Studio choc: «Il mais ogm provoca il cancro» E la Russia sospende l'import dalla Monsanto

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wheaton80
00venerdì 9 novembre 2012 14:04

Dalla Francia l'allarme: i topi nutriti con mais ogm muoiono di tumore. E Mosca vieta il prodotto della multinazionale

La Russia ha sospeso l'importazione di mais geneticamente modificato, commercializzato dalla colosso dell'agroalimentare Monsanto, dopo la pubblicazione di uno studio choc sulla tossicità del mais Ogm di tipo NK603.

LA REPLICA - L'equipe di Gilles-Eric Séralini, professore di biologia molecolare all'Università di Caen in Francia, ha realizzato un allarmante studio che rileva come i ratti nutriti con mais geneticamente modificato siano più soggetti ai tumori o a gravi malattie. Morale, in Russia hanno deciso di correre ai ripari. «Finché non riceveremo una piena informazione sul caso, l'importazione e la vendita di mais NK603 geneticamente modificato sono temporaneamente sospese», si legge in un comunicato. Dalla Monsanto invece minimizzano e insinuano il dubbio che la sospensione dell'import sia più di natura commerciale che sanitaria: «La Russia è un grande esportatore di cereali. L'impatto sulle nostre vendite di questa decisione sarà minimo».

MAIS E PESTICIDI - Lo studio si è concentrato su due prodotti specifici: il mais Nk 603 e l'erbicida Roundup. Entrambi sono prodotti dalla Monsanto,. L'esperimento è stato condotto su 200 ratti divisi in tre diversi gruppi: il primo alimentato con il Nk 603 trattato con il Roundup, il secondo alimentato con il mais Ogm ma escludendo il potente erbicida, il terzo alimentato con mais non Ogm e non trattato. «La mortalità è molto più rapida e forte nel caso del consumo di entrambi i prodotti di Monsanto» ha affermato Séralini al Nouvel Observateur, la rivista francese che pubblicato lo studio. La ricerca però è stata duramente criticata perché i ricercatori francesi che l'hanno condotta hanno rifiutato la verifica dei risultati da parte dell'Efsa, l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare. Gli scienziati dell'Università di Caen hanno sostenuto che l'Efsa non è imparziale dato che ha già approvato il mais ogm. E da parte della comunità accademica è arrivato il sostegno e l'invito a eseguire ulteriori approfondimenti. Ma altri istituti europei e statunitensi hanno messo in discussione la validità dello studio, sotto il profilo dell'ampiezza del campione e della completezza dei dati.

LA DENUNCIA DI ANONYMOUS - A denunciare da tempo i danni alla salute che i prodotti della Monsanto causerebbero sono gli hacktivist Anonymous con un'operazione condotta a livello mondiale sotto il nome #OccupyMonsanto, che in questi anni ha portato alla pubblicazione di dati sottratti alla Monsanto stessa e al tango down (il blocco tramite attacco DDos) del sito della multinazionale. A prendere parte all'operazione sono stati anche gli hacker italiani del movimento che sul blog italiano del movimento scrivono:«Ci uniamo anche noi allo sforzo di tutti i gruppi coinvolti dicendo STOP alla produzione di OGM finalizzati a conquistare fette di mercato sempre più ampie STOP a logiche di mercato quali la produzione dei prodotti RR2, resistenti agli effetti dei glifosati prodotti dalla stessa Monsanto, dannosi per la salute dell'uomo (si iniziano a documentare casi di malformazioni genetiche) e dell'ambiente (l'impoverimento e la sterilizzazione del terreno provocato dagli insetticidi e dalle monoculture)».

Marta Serafini
27 settembre 2012
www.corriere.it/esteri/12_settembre_27/ogm-causano-il-cancro-studio-francese-e-la_97a43112-08d5-11e2-b109-0c446f94a4...
wheaton80
00venerdì 9 novembre 2012 15:19
Studio shock rileva composti tossici OGM in quasi il 100% delle donne in gravidanza

Oltre il 65 per cento delle colture di mais degli Stati Uniti contengono un gene speciale aggiunto, che permette loro di produrre un insetticida. In questo modo, quando gli insetti tentano di mangiare il mais vengono uccisi subito (in particolare il loro stomaco viene divelto ), perché la pianta contiene un invisibile scudo incorporato nei pesticidi. Il gene particolare aggiunto alla maggior parte delle colture di mais è un tipo di tossina Bt – prodotta dai batteri Bacillus thuringiensis. Gli ingegneri genetici rimuovono il gene che produce il Bt nei batteri e lo inseriscono nel DNA delle piante del mais (e cotone).

Essi sostengono che la tossina Bt è rapidamente distrutta nello stomaco umani – e se anche sopravvivesse , non provocherebbe reazioni negli esseri umani o mammiferi. Ma gli studi stanno dimostrando che non è questo il caso, poiché la tossina Bt senza difficoltà passa nel flusso sanguigno umano e studi sugli animali hanno già dimostrato che la tossina Bt provoca effetti sulla salute degli animali, compresi potenzialmente gli esseri umani. Come Jeffrey Smith, direttore esecutivo, dell’Istituto per la Tecnologia Responsabile, ha scritto:“I topi alimentati con la tossina naturale Bt hanno mostrato significative risposte immunitarie e li ha fatti diventare sensibili ad altri composti in precedenza innocui.

Questo suggerisce che la tossina Bt potrebbe rendere una persona allergica ad una vasta gamma di sostanze. I lavoratori agricoli ed altre persone hanno avuto anche loro reazioni alla tossina naturale Bt, e le autorità riconoscono che “Le persone con sistema immunitario compromesso o allergie preesistenti possono essere particolarmente sensibili agli effetti del Bt”. Infatti, quando la tossina naturale Bt è stata vaporizzata su zone vicino a Vancouver e lo stato di Washington per combattere le tarme del grano, circa 500 persone hanno segnalato reazioni: per lo più sintomi allergici o simil-influenzale. Sei persone sono dovuto andare al pronto soccorso. La tossina Bt prodotta nelle piante geneticamente modificate è probabilmente più pericolosa che nella sua forma natural nebulizzata.

Nelle piante, la tossina è circa 3.000-5.000 volte più concentrata rispetto alla spruzzo, non viene dilavata dalle piante come accade con lo spray , ed è stata progettata per essere più tossica della versione naturale. In realtà, la tossina OGM ha proprietà di allergeni noti e fallisce tutte e tre le prove allergiche OGM, raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ed altri “. E’ per questi motivi che i principi cautelativi devono essere assolutamente essere applicati riguardo all’esposizione dgli esseri umani , l’ambiente e le colture OGM.

Gli scienziati dell’Università di Sherbrooke, Canada, hanno individuato la proteina insetticida Cry1Ab, uno specifico tipo di tossina Bt di mais OGM, in circolazione nel sangue abbastanza diffusamente negli esseri umani; Lo studio ha analizzato 30 donne incinte e 39 donne che si erano recate per tubectomia presso il Centre Hospitalier Universitaire de Sherbrooke (Chus) in Quebec. Esse hanno effettuato i test nutrendosi con una dieta tipica Canadese (che comprendeva alimenti come soia, mais e patate) e nessuna di loro aveva lavorato o vissuto con qualcuno che lavora a contatto con pesticidi. I ricercatori hanno trovato la tossina Bt nel:

• 93 per cento dei campioni di sangue materno
• 80 per cento dei campioni di sangue fetale
• 67 per cento dei campioni di sangue delle donne non- incinte

Essi hanno rilevato la tossina nel sangue fetale, implicando che potrebbe passare alla generazione successiva. Il documento di ricerca è stato analizzato ed accettato per la pubblicazione nella rivista di tossicologia riproduttiva. Questo ha dato luogo al timore che le tossine non possono essere efficacemente eliminati negli esseri umani e ci può essere un alto rischio di esposizione attraverso il consumo di carne contaminata.

“I dati generati aiutano le agenzie di regolamentazione competenti per la protezione della salute umana di prendere decisioni migliori”, ha osservato i ricercatori Aziz Aris e Samuel Leblanc. Data la potenziale tossicità di questi inquinanti ambientali e la fragilità del feto, sono necessari altri studi, in particolare quelli che utilizzano il metodo di trasferimento placentare, gli esperti, aggiungono, hanno avvertito di gravi conseguenze per l’India. L’olio di semi di cotone è fatto dai semi di cotone geneticamente modificato, e quindi la tossina Bt potrebbe essere già entrata nella catena alimentare in India. In India devono essere immediatamente richiesti approfonditi studi tossicologici per conoscere il livello di contaminazione del sangue umano di tossine Bt proveniente da olio di semi di cotone, ed anche verificare i suoi impatti sulla salute a lungo termine.

7 novembre 2012
Fonte: thewatchers.adorraeli.com/2012/11/01/toxic-gmo-compounds-found-in-nearly-100-of-pregnant-women-and-their-...

www.informarexresistere.fr/2012/11/07/studio-shock-rileva-composti-tossici-ogm-in-quasi-il-100-delle-donne-in-gravidanza/#axzz2...
wheaton80
00mercoledì 16 gennaio 2013 18:55
La Polonia mette al bando gli Ogm

Il governo polacco ha approvato il divieto alla coltivazione di due organismi geneticamente modificati che sará in vigore dal 28 gennaio 2013: il mais Monsanto Mon810 e la patata della Basf Amflora

15 Gennaio 2013

La Polonia ha messo al bando la coltivazione di Ogm su tutto il territorio nazionale. Il governo polacco ha approvato il divieto alla coltivazione di due organismi geneticamente modificati che sará in vigore dal 28 gennaio 2013 - il mais Monsanto Mon810 e la patata della Basf Amflora - le uniche due varietá transgeniche autorizzate per la coltivazione in Europa.

"L'introduzione di questa norma è una grande vittoria e il frutto di otto anni di lavoro di associazioni ambientaliste e scienziati e agricoltori - afferma Greenpeace - abbiamo dimostrato che si possono evitare i rischi delle coltivazioni transgeniche e salvaguardare agricoltura e ambiente. È una vera soddisfazione vedere che il governo polacco ha mantenuto la parola e si è unito al gruppo di Paesi dove le coltivazioni Ogm sono giá bandite". Il motivo alla base di questo nuovo bando, come ha precisato il ministero dell'Agricoltura polacco, è l'impossibilitá della coesistenza fra le colture Ogm e quelle convenzionali e biologiche.

Il ministero ha puntualizzato, inoltre, il rischio di contaminazione del miele attraverso il polline del mais Mon810 e la carenza di studi a supporto della sicurezza degli Ogm per ambiente e salute. D'ora in poi, chi dovesse seminare mais Mon810 o patate Amflora potrá essere soggetto a pesanti sanzioni e anche alla distruzione delle coltivazioni illegali.

www.zeroemission.eu/portal/news/channelname/Ambiente/channel/854/...
wheaton80
00martedì 9 aprile 2013 15:16
Ogm, schiaffo alla Monsanto: l'Italia chiede all'Ue la sospensione della coltivazione del mais Mon810
Critiche anche le reazioni sui test effettuati sui roditori per 90 giorni

4 aprile 2013

L'Italia ha avanzato alla Commissione europea la richiesta di sospendere le autorizzazioni alla messa in coltura di sementi di mais Ogm Mon810 nel nostro Paese e nell'Ue, affinché la stessa Commissione effettui una nuova valutazione completa su questo tipo di mais modificato alla luce delle ultime linee guida, e definisca adeguate misure di gestione che dovrebbero essere rese obbligatorie per tutti gli utilizzatori di tali Ogm.

«Il ministero della Salute ha dato seguito alla nostra richiesta e al dossier predisposto dal Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra), chiedendo alla Commissione europea la sospensione d'urgenza dell'autorizzazione alla messa in coltura di sementi di mais Mon810 in Italia e nel resto dell'Unione europea- ha informato il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania- Quando parliamo della possibilità di coltivare Ogm in Italia, dobbiamo tenere ben presente che l'opinione pubblica, i consumatori e le stesse rappresentanze degli agricoltori hanno espresso una posizione negativa sulla questione. Abbiamo il dovere di essere particolarmente rigorosi, a tutela dei consumatori e degli agricoltori italiani.

Prendo anche atto- ha continuato il ministro- con grande soddisfazione del mutato atteggiamento del ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, sugli organismi geneticamente modificati. Questo ci consentirà di proseguire con maggiore forza nella direzione che era stata già intrapresa, collaborando con tutte le istituzioni e le rappresentanze politiche e sociali, allo scopo di salvaguardare l'identità e la ricchezza che sono alla base del successo dell'agroalimentare italiano».

Approvazione per l'azione del governo italiano è venuta sia da una parte del mondo politico sia dalle associazioni che da sempre si battono contro la diffusione nel nostro paese degli Organismi geneticamente modificati. «La richiesta di sospensione d'urgenza dell'autorizzazione di coltivazione di mais Ogm Mon810 in Italia e nel resto dell'Ue presentata dal nostro Paese alla Commissione europea è un'iniziativa importante in difesa dell'agricoltura di qualità e della biodiversità vegetale ed è in linea con la volontà della maggior parte degli italiani- ha dichiarato Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd- Un risultato raggiunto grazie anche all'impegno della Task Force per un'Italia libera da Ogm, di cui fanno parte circa trenta importanti associazioni del mondo agricolo e ambientale italiano, tra cui Coldiretti, Legambiente, Greenpeace, Slow Food e Aiab , che ha promosso l'appello ‘no-ogm', da me sottoscritto con convinzione. Si tratta di un primo importante passo che andrebbe perfezionato e reso definitivo con l'attivazione della clausola di salvaguardia nei confronti del mais MON810, come già fatto da altri Stati membri».

Sulla stessa linea anche Legambiente: «Bene la decisione del ministro Catania, riteniamo però fondamentale che a questa decisione segua un impegno concreto affinché si proceda all'adozione della clausola di salvaguardia nei confronti del mais ogm. La clausola in questione è stata già adottata da diversi paesi europei, dai quali l'Italia deve prendere esempio. Solo così si potrà tutelare veramente sia il settore agricolo italiano, che si basa su una produzione di qualità, sia le sue eccellenze agroalimentare, salvaguardando allo stesso tempo la salute delle persone».

