Su "Natura non facit saltus" la novità di Romano Amodeo

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amoram
00venerdì 28 agosto 2009 12:11
“Negatio negata facit saltus Naturae, saltus quid facitur... sine ullo facere”

Romano Amodeo, intervenendo sul tema “Natura non facit saltus” del grande Leibniz, afferma che:
«è dalla negazione di una negazione che deriva il salto che appare compiuto dalla natura... senza che alcunché sia davvero compiuto!»
Egli dimostra con l'epistemologia che:
«è solo negando il potenziale essere in negativo che l'essere esiste in potenza positiva: come l'azione uguale e contraria alla virtuale premessa negativa posta in atto».
La legge scientifica che avalla questa tesi filosofica sta nel Terzo Principio fondamentale della legge dinamica chiamato «di Azione e Reazione».

La “Nuova Scuola Italica” di Romano Amodeo sostiene che non è veramente in atto nessun “fare”, se non a partire da una virtuale premessa di tipo “disfattivo”.
Quanto sarebbe “vero” nella Natura sta nell'esistenza della condizione “assoluta” data da una esistenza puramente “potenziale”. In essa l'Essere in positivo può esistere in potenza solo a partire dall'assoluta negazione dell'essere in negativo. Questa negazione è posta in atto come il susseguirsi di un'alternanza e non come la simultaneità che essa è, solamente a causa della percezione attuata in potenza da un soggetto reale, e dunque nel compimento di una analisi soggettiva effettuata per componenti uguali e distinte.
Infatti la Natura, per “esistere” deve poter passare da spazio-tempo a spazio-tempo altro e successivo, secondo cicli del tipo N/N + N×N = 1+ N×N.
Essi sono tali che, per ogni numero N, si salti incessantemente dall'intima operazione di divisione a quella uguale e contraria dell'intimo prodotto.
Pertanto la natura salta, salta incessantemente, ma senza minimamente saltare. Infatti tutta l'apparenza cinematica che presenta in sé l'apparente continuo mutamento dell'essere non è una verità in se stessa ma è solo il frutto di una percezione soggettiva, prima frazionaria dell'unità e posta in atto come un tempo di presenza ennesima e poi multipla dell'unità, come lo spazio intero della stessa unità dato da N ennesimi.
Infatti il numero N, che riguarda ogni numero diverso da zero, è dovuto ad un soggetto in sé, assoluto e basilare, dato da Log 10, quel Logaritmo decimale che è l'inverso della potenza basata sul ciclo 10 che è all'origine di ogni possibile numero N. Log 10, affermando due opposti e simultanei processi, mette in atto le condizioni-base della possibile esistenza “relativa” dell'assoluto.
Pertanto la verità in se stessa, assoluta, sta nella potenza N^0, la quale, quando entra nel campo relativo al suo reale calcolo, assume la valenza binaria in cui N/N è 1 e in cui Log 10 è 1, ponendosi con ciò il ciclo 10 come “il Padre” di ogni numero, il suo Logaritmo decimale come il suo “Numero Figlio”, e la potenza N^0 come lo “Spirito santo” che trascende dal Padre e dal Figlio e li riconduce nell'Unità.

10^(N/N) × 10^(N×N) esprime paternamente l'interrelazione simultanea e assolutamente reciproca riguardante ogni figlio N. Il suo Log determina con (N/N) + (N×N) il mondo complesso dei Figli, il quale fissa per N=1 il ciclo 2, per N=2 il ciclo 5, per N=3 il ciclo 10 dato dal primo per il secondo ciclo. Anche il ciclo dato da N = 10 -3 =7 si rivela quanto il ciclo 2 moltiplicato a quello del 7 e tale da dare la sezione 10×10 del flusso reale, in cui 10×10 (prodotto di opposti vettori) si “fissa” nello spazio 10 “scalare” che percorre tutto il suo ciclo 10 nello spazio dato dall'inversione dello spazio inverso 10^-1 uguale al tempo 1/10 dell'unità.
Tutto ciò “fissa” a 10^3 la presenza totale della massa unitaria, che poi, per l'inversione dell'inverso 10^-1, percorre realmente 10 tempi decimi, tanto che la “realtà” spazio-temporale diventa 10^4.

