Romano Amodeo dimostra "Fantascienza" la creduta Scienza di chi crede che una forza DETERMINEREBBE EFFETTI.

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amoram
00venerdì 23 ottobre 2009 19:55
Infatti la Forza UGUAGLIA "m a", l'apparente accelerazione della massa, e non la DETERMINA.

Il secondo principio della Legge Dinamica uguaglia una Forza all'accelerazione indotta su una massa, secondo la formula:
F = m a.

Ebbene, sulla base del terzo principio della stessa Legge Dinamica (che afferma che una Azione è percepita realmente solo attraverso l'azione ad essa uguale e contraria), Romano Amodeo sostiene che se noi osserviamo realmente che una Forza F dà atto all'accelerazione “m a” della massa, secondo il verso:
F → m a,
ciò non mostra il vero ma solo l'azione uguale e contraria a quella vera avente il verso:
F ← m a,
in base alla quale azione (retroattiva) è l'accelerazione della massa a dare forza attiva alla F.

Romano Amodeo con questo converte esattamente tra loro la "causa" e i "suoi effetti", sostenendo che la verità trascende la realtà, al punto che è vero che tutti gli effetti rientrano nella loro originaria e comune causa, dal momento che noi vediamo l'azione uguale e contraria della causa che determina tutti i relativi effetti.

Con questo, Romano Amodeo afferma che è “fantascienza” quella scienza che sostiene una natura nella quale le Forze determinino genericamente gli effetti, dal momento che nulla in verità è mai determinato dalle forze, essendo le stesse forze ad essere determinate nella loro forza dai loro apparenti effetti ricondotti nella loro essenza puramente iniziale e potenziale.
Pertanto, se noi osserviamo una batteria scaricarsi nell'accensione di una luce, la verità che trascende tutto ciò è che è la luce a rientrare nella potenza in atto della batteria.

Estendendo questa trascendente verità a tutto l'Universo reale, in cui osserviamo l'azione di tutte le forze come la causa di tutte le trasformazioni apparenti nella dinamica nel tempo positivo, Romano Amodeo afferma che la vera azione in atto nell'Universo ha il verso negativo dell'antimateria e del magnetismo.
Queste masse magnetiche esistono in un anti-Universo in cui il tempo si svolge con un generale ritorno alle origini, che però è generalmente osservato nelle azioni uguali e contrarie delle masse materiali e dell'attività elettrica. Queste – essendo uguali e contrarie alle antimateriali e magnetiche – portano alla evidenziazione della fine anziche a quella del principio.

Tutte le teorie scientifiche esistenti sulle forze che producono trasformazioni sono pertanto “fantascientifiche”, perché sono le trasformazioni, che appaiono essere indotte dalle forze, a rientrare nelle stesse forze e ad annichilirsi.

Il secondo principio dinamico e il terzo sono esatti, perché contemplano l'uguaglianza tra le Forze considerate come Cause attive e le variazioni delle accelerazioni delle masse, considerate come gli Effetti uguali e contrari.
Come Causa ed Effetto sono sempre due distinte realtà, tanto che mai una delle due diviene l'altra (così come mai una Azione diventa veramente l'Azione uguale e contraria), così il nostro modo di considerare l'esistenza di una “causalità” è solo dovuto al verso seguito dalla nostra osservazione relativa.

L'effetto “cinematico”, di una trasformazione intervenuta nell'essere, è solo il risultato dell'ordine seguito dalla nostra osservazione in sequenza, delle due parti uguali ed opposte del complesso.

Quando vediamo "prima" la forza F e "poi" il prodotto “m a” (tra la massa e l'accelerazione), riteniamo erroneamente che la forza "si sia trasformata" nei suoi effetti.
Ebbene, ponendo vero questo verso “apparentemente fattivo” di "F → m a", noi non possiamo giudicarlo in altro modo che come l'apparente atto, uguale e contrario, a quello vero, secondo cui "F ← m a", ossia secondo il quale è l'accelerazione della massa a “sembrare rientrato” nell'essere della Forza in potenza.
Ciò che è veramente errato è l'apparire trasformistico del cinematismo, ossia del “divenire dell'essere”.

