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7. Saper discernere i falsi miracoli
Al momento attuale, specialmente all'interno dei movimenti carismatici, molti cristiani sono fortemente e assai facilmente impressionati da qualsiasi servitore di Dio che manifesta qualcosa di soprannaturale nel suo ministero. Per questo hanno riposto in loro una fiducia cieca. Tuttavia Gesù, non ha detto che avremmo riconosciuto un vero profeta dai suoi “doni” o dai suoi “frutti”. Ma, come abbiamo già visto nel terzo capitolo, dal suo insegnamento e dalla sua dottrina (Matteo 7: 15,23).
1. I falsi miracoli
La Bibbia ci mette costantemente in guardia contro la potenza di Satana, che nell'ambito del soprannaturale è all'opera senza sosta. E gli esempi non mancano: i maghi egiziani dimostrarono di essere capaci di imitare alcuni prodigi di Mosè (Esodo 7: 11,22 – 8: 3,14). Anche Simone il mago, stupiva la Samaria con i suoi atti di magia (Atti 8: 9,11). Luca menziona libri sull'occultismo che servivano ad esercitare le arti magiche (Atti 19: 19).
Ai giorni nostri, come allora, vi è molto raggiro in questo tipo di magia. Tuttavia il Signore Gesù e i suoi apostoli parlano apertamente di grandi prodigi e di miracoli compiuti da falsi profeti al solo scopo di sedurre... anche gli eletti (Matteo 24: 24). Se non vi fosse un pericolo reale riguardante la seduzione degli eletti, questa messa in guardia sarebbe superflua. Del resto, i segni e i prodigi menzogneri e diabolici, saranno una delle caratteristiche più evidenti della carriera dell'Anticristo e della fine dei tempi (2 Tessalonicesi 2: 9,12 – 1 Timoteo 4: 1,2 – Apocalisse 13: 13,15).
Le domande cruciali che ogni vero cristiano deve porsi oggi, sono dunque le seguenti: è possibile che Satana si nasconda dietro certe “manifestazioni spirituali” o certi “nuovi profeti” da lui utilizzati? E' possibile che noi li vediamo come degli “inviati da Dio”, quando in realtà sono gli strumenti del nemico? Ad esempio, potrebbe Satana stesso provocare un problema per dare subito dopo una soluzione che sembrerebbe venire da Dio, quando in realtà verrebbe da lui? Satana può contraffare molto bene certi segni o miracoli e utilizzarli al solo scopo di sviare il Popolo di Dio.
2. Come discernere un vero miracolo da uno falso
Malgrado ogni contraffazione, il nostro Dio è l'Iddio Onnipotente e compassionevole, capace quindi di compiere dei miracoli. Le Scritture ci dicono che Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno (Ebrei 13: 8). Ma i miracoli autentici vanno sempre di pari passo con la proclamazione dell'Evangelo e onorano sempre il Signore Gesù Cristo e la Sua Parola. “I discepoli se ne andarono a predicare dappertutto. Il Signore operava con loro e confermava la Parola con i miracoli che l'accompagnavano” (Marco 16: 20). Se non esistessero i veri miracoli, allora Satana non avrebbe niente da contraffare.
Come discernere dunque il vero dal falso? Utilizzando sempre la pietra di paragone che è la Parola di Dio. Se un miracolo viene prodotto da “un profeta” che predica delle false dottrine e ci allontana in tal modo dall'insegnamento biblico, deve essere rigettato risolutamente! (Deuteronomio 13: 1,5). Se il soprannaturale mira alla gloria personale di un uomo o di una chiesa, non è nello Spirito di Cristo, il quale non ha mai fatto niente di straordinario per sé stesso (Atti 10: 38 – 1 Corinzi 12: 7). I miracoli autentici manifestano dunque sempre la grandezza, la santità e la compassione di Dio. Di conseguenza i prodigi assurdi e puerili non possono affatto venire da Lui.
Nella nostra epoca, così vicina alla fine, i prodigi menzogneri abbonderanno sempre di più, e questo sia negli ambienti religiosi (anche evangelici) che in quelli dell'occultismo. Che possiamo avere sempre questo “amore per la verità” per poter ricevere il discernimento necessario il quale ci aiuterà ad accettare i veri miracoli e a rigettare le contraffazioni del nemico.
3. Come Dio prova i falsi profeti nel libro del Deuteronomio
Esaminiamo attentamente due importanti capitoli di questo libro, poiché essi ci rivelano delle verità fondamentali riguardanti i falsi profeti e i loro falsi miracoli. L'insegnamento che troviamo in Deuteronomio 18: 20,22 è il seguente: se qualcuno di definisce profeta e ciò che dice da parte dell'Eterno non si realizza, non dobbiamo ascoltarlo, né temerlo, poiché è un falso profeta.