Rimanendo in tema Ogm e nello specifico all'approvazione del Regolamento Ue per l'autorizzazione alle imprese di nuovi Ogm per uso alimentare e per i mangimi che comprende l'obbligo di presentare studi sull'alimentazione dei roditori per 90 giorni per ogni singolo Ogm, a cui sono seguiti commenti in dissenso da parte di Firab. «Inserire l'obbligo di testare gli alimenti Ogm sui topi per 90 giorni è una misura assolutamente inadeguata per poter valutare gli effetti sull'uomo, né fornisce alcuna forma di rassicurazione per i consumatori- ha dichiarato Luca Colombo segretario generale Firab (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica) - Quest'arco di tempo, infatti, è assolutamente insufficiente per verificare l'effetto cronico degli Ogm e non può essere neanche utile a determinare un risk assessment rigoroso, su cui invece è necessario valutare i rischi di lunga durata, basati sull'intero ciclo di vita.

Come più volte sottolineato, la predisposizione a patologie croniche da Ogm aumenta, infatti, con l'invecchiamento e con la maggiore vulnerabilità a malattie. E' chiaro che questa misura costituisce un tentativo di rispondere alle numerose sollecitazioni e preoccupazioni dell'opinione pubblica, pur essendo in contraddizione con quello che la stessa EFSA ha affermato in un suo studio . Ma non vogliamo essere noi le cavie per una sperimentazione degli Ogm a lunga durata», ha concluso Colombo.

www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=...
wheaton80
00venerdì 24 maggio 2013 15:02
La Cina blocca e distrugge 3 partite di mais OGM Monsanto

23 maggio 2013 - La Cina ha distrutto 3 partite di mais geneticamente modificato Monsanto MON89034 importato dagli Stati Uniti.Tutto questo nonostante la forte carenza di mais sul mercato interno e la necessità di importarne una gran quantità per garantire la sicurezza alimentare della nazione più popolosa del mondo. Che sia l'inizio di un nuovo corso? La CIna e' uno dei grandi consumatori di prodotti OGM Monsanto e quello che e' accaduto potrebbe essere un duro colpo per la multinazionale statunitense.

Fonte: www.greenmedinfo.com/blog/breaking-news-china-destroys-3-us-shipments-gm-corn-a?utm_source=www.GreenMedInfo.com&utm_campaign=22e9e67bac-Greenmedinfo&utm_medium=email&utm_term=0_193c8492fb-22e9e67bac-...

terrarealtime.blogspot.it/2013/05/la-cina-blocca-e-distrugge-3-partite...
wheaton80
00sabato 1 giugno 2013 14:41
Ogm, la Monsanto rinuncia all'Europa e dagli Usa allarme frumento contaminato
La multinazionale delle biotecnologie non farà più attività di lobbying sui Paesi Ue per le sue sementi. Allarme dagli Stati Uniti: in Oregon un agricoltore ha scoperto nei suoi campi la presenza di frumento ogm mai autorizzato. Greenpeace: "Fare più controlli"

È UNA VITTORIA per le associazioni ambientaliste e per chi dice no all'utilizzo degli ogm (organismi geneticamente modificati) in agricoltura. La Monsanto, la multinazionale Usa delle biotecnologie con 20mila dipendenti in tutto il mondo, rinuncia alle sue speranze di distribuire anche sul territorio dell'Unione Europea le sue sementi transgeniche. Lo ha annunciato Brandon Mitchener, capo dell'azienda in Europa, in un'intervista al giornale tedesco Tageszeitung.

"Non faremo più lobby per nuove coltivazioni in Europa", ha dichiarato Mitchener, aggiungendo che, "al momento non pensiamo di presentare nuove richieste. La ragione, tra le altre, è la scarsa domanda degli agricoltori". Del resto in Europa 8 nazioni, Austria, Bulgaria, Francia, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Polonia e da aprile l'Italia, vietano la coltivazione di campi con semi Ogm.

Mentre dalla Germania rimbalzava la sua intervista, l'account Twitter della filiale europea sottolineava come la Monsanto sia comunque uno dei leader europei nelle sementi 'convenzionali', non modificate. Come dire, sugli Ogm abbiamo perso, ma sul mercato ci siamo ancora.

E in questi giorni la Monsanto è al centro di nuove preoccupazioni, negli Usa ma anche in Europa. In Oregon un agricoltore ha scoperto la presenza di frumento ogm mai autorizzato nei suoi campi. Dalle informazioni parziali diffuse dal dipartimento dell'agricoltura statunitense si tratterebbe di una varietà della Monsanto, la cui sperimentazione in campo si è conclusa nel 2005 e che non aveva ottenuto autorizzazione alla coltivazione e al consumo. Considerando che l'import di frumento statunitense in Italia ammonta a oltre 360mila tonnellate (dati 2012), Greenpeace ha lanciato l'allarme: "Vista la grave situazione e il rischio di una contaminazione diffusa e incontrollata è necessario testare ogni nuovo import dagli Stati Uniti per scongiurare la possibilità che ai cittadini italiani si somministrino prodotti (farine e derivati) con ogm non autorizzati".

"Questa contaminazione - continua Greenpeace - conferma quanto sosteniamo da tempo: gli ogm non possono essere controllati una volta immessi in ambiente. Dopo un decennio, la contaminazione è sempre li, e i consumatori rischiano di mangiare un prodotto mai autorizzato". Anche la Commissione Europea ha invitato i paesi membri ad alzare la guardia. Solo una settimana fa, una grande marcia mondiale contro la Monsanto ha mobilitato due milioni di persone, secondo gli organizzatori, in 436 città e 52 paesi. La "March against Monsanto" è stata indetta proprio per richiamare l'attenzione sui rischi dell'utilizzo di materie prime ogm.

31 maggio 2013
www.repubblica.it/ambiente/2013/06/01/news/ogm_la_monsanto_rinuncia_all_europa_e_dagli_usa_allarme_frumento_contaminato-6...
wheaton80
00domenica 9 giugno 2013 16:49
Monsanto sconfitta. A metà
9 giugno 2013

«È controproducente combattere contro i mulini a vento»: così il capo delle relazioni pubbliche per la Monsanto in Europa, in un’intervista al Tageszeitung, ha annunciato una ritirata strategica: «Non faremo più lobby per i coltivi in Europa», e la ditta non ha «attualmente» in corso progetti pere far approvare dagli stati sementi geneticamente modificate.

L’incredibile successo della «Marcia contro Monsanto» ha lasciato il segno. La marcia ha avuto luogo in 400 città di 52 Paesi, e dovunque i manifestanti hanno protestato contro i loro governi, troppo compiacenti, diciamo, davanti agli argomenti Monsanto a favore dei suoi OGM. La protesta chiedeva esplicitamente il «labeling»: che gli ingredienti geneticamente modificati siano segnalati nelle etichette, come si fa per gli zuccheri e i grassi. Ai consumatori, poi, la scelta.

Una misura che la ditta ha contrastato sempre e con tutte le sue forze lobbystiche, che sono notoriamente irresistibili quando si esercitano sull’eurocrazia. Monsanto ha condotto una campagna a tutto campo contro le etichettature, sostenendo che sarebbero troppo costose (sic), che danneggerebbero i produttori poveri, che l’etichetta non serve a niente dato che i cibi geneticamente modificati sono senza rischi per il consumo umano, eccetera.

Recentemente lo Stato ungherese ha ordinato la distruzione di almeno 500 ettari a granturco risultato geneticamente modificato, che non avrebbero dovuto trovarsi lì, dato che il Paese vieta l’uso di OGM ed anche nel 2011 aveva fatto bruciare centinaia di ettari di coltivi contaminati da sementi ingegnerizzate, per evitare ibridazioni accidentali (i pollini si disperdono nell’aria) del mais «buono» con quello OGM. E siccome l’Unione Europea adotta le norme più liberali sulla libera circolazione (anche) di sementi, Budapest non ha diritto di indagare come, da quali Stati membri, quelle sementi siano arrivate sul suo territorio. «Ciò non ci impedirà di investigare a fondo su questa faccenda entro i nostri confini», ha minacciato il ministro dell’agricoltura Lajos Bognar.

Hanno proprio ragione l’eurocrazia e la stampa servile a bollare il governo ungherese di «liberticida», populista, fascista e antisemita. Ma finché si tratta della piccola e fascistoide Ungheria, passi. Il peggio è successo quando in Oregon s’è scoperto che grano geneticamente modificato stava crescendo in un’azienda agricola, che non l’aveva coltivato; e la contaminazione è stata confermata dall’USDA (US Department of Agricolture). Era una cosa che la Monsanto aveva assicurato non sarebbe mai avvenuta. Le coltivazioni sperimentali di questa semente ingegnerizzata erano terminate nel 2004, senza che si fosse conclusa con l’approvazione per la vendita e il consumo. Ora si è scoperto che Monsanto aveva fatto le sue sperimentazioni in campi aperti, innescando un inquinamento genetico assai vasto.

La reazione è stata rovinosa per gli agricoltori statunitensi. Il competente ministero del Giappone ha bloccato le importazioni di grano «western white» e da mangime «con effetto immediato da oggi», e ha fatto pressioni sullo USDA per avere i dettagli delle sue indagini (indagini che lo USDA, fortemente ammanicato con l’agribusinnes genetico, non fa volentieri); l’import di grani americani, ha detto il ministro giapponese, sarà sospeso fino a quando non si disporrà almeno di un «kit di prova» per identificare quel frumento geneticamente modificato. (Japan halts imports of U.S. wheat after USDA’s shock finding of genetic pollution from GMOs)

La Corea del Sud, che importa circa metà del suo fabbisogno granario dagli Usa, ha annunciato una simile sospensione. A questo punto, anche l’authority europea per la difesa dei consumatori ha dichiarato che qualunque carico di granaglie che risultasse positivo OGM non potrebbe essere venduto in Europa. Altri Paesi hanno fatto lo stesso, specie in Asia, come Cina e Filippine: tutti grandi importatori di frumento (si accaparrano un terzo della esportazione mondiale); e dove si scopre che i consumatori sono ancor più contrari ai cibi geneticamente modificati di noi europei, spesso bollati come irragionevoli schifiltosi negazionisti riguardo ad OGM ottimi e sanissimi.

Insomma, un danno economico ingentissimo per i coltivatori americani che si vedono rifiutare i loro prodotti, anche se magari hanno avuto cura di usare sementi naturali; e tutto a causa di Monsanto e dei suoi reggicoda a Washington. È una replica di quel che accadde nel 2006, quando il raccolto del riso a grano lungo americano risultò contaminato da una semente ingegnerizzata, questa volta dalla BayerCropScience, concorrente di Monsanto. Anche allora Europa e Giappone decretarono l’embargo sul riso statunitense, ciò che costò al settore agricolo Usa 750 milioni di dollari. E il riso è piccolo commercio, in confronto all’export di frumento.

Bayer, BASF e Syngenta, i concorrenti europei, hanno già rinunciato a promuovere i semi OGM in Germania ed altri Stati membri: i coltivatori, ha detto il portavoce di Monsanto, «hanno scarso interesse» ai presunti vantaggi miracolosi delle sue sementi; che senso ha coltivare un prodotto che è poi praticamente invendibile, dato il massiccio rifiuto dei consumatori?

La ministra dell’agricoltura tedesca, Ilse Aigner (che è riuscita a bandire la semente MON810 nel 2009), ha detto: «Per l’agricoltura europea, le promesse paradisiache dell’ingegneria genetica non si sono avverate». La resa di Monsanto è solo parziale, forse, apparente. In Spagna, Portogallo e Romania, dove le leggi sono più di manica larga e i consumatori meno sensibili al tema OGM, Monsanto continua a forzare la diffusione della sua semente MON810 rafforzata da un gene microbico tossico come pesticida «interno». E sta ancora energicamente facendo lobby a Bruxelles perché gli eurocrati permettano l’importazione di grani OGM per l’alimentazione animale.
Bisognerà vigilare, conoscendo l’eurocrazia (e i politici distaccati presso il centro di potere europeo).

Tanto più che le idee della gente comune sulla pericolosità degli OGM – derisa dagli «esperti» – sta trovando sempre più conferme a livello scientifico. Vedi il caso di Thierry Vrain, un ricercatore al dipartimento dell’agricoltura canadese; da sempre convinto promotore della innocuità delle sementi ingegnerizzate, ora ha cambiato idea dopo un’analisi accurata della letteratura scientifica, che gli ha rivelato – oh meraviglia! – che né le autorità federali Usa, né quelle del Canada, hanno mai condotto test indipendenti sulla innocuità degli OGM. «Tutto quel che abbiamo sono gli studi di Europa e Russia, che dimostrano che i ratti alimentati con cibo geneticamente modificato muoiono prematuramente», dice Vrain.

Interessante la motivazione che il dottor Vrain dà della sua nuova diffidenza: «L’ingegneria genetica è vecchia di 40 anni. Ed è basata su una teoria vecchia di 70 anni, quella “un gene=una proteina”, ossia che ogni singolo gene codifica (e produce) una singola proteina. È un’ipotesi che il Progetto Genoma Umano ha dimostrato sbagliata dal 2002. Ora sappiamo che un singolo gene è capace di produrre più di una proteina, e che inserendo un gene estraneo in una pianta si finisce per creare proteine che non conosciamo, e impreviste. Ed è ovvio che alcune di queste proteine siano allergizzanti o tossiche».

Gli studi europei e russi, aggiunge Vrain, «dimostrano che le proteine prodotte dai vegetali OGM sono differenti da quel che dovrebbero essere. Inserire un gene estraneo come si fa con l’attuale tecnologia dà luogo a proteine danneggiate. La letteratura scientifica è piena di studi che mostrano come il mais e la soya geneticamente modificati contengono proteine non volute, e tossiche».
Ragion per cui, conclude il genetista canadese, «rigetto la pretesa delle ditte biotecnologiche che le loro sementi modificate producono di più, che richiedono minori irrorazioni con pesticidi, che non hanno alcun impatto sull’ambiente circostante e che sono senza rischi per la nutrizione» (Former Pro-GMO Scientist Speaks Out on the Real Dangers of Genetically Engineered Food).