Azione e Reazione sono due enti che restano sempre due e immutati, ma ci obbligano, se attuiamo un esame in sequenza, a percepire un “divenire” secondo cui l'Azione sembra mutarsi nella Reazione. Ma allora è la stessa imprescindibile esigenza di verità a presentarci come vero il cinematismo che contraddice quello sbagliato ed apparente.
E' per questa “suprema necessità di verità” che siamo costretti ad affermare vero l'esatto opposto (il relativo DISFARSI) di quanto ci appare vero nei termini di un relativo FARSI.

Romano Amodeo conclude contraddicendo il principio secondo cui “nulla si fa e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”.
Infatti afferma che anche “nulla si trasforma, se non nella manifestazione cinematica apparente a chiunque esegua una analisi differenziata nel tempo”.

Se un unico quantitativo è analizzato scomposto – come la nostra realtà – in 10^4 pagine, di cui 10^3 formano un unico volume, e ce ne sono 10 percepiti uno dopo l'altro, noi giudicheremo “presente” un solo volume alla volta e visioneremo il tutto in 10 decimi di tempo di presenza.
Noi avermo l'impressione di una storia “divenuta” e “mutata”, ma null'altro si sarà trasformato se non l'esame nostro, su un volume o su un altro della nostra ritenuta "presenza".
Avevano ragione ad Elea i sostenitori dell'unicità dell'essere ed aveva torto Eraclito ad affermare la verità in se stessa del “divenire”.
Infatti se noi affermiamo vera l'esistenza di un divenire nel tempo, siamo immediatamente costretti dal 3° principio della Legge Dinamica a giudicare tale apparente “divenire” come l'azione “uguale e contraria a quella del divenire veramente in atto”.
In tal modo la stessa contraddizione tra i due opposti divenire ci porterà a correggere l'idea che una Azione qualunque “possa determinare variazioni dell'essere”.

Aveva ragione Gesù Cristo quando in sostanza affermava che: “solo l'Essere in Assoluto è il Dio Padre di ogni apparente determinazione relativa."
Tale Essere in Assoluto è infatti alla base dell'opposto Essere, assolutamente determinato in ogni sua minima e infinitesima quantità di dettaglio.
Noi giaciamo in questo mondo assolutamente determinato e senza nessuna possibilità reale di tipo "fattivo” come il Popolo di Dio, nato schiavo in Terra d'Egitto. Ma abbiamo il “libero arbitrio spirituale”, di intenderla come liberamente vogliamo, tanto da costruire liberamente il nostro “interesse ideale” come il nostro abito spirituale. E abbiamo anche la “Terra Promessa”, cui accederemo dopo la prima visione, unilaterale e di tipo fattivo, del nostro mondo, che ci ha erroneamente portati a supporlo conseguente alla nostra volontà fattiva. Sulla base di questa “visione uguale e contraria al vero”, vedremo finalmente il vero nel divenire che esattamente contraddice questo, e questa verità "dell'Altro Mondo", come rivelò Gesù, ci libererà.

Infatti capiremo di essere stati compresi in un disegno superiore a noi e immodificabile da noi, nel quale ci è stata assegnata l'animazione di una tra le tante differenti vite possibili.
La “Terra Promessa” starà nel potere essere – finalmente! – tutto quello che ci sarebbe piaciuto di essere, e senza alcun patema che le cose poi dipendessero da noi! Esattamente come oggi accade nella visione di un film, che non dipende dalla nostra volontà di farlo a nostro modo e ci rende liberi di gustarlo senza troppi personali coinvolgimenti e senza vere responsabilità.
La “Terra Promessa” sarà come se infine ci fossero consegnati tutti i film, di tutte le vite possibili e immaginabili, assieme ad uno strumento per farli nostri come meglio vogliamo.
Essendoci “tutto il possibile” in questa futura Terra Promessa allo Spirito nostro, potremo “immedesimarci” in ogni possibile “Prossimo nostro”, fruendo di ogni bene reale oggi dato al Prossimo nostro, a condizione che si giunga ad amarlo.
Ma ciascuno di noi ci riuscirà quando, osservando la vita nostra che “rientra tutta nella sua originaria possibilità”, prenderemo poco alla volta tutte le possibili distanze dal morboso attaccamento al nostro unico essere ed alla vita creduta fatta da noi e a cui ci siamo affezionati, credendola veramente opera nostra!
Ricondotta ogni vita reale nel suo supremo esistere in potenza, questa potenza potrà essere attivata a volontà da ogni anima, ma finalmente senza più nessuna particolare attenzione o privilegio tra quanto “ora” sia stato assegnato a noi e quanto lo sia stato al nostro “prossimo”.

