Sperma dal midollo della donna

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LiviaGloria
00mercoledì 18 aprile 2007 08:37
scienze

Come «pidocchi»
Francesco Raiola
17/04/2007
«Sperma dal midollo della donna. In futuro l'uomo sarà superfluo?Dopo la clonazione, la scienza fa un nuovo passo in avanti. Un passo che, se avrà gli sviluppi che gli scienziati auspicano, potrebbe rendere superflui i maschi per la riproduzione». (1)
Ciò che la Chiesa insegna, basandosi sulla Sacra Scrittura, è che Dio è onnipotente ed eterno, e per questo anche Creatore.
La formula del simbolo niceno-costantinopolitano così recita: «Credo in Dio Padre onnipotente creatore del Cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili».
Il concetto di creazione «ex nihilo» - che tra l'altro appartiene in maniera così chiara e non equivoca soltanto al cristianesimo, in quanto, soprattutto in Oriente, le diverse «scuole» panteiste, panenteiste ed enoteiste escludono l'ipotesi di una Trascendenza (e quindi «differenza qualitativa») infinita dell'Essere di Dio da tutto che esiste «fuori di Lui» - è sempre stato oggetto di indagine della religione, anche se in questi ultimi anni (grazie anche ai progressi tecnologici) diviene obiettivo della scienza biologica.
Il delirio di onnipotenza che si nasconde nell'affermazione «dopo la clonazione, la scienza fa un nuovo passo in avanti» è indice proprio di questa «invasione di competenze», la quale, a sua volta, rivela la presenza di una sottesa opzione di pensiero diametralmente opposta per l'un caso e per l'altro.
Se Dio è creatore, è perché è infinita potenza creatrice, in grado di «dare la vita» ad esseri «prima» (anche se in Dio non c'è prima né dopo) non esistenti; se è Creatore, Dio, nell'atto (per Lui semplicissimo) del creare effonde tutta la sua infinita fantasia e varietà; quando crea, inventa sempre una creazione unica.
Ogni singola creatura è voluta, pensata, amata e creata dall'Eternità per essere partecipe (in maniera differente, si intende) dell'unico vero fine di tutto il creato, Dio stesso.
Dio non può clonare!
E' troppo ricco, troppo infinitamente diverso in sfumature di essere ed in perfezioni, in molteplicità incommensurabili di attributi divini...
Dio non si può ripetere.
Non c'è una creazione che sia identica ad un'altra.
Ogni persona diviene oggetto d'amore esclusivo del Padre, che non «fabbrica» pedestremente i propri figli, ma li genera alla vita, predestinandoli dall'eternità, e per questo «soffia un alito di vita», che rende l'uomo non più replicabile.
Si potrà «clonare» il suo corpo, ma mai la sua anima (anche se v'è chi non si rassegni, nella chimerica speranza di, in futuro, riuscire a «trascrivere» la propria «memoria» nel corpo clonato di un altro).



L'illusione dell'uomo di dare vita, attraverso la clonazione, ad una persona (o ad un animale, se volete) perfettamente identico troverà sempre smentita nella percezione della differenza di infinitesimali (e non solo) particolari (sempre presenti) e risponderà sempre, anche se infelicemente (proiettando la propria speranza, senza alcuna trascendenza, in un ciclo indefinito di esistenze meramente «materiali»), al fine ultimo dell'uomo: l'immortalità (Dio stesso).
La clonazione risponde perfettamente alla lacerazione prodotta dal peccato all'integrità dell'uomo e vi risponde secondo quelli che sono i «connotati» del peccato stesso.
La forza dirompente del peccato è in grado di provocare la massima separazione (quella dell'uomo da Dio) e tutte le conseguenze che da questa ne discendano (la separazione dell'anima dal corpo, la dispersione della propria interiorità, ecc.); non è forse proprio una perdita della propria integrità personale che viene lesa con la clonazione?
Si assicura una «giovinezza perenne», dilaniando in cambio niente meno la propria persona (il corpo da una parte e l'anima dall'altra).
Sappiamo infatti dalla Sacra Scrittura che l'uomo è un essere vivente di corpo, anima e spirito, in un'unità che proprio Gesù viene a «riconciliare in pienezza» con Dio (e pertanto anche con se stessa e «dentro» se stessa).
Un «nuovo passo in avanti. Un passo che, se avrà gli sviluppi che gli scienziati auspicano, potrebbe rendere superflui i maschi per la riproduzione».
Ha ragione l'autore dell'articolo a collegare la clonazione alla eliminazione del «ruolo» procreativo dell'uomo, perché la soluzione proposta sottende la stessa opzione ideologica dominante: il delirio di onnipotenza dell'individuo che vuole «creare» senza Dio, e magari vivere in eterno «senza di Lui», si sposta sulla sola donna, capace di «generare» da sola, senza uomo.
La valorizzazione della donna (sacrosanta, se avviene secondo i canoni del Vangelo e l'insegnamento della Chiesa), nel pensiero del mondo, passa attraverso «l'annientamento dell'uomo», meglio della figura patriarcale, genitoriale maschile.
Anche qui, come nell'evento della clonazione, identico e simile è il fine distruttivo: nel primo caso ad essere colpito è l'individuo in sé, in questo secondo caso è l'individuo «in famiglia».
La donna, creata da Dio, dalla costola di Adamo (quindi di pari dignità), carne dalla carne ed ossa delle ossa del marito, chiamata ad essere per lui un aiuto «simile» (quindi nella diversità della propria psicologia ed identità sessuale), destinata ad essere «cuore» nella famiglia, una sola carne con l'uomo, ad aderire a lui incondizionatamente, come la Chiesa a Cristo, a vivere in un solo palpito d'amore con il suo sposo, tutta per lui e lui per lei, si riduce ad un indefinito contenitore del proprio egoismo (il figlio «a tutti i costi»); quello che, da principio, deve essere la perfetta e reciproca integrazione tra l'uomo e la donna (come di Cristo con la Chiesa) in un totale scambio di ogni cosa e di consegna totale, reciproca e senza riserve, che, come frutto d'unione e d'amore, nell'intimità più profonda si apra alla stessa vita eterna di nuovi esseri, da sempre conosciuti, voluti, amati e perciò creati (non senza il consenso degli sposi) da Dio per il loro fine eterno, si riduce ad un mero meccanicistico (tristissimo!) impianto di «cellule spermatogonali».



Se il cristianesimo insegna l'unicità e la bellezza del creato e di ogni singola creatura, sempre oggetto d'amore liberissimo di Dio (e degli sposi), la civiltà della clonazione e pratiche dell'intero «indotto», non possono che essere foriere di morte.
Del resto, perché meravigliarsi?
E' un'evidenza; se il cristianesimo dà accesso alla vita di Dio in Cristo Gesù - e, pertanto, divinizza - la pseudo scienza (come in tale circostanza), potrà contribuire all'edificazione dell'uomo rendendolo di certo non «simile» a Dio...ma, al massimo, ad un ermafrodita, un pidocchio, per esempio!
«L'ermafroditismo o monoicismo è un fenomeno col quale un individuo di una determinata specie, animale o vegetale, possiede durante l'arco della sua vita entrambi gli organi sessuali e può quindi produrre, contemporaneamente o successivamente, sia i gameti maschili (spermi) sia quelli femminili (uova)». (2)



Francesco Raiola




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Note
1) Tratto da «Sperma dal midollo della donna - In futuro l'uomo sarà superfluo?», Repubblica.it
2) Tratto da it.wikipedia.org/wiki/Ermafroditismo




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