Maurizio Blondet
Fonte: www.effedieffe.com
lospecchiodelpensiero.wordpress.com/2013/06/09/monsanto-sconfitta...
wheaton80
00sabato 13 luglio 2013 05:14
Ogm, De Girolamo: firmato il decreto che vieta la coltivazione di mais Monsanto

I ministri della Salute, delle Politiche agricole e dell'Ambiente hanno firmato un decreto che vieta la coltivazione del mais Ogm Mon 810 prodotto da Monsanto. Lo stop resterà in vigore fino all'adozione delle misure previste dal regolamento comunitario 178/2002 che prevedono, tra l'altro l'adozione di norme per garantire la coesistenza tra varietà tradizionali, biotech e biologiche e comunque per un periodo di massimo diciotto mesi. Il provvedimento sarà immediatamente notificato alla Commissione europea e agli altri 27 Stati membri dell'Unione europea.

«Con i ministri Lorenzin e Orlando – ha commentato la responsabile delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo – avevamo preso un impegno preciso sugli Ogm, considerate anche le posizioni unitarie del Parlamento e delle Regioni. Con il decreto che abbiamo firmato oggi vietiamo la sola coltivazione del mais Mon810 in Italia, colmando un vuoto normativo dovuto alle recenti sentenze della Corte di Giustizia europea. È un provvedimento che tutela la nostra specificità, che salvaguardia l'Italia dall'omologazione».

Il decreto giunge a conclusione della procedura di emergenza attivata dal governo Letta nell'aprile 2013, ed è giuridicamente sostenuto anche dal precedente provvedimento di divieto di coltivazione di organismi geneticamente modificati, fondato su analoghe motivazioni, adottato il 16 marzo 2012 dal Governo francese e tuttora in vigore.
«La nostra agricoltura si basa sulla biodiversità e sulla qualità – aggiunge De Girolamo – e su queste dobbiamo continuare a puntare, senza avventure che anche dal punto di vista economico non ci vedrebbero competitivi. Il decreto di oggi è solo il primo elemento, quello più urgente, di una serie di ulteriori iniziative, con le quali definiremo un nuovo assetto nella materia della coltivazione di Ogm nel nostro Paese».

Anche per il ministro dell'Ambiente, Orlando, il decreto «rappresenta solo la prima parte di un percorso nel quale il sistema Italia nel suo complesso deve offrire una convinta prova di unità e compattezza». Orlando si è appellato alle Regioni che «devono innanzitutto dare il loro immediato contributo per la costruzione di un quadro di misure idonee a garantire la salvaguardia delle nostre coltivazioni tradizionali e biologiche».

Soddisfatta la Coldiretti secondo cui la decisione del Governo di vietare in Italia la coltivazione di mais Mon810 ha il sostegno di quasi otto italiani su dieci (76%) che in un sondaggio Ipr marketing si sono detti contrari all'utilizzo di Ogm, con un aumento del 14% rispetto allo scorso anno. «La difesa della distintività italiana deve essere una priorità della politica – sottolinea il presidente della Coldiretti, Sergio Marini – perché da essa dipende l'esistenza stessa del made in Italy che è il nostro petrolio, il nostro futuro, la nostra leva per tornare a crescere non solo nell'alimentare ma in tutti i settori».

Per la Confederazione italiana degli agricoltori (Cia) l'atto compiuto dai ministri va nella giusta direzione. «È necessario impedire la coltivazione di ogm in italia – sottolinea il presidente, Giuseppe Politi – e il governo deve procedere, rapidamente, all'attivazione della clausola della salvaguardia come richiesto fermamente anche dalle regioni».

Voci critiche, invece, da Confagricoltura e Assobiotec che riunisce l'industrie attive nel settore della ricerca scientifica. «Non si può far parte dell'Europa a singhiozzo – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi –: i divieti e il bavaglio alla scienza probabilmente nascono dalla paura che le ricerche possano dimostrare che la coesistenza è possibile. Studiare, sperimentare e conoscere non ha mai fatto male a nessuno ed è alla base del progresso. Ci dicano, piuttosto, su quali basi scientifiche quei pochi ettari seminati con mais Mon 810 sarebbero in grado di mettere a rischio l'ambiente, la salute dei consumatori e la biodiversità».

Per il presidente di Assobiotec, Alessandro Sidoli, «questo provvedimento sposta indietro le lancette di oltre dieci anni quando il governo Amato vietò l'import di tre tipologie di mais ogm. Un provvedimento revocato all'indomani dalle sentente avverse del Tar, del Consiglio di Stato e della Corte Ue. Ancora una volta si ricorre ad argomentazioni ideologiche e anacronistiche senza considerare il potenziale produttivo dell'innovazione e il suo ruolo per la valorizzazione delle filiere italiane dei formaggi e prosciutti Dop che esistono anche grazie ai mangimi Ogm».

di Ernesto Diffidenti
12 luglio 2013
www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2013-07-12/girolamo-firmato-decreto-vieta-151516.shtml?uuid=...
wheaton80
00sabato 20 luglio 2013 14:43
OGM: Monsanto rinuncia a coltivazione in Europa
Considerata l'avversione dei cittadini verso gli organismi geneticamente modificati, la multinazionale americana Monsanto ha annunciato che ritirerà tutte le domande già presentate all'Ue per ottenere l'autorizzazione alla coltivazione di prodotti OGM con unica eccezione di quella relativa al mais Mon810

19 Luglio 2013



Monsanto ha confermato che nei prossimi mesi ritirerà quasi tutte le richieste per la coltivazione di organismi geneticamente modificati (OGM) nell'Unione europea, a causa dell’avversione dei cittadini verso queste colture. Greenpeace accoglie favorevolmente l'annuncio, ma ricorda che la società statunitense cercherà di continuare la vendita del suo controverso mais MON810, ultimo residuo delle coltivazioni OGM in Europa. Monsanto aveva già annunciato a maggio scorso di voler riconsiderare le sue operazioni in Europa, a causa delle regolamentazioni severe e della mancanza di sostegno politico per le sue colture OGM. Attualmente, solo in Spagna ci sono coltivazioni non irrisorie (circa 100 mila ettari) di MON810. La propaganda di Monsanto per anni ha raccontato di coltivazioni anche in Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Romania, ma si tratta di superfici insignificanti.

“Questa è una buona notizia per la ricerca, gli agricoltori e i cittadini europei. Dopo venti anni di propaganda, Monsanto deve accettare che gli OGM sono tanto inefficaci quanto impopolari”, dichiara Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace. Ogni settimana ci sono nuove prove degli effetti pericolosi sull’ambiente delle colture OGM, che consolidano la forte opposizione da parte di agricoltori, consumatori e governi: alla fine Monsanto dovrà ritirare anche il mais MON810. Questo passo potrebbe finalmente creare lo spazio necessario all’agricoltura e alla ricerca scientifica europea per concentrarsi su pratiche e tecnologie moderne che offrono reali progressi per la produzione alimentare, senza impattare negativamente sull'ambiente, la salute e sul sistema agricolo continentale.

Nel gennaio dello scorso anno, anche l’azienda chimica tedesca BASF ha annunciato il suo ritiro dal mercato Ue, sempre a causa dell’opposizione degli europei verso i prodotti OGM. L'autorizzazione per la coltivazione del MON810 in Europa è scaduta da tempo e questo mais deve essere sottoposto a una nuova valutazione sulla sua sicurezza. “L’annuncio di Monsanto dimostra ancora una volta che il divieto alla coltivazione del MON810 in Italia, siglato la scorsa settimana, era un atto dovuto e necessario. Adesso è urgente la decontaminazione dei due campi in Friuli seminati a giugno con mais OGM. Non c’è più tempo da perdere” conclude Ferrario.

Una scelta obbligata della crescente opposizione della maggioranza dei cittadini europei che in quasi due casi su tre (61 per cento) si sono detti molto contrari ai cibi geneticamente modificati e che deve riguardare anche il mais Mon810 nei confronti del quale l’Italia ha approvato un decreto interministeriale che ne vieta la coltivazione nel territorio nazionale per l’impatto negativo sull’ambiente. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare la decisione della multinazionale americana Monsanto di ritirare tutte le domande già presentate all'Ue per ottenere l'autorizzazione alla coltivazione di prodotti Ogm, con l'unica eccezione di quella relativa al mais Mon810.

A livello nazionale l’opposizione agli ogm è ancora maggiore con quasi otto italiani su dieci (76 per cento ) che si sono detti contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura, con un aumento del 14 per cento rispetto allo scorso anno, secondo i dati Ipr marketing. Con il crescere dell’opposizione degli italiani agli Ogm in agricoltura si riducono ad appena il 10 per cento i favorevoli ma - sottolinea la Coldiretti - diminuiscono anche coloro che non hanno una opinione o non rispondono al 14 per cento.

Vale la pena ricordare che – sottolinea della Coldiretti - sono già 8 i Paesi europei (Francia, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Grecia, Bulgaria, Polonia, Austria) che hanno adottato la clausola di salvaguardia per impedire la contaminazione dei propri terreni. In Europa - continua la Coldiretti - sono rimasti solo cinque Paesi (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) a coltivare Ogm, con 129mila ettari di mais transgenico piantati nel 2012, una percentuale irrisoria della superficie agricola comunitaria pari a molto meno dello 0,001 per cento della superficie totale di 160 milioni di ettari coltivati in Europa, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati ISAAA. Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura - conclude la Coldiretti - non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy.

Fonti: Greenpeace, Coldiretti
www.ilcambiamento.it/multinazionali/ogm_monsanto_rinuncia_coltivazione_eur...
wheaton80
00giovedì 25 luglio 2013 00:37
OGM: tolleranza zero

www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=_QI...

"Protetti dalle Alpi e dal Mediterraneo possiamo fare un bando, mantenere il nostro Paese libero dagli OGM e proporre il modello alternativo dell'agricoltura dei popoli, tradizionale, biologica, a partire dal salvataggio della nostra banca dei semi di Bari e che rischia di perdere oltre 100 mila varietà lì presenti e che devono essere riprodotte. Per difendervi dagli OGM comprate prodotti alimentari biologici coltivati in Italia, guardando molto bene l'etichetta con scritto agricoltura Italia e non UE o non UE, perché se sono biologici e coltivati in Italia dovrebbero essere prodotti 100% liberi da OGM." Giuseppe Altieri

"Da circa 18 anni mi interesso delle problematiche collegate alle OGM e alla agricoltura biologica e da oltre 27 di inquinamento dei pesticidi in agricoltura e quindi della sostituzione con la agricoltura biologica.

Gli OGM in Italia
Gli OGM sono organismi che non esistono in natura, creati in laboratorio modificando il DNA di alcune specie introducendo pezzi di DNA, chiamati costrutti transgenici derivanti da altre specie viventi. Completamente innaturali. Significa creare sostanze incognite imprevedibili e sconosciute dalle conseguenze pericolose per la salute. In Italia gli OGM ancora oggi non sono coltivati, però vengono importati oltre 60 OGM e con un meccanismo di decisione comunitaria che si basa su un vuoto decisionale, perché il Consiglio dei Ministri europei, l'organo deliberante che deve autorizzare gli OGM, non vota mai a maggioranza qualificata.

Gli OGM in Europa
In Europa viviamo in una legislazione particolare, più avanzata rispetto a quella degli Stati Uniti. Gli OGM sono pericolosi, intrinsecamente pericolosi per la salute, e contaminano l'ambiente in modo irreversibile. Non è soltanto la semina che contamina l'ambiente, ma anche l'importazione, perché se noi importiamo 60 OGM per alimentazione di animali o anche esseri umani, la cui innocuità è tutt'altro che dimostrata (ci sono sempre più studi indipendenti che ci dimostrano che gli OGM sono pericolosi) è chiaro che noi non possiamo soltanto vietare la semina del Mais Monsanto MON 810 autorizzata a livello europeo, in realtà un'autorizzazione della Francia. Questa materia infatti viene regolata dal diritto nazionale degli stati membri, perché le costituzioni non sono delegate al trattato europeo per quanto riguarda l'ambiente e la salute. Sulla salute si può applicare il livello di diritto di cautela, superiore a quello che è il diritto europeo. Il singolo stato membro può vietare la coltivazione OGM in base alle norme europee stesse.

La Costituzione ci tutela

Dobbiamo applicare il diritto costituzionale e dire che per il principio di precauzione gli OGM fino a che non è dimostrato che siano innocui non possono essere né coltivati, né importati in Italia. Il Paese con la maggiore biodiversità agricola al livello mondiale deve tutelarsi. Oggi importiamo OGM per fare il Parmigiano Reggiano, e questo è assurdo. La contaminazione irreversibile dell'ambiente avviene anche attraverso le importazioni. Il prodotto contamina l'ambiente in maniera irreversibile attraverso la catena alimentare, perché i residui del DNA modificato attraverso i batteri si trasferiscono ad altre specie viventi, nel terreno, acque, e gli stessi semi importati per essere macinati possono cadere e contaminare l'ambiente. La Costituzione ci tutela: l'articolo 32 tutela la salute, l'articolo 9 tutela l'ambiente.

La sicurezza dei consumatori
La questione riguarda anche la sicurezza dei consumatori. La soglia di tolleranza nei cibi prevede che fino a 9 grammi per chilo di prodotto OGM venga omessa l'etichettatura, un "cavillo di Troia" per poter introdurre gli OGM nel mercato, senza farlo conoscere ai consumatori, ma i consumatori devono avere il diritto di sapere cosa c'è negli alimenti. Tolleranza zero! Un livello superiore di sicurezza rispetto a quello che è il minimo stabilito a livello europeo. Non ci devono poi essere soglie di tolleranza nei confronti di sostanze pericolose per la salute. Ci sono categorie sociali più deboli, i bambini, le donne in cinte, i malati, sottoposti a residui chimici come pesticidi negli alimenti, OGM e tantissime altre sostanze che nel loro insieme hanno un effetto che si chiama "concausa aggravante di pericolo grave per la salute". Quando si mettono più cause di pericolosità per la salute si moltiplicano gli effetti negativi e le categorie più deboli vengono a essere soggette a danni. Questo pone i cittadini in modo diverso nei confronti del principio di uguaglianza costituzionale , cioè le persone più deboli sono vittime e noi non possiamo fare altro che impostare la tolleranza zero, fare un divieto di tutte le importazioni e etichettare qualsiasi presenza di OGM che troviamo negli alimenti.