Eppure Mosè ci parla di una seconda categoria di profeti che hanno la capacità di compiere segni e prodigi, rimanendo dei falsi profeti. Come mai questo? Dio permette che certi “miracoli” si realizzino per provare la lealtà e la fedeltà del Suo popolo nei confronti della SUA PAROLA. Poiché Mosè dice: “quando sorgerà in mezzo a te un profeta... che ti mostri un segno o un prodigio, e il segno o il prodigio di cui ti ha parlato succede (si realizza) ed egli ti dice: andiamo dietro a dei stranieri (altri dei)... e serviamoli! Tu non ascolterai le parole (non darai retta alle parole) di quel profeta... perché l'Eterno, il vostro Dio, vi mette alla prova per sapere se amate l'Eterno, il vostro Dio, con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra anima... voi osserverete i suoi comandamenti, ubbidirete alla sua voce, lo servirete e vi terrete stretti a Lui...” (Deuteronomio 13: 1,5).
Il falso profeta di cui si realizzano i segni e le predizioni rappresenta per i cristiani, un pericolo ancora più grande, del profeta le cui parole non si realizzano. Infatti, molti cristiani sono pronti a seguire ciecamente tutto ciò che è miracoloso o soprannaturale, soprattutto se questo viene fatto “nel nome di Gesù”. In tali circostanze euforiche e spettacolari, solo pochi cristiani realizzano veramente che sono ingannati e sedotti, e che percorrendo quella via “seducente” si sviano lontano dalla verità dell'Evangelo.
4. Perché Dio lascia agire questi falsi profeti?
Dio, come abbiamo appena letto, permette il compimento di certe “profezie” o “prodigi” realizzati da falsi profeti che predicano false dottrine. Egli prova in questo modo i suoi figli, “alfine di conoscere la disposizione dei loro cuori e se essi osservano i suoi comandamenti” (Deuteronomio 8: 2). Le domande che dobbiamo sempre porci sono dunque le seguenti: stiamo seguendo i miracoli a qualsiasi costo, anche a discapito della Verità? Seguiamo il Signore perché amiamo Lui, o per le sue benedizioni? Per amore o per interesse? Desideriamo davvero mostrare al Signore che i nostri cuori sono prima di tutto e al di sopra di tutto attaccati a Lui e alla Sua Parola? La fedeltà alla Parola di Dio deve essere prioritaria rispetto ai miracoli e le esperienze spirituali! Poiché, in questi tempi, molti cristiani confondono la sete del soprannaturale con la sete di Dio!
Se ti accade di incontrare del falsi profeti che manifestano dei doni soprannaturali, guariscono i malati o danno profezie che si realizzano, come essere sicuro che si tratti di “falsi profeti”? Troveremo la risposta, come già precisato, esaminando il contenuto dei loro insegnamenti. Ed è proprio qui, purtroppo, il difetto di molti cristiani. Essi trascurano di esaminare le dottrine e i metodi di questi predicatori. Sono così affascinati dai segni, dai prodigi, dai miracoli, dal soprannaturale, dalla folla, dalla forte personalità di tali dirigenti e anche dalla loro apparente “umiltà”, da chiudere gli occhi sui gravi errori dottrinali. Questo è il motivo per cui il movimento carismatico in generale, come molte chiese, attualmente si trovano in una simile confusione spirituale! Sono soprattutto questi “nuovi profeti” e questi “leaders spirituali” dei quali abbiamo parlato nei capitoli precedenti che, pur manifestando dei doni spettacolari, conducono in modo subdolo il Popolo di Dio in ogni sorta di eresie e di false dottrine che la Parola di Dio rigetta categoricamente.
5. Cosa fare se sei già stato sedotto?
A dispetto di tutto questo, ricordiamoci sempre che Gesù Cristo è sovrano, che rimane il Capo della Chiesa, e che conosce in modo competente tutto ciò che avviene. Egli permette dunque, ancora oggi, la manifestazione di questi falsi profeti e il compimento di alcune delle loro “profezie” esattamente per provare (mettere alla prova) i suoi figli, poiché è scritto che il giudizio deve cominciare dalla casa di Dio (1 Pietro 4. 17).