Romano Amodeo rivela con questo come, sia nel flusso, sia nel fronte assoluto del flusso ci sia il concorso, a tempo 0, dei due vettori opposti 10 e 10^-1.
Nella sezione il secondo vettore, negativo, si avvalora in positivo negando la sua negatività, ed entrambi i vettori, uguali e contrari, annullano il loro verso nel tempo nella sezione esistente a tempo zero.
Nel flusso 10 × 10^-1, in modo analogo, il prodotto dei due vettori opposti ammassa il 10 positivo in una presenza unitaria e il suo inverso decimo nel susseguirsi di 10 decimi, in un tempo “futuro” che si “presenterà intero” solo alla fine.

È in virtù di questo fatto indubitabile (che i “decimi” sono “tempi futuri”, percorsi dalla massa unitaria) che Romano Amodeo afferma:
“Fissata la dimensione unitaria di una massa unitaria, come la particella elettrone, particella di materia, è massa materiale solo la parte intera del 9,109389754 che oggi è invece considerato tutto massa, in quanto la parte decimale è il “tempo” futuro, che nel frattempo mostra, come tempo dell'unità, la potenza 9^-1 del numero invariante del ciclo 10”.
Infatti come il flusso 10 ×10^-1 è “presente” solo nella quantità 10 della massa in linea di flusso nel tempo, relativa alle 10^3 totali presenti nell'unità spaziale, allo spesso modo deve “essere” nella quantità 9/1, quella invariante del ciclo 10.
Noi infatti vediamo dissociata la massa reale solo nella parte positiva e relativa alla materia, in quanto quello potenza negativo 9^-1 è relativa all'antimateria e si presenta in positivo come il tempo dell'unità.
Tutte le masse unitarie delle costanti fisiche dovrebbero essere 1 alla loro dimensione unitaria, che divide materia da antimateria e lo spazio multiplo dell'unità dal tempo sottomultiplo.
Le costanti Fisiche unitarie non avranno il numero 1 che dovrebbero avere ma il loro numero “multiplo di 1”, a causa di un “sottomultiplo” che è l'azione la cui reazione determina il numero della massa nella sola quantità multipla.

Romano Amodeo, osservando in tal modo il nostro Universo apparentemente gigantesco quanto un numero massimo N, afferma che esso – essendo la relazione data da N × N^-1 – esiste grande come N a causa del suo tempo ennesimo.
Poiché è supposto “presente in atto” la quantità N^-1 = 1/N, la visione dell'unità, per successivi tempi ennesimi porta ad un tempo N, percepito tutto in una “artificiosa” successione dalla percezione analitica posta in atto dal nostro “piccolo” ed ennesimo potere.

La seconda osservazione è che, di fronte ad un ASSOLUTO che si realizza in potenza e secondo la successione determinata dal calcolo Logaritmico decimale, noi, per poter osservare un reale succedersi nel tempo di un Universo che avanzi verso un Futuro, dobbiamo prima dividere, e poi moltiplicare.
Poggiarsi sulla divisione che determina la presenza del tempo dell'unità significa poggiarsi sulla potenza che avanza in negativo, ossia sulla virtuale AZIONE pregressa di una Natura “disfatta”.
Esiste un Universo “impensato” che è in ATTO avanzando verso il passato, con il secondo principio della Dinamica Reale, F = ma, in cui giustamente esiste l'uguaglianza tra F e il prodotto “ma”, perché non solo è in atto la Forza che DETERMINA l'accelerazione della massa, come da formula F→ ma è soprattutto vero, nell'Universo che è in atto avanzando negativamente, che F ← ma.
Ebbene la verità è che dal prodotto tra la massa e l'accelerazione “è determinata una Forza apparentemente fattiva”.
Pertanto Romano Amodeo rovescia in modo assoluto la Teoria secondo la quale l'Universo evolve veramente verso una stasi finale, perché questo apparire è solo l'azione uguale e contraria al vero e perenne aumento della dimensione potenziale, come quando l'acqua che muove una turbina producendo energia elettrica risale nelle condotte a potenziale sempre più il quantitativo per una possibile ricaduta. L'evaporazione dell'acqua, che apparentemente ne dissolve lo stato liquido, aumenta la potenza negandone l'ammassamento liquido.