Tolleranza Zero e referendum consultivo

Oggi il MoVimento 5 Stelle deve chiedere una legge che blocchi importazioni e coltivazioni OGM a partire dall'importazione del Mais Mon 810. Detto questo c'è un passo da fare, un obbligo per direttiva comunitaria di consultare la popolazione: un referendum consultivo perché la scelta sugli OGM è di tipo irreversibile. Non esiste la coesistenza con gli OGM. La presenza di OGM in un territorio preclude la possibilità dell'esistenza di quello che c'era prima, cioè le coltivazioni biologiche o quelle convenzionali naturali. Non è la coltivazione biologica che contamina gli OGM, ma è l'OGM che contamina. Il referendum consultivo è obbligatorio e noi sappiamo che l'80% dei cittadini italiani non ne vogliono sapere né di mangiare né di vedere i campi coltivati con gli OGM. Gli agricoltori potranno tornare a fare agricoltura biologica e sfruttare le politiche comunitarie agro ambientali che oggi finanziano con oltre venticinque miliardi di euro ogni sette anni, più il sostegno al reddito, la riconversione dell'agricoltura verso un modello biologico.

La grande bugia delle multinazionali

Tutto quello che ci raccontano le multinazionali è una grande bugia, cioè è vero l'esatto contrario: loro ci propongono gli OGM per risolvere la fame nel mondo e noi sappiamo invece che, anche se sembra un paradosso, la fame del mondo è dovuta alle eccedenze agroalimentari perché tutti i mercati vengono invasi da prodotti dalla globalizzazione che distrugge l'economia locale dei contadini e quindi la sovranità alimentare dei popoli. Le multinazionali in Brasile hanno deforestato quasi il doppio rispetto ai 5 anni precedenti negli ultimi 5 anni per fare coltivazioni di OGM che stanno intossicando i territori. La Monsanto è stata condannata in Vietnam perché usava lo stesso prodotto che si usava nell'agente Orange, il disseccante con cui deforestano oggi la foresta amazzonica. Nel mondo alleviamo oltre due miliardi di bovini che mangiano come 15 - 20 miliardi di persone, e quindi tutto l'effetto serra, tutto è collegato, è drammaticamente una conseguenza di questa agricoltura industriale, che vede negli OGM il controllo totale, appunto, da parte delle multinazionali, perché controllando il seme controllano tutto.

Come difendersi dagli OGM
Protetti dalle Alpi e dal Mediterraneo possiamo fare un bando, mantenere il nostro Paese libero dagli OGM e proporre il modello alternativo dell'agricoltura dei popoli, tradizionale, biologica, a partire dal salvataggio della nostra Banca dei semi di Bari che rischia di perdere oltre 100 mila varietà lì presenti e che devono essere riprodotte. Per difendervi dagli OGM comprate prodotti alimentari biologici coltivati in Italia, guardando molto bene l'etichetta con scritto agricoltura Italia e non UE o non UE, perché se sono biologici e coltivati in Italia dovrebbero essere prodotti 100% liberi da OGM. Dai dati ufficiali della organizzazione mondiale della sanità risulta che l'Italia è il Paese con il maggiore tasso di tumori infantili fino a 14 anni, e abbiamo addirittura il doppio di quelli neo natali rispetto all'Unione Europea. Un Paese dove l'aspettativa di vita sana praticamente si è ridotta di 10 anni negli ultimi 10 anni circa. Dobbiamo portare tutte le forze interessate in una grande convergenza di interessi, cioè puntare a questi finanziamenti europei per riconvertire la nostra agricoltura e lavorare affinché i consorzi agrari vendano prodotti per agricoltura biologica e siano tutti più ricchi: coloro che vengono i mezzi tecnici, gli agricoltori e i consumatori che non si ammaleranno. Passate parola, affinché possiamo organizzare appunto questo referendum finalmente contro gli OGM nel nostro Paese.

Giuseppe Altieri, agroecologo
www.beppegrillo.it/2013/07/passaparola_ogm_tolleranza_z...
wheaton80
00lunedì 16 dicembre 2013 00:03
La Cina dice NO agli OGM Americani. Respinte 60.000 tonnellate di Mais OGM provenienti dagli Stati Uniti

La Cina ha recentemente respinto 60.000 tonnellate di mais importato nel paese dagli Stati Uniti quando si è scoperto che il mais era coltivato con il seme Syngenta MIR 162 , un tipo di mais transgenico resistente agli insetti. Sembra che l'MIR 162 non sia autorizzato in Cina, e il lotto è stato quindi restituito secondo le norme in materia di importazioni di prodotti geneticamente modificati nel paese. Questo seme di Bacillus thuringiensis (Bt) è stato approvato come commestibile e/o da utilizzare come mangime solo in 11 paesi di tutto il mondo. Gli Stati Uniti sono il primo paese in cui è stato approvato per il consumo umano, nel 2008. La Cina non ha approvato questo genere di mais per essere commercializzato e servito alla sua popolazione, il lotto è stato respinto e le 60.000 tonnellate di Mais sono tornate negli Stati Uniti.

Fonte: truthfrequencyradio.com/china-to-us-take-your-60000-tons-of-gmo-contaminated-corn-and-s...

2 dicembre 2013
Tradotto e Riadatto da Fractions of Reality
fractionsofreality.blogspot.it/2013/12/la-cina-dice-no-agli-ogm-americ...
wheaton80
00martedì 14 gennaio 2014 03:50
L’argentina dice no alla Monsanto. Bloccata costruzione fabbrica transgenici

Ogni tanto arriva qualche buona notizia. La Monsanto, il gigante cattivo dell’agricoltura transgenica, è stata bloccata dalla giustizia argentina, che le ha vietato di costruire una fabbrica di mais geneticamente modificato a Malvinas Argentinas, un municipio della provincia di Cordoba, a circa 650km da Buenos Aires. La sentenza della Sala Segunda de la Cámara del Trabajo di Cordoba è arrivata lo scorso 8 Gennaio (ho pubblicato il .pdf della sentenza a fondo articolo, ndr), in seguito alle proteste di migliaia di argentini, stufi dei soprusi e dell’ipocrisia di una delle peggiori aziende con cui dobbiamo fare i conti oggigiorno. La Monsanto ha dovuto abbandonare i cantieri e non potrà continuare a costruire la nuova fabbrica, almeno fino a che non venga realizzato uno studio sull’impatto ambientale e sanitario. Ovviamente, la Monsanto ha cercato di difendersi dicendo che ha soddisfatto “tutti i requisiti legali” e che ha già a disposizione il rapporto (che avranno comprato a qualche ricercatore ed analista corrotto, ndr) e che “è in processo di valutazione da parte della Segreteria per l’Ambiente della provincia”. La fabbrica avrebbe dovuto produrre circa 60mila tonnellate di mais transgenico all’anno e continuare ad avvelenarci. Lo scorso Maggio 2013, circa 3 milioni di persone di ben 52 Paesi diversi, si sono unite in una protesta mondiale contro la Monsanto, per ricordare a questi signori che il geneticamente modificato non piace e fa male. Per conoscere di più sulle efferatezze della Monsanto, potete leggere gli studi del prof. Raúl Montenegro, presidente della fondazione argentina FUNAM, che lotta per la difesa dell’ambiente e della salute delle persone. Se volete boicottare la Monsanto, sappiate che controlla tutti i prodotti che riporto nella tabella qua sotto e che tutti contengono materie prime transgeniche.



Matteo Vitiello
10 gennaio, 2014
buenobuonogood.com/2014/01/10/largentina-dice-no-alla-monsanto-bloccata-costruzione-fabbrica-tran...
wheaton80
00lunedì 20 gennaio 2014 00:25
La verità di Sofia: gli Ogm procurano mutazioni genetiche mortali

E' la sfida di Davide contro Golia: da una parte c'è una delle più grandi multinazionali presenti sul Mercato Mondiale, la Monsanto, dall'altra ci sono singole umanità, associazioni, class action di cittadini, sparpagliati in più parti del mondo, che decidono di dichiarare battaglia al gigante che produce e commercializza Ogm. Succede in Argentina, siamo nel 2001: una madre, Sofia Gatica, a seguito del decesso della figlia appena partorita, decide di andare oltre la diagnosi che le danno i medici: "grave difetto congenito" le viene detto, una dicitura sin troppo abusata per giustificare la tragedia e lasciarla al caso. Ma un grave difetto congenito, appunto, non è da imputare alla mala sorte ma ad un processo, scientificamente dimostrabile, in grado di alterare il patrimonio genetico e di procurare anche la morte, di questo Sofia ne è convinta e se i medici dell'ospedale di Ituzaingo insistono con la cartella medica, che certifica il decesso con "un'inspiegabile mutazione che non ha consentito di poter sviluppare un adeguato sistema immunitario" lei con forza ostinata e contraria, insiste, invece, per dare all'inspiegabile una spiegazione. Con tutta la caparbietà di una madre provata dal peggiore dei lutti, comincia la sua battaglia fatta di studi, di ricerche, di elaborazione e reperimento di materiale, di indagini, anche sul campo, che conducono a dei risultati che indicano che proprio nella provincia di Cordoba, da quando il governatore dello Stato ha approvato in toto le disposizioni applicate dal Fondo Monetario Internazionale, che imponevano una strategia di politica agricola per la coltivazione intensiva gestita dalla multinazionale Monsanto, la mortalità infantile è aumentata del 1750% nell'arco di una decina di anni. Un giro di vite legato alla logica del mercato imposta dal Fondo Monetario Internazionale (lo stesso che è parte integrante della Troika che ha spolpato la Grecia), che condizionava la leadership della Monsanto e le sue strategie aziendali, per avere accesso al credito internazionale delle banche attraverso il circuito della Banca Mondiale per lo Sviluppo.

Quindi una popolazione, che prima di allora era considerata sana e longeva, cominciò a registrare statistiche di morte in un trend dai picchi altissimi. Sofia ed altre madri, che si sono aggiunte alla sua personale battaglia, dando vita al gruppo "Mothers of Ituzaingo", scoprono che, nella provincia di Cordoba, vi era un uso spropositato di "roundups", semi particolari coltivati in un laboratorio chimico del Wisconsin (Usa) che contengono un potente diserbante che si chiama glifosato, di colore arancione, sperimentato sul campo nel Vietnam del Nord tra il 1960 e il 1970, come diserbante per distruggere le foreste dove si nascondevano i guerriglieri vietnamiti durante la guerra. Ora che l'inspiegabile è stato spiegato, comincia una battaglia legale che grida, non vendetta ma verità, per i morti ammazzati dalle modificazioni ambientali che alterano il patrimonio genetico. Con l'aiuto anche di Raul Montenegro, un accademico che ha la cattedra di Biologia presso la Facoltà di Scienze dell'alimentazione, dell'università di Cordoba, fondatore di un'organizzazione non governativa, la FUNAM, attiva nel denunciare la devastazione territoriale delle agricolture locali da parte dell'industria internazionale chimica, che gestisce e produce le sementi il cui uso viene poi imposto dal Fondo Monetario Internazionale, Sofia e le altre madri denunciano la Monsanto per "genocidio" occupando la fabbrica della multinazionale per ben 113 giorni, sensibilizzando la popolazione, diffondendo i risultati delle ricerche, aggregando nuovi soggetti per combattere contro uno sterminio legalizzato. L'8 gennaio 2014, arriva la sentenza che dichiara "incostituzionale la costruzione degli impianti della Monsanto"; la denuncia è firmata dal prof. Montenegro, che viene ascoltato da due giudici argentini i quali accolgono le prove presentate contro la multinazionale riconoscendo le irregolarità, che violano il diritto ambientale, verificate in seno al Ministero dell'Ambiente, che si occupa delle autorizzazioni dei progetti.

E' una battaglia che è stata in grado di dimostrare il nesso causale fra le morti neonatali e l'uso nocivo di sementi tossiche sia per l'organismo umano che per il suolo naturale. Una rivolta per il diritto alla salute ha vinto ed ha trovato un eco mondiale; il grido di vittoria della Sentenza in argentina è rimbalzato anche in Nepal, dove grazie alle organizzazioni ambientaliste e soprattutto al lavoro dell'avvocato Aruyn Aryal, una causa contro l'intero governo ha portato al risultato che la Corte Suprema del Nepal ha ingiunto al governo stesso di proibire le importazioni di semi geneticamente modificati, inclusi quelli prodotti da Monsanto. Due sentenze che fanno scuola, che dovrebbero far riflettere soprattutto nel nostro paese, che lo stesso Prof. Montenegro, vede particolarmente a rischio. In Italia, con il caso specifico del Friuli, le aziende OGM, nonostante un decreto interministeriale che vieta il Mon 810, mais geneticamente modificato, continuano a vendere a qualche produttore agricolo le proprie sementi. Il governo italiano e le amministrazioni locali al momento sembrano non riuscire o non voler colmare un vuoto legislativo che rende legale ciò che in altri paesi, appunto, come il Nepal, il Perù, l'Argentina e altri 8 paesi europei è stato reso illegale, a seguito di battaglie legali e campagne di sensibilizzazione. La Monsanto intanto in questi giorni dichiara che fra pochi anni sarà disponibile per la coltivazione il grano Ogm, allungando ancor di più le pretese sul nostro paese e sulle nostre varietà locali. Oggi come non mai, bisogna guardare a questi precedenti e difendere il nostro paese da genocidi legalizzati. Lo spread economico non è il solo che uccide e devasta intere società affamandole di non lavoro, di tasse e povertà; accanto ad esso e strettamente collegato, vi è lo spread ambientale che danneggia sia l'economia che la salute e non può essere ne' più ignorato ne' tantomeno sottovalutato. I risultati delle ricerche parlano chiaro: la strategia del Fondo Monetario Internazionale e il continuo uso di Ogm è responsabile della devastazione e delle malattie di interi territori e popolazioni; la rivolta ambientale è inevitabile perché qui si tratta di una questione di sopravvivenza vera e propria. Come in Nepal e in Argentina, come in altri 8 paesi UE, così in Italia si può salvare la biodiversità agraria per legge e tutelare la nostra salute e quella dei nostri figli: Davide può vincere contro Golia... basta volerlo.