Forse anche tu fai parte di quei cristiani che non hanno vinto in questa prova e realizzi solo adesso che sei stato ingannato o che ti hanno sedotto. Se le cose stanno così, fatti coraggio, esiste sempre una possibilità per ritornare alla Verità di Dio. Riconosci e confessa dunque sinceramente i tuoi errori e i tuoi sviamenti dottrinali, e ri-consacrati al Signore, animato da una fede completamente nuova e fondata esclusivamente sulla Parola di Dio! Il discernimento spirituale che avrai acquisito, in seguito a tali sciagurate esperienze, aumenterà la tua prudenza e ti renderà più forte per affrontare altre eresie e altri combattimenti. Esso ti permetterà anche di aiutare certi cristiani che, come te, sono stati imbrogliati nella loro fede.
La pazienza e la grazia di Dio nei tuoi confronti non potranno ormai che aumentare e approfondire il tuo amore per il Signore e la tua fedeltà alla Sua Parola. Gesù ha detto: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti” (Giovanni 14: 15).
8. L'amore per la verità: un imperativo per gli ultimi tempi
Il nostro unico antidoto contro la seduzione spirituale degli ultimi tempi sarà “l'amore per la verità”. Poiché soltanto colui che conoscerà e amerà la verità giungerà a scoprire (a riconoscere) la contraffazione e l'errore. Se non abbiamo adesso questo “amore per la verità” fino al punto di lasciarci rimettere in questione da essa, allora saremo delle facili prede per ogni sorta di seduzione presente o futura. Del resto questo è anche il motivo per cui, alla fine dei tempi, molte persone periranno.
Riguardo a questo periodo la Bibbia dice: “L'apparizione di quell'empio avrà luogo (avverrà) per la potenza (l'azione efficace) di Satana con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi e con ogni sorta di inganno (con tutte le seduzioni dell'iniquità), (vers. in ital. corr. ‘con tutta la forza di falsi miracoli e di falsi prodigi') a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all'amore per la verità per essere salvati (it. corr. ‘perché non hanno accolto e non hanno amato la verità, quella verità che li avrebbe salvati'). Perciò Iddio manda su di loro una potenza di sviamento (una forza di inganno), onde credano alla menzogna...” (2 Tessal. 2: 9,12).
Fin dall'inizio della creazione, il punto centrale della relazione dell'uomo con Dio è sempre stato il suo rifiuto o la sua accettazione della verità della Parola di Dio. Questa alternativa si pone ancora oggi, sia per l'umanità in generale, che per un cristiano in modo particolare.
1. Perché alcuni cristiani saranno sedotti?
A questo punto possiamo porci la seguente domanda: perché alcuni cristiani possono essere sedotti? Coloro che non hanno l'amore per la verità lo saranno. In realtà, certi cristiani preferiscono ascoltare dei predicatori che amano, e che non chiedono mai loro di rimettersi in questione davanti alla Parola di Dio, nutrendo così il loro ego (io), ovvero la loro carne o i loro desideri personali. Essi pensano di poter essere “cristiani” e di poter fare, allo stesso tempo, quello che vogliono e ciò che piace loro. Insomma, vogliono un Gesù e un Evangelo senza croce. Come calzano bene e come sono profetiche le parole dell'apostolo Paolo quando dice: “poiché verrà il tempo in cui gli uomini non sopporteranno più la sana dottrina (it. corr. ‘non vorranno più ascoltare la sana dottrina ‘) ma per il desiderio di ascoltare delle cose piacevoli, andranno dietro (seguiranno) una folla di dottori secondo le loro proprie voglie (i quali insegneranno loro le cose che essi avranno voglia di ascoltare) e andranno dietro alle favole” (2 Timoteo 4: 1,5).
E' proprio questo amore per la verità che ci preserverà dagli inganni del nostro cuore malvagio e dalle astuzie del diavolo. Che possiamo avere tutti l' amore per la verità!
La verità è buona in sé stessa. Essa è per l'anima ciò che la luce è per il corpo. E' naturale per l'uomo amare la luce e anormale fuggirla. Accogliamo dunque la verità con amore alfine di comprenderla meglio, di apprezzarla e di poter così usufruire dei suoi benefici. Gesù ha detto: “conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8: 32).
2. Molti cristiano non fanno nessuna riflessione personale (non riflettono più)
Un altro importante motivo per cui certi cristiani vengono così facilmente sedotti è perché non si prendono mai il tempo per riflettere. Troppi di loro seguono ciecamente un pastore o un movimento, senza controllare con la Parola di Dio (nell'intero contesto) l'insegnamento che viene loro portato. In effetti, è molto più facile lasciare che gli altri pensino al tuo posto; poiché così quando le cose andranno male, potrai biasimarli e fare la vittima.
