ristoranti vegani, vegetariani e con alimentazione bio a Torino. La stessa Giannuzzi ha poi sottolineato come si cerchi di evitare una contrapposizione netta con l’industria della carne, che per anni ha valorizzato il patrimonio enogastronomico torinese, ma di valorizzare un “sentire comune” che è già presente in città. Tra le altre iniziative ambientali inserite nel programma di governo dei Cinque Stelle a Torino anche iniziative a sostegno di stili di vita più sostenibili, riduzione del consumo di suolo, utilizzo più consapevole dei mezzi di trasporto, strategia rifiuti zero/economia circolare e lotta all’inquinamento elettromagnetico.

Claudio Schirru
20 luglio 2016
www.greenstyle.it/dieta-vegetariana-e-vegana-appendino-le-promuovera-a-torino200...
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00lunedì 7 novembre 2016 00:45
Fuga dalle carne: gli italiani riducono i consumi, calano anche i wurstel. Aumentano i legumi

Un anno fa l’OMS associava l’uso frequente di carni rosse con la possibile insorgenza di tumore. Influenzati dalla dichiarazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nei mesi successivi, gli italiani compravano meno carne del solito. Il Rapporto Coop 2016, sulla base dei dati Nielsen riferiti all’intero mercato del consumo, registra un dato relativo a un anno di vendite pari a -4% riferito a tutta la carne fresca (bovina, ovina, suina e anche il settore avicolo) e lavorata (insaccati, preparazioni varie…). In pratica il consumo giornaliero si è così spostato verso i 210 grammi a persona al giorno. Questo dato può sembrare elevato, ma è estrapolato dalle stime FAO riferite al prodotto lordo (il dato ingloba nella stessa voce il peso di una mezzena di vitellone, di una parte senza ossa, di un pollo intero…). Per questo motivo, con una certa approssimazione, possiamo pensare a un valore di 80-100 grammi di carne, insaccati, ecc… al giorno nel piatto. Stando ai dati della società di ricerca per i mercati del Largo Consumo IRI Information Resources, tra gennaio e agosto 2016, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il calo nelle vendite a volume di carni fresche e lavorate nei supermercati è stato minore, registrando un -2,2%. Nello specifico, crollano i wurstel (-16,4%), subito seguiti dalla carne in scatola a -9,9%, dalla carne rossa a -2,8% e dal prosciutto crudo a -2,4%. Mangiamo meno carne rossa, che però viene in parte sostituita con carni bianche, tanto che tra le preparazioni fresche, le più scelte sono carni di animali da cortile e di coniglio, che crescono del 3%, seguite anche dal pollame, a +1,1%.

Come dimostrano gli studi fatti dal Rapporto Coop, incrociando dati FAO e ISTAT, in realtà la tendenza è iniziata prima ancora che l’OS si pronunciasse. Il boom di consumi di carni rosse c’è stato negli anni ‘70 e ‘80 ed è proseguito a ritmi incalzanti fino al duemila, dopo di che è iniziato il calo (tra il 2010 e il 2016, le vendite a volume scendono di oltre il 13%). In corrispondenza della riduzione dei consumi di carne dell’ultimo anno, crescono invece gli acquisti di legumi. Stando ai dati IRI le vendite nella grande distribuzione di legumi freschi, conservati e secchi, aumentano dell’1,5%. Sempre in cerca di proteine, aumenta anche il consumo delle uova (+0,9%) e crescono formaggi e latticini, che stando ai dati IRI registrano un +0,4%. In sostanza, pur di evitare la carne, nel carrello degli italiani crescono i succedanei di ogni tipo sia della carne che dei formaggi. Stando ai dati IRI, i salumi vegetali hanno registrato nell’ultimo anno una crescita del 180% (best performance del settore), coprendo oggi lo 0,4% delle vendite a volume. Aumentano anche gli acquisti di sostitutivi vegetali del formaggio, che salgono del 3,8%, coprendo una quota del mercato del 3%. Quale strada intraprendere per arginare questa progressiva e continua discesa dei consumi delle carni rosse? Difficile dare riposte univoche. Il rapporto non lo dice, ma una strada percorribile potrebbe essere quella di puntare sul consumo di carne di alta qualità, come quella ottenuta dagli allevamenti bovini grass fed o dagli allevamenti di razze italiane, ad esempio il consorzio 5R (Chianina, Marchigiana, Romagnola, Maremmana e Podolica). Insomma, è meglio scegliere una fettina di maggiore qualità e dal sapore superiore, ma che probabilmente costa il 30-40% in più e si mangia una volta alla settimana, piuttosto che incentivare il consumo di carni rosse abbassando i prezzi a scapito di qualità e standard di produzione. La ricetta vincente è ancora quella di puntare sulla qualità.

Sara Rossi
3 novembre 2016
www.ilfattoalimentare.it/carne-consumi-supermercati.html
wheaton80
00martedì 16 maggio 2017 03:43
Carni rosse ancora sotto accusa: eccessivo consumo aumenta le morti

Ancora la carne rossa al centro dell’attenzione. In questo caso un segnale di forte attenzione arriva da uno studio epidemiologico pubblicato sul British Medical Journal a firma di Arash Etemadi, del National Cancer Institute statunitense.