16/01/2014
Adriano Zaccagnini
www.huffingtonpost.it/adriano-zaccagnini/la-verita-di-sofia-gli-ogm-procurano-mutazioni-genetiche-mortali_b_4609292.html?utm_hp_r...
wheaton80
00lunedì 27 gennaio 2014 02:14
Ci sono le lobby degli OGM dietro agli attacchi a Nunzia De Girolamo?



Cresce sempre più il sospetto che dietro lo scandalo che ha coinvolto la Ministra delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo ci siano le potenti lobby degli OGM, che non hanno mai digerito il decreto dello scorso Luglio con il quale è stata vietata in Italia la coltivazione del mais geneticamente modificato. Non mi si fraintenda: non è certo mia intenzione ergermi a difensore della Ministra Nunzia De Girolamo, né tantomeno del Governo del bilderberghino Enrico Letta, un Governo che reputo fra i peggiori nella storia di questa martoriata Repubblica. Non posso però esimermi dal fare delle considerazioni e dall’esternare ai lettori di Signoraggio.it delle riflessioni che da giorni mi ronzano nella testa. Ebbene, nella vicenda che ha visto la Ministra delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali sbattuta sulle prime pagine dei giornali (pur non essendo indagata) per una strana storia di intercettazioni “domestiche” che avrebbero messo in luce un banale caso di favoritismo di un familiare (nel caso specifico lo zio) per la gestione di un bar interno all’ospedale di Benevento, sento istintivamente qualcosa che non quadra. Non voglio entrare nel merito della questione “incriminata” o avanzare sterili quanto inutili giudizi morali. Da che mondo è mondo vi sfido a trovarmi un solo politico con un minimo di potere decisionale che non abbia almeno una volta tentato di aiutare un congiunto o un parente. Sono stati nella maggioranza di Governo negli ultimi anni partiti notoriamente a conduzione familiare come L’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro o l’UDEUR di Clemente Mastella e ben pochi giornali hanno avuto da ridire. Per quanto giornali come Il Fatto Quotidiano o La Repubblica gridino oggi allo scandalo con titoli sensazionalistici, trovo personalmente la vicenda della De Girolamo non del tutto scandalosa e umanamente comprensibile. Anzi, ritengo che forse sia più moralmente accettabile che un politico tenti di aiutare un familiare o un parente piuttosto che un giudice assolva un perfetto estraneo solo perché indossa il suo stesso grembiulino massonico e non perché ha valutato se sia realmente colpevole o innocente. Troppi personaggi in questi giorni stanno chiedendo la testa della Ministra, in particolare Matteo Renzi e Beppe Grillo, due personaggi che farebbero meglio a tacere perché di scheletri nell’armadio ne hanno fin troppi. Ma nessuno si chiede chi abbia avuto interesse a registrare in maniera del tutto illecita delle conversazioni private della De Girolamo, avvenute per di più all’interno delle sue mura domestiche.

A me questa storia, se devo essere sincero, dà molto da pensare e mi sa tanto di operazione di “intelligence” di bassa lega, e anche un tantino cialtronesca. Ma comunque organizzata e pianificata sicuramente da qualcuno che ha tutto l’interesse a togliere a Nunzia De Girolamo la poltrona su cui siede. Non evidentemente l’interesse di far cadere tutto il Governo, altrimenti avrebbe agito in maniera diversa, magari trascinando in uno scandalo lo stesso Letta, o magari Saccomanni. L’obiettivo nel mirino di questo qualcuno non è quindi il Governo Letta, che deve evidentemente restare in vita ancora qualche mese per compiacere gli interessi di certi poteri forti, ma un pezzo di questo Governo, esattamente quel pezzo che ha competenza sulle politiche agricole. Questo Governo di cose buone ne ha fatte veramente poche, tanto che è necessario un certo sforzo mentale per tentare di ricordarsene qualcuna. Ed io me ne ricordo una in particolare: il decreto interministeriale che Nunzia De Girolamo ha firmato il 12 Luglio scorso, congiuntamente con i Ministri della Salute, Beatrice Lorenzin e dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Andrea Orlando, decreto che vieta in modo esclusivo la coltivazione di mais geneticamente modificato appartenente alla varietà MON810 sul territorio italiano. Di questo decreto è stata la De Girolamo la vera ispiratrice ed artefice. Ci tengo infatti a ricordare quanto ella affermò alla stampa in quell’occasione: “Con i Ministri Lorenzin e Orlando avevamo preso un impegno preciso sugli OGM, considerate anche le posizioni unitarie del Parlamento e delle Regioni. Con il decreto che abbiamo firmato oggi vietiamo la sola coltivazione del mais Mon810 in Italia, colmando un vuoto normativo dovuto alle recenti sentenze della Corte di Giustizia europea. È un provvedimento che tutela la nostra specificità, che salvaguardia l’Italia dall’omologazione. La nostra agricoltura si basa sulla biodiversità, sulla qualità e su queste dobbiamo continuare a puntare, senza avventure che anche dal punto di vista economico non ci vedrebbero competitivi. Il decreto di oggi è solo il primo elemento, quello più urgente, di una serie di ulteriori iniziative, con le quali definiremo un nuovo assetto nella materia della coltivazione di OGM nel nostro Paese”. Questo divieto entrava così in vigore fino alla prevista adozione delle misure predisposte dal regolamento comunitario 178/2002 e comunque per un periodo di massimo diciotto mesi. Allo stato attuale di mesi ne sono passati sei. Il divieto di coltivazione del Mais MON810 è stato motivato dalla preoccupazione sollevata da uno studio del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, consolidata da un recente approfondimento tecnico scientifico dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che ne aveva evidenziato l’impatto negativo sulla biodiversità, non escludendo rischi su organismi acquatici, peraltro già evidenziati da un parere dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare reso nel Dicembre 2011.

Dichiarava Nunzia De Girolamo, sempre il 12 Luglio scorso: “Il decreto giunge a conclusione della procedura di emergenza attivata dal nostro Governo nell’Aprile 2013, ed è giuridicamente sostenuto anche dal precedente provvedimento di divieto di coltivazione di Organismi Geneticamente Modificati, fondato su analoghe motivazioni, adottato il 16 Marzo 2012 dal Governo francese e tuttora in vigore. Le sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione europea, cui l’Italia si conforma, ribadiscono la legittimità di misure di coesistenza che salvaguardino le colture tradizionali e biologiche, e che dovranno essere adottate dalle Regioni conformemente alla sentenza n. 116 del 2006 della Corte Costituzionale, nel quadro di una organica e condivisa disciplina statale che definirà principi comuni al fine di garantire il rispetto della libera concorrenza e della libertà di iniziativa economica, a parità di condizioni sull’intero territorio nazionale”. Inutile dire quanto un simile decreto, per quanto limitato e limitante, abbia dato fastidio alle lobby degli OGM e alle grandi multinazionali del settore, che non hanno mai smesso di mettere gli occhi sui nostri terreni agricoli. Definitemi pure un “complottista”, ma nessuno mi toglie dalla testa che questo scandalo che ha coinvolto Nunzia De Girolamo non sia casuale. Attorno alla questione degli OGM ruotano degli interessi stratosferici, interessi per la cui salvaguardia c’è chi sarebbe disposto a tutto, anche a uccidere o a fare cose addirittura ben peggiori. Cose in confronto alle quali far cadere un Ministro scomodo o portarlo alle dimissioni rappresenta una vera inezia, quasi una passeggiata.

Nicola Bizzi
www.signoraggio.it/ci-sono-le-lobby-degli-ogm-dietro-agli-attacchi-a-nunzia-de-g...
wheaton80
00lunedì 24 febbraio 2014 23:01
Quando la Natura riprende il comando



Tutto è iniziato nel 2004. Un agricoltore di Atlanta (USA) notò che alcuni germogli di amaranto resistevano al potente erbicida Roundup. I campi vittime di questa cosiddetta “infestazione” di amaranto erano stati seminati con semi di soia OGM prodotti dalla multinazionale Monsanto, modificati per essere resistenti all’erbicida Roundup, anch’esso prodotto e commercializzato dalla Monsanto. Da allora la situazione è peggiorata e il fenomeno si è esteso verso la Carolina del Sud e del Nord, Arkansas, Tennessee e Missouri. Secondo un gruppo di scienziati britannici del Centro per l’Ecologia e l’Idrologia, si è prodotto un trasferimento di geni tra la pianta modificata geneticamente e alcune erbe “infestanti” come l’amaranto. Questa constatazione contraddice le affermazioni dei difensori degli organismi geneticamente modificati i quali sostengono che un’ibridazione tra una pianta modificata geneticamente e una pianta non modificata è “impossibile”. I fatti invece dimostrano che l’incrocio è possibile non solo fra piante della stessa specie o famiglia, ma anche fra piante di specie diverse. Secondo il genetista britannico Brian Johnson, “basta un solo incrocio riuscito tra vari milioni di possibilità per creare una nuova pianta che possiede un’enorme vantaggio selettivo e si moltiplica rapidamente. Il potente erbicida che si utilizza qui, il Roundup, a base di glifosato e di ammonio, ha esercitato una pressione enorme sulle piante, le quali hanno aumentato ancor di più la velocità di adattamento”. L’unica soluzione è strappare a mano le erbe infestanti, come si faceva un tempo, però questo non è fattibile date le enormi dimensioni delle coltivazioni. Inoltre, essendo l’amaranto una pianta che si radica profondamente, non è molto facile da strappare e agli agricoltori non resta dunque che abbandonare quelle terre. Questo è solo uno dei numerosi casi di contaminazione genetica che si stanno verificando nei paesi in cui si coltivano gli OGM. Anche qui in Italia si è verificata una grave contaminazione genetica in seguito ai campi di Mais OGM seminato in Friuli Venezia Giulia l’anno scorso. Molti agricoltori stanno pensando di rinunciare agli OGM e tornare alla coltivazione tradizionale. Alan Rowland, produttore e commerciante di sementi di Dudley, Missouri, afferma che negli ultimi tempi nessuno gli chiede più i semi Monsanto, che pure erano arrivati a costituire l’80% del suo volume d’affari. Oggi i semi OGM sono scomparsi dal suo catalogo e la richiesta di sementi tradizionali aumenta continuamente. Con questo boomerang la Natura non solo colpisce la Monsanto, ma riconquista i suoi domini per fermare le coltivazioni OGM e mandare un messaggio al mondo.

Nota
L’Amaranto é’ una delle piante alimentari più antiche del mondo. Produce 12.000 semi all’anno, le sue foglie sono più ricche di proteine della soia, contiene vitamina A, C e sali minerali. Cresce in qualunque clima, tanto in regioni secche quanto in zone di monsoni o terre tropicali; non ha alcun problema con gli insetti né con le malattie, quindi non ha bisogno di pesticidi.

23 febbraio, 2014
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wheaton80
00lunedì 17 marzo 2014 01:32
Francia, bando su mais OGM Monsanto

Il ministro dell'Agricoltura francese, Bruno le Maire, ha messo al bando "a titolo precauzionale" un ceppo di mais Ogm, il MON 810, della statunitense Monsanto per "proteggere l'ambiente". Lo scorso novembre il Consiglio di Stato d'oltralpe aveva revocato il divieto di seminare il mais Ogm della Monsanto adottato dal governo.

OGM: Coldiretti, bando in Francia rafforza no Italia
"La scelta del governo francese di mantenere il bando sul mais biotech Mon810 per proteggere l'ambiente, nonostante la revoca proposta dal Consiglio di Stato d'Oltralpe, rafforza la scelta dell'Italia di mantenere il proprio territorio libero da Ogm e dovrebbe far riflettere anche il ministro Corrado Clini che si e' esercitato in inutili polemiche". Cosi' la Coldiretti commenta la decisione del ministro dell'Agricoltura francese, Bruno le Maire di mettere al bando "a titolo precauzionale" del mais Ogm, il MON 810 prodotto dalla statunitense Monsanto, dopo che lo scorso novembre il Consiglio di Stato d'Oltralpe aveva revocato il divieto di seminare il mais Ogm della Monsanto adottato dal governo. "Le scelte di Italia e Francia non sono certamente isolate in Europa dove - sottolinea la Coldiretti - sono coltivati con organismi geneticamente modificati (Ogm) appena 114.290 ettari di terreno, pari a molto meno dello 0,001 per cento della superficie agricola totale europea che e' di 160 milioni di ettari, secondo una analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell'International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications che evidenziano che le superfici sono rimaste praticamente stabili negli ultimi cinque anni nonostante le pesanti pressioni delle multinazionali sui poteri 'salvifici' del biotech".

m.libero.it/m/liberoaffaritaliani/d/49/Francia,%20bando%20su%20mais%20ogm%20Monsanto/fc2cf3d7740ed04c27dc40c1...
wheaton80
00giovedì 10 aprile 2014 03:26
L’ammissione di Monsanto:“Sementi trattate con veleno, si sconsiglia il consumo umano”
Le immagini che stanno girando in questi giorni su Internet illustrano i veri pericoli connessi con i semi geneticamente modificati (OGM), così come ammesso dagli stessi produttori dei semi. La Food Warrior Network ha recentemente pubblicato una foto di un pacchetto di semi distribuito dalla Monsanto India Limited, per esempio, che avverte gli utenti di non consumare i semi o di non usarli come cibo, olio o mangime per animali, perché sono velenosi…



Questa foto scioccante ha fatto scaturire molte polemiche, in particolar modo ha acceso i riflettori su come il settore delle biotecnologie continui ad alimentare la macchina della propaganda per convincere l’opinione pubblica che gli OGM sono sicuri e non sono diversi dai semi naturali. Al contrario, le sementi OGM sono certamente pericolose e non sicure per il consumo umano, il che significa che la diffusa affermazione da parte dell’industria biotecnologica che sostiene che sono sostanzialmente identici ai semi naturali è del tutto falsa. Sulla confezione che accompagna i semi si legge “Attenzione: I semi sono trattati con il veleno. Non usare come alimento, mangime o come olio”. – Vedi immagine in alto.