Purtroppo sono numerosi i cristiani che non sono più gli “uomini della Bibbia” o il “popolo della Bibbia”! Secondo una recente indagine, soltanto il 15% circa di coloro che frequentano assiduamente una chiesa, leggono regolarmente la loro Bibbia...! Per questo, quando dei predicatori o dei leaders spirituali predicano loro delle false dottrine, non se ne rendono neanche conto. Eppure la Bibbia contiene numerosi avvertimenti riguardanti i falsi dottori e le loro cattive influenze. L'apostolo Paolo rivolge questa seria raccomandazione ai responsabili della chiesa di Efeso: “Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha stabiliti vescovi (sorveglianti), per pascere la Chiesa del Signore che Egli si è acquistata con il proprio sangue. Io so che dopo la mia partenza si introdurranno in mezzo a voi dei lupi rapaci (crudeli) i quali non risparmieranno il gregge: e sorgeranno fra voi stessi uomini che insegneranno cose perverse per trarre i discepoli dietro di loro. Perciò vegliate, ricordandovi che durante tre anni io non ho mai cessato, notte e giorno, di ammonire ciascuno di voi fino alle lacrime” (Atti 20: 28,31).
Tuttavia, noterete che ogni pastore attaccato alla sana dottrina non potrà che rallegrarsi davanti all'attitudine di un cristiano che esamina alla luce delle Scritture tutto ciò che ascolta. Quest'ultimo rivela, in tal modo, la sua maturità spirituale, una fede solida e personale nella Parola di Dio, e che i suoi occhi non sono fissati sugli uomini, ma solo sul Signore Gesù. (Ebrei 12: 2).
3. La Bibbia ci parla di una fede tramandata “una volta per sempre”
“Diletti, come desideravo vivamente scrivervi al riguardo della nostra comune salvezza, mi trovo ora costretto a farlo per esortarvi a combattere strenuamente per la fede, che è stata tramandata ai santi una volta per sempre” (Giuda, v. 3).
L'espressione “una volta per sempre”, in greco apax, è in questo caso, estremamente importante, poiché ingloba l'idea di qualcosa che è “compiuto” e “completo”. Giuda, utilizzando questa parola, dichiara senza alcuna ambiguità che la Parola di Dio scritta non ha assolutamente bisogno di nessun miglioramento, di aggiunte, di sottrazioni o di “nuove rivelazioni” per completarla, come pretendono molti di questi “nuovi profeti” carismatici. Di conseguenza, la vera fede (la sana dottrina) trasmessa una volta per sempre” significa che la Bibbia è la rivelazione “finale” di Dio agli uomini e che è perfetta. Essa è realmente “definitiva” e “completa”. In altre parole, non c'e dunque più niente da aggiungere, né da togliere. I giudizi severi di Dio verso coloro che hanno “l'audacia” di fare queste cose, sono davvero notevoli (Apoc. 22: 18,19).
Scrivendo la frase “una volta per sempre”, l'apostolo ci rivela la battaglia concernente la realtà della Parola di Dio. I falsi profeti e i falsi dottori, già a quell'epoca, cercavano di aggiungere alla Parola di Dio delle nuove esperienze.
Questo messaggio proclamato con autorità per i cristiani di tutti i tempi è in assonanza con ciò che dice Paolo anche in 2 Timoteo: “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio, e utile per insegnare, per correggere, per istruire nella giustizia, affinché l'uomo di Dio sia compiuto e pronto per le buone opere” (2 Tim. 3: 16).
4. Una fede che dobbiamo difendere con tutte le nostre forze
Giuda ci esorta ancora a “combattere per la fede trasmessa ai santi una volta per sempre”. La parola “combattere” in greco epagonizomai viene dalla parola agonia e significa letteralmente “lottare”, “soffrire”, “combattere un combattimento”, “fare degli sforzi inauditi ed estenuanti”.
Questa stessa parola viene utilizzata parlando dell'agonia del nostro Salvatore, e dei lottatori e atleti, i quali lottano con tutta la loro forza per riportare la vittoria. Così, quando Giuda utilizza questo termine “combattere”, non vuole dire soltanto che bisogna conservare la fede con molta cura o stimarla grandemente. Questa parola significa soprattutto, che occorre lottare con tutte le nostre forze alfine di preservarne la purezza, impegnarci energicamente, utilizzare tutta la nostra intelligenza e la nostra energia per difenderla; se necessario anche a soffrire fino all'agonia e a morire per essa. Giuda vuole avvertirci che questo non sarà un impegno facile, al contrario, sarà un combattimento difficile, estenuante, che ci mette alla prova, e che incontrerà molta opposizione da parte di coloro che cercano sempre di fare dei compromessi con la Verità. Ma è proprio attraverso questo “combattimento” che il Signore “proverà” il cuore dei suoi figli, i quali riveleranno in tal modo se sono veramente attaccati alla Sua Parola.