Lo studio

I ricercatori americani concludono che esiste una correlazione fra consumo di carni rosse e “processate” e incremento medio della mortalità del 26%. Il legame più stretto è risultato, in particolare, con la mortalità da sofferenza del fegato cronica. Lo studio è stato condotto su 537mila persone fra i 50 e i 71 anni all’inizio dell’indagine, che è durata 16 anni e ha convolto 6 Stati. Secondo i ricercatori, tra i responsabili di questo effetto vanno inclusi il ferro eme delle carni rosse e i nitriti/nitrati di quelle processate. Altri aspetti coinvolgono le sostanze cancerogene che si producono durante alcuni tipi di cottura (segnatamente quelle alla griglia), come amine eterocicliche e idrocarburi aromatici policiclici, contaminanti dei mangimi animali, nonché un ridotto consumo di frutta e verdura che in genere si accompagna a una dieta particolarmente ricca di carne.

Pesce e carni bianche

La buona notizia è che invece la mortalità è stata inferiore del 25% fra chi preferiva pesce e carni bianche rispetto a chi optava spesso per la carne rossa. Il giornale scientifico britannico assume una presa di posizione particolarmente decisa accompagnando l’articolo con un editoriale di John Potter, epidemiologo del Centre for Public Health Research, Massey University di Wellington, in Nuova Zelanda, che sentenzia come questo studio dica chiaramente che «un consumo esagerato di carni rosse fa male alla salute dei singoli, oltre a quella del nostro pianeta».

13 maggio 2017
www.corriere.it/salute/sportello_cancro/17_maggio_13/carni-rosse-ancora-sotto-accusa-f19fdaca-37ee-11e7-ad4d-8609abc1aa...
wheaton80
00domenica 12 gennaio 2020 23:19
Sentenza storica: il veganismo etico è un “credo filosofico” da proteggere per legge

Il tribunale della città di Norwich, a 100 miglia a nord-est da Londra, ha emesso una sentenza storica: il veganismo etico è da intendersi come una “credenza filosofica non religiosa” e deve rientrare fra le credenze da proteggere e garantite per legge in base all’Equality Act 2010, ossia l’atto del Parlamento Britannico che fa da base alla legge anti-discriminazione. Si tratta di una sentenza importante e decisamente dai tratti storici, che arriva grazie all’impegno dell’attivista e zoologo vegano Jordi Casamitjana, che ha dato il via ad una causa presso il tribunale del lavoro britannico contro il suo ex datore di lavoro, ossia la League Against Cruel Sports, organizzazione benefica per il benessere degli animali che realizza campagne per fermare sport come la caccia alla volpe, alla lepre e al cervo e il combattimento degli animali; l’organizzazione, secondo Casamitjana, lo licenziò nel 2018 ingiustamente in quanto vegano etico, dopo che egli fornì informazioni sul fatto che il fondo pensionistico impiegato dalla sua società investiva in aziende che effettuano sperimentazione animale. Lo zoologo ha presentato una memoria difensiva di più di mille pagine a supporto della sua tesi, ossia di essere stato discriminato in quanto vegano etico. Da questa causa, che Casamitjana ha finanziato anche grazie ad una raccolta di crowdfunding pubblica che ha raccolto circa 4mila sterline, nasce la sentenza emessa nella giornata di oggi 3 gennaio 2020 dal giudice Robin Postle, che ha scritto:“Il veganismo etico si qualifica come un credo filosofico, dopo aver soddisfatto diverse prove, tra cui quella di essere degno di rispetto in una società democratica, non incompatibile con la dignità umana e non in conflitto con i diritti fondamentali degli altri”.

Le reazioni a caldo di Casamitjana, raccolte dalla BBC, sono di grande soddisfazione:“Sono estremamente contento; sicuramente il veganismo è un credo filosofico e quando guarderete la mia vita e quella di chiunque altro sia un vegano etico, lo vedrete. Questa è una credenza positiva, non una credenza negativa e quindi una credenza positiva è destinata ad essere protetta“. L’attivista ha spiegato anche che “una migliore protezione significa che più vegani saranno in grado di essere più aperti e liberi riguardo le loro convinzioni. Questo non può che essere un bene per i miliardi di animali ancora sfruttati dall’uomo, per un ambiente sempre più sfruttato al limite e per la salute pubblica”. Anche l’avvocato italiano Carlo Prisco, esperto in diritto legato alla scelta vegan ha commentato la decisione:“La sentenza è un ottimo inizio. Si tratta di qualcosa che nella costituzione italiana sarebbe già contenuto nell’art. 21. Purtroppo, però, da noi trova facile consenso il richiamo alla religione, di cui all’art. 19 della costituzione, ma scarso o nullo quello all’etica (libertà di manifestazione del pensiero) dell’art. 21. In Italia questa decisione non avrà ripercussioni, mentre ne avrà sicuramente in Inghilterra, in particolare sancendo come l’etica vegana rappresenti l’adesione a una ideologia identificata per la prima volta da una pronuncia giurisdizionale e riconosciuta come autonoma”. Una protezione dalla discriminazione, quindi, quella sancita dal tribunale inglese che pone un precedente importantissimo e fortemente simbolico, portando al centro dell’attenzione il fatto che la scelta vegana sia un ambito di comportamento positivo e che, soprattutto, è “degno di rispetto in una società democratica”.

Federica Giordani
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