Le sementi trattate con veleni stanno distruggendo la salute
Come si è visto, tutti i tipi di sementi commerciali, tra cui alcuni semi convenzionali non-OGM, portano avvisi di tossicità simili che il consumatore non vedrà mai. Un trattamento delle sementi noto come Axcess, prodotto dal gigante chimico BASF, viene fornito con un avvertimento che proibisce chiaramente l’uso di sementi trattate, e persino piante generate da semi trattati, come qualsiasi tipo di cibo, sia per gli esseri umani o animali. “Piante e semi di colza trattate con Axcess non devono essere utilizzati per i mangimi o per alimentazione umana”, recita l’opuscolo informativo per Axcess, che delinea le procedure di emergenza su come gestire il consumo accidentale. “La colza coltivata e raccolta da semi trattati con Axcess è solo per uso industriale e non può essere utilizzata per olio commestibile o per qualsiasi altro consumo umano o animale”. Questa etichetta di avvertimento BASF può essere vista qui: www.agproducts.basf. Come si può notare, la stessa etichetta di avvertimento contiene restrizioni concernenti il pascolo di animali su campi coltivati con colture trattate con Axcess. I campi coltivati con grano, orzo, avena, segale, triticale, sorgo e miglio trattate con Axcess sono così pericolose che devono essere messi in sicurezza dall’accesso di animali per almeno 45 giorni dopo la semina.

OGM: certamente una minaccia per l’ambiente e per le specie in via di estinzione
Se il consumatore avesse la possibilità di leggere questi o simili avvertimenti sui foglietti illustrativi delle sementi commerciali, potrebbe certo compiere una scelta più consapevole prima di consumare tutti questi derivati transgenici che le aziende chimiche insistono a proporre come sicuri. L’etichettatura degli OGM improvvisamente diventa “più prudente” alla luce di queste rivelazioni.
Ancora peggio è il fatto che l’utilizzo di questi sementi chimiche trattate minaccia l’ambiente e le specie autoctone, comprese le specie in via di estinzione protette.

Un foglietto illustrativo per le sementi trattate con SIGNET 480 FS, per esempio, che è prodotto da una società chiamata Nufarm, spiega che il trattamento è nocivo per i pesci, gli uccelli, le specie in via di estinzione e l’ambiente. “Questo prodotto chimico è tossico per i pesci, invertebrati acquatici , uccelli, ostriche e gamberi”, recita l’inserto, e fa riferimento a una sostanza chimica nota come “Thiram: Tetramethylthiuram Disulfide”. Quindi, tutto ciò che i sostenitori della salute e dell’ambiente hanno detto per anni circa la tossicità degli OGM e colture di sementi convenzionali trattate chimicamente sembra essere vero, sulla base di questi avvertimenti. (N.d.t. e dei tanti studi che testimoniano tutti i danni già causati alla salute ed all’ambiente. Studi che potete conoscere scaricando l’eBook gratuito “DOSSIER OGM – Pericoli e danni causati da semi e cibi transgenici“: laviadiuscita.net/dossier-ogm-3/). Gli esseri umani, gli animali e l’ambiente sono tutti minacciati dall’uso di sementi geneticamente modificate che comportano deliberatamente la manomissione delle strutture dei semi che, in questo caso, coinvolge il rivestimento trattato con prodotti chimici nocivi che distruggono tutto ciò con cui entrano in contatto.

8 aprile, 2014
laviadiuscita.net/lammissione-di-monsanto-sementi-trattate-con-veleno-si-sconsiglia-il-consum...
wheaton80
00mercoledì 23 aprile 2014 02:20
Cotone Ogm: in India bandite le sementi Monsanto dopo i pessimi raccolti di BT Cotton

Il Governo di Kamataka, uno Stato del sud-ovest dell'India, ha deciso di mettere al bando le sementi di cotone Ogm e ibride a seguito dei pessimi risultati dei raccolti. Le sementi vengono prodotte dalla Maharashtra Hybrid Seeds Company (Mahyco) in stretta collaborazione con Monsanto. Kamataka è una delle regioni in cui avviene la maggiore produzione di cotone indiana. Le coltivazioni biotech non si sono rivelate valide né dal punto di vista della resistenza agli attacchi di insetti e parassiti, né per quanto riguarda le rese. Il fallimento dei raccolti ha causato gravi perdite economiche ai contadini di 7 distretti. Dopo le proteste degli agricoltori, il Governo ha diramato una notifica per la messa al bando della vendita dei semi Ogm BT e ibridi con effetto immediato. Ai distributori e ai rivenditori è stata vietata la commercializzazione delle sementi incriminate. Chi non rispetterà le regole, subirà conseguenze legali. Il Governo ha inoltre avvisato gli agricoltori dell'accaduto, affinché non seminino più cotone Ogm. Gli agricoltori hanno coltivato le sementi BT e ibride su 510 mila acri di terreno, nella speranza di ricchi raccolti. Ma le rese ottenute non si sono per nulla avvicinate alle promesse dell'azienda biotech. Gli agricoltori avevano utilizzato le sementi Mahyco MRC-7351 e Nikkiplus BT. Ora si preparano a fare causa all'azienda. Il Governo ha dichiarato che la messa al bando rimarrà in vigore fino a nuovo ordine. La vicenda ha coinvolto in particolar modo i distretti di Haveri, Belgaum, Chitrandurga, Davangere e Dharwad. L'azienda aveva pubblicizzato le proprie sementi biotech come superiori alle altre, ma i risultati sono stati ben diversi. I campi di cotone sono stati attaccati dai parassiti e in gran parte delle aree le piante coltivate non sono risultate per nulla produttive. Il Governo si muoverà per risarcire gli agricoltori danneggiati. La messa al bando delle sementi e le azioni legali creeranno un precedente importante per futuri casi analoghi. L'incidente mostra che le coltivazioni Ogm non offrono le garanzie promesse da chi supporta la loro diffusione. Non si tratta della prima vicenda fallimentare per il cotone Ogm. In India i campi di cotone ibrido e biotech sono stati attaccati dal "mal rosso", una patologia delle piante contro cui i pesticidi non hanno avuto alcun potere. Agricoltori volenterosi hanno già trovato delle soluzioni per la coltivazione del riso senza ricorrere ad Ogm, grazie al System of Rice Intensification. Ora la speranza è che un metodo analogo possa essere applicato anche al cotone.

Marta Albè
18 Aprile 2014
www.greenme.it/informarsi/agricoltura/13125-cotone-ogm-mondan...
wheaton80
00venerdì 25 aprile 2014 02:59
OGM: Tar boccia il mais Mon810

Il Tar del Lazio ha rigettato il ricorso di un agricoltore friulano contro il decreto interministeriale che vieta la semina del mais biotech MON810 modificato geneticamente della Monsanto, emettendo una sentenza storica sul principio invalicabile della precauzione:"Quando sussistono incertezze riguardo all’esistenza o alla portata di rischi per la salute delle persone possono essere adottate misure protettive senza dover attendere che siano esaurientemente dimostrate la realtà e gravità di tali rischi". Si può leggere nella sentenza. Ciò riconosce al decreto ministeriale impugnato un carattere di emergenza e sancisce il principio per cui la libertà di iniziativa economica non può essere più importante della salute, del benessere delle persone, degli animali e dell’ambiente. Stefano Masini, coordinatore della Coldiretti precisa:"L’agricoltura italiana resta libera dagli OGM come chiede il 76% degli italiani e chiediamo al governo di chiarire quali siano le sanzioni da applicare nel caso di violazione del divieto in modo da evitare situazioni analoghe a quanto accaduto la scorsa estate in Friuli Venezia Giulia, dove sono stati contaminati i terreni confinanti con quelli illegalmente coltivati con mais MON810, come accertato dalle indagini del Corpo Forestale dello Stato". Quello di cui c’è bisogno è che l’Unione Europea adotti una chiara regolamentazione sugli OGM, che ne valuti approfonditamente i rischi ma soprattutto che lasci agli Stati Membri l’autonomia di scegliere se praticare o meno le coltivazioni OGM a discapito dei modelli agricoli tradizionali.

mondo.mindpress.it/ogm-tar-boccia-il-mais-mon810/
wheaton80
00martedì 13 maggio 2014 00:34
Ogm: anche la Francia vieta la coltivazione

È stata approvata definitivamente dal Parlamento francese la proposta di legge che vieta la coltivazione di mais geneticamente modificato e prevede, in caso di mancato rispetto del provvedimento, di ordinarne la distruzione. Lo rende noto la Coldiretti sottolineando che il Consiglio di Stato d'oltralpe ha respinto le richieste di una sospensiva urgente del decreto governativo del 14 aprile che vieta la coltivazione del mais mon810 della Monsanto perché i giudici francesi hanno ritenuto che i ricorrenti non abbiano giustificato l'urgenza della sospensiva e che il decreto “non comporta un problema grave ed immediato per la situazione economica”. La decisione segue di meno di due settimane la sentenza del Tar del Lazio di bocciare il ricorso presentato contro il decreto interministeriale che vieta la semina di mais biotech MON810 modificato geneticamente, confermando di fatto - sottolinea la Coldiretti - definitivamente il divieto di coltivazione in Italia. Si rafforza pertanto il fronte degli oppositori agli ogm nell'Unione Europea dove in sede di Consiglio Ambiente, sono ripresi i lavori sulla proposta di modifica della Direttiva 2001/18/CE per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio. Come sottolinea la Coldiretti, nell'Unione europea, malgrado l'azione delle lobbies che producono ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, sui ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Si tratta quindi di fatto - conclude la Coldiretti - di un unico Paese (la Spagna) dove si coltiva un unico prodotto (il mais MON810).

09/05/2014
www.informasalus.it/it/articoli/ogm-francia-coltivazione.php
wheaton80
00venerdì 13 giugno 2014 20:30
Coldiretti Sicilia sugli Ogm:"Ora l'Italia è libera di non coltivarli"

Dopo quattro anni di dibattiti si conclude la querelle Ogm. L'Italia è libera di non coltivarli come ha fatto fino ad ora. I ministri dell'ambiente dell'Ue hanno infatti preso questa decisione - commentano il presidente e il direttore della Coldiretti siciliana, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione - lasciando agli Stati membri la scelta di coltivare o di vietare gli Ogm sul loro territorio. La procedura che potra' essere perfezionata nel semestre di presidenza italiana dà il via ad una svolta profonda nel quadro normativo europeo. Per l'Italia e per la Sicilia gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico del Made in Italy. E del resto è impensabile che in una Regione leader per il paniere di produzioni uniche si vadano ad ipotizzare alternative non basate sulla tradizione e sulla qualità naturale - concludono.

13 giugno 2014
ladiscussione.com/estero/item/14823-coldiretti-sicilia-ora-l-italia-%C3%A8-libera-di-non-coltiva...
wheaton80
00sabato 5 luglio 2014 15:13
Coltivare OGM è finalmente reato: multe da 30 mila euro e carcere per i trasgressori

Coltivare Ogm in Italia è ufficialmente reato. L’Italia prosegue nella propria posizione contraria agli Ogm. Arrivano le sanzioni e il carcere per i trasgressori, cioè per chi coltiverà organismi geneticamente modificati nonostante il divieto. Il decreto legge n. 91 del 24 giugno 2014 (http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2014/06/24/14G00105/sg) ha infatti finalmente introdotto delle regole per la violazione del divieto di coltivazione degli Ogm. Quali sono le conseguenze per i trasgressori? Carcere da 6 mesi a 3 anni e multe da 10 mila a 30 mila euro. Il Movimento Consumatori ha accolto con favore l’introduzione di questo reato nell’ordinamento italiano. Alessandro Mostaccio, segretario generale del Movimento Consumatori, ha dichiarato che si tratta del segno inequivocabile che l’Italia sugli Ogm ha le idee chiare. “Siamo soddisfatti” – ha affermato Mostaccio – “di questa decisione del Governo, espressa con l’art. 4 comma 8 del decreto legge n. 91, di introdurre nel nostro ordinamento un apposito reato penale per punire coloro che violino il divieto di coltivare Ogm nel nostro Paese. E’ il risultato anche delle ripetute e fondate richieste da parte della task force per un’Italia libera da Ogm cui la nostra associazione” (http://www.movimentoconsumatori.it/news.asp?id=5366#OGM-MOVIMENTO-CONSUMATORI-PLAUDE-AL-DECRETO-CHE-INTRODUCE-IL-REATO-DI-VIOLAZIONE-DEL-DIVIETO-DI-COLTIVAZIONE). Ora il Movimento Consumatori confida che il Governo italiano e i parlamentari europei lavorino percercare la convergenza del più ampio consenso sulla posizione italiana. Anche laColdiretti si esprime a favore dell’introduzione del reato di coltivazione degli Ogm. Da ora in poi, chi intende seminare Ogm in violazione delle norme che ne vietano la coltivazione deve sapere che potrà andare incontro alla reclusione e che potrà essere sanzionato. “La disposizione contenuta nel decreto legge” - spiega la Coldiretti - “chiude finalmente il cerchio intorno ad una vicenda allarmante che tante preoccupazioni ha sollevato negli ultimi tempi tra i numerosi agricoltori contrari agli Ogm: si tratta di un risultato importante, che si aggiunge a quelli conseguiti di recente nelle aule giudiziarie davanti al Tar del Lazio e al Consiglio di Stato. E anche in quelle occasioni Coldiretti c’era, insieme con altre organizzazioni della Task force per un’Italia libera da Ogm, per difendere le produzioni agroalimentari tipiche italiane” (http://www.coldiretti.it/news/Pagine/440--%E2%80%93-25-Giugno-2014.aspx). Da questo momento in poi, con l’introduzione del nuovo decreto e del reato di coltivazione degli Ogm, spetterà alle Regioni definire sull’ambito del proprio territorio e sulla base dei rilievi effettuati dagli organi di polizia giudiziaria le modalità e i tempi delle misure che il trasgressore dovrà adottare a proprie spese per rimuovere le coltivazioni vietate. Ricordiamo che proprio l’anno scorso il governo italiano aveva approvato la coltivazione di mais ogm in Friuli, sebbene il parere contrario di tutti, e si era arrivati al disastro ambientale con la contaminazione del 10% della regione.