Non dimentichiamoci che, in ogni epoca, alcuni uomini sono stati tentati di adattare il messaggio evangelico alle idee e ai gusti del tempo, sperando così di renderla più accessibile e piacevole per i loro contemporanei. E' per questo che l'epistola di Giuda conserva tutta la sua attualità nella Chiesa di oggi. Se essa disturba, disturba solo quelli che hanno uno spirito “di compromesso”, ma certamente non coloro che hanno “l'amore per la verità”. Ai giorni nostri, una tale attitudine di fermezza e di fedeltà nei confronti della Parola di Dio, viene purtroppo vista con sospetto, disprezzo e condanna da numerosi leaders del movimento carismatico. Sei tu personalmente e veramente impegnato in questo “combattimento” per la Verità?
5. La necessità di essere dei cristiani di Berea
Nel libro degli Atti, leggiamo che i cristiani di Berea possedevano questo “amore per la verità”, ed è questa la ragione per cui sono stati lodati da Dio, perché essi “esaminavano ogni giorno le Scritture, per vedere se ciò che veniva detto loro era esatto” (Atti 17: 11).
Tutti coloro che anche oggi cercano di fare come i cristiani di Berea, sono accusati da alcuni leaders carismatici odierni, di essere degli orgogliosi e dei ribelli. Che contrasto con ciò che dice la Scrittura! Il miglior servizio che può rendere un pastore ad un cristiano non è forse proprio quello di incoraggiarlo a verificare tutto ciò che legge o ascolta alla luce della Parola di Dio?!
Lo Spirito Santo, che è l'autore del libro degli Atti, vuole quindi dirci che i cristiani di Berea sono un vero modello per tutti i cristiani di ogni tempo. Nessuna interpretazione biblica o dottrinale dovrebbe essere accettata in modo passivo. Al contrario, ogni insegnamento o esperienza dovrebbe essere sempre esaminata scrupolosamente attraverso uno studio serio e completo delle Scritture. “Essi (i cristiani di Berea) esaminavano ogni giorno le Scritture per vedere se ciò che veniva detto loro era esatto” (Atti 17: 11).
In questo passaggio notiamo del resto, che la parola tradotta con “esaminare”, in greco anakrino, significa “passare al vaglio e fare delle serie e scrupolose ricerche”. Questa parola è dunque molto importante, poiché ci indica l'attitudine da tenere ogni qualvolta ascoltiamo un predicatore.
Eppure, quello che sentiamo in certi ambienti attualmente, è l'esatto contrario; particolarmente da parte di certi leaders legati alla “benedizione di Toronto”. Essi esortano i cristiani con queste parole: “non cercate né di capire, né di analizzare, mettete da parte la vostra ragione”. Mentre il libro degli Atti dice esattamente il contrario! Che accecamento! Non è una cosa qualunque... E' un ordine del Signore: ogni dottrina, e ogni esperienza spirituale deve essere esaminata minuziosamente alla luce della Parola di Dio.
6. Il vero amore non nasconde la verità
Le Scritture ci insegnano chiaramente che mostrare i suoi errori ad un fratello che si sta sviando è necessario e salutare: “chi tiene conto della correzione, segue la via della vita, ma chi non fa caso alla riprensione si svia (si smarrisce)” (Proverbi 10: 17). Colui che ama davvero non può fare a meno di dire la verità, ma ovviamente questa deve essere detta con amore. La correzione è una testimonianza d'amore da parte di colui che la espone, e non una mancanza di amore. Non è neppure un atto di giudizio, di rigetto o di condanna, come pretendono coloro che rifiutano la verità perché essa li disturba. Il Signore non corregge forse colui che ama?! (Ebrei 12: 6).
Il vero amore non può dunque rimanere silenzioso, allorquando intenzionalmente o per ignoranza, il Popolo di Dio viene condotto nell'errore. D'altra parte l'ignoranza non potrà essere una scusa davanti a Dio, poiché abbiamo tutti la Sua Parola per essere istruiti, illuminati, guidati e corretti.