La terza osservazione di Romano Amodeo, importantissima, riguarda l'aspetto ideale: noi, osservando un mondo avviato sempre più al massimo di una complessità di valori, e chiedendoci “Dio dove sia”, giacché tollera questo apparente sfacelo, possiamo essere convinti che Dio sta proprio agendo, salvando da tutto questa realtà, perché è solo la “tabula rasa” che consente la sua solo apparente scrittura. Dio, avendo il “POTERE” di “trascendere” la realtà intera di questa dinamica del mondo, VINCE PERENNEMENTE e “divinamente” (in modo trascendente) tutto quello che vediamo essere “immanente”.

La quarta osservazione di Romano Amodeo è di assoluta vitale importanza: il mondo materiale ed unilaterale che vediamo è la percezione effettuata da uno Spirito che viene dal nostro creduto futuro e dal punto-limite della nostra vita creduto punto “mortale”. Non è mortale, ne abbiamo la prova reale: lo abbiamo già sorpassato e siamo già tornati, “risorti” da esso, se questa è la NOSTRA azione in atto che ci consente di vedere il divenine nei modi opposti di quanto è opposto allo spirito ed è la materia.
La Verità “divina” si è fatta nuovamente carne ed ha abitato tra noi, portandoci tutti a riconoscere e sulla base di principi veramente scientifici che la morte apparente del nostro Spirito è vinta una volta per sempre. La vita è un disegno già tutto fatto e che possiamo “ulteriormente fare” solo “disfacendolo” e ritornando al suo principio. Lo faremo e fino al principio assoluto perché lo stiamo già facendo e perché, all'altro estremo della nostra vita singola ci sono i nostri due genitori, e poi i loro, e poi i loro, fino ad essere in “tutto l'essere” e “tutto l'essere”.

La conclusione di Romano Amodeo su come si debba idealmente vivere è quella che già fu di Gesù Cristo: “ama Dio e il prossimo tuo come te stesso”. Noi, infatti, stiamo già acquistando “potenza”, nel mentre sembra che la stiamo perdendo. Siamo in un disegno immodificabile, perché comincia dalla sua conclusione. Pertanto se oggi vogliamo agire per il meglio non dobbiamo fare degli altri i nostri rivali, ma soggetti sempre a cui dare tutto quello che è nostro, spogliandoci fino a dar loro tutta la vita. Noi supereremo i limiti di quanto concesso al nostro IO immortale con questa vita e attraverso il bene contenuto nel nostro personaggio attraverso quanto oggi concesso agli altri personaggi. Dobbiamo amare tutte le persone, per amiche o nemiche che ci appaiono, dobbiamo agevolarle in tutti i modi sapendo che se questo è quello che oggi CREA il nostro amore, vivremo eternamente in tutti, amici e nemici, grazie all'eterno frutto generato da questo amore che oggi stiamo semplicemente “fondando”, costruendo la nostra “veste interiore”. Dio è onnipotente legge (come affermato dagli Ebrei), è autorevolezza (come affermato dall'Islam), è armonia (come affermato nelle religioni asiatiche), è secondo tutti i modelli offerti alla fede dell'uomo... ma il suo volto fondamentale è stato offerto da Gesù Cristo: è l'assoluto che si mette in croce per dare vita al valore ennesimo, ad un personaggio che di suo ha poco o niente (la sua indole), ma che gli consentirà, in lui, di superare in assoluto il suo limite facendo di esso il suo punto di forza relativo. Noi siamo “essenziali” al Dio Assoluto, perché solo attraverso ogni nostro limite, supererà “ogni possibile limite”, con una amore infinito tra i due estremi: N e 1/N.
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