2 luglio 2014
www.dionidream.com/coltivare-ogm-finalmente-reato-multe-30-mila-euro-carcere-per-i-trasg...
wheaton80
00lunedì 18 agosto 2014 23:01
Lotta agli Ogm, Friuli Monsanto subito. Fuga di una multinazionale supposta invincibile

E' una di quelle notizie che il Ferragosto porta via con sé, stritolata tra un ghiacciolo in spiaggia ed un mojito nella prima serata. Ma di fatto è una pagina di storia della politica e dell'economia italiana. Ci riferiamo all'annunciata e stizzitissima fuga della multinazionale del settore sementi Monsanto dalla penisola italica:"Monsanto – ha dichiarato al Sole 24 ore Federico Bertoli, responsabile della multinazionale per Italia e Grecia - commercializzerà sementi geneticamente modificate unicamente laddove sussisteranno un ampio supporto politico, una rilevante domanda degli agricoltori e ci si trovi in presenza di un sistema regolatorio chiaro e applicabile". Se se ne andranno con adeguata celerità forse gli ambientalisti nostrani riusciranno a non scoppiargli a ridere in faccia, verrebbe da aggiungere volendo ironizzare. Ed è un forse bello grosso, come rischio, considerando la soddisfazione che dal Friuli Venezia Giulia si sta diffondendo un pò a tutta la penisola. A dare la notizia la task force No Ogm dell'Associazione Italiana Agricoltori Biologici, che per bocca di Cristina Micheloni fa conoscere tutta la soddisfazione dei friulani per una battaglia mastodontica e per taluni aspetti epocale. Pensate che sia un'esagerazione? Beh, forse no se si tiene conto del fatto che la Monsanto ha chiuso il 2013 con un fatturato da 9 miliardi di euro. Praticamente una finanziaria, come se per un anno fiscale nessuno di noi pagasse un euro di tasse. Anche in Legambiente la soddisfazione è palpabile:"Che la Monsanto abbia deciso ciò – ha dichiarato Emilio Gottardo - è un buon segno che sprona tutti ad accelerare le richieste alla Regione ed alle categorie agro-alimentari di filiere Ogm-free, di progetti precisi e specifici in tal senso, a chiedere scadenze e a fare verifiche che ciò accada; di chiedere, inoltre, al Governo, che presiede il semestre europeo, di assumere definitivamente le decisioni necessarie ad allontanare in via definitiva gli OGM dal nostro Paese". La sfida, ora, in FVG è ovviamente di sviluppare un PSR (Piano di sviluppo rurale) nuovo ed innovativo, incentrato sul km zero e sulla valorizzazione delle tipicità. La Monsanto tornerà a calcare il suolo italiano con alcuni rami d'azienda che hanno il proprio core business nella semenza convenzionale e, si spera, accompagnando il tutto ad uno spirito più umile e recettivo della nostra identità territoriale:«Continueremo a espandere le nostre operazioni di mercato e di ricerca esclusivamente in questo comparto – assicura Bertoli –. Nei prossimi 10 anni investiremo 500 milioni per rafforzare la capacità produttiva di sementi convenzionali in Europa». Va detto che in Europa e in Italia in particolare la coltivazione tradizionale di mais, colza e orticole rappresenta il 98% delle vendite. La vittoria, quindi, è stata essenzialmente politica ed ideale, più che economica: si è lottato per una visione di agricoltura e di futuro. E per una volta hanno vinto i buoni.

Cristiano Antonino
16 Agosto 2014
www.rossoparma.com/index.php/italia-e-mondo/3544-lotta-agli-ogm-friuli-monsanto-subito-fuga-di-una-multinazionale-supposta-inv...
wheaton80
00sabato 20 settembre 2014 02:20
Sentenza rivoluzionaria in Costarica: l’ok agli OGM vìola i diritti delle persone

La decisione è arrivata in queste settimane dopo l’azione condotta da diversi gruppi ecologisti e di produttori che nel dicembre del 2012 avevano portato avanti un’azione di incostituzionalità contro il Regolamento statale del Servizio Fitosanitario. I ricorrenti avevano già segnalato che le norme violavano i diritti dei cittadini costaricensi poiché non svelavano, anzi tenevano nascoste, le informazioni tecniche che venivano utilizzate per dare l’ok alla coltivazione di OGM sul suolo nazionale. L’organismo giudiziario ha accolto l’obiezione ritenendola fondata. In questo modo, la Sala Costituzionale ha garantito che i procedimenti per l’autorizzazione, d’ora in avanti, dovranno essere accessibili a tutti e questo permetterà ai cittadini e alle associazioni di presentare opposizione ai permessi, dal momento che mettono in grave rischio l’equilibrio degli ecosistemi e la salute della popolazione. Ma la lotta prosegue. La risoluzione 2014-15017 rappresenta la vittoria solo su uno dei fronti della guerra contro il transgenico, visto che la sentenza in sé non dà la possibilità al Costarica di liberarsi definitivamente dalle coltivazioni OGM benchè costituisca un precedente importante. I movimenti ecologisti costaricensi annunciano quindi che proseguiranno “con immutato impegno per l’eliminazione totale degli organismi geneticamente modificati”.

18 Settembre 2014
www.ilcambiamento.it/inquinamenti/ogm_costarica_sentenza.html
wheaton80
00mercoledì 24 settembre 2014 02:41
Cina e Russia contro gli OGM: bloccano le importazioni americane e fermano le produzioni interne

Il ministro dell’Agricoltura cinese qualche giorno fa ha definitivamente chiuso il programma di coltivazione di riso e mais ogm, ufficialmente in risposta alle crescenti proteste di una popolazione sempre più allarmata sulle conseguenze per la salute e l’ambiente del cibo geneticamente modificato. Ma la Cina non è certo famosa per la sensibilità dei governi all’opinione pubblica, e infatti la mossa sembra essere legata (anche) al fatto che il Paese sta raggiungendo l’auto-sufficienza nella produzione di riso e adesso può permettersi di lasciar perdere i poco amati ogm ma soprattutto di dire di no alle importazioni Usa (che utilizzano ogm e non hanno l’obbligo di segnalarlo in etichetta), cosa che è costata agli Stati Uniti quasi 3 miliardi di dollari. Anche l’opinione pubblica che pretende bio, del resto, sembra mossa più da un sentimento anti-occidentale che da una convinzione scientifica. La produzione biologica è associata sempre di più all’auto-produzione locale e indipendente (indipendente dalle multinazionali occidentali, come la Monsanto), e in più sana e amica dell’ambiente. Qualcosa di simile ha fatto, qualche mese prima, la Russia, che ha detto basta alle importazioni di cibo ogm dagli Usa. Il premier Dmitry Medvedev ha spiegato che il Paese ha abbastanza spazio e mezzi per produrre cibo biologico – non semplice cibo – per tutti i suoi cittadini: sano, bello e russo. E ha aggiunto che se proprio gli americani vogliono coltivare prodotti ogm, se li mangino pure. Tiè. Per spiegare meglio la dinamica si cita spesso l’Afghanistan: dove una volta fiorivano papaveri da oppio, oggi crescono colture di soia ogm, la cui semina dipenderebbe strettamente dal compatto gruppo di multinazionali occidentali che ne detiene il monopolio. A pensar male si fa presto, e la cosa assume spettrali ombre imperialiste: fino a che punto gli ogm possono minare la sovranità di un Paese e la sua (magari futura) indipendenza? Sarebbe insomma per convenienza politica che Paesi come la Russia (sottoposta a sanzioni dopo la crisi ucraina, ma capacissima di rispondere a sua volta con altrettante sanzioni, guarda un po’ proprio nel settore agro-alimentare) e la Cina cavalcano l’onda della paura-ogm tra la popolazione, a favore della voglia di km-zero e biologico auto-prodotto. Stessa cosa sta facendo l’Iran, dove l’80% della produzione è biologica, e le sanzioni sembrano finora aver penalizzato di più l’Occidente.

8 Settembre 2014
www.infiltrato.it/inchieste/cina-e-russia-contro-gli-ogm-bloccano-le-importazioni-americane-e-fermano-le-produzioni...
wheaton80
00giovedì 2 ottobre 2014 21:06
OGM: l'Olanda dice No a Monsanto e mette al bando l'erbicida Roundup

L'Olanda si schiera contro Monsanto. Dopo Russia, Tasmania e Messico, un nuovo Paese è pronto a dire stop alla vendita di erbicidi a base di glifosato ai privati, a partire dalla fine del 2015. Lo ha deciso di recente il Parlamento olandese. I cittadini che utilizzano abitualmente l'erbicida Roundup nell'orto o in giardino dovranno trovare una diversa forma di controllo delle erbacce. L'ingrediente principale di Roundup è il glifosato, sostanza che è stata correlata a cancro, infertilità, difetti alla nascita, danni al sistema nervoso e malattie renali. Ricordate la mamma che sfidò Monsanto per indagare fino in fondo le cause della morte della sua bambina? Per non parlare della presa di posizione di Brasile e Sri Lanka contro Roundup e glifosato, a causa della diffusione di malattie renali tra gli agricoltori. Esther Owehand ha presentato la proposta per vietare il glifosato insieme a Gerard Schouw, altro membro del Parlamento olandese. La mozione è stata adottata. Gli stessi cittadini olandesi hanno espresso la loro preoccupazione per i possibili danni causati all'ambiente e alla salute dal glifosato. I partiti ambientalisti e animalisti hanno fatto sentire la propria voce e hanno ottenuto un largo consenso. La speranza è che l'azione dell'Olanda - e di tutti i Paesi Bassi – contro Monsanto sia fonte di ispirazione per tutti i Paesi europei ed esteri, dove il glifosato è ancora normalmente utilizzato sia dai privati cittadini che nell'agricoltura industriale. Negli Stati Uniti, ad esempio, ben 2 milioni di persone hanno espresso il desiderio di vietare i prodotti Monsanto. Ma Fda e Usda hanno fatto ben poco per affrontare il problema.

Marta Albè
30 Settembre 2014
www.greenme.it/informarsi/agricoltura/14426-ogm-monsanto-olanda-bando-gl...
wheaton80
00domenica 21 dicembre 2014 02:39
L’ex ministro Pecoraro Scanio lancia l’allarme:“Vogliono imporci gli OGM”

wheaton80
00sabato 7 febbraio 2015 02:50
OGM restano vietati: Consiglio di Stato respinge ricorso

Gli organismi geneticamente modificati non possono essere coltivati in Italia. Il Consiglio di Stato ha infatti respinto il ricorso di un agricoltore friulano che aveva impugnato il decreto del governo del 23 gennaio, il quale - in base alla decisione del Parlamento europeo che lascia a ogni Paese membro dell’Ue la libertà se proibirli o meno - aveva prorogato di 18 mesi il divieto di coltivazione di mais OGM in Italia. Il giorno stesso della decisione dell’Europarlamento, Giorgio Fidenato, «l’apostolo» degli OGM in Italia e leader di Agricoltori Federati che ha presentato il ricorso al Consiglio di Stato, aveva annunciato che si sarebbe proceduto comunque «all’ennesima semina di Mon810, questa volta in serra». La Commissione europea entro la fine di aprile dovrebbe tracciare le linee guida sul futuro degli OGM nell’UE.

Governo ha deciso «correttamente»

Il Consiglio di Stato ha ricordato che in attesa dell’adozione delle misure comunitarie, «lo Stato membro può decidere se e per quanto tempo mantenere in vigore le misure d’emergenza nazionali adottate» e ha riconosciuto che i ministeri interessati (Salute, Politiche agricole e Ambiente) hanno «correttamente ritenuto che il mantenimento della coltura del mais Mon810 senza adeguate misure di gestione non tutelasse a sufficienza l’ambiente e la biodiversità, così da imporre l’adozione della misura di emergenza contestata».

«Mi rivolgerò a Corte europea di giustizia»
«Non nutrivo grandi speranze nel Consiglio di Stato», ha commentato Fidenato. «Come sempre ho fatto in passato mi rivolgerò alla Corte europea di giustizia , l’unica che ha riconosciuto la bontà delle nostre istanze e del nostro operato». Lo scorso novembre il dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha dato il via libera alla coltivazione della patata Ogm Innateche diminuisce livello di acrilamide (un potenziale cancerogeno) nelle patatine fritte.

Principio di salvaguardia
«La decisione del Consiglio di Stato conferma ancora una volta la validità del decreto recentemente prorogato e della corretta applicazione del principio di precauzione a salvaguardia di agricoltura e ambiente», ha dichiarato Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia. «Questa è un’ulteriore convalida che l’applicazione del principio di precauzione va nella direzione giusta per la salvaguardia del nostro patrimonio agroalimentare», è l’opinione di Nicodemo Oliverio, capogruppo Pd in commissione Agricoltura alla Camera. «È una nuova vittoria per difendere la vera agricoltura, i veri agricoltori, le vere produzioni, il cui valore sta nella loro diversità e non nell’omologazione ai livelli più bassi», ha detto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.

Anche Russia verso stop a OGM
Anche la Russia vuole mettere al bando gli OGM. Il governo ha infatti sottoposto al Parlamento un progetto di legge per vietare «la coltivazione e l’allevamento di piante e animali geneticamente modificati nel territorio della Federazione Russa, fatta eccezione per l’uso nelle ricerche scientifiche». Gli importatori di ogm dovranno registrarsi e il governo potrà proibire loro l’importazione di tali prodotti dopo aver monitorato i loro effetti sull’uomo e sull’ambiente, secondo quanto prevede la nuova normativa. Per i trasgressori sono previste multe di 50 mila rubli (658 euro) se pubblici funzionari e di 500 mila rubli se si tratta di società.