L'apostolo Paolo stesso ha ripreso Pietro pubblicamente, perché quest'ultimo stava introducendo l'errore fra alcuni discepoli (Galati 2: 11). Ma lo ha fatto per amore nei confronti di Dio, per amore della verità, per amore nei confronti di un suo fratello, e anche nei confronti di tutti i cristiani. Egli ha ugualmente ripreso pubblicamente l'apostolo Pietro per difendere e preservare la sana dottrina nella Chiesa.
Attraverso questo passaggio, possiamo vedere che ogni servitore di Dio può sbagliarsi, anche il più grande e il più rinomato! L'apostolo Pietro ha reagito bene di fronte alle esortazioni dell'apostolo Paolo; non si è infastidito o irritato dicendo: “tu stai distruggendo tutta la mia autorità spirituale e il mio ministero, e inoltre davanti a tutti” ; o ancora, ad esempio: “chi sei tu per giudicarmi e umiliarmi in questo modo davanti a tutti?”. Ma al contrario, Pietro non ha affatto pensato alla sua reputazione, come avrebbero fatto molti servitori di Dio di oggi. Egli ha umilmente riconosciuto il suo errore ed ha accettato di essere ripreso affinché potesse continuare il suo ministero con l'approvazione divina. Che bellissimo ESEMPIO DI UMILTA' e di coraggio!!
7. L'urgenza di predicare tutto il consiglio di Dio
Molti cristiani e servitori di Dio sono molto critici verso coloro che denunciano le false dottrine nella Chiesa. Essi dicono che la responsabilità di un predicatore è solo quella di predicare l'Evangelo e che non devono giudicare gli altri. “E' lo Spirito Santo che lo farà”, dicono loro. Se così fosse le false dottrine non avrebbero proliferato attraverso i secoli. Le sètte non si sarebbero moltiplicate così facilmente e non avrebbero sedotto una tale moltitudine di persone portandole lontano dalla verità.
Questo metodo di predicare unicamente l'Evangelo senza denunciare le false dottrine, significa fallire nella missione che Dio ci ha assegnato di annunciare “tutto il consiglio di Dio”. L'apostolo Paolo aveva un altro concetto del ministero quando ha detto agli anziani di Efeso: “Ed ora ecco, io so che voi tutti fra i quali sono passato predicando il Regno, non vedrete più la mia faccia. Perciò, vi dichiaro oggi che io sono netto (puro) del sangue di tutti voi, poiché io non mi sono tratto indietro dall'annunciarvi tutto il consiglio di Dio, senza nascondervi niente” (Atti 20: 25,27).
Certi pastori limitano la loro predicazione solo al messaggio della salvezza senza considerare le altre importanti verità della Parola di Dio. In altre parole, si partoriscono delle anime per il Regno di Dio, ma non si vuole né istruirle, né proteggerle dal pericolo, come farebbero dei genitori nei confronti dei loro bambini. Che “razza” di genitori sarebbero quelli pronti a far nascere dei bambini ma che si rifiutassero in seguito di nutrirli, vestirli, istruirli e proteggerli dai pericoli della vita, con il pretesto di averli rimessi nelle mani di Dio? Eppure è proprio questo, ciò che fanno molti pastori con le persone che sono state affidate loro. Evitano le controversie e hanno paura di disciplinare alcuni dei loro membri nel timore di perderli.
Se esiste un epoca, nella storia della Chiesa, in cui gli avvertimenti concernenti le false dottrine dovrebbero essere ascoltati, è proprio la nostra. Siamo negli ultimi tempi in cui i falsi profeti e i falsi dottori prolifereranno sempre di più in numerose chiese, e tutto ciò ad una velocità allarmante! In pratica, tutti gli autori delle epistole del Nuovo Testamento ci avvertono e ci mettono in guardia contro i seduttori che si infiltreranno fra di noi, in maniera sempre più subdola. Come un pastore (di pecore) difende il suo gregge contro i lupi crudeli e rapaci, il pastore deve difendere la sana dottrina per proteggere la vita spirituale della sua chiesa.
8. Sono le false dottrine che dividono
L'apostolo Paolo è categorico su questo soggetto quando dice: “Vi esorto, fratelli a tenere d'occhio quelli che causano divisioni e ostacoli fra i credenti, opponendosi all'insegnamento che avete ricevuto. Allontanatevi da loro. Poiché quei tali non servono Cristo nostro Signore, ma il loro proprio ventre; e con dolci e lusinghiere parole seducono il cuore dei semplici” (Romani 16: 17,18).