Romano Amodeo afferma che questa è sì “scienza”, perché l'affermazione di un mondo reale complesso ed assolutamente contraddittorio e contraddetto, porta al riconoscere tutta la vera forza in potenza posseduta solo dall'Essere in Assoluto.
E' un Assoluto che è la contraddizione in se stessa tra tutto quanto è Assoluto ed Indeterminato e tutto quanto è Relativo ed assolutamente determinato.
L'unità vera di questo Dio Onnipotente è data da tutto il complesso che moltiplica tra loro gli esatti opposti del Dio Uno e della infinita moltitudine di tutti i suoi figli per ora impotenti nella loro capacità fattiva, ma potentissimi nello Spirito santo, che trascende dal Padre e dai Figli e riconduce tutti gli opposti nell'unità di Dio.

Pertanto tra Dio e l'uomo c'è la stessa relazione che passa tra un unico Padre e tutti i possibili N figli che, avendo ognuno uno zero in potenza, con la potenza N^0 esprimono “filialmente e realmente” tutta la potenza UNITARIA della relazione tra tutti gli N Figli uguali ed opposti tra loro.

Come non può esservi un Padre se non in presenza di un suo Figlio, così la stessa “costruzione” del Dio Padre ideale si poggia sull'esistenza ideale e concreta dei Figli.
Se non esistesse il limite di una “reale determinazione”, noi non potremmo avere il suo opposto: di una Assoluta indeterminazione.
Pertanto come aveva ragione Socrate quando giudicava Dio come una virtuale Elevazione dell'anima umana, così ha ragione chi, all'esatto opposto di Socrate, giudica l'animo umano come una assoluta creazione di Dio.
Infatti Assoluto e Relativo sono il “tuttuno” che si attua quando i due esatti opposti interagiscono perfettamente tra loro e si moltiplicano.
Il Dio Assoluto si esplica, nel relativo, come la potenza nulla poggiata su tutto il relativo determinato per numeri, ossia come N elevato a zero, il cui risultato relativo è il Dio 1.
Il Dio Assoluto e Onnipotente è in se stesso TUTTO IL POSSIBILE, in tutta la sua infinita determinazione relativa.
E' su questo assoluto presupposto, di tutto il possibile come un Sistema Possibilistico Infinito e già contenente tutto, che possiamo umanamente attivare la “devoluzione” di tutto tale complesso, fino alla sua riconduzione nella sostanziale unità-
E' sulla base di questo apparente “divenire disfattivo” che noi possiamo “attivare” la visione “uguale e contraria”, come il nostro “peccato originale”, di chi si opponga al Dio che riunifica tutto in se stesso, svestendo di apparente potenza tutta la realtà, e di chi veda in questo “relativo opporsi” la sua reale indipendenza e la sua supposta capacità “di fare quanto si disfa”.

Ebbene chi come Romano Amodeo ragiona in questi termini considera in pieno la legge che lega l'esistenza di un mondo complesso e contraddittorio, ed è un vero uomo di scienza.
Chi invece – sulla base delle sole apparenze – si regola solo considerando il verso unilaterale del tempo avanzante nell'Universo (e non considera la valenza dell'Altro Mondo) si giudica UOMO DI SCIENZA, ma è veramente un uomo di FANTASCIENZA, perché tutto il divenire fattivo giudicato vero da lui è solo una sua pura "Fantasia", ma è tuttavia creduto pura "Scienza".

Romano Amodeo è così giudicato “fantascientifico” da tutti coloro che sono oggi i veri fautori della “FANTASCIENZA”, ma sono tanti, sono pieni di se stessi e – pur essendo assolutamente ciechi di quella che è la Verità Complessa – la giudicano Unilaterale e poi impongono il principio assoluto ed indispensabile alla Verità, DI NON CONTRADDIZIONE.
Lo impongono alla VERITA' relativa ad un contesto reale che in verità è tutto ASSOLUTAMENTE CONTRADDETTO, essendo “binario”, ossia attestato su ogni possibile opposto e su ogni possibile contraddizione di tutta la realtà determinata. Sono le CONTRADDIZIONI a rendere ASSOLUTA la Verità, se essa Verità è vista solo in quanto sia Relativo e interamente Determinato.

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