6 febbraio 2015
www.corriere.it/ambiente/15_febbraio_06/ogm-vietati-consiglio-stato-ricorso-12cfdc9c-ae1a-11e4-92f5-d80ea89fe1...
wheaton80
00venerdì 24 aprile 2015 22:12
Il diserbante più usato al mondo è cancerogeno

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), organo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che coordina gli studi in campo oncologico, ha classificato fra i probabili cancerogeni il glifosato: il diserbante più usato nel mondo. Scoperto negli anni Settanta e messo in commercio dalla Monsanto con il nome di Roundup, oggi – scaduto il brevetto – il principio attivo è usato nella preparazione di almeno 750 erbicidi destinati all’agricoltura, ma anche al giardinaggio e alla cura del verde pubblico. Già in passato il glifosato è stato messo sotto accusa per i possibili effetti negativi sulla salute, ma nel 1991 l’Agenzia statunitense per la Protezione dell’Ambiente (EPA) l’ha classificato come sostanza non cancerogena. Nel 2012 negli USA sono state utilizzate 127 mila tonnellate di glifosato sulle coltivazioni secondo i dati USGS.

Nuova analisi
Dopo un’analisi dei dati scientifici disponibili, durata circa un anno, un gruppo di esperti internazionali si è riunito per riconsiderare il potere cancerogeno di questa e di altre quattro sostanze, impiegate come insetticidi. La valutazione dello IARC, ripresa dalla rivista Lancet Oncology (http://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045%2815%2970134-8/abstract), include il glifosato, insieme a malathion e diazinon, nel gruppo dei composti «probabili cancerogeni» per l’uomo (gruppo 2A). Tetrachlorvinphos e parathion, considerati meno nocivi, sono stati invece classificati come «possibili cancerogeni» (2B).

Favorisce la comparsa di linfomi non-Hodgkin

La valutazione della pericolosità si basa sulla capacità di indurre tumore nell’uomo e in animali da laboratorio, oppure di provocare modificazioni genetiche in colture di cellule umane. Studi sugli agricoltori suggeriscono che l’utilizzo del pesticida favorisca la comparsa di linfomi non-Hodgkin; questo dato però non è ritenuto decisivo perché è difficile escludere altre possibili cause. Più significative sono state, per gli esperti, la capacità di indurre tumori negli animali da laboratorio e di danneggiare il DNA nelle colture cellulari. Secondo Vincenzo Vizioli, presidente dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB), «i dati storici indicano che la maggior parte delle sostanze che causano mutazioni nelle colture cellulari risultano poi essere anche cancerogene. Il Ministero della Sanità dovrebbe attivare una sospensione precauzionale dei prodotti a base di glifosato, fino a che non si avrà la certezza che questa sostanza non sia cancerogena. Il problema è particolarmente grave per il glifosato, a causa della sua grande diffusione».

Un colpo per la Monsanto
Mettere al bando questa sostanza sarebbe però un duro colpo per la Monsanto. Anche se non detiene più il brevetto del glifosato, l’erbicida Roundup è tuttora fondamentale per la multinazionale, perché venduto insieme ai prodotti «di punta»: soia, mais e cotone Roundup Ready, resistenti all’erbicida. Un gene inserito nei cromosomi di queste piante le rende immuni all’azione del diserbante, quindi i campi possono essere «tranquillamente» trattati per eliminare le piante infestanti senza danneggiare le colture. Monsanto ha risposto al documento dello IARC con un comunicato in cui si sostiene che «la conclusione non è sostenuta da dati scientifici. La classificazione dello IARC è in contrasto con numerosi studi pluriennali condotti da centinaia di scienziati in tutto il mondo». Si chiede una nuova valutazione, a opera di un diverso gruppo di esperti, che tenga conto anche degli studi non considerati dallo IARC.

Enormi interessi in gioco

Gli interessi in gioco sono enormi: la soia Roundup Ready è il prodotto OGM più coltivato nel mondo. Il giudizio dello IARC va a riaccendere la controversia sugli organismi geneticamente modificati. Anche se parte del mondo scientifico è favorevole alla coltivazione di piante transgeniche in pieno campo, non mancano voci contrarie, e l’uso eccessivo di pesticidi è uno dei possibili «effetti collaterali» chiamati in causa.

La situazione in Italia
In Italia non si può per legge coltivare piante OGM, ma il glifosato è molto utilizzato. Il contatto con il pesticida può avvenire con l’aria, nelle zone in cui viene usato, o con il cibo, su cui possono rimanere residui. Il più recente Rapporto nazionale pesticidi nelle acque dell’Ispra ha messo in evidenza inoltre il problema dei residui nelle acque italiane, sia superficiali che sotterranee. Su 1.469 punti di monitoraggio delle acque superficiali, il 17,2% ha mostrato concentrazioni superiori ai limiti. Nelle acque sotterranee, su 2.145 punti i superamenti sono stati il 6,3%. Il glifosato e il suo derivato Ampa (acido amminometilfosfonico) sono le sostanze che più spesso superano i limiti. Nel 2012 il glifosato è stato trovato nel 18% dei campioni di acque superficiali e l’Ampa nel 47%. Lo IARC non ha potere normativo, e ora sta agli enti nazionali ed europei disporre le limitazioni ritenute necessarie per proteggere la salute di tutti. La Francia si sta già muovendo e ha varato il piano Ecophyto contro l’eccesso di pesticidi in agricoltura.

Valeria Balboni
8 aprile 2015
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wheaton80
00lunedì 25 maggio 2015 20:07
La guerra segreta di Monsanto alla sicurezza alimentare europea

Lavorando in silenzio nel caos politico guidato dagli interessi speciali occidentali (tra cui i suoi), Monsanto ha letteralmente cominciato a piantare i semi per la diffusione degli organismi geneticamente modificati in Europa, a partire dall’Ucraina per muovere a occidente verso l’Unione Europea, grazie a regolamenti sugli OGM che lentamente ma inesorabilmente si stanno ammorbidendo, nonostante la loro vasta impopolarità. Riguardo a questa ditta biotecnologica americana e ad altre simili, e ai loro tentativi di infestare il pianeta con organismi geneticamente modificati (OGM), in particolare i loro sforzi per contaminare l’intera Europa con il loro veleno non richiesto tramite una porta di servizio (l’Ucraina), ha parlato la Russia in difesa del suo vicino est-europeo. Fino al colpo armato del 2013-14, conosciuto anche come “Euromaidan”, l’Ucraina aveva decisamente rigettato gli OGM. Con un obbediente regime fantoccio ora installato a Kiev, è stata presa una serie di decisioni politiche, economiche e militari che hanno più o meno messo fine all’Ucraina quale stato sovrano. Insieme alla sovranità è finito anche il desiderio di auto-conservazione, perciò seminare il proprio campo con veleno geneticamente rovinato e insicuro è passato dall’essere ostinatamente rifiutato all’essere apertamente abbracciato. Questo ci porta al Washington Post e a un recente editoriale pubblicatovi, intitolato “La Russia afferma che gli investimenti occidentali nelle fattorie ucraine sono un complotto per conquistare il mondo”. Tale editoriale dapprima cerca di fare suonare le accuse russe, secondo le quali Monsanto sta cercando di introdurre gli OGM in tutta l’Ucraina, infondate. Poi però lo stesso Post ammette che ciò è esattamente quanto Monsanto sta facendo. Il pezzo afferma:“L’Ucraina si è a lungo promossa in Europa come l’antico e il futuro granaio del continente, promettendo che gli investimenti occidentali sono la chiave per fare fiorire le sue poco sfruttate terre nere. Ma la Russia ufficiale vorrebbe farvi credere che tutto questo parlare di sviluppo agricolo è invece un complotto segreto per aiutare le ditte come Monsanto a conquistare il mondo”. Poi però ammette:“Le coltivazioni OGM erano state a lungo bandite in Ucraina, così come la vendita di terra agricola. Ma l’accordo di associazione firmato tra Unione Europea e Ucraina l’anno scorso potrebbe aver creato uno spazio nuovo per la potenziale introduzione di colture geneticamente modificate”.

Da ultimo, il Post cita Monsanto:“Monsanto, forse il nome aziendale più riconoscibile nel settore OGM, l’anno scorso ha in effetti espresso interesse per investire in Ucraina (vale la pena notare che la ditta opera anche Russia, sebbene non con gli OGM, come ha operato in Ucraina)”. Visto che Monsanto opera già in Ucraina, in cosa investirebbe di nuovo, oltre agli OGM? L’Ucraina sarebbe la vittima perfetta per ospitare i prodotti infettati dagli OGM di Monsanto e delle altre aziende biotecnologiche nel cuore dell’Europa. Mentre la stessa UE sta ammorbidendo alcuni dei suoi regolamenti riguardo agli OGM, probabilmente senza il consenso di una popolazione sempre più consapevole dei rischi e che cerca attivamente alternative biologiche, i conglomerati del biotech sperano di diffondere i prodotti OGM da quelli che saranno i campi completamente non regolati dell’Ucraina all’Europa, e di farli diventare onnipresenti e inevitabili come lo sono in America. Altrove nel mondo, i conglomerati agricoli hanno cercato di usare porte di servizio per introdurre i loro prodotti in regioni dov’erano totalmente rigettati, compresa l’Asia dove il “riso dorato” è stato proposto come soluzione alla “carenza di vitamina A”, mentre piantare un po’ di carote sarebbe stato più semplice ed economico e non avrebbe rischiato di contaminare il riso asiatico con varietà che i consumatori respingono. In altri casi gli interessi occidentali alla conquista, come in Afghanistan, hanno usato gli “aiuti” come cavallo di troia per introdurre l’agrobusiness e gli OGM nella regione. Perciò, per ammissione dello stesso Post e semplicemente guardando a cosa Monsanto e le sue simili hanno già fatto in tutto il mondo, gli stessi giornalisti non possono che concordare con la Russia riguardo alle evidenti intenzioni di Monsanto per l’Ucraina e il resto d’Europa. Il Post, come molti giornali in American ed Europa, ha a lungo servito gli interessi dell’elite affluente, fra i quali il biotech e l’agrobusiness in prima linea. Il Post e altri maschereranno e offuscheranno le intenzioni di Monsanto finché sarà troppo tardi per impedire la contaminazione genetica che i loro raccolti infliggeranno ai campi ucraini, un tempo ben protetti e sovrani. Come molte altre cose in Ucraina, il cosiddetto “Euromaidan”, fatto presumibilmente per guadagnare libertà e autodeterminazione, ha chiaramente spogliato l’Ucraina sia della sua libertà che della capacità di decidere per il proprio interesse. Da un apparato militare che opprime il suo stesso popolo, a un’economia saccheggiata dagli interessi stranieri, a un governo letteralmente diretto da stranieri che lo presiedono, a campi che ora saranno seminati con veleno geneticamente alterato, la rovina dell’Ucraina è quasi completa, testamento perenne a cosa l’Occidente intende davvero quando dice “democratizzazione”. Nessuno comprerà i raccolti contaminati dagli OGM. Nel commento russo riguardo all’imminente saccheggio dell’agricoltura ucraina da parte di Monsanto e altri, il Post riportava:“Il segretario del Consiglio di Sicurezza Russo, Nikolai Patrushev, all’incontro di martedì con le sue controparti dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, ha affermato che l’Occidente intende coltivare “prodotti geneticamente modificati” in Ucraina. Ed è sciocco perché, ha suggerito, “per usare un eufemismo, l’Europa non approverà tali prodotti”.

Il Post, nel suo ruolo di lobbista associato dell’agrobusiness, cerca di minimizzare questo fatto. Tuttavia viene altrove riportato, perfino negli stessi media occidentali, che una potenza agricola come gli Stati Uniti sta ora importando mais biologico perché i suoi consumatori si rifiutano di mangiare prodotti OGM coltivati negli USA. Nel suo resoconto “Gli USA costretti ad importare mais per rispondere alla richiesta di cibo biologico” affermava:“Una crescente domanda per prodotti biologici, e il quasi totale affidamento degli agricoltori statunitensi sul mais e la soia geneticamente modificati, stanno spingendo ad un aumento delle importazioni da altri paesi dove i raccolti sono in gran parte esenti dalla bioingegneria. Importazioni come il mais dalla Romania e di soia dall’India stanno esplodendo, secondo un analisi dei dati commerciali statunitensi pubblicata mercoledì dalla Organic Trade Association e dalla Pennsylvania State University”. L’umiliazione di un paese storicamente autonomo dal punto di vista agricolo che si vede costretto a importare prodotti così elementari come il mais perché i raccolti domestici sono tutti avvelenati è una lezione per ogni ucraino che cerchi di preservare ciò che resta non solo della sua dignità, ma del suo istinto di conservazione. Perfino mentre il “miracolo” degli OGM evapora nel mercato sempre più scaltro degli Stati Uniti, le compagnie statunitensi stanno comprando il regime infinitamente servile dell’Ucraina affinché infili il collo del paese nello stesso cappio. Tuttavia, in un certo senso il Post ha ragione. La Russia è matta a pensare che Monsanto stia conquistando il mondo. L’azienda, nonostante gli innumerevoli miliardi spesi per esercitare pressioni, per propaganda, tangenti e altre forme di persuasione di massa, sta miseramente fallendo nel tentativo di convincere la gente a ingerire il suo veleno, perfino nel paese dove è situato il suo quartier generale. Il fatto però che la Russia faccia luce su cosa Monsanto sta cercando di fare in Ucraina, palesemente contro l’interesse della stessa Ucraina, è un’ennesima illustrazione di come il golpe “Euromaidan” non aveva nulla a che fare con la libertà e tutto a che fare con l’intenzione di Washington e Wall Street di dirottare ancora un altro Paese e sottrarne le risorse dal suo popolo sotto la maschera della “democrazia”.

Ulson Gunnar, analista geopolitico e scrittore di base a New York, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook”
Fonte: journal-neo.org/2015/05/08/monsanto-s-covert-war-on-european-food-s...

Traduzione: Anacronista
www.controinformazione.info/la-guerra-segreta-di-monsanto-alla-sicurezza-alimentare-europea/#mo...
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