Paolo ci avverte di stare in guardia, di “tenere d'occhio” quelli che causano divisioni introducendo delle false dottrine. Non sono quelli che difendono la verità che causano le divisioni, ma piuttosto coloro che introducono l'errore. Sono questi ultimi che devono sentirsi responsabili di dividere il Corpo di Cristo, e non quelli che si allontanano da loro a causa delle loro false dottrine.
Vi sono molti altri testi biblici che ci esortano a rimanere fedeli alla sana dottrina. Paolo rivolgendosi a Timoteo, fin dall'inizio della sua prima epistola gli dice: “Ti ripeto l'esortazione che ti feci quando andavo in Macedonia, di rimanere ad Efeso per ordinare (per raccomandare) a certuni di non insegnare altre dottrine (di non insegnare dottrina diversa)...” (1 Tim. 1: 3). Ed esorta Tito dicendogli: “Esponi le cose che sono conformi alla sana dottrina” (Tito 2: 1).
Ed oggi, in molte chiese ci vogliono far credere che non bisogna parlare più di dottrina, perché essa divide i cristiani. Quando in realtà non è la “sana dottrina” che divide i cristiani, bensì le false dottrine!
9. La verità ha la priorità sull'unità
Attualmente vi è una tendenza molto forte, fra molti pastori e molti credenti, a ricercare l'unità a qualsiasi costo. Questo, a prima vista, può sembrare una cosa buona, ma c'è un grave problema: l'unità è considerata più importante della verità. Al contrario è la verità ad essere più importante dell'unità. Se mettiamo la verità e l'unità su una bilancia, la verità avrà il peso maggiore. Gesù non ha mai detto di essere “l'unità”, ma ha affermato di essere la verità. I cristiani che camminano nella verità biblica sono automaticamente uniti da essa, poiché soltanto a questa condizione sperimentiamo la vera unità. Vivere nell'unità a discapito della Verità è una seduzione diabolica.
La Verità divide o unisce: tutto dipende dalla nostra attitudine al riguardo. I farisei si sentivano spesso offesi dall'insegnamento di Gesù, ma non per questo Egli ha cambiato le sue parole o le sue azioni per unirsi a loro. Egli ha perseverato nella verità. La voce della maggioranza o l'opinione pubblica non sono affatto dei criteri di verità. Lo Spirito di Verità non induce mai nessuno nell'errore. La Bibbia dice che il Padre deve essere adorato in spirito e in verità.
Ci viene chiesto a torto di rispettare le differenze dottrinali di ognuno. Ma da dove viene questa idea? Quand'è che vediamo Gesù rispettare la dottrina dei farisei, o gli apostoli tollerare le false dottrine? Tutti gli apostoli fanno delle serie dichiarazioni riguardo a coloro che abbandonano la verità.
Gesù non ha mai usato la diplomazia nei suoi insegnamenti. Se lo avesse fatto non sarebbe mai stato crocifisso. Egli ha sempre detto la verità riguardo alle persone e alle loro situazioni. Gesù ha anche avvertito i suoi discepoli di diffidare del lievito (cattivo insegnamento) dei farisei (Matteo 16: 11,12). Paolo ci ricorda le tragiche conseguenze delle false dottrine dicendo che un po' di lievito fa lievitare tutta la pasta (Galati 5: 2). Usare la diplomazia non è sempre sinonimo di camminare nella verità. La diplomazia può sbloccare una situazione, ma in definitiva, essa non cambia niente, o poche cose. In questi casi, essa è piuttosto una forma di adulazione.
Ascoltiamo le esortazioni pertinenti del pastore americano Adrian Rodgers che ha pronunciato nell'occasione di un congresso sul soggetto delle trasmissioni cristiane sulla radio: “E' preferibile essere divisi a causa della verità, che essere uniti nell'errore. E' preferibile dire la verità che ferisce e guarisce, piuttosto della menzogna che consola e uccide. Lasciate che vi dica una cosa, non possiamo parlare di amore e di amicizia, se non annunciamo tutto il consiglio di Dio. E' preferibile essere odiati per aver detto la verità che essere amati e stimati per aver detto una menzogna. E' impossibile trovare qualcuno nella Bibbia, che sia stato un testimone potente di Dio senza che abbia avuto dei nemici e che non sia stato odiato. E' preferibile rimanere fermi e soli nella verità che essere nell'errore con la moltitudine. E' preferibile infine, trionfare grazie alla verità piuttosto che avere temporaneamente successo con una menzogna.”
Il predicatore Charles Spurgeon diceva anche: “La preghiera per l'unità del nostro Signore Gesù Cristo (Giov. 17: 21), così spesso menzionata a torto, deve essere letta in tutto il suo contesto. Solo coloro che sono stati “santificati dalla Parola” (Giov: 17: 17) possono essere in Cristo. Insegnare diversamente, significa tradire l'Evangelo.”
Il pastore Vance Havner qualche anno fa, ha dato questo avvertimento: “Attenzione allo spirito di compromesso! Le chiese di Pergamo e Tiatiri avevano già questo spirito, e le tragiche conseguenze furono che Balaam e Jezabel (Apoc. 2) approfittarono di questa falsa tolleranza per corrompere la vita della Chiesa. Molte volte confondiamo il compromesso con l'amore e approviamo ciò che dovrebbe essere rigettato”.
10. Conclusione
Riepilogando, la Parola di Dio ci esorta costantemente a non rimanere dei “bambini” che accettano, senza alcun controllo, tutto ciò che ascoltano, leggono o vedono, ma a diventare dei cristiani “adulti” che siano in grado di esaminare tutto alla luce delle Scritture. “Ora, chi rimane al latte non ha l'esperienza della parola della giustizia perché è un bambino. Ma il cibo solido (sostanzioso) è per gli uomini adulti, per quelli cioè che per via dell'uso hanno i sensi esercitati a discernere il bene e il male” (Ebrei 5: 13,14).
Essere sedotti dagli altri è certamente una grande tragedia, ma sapete - purtroppo - è possibile anche sedurre sé stessi senza rendersene conto! E come? Ascoltando la Parola senza essere decisi ad obbedire a Lui o ad essere messi “sotto sopra” da essa. Poiché la vera obbedienza davanti a Dio, significa accettare che la Parola di Dio rimetta costantemente in questione i nostri pensieri, i nostri ragionamenti, le nostre parole, le nostre dottrine e le nostre esperienze. L'apostolo Giacomo ci rivolge la seguente importantissima esortazione: “Mettete in pratica la Parola -siate esecutori della Parola- e non soltanto uditori, ingannando voi stessi con falsi ragionamenti” (Giacomo 1: 22).
L'apostolo Paolo menziona anche la predicazione della sana dottrina come “qualifica” per ogni pastore e servitore di Dio. L'anziano deve essere: “attaccato alla Parola tale e quale come è stata insegnata, allo scopo di essere capaci di esortare secondo la sana dottrina e di respingere i contradditori” (Tito 1: 9).
L'apostolo Paolo dava molta importanza non solo al fatto che i giovani servitori di Dio fossero capaci di predicare la sana dottrina, ma che fossero anche capaci di rifiutare i contradditori. Essi dovevano dunque denunciare ogni falsa dottrina ed essere in grado di esaminare gli errori.
Quanto è importante per noi, cristiani degli ultimi tempi, avere in modo continuativo questo “amore per la verità”, che ci renderà sempre obbedienti e decisi ad annunciare tutto il consiglio di Dio. Non temiamo il combattimento e le opposizioni, poiché non esiste potenza contro la verità ma “per la verità” (2 Cor. 13: 8). Che la fedeltà e la determinazione di Paolo siano anche la nostra profonda motivazione, allorché egli dice: “Ho combattuto il buon combattimento, ho vinto la corsa, ho conservato la fede. Ormai la corona della giustizia mi è riservata. Il Signore, giusto giudice me l'assegnerà in quel giorno, non soltanto a me, ma anche a quelli che avranno amato la sua apparizione” (2 Tim. 4: 7,8).
Che la preghiera di Gesù a suo Padre per i suoi discepoli: “Santificali nella verità; la Tua Parola è verità” (Giov. 17: 17) possa realizzarsi altrettanto pienamente in ognuno di noi. Che “l'amore per la verità” sia costantemente rinnovato in noi fino al giorno del suo ritorno glorioso!
Rivestiamoci dunque della completa armatura di Dio affinché possiamo stare saldi contro tutte le astuzie del diavolo e resistere nei giorni della prova. Non dimentichiamoci che il primo pezzo dell'armatura, descritta da Paolo in Efesini 6, è precisamente la verità. “State dunque saldi, avendo preso la verità come cintura...” (Efesini 6: 14). L'efficienza di tutte le altre armi descritte in questo capitolo, dipenderà essenzialmente dalla nostra fedeltà alla verità.
Oggi, più che mai, consolidiamo e radichiamo la nostra fede nelle parole immutabili di Gesù, il quale dichiara : “Il cielo e la terra passeranno ma le mie parole non passeranno” (Matteo 